IL RITORNO DEI DECEPTICONS - Capitolo 1° -
Sulla Terra era l'anno 2004. Come al solito, la vita correva quasi monotona nella sua routine quotidiana, stesse situazioni e stesse condizioni di sempre. Anche quella volta -come tutte le altre- vi erano i classici elementi di una giornata tranquilla e movimentata: un autobus che portava una scolaresca. Un operaio che imprecava contro un automobilista. Un vigile che fischiava nell'intenso traffico pomeridiano. Un cane che rincorreva un gatto. Quattro bambini che giocavano nel parco. Gente che affollava le città senza prendersi un attimo di respiro. Tutto era tranquillo e questo perchè, da qualche tempo, si erano stranamente perse le tracce di coloro che solitamente portavano scompiglio: i Decepticons. "Stranamente" perchè, di norma, era una loro cattiva abitudine quella di fare puntualmente ritorno anche dopo le sconfitte, e lo facevano sempre con un nuovo piano sulle spalle, piano che sarebbe naturalmente stato destinato a fallire. O almeno finchè gli Autobots potevano evitarlo. Prima dell'attuale silenzio, i Decepticons avevano avanzato un attacco decisivo presso una piattaforma petrolifera in un lontano paese dell'Est, e questo aveva impiegato un gran numero di forze Autobots per essere debellato sino alla radice. Ma dopo la schiacciante vittoria, proprio gli Autobots non avevano più avuto alcun bisogno di sfoderare le armi e ciò permise loro di passare un lungo periodo di piena tranquillità. Ora sulla terra, in una giornata di sole sulla metà di primavera, Transformers ed amici umani si trovavano nella base, l'Arca, l'antica nave sepolta alle pendici del vulcano sopito, a scambiarsi battute con aria di festa. Spike, Jazz e Bumblebee erano del tutto impegnati a sfidarsi in un gioco di carte, mentre pochi altri assistevano divertiti alla sequela di situazioni che si stavano venendo a creare. Solo Ratchet era indaffarato a calibrare elementi sui dispositivi tecnici e a collegare cavi sui numerosi sistemi installati nella sala.
Ad interrompere il momentaneo silenzio fu Spike, che aveva un'aria del tutto divertita. Buttò un occhio sulle carte di Bumblebee e scosse ironicamente la testa «Non hai molta fortuna in questo giro, Bumblebee!» commentò pescando una carta. Jazz ridacchiò a propria volta «fosse solo questo, Spike! E' almeno la quinta volta che Bumblebee rimane ultimo!» «questi giochi non fanno per me» ribatté l'Autobot giallo con un po' di imbarazzo «almeno ho altre buone qualità!» Le sue furono parole che, come tante volte succedeva, catturarono l'attenzione del lamentoso Brawn, che se ne stava ad assistere imbronciato e con le braccia conserte. Certo, era un Autobot la cui forza non andava messa in discussione, ma quella volta ogni tanto sapeva rendersi decisamente fin troppo presuntuoso «ah sì, e quali sarebbero queste qualità??» domandò schernitore.
Prima che il dibattito si accendesse in maniera poco civile, Optimus Prime avanzò imponendo immediatamente la calma. Quando si trattava di simili questioni, sapeva sempre come comportarsi e come far andare tutti d'accordo. Guardò Bumblebee e Brawn appoggiando le proprie possenti mani sulle loro spalle, prima di interromperli con il consueto tono sicuro ma benevolo che era solito usare «Bumblebee ha grandi qualità e senza di lui, non avremmo potuto risolvere molte delle situazioni in cui i Decepticons ci hanno cacciati. Non lo si può negare, vero Brawn?»
