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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: **ANGEL-DEVIL : LE DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA**
Genere: Sentimentale, Romantico, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: alessandra91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/06/2009 19:09:42 (ultimo inserimento: 12/02/10)

-Mi dici cosa si prova a credere o a sperare che la persona che hai davanti e quella giusta?-
 
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LA DONNA POLIZIOTTO
- Capitolo 1° -

Tesi la mano fino al comodino alla mia desta, per spegnere la sveglia che ormai suonava da venti minuti. Ancora con gli occhi chiusi mi misi a sedere sul letto con il capo tra le mani.
I postumi della sbornia della sera prima si stavano manifestando con un fortissimo mal di testa.
Accidenti.
Mi lascia andare sul letto, scontrandomi con qualcosa di apparentemente morbido, dallo spavento scattai subito in piedi, poi mi rilassai vedendo la persona sul letto coperta dal leggero lenzuolo bianco di seta.
-Evan!- esclamai esasperata.
-Lo abbiamo fatto di nuovo?- chiesi, sperando che la risposta fosse no.
Non rispose, ma vedevo che mi fissava con i suoi occhi castano chiaro e un sorrisetto di chi la sapeva lunga.
Poi mi accorsi che non lo aveva fatto per darmi una risposta, ma perché ero…nuda.
Appresa quella verità alquanto imbarazzate, mi apprestai subito a recuperare la coperta sul letto e mettermela a dosso.
Lui sorrise ancora.
Mi coprii a mala pena gli occhi, tenendo saldamente il lenzuolo tra le mani.
-Potresti coprirti tu...adesso!?-
-Oh andiamo Melissa, questa non e mica la prima volta!- si alzò, deciso a venire verso di me.
-Fermo!- lo ammoni alzando la mano destra.
-Non possiamo andare avanti cosi…- mi diressi al bagno,che era proprio accanto alla camera da letto.
- Tutto questo e triste e squallido…non trovi?!- alzai di più la voce per farmi sentire da lui, mentre girai la manopola della doccia.
-E quindi?- me lo ritrovai appoggiato allo stipite della porta del bagno con in dosso solo i boxer.
-E quindi…fine della nostra amicizia…da letto!- ribattei decisa.
Si passò una mano nei capelli neri, con espressione furente, la mascella serrata.
-Dunque e cosi che tu reputi il nostro rapporto?-
-Oh andiamo Evan non fare l uomo ferito, che tu eri il primo a definire il nostro rapporto solo sesso!-
Sorrise malizioso.
-E va bene…- sospirò
-Tanto ogni volta abbiamo questa discussione, e puntualmente finiamo al letto insieme-
M’infilai sotto la doccia, e solo quando chiuse lo sportello, gettai il lenzuolo fuori.
-Quindi non mi preoccupo!- concluse.
Non risposi, come se per me la conversazione si fosse terminata prima che lui sorridesse malizioso, quindi mi rilassai sotto il forte getto d acqua calda.
-Voglio dirti un’ultima cosa prima che vada via amore mio…- capii bene che il suo tono smielato era dovuto dal fatto che mi stava prendendo i n giro.
-Sono le 8.30 e, sbaglio o tu devi andare al lavoro?-
Di colpo aprii gli occhi con espressione smarrita.
Dannazione sarebbe stata la fine, se per la terza volta sarei arrivata alla riunione in ritardo!.

