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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE DARK NIGHT
Genere: Sentimentale, Romantico, Horror, Azione, Drammatico, Erotico, Fantasy, Dark
Rating: Per Tutte le età
Autore: michela4ever galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/06/2009 17:52:40 (ultimo inserimento: 20/10/09)

E' facile scappare da qualcuno di cui hai paura, ma se ami chi ti stà uccidendo? Come puoi scappere o combattere se così feriresti il tuo adorato?
 
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SOLO UNO SGUARDO
- Capitolo 1° -

Lo scuolabus diede uno scossone e per poco non mi partiva un dente sbattendo con lo schienale del sedile davanti.
Sentii mia sorella sghignazzare dietro di me.
“Chiudi la bocca!” Sibilai senza voltarmi. Il ragazzo seduto accanto a me continuava a guardare fuori dal finestrino.
C'erano 21 gradi a Santa Monica, California. Il cielo era blu, gli uccellini cantavano e il traffico mattutino mi creava una forte emicrania.
Tutto normale, se non fosse stato il primo giorno di scuola; già rimpiangevo le vacanze tra i falò, le fiere, le giornate in piscina e gli amori estivi.
Sospirai.
Si, avevo fatto una gran bella estate trascurando i miei doveri di studente della seconda liceo.
Insomma, le vacanze estive per un quindicenne erano sacre, e nessun compito me le avrebbe sciupate.
“Fatto i compiti sorè?” Domandò solare mia sorella. Borbottai. Come se non lo sapesse che non avevo toccato un libro.
“No!” Abbaiai.
Lei si sporse dal sedile dietro a me e mise il viso accanto al mio; mi era così vicina che potevo contarle le lentiggini. “Lo dirò a mamma.” Mi disse.
Lentamente mi voltai le spinsi la faccia lontana dalla mia. “Tu prova a dirglielo e finirai male.”
Già non mi andava a genio prendere il pulman ogni santa mattina alle sette e mezzo per andare a una stramaledetta scuola; poi al ritorno, il pullman, era così pieno che mi toccava stare in piedi ed essere spintonata. In inverno potevo anche sopportarlo, ma in estate si faceva una vera e propria sauna; in più, come se questo non bastasse, da quest'anno nella mia stessa scuola, chi arrivava? Mia sorella! Come se non sapessi che mi seguiva nel mio stesso istituto solo per farmi un dispetto.
“Avresti dovuto farli, così ora non avresti il problema di recuperare il tempo perduto.” Mi rimbeccò angelicamente, facendo frullare i capelli sciolti e risedendosi composta nel sedile. Mi voltai e la fulminai con lo sguardo “Li copierò da qualcuno, non è il caso che mamma sappia!" Sbottai.
Lei sghignazzò coprendosi la bocca con la mano; sembrava una iena, e la odiavo quando faceva così!
“Paura?” Cinguettò.
“Per niente, ho tutto sotto controllo!” La rassicurai.
Con un altro scossone e un fischiare di freni, il pullman si fermò aprendo le portiere; una mandria di studenti si alzò dai sedili per dirigersi alle uscite.
“Muoviti!” Ringhiai alzandomi, buttando lo zaino in spalla e strattonando mia sorella per il braccio. Scendemmo dal mezzo.
“Che bello!” Trillò la mocciosa battendo due volte le mani eccitata; davanti a noi avevamo i cancelli di un enorme edificio rosa pallido: vetrate enormi, biblioteche, aule d'informatica, terrazzi ed un enorme parcheggio.
“Medlain!” Mi chiamò qualcuno tra la folla ammucchiata attorno alle auto parcheggiate.
“Olivia! Jasmine!” Salutai con un cenno. Le due mi si avvicinarono sorridenti: una pallida e lentigginosa, l'altra abbronzatissima.
Olivia era un'amica già dall'asilo; eravamo cresciute insieme, anche se i suoi capelli all'inizio mi avevano fatto sorgere non poche perplessità: color rosso fuoco corti e sparati in tutte le direzioni, visetto minuto e corporatura gracile, le orecchie leggermente a punta erano spesso motivo di frecciatine dai tempi dell'infanzia. Insomma, era un folletto! Un folletto simpatico e giocherellone che andava d'accordo con tutti.