Brawn voltò le spalle e mugugnò qualcosa, mentre Bumblebee ringraziò Optimus Prime ancora leggermente imbarazzato. Tutto d'un tratto però, si fece avanti anche Ratchet, unto di olio scuro sulle mani e con un'aria preoccupata stampata sulla faccia. Un cattivo segno, pensò Optimus Prime: non era da lui in fondo, presentarsi con il muso ad un'allegra rimpatriata. Se c'era odore di "aria di festa", di solito Ratchet era il primo a volervi partecipare con entusiasmo. «Senti, Optimus... » iniziò quasi titubante «a proposito dei Decepticons... non ti pare troppo strano che siano svaniti così nel nulla?» «Ne abbiamo già parlato molto, Ratchet» sospirò Prime «è inutile pensarci, se non possiamo avere delle conferme e delle certezze. Possiamo solo sperare che l'ultimo attacco gli abbia definitivamente portati a demordere. E aspettare l'evolversi dei fatti... »
Seguì un breve silenzio tra i presenti, ma nessuno parve realmente convinto da quelle parole. Spike appoggiò le carte sul tavolo decretando così la propria vittoria, poi con l'agilità da ragazzino che aveva sempre conservato, balzò via dalla sedia rivolgendosi al comandante degli Autobots. «Optimus, non esiste nessun modo per sapere se i Decepticons sono veramente scomparsi dalla terra? Con la tecnologia avanzata di cui disponete, forse si può fare qualcosa. Solo così potremo veramente vivere sereni e metterci il cuore in pace.» Prime ci pensò su, massaggiandosi il mento dubbioso «Non lo so, Spike. Forse dovremmo fare un tentativo.» «E come?» interruppe Jazz «con Teletraan 1. Forse potrà fornirci qualche risposta o qualche buona idea.» «Giusto!» convenne poi Bumblebee «come mai non ci avevamo pensato prima?» «Forse perchè ormai vi siete abituati tutti a dormire sugli allori?» s'intromise Brawn, con aria rimproverante «qui dentro sono l'unico a non smettere di sudare plasma energetico nell'addestramento! Guarda quanto ti si sono allargate le giunture, Bumblebee, a furia di trangugiarti di Energon senza mai fare del moto!»
Questa fu la scintilla che fece traboccare il vaso. Bumblebee non ne poteva più di subire sempre le solite frecciatine, specialmente se partivano da Brawn. Era piccolo e debole, ma quelli non erano sicuramente ottimi motivi perchè i propri compagni dovessero mancargli di rispetto. Si fece avanti e gli rispose a tono, senza alcun timore «Ehi, Brawn! Se cerchi guai ho proprio giusto una gran voglia di scaldarmi i circuiti e smaltire questo "grasso di Energon"!» «sto tremando tutto dalla paura!» schernì l'altro, in atteggiamento volutamente provocatorio.
Sì, si sarebbe meritato una bella lezione per quelle continue mancanze nei propri confronti. Da una parte poteva essere comprensibile, era un guerriero che detestava starsene con le mani in mano, perchè gli prudevano facilmente. Ma ormai stava superando i limiti. E prima che si scatenasse una zuffa, Optimus Prime riuscì nuovamente a scongiurarla intervenendo prontamente. Divise i due già sul punto di a prendersi a pugni, guardandoli severo. «Basta così, tutti e due. Non è il caso di aizzare fuochi per niente. Noi non siamo stati programmati per combattere, quindi non voglio sentire litigi del genere.» «Tu sei troppo morbido, Optimus Prime» fu la risposta di Brawn, che si arrese «comunque gli va bene!»
Dopo quella piccola parentesi il gruppo raggiunse Teletraan 1, con l'intenzione di provare a ricercare un qualche tipo di traccia Decepticon. «Aspettatemi!» esclamò Spike che, rimasto indietro, fece per raggiungerli a propria volta. Stava finendo di sistemare l'ultimo tassello di un castello di carte realizzato durante il breve battibecco tra i due Autobots, quando una violenta scossa tellurica iniziò a far tremare l'intera base, con il pericoloso rischio di risvegliare il vulcano assopito, che boccheggiò e rantolò un po', sbuffando dalla sua immensa bocca. Le carte si sparsero per terra e Spike fu costretto a tenersi chinato sotto il tavolo, dove si aggrappò ad una gamba per non scivolare. Gli Autobots, allarmati e presi alla sprovvista, finirono per terra l'uno addosso l'altro. La scossa aumentò e l'unico a trovarsi abbastanza vicino a Teletraan 1 in quel momento fu Bumblebee. «Uoahh! Tenete duro, ragazzi!» ringhiò issandosi faticosamente al di sopra del computer madre «Teletraan 1, che cosa succede? Attiva il sistema anti sismico ad alto bilanciamento, presto!» «sistema di attivazione in corso -- causa anomala -- sorgente non identificata -- identificazione dei gradi in scala terrestre non riuscita -- impossibile trasmettere immagini per danneggiamento ai componenti della scheda video -- errore di sistema -- bzz zz» «dannazione!» imprecò Jazz continuando a tenersi inginocchiato per terra «Teletraan 1 è in fallo?» «temo di sì» confermò Prime «e questo non mi piace affatto. Autobots, tenetevi pronti... sento puzza di Decepticons!»