Le nove erano passate da un pezzo quando entrai nel grande parcheggio della centrale del FBI e pensai che sarebbe stato bello ad avere ancora un lavoro, alla fine della giornata.
In un paio di mesi, il nuovo capo, Jennifer Taylor aveva rimandato a casa cinque agenti. Un ridimensionamento necessario aveva dichiarato.
Rimpiangevo ancora il vecchio capo, ma ormai ero sola perché tutti i suoi colleghi stravedevano per lei. Speravo che non mi avrebbe licenziato in tronco, per aver mancato alla terza riunione.
Attraversai di corsa il piazzale, fino alla scalinata dell’ingresso. Arrivai sotto il portico e, quando alzai gli occhi, vidi Jennifer che veniva verso di me, nonostante avesse i suoi quarantasette anni se li portava davvero bene, capelli rossi e occhi verdi dal carattere forte, con un divorzio alle spalle e un figlio.
-Melissa Lee, sei in ritardo- osservò lei raggiungendomi.
-Ti aspetto nel mio ufficio tra dieci minuti- disse in tono deciso, aprendo la porta doppio battente. Entrai.
-Si, capo- sospirai –Mi spiace di non essere arrivata in tempo-
-Togliti quella giacca e viene a fare due chiacchiere con me.-
Mi avviai in fretta lungo il corridoio, salutai i colleghi e sorrisi ad Adam, addetto agli identikit, che si scostò per farmi lasciare passare.
-Hey Melissa!- mi salutò, restituendomi il sorriso.
-Il capo era molto contrariato, quando non ti ha vista alla riunione delle assegnazione dei casi-
Risposi con una piccola smorfia – lo so, l ho incontrata nell' ingresso-
Adam scrollo la testa con simpatia, poi si avvicinò alla macchina del caffè.
-Un caffè?- mi suggerì.
-Oh si! Non ho nemmeno avuto il tempo di fare colazione. E il capo mi aspetta tra dieci minuti-
Consultai l orologio -Anzi otto- continuai.
-Mi guarda come se mi considerasse un’aliena-
Adam sbuffò.- Vuoi che te lo dica? Per me, finora è stata troppo tenera. - raggiunse la macchinette del caffè e inserì una moneta. Trangugiai in fretta un sorso di caffè bollente.
-Sarà meglio che ora vada dal capo- dissi con un sospiro.

Jennifer mi guardare arrivare attraverso la vetrata del suo ufficio e mi accennò di accomodarmi. Era al telefono come al solito. Con una mano sfogliava delle carte, e con l altra teneva la cornetta tra la spalla e il mento.
Mi sedetti.
-Dimmi, perché non sei arrivata in tempo per la riunione-, disse con tono serio.
-Cosa ti e successo sta volta?- chiese sospirando.
-Ehm…sa, ero in anticipo…ma ma poi…ehm c e stato incidente, e si e bloccato…tutto!- cercai di essere più sincera possibile, nonostante stessi mentendo, ma sapevo bene che non potevo spuntarla con un capo del FBI.
-Dove?-
-Ehm…propiro la strada…vicino al campo da calcio!-
-Il campo da calcio?- mi fece eco
-Sicura?-
cos era un quiz a premi?.
Esitai per un secondo -Si-
-Lee, quella e la zona che pattuglia Arkel, e non mi ha segnalato nulla-
-N..no?-
-No!-
La bocca di Jennifer divenne una linea dura- La riunione era fissata per le otto, e sei una frana a raccontare bugie!-
M’irrigidii – Lo so che è importante partecipare alla riunione e volevo arrivare in tempo, ma questa volta non e stata colpa mia!-.
Cosa avrei dovuto dirgli? che me la stavo spassando con suo figlio Evan?. Come no! sarebbe stamizzita sulla scrivania e quando si sarebbe ripresa mi avrebbe licenziato in tronco.
Jennifer si strinse nelle spalle- Ok per questa volta passi, come sempre d altronde- all improvviso il suo tono di voce cambiò – Che cosa ne diresti di un caso molto speciale?-.
-Cioè?- chiesi alzando il sopraciglio sospettosa.
-Caso sotto copertura, nell’altra società!- sorrise divertita.
-Lo so non ti piace avere a che fare con persone ricche e viziate…perché a te piace stare in strada catturare criminali.-
Suonò quasi come una sfida ed io me ne accorsi.
-Ecco…IO-NON-VOGLIO-QUESTO-CASO.- scandii bene le parole, cosi non si sarebbe inventata la scusa di non aver capito.
-Già, ma io sono il capo e decido io…hai forse paura?-
-Io? Allora a chi devo fare la babysitter?-
Magnifico.
Spero solo che i miei colleghi non se le prendino…sono arrivata per la terza volta in ritardo e il capo mi affida un caso nell'alta società…
-Stai pensando che i tuoi colleghi si offenderanno. T’irrita pensare che io abbia delle preferenze vero?- scherzò.
-No affatto- mentii con tono deciso.
-Allora perché mi guardi come se mangiassi agenti tutti i giorni a colazione?-
Non era forse cosi?
-Hai licenziato Mcniel- gli ricordai.
Il capo fece una smorfia – Non combinava nulla, e stava sempre a telefono con chi sa chi-.
D accordo era un giudizio fondamentalmente corretto.
-Magari un giorno l l'altro toccherà a qualcun altro di noi-
Mi guardò con espressione divertita- Paura?...comunque Garret ti spiegherà tutto e ti accompagnerà sul posto!-
-Che cosa? Già? ma non sono pronta!- esclamai.

