IL FUGGITIVO
- Capitolo 1° -
Era una bella mattina di inizio primavera, il cielo era terso e senza nuvole e il sole già abbastanza caldo, sebbene l'inverno non fosse ancora così lontano. Il paesaggio era incantevole, la natura selvaggia, i prati stavano per fiorire e l'aria era pervasa da quell'inconfondibile profumo, il profumo della natura che si risveglia dopo il lungo torpore dell'inverno, mentre le cime delle montagne erano ancora candide di neve.
Una figura procedeva solitaria lungo il sentiero e sembrava non accorgersi della bellezza del paesaggio. Il suo sguardo era rivolto al cielo, imperscrutabile, come a voler cogliere qualche cosa che solo lui poteva vedere, mentre i suoi occhi verde-azzurri non lasciavano trasparire nessuna emozione.
Improvvisamente, il silenzio fu rotto dall'inconfondibile richiamo di un falco, che sembrava comparso dal nulla. Il giovane a cavallo lo osservava intensamente mentre descriveva ampi cerchi nel cielo limpido, l'espressione del viso adesso era leggermente più rilassata. Con un sospiro, l'uomo spronò il suo cavallo, nero come la notte, ad un'andatura leggermente più veloce, diretto verso una misteriosa destinazione.
---- ----------- ----
Contemporaneamente, nelle prigioni sotterranee di una fortezza non molto lontano le guardie erano in subbuglio perchè un prigioniero era riuscito ad eludere la strettissima sorveglianza e ad evadere, nessuno riusciva a trovare una spiegazione plausibile su come una cosa così grave avesse potuto accadere. Inoltre tutte le guardie sapevano che se non lo avessero ritrovato la punizione del loro capo, il Principe delle Tenebre, così si faceva chiamare, sarebbe stata molto dura. In effetti, il giovane prigioniero non era ancora fuori dalla fortezza, ma aveva trovato un nascondiglio nei sotterranei, grazie all'aiuto di alcuni suoi misteriosi amici e alleati, e aspettava il momento propizio per sgaiattolare fuori e mettersi in salvo.
"Tra poco tutte le guardie saranno fuori a cercarmi" pensò il giovane, "quindi sarà quello il momento buono per fuggire".
---- ----------- ----
Verso mezzogiorno, il giovane a cavallo decise che era ora di fermarsi per mettere qualche cosa sotto i denti e far riposare l'animale. Scese così da cavallo e, mentre il fedele destriero brucava l'erba nel prato vicino lui prese la sua borsa e tirò fuori del pane e della carne secca, si sedette su una roccia e si preparò a consumare il suo frugale pasto. Il richiamo del falco, questa volta molto più vicino, catturò nuovamente la sua attenzione e con un sorriso l'uomo alzò il suo braccio sinistro, sul quale prontamente l'animale andò a posarsi.
"Buongiorno!" lo salutò lui, sempre sorridendo e accarezzandolo dolcemente sulla testa. Il giovane divise il suo pasto con il falco poi, quando quest'ultimo fu sazio, si rialzò in volo, lanciando il suo inconfondibile richiamo, mentre il suo padrone raccoglieva le sue cose e si apprestava a rimontare a cavallo.
Dopo circa un'ora di viaggio il giovane intravide una locanda e decise di fermarsi per bere un po' d’ acqua e comprare qualche provvista; mentre si avvicinava notò degli strani movimenti vicino ai tavoli all'aperto, c'era un ragazzo pressapoco della sua età, così sembrava, forse un po' più giovane, in difficoltà. Era circondato da alcuni uomini che gli stavano bloccando ogni via di fuga, ma lui sembrava non essersi perso d'animo, con spavalderia e con un sorriso ironico esclamò: "Non mi arrendo tanto facilmente! Vendo cara la mia pelle, io! Se mi volete, dovete prima sconfiggermi!"
"Fossi in te non farei tanto il difficile, Yuki. Noi siamo in quattro, tu sei uno solo. Come pensi di avere la meglio?".
"Te lo faccio vedere subito! Vai, Neos, falli a pezzi!"