Fortunatamente il sistema anti sismico venne infine attivato da Teletraan 1, che grazie ad un campo magnetico progettato da Perceptor poteva isolare l'intera nave con il vulcano compreso, giusto per scongiurare il rischio di eruzioni che, altrimenti, li avrebbe travolti. Spike e gli altri poterono tornare a stare su due gambe, ma l'atmosfera non parve in ogni caso delle migliori e Prowl, insieme ad Ironhide e Wheeljack di rientro nella base, si precipitarono dai compagni in modalità veicolare: una volante di polizia Nissan 280zx dall'elegante e aggressiva linea, un'italiana Lancia Stratos Turbo e un Minivan Nissan Vanette rosso fuoco. Prowl si fece avanti preoccupato «Ragazzi, avete sentito anche voi che razza di terremoto? Abbiamo temuto che il vulcano potesse crollare sulla base! Per fortuna che Teletraan 1 è tempestivo su questo genere di problemi!» sospirò sollevato, almeno prima di essere parzialmente smentito da Bumblebee «purtroppo parli troppo presto, Prowl. Sembra che Teletraan 1 abbia qualche problema. Ha innescato per tempo il sistema isolante, ma non è riuscito a localizzare l'epicentro della scossa e... » «e c'è di più» lo interruppe Brawn con aria stralunata «ha parlato di una causa anomala! Com'è possibile che la sua elaborazione dati non sia riuscita ad identificarla?!»
Optimus Prime si concesse un istante di riflessione. No, non poteva essere anomala: c'era sicuramente una ragione e questa, secondo lui, prendeva il nome di "Decepticons". «A tutto ci deve essere una spiegazione logica. Ratchet, controlla Teletraan 1 per favore. La scheda video, la ricezione ed il centro dati di memoria devono essersi danneggiati, il sistema è in fallo. Bumblebee, Brawn, Ironhide, Wheeljack! Noi andremo fuori in perlustrazione. Jazz, Prowl, voi rimanete con Ratchet. Chiamate gli altri se necessario.» «posso venire con voi, Optimus Prime?» domandò Spike speranzoso «va bene» annuì il comandante Autobot «un aiuto umano ci può servire. Spero solo che tuo padre stia bene.» «non preoccupatevi» rassicurò prontamente Wheeljack «era con Hound al momento della scossa. Starà senz'altro benone!» Sollevato dalla notizia, Optimus Prime fu pronto a prepararsi a partire «perfetto, questo mi rassicura. Autobots, in marcia!»
Gli Autobots si trasformarono nei loro corrispettivi veicoli, in uno schematico quanto elegante movimento di pistoni, sportelli, stantuffi, cavi, supporti e connettori che non perdeva mai la sua unicità e incredibilità. Con ogni pezzo al proprio posto si disposero in fila indiana, poi avviarono i motori e rombarono immediatamente verso l'esterno dell'Arca, con Spike all'interno di Bumblebee trasformato in un Volkswagen Maggiolino. Dopo che scivolarono lungo l'Arca superando alcuni ampi curvoni e batterie di propulsori in disfunzione, accolsero l'esterno elaborando automaticamente la situazione climatica nell'atmosfera. Avanzarono in un rettilineo stampato su di una stradella battuta e devastata dalle intemperie, poi curvarono per qualche altro minuto e risalirono un monte, riuscendo infine ad avere, non molto dopo, una panoramica della città vicina. «Per tutti i lubrificanti!» esclamò incredulo Brawn «non lo avrei detto, ma c'è stato un bel macello!» «oh no!» convenne Spike con sgomento.