Jasmine era la tipica Californiana: pelle abbronzata color della ruggine, occhi di un sbiadito verde, capelli marroni ed ondulati sempre legati in una coda alta, gli occhi truccati con la matita che le davano l'aspetto di un'egiziana. L'avevo conosciuta al primo anno di liceo.
“Hannah!” Salutò Olivia abbracciando mia sorella. “E' da tanto che non ti vedo, contenta di studiare qui?”
“Moltissimo.” Disse lanciando un'occhiata vispa in mia direzione. Maledetta, lo sapevo che eri qui solo per rendermi la vita impossibile!
“Chi sei?” Domandò gentilmente Jasmine porgendole la mano
“Hannah.” Salutò stringendole la mano con vigore. “La sorella di Medlain.” Specificò.
Jasmine ne fu sconvolta “Sorella? Ma...ma...” Balbettò facendo saettare lo sguardo da me a mia sorella. “Siete così diverse!”
Le sorrisi soddisfatta “Grazie per il complimento.”
Ormai ero abituata alle facce stupite della gente quando scopriva che io e Hannah eravamo sorelle. Mamma e papà ci definivano fuoco e ghiaccio; non solo avevamo caratteri diversi, ma anche l'aspetto e hobby.
Io era definita il ghiaccio, e non riuscivo a capire il perché; forse per via del mio aspetto: ero alta un metro e settanta, con zigomi alti e il viso dai lineamenti affilati. I miei capelli erano biondo acceso, ondulati e lunghi fino al seno. La pelle era chiara e molto sensibile ai raggi solari, cosa che mi impediva di divertirmi per molto tempo all'aperto sotto il sole estivo. Avevo occhi scuri con iridescenze verdi attorno la pupilla, il ciuffo dei capelli davanti agli occhi, sempre tracciati con matita e ombretto scuro. Mi piaceva lo smalto nero per le unghie e prediligevo i tacchi alti, che mi davano un aspetto slanciato. Come hobby avevo...vediamo...io avevo un hobby? E' considerato hobby guardare TV? Beh, facevo zapping cambiando canale velocemente, e detto così sembra quasi uno sport, no?
Il mio opposto, Hannah, era definita il fuoco: capelli corvini lunghi e lisci fino a meta schiena, occhi di un azzurro così chiaro da fare invidia al cielo, ciglia folte, occhiali da vista quadrati che le davano un aspetto da studiosa, il visetto tondo e la pelle rosea la faceva assomigliare una bambolina di porcellana. Lei prediligeva le scarpette ballerine, praticava il tennis e la pallavolo, e nel tempo libero studiava. Ma dico, studiare? Lei che in estate poteva uscire sotto il sole cocente per ore senza ustionarsi, preferiva stare al chiuso con il naso sui libri, mentre io guardavo fuori dalla finestra aspettando che il sole calasse.
Era proprio vero che tutte le fortune ce le avevano gli altri.
“Sei al primo anno giusto?” S'informò Olivia. “A proposito, buon quattordicesimo compleanno”, disse baciandole le guance, “te li faccio in anticipo, così se in futuro me lo dimentico sono coperta.” Hannah era letteralmente estasiata da tutte quelle attenzioni.
“Quando li compierai?” Le sorrise Jasmine
“Il tre gennaio” Rispose.
“Perfetto, così mi organizzerò per il regalo e la festa” Ribattè Olivia.
“Vogliamo andare?” Suggerii indicando il preside. Con un megafono in mano urlava a quelli del primo di restare fuori, mentre tutti gli altri dovevano subito andare a lezione.
“A ricreazione raggiungici sul terrazzo.” Informò Olivia sorridendo ad Hannah “Voglio sapere in che sezione sei.”
“Già.” Commentai. “Cerca la scala sul lato sinistro della scuola, salendola sarai nel terrazzo.”
“Ma non c'è una scala nel lato sinistro della scuola.” Sussurrò Jasmine mentre Hannah trotterellava raggiungendo i suoi coetanei.
“Appunto.” Ghignai, e la ragazza si unì a me, mentre Olivia scuoteva il capo.
Non avevo mai capito il suo affetto per mia sorella, sarà forse dovuto dal fatto che era figlia unica?