Ero troppo intenta a guardare fuori dal finestrino della macchina, per ascoltare Garret.
Stavo pensando che cosa mi avrebbe riservato il destino, scontrandomi proprio con il mondo che odiavo di più. I ricchi.
E non riusciva né anche a capacitarmi in che cosa potevo essere utile, proprio in questo caso.
Senti qualcosa sul mio braccio, mi girai.
Garret mi porgeva un foglio.
-Co s e?- chiesi
-Tutto quello che riguarda il caso-, rispose senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Sbuffai contrariata.
-Non potresti farmi un riassuntino?- ironizzai, puntando sul fatto che Garret piaceva fare il professore.
Non rispose, accostando la macchina al lato della strada, spegnendo il motore.
-D accordo- sospirò.
-Dovrai fare la cameriera o tutto fare, come mi piace chiamarla a me nella casa Fox!- si interruppe, aspettando una mia reazione.
-Dovrei sapere chi sono?-
-Melissa! – mi rimproverò.
-Sono i tre ragazzi più ricchi…del mondo!-
-E allora?-
-Ok adesso sta zitta e fa parlare me!-
-Dovrai occuparti di Shane, Axsel e Jairus Fox, quei ragazzi hanno qualcosa di strano e tu dovrai scoprire cosa!-
-Quindi voi mi lasciate in una casa di tre persone strambe?!- urlai agitandomi, cercando la maniglia della portiera del auto, per scendere.
Ma Garret mi afferrò per il braccio.
-Calma! Naturalmente fuori dalla casa ci saranno tre pattuglie del FBI e agenti in borghese- cerco di rassicurarmi.
-E allora io a cosa servo? E perché sono una donna? E non possono sospettare di me?- chiesi isterica.
-Ma certo che no! Non e perché sei una donna- attese un momento.- e perché hai un bel faccino!- sorrise divertito.
Lo fulminai con gli occhi.
-Ad ogni mondo se vuoi scendere fallo pure…- disse serio, mettendo le mani sul volante.
-Perché siamo proprio nella proprietà Fox!-
Scesi dall’auto, contrariata, indossai i miei occhiali da sole e mi diressi al cancello di ferro battuto in oro con una F gigante al centro rifinito con diamanti, erano veri?
Senti il clacson di Garret suonare, probabilmente era un segno di saluto. Alzai la mano per lo stesso motivo.
Dopo alcuni secondi , mi decisi di bussare al citofono. Attesi, ma nessuna risposta.
Ad un certo punto il cancello si apri da solo, provocando un rumore sinistro.
M’incamminai verso l ingesso, passando dal immenso giardino ricoperto di piante di ogni tipo e fiori di ogni colore possibile.
Finalmente arrivai sotto il portico della grande casa, forse il nome più appropriato era palazzo. Dinanzi a quell’edificio mi sentivo una formica.
L ingresso era sorretto da due colonne romane in marmo bianco mentre la casa era in stile moderno, la maggior parte delle pareti erano di vetro, ma era difficile capire cosa ci fosse dentro perché erano coperti da tende ampissime.
Tutto ciò era bellissimo, ma mi veniva da piangere. Avrei dovuto pulire tutto io?.
-Entra-
Il mio sguardo, che prima era verso la parte più altra della casa, si spostò verso la porta in mogano bianco, aperta.
Un ragazzino dai capelli scompigliati biondo chiarissimo e gli occhi castano chiarosi nascondeva timoroso dietro al porta. Più o meno era alto quando me un metro e settanta o poco più, labbra carnose e visino da angelo. Indossava una maglietta a maniche lunche ,forse troppo, nera con uno stemma colore rosso e jeans neri che risaltava la sua figura.
-Ciao io sono Melissa Lee, la nuova governante- dissi sfoderando il più bel sorriso.
-La cameriera- mi corresse.
-Prego entra pure.-
Lo seguii, addentrandomi nella casa fino al salone.
Era immenso, si poteva giocare a una partita di calcio spostando i mobile in tinta scura che occupavano la maggior parte del salone e il divano a 4 posti.
Mi accorassi che alle pareti c erano un infinità di quadri la maggior parte ritratti a olio. Dedussi che erano tutti parenti dei tre ragazzi, dipinti nel corso della storia.
All improvviso il ragazzino si fermò di sbotto, sedendosi sul divano di pelle nero.
Senza che me ne accorgessi eravamo arrivati in cucina, arredata in stile moderno.
-I miei fratelli arriveranno…tra poco- disse all improvviso, coprendosi metà viso con il cuscino che era posto sul divano.
-D’accordo –sussurrai.
-Ehm tu come ti chiami?- chiesi gentilmente
-Potresti evitare di parlarmi come se fossi un bambino?sai ho 18 anni io!- deglutì a fatica come se avermi risposto cosi gli fosse costato uno sforzo enorme.
-Bene messo in chiaro questo…il mio nome e Jairus – concluse, sempre con il viso mezzo coperto dal cuscino.
Ma subito dopo lo gettò a terra , sfoderando un sorriso a 32 denti.
-Ecco! Sono arrivati- disse euforico scattando all impiedi.
Sentii delle voci che provenivano dall’ingresso e man mano si stavano avvicinando.
Mi girai per vedere chi stesse arrivando…

