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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: KISS ME LOVE ME BITE ME
Genere: Sentimentale, Romantico, Fantasy, Soprannaturale, Dark
Rating: Per Tutte le età
Autore: ronnie90 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/06/2009 22:20:17 (ultimo inserimento: 11/07/09)

Due famiglie rivali. Un amore proibito. Nella Dublino contemporanea una ragazza e un vampiro si incontrano. Un bacio un amore un morso.
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Questo è il primo capitolo di una storia che ho iniziato a scrivere pochi mesi fa con l'intento di narrare una vera storia d'amore tra i vampiri - non mi piace Twilight -, ma maledizione! Maledetti personaggi! Hanno fatto di testa loro e mi sono ritrovata con una mielosa storia simile a Twilight. Mah! Se a voi piace una storia del genere siete accontentati. Tuttavia la cosa che interessa a me, oltre la trama terribile, è avere dei consigli costruttivi da utilizzare per il futuro.
Ed ora vi lascio alla lettura...


Prima Parte
Kiss Me


Riempimi di baci
Baci di fuoco
Di passione, amore, gioia

Baciami la bocca
Baciami le gote rosse
Le ciglia di seta e i morbidi seni.

Baciami tutta,
baciami l’anima.
Riempimi di baci.

Continuamente,
voracemente,
dolcemente.

La gioia immensa che mi doni
Non è paragonabile al Paradiso.