Quello che avevano di fronte era uno spettacolo raccapricciante e, cosa ancor più strana, era che in alcune zone sembrava che il terremoto proseguisse imperterrito, per poi scemare e riprendere nella zona successiva. Molte case caddero e si sfaldarono come burro sollevando polvere e detriti. Ci furono le lontane urla delle persone coinvolte e di quelle che tentavano di fuggire per mettersi al riparo. Scoppiarono incendi e le strade vennero spaccate, provocando mortali incidenti. Uno sfacelo a catena, che si fermò appena in tempo prima di coinvolgere l'altra metà della città. Della tranquillità che regnava poco prima, non rimase che cenere. «Moltissimi palazzi sono crollati e... e... » Spike parve sempre più sconvolto, poi qualcosa catturò la sua attenzione «guardate!» indicò un punto in alto nel cielo mentre si sporse dal Maggiolino: era una specie di sagoma che somigliava, da quella distanza, ad un piccolo ovale poco definito «che cos'è?»
Gli Autobots si fermarono al bordo di un precipizio. In alto nel cielo, il puntino nero si muoveva rapidamente scendendo in picchiata e in parte le nubi lo aiutavano a mimetizzarsi. Eseguì una cabrata risollevandosi, poi tornò a scendere in planata. «Non si vede molto bene» affermò Ironhide incerto «potrebbe anche essere un aereo... » Wheeljack scosse il capo, sicuro che la supposizione di Ironhide non poteva essere esatta «temo di no, va troppo veloce per essere un aereo terrestre!» Optimus Prime rimase a guardare allertato. Aveva un presentimento e, nel suo piccolo, temeva che potesse divenire reale «attenzione Autobots! Si sta avvicinando proprio verso di noi!»
Il puntino nero si rese mano a mano sempre più visibile e la nera sagoma che si delineò, stagliata contro il cielo, iniziò ad assumere fattezze inconfondibili. Una sagoma antropomorfa, elaborata su di uno disegno tecnico geometrico e cubico, spigoloso. Un coro di voci sorprese si sollevò tra gli Autobots e Spike.
«E' MEGATRON!!!»
Proprio lui. Megatron si avvicinò sempre di più e quando giunse alla completa vista dei presenti, si arrestò a mezz'aria con espressione trionfante, circondato da un'impalpabile aura dorata. Non gli mancava nulla: la solita aria superba e saccente, la possenza delineata nel mastodontico fisico di metallo messo a lucido, l'aggressività dell'enorme cannone a fusione, il ghigno beffardo e trionfante sulle labbra e gli occhi pregni di sadica malvagità. «Salve, Optimus Prime!» rise sardonico, prima di riprendere imperioso «è da tempo che non ci si vede, e sicuramente il tuo intelletto inferiore avrà pensato che ci fossimo ritirati dalla battaglia! Ma questo non accadrà MAI! I Decepticons combatteranno finchè vivranno... e sono qui per informarti con gioia che finalmente sono divenuto invincibile!»
Sconvolto ma senza darlo realmente a vedere, Optimus Prime si trasformò: dal massiccio Autoarticolato Freightliner rosso, bianco e blu, divenne l'altrettanto fiero robot umanoide. Assunse subito l'antico portamento combattivo, proprio quello che da tempo aveva assopito in favore alla fallace serenità. Eppure in un certo senso lo aveva sempre saputo: era stato tutto troppo semplice, troppo bello per poter essere vero. La pace era solo un'utopia, o almeno fino a che non avrebbe visto i Decepticons spegnersi definitivamente con i propri occhi. «Megatron, finchè una sola goccia di speranza brillerà, noi continueremo a combattere per riportare le cose al loro stato naturale. Non credere di averci in pugno!»
Spike, sconvolto quanto gli Autobots e anche un po' preoccupato per il padre, aprì una delle portiere di Bumblebee e uscì dal suo abitacolo, rimanendogli di fianco. Poi ogni Autobot, sotto il comando di Prime, riprese le proprie sembianze naturali, facendo vibrare intensamente il meccanismo di trasformazione. Fecero per prepararsi ad un ennesimo attacco armandosi di fucili, quando Megatron irruppe nuovamente con una risata fragorosa. «Ah ah ah! In pugno, Prime? Ma vi ho già in pugno! E ve ne darò una chiara e letterale dimostrazione... ADESSO!»