La prima ora era di scienze naturali. Olivia si sedette al solito posto in prima fila, mentre io e Jasmine ci accomodammo nell'ultimo tavolo in fondo, ingannando il tempo giocherellando con il microscopio e le boccette per le analisi che avrebbero usato quelli del quarto anno.
“Come sono andate le vacanze?” Domandai alla mia compagna di laboratorio mentre lei sorrideva orribilmente al professore.
“Bene.” Mi rispose. “Ho conosciuto un ragazzo carino.”
“Ancora?” Mi scandalizzai. “Jasmine, è ora che metti la testa a posto!” Ma nel dirlo sghignazzavo.
“Che ci vuoi fare?” Rispose lei sognante. “Quando un ragazzo è carino, non so resistere.”
“Signorina Brown!” Urlò funereo il prof, staccando il gessetto dalla lavagna e girandosi in modo da osservarci trucemente. “Ha qualcosa da condividere con il resto della classe?” Gli studenti davanti a noi si girarono di scatto con un raschiare di sedie.
“No signore.” Rispose meccanicamente Jasmine
“E lei, signorina Anderson?” Mi interpellò l'insegnate
“No signore.” Ripetei cordialmente.
“Bene allora saprete di certo dirci quali sono le differenze che distinguono una cellula animale da quella vegetale.”
Seguì un silenzio di tomba.
“Come immaginavo.” Commentò annuendo con aria saggia. “Cominciamo male l'anno scolastico, vero? Devo forse avvertire le vostre famiglie?”
“No,no,no.” Si affrettò a dire Jasmine “Staremo molto attente.” Mi lanciò un occhiata.
“Sicuro.” Assicurai con un gran sorriso.
L'uomo tossicchiò e voltandosi nuovamente alla lavagna ricominciò a borbottare di un discorso che chiaramente nessuno ascoltava.


Una volta suonata la campanella io e Jasmine ci fiondammo nel corridoio, con Olivia che borbottava alle nostre spalle. L'atrio era affollato da studenti che, urlando e ridendo, sciamava in tutte le direzioni.
“Siamo alla prima ora del primo giorno, e voi vi fate richiamare?”
“Oh, non farla tanto tragica Olivia.”
“Medlain, non sono tragica, sono realista! Se andate avanti così la vostra media di voti ne risentirà!”
Mi fermai di colpo girandomi e guardandola divertita; Jasmine mi imitò.
“Che c'è?!” Si stupì la rossa.
“Beh, amica mia...” Sospirò Jasmine sorridendo. Le mise un braccio attorno al collo. “Ed è qui che entri in gioco tu: nelle verifiche ci darai una mano.”
La ragazza si scandalizzò e sciolse l'abbraccio della compagna. “Non ci penso nemmeno!”
Le sorrisi mesta. “E dai Olivia, fallo per noi”, ed io e la mora esibimmo degli sguardi da cuccioli abbandonati.
“Smettetela!” Sbottò la rossa stringendosi al petto il libro di matematica. “Tanto non mi convincerete.”
“Ma l'anno scorso ci aiutavi!” Mi scandalizzai abbandonando lo sguardo di supplica.
“Già, e quest'anno non farò lo stesso errore!” Detto questo ci oltrepassò e con sguardo deciso si diresse all'aula di matematica.

“Quindi se teniamo conto che ipsilon...”
“Olivia, dai, ti prego!” Ritentai, non badando il professore che scriveva frenetico alla lavagna; io e Jasmine ci eravamo sedute ai lati della rossa, in modo da incastrarla e costringerla ad ascoltarci.
Olivia mi ignorò e continuò a prendere appunti.
“Olivia? Mi ascolti?” Sbottai in un sussurro
“E' inutile che fingi di non ascoltarci!” Subentrò Jasmine dall'altro lato.
Improvvisamente la porta dell'aula accanto alla cattedra si aprì di colpo; il professore si interruppe guardando incuriosito il nuovo arrivato.
“Professore!” Urlò la bidella entrando come una furia nell'aula, strattonando per il giubbotto in pelle un ragazzo dai capelli bruni sparati in tutte le direzioni. “E' suo questo studente?” Continuò gridando la donna, buttando il ragazzo addosso alla cattedra.