Detto questo, come per effetto di un incantesimo dal nulla comparve il suo mostro, pronto a combattere. L'uomo a cavallo intanto osservava la scena, incuriosito. Il giovane era certo in inferiorità numerica, la sua era una battaglia impossibile, uno contro quattro era una follia, ma aveva lo sguardo risoluto di uno che non ha nessuna intenzione di perdere, anche perchè nel suo caso era questione di vita o di morte. Uno dei soldati nel frattempo aveva evocato un mostro che superava di poco Neos in quanto a forza e così il giovane ricevette un contraccolpo che lo fece finire a terra.
Il cavaliere osservava la scena, pensando che il ragazzo aveva coraggio da vendere, anche se aveva agito troppo impulsivamente attaccando senza pensare alle conseguenze. Del resto, la sua situazione era disperata: come poteva davvero pensare di battere da solo quattro avversari?
Il giovane si rialzò, pronto a combattere nuovamente. Con un gesto nervoso della mano di scrollò di dosso la polvere dagli abiti e dai capelli castani. Il cavaliere nel frattempo si era avvicinato pensando che quel giovane gli ispirava simpatia. Non sapeva che cosa lo spingesse a farlo, ma sentiva di dover aiutare quel ragazzo e così decise di intervenire in suo aiuto. Non era certo alla ricerca di guai, di quelli ne aveva già abbastanza per i fatti suoi, però... però era più forte di lui, sentiva che doveva farlo. Smontò da cavallo, attivando il suo dueling disk e senza perdere tempo si frappose tra il ragazzo bruno e gli uomini che lo circondavano.
"E tu chi saresti? Che cosa vuoi?" disse uno di loro.
"Non è leale battersi in quattro contro uno" rispose lui.
"Non ti immischiare in faccende che non ti riguardano!"
Mentre l'uomo parlava, il cavaliere lo osservò. Erano sicuramente soldati dell'oscurità, indossavano una pesante armatura nera e un elmo, anch'esso nero, che ricopriva loro quasi interamente il volto. Se erano soldati dell'oscurità erano suoi nemici, pensò l'uomo e questo, da solo, era già un motivo valido per battersi.
"Invece da questo momento è una faccenda che riguarda anche me visto che anch'io prenderò parte al duello!"
Per la prima volta, il ragazzo bruno parlò: "Guarda che questi non scherzano! Questi...".
"Neppure io scherzo! Ho deciso di darti una mano... che dici, ci stai a duellare insieme a me? Facciamo vedere a questi tipacci di che cosa siamo capaci!"
Il cavaliere sperò di non doversi pentire di quelle parole, non sapeva neanche su quali mostri l'altro potesse contare... a parte quello che aveva visto finora. Beh, pensò poi, ad ogni modo lui poteva contare su un deck eccezionale e i suoi mostri, i suoi amici, non lo avrebbero di certo tradito.
"Con piacere!" esclamò il bruno, sorridendo, poi passò ad evocare due mostri, Sparkman ed Avion, mentre il cavaliere procedeva ad evocare i suoi mostri. Il bruno rimase senza fiato per la sorpresa: davanti a lui c'erano le leggendarie Bestie Cristallo! Erano mostri di cui aveva sentito parlare tante volte, ma non aveva mai visto con i suoi occhi. A dire il vero, erano poche le persone che potevano vantarsi di aver visto questi mostri leggendari da vicino e lui... lui aveva l'onore non solo di vederle da vicino, ma anche di combattere insieme a loro!
"Ehi, è fantastico!" esclamò. "Dunque sei tu... ho sentito parlare di te e delle tue Bestie Cristallo!"
"Dopo se vuoi te le presento! Ma adesso... andate, Topaz Tiger, Sapphire Pegasus, attaccate!"
"Sparkman, Neos, all'attacco!"
In breve tempo i due ragazzi ebbero la meglio sui cavalieri dell'oscurità. Due rimasero a terra, apparentemente senza vita, gli altri due, seppur feriti, riuscirono a fuggire.
"Ho paura che ti sia cacciato nei guai aiutando me" disse il ragazzo bruno, quando la tempesta si fu placata. "Adesso daranno la caccia anche a te!".