CAPITOLO 1


La pioggia cadeva sulla città da giorni e non accennava a placarsi. Il vento freddo del nord sferzava Dublino con violenza, sbatacchiando le fronde degli alberi e le persone imbacuccate negli impermeabili che sfidavano il tempo malsano per andare a lavorare, a scuola o semplicemente per prendere un po’ d’aria.
Le acque sporche del Liffey si erano ingrossate e tentavano di uscire dal proprio letto per inondare le strade. Il Phoenix Park era impraticabile, un mare di fanghiglia scura.
La gente di Dublino non faceva caso al tempaccio: solo una volta su cinque si poteva ammirare il sole. Per il resto dei giorni sempre pioggia e vento, o nuvolo e vento, o sole e vento. Il vento era sempre una costante a cui ci si faceva l’abitudine.
Róis osservava il paesaggio uggioso, la testa appoggiata al vetro della finestra picchiettato dalla pioggia e le pareva che quel tempo grigio e malinconico esprimesse a pieno il suo umore quel pomeriggio.
Quella mattina aveva rotto per l’ennesima volta con il suo ragazzo, Peadar. Tuttavia non era triste per la rottura, ma piuttosto per cosa sarebbe successo a cena quella sera. Suo padre, che sicuramente era già venuto a sapere dal padre di lui che la loro storia era finita, si sarebbe infuriato mica poco.
‘Come hai potuto mollare quel bravo ragazzo di Peadar?’, avrebbe certamente detto. ‘È un così bel partito. La famiglia Eoan è molto ricca’. Ormai i suoi discorsi li sapeva a memoria. Le sembrava di vivere in un’altra epoca, non nel XXI secolo: suo padre sembrava ossessionato a farla sposare con chi voleva lui per i soldi o la buona famiglia, ma non si interessava affatto a ciò che provava lei.
Cavolo, aveva solo diciassette anni! E con un sospiro corresse il suo pensiero. Domani avrò solo diciotto anni! Non pensava mica a sposarsi così giovane. E sicuramente non con Peadar che non aveva mai amato. Era così villano e pesante.
Con un sospiro più lungo pensò ai padri delle sue amiche. Perché non aveva un padre normale, geloso della figlia che esce con i ragazzi, che magari la sgrida se la vede abbracciata a un maschio, che desidera che la sua bimba restasse tale per sempre. Certo quando avrebbe trovato l’uomo giusto sarebbe stato un problema, ma sempre meglio di un padre che sembra voglia buttare fuori di casa la figlia più presto possibile. E poi ora che diventava maggiorenne…
Aprì la porta-finestra e uscì fuori sul balconcino per sentire le gocce fredde sul viso. Adorava la pioggia sebbene rendesse un po’ tristi. Se ne stette vari minuti a rimuginare sotto la pioggerella che si era attenuata, mangiucchiandosi le unghie. Poi rientrò.
Si allontanò dalla finestra e si sistemò davanti alla scrivania ingombra di libri e fogli di carta e prese a fare i compiti sperando di distrarsi dai suoi pensieri.
Aveva sempre fatto così. Per scappare da una preoccupazione, un pensiero opprimente doveva tenere occupata la mente, mettersi a fare qualcosa perché se si fosse soffermata sulle sue elucubrazioni sarebbe stata la fine.
Finiti i compiti afferrò il libro che teneva sul comodino vicino al letto, “Giulietta e Romeo”, e prese a leggere. Perché la sua vita non poteva essere come quella di Giulietta? Morire per amore. Al momento le sembrava la cosa più romantica al mondo.
In un certo senso la sua vita stava prendendo quella piega. Anche la sua famiglia, i Conán, avevano un rivale. E se tra loro ci fosse il suo Romeo?
Tic tac, tic tac… L’orologio ticchettava mansueto sul muro, e ogni secondo avvicinava l’ora di cena.
Qualcuno bussò piano alla porta. «Róis è pronto da mangiare», annunciò la voce bassa della madre.
«Ora scendo, mamma», rispose sospirando, posando il libro e alzandosi a fatica sentendo come un peso nello stomaco, un masso che l’appesantiva e l’opprimeva.
Uscì da camera sua e nel corridoio si imbatté nel fratello maggiore Desmond, un vero peso al piede. Era tra i ragazzi più carini della scuola e il più famoso. Alto e con un fisico muscoloso giocava nella squadra di basket e calcio della scuola. I suoi capelli bruni erano lunghi e un ciuffo ribelle gli andava a coprire sempre gli occhi verdi che secondo lui lo rendevano più misterioso e che spesso provava a spostare con scarsi risultati e non ci provava nemmeno davvero a toglierselo dagli occhi. In oltre era impertinente e amava stuzzicare le persone. Preda preferita: lei.
«Papà è tornato da lavoro arrabbiato», cominciò. «E non credo a lavoro sia successo qualcosa. Un uccellino però mi ha riferito che tu e Peadar vi siete lasciati e che a mollarlo sei stata tu».
«Taci, Desmond», sibilai, «non mi serve il tuo aiuto per farmi sentire più nervosa».
Desmond ridacchiò.
«Sei proprio stupida, Roz».
«E tu sei un imbecille, Des».
In soggiorno il padre se ne stava a leggere il giornale, braccia e corpo irrigidito segno che era davvero molto irritato. Abbassò il quotidiano e la squadrò mentre si accomodava al tavolo assieme a Desmond; la madre gli disse: «Deasún vieni a tavola».