La classe esplose in sussurri discutendo con i compagni vicini.
“SILENZIO!” La classe si ammutolì grazie all'urlo del professore
“Come ti chiami?” Disse al giovane, che con uno strattone si liberò dalla bidella; si raddrizzò e guardò strafottente il professore con i suoi occhi di un verde smeraldo.
“Logan.” Sbuffò
“Cognome?” Domandò burbero il prof esaminando l'elenco dei nomi sul registro.
“Turner.” Rispose svogliato, con una smorfia e mettendosi le mani nelle tasche dei jeans
“Turner...Turner...” Ripetè il prof spulciando i nomi. “Eccoti qui.” Disse infine battendo l'indice sul foglio. “Sei in ritardo di un ora e quindici minuti!”
“Professore” Intervenne sconvolta la paffuta bidella. “L'ho sorpreso qui fuori mentre cercava di rubare un auto!”
“Cosa?” Si stupì l'uomo, e i borbottii nella classe ricominciarono.
Sentii Jasmine discutere con Olivia, ma io non distoglievo l'attenzione dal ragazzo; un nuovo ragazzo in classe, per giunta ladro, era un piacevole cambiamento contro la monotonia.
“Ma no!” Ribattè il ragazzo. “L'auto era mia!”
“E allora perchè stavi cercando di aprire la portiera forzandola?” Inveì la bidella; il prof era allibito e noi studenti facevano saettare lo sguardo muovendo la testa da una parte e l'altra come se seguissimo una partita a ping-pong.
“Avevo lasciato le chiavi dentro.” Rispose con tono arrogante il giovane.
“Sarà meglio andare dal preside!” Esclamò il professore aprendo la porta dell'aula facendo cenno alla donna e al ragazzo di uscire.
Quando la porta si richiuse alle loro spalle, le discussioni si riaccesero.
“Ma chi era?” Domandò Olivia allibita.
“Che carino!” Commentò Jasmine.
“Ed è pure un ladro!” Mi eccitai. “Almeno oggi non ci annoieremo!”
“Credete che verrà la polizia?” Si spaventò la rossa.
“Fico!” Sorrise Jasmine “Ti immagini? Gli metteranno le manette e tutti dalle finestre faranno video con i cellulari!”
“Non è fico, Jasmine!” Si scaldò Olivia “Siamo davanti ad un reato!”


Ma a ricreazione si scoprì che nessun sospetto della bidella era fondato; una telefonata alla polizia da parte del preside era bastato per venire a sapere che l'auto in questione era veramente di proprietà del ragazzo.
La notizia comunque non impedì ai pettegoli di fare il loro lavoro e nel terrazzo dell'edificio non si parlava d'altro.
“Chissà se dopo ricreazione tornerà in classe", fantasticò Jasmine sporgendosi dal bordo del terrazzo e osservando il parcheggio sottostante come se il nuovo arrivato si riuscisse a distinguere tra la moltitudine di studenti, che da quell'altezza assomigliavano a formichine.
“Ne dubito” Riflettè Olivia. “Dev'essersi offeso.”
“E poi...” Sorrise Jasmine appoggiandosi al muretto che delimitava il cornicione “Ha la macchina, quindi deve avere diciotto anni.”
“Jasmine, non ti pare che sia troppo vecchio per te?” Domandai dubbiosa.
“Oh, andiamo Medlain, non mi dire che l'età ora è un problema!”
“Beh, ha tre anni più di noi dopotutto, o magari anche di più, chi ti dice che sia diciottenne?”
“MEDLAIN!!” Urlò qualcuno con voce stridula; gli studenti che ci circondavano chiacchierando si voltarono tutti verso la porta che portava alle scale: una ragazzina dai capelli neri e occhi azzurri nascosti dagli occhiali da vista, ansimava e mi scrutava furibonda.
“Non esiste nessuna scala sul lato sinistro della scuola!” Strillò; io e Jasmine esplodemmo in risate sguaiate, e la folla ricominciò a parlare tra loro.
“Scherzetto” Sghignazzai. “Oh, andiamo sorella, non te la sarai presa vero? Sei una matricola, ti devi abituare agli scherzi.”
La ragazzina ci raggiunse a passo di marcia “Giuro che questa me la paghi!” Sbottò serrando i pugni. Io risi ancora più forte “Povera piccola”, la presi in giro.