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (15 voti, 22 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 22 commenti
Rif.Capitolo: 8
2309 - Voto:
06/01/10 21:57
la fanfic è meravigliosa!!! compimenti
Axsel è proprio antipatico.
però sn delusa dal comportamento di Shane, Melissa c'è rimasta malissimo.
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Rif.Capitolo: 8
kidsemo - Voto:
01/01/10 01:38
bellissimo ank questo capitolo..:) continua presto..
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Rif.Capitolo: 1
alessandra91
28/12/09 17:55
Grazie kidsemo ne sono contenta!^^
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kidsemo - Voto: 30/11/09 14:46
bellissima fanfiction!!.. continuala.. sono curiosa.. :) :) hai una nova fan!!!!!XDXD kiss
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Rif.Capitolo: 7
2309 - Voto:
29/11/09 11:13
ahahahahahah!!!!!!!! Axsel è stato legato al letto!!!!
contina sn curiossissima di sapere cosa succederà
ciao
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Rif.Capitolo: 1
2309 - Voto:
19/11/09 18:32
meravigliosa!!!!!!!!!!!! aggiorna presto sn curiosa di sapere come andrà a finire.
ciao!!!!!!!!!
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Rif.Capitolo: 5
purpleyes17 - Voto:
25/10/09 01:04
e ora ki sono queste tizie????O.O
nn vedo l'ora di scoprirlo!! aggiorna presto^^
Kiss
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Rif.Capitolo: 4
purpleyes17 - Voto:
11/10/09 18:54
i desideri si avverano!!XD
aspetto il prossimo^^
Baci
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Rif.Capitolo: 4
strawberry91 - Voto:
09/10/09 11:25
Bello come sempre ^^
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Rif.Capitolo: 3
purpleyes17 - Voto:
30/08/09 22:17
e finalmente hai trovato l'ispirazione x continuare!!! scusa il ritardo da parte mia nel commentare!^^'
poverina mi dispiace x lei...se dovrà passare la giornata con il + antipatico(x modo di dire)della casa!!XD
continua così e aggiorna presto^^
Baci
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