CAP 1
- Capitolo 1° -
-E' ora di svegliarsi signorino, il sole è alto in cielo-
Disse Sebastian scostando le pesanti tende così che i raggio del sole invasero l'enorme camera da letto del giovane erede dei Phantomhive.
La luce colpì dritto al volto Ciel che infastidito nascose il volto sotto al candido lenzuolo di seta.
-Um…Sebastian….- lo chiamò con voce lamentosa e roca del sonno.
La stanza rimase silenziosa, il suo maggiordomo non aveva risposto al suo richiamo.
-Sebastian?- pronunciò nuovamente il suo nome il ragazzo scostandosi dal volto il lenzuolo.
Sussultò quando si ritrovò il viso del maggiordomo a meno di dieci centimetri dal proprio e con uno scatto si ritirò indietro cadendo rovinosamente per terra e trascinando le coperte con se.
-Signorino! Ma che fa!?-
-Ahi….- si massaggiò la testa dolorante.
-Si è fatto male?- gli chiese premuroso Sebastian, inginocchiato alla sua sinistra.
Ciel si fece aiutare a rimettersi in piedi.
-Ma dico, sei scemo Sebastian! Mi hai spaventato! NON FARLO MAI PIU’!-
-Chiedo perdono signorino, non era mia intenzione spaventarlo, mi ero avvicinato solo per assicurarmi che tutto andasse bene –
-Era tutto ok! Ora non più! – brontolò Ciel continuando a massaggiarsi la testa nel punto dove l’aveva battuta con il pavimento.
-Mi dispiace- ripeté il maggiordomo mostrando uno sguardo di scuse.
-Si, si va bene, ora aiutami ad alzarmi …-
Sebastian lo aiutò ad alzarsi e si accertò che il suo padrone non si fosse fatto male in modo grave.
- E basta, Sebastian! Sto bene! Davvero!- lo rimproverò infastidito dalle sue attenzioni morbose.
- -La vasca è pronta mio signore….-
- -Bene andiamo….
Erano passati quattro anni dall’arrivo, dovuto al patto, di Sebastian in casa Phantomhive eppure Ciel continuava ad essere servito e riverito in tutto. Sebatian continuava a fargli il bagno, a vestirlo, quasi lo imboccava.
Appena arrivati nella sala da bagno, un rumore assordante arrivò alle orecchie di Sebastian e Ciel accompagnati da un tremore spaventoso.
-C- cosa!?-
-Mi scusi signorino, vado a controllare che altro hanno combinato i servitori e torno …- si scusò Sebastian imboccando il corridoio a passo veloce.
Cosi’ il giovane decise di iniziare da solo, entrò nella stanza e con movimenti rapidi si spoglio della sua veste da notte gettandola sul pavimento. Si immerse nell’acqua tiepida e colma di schiuma soffice e profumata. Si stese completamente nella grande vasca poggiando il capo sul suo bordo. Chiuse gli occhi e si beò di quel conforto.
Stava per assopirsi quando dita gentili si intrufolarono tra le ciocche se tose dei suoi capelli. Reclinando leggermente il capo incontrò gli occhi del suo demone personale. Sebastian sfoggiava il suo solito sorriso.
-Signorino è sicuro che il colpo alla testa sia stato leggero?- chiese.
-SI, Sebastian….-
-Bene….- disse in fine il maggiordomo cominciando a insaponare i capelli di Ciel.
-I capelli, le sono cresciuti, vuole che li tagli?-
-No, Sebastian, vanno bene così-
-Come desidera…-
-Hai finito?- gli chiese Ciel dopo che non sentì più le dita affusolate del maggiordomo massaggiare la sua testa.
-Si…con i capelli si….-
-Bene allora continua, non perdere tempo!-
-Yes, my lord…-
Le mani di Sebastian cominciarono ad insaponare le spalle e la schiena di Ciel, senza tralasciare nessun lembo della sua pelle morbida e chiara.
-Ormai ha sedici anni signorino, quanto ancora si farà lavare da me?-
-Sta zitto Sebastian!-
-Le ragazzine, esse si fanno lavare dalle loro domestiche…-
-CHE COSA STAI INSINUANDO SEBAST….!-
Infastidito dal tono e dalle insinuazioni del maggiordomo,Ciel si sollevò velocemente dalla vasca ma, girandosi per fronteggiare il demone il piede d’appoggiò cedette e lui,inesorabilmente, crollò in avanti.
-Sta bene?- chiese Sebastian con una nota di preoccupazione nella voce.