“Hannah, in che sezione sei?” Intervenne Olivia prima che la faccenda degenerasse.
“Prima D” Soffiò non distogliendo lo sguardo infuriato da me.
“Oh, bene.” Cinguettò la rossa. “Un giorno ti veniamo a trovare.”
“Sarebbe bello.” Rispose seccamente.
“Medlain.” Mi chiamò Jasmine. “Mi è venuta voglia di...un tè.” S'inventò al momento.
“Certo.” Risposi ridendo ancora, e la seguì giù per le scale; una volta nell'atrio afferramo i nostri pacchetti di sigarette ed uscimmo nel parcheggio.
“Mi sarà più difficile fumare con mia sorella in giro”commentai portandomi la cicca in bocca.
“Uno dei svantaggi ad avere una sorella spiona”commentò la mia amica mentre ci sedavamo su un muretto ed osservavamo i passanti.
“Chissà qual'è la sua macchina”sussurrò
“Ancora? Ma sei fissata!” sbottai soffiando una nuvoletta di fumo
“Beh, se è carino...”rispose lei maliziosa.

Ma il ragazzo durante il resto della giornata non si fece più vedere, con il disappunto del preside che chiedeva ad ogni ora se il ragazzo si era fatto vivo.
Il ritorno a casa in autobus fu come al solito soffocante ed irritante, mia sorella era riuscita a trovare un posto grazie ad una sua nuova amica che si era fatta tenere dei posti liberi da conoscenti, così mentre io ero sballottata destra e sinistra, lei sghignazzava perfidamente.
“Come è andata ragazze?”ci accolse mamma mentre trafficava ai fornelli
“Benissimo”sbuffai scaraventando lo zaino dietro all'ingresso.
“Mamma sono in prima D!”riferì solare Hannah
“Magnifico, i libri di quella sezione sono gli stessi di quelli della sezione di Medlain, te li può dare lei i libri dello scorso anno, visto che non li usa più”
“Te li puoi anche prendere tutti”borbottai sedendomi a tavola
“Papà quando torna?”domandò Hannah sedendosi al suo posto a capo tavola, sul lato opposto a dove si sedeva mio padre.
“Tra poco”rispose la donna servendole il pranzo
“Ti sei divertita?”le domandò mia madre
“Si, mi sono fatta tanti amici”rispose mia sorella
“E tu Medlain?”mi domandò la donna
“Una favola”commentai svogliatamente.
Da mia madre avevo ereditato solo la tonalità degli occhi, mentre il colore della pelle e i capelli scuri e lisci li aveva ereditati Hannah, da mio padre avevo preso i capelli chiari e la pelle diafana e sensibile, i suoi occhi gli aveva ereditati mia sorella, e con mia grande soddisfazione, aveva ereditato anche lo stesso problema alla vita, visto che sia lei che mio padre portavano gli occhiali.
“Meteor!”trillò Hannah accarezzando un enorme cagnone che era sbucato dal salotto accanto la cucina, ovviamente lo aveva voluto lei, non le bastava con barboncino, no, lei voleva un pastore tedesco! E chi doveva lavarlo e portarlo a spasso? Io!
Il cagnone abbaiò ansimando con la sua lunga lingua rosa, mi guardò con i suoi occhietti neri.
“Che vuoi?”sbottai burbera
“Deve aver fame”constatò mia madre, aprì la credenza ed estrasse un enorme sacco di cronccantini che ne riversò in una ciotola azzurra.
“E' abituato fin troppo bene quel cane!”borbottai
“Ah, Medlain”sospirò mamma mettendosi a tavola “Sei tale e quale a tuo padre”
“Beh, almeno io e lui abbiamo avuto buon senso quando abbiamo detto che non c'era nessun bisogno di comprare un cane di questa stazza!”sbottai indicando il bestione che mangiava avidamente.
“Buongiorno famiglia!”salutò papà sbucando dalla porta d'ingresso, incespicò sul mio zaino e tuonò “MEDLAIN, MALEDIZIONE QUANTE VOLTE TI DEVO DIRE DI NON LASCIARE IN GIRO LE TUE COSE!?”
