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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: MY NO LIFE
Genere: Sentimentale, Romantico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Shounen Ai
Autore: lally-mangaka galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/06/2009 08:52:39

Questa è una parentesi della mia non vita.
 
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LA GIORNATA CHE DICO IO.
- Capitolo 1° -

Autore: Lally-chan
Titolo: My no life
Raiting: G/PG
Genere: Romantico - Introspettivo
Avvisi: One shot
Riassunto: Questa è una parentesi della mia non vita.

Disclaimer: I Gemelli Kaulitz non mi appartengono in nessun modo. Tutto ciò che è scritto di seguito è puramente inventato senza nessun riferimento alla realtà dei fatti,e niente di ciò che è descritto è a scopo di lucro.


Da molti giorni non faccio altro che chiedermi il perché delle cose e mi sento come se fossi stato estraniato dal mondo. Non so quando ho cominciato a fare questi pensieri, ma ormai sono diventati parte di me. So che, agli occhi di molti parrà sciocco ma mi sento immensamente solo. Solo e abbandonato, nella immensa camere d' albergo dove alloggio da anni; nei backstage dei concerti prima dell' inizio di quest' ultimi; in mezzo alla gente mentre tutti mi pasano accanto. Se non fosse per i miei pochi amici, Georg, Gustav e Andreas e per mio fratello Tom, penso che impazzirei. Lui sopratutto attenua la mia opprimente solitudine e mi regala quel poco di felicità di cui il destino ha deciso di concedermi. Ormai la mia intera esistenza è costruita sulla falsità e sull' ipocrisia; esimi sconosciuti mi passano vicino silenziosi e passivi come fantasmi dall' anima in pena, ma probabilmente lo spettro in questa triste storia sono solo io.
Già, perché anche se la notorietà mi ha portato ad avere soldi, donne e quella che definiscono fortuna; io la felicità ormai non so cosa voglia dire più. Ricordo ancora quando all' età di dodic' anni mi sentivo sereno e tranquillo, tutto sommato; io e mio fratello, assieme ai nostri più cari amici, ci divertivamo a suonare per diletto dove capitava, sentendoci bene e sperando in un futuro di successo. Eravamo sognatori a cui non piaceva la propria vita, perché stupidamente quella tetra monotonia ci opprimeva facendosi desiderare altro. Ora che il successo è arrivato però, nulla è come ce lo eravamo aspettato. Inevitabilmente, o forse come è giusto che fosse, tutto è mutato come doveva accadere e con questo tutto il seguito. Ma oramai non posso certo tornare indietro e quindi la sola cosa che mi rimane da fare per sopravvivere alla vita che mi sono scelto è tradire la pateticità delle mie giornate con un gesto insensato.
Oggi ho scelto di fare proprio qualcosa di simile e di fatti sono riuscito ad uscire da questo stramaledetto studio di registrazione e sono andato ad Amburgo contro il volere di David che mi ha rincorso furioso ed urlante per fermarmi. Sono salito sulla mia auto, incazzato e depresso per un ennesima giornata pasata a lavorare come somari, ed ho messo in moto, sgommando platealmente sull' ingresso dello studio, partendo a razzo verso la città e solo allora mi sono accorto che seduto accanto a me c' era Tom.
Anche se la cosa mi aveva leggermente colpito, vista la sua reticenza a contravvenire agli ordini del nostro 'amato' manager, non ho detto nulla a riguardo e sono arrivato fino alle prime case della città, felice di quella sua scelta.
Ho parcheggiato la macchina in un posteggio vicino all' imbocco della autostrada e li sono sceso, mentre mio fratello mi guardava interdetto. Gli ho subito fatto capire che ci sarebbe stato da camminare e lui mi ha osservato meditabondo annuendo anche se malvolentieri. Poi, appena mi sono seduto ad una banchina dell' autobus, premunendomi di coprirmi viso e occhi con un paio di Raiban e un cappellino con visiera, Tom ha dato il meglio di sé domandandomi che cazzo avessi in mente.
In quel momento ho riso dentro di me, perché sinceramente non aveno neanche io in mente cosa realmente volessi fare; mi stavo solamente facendo guidare dall' istinto e dalla voglia di osare che mi stavano scorrendo nelle vene.
Fatto sta che alla fine anche lui si degna di sedersi sulla piccola pensilina, affiancandosi a me, e rimane zitto sul suo posto con le mani conserte e il volto basso. Appena passa il bus n°3, saliamo e io pago la corsa per me e per lui, mettendomi a sedere in uno degli ultimi posti del mezzo; per fortuna ormai era pomeriggio inoltrato per cui la vettura era praticamente vuota eccezion fatta per dei vecchietti che probabilmente tornavano a casa dopo una giornata passata coi figli in periferia.
Mi metto a guardare fuori dal finestrino che ho alla mia sinistra e osservo lo scorrere delle case e delle vie al nostro passaggio. Più ci addentriamo nel centro della città, e più le persone aumentano di numero; certo oggi è sabato e la gente normale va fuori a fare spese. Sospirò seriamente sconfortato e raggiungo il mio apice di depressione quando dall' altra parte della strada un giovane, con quella che immagino sia la sua fidanzata, passa dalla parte opposta della carreggiata con una bicicletta, di quelle dozzinali da quattro soldi, e ci supera entrando in un piccolo parco giochi per bambini. Forse l' ultima volta che ho visto una bici è stato quando avevo quattordic' anni; mi sembra di ricordare fosse nera e argento, con le marce e gli ammortizzatori anteriori. La usavo spesso per andare in giro coi miei amici e pensavo dal basso della mia ignoanza che l' avrei usata ancora per molti anni prima di potermi permettere un mezzo con un minimo di motore.
Mi sbagliavo; come molte cose a cui ho sempre creduto, anche questa era una mera illusione. Ora come ora, baratterei la mia macchina da 70.000€ con una bici semplice e funzionante; baratterei la mia fama con uno sconosciuto e ne godrei la privacy, girando la città giorni e giorni senza aver paura di essere riconosciuto. Ormai poter passeggiare tranquillo e sereno per una qualsiasi via di una qualsiasi città è diventato un tabù impossibile; come lo stare coi propri amici a cazzaggiare in casa giocando alla playstation o dormire fino a tardi nella propria casa, senza preoccupazioni sull' andamento della giornata.