"Non ti preoccupare per questo" rispose. In effetti, i cavalieri dell'oscurità erano la minore delle sue preoccupazioni. Sapeva che con i suoi mostri poteva benissimo tenere testa a qualsiasi attacco, era per qualcos'altro che si stava preoccupando... prima o poi avrebbe affrontato il loro capo e quella sarebbe stata un'impresa molto ardua, se non impossibile.
"Piuttosto, si può sapere perchè ti danno la caccia?"
Il bruno fece una smorfia. "E' una lunga storia... mi accusano per qualcosa che non ho commesso...sono riuscito a fuggire dalla fortezza, dalle prigioni e sto cercando un luogo sicuro dove rifugiarmi fino a che le acque non si saranno calmate”.
“Dalle prigioni? Sei un fuggiasco dunque?
"Esattamente.. ma perchè fai quella faccia?"
Il cavaliere pensò per un attimo che cosa poteva dirgli. Se era riuscito a fuggire da quella fortezza probabilmente conosceva dei passaggi segreti o sotterranei, quindi poteva essergli utile... ma se gli avesse rivelato queste cose adesso, probabilmente sarebbe fuggito a gambe levate.
"Comunque grazie per avermi dato una mano! E' stata una fortuna incontrarti! A proposito, anche se ho sentito parlare di te e delle tue Bestie Cristallo, non so il tuo nome...".
Il cavaliere sorrise. "Mi chiamo Andersen. Johan Andersen. Ma per gli amici sono semplicemente Jesse", disse, tendendo la mano all'altro giovane.
"E' davvero un piacere fare la tua conoscenza! Jaden Yuki" disse il giovane, stringendogli calorosamente la mano.
Poi, girandosi verso la locanda dove nel frattempo i pochi avventori si erano radunati di fronte all'entrata attirati dal trambusto di poco prima, disse: "Pensi che possiamo mettere qualcosa sotto i denti? Sto letteralmente morendo di fame!".
"No" rispose Jesse "non adesso. Abbiamo già attirato fin troppo l'attenzione. Ci fermeremo più avanti".
"Vuoi dire che viaggeremo insieme?".
"Non vedo perchè no".
Jaden guardò Jesse. Gli piaceva. Anche se non riusciva a decifrare del tutto il suo sguardo, si vedeva che era sincero e leale. Nei suoi occhi azzurro-verdi si leggeva determinazione e dolcezza al tempo stesso. Aveva lo sguardo di uno che aveva sofferto parecchio... no, la vita forse non era stata facile con lui fino a quel momento.
"Sta bene. Verrò con te... a due condizioni. Mi devi far conoscere le tue Bestie Cristallo e inoltre... inoltre mi devi promettere che ci fermeremo alla prossima locanda, perchè se non mangio qualcosa al più presto potrei anche morire!"
"D'accordo!" disse Jesse, chiamando con un fischio il suo cavallo. Poi montò in groppa e fece cenno a Jaden di salire dietro di lui. Per un attimo aveva pensato di avvalersi dell'aiuto di Sapphire Pegasus, ma aveva scartato subito l'idea in quanto il suo fedele amico aveva appena combattuto e aveva bisogno di rigenerarsi, inoltre lo sforzo materializzarsi costava molto alle Bestie Cristallo in termini di energia e, a meno che non fosse strettamente necessario, preferiva evitare.
Prima di spronare il suo cavallo al galoppo, lo sguardo di Jesse andò verso il cielo, alla ricerca della figura familiare del falco che sempre lo accompagnava e non lo abbandonava mai. Solo quando lo vide volare sopra le loro teste si tranquillizzò e sorrise. "Tieni duro..." pensò, rivolto al falco, ma forse anche a se stesso, poi il cavallo partì al galoppo, lasciando dietro di se solo una nuvola di polvere.
|
|
niglia89 - Voto:
kiss
mewmary
niglia89 - Voto:
kiss
niglia89 - Voto:
niglia89 - Voto:
bacio
robertina85 - Voto:
mewmary
robertina85 - Voto: