CONCRETEZZA. - Capitolo 1° -
La gente non capisce, ha bisogno di vedere. Non può percepire quanto mi faccia male, quanto sia forte il dolore: a volte non riesco nemmeno a respirare, e l’unico modo che conosco per calmarmi è scrivere. Spesso so che dovrei urlare, dovrei gridare così forte per riuscire a farmi sentire veramente, ma importerebbe davvero alla gente? Forse potrebbero capire, o forse si limiterebbero ad annuire. Hanno bisogno di vedere le lacrime, di sentire i singhiozzi, vederti urlare, piangere, gridare, vederti tremare, prendere a pugni il muro, picchiare duro. Sfogare la rabbia, non è più una liberazione personale, ma un modo per trasformare il dolore in gesti, in qualcosa di materiale, solo per farsi capire, per farli pentire. Hai mai pensato al suicidio? Non per liberarti, per non soffrire, per giungere alla pace eterna di Dio, ma per lasciarli inermi davanti a quel gesto estremo, per farli pentire, piangere, disperare, per fare stare male anche loro, perché per un giorno saresti stato considerato, e avrebbero veramente capito. Cattychan |
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