Sbiancai di colpo “Ops”


“Meteor”sibilai agganciando il guinzaglio al collare del pastore tedesco “Cerchiamo di non fare come l'ultima volta. Tu non piaci a me e io non piaccio a te, ma riusciremo comunque ad instaurare una tregua!”iniziai scrutandolo “Appena andiamo fuori non devi correre, altrimenti poi mi toccherà rincorrerti per interi isolati, e sono stanca di ripetere la scenetta ogni santo giorno! Se questa volta mi scappi ti chiudo fuori casa! Capito?”
Lui abbaiò una volta, ma questo non mi rincuorò, quel cane era troppo furbo per i miei gusti.
“Ciao!”salutai freddamente aprendo la porta d'ingresso, papà leggeva il giornale sul divano, mamma stirava nella stanzetta in fondo al corridoio e Hannah faceva i compiti sul tavolo in cucina.
“Cerca di non stancarlo troppo questa volta!”si lamentò mia sorella “Ogni giorno lo riporti a casa sfinito!”
“Se non mi scappasse ogni giorno, non sarebbe così stanco!” e senza aspettare una risposta le chiusi la porta in faccia.
Quel pomeriggio si presentava soleggiato e ventoso, mi chiusi la giacca con la zip e cominciai a camminare, lasciandomi strattonare dal cane.
Ormai non tentavo nemmeno di combatterlo, lui voleva andare al parco e non c'era verso di farlo andare da qualche altra pate.
Il parco dell'isolato, non era molto lontano, c'erano giostrine per bimbi, fontanelle da cui bere, panchine, alberi e sentieri per gli amanti del treking. Un bel posto quindi, ma con l'arrivo dell'inverno sempre meno famiglie lo frequentavano, e con l'inizio della scuola anche i ragazzi non ci andavano più, perciò mi sorpresi quando sentì delle risate sguaiate e tonfi, come se qualcuno cadesse sull'erba.
Svoltai l'angolo seguendo le volontà di Meteor e vidi che nell'erba tagliata di fresco c'erano tre ragazzi, in canottiera e jeans strappati che lottavano buttandosi a terra, spintonandosi e tirandosi per le canottiere tra risate ed urli rauchi, accanto ad una panchina vidi le loro scarpe.
Una brezza frizzante ci investì proveniente da loro e Meteor cominciò ad ringhiare sbavando e gonfiando il pelo.
La cosa mi spaventò, quel cane era stato sempre buono, ma ora se mi fosse sfuggito avrebbe addirittura sbranato i ragazzi.
Mentre il canne emetteva suoni simili a ruggiti mostrando i denti rabbioso, io feci forza sul collare e cercai di arretrare, ma il cane con strattoni micidiali si avvicinava sempre più ai tre ragazzi.
Loro si rialzarono dall'erba ed osservarono seri il cane, comprensibile. Erano preoccupati di essere sbranati, uno di loro lo riconobbi subito, era il nuovo arrivato nella nostra classe, lui e i suoi amici fecero saettare lo sguardo da me al cane.
“Meteor, basta! A cuccia!”ansimai facendo forza sui piedi cercando di fermarlo “Meteor!”orlai, ma il cane non ascoltava ringhiava e avanzava accucciato, in posizione d'attacco.
“Signorina, se non vuole essere morsa, lasci il cane”mi avvertì un ragazzo dai ricci neri e dalla canottiera dello stesso colore.
“Cosa? Ma attaccherà!”dissi spaventata
“Logan, ci pensi tu?”domandò il riccio al ragazzo dagli occhi verdi
Lui mi guardò con sguardo serio “Lascialo”ordinò perentorio
“Ma siete pazzi?”urlai cercando di trattenere l'animale che avanzava incombente
“Lascialo! Subito!”ordinò con più vigore, il cane appena sentì quell'ordine scattò e io persi la presa sul guinzaglio, urlai mentre i cane correva verso i tre, che non si mossero.
Solo Logan avanzò guardando il cane con sguardo infuriato.
Ed....incredibile....ciò che vidi non me lo scordai mai.
Il cane si fermò di colpo, osservò il ragazzo e uggiolando si appiatti sull'erba in segno di sottomissione.