Che cos'altro dovesse succedere, nessuno ebbe il coraggio di immaginarselo. Bumblebee notò altri puntini nel cielo che avanzavano a rotta di collo e si distaccò da quel pensiero: li indicò ai compagni «Guardate, arrivano altri Decepticons!» «meglio, così ne avremo per tutti!» ammiccò Brawn «stavo già disperandomi, con un solo misero Decepticon da prendere a calci nell'inceneritore posteriore!» «ehi, non vorrai sbrigartela da solo!» convenne Ironhide, che non vedeva l'ora di poter scatenare un po' di fuoco «dovrai lasciarne un po' anche a me, Brawn!» Sì, un po' di "ginnastica", di quella che impegna a dovere, non avrebbe guastato. In un certo senso si sentiva eccitato all'idea di poter tornare a combattere.
Megatron si sollevò ancora un po' di quota quando fu raggiunto da alcuni dei suoi Decepticons: Starscream, Soundwave e Thundercracker in questo caso, i tre seeker dai scintillanti colori, che non perdevano assolutamente di carisma e aggressività nei loro modelli basati sulle forme aeree terrestri. Un piccolo "spuntino", pensò comunque Ironhide.
Megatron non si soffermò a guardare i propri sottoposti e scrutò Brawn in tralice «Come hai detto? Misero Decepticon a me?» tuonò alla provocazione lanciata dall'Autobot «ti farò pentire di ciò che dici, stupido Autobot! Ma nessuno di voi avrà un futuro per poter raccontare la MIA opera perfetta!»
All'improvviso, l'aura dorata che circondava il corpo di Megatron iniziò ad espandersi e ad evolversi, sino a divenire sempre più luminosa ed accecante. Gli Autobots e Spike furono costretti a retrocedere leggermente, mentre un coro di risate trionfanti si sollevò tra gli altri Decepticons. «Ho il brutto presentimento che questa volta non ce la caveremo molto in fretta!» esclamò Wheeljack non molto rassicurato dalle intenzioni di Megatron, percependo lo squilibrio di densità e pressione nell'aria tramite i propri processori analizzanti. Lo stesso valeva per Optimus Prime. «nemmeno io Wheeljack. Autobots, allontanatevi!»
«Scappa, scappate pure!» tuonò Megatron «tanto vi troverò, ovunque andiate!»
Il corpo del Decepticon prese a mutare e ad ingrandirsi tramite il processo di dislocazione di massa, spaccando il suolo in venature preoccupanti. Le sue dimensioni crebbero e crebbero a dismisura sempre più velocemente e mano a mano che aumentavano, i fasci di luce brillavano in maniera sempre più debole, fino a scemare lentamente e a disperdersi infine in scintille di energia particellare. Divenne tanto grande -più di Devastator, più di Skyfire- da poter scrutare l'intera città con una sola occhiata, cosa che lasciò gli Autobots letteralmente pietrificati al loro posto. Potevano esaminare ogni dettaglio del suo corpo, persino le più piccole microfratture sulla superficie, le rotaie, gli ingranaggi e i pistoni di movimento interno e i cavi delle gambe e delle braccia. Spike, incredulo, assistette più impotente che mai di fronte all'enormità del robot. Come diavolo ci era riuscito? «Ma... ma è diventato a dir poco gigantesco!!» esclamò Bumblebee sgomento «no, faraonico! Titanico!» aggiunse subito Brawn «ma se spera di incantarci...»
Optimus Prime si frappose proprio davanti a Brawn e gli sbarrò il passaggio con un braccio. Sapeva già che cos'era pronto a fare, conosceva sin troppo bene come poteva diventare quando era troppo tempo che non si "divertiva". La sua impazienza non era affatto d'aiuto per il momento «non fare l'impulsivo, Brawn! In queste circostanze temo che ci sia poco da fare e voglio che Bumblebee porti immediatamente Spike al sicuro!» «ma... Optimus!» lamentò il ragazzo «niente ma! L'ordine è tassativo e Bumblebee, essendo più piccolo, riuscirà a sfuggire meglio dai Decepticons. Gli altri si preparino a fronteggiarli! Chiama i rinforzi alla base, Bumblebee!»