Lui si alzò sempre rigido, lo sguardo indurito. Si accomodò a capotavola e si ostinava a guardarla ancora con rabbia mentre la madre serviva un piatto di Fish Pie a tutti.
«Allora», disse con voce tonante, «ci sono state novità?», chiese fissandola mentre metteva in bocca un pezzo del pasticcio.
«Lo sai cosa è successo, è inutile che te lo ridica io», replicò Róis più calma possibile addentando anche lei un pezzo del pasticcio.
«Perché?», disse tenendo talmente stretto il manico della forchetta che sue nocche erano sbiancate.
«Non mi piace più, ecco».
«Perché?», ripeté e anche se il suo sguardo era ancora indurito dalla rabbia, a momenti avrei sospettato che si fosse messo a piangere.
Sembrava un bimbo a cui era stato tolto il giocatolo e si chiedeva perché gliela avessero portato via.
«Papà, non c’è una spiegazione precisa sul perché si smette d’amare una persona. Si smette e basta».
«Ma era un così bravo ragazzo, di ottima famiglia», ribatté riprendendo la sua tenacia.
«Tu lo credi», borbottò Róis giocherellando con un pezzo della crosta di patate.
«Deve essere stata una sciocchezza», disse più a se stesso come se stesse pensando ad alta voce. «Dopo vai a dormire e vedrai che domani mattina ti renderai conto di quello che hai fatto e gli andrai a chiedere scusa. Così tutto si metterà a posto».
Non l’ho disse come se fosse arrabbiato. Invece, era placido e ci credeva veramente alle sue parole. Proprio non capiva. Róis vide la madre con la coda dell’occhio alzare gli occhi al cielo. Ma nessun altro se ne accorse.
«Papà ma ti rendi conto che stai dicendo delle stupidate?»
Forse Róis avrebbe dovuto stare zitta e finire in silenzio il suo pezzo di Fish Pie.
Deasún divenne rosso di rabbia. «Stupidate? Tu stai dicendo stupidate! Non ti rendi conti di aver fatto una cazzata? Cosa vuoi sposarti un Muadhán?»
Róis Róis non replicò ad alta voce, ma pensò: ‘Sicuramente un Muadhán è meglio di cento Peadar’.
« Deasún …», disse fievole la madre.
«Domani ti ho organizzato una festa meravigliosa per i tuoi diciotto anni, che io alla tu età neanche me la sognavo, e tu mi ringrazi così?»
Il padre riprese mangiare, ma ormai la tranquillità si era rotta e finirono tutti di mangiare in un silenzio tombale, pesante e fastidioso. Róis aiutò la madre a sparecchiare mentre Desmond andava a chattare con la sua ragazza e papà a guardare il telegiornale in camera da letto.
«Non pensare a tuo padre», le disse la madre a bassa voce. «Non capisce e ossessionato dall’onore, soldi e il buon nome».
La ragazza sospirò. Quante volte aveva sospirato quel giorno?
«Già, non capisce affatto. Io non voglio Peadar. Al suo posto scapperei con un Muadhán ».
La donna le sorrise stancamente.
«Non esagerare».
«Mica li odi anche tu, i Muadhán? Non ci hanno fatto nulla di male».
«Beh, qualcosa sì, ma tanti anni fa. In effetti tutta questa rivalità è inutile e stupida. Però lo uccideresti tuo padre se scapperesti con un Muadhán ».
«Così imparerebbe a lasciarmi stare», sbottò Róis piegando la tovaglia e riponendola in un cassetto.
La madre le scompigliò i capelli rossi.
«Non dire così. Va in camera tua a riposarti, Róis. Ci penso io qui».
«’Notte, ma’».
«’Notte, Roz».
Si scambiarono i baci della buonanotte; poi, Róis percorse le scale fino in camera sua dove si chiuse dentro. Dopo pochi secondi era buttata sul letto a guardare una chiazza di umidità sul soffitto, rimuginando ancora sulla sua ingarbugliata vita.
La pioggia aveva smesso di cadere, tuttavia, in compenso, il vento era aumentato di forza. Lo si sentiva ululare tra i rami degli alberi.
E così tutta vestita, la mente ronzante, si addormentò.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
Rif.Capitolo: 1
princemanu93
02/07/09 14:48
quando aggiungerai latri capitoli? ti prego rispondimi cmq RONNIE bel capitoli!!!
i miei complimenti, ma scrivi al più presto mi raccomando!!!!!! 1 grande bacione dalla tua fan... ^^
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ronnie90 30/06/09 18:25
Comunque grazie tante anche per i complimenti!
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Rif.Capitolo: 1
ronnie90
30/06/09 18:24
Più avanti scoprirai cosa c'entra Lucas con i Conan...non volevo mica svelare tutto subito!
Ciao!!
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Rif.Capitolo: 2
princemanu93
30/06/09 17:32
bello!!!!!!!! continua a scrivere al più presto
i miei complimenti lady ronnie
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Rif.Capitolo: 2
bella4 - Voto:
30/06/09 14:50
Oddio questi vampiri sono proprio crudeli, però mi sembra che Lucas sia diverso, che non voglio uccidere gli umani, però mi chiedo che cosa centra lui con i Conan,cmq capitolo bellissimo anche se un po' inquietante, non vedo l'ora di sapere cosa succederà alla festa.
Ciao
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