-C-Credo di …si….- sento di sollevarsi, facendo forza sulle braccia.
Solo all’ora si rese conto di cosa fosse accaduto precisamente. Capì perché non i era stato il duro contatto con il pavimento di marmo. Era scivolato proprio sul suo maggiordomo che a sua volta era scivolato all’indietro cascando rovinosamente.
-Tu? Tu stai bene Sebastian?!- chiese agitato Ciel.
-Oh si, mio signore, dopo tutto sono un demone- rispose sfoggiando il suo solito sorriso.
Come aveva potuto pensare che una semplice caduta avesse potuto provocare del dolore fisico al suo maggiordomo demoniaco?ma in quel preciso momento, l’unica delle sue preoccupazioni era stata quello di accertarsi che stesse bene.
I suoi occhi si persero in quelli scarlatti di Sebastian che ricambiavano le attenzioni.
-Signorino, se rimane ancora così prenderà freddo e si ammalerà…-
Solo alle sue parole,Ciel si rese conto della sua totale nudità. Si, era totalmente nudo, grondante di acqua e steso, letteralmente, sul suo maggiordomo.
-AHHHH!-
-Signorino!?-
Ciel si era alzato gridando ed in tutta fretta aveva agguantato il grande telo si spugna e se lo avvolse attorno. Rosso in volto come un peperoncino tenne le spalle a Sebastian senza accennare a voltarsi. Provava troppa vergogna. Chiuse gli occhi strizzandoli talmente tanto da iniziare a vedere dei pallini bianchi pulsanti nello sfondo nero.
-Si sente bene?-
L’alito tiepido del maggiordomo solleticò l’orecchio dei Ciel in modo da provocargli una scossa lungo la schiena. E quello fu ciò che distrusse il suo auto controllo. Scappò via,lasciandosi la porta della stanza aperta alle spalle e, mentre a grandi passi percorreva il corridoio, gridò a Sebastian di non seguirlo. Si sarebbe vestito da solo.
Correva a più non posso confuso, rosso in viso e con l’affanno, che però, non era dovuto alla corsa forsennata.
Vide la porta della sua stanza, in fondo al corridoio. Sembrava così lontana, quasi sembrava si allontanasse e fu quando pensò di averla raggiunta che entro in collisione con la domestica che stava passando con delle lenzuola piegate.
Ciel,dopo essere caduto per terra ,come anche Meirin, si alzò in fretta e furia e protendendo la mano afferrò la maniglia della porta, la girò e se la chiuse alle spalle.
-ah….eh….h-h-ho v-visto…..il sedere del signorinoooooooooooooooooooooooo AHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!- gridò Meirin in preda ad un attacco di vergogna tale che il sangue cominciò a spruzzare da entrambe le narici.
-Meirin? Cosa è accaduto?-
Sebastian la guardava dall’alto, visto che lei era seduta per terra.
-S-Sebastian….-
-Pechè sei per terra e…le lenzuola pulite…..- constatò prendendo uno dei bianchi lenzuoli ormai non più ordinatamente piegato.
-Il Signorino Ciel correva e ci siamo scontrati…e poi….poi….poi!-
-E poi?- le chiese suadente Sebastan, a pochi centimetri da viso e per poco il maggiordomo non rischiò di essere investito da un getto di sangue uscito a spruzzo dal povero naso di Mairin.
La povera cameriera ormai quasi priva di sangue in corpo riuscì solo a indicare la tovaglia umida gettata sulla mokett rossa.
Sebastian la raccolse. –Mairin…-
-S-si Sebastian!- raccogli le lenzuola e vai…-
-S-si!-
In fretta e furia la ragazza fece fagotto con i tessuti e scappo via barcollando visibilmente. Intanto Sebastian, sospirando, si avvicinò alla porta ed elegantemente bussò.
-Signorino….-
-Va via Sebastian… ti ho detto che mi vesto da solo!-
-Ma, signorino…non è capace….-
-TI ORDINO DI ANDARE VIA SEBASTIAN!!!!!!!!- gli gridò in fine con tutto il fiato in gola il giovane Ciel.
-Yes, my lord…- fu l’unica risposta che udirono le sue orecchie.
Visibilmente innervosito Ciel scese al piano di sotto recandosi verso il suo studio. Passando, notò di sfuggita la sua immagine riflessa in un grande specchio antico e così tornò sui suoi passi e si rimirò. I capelli arruffati, solitamente dopo il bagno era Sebastian che li asciugava nel migliore dei modi. Il fiocco che solitamente era perfetto era storto, la camicia fuori da calzoni. Era un completo disastro!