Prima che potessero eseguire gli ordini, Starscream planò scendendo di quota, avanzando sino a porsi di fronte a Megatron, a cui tenne le spalle voltate. Il suo volto d'acciaio si deturpò in un'espressione ghignante e malvagia, la sua tipica faccia da prendere a pugni, pensò qualcuno tra gli Autobots. Il seeker s'impose con il suo tono di voce pieno di vanto e presunzione, una presunzione che non era estranea nemmeno a Megatron. «Non così in fretta, stupidi ammassi di ferro vecchio!» fece subito minaccioso «non vorrete perdervi il momento migliore? Megatron aspetta questa vittoria da secoli! Mentre voi vi gongolavate nei vostri giochi e nei vostri idilliaci sogni di pace e di libertà, noi siamo riusciti a riottenere una perfetta riproduzione della Stella di Cybertron, la potente fonte energetica mandataci da Shockwave! In tutto questo tempo, muovendoci in assoluta segretezza e mescolandoci con gli umani, siamo riusciti ad ottenere così tanta energia da poter apportarle incredibili modifiche, rendendo in questo modo sua maestà Megatron assolutamente invincibile! I suoi poteri non potranno essere sopraffatti dai vostri stupidi trucchetti, questa volta... non basterebbe nemmeno l'energia dell'intera Cybertron per disattivarla!»
Brawn, senza smettere di assumere il proprio tipico atteggiamento spavaldo, non resistette dal provocare ulteriormente il seeker «Ehi, Starscream! Da quando corteggi Megatron? Aspetti ancora la tua buona occasione, dì la verità! Non ci incanterai con la tua sceneggiata!» «come osi, maledetto insetto...!»
Prima che potesse creare scompiglio, Starscream venne fermato da Megatron, che con il solo uso di una delle sue dita gli bloccò il Raggio Zero pronto già a fare fuoco. «Idiota, risparmia le tue preziose energie! Tanto a questi ci penserò io in cinque... anzi, in un solo secondo! Decepticons, tornate sulla terraferma e sbrigate quello che avevamo iniziato! Ci sono quegli umani da catturare. Soundwave, assicurati che Starscream esegua i miei ordini alla lettera, non tollererò nemmeno la più piccola iniziativa!!»
Soundwave era un Decepticon modello: se c'erano ordini da eseguire, lui li avrebbe seguiti alla lettera. Per questo Megatron faceva spesso affidamento su di lui. Il robot-radio rispose prontamente, con voce gelida e atona «Ricevuto - Megatron -- Decepticons - andiamo -- » «bah', portaci le loro teste Megatron» sbuffò Thundercracker evidentemente deluso dal mancato scontro «così le useremo come addobbi sui pilastri dei nostri vessilli!»
I Decepticons, con Starscream ringhiante, si trasformarono e si defilarono in men che non si dica, lasciando gli Autobots increduli e sopraffatti. Decisamente, non era una situazione a loro favorevole. «Questa non ci voleva...» imprecò debolmente Prime «se è vero quello che dicono e che il corpo di Megatron non ha avuto alcun rigetto, questa volta non posso che farmi pronostici molto, molto negativi. Ma abbiamo una speranza, forse... un'impresa che sfiora l'impossibile e che non sarà facile da accettare.» «quale, Optimus? Quale?!» furono le domande che si sollevarono nel gruppo.
Optimus tuttavia sembrò reticente nel rivelare la propria idea. E prima che potesse dire altro, Megatron si avvicinò nelle sue nuove mastodontiche sembianze facendo tremare la terra, puntando pericolosamente il cannone contro di loro, che ora come ora sembrava del tutto in grado di poter polverizzare l'intero pianeta in un solo colpo. «Allora Autobots, che cosa ne dite di quest'opera perfetta? La Stella dentro di me risplende di tutta la sua potenza, senza alcun pericolo per il mio sistema! L'ho adattata perfettamente al mio supporto e niente mi è più impossibile oramai... avete ricevuto anche voi quella scossa tellurica di poco fa, vero? Mi basta solleticare il suolo con un dito per provocarne di simili, ma sappiate che fino ad ora mi sono trattenuto! Se solo volessi, potrei distruggere l'intera terra immediatamente... ma prima ci sono altre fonti di energia da scovare e quando il mio piano sarà veramente completo, diventerò ETERNO!» seguì una risata frastornante, ispirata dalla vittoria che si sentiva già nelle tasche.