Il ragazzo si avvicinò e il cane guaì ancora più forte dalla paura, ma il giovane gli prese il collare ed ad un piccolo strattone il cane balzò in piedi a testa bassa e orecchie schiacciate.
Il ragazzo mi porse il guinzaglio con un mezzo sorriso “Come hai detto che si chiama?”
“Medlain”risposi completamente ipnotizzata dai suoi occhi, i ragazzi dietro a lui sghignazzarono, e il giovane ghignò
“Non tu, intendevo il cane”
Io diventai rossa dall'imbarazzo “Oh...Me-Meteor”balbettai non riuscendo più a sostenere il suo sguardo, come se mi abbagliasse, cercavo di guardare dappertutto al di fuori di lui.
Il ragazzo sorrise ed accarezzò il cane che uggiolando si era nascosto dietro a me, tremava dalla paura.
“Comunque bel nome”disse osservandomi
“Oh, beh si, è un nome strano”risposi incerta, i ragazzi dietro a Logan risero nuovamente e lui sghignazzò “No, ora mi riferivo al tuo nome”
“Oh”dissi con il viso in fiamme, dannazione Medlain concentrati! “G-grazie”balbettai “C-come hai fatto ha calmarlo?”domandai tenendo lo sguardo basso sul cane.
“Basta fargli capire chi comanda”rispose lui serio.
“Logan muoviti, mi devi una rivincita!”chiamò il terzo ragazzo dietro a lui, costui aveva capelli castani dai riflessi rossi, il riccio gli tirò una spallata e ridendo ripresero a lottare.
“Ci vediamo!”mi salutò il ragazzo e voltandosi si tuffò nella lotta.
“C-ci vediamo”sussurrai in fil di voce, ero veramente confusa.
Ma che diavolo era successo, uno sguardo minaccioso del ragazzo era bastato al cane per spaventarsi.
Non avevo mai visto nulla del genere!
Ritornai all'entrate del parco, mentre Meteor zampettava docile e remissivo, era visibilmente spaventato.
“Meteor”lo chiamai, lui continuò a camminare sconsolato “Ma che ti ha fatto quel ragazzo?”


Come vi sembra come inizio?
Spero di aver iniziato una bella storia.
Fatemi sapere, lasciate un commentino o una critica.
Kiss! michela4ever

 
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VOTO: (82 voti, 113 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 113 commenti
Rif.Capitolo: 18
princemanu93
13/05/11 15:08
oddiooooo è meraiglioso questo capitolo e sn curiosa di sapere chi è in realta il nuovo ragazzo complimenti!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 18
martycullen - Voto:
15/11/09 16:54
belliximo qst cap!!!!
sn curiosa di sapere k è qst ragazzo !! continua
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 15
martycullen
15/11/09 15:36
bellissimo!!! nn ti preoccupare x la lungezza.cmq credo che in qst cap hanno sbagliato tti e due e ke nessuno di entrambi sanno poco. continua così!!! kiss kiss
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Rif.Capitolo: 12
martycullen
11/11/09 23:00
bellissimo e hai proprio ragione con qsta descrizione lo rende + affascinante...
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 12
martycullen - Voto:
11/11/09 22:39
adessso sn arrivata qsto cap ma cmq fino ad adesso mi sn piaciuti molto. continua così. kiss martycullen
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
martycullen - Voto:
09/11/09 16:44
molto carino!!! misterioso il ragazzo nel modo in cui a calmato il cane. cmq molto bello continua così!!!wow!!
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Rif.Capitolo: 18
laguerriera - Voto:
25/10/09 18:46
wow che capitolo!!!! chissà chi sarà questo misterioso ragazzo... sono troppo curiosa non vedo l'ora che continui, un bacio ciao!!
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Rif.Capitolo: 18
-midnight- - Voto:
22/10/09 20:45
Capitolo stupendo... Sono curiosa...
Continua ti prego ^-^
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 18
princemanu93
21/10/09 20:31
belliximo capitolo!!!!!!
ma io ancora nn so capito ki è questo nuovo personaggio così misterioso!! continua
kiss kiss
D'accordo con il commento: 1 si - 0 no, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 18
2309 - Voto:
20/10/09 23:12
è meraviglioso!!!!!!!!!!!
sn curiosa di sapere come andrà a finire....
ciao
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

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