Sprofondò letteralmente nella poltrona del suo studio.
“Ho fame” pensò.
-Sebastian!- chiamò il maggiordomo per chiedergli di portargli la colazione li.
-Sebastian!- ma la porta rimase chiusa.
-Sebastian, ho fame 1 e mi sto innervosendo!!- gridò ai muri.
-Dannato demone!- disse digrignando i denti e uscendo con passo impettito fuori dallo studio.-SEBASTIAN!-
Ma niente del maggiordomo non si vedeva traccia. In quel preciso momento passò Mairin con ancora le lenzuola raccolte a fagotto e con passo incerto.
-Mairin!-
La cameriera sobbalzò e con ancora gocce di sangue che uscivano dalle narici si voltò verso il ragazzo.
-Dov’è Sebastian!?-
-Eh? S-Sebastian…? Eh eh eh-
Ciel capì subito che non avrebbe ricevuto alcuna notizia utile dalla cameriera…
Allora continuò il suo tour nella casa alla ricerca del maggiordomo. Raggiunse le cucine e vi trovò Bard intento ad non far nulla. “be, sempre meglio che distruggere le cucine!” pensò Ciel.
-Bard!-
-S-si signorino!- si mise sull’attenti nascondendo la sigaretta che stava fumando.
-Dove è Sebastian?-gli chiese sempre più nervoso.
-Non lo so, signorino!-
-Mi sto innervosendo Sebastian….-mormorò tra se e se uscendo dalla stanza e dirigendosi in giardino dove trovò Finian con Plouto che giocavano beatamente.
-Hai visto Sebastian, Finian?-
-Sebastian?- ripeté il nome del maggiordomo il ragazzino mentre, scodinzolando, il gagnolarne demoniaco guaiva.- No, non l ho visto …-
-E tu, Tanaka?- guardò scettico il vecchio che come suo solito stava sorseggiando una tazza di tè .
-Oh ! Oh! Oh!- fu la sola risposta che ricevette.
-Lasciamo perdere!- e girando sui tacchi rientrò in casa,dirigendosi speditamente verso il suo studio.
Nervoso si sedette con un tonfo sordo e batté entrambi i pugni sulla scrivania.
-DANNAZIONE SEBASTIAN DOVE SEI!?-
E fu allora che come un flash gli tornò in mente ciò che quella mattina gli aveva gridato.” TI ORDINO DI ANDARE VIA SEBASTIAN!”
Era stato un ordine il suo e così il maggiordomo non aveva fatto altro che ubbidire.
-Stupido Sebastian! Sei uno stupido…- disse ridendo come rilassatosi.
-Sebastian! Torna!-
Attese il ritorno del suo demone maggiordomo ma questo non avvenne.
-Sebastian!- ma ancora niente.
E Così il panico lo invase. Sebastian non tornava, era andato via!?- SEBASTIAN!- lo chiamò nuovamente, fu un richiamo arreso il suo.
Con il fiato spezzato mise le braccia conserte sulla scrivania e vi poggiò la testa. Le sentiva…le lacrime stavano bussando ai suoi occhi. Lo sconforto lo pervase. Sconforto che stava per esplodere in pianto.
-Mi ha chiamato signorino?-
Con uno scatto Ciel sollevò il capo. Sebastian, accennando un inchino gli stava di fronte al di là della scrivani.
-Mi spiace non essere venuto prima mio signore, stavo dando da mangiare al gatto…- si scusò il demone con mezzo sorriso.
Sorriso che non sfuggì al giovane che ebbe la sensazione che il maggiordomo si stesse divertendo un mondo per quella scena.
-Il gatto…come no…..dannato…- digrignò tra denti sfoggiando un sorriso perfido.
-Signorino, la vedo…preoccupato… cosa le è successo durante la mia assenza?-
La sua pazienza aveva raggiunto il limite.
-SEBASTIAN TI ORD!- ma si bloccò subito soppesano le parole che, in quel gioco maledetto erano molto importanti.
-Portami qualcosa da mangiare e poi, non farti vedere davanti i miei occhi finche e se non ti chiamo io!-
Accennando una risata divertita il maggiordomo si inchinò.
-Yes, my lord!-
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-illnath-
Davvero tanti complimentiuna ff stupenda...continua così^^
sara1989
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miyu13 - Voto:
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itachi09 - Voto:
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ahahahhaa mal di pancia XD seh..come no XD ahahahahaa oh finalmente il nuovo chappy!!!! ^^ bellisssimo come sempre!!! ^^
miyu13
...continua nelle pagine numero:
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