Beh, forse oggi non sarà così bella la giornata, ma proverò comunque a vivere un pomeriggio da persona normale come ormai sogno da mesi.
Scendo quindi al Rathaus, mentre mio fratello, sempre titubante mi segue non sapendo che altro fare. Mi giro intorno per decidermi sul da farsi e noto che lui sta già puntando il suo negozio preferito: "street culture stores". Sorrido e gli faccio segno di guidarmi dove vuole e Tom allarga un grosso sorriso sulla bocca mentre mi prende per un braccio e mi trascina in quel tugurio che lui chiama negozio. Devo ammettere che la scena che mi si è parata davanti appena entra nel posto mi ha fatto venir voglia di ridere di gusto come non facevo da anni; mio fratello saetta a destra e sinistra come un bambino in un negozio di caramelle e prende qualsiasi cosa gli capiti in mano sorridendo compiaciuto. Avrei voluto gridare la gioia che mi stava invadendo; ma non potendolo certo fare il solo pensarlo mi ha fatto sentire bene comunque.
Dopo mezz' ora passata a vedere quelli che Tom definisce vestiti e che io dico siano vestaglie da notte, mio fratello si è comprato di tutto e di più, battendomi alla grande in fatto di acquisti giornalieri. Per fortuna che l' ho fatto uscire prima che cominciasse a dare nell' occhio o che spendesse tutto il nostro conto in banca.
Di nuovo in strada ci dirigiamo ad un McDonald non lontano e ci sediamo ad un tavolo nell'angolo del locale, mangiando ciò che Tom ha avuto la compiacenza di andare comprare. Erano mesi che un BigMac non entrava nel mio stomaco; ormai andavo avanti solo a cibi indecenti e redbul. Mangio tutto come se non avessi toccato cibo da anni e mi ingozzo tanto da mettermi a tossire congestionato mentre Tom mi da piccole pacche sulla schiena per aiutarmi. Questa volta ridiamo entrambi, fregandocene altamente dei commenti poco simpatici di chi ci sta accanto; e buttiamo le carte rimaste sul vassoio prima di metterci di nuovo in moto. questa volta tocca me svuotare il portafoglio, e ci riesco benissimo in un paio di negozzietti, che mai avevo notato, posti in piccole vie laterali vicino alla stazione ferroviaria.
Dopo quello, ormai stanco morto e con mille sacchetti in mano, mi butto a peso morto sulla prima panchina che trovo vicino a me e mi maledico mentalmente perché adesso la mia macchina mi manca davvero con le sue comodità e soprattutto l' aria condizionata. Noto con disappunto che Tom è sparito alla vista e lo comincio a cercare con lo sguardo, notando solo la presenza di pochi giovani sul lato oppocto della piazza. Preso da un impeto di preoccupazione e angoscia mi volto febbrilmente in ogni direzione e sento finalmente una presenza dietro di me che mi fa sussultare. Mi volto e non faccio a tempo a mettere a fuoco le immagini, che mi trovo due labbra che mi serrano. Sbatto gli occhi stupito e vedo mio fratello che mi sorride mentre nella mani ai lati dei nostri visi tiene due coni gelato. Lo guardo interdetto, un po' perché un gesto del genere in pubblico non l' aveva mai fatto, e non dovrebbe farlo; e un po' perché mi sento come piombato in un bellissimo sogno. Gli sorrido da ebete, sentendomi come una ragazzina al primo appuntamento e lui comprende tutti i miei sentimenti, tanto sono leggibili sul mio viso leggermente arrossato. Mi sorride porgendomi uno dei due coni che comincio a mangiare di gusto mentre lui si affianca a me mettendo un braccio sullo schienale della panchina.
Mangiamo in silenzio, osservando il tramonto che incombe sull' Elba e allora lui si alza e mi trascina senza troppe richieste fino alla riva del fiume, sedendosi su un muretto basso accanto al Rathaus e togliendosi le scarpe prima di immergere i piedi nell' acqua cristallina. Io, lo guardo allibito e mi domando cosa gli sia saltato in mente, e lui sembra volermi rispondere con un gesto della mano che mi esorta a seguire il suo esempio. Anche se contro ogni logica alla fine accondiscendo alla sua richiesta e mi metto accanto a lui, facendo ciò che pochi minuti prima ha fatto. L' acqua era fredda, ma in quel momento poco mi importava, perché il solo fatto di aver compiuto un gesto tanto stupido e infantile mi faceva sentire libero e sereno. Guardo il crepuscolo disegnare lunghe ombre sulla piazza e mi domando quanto tempo ancora ci sarà concesso per vivere questa parentesi da sogno. Tom come di consueto sente la mia tristezza farsi avanti e si volta verso di me accarezzandomi una guancia e facendomi alzare lo sguardo su di lui. Mi sorride gentile e mi regala il secondo bacio della giornata; questa volta meno casto dell' altro e pieno di amore. A volte mi dimentico che siamo fratelli e mi perdo a pensare a quanto sia bello averlo accanto a me. Poter parlare e condividere la tua vita con la persona che ami è in assoluto la cosa più bella al mondo. per me poi che sono relegato ad un' esistenza giostrata da altri è l' unica ancora di salvezza per non cadere nella depressione. A volte mi domando se un essere superiore non abbia voluto affiancarmelo, consapevole che io nella vita non sarei stato in grado di trovarlo da solo. Forse il mio destino di cantante era già stato scritto e quindi la mia esistenza già segnata e rinchiusa tra orribili mura; probabilmente se non avessi trovato lui sarei per sempre vissuto in solitudine e tristezza, odiando il prossimo per la sua fortuna e libertà.
Già, forse...ma non è andata così, e sinceramente ne sono felice perché la mia vita è già abbastanza vuota per togliermi anche l' ultimo spiraglio di gioia che ho. Quello stesso spiraglio che viene portato via dalla mia vista non appena un bodyguard nerboruto mi si para davanti con aria arcigna e poco amichevole.
Beccati.
Non che non me lo fossi aspettato, ma speravo immensamente che questa parentesi di libertà potesse durare di più.
Mi alzò rinfilandomi i piedi ancora bagnati nelle Convers nere e mi guardo intorno leggendo uno sguardo di intesa da parte di mio fratello che mi sorride come a dirmi che comunque sia la giornata è stata magnifica. Io assento mentre già mi sento spinto verso la via primcipale e scorgo appena le ultime luci della sera, pensando dentro di me che ormai è l' ora di tornare a vivere la mia non vita.