Agli Autobots, purtroppo, non rimaneva molto da fare se non battersi in ritirata. «Qui non c'è scampo! Presto, dobbiamo ritirarci!» gridò Ironhide, temendo il peggio. E se Megatron era già un pericolo di per sè, ora, in quelle sembianze, lo era divenuto il doppio se non di più. Sotto il comando di Optimus Prime, gli Autobots si trasformarono di nuovo. Spike risalì alla svelta su Bumblebee, che così rimase appena più indietro rispetto agli altri. «Che cosa sperate di fare?» tuonò Megatron «DOVE sperate di nascondervi? Posso vedervi e seguire i vostri spostamenti ovunque andiate!» «forse, ma non se ci dividiamo!» si propose Optimus Prime «fortunatamente Megatron non ha ancora più di due occhi per seguirci tutti e con questa forma, i suoi sensori ottici non dovrebbero riuscire a metterci a fuoco rapidamente... presto Autobots, dividetevi!»
Gli Autobots si divisero senza battere ciglio prendendo direzioni differenti, sgommando e derapando per confondere le idee al crudele Decepticon. Mentre Optimus proseguì verso la base, Ratchet, Ironhide, Brawn e Wheeljack cercarono strade alternative che potessero portarli nelle zone pianeggianti più isolate. Bumblebee invece era rimasto indietro e per questo fu subito preso di mira. Megatron allungò una delle sue enormi mani verso di lui e gli bloccò il passaggio. Sembrava un piccolo insetto catturato in una tela, che tentava disperatamente di sfuggire dal ragno. Megatron adorava quando poteva godere del terrore dei suoi avversari e quella minuscola macchina gialla, che sgommava con agitazione, ai suoi occhi ne era pregna. Non gli interessava del fatto che ciò non corrispondesse alla realtà perchè, seppur piccolo, aveva puntato uno degli Autobot più coraggiosi in assoluto. «Oh no, Bumblebee! Da quella parte!» fece Spike, ben più spaventato.
Bumblebee frenò di botto, s'impose una breve retromarcia e derapò verso destra. Ma un'altra enorme mano gli sbarrò la strada e lo costrinse a sbatterci contro, tanto che la carrozzeria gli si piegò come un fuscello. I due urlarono al forte urto, inevitabile purtroppo. «Spiacente insetto» fece Megatron bramante di conquista «ma non esiste soluzione per distruggermi... e sono sicuro che prendendovi in ostaggio, i vostri cari amici torneranno a cercarvi! Conosco bene il patetico cuore tenero del vostro capo... e allora sì che mi divertirò ad eliminarvi tutti quanti! Ma prima, voglio vederlo soffrire mentre vi torturerò sotto i suoi occhi... »
L'enorme mano di Megatron si strinse intorno a Bumblebee, tanto che finì con il recargli dolore. Spike, nel panico, cercò di essere utile e di intervenire per liberare il suo amico robot da quell'impenetrabile morsa e premette il pulsante che attivava un razzo propulsore, sfruttabile nei momenti d'emergenza. Questo però esplose subito e non fece altro che generare un contraccolpo, che ricadde su loro stessi. Nell'abitacolo, Spike si sentì vibrare dalla decisa pressione energetica dell'impatto. «Ahhh!» urlò tenendosi una mano sulla testa «accidenti, non ha funzionato per niente! Bumblebee, tutto a posto?» «a dire la verità ho passato momenti migliori... c-credo che non riuscirò a ritrasformarmi, il mio dispositivo è danneggiato e sto perdendo lubrificante da qualche parte... il braccio!»
Non sapevano però che il peggio doveva ancora arrivare. Megatron seguì dalla sua abnorme altezza lo spostamento degli altri Autobots senza alcun problema: era palese che potesse farla finita in qualsiasi momento. Tuttavia gli piaceva divertirsi, perchè quel che si diceva in giro corrispondeva alla verità: la vendetta era un piatto che andava gustato freddo, con calma. E lui non aveva fretta, voleva anzi crogiolarsi di fronte al dolore che avrebbe inflitto ai suoi antichi nemici. Puntò il cannone verso una delle città e rimase immobile alcuni istanti, con Bumblebee e Spike stretti nell'altra mano. «Scappa Optimus Prime, scappa! Così il tuo misero cuore non si spezzerà nel vedere questo eccellente spettacolo!»