Note dell' autrice: Ok, scusate per questo aborro, ma l' altro giorno mentre ero in giro in bici a pedalare sulla pista ciclabile vicino a casa mia mi sono domandata se mai i ragazzi pensino a come dev' essere vivere una vita normale e tranquilla. A volte mi sento davvero triste nel pensare che a loro tutto è stato tolto; la loro vita oggi è ristretta al solo lavoro, e questo a volte mi fa provare una gran pena per loro.
Non voglio certo essere solo pessimista, ma penso che la parte più bella della loro vita gli sia stata rubata in questi anni di concerti e interviste. Vabbé, meglio che mi eclissi prima di essere lapidata.
 
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COMMENTI:
Trovati 2 commenti
lally-mangaka 08/06/09 10:15
certo, sono d' accordo con te, ma posso aggiungere che per me anche loro a volte vorrebbero fare ciò che non possono più permettersi. Magari non estremizzato come ho scritto io, ma qualcosa di simile.
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sarettalovesmu 04/06/09 16:53
Ciao cara.
Mi è piaciuta molto questa one-shot, è scritta bene e scorrevole. Poi è anche molto delicata e romantica.
Per quanto riguarda la trama, anche io ci penso spesso. Come dev'essere a non avere una vita normale, come tutti gli adolescenti. Ma più volte ho sentito dire da Bill e anche Tom che questa vita è ciò che loro hanno sempre voluto e ciò per cui si sono impegnati, e hanno anche detto che fare musica è l'unica cosa che avrebbero mai desiderato fare. Io personalmente penso siano felici. Certo, lo stress ci sarà, e a volte di sicuro malediranno il loro lavoro, tuttavia nel complesso credo che loro amino la fama. Con ciò ho espresso solo una mia opinione.
Ancora complimenti per la tua storia. Ciao ^^
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