Il cannone a fusione venne attivato e il solo assordante boato di caricamento procurò spostamenti di vento incredibili, che sollevarono detriti tutto intorno. Dalla gigantesca bocca l'energia aspirò materiali e corpi sospesi, ribollendo vorace. Poi, l'immenso raggio si attivò e partì lentamente, come una cometa di dimensioni ciclopiche, o come una paziente apocalisse annunciatrice di morte, che godeva nel prendersi tempo per ammirare le reazioni del popolo spacciato. La gente, sulla Terra, ebbe solo il tempo di avvistare un bagliore in lontananza, che mano a mano s'ingrandiva, come quando il sole sorgeva abbracciando ed abbagliando poco a poco il pianeta. Purtroppo non potè mai realizzare altro di quel che accadde veramente: ne seguì infatti un tremendo boato, un'esplosione di plasma fondente, che mandò il terreno in fiamme e fumo e lo sconvolse con impietosa violenza. Poi, ecco il solo ricordo di quella che era stata la città principale. Lo spazio fu colmato solo da miserabili detriti carbonizzati, da montagne di pulviscolo e dagli spogli scheletri di quel che prima vi era eretto. Il silenzio che ne seguì, interrotto solo da un eco sibilante, sembrò eterno. Gli Autobots si arrestarono di colpo ed assistettero alla scena da lontano, sconvolti e con la rabbia ed il dolore nel cuore, mentre miriadi di vite venivano stroncate di netto dall'esplosione secondo dopo secondo. Nessuno parlò, poichè non vi erano parole per esprimere quanto provato. Il silenzio fu infine bruscamente spezzato dalla risata malvagia di Megatron, che voltandosi iniziò ad allontanarsi, finendo di distruggere tutto ciò che incontrava sul proprio cammino. Optimus Prime lo guardò. Raramente Megatron era riuscito a portarlo ad una tale ira e, questa volta, aveva sorpassato ogni limite, ogni paletto imposto. Si promise subito di fermarlo e di fargliela pagare. Tuttavia, i propri dubbi e la rivelazione dei suoi piani continuavano a preoccuparlo profondamente. Si chiese che cosa avrebbe potuto fare, lui, con i suoi Autobots.
«Questo... è l'inizio della fine...»
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cyberluna - Voto:
cyberluna - Voto:
lilicartman
lilicartman
Allora guarda: se ti interessa io ti spedisco qualche traduzione delle FF dette, una volta chiesto il permesso agli autori. Ci vorrà un pochino perché alcuen sono incomplete. Quanto ad Arte, la tua amica ha finito la prima FF, quella che ci presenta la sua OC, ed ha in programma di scriverne un'altra mettendovi anche Shadeninja e Shadow, rispettivamete alleata e nemica di Arte e co. Poi magari sentiamoci per e-mail, te l'ho data la mia.
Take it easy! :-)
shadeninja
Comunque sono d'accordo, Starscream può sembrare un genio incompreso... io lo ritengo però più un macchinatore subdolo e viscido xD ahaha porello! Di sicuro Belsun è tutta scena e niente arrosto... vedremo come salterà fuori :D
lilicartman
1) "A slave to love " e "Little brother" di MissCHSparkles
2) "Different Pebbles", "Slave to a seeker" e "Discover" di
3) "Thundercracker's Glory" e sequel di Kenya Starflight
3) alcune FF transformers G1 e TF Prime di PixelTheLittlestFembot
Troverai qualche commento di "lilica" che ero io prima di avere un account ufficiale su FF.net
Mi trovi per qualsiasi cosa a lilicartman@hotmail.it
spero di leggere un po' di più anch edelel tue amiche su Deviantart (ho già divorato il fantastico "Segreto di Optimus Prime") Ciao ciao!
lilicartman
shadeninja
shadeninja
Per Jen, poi, Megatron è immediatamente visto come una sorta di salvezza dalla sua frustrazione, un amore a prima vista unito ad un carattere in "Baroness style" from G.I. Joe con qualche debolezza sentimentale, che però sì, la rende abbastanza procace e disinibita.. povero Meg, s'è fatto ingannare U_U
shadeninja
...continua nelle pagine numero:
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