COME PASSAVA LE NOTTI
- Capitolo 1° -
Salve!^^ Questa ff è arrivata 6° al Dream contest indetto da erin_ino su EFP
Buona lettura e commentate!
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Era così che passava le notti.
Appollaiato come un corvo nella notte, pronto a volare via al minimo fruscio per paura di essere schernito.
Sasuke Uchiha se ne stava seduto nel buio della camera del suo compagno di squadra Naruto Uzumaki.
Tutto era nato una notte qualche settimana prima: il moro non riusciva a dormire, tormentato dalle immagini di sangue dello sterminio del suo clan che gli affollavano la mente appena chiudeva gli occhi.
Si rese conto che aveva bisogno di distrarsi e uscì fuori nella gelida aria notturna.
Mentre saltava da un tetto all’altro, si fermò vicino a una casa dalla quale proveniva un russare decisamente sonoro.
Sasuke si avvicinò incuriosito alla finestra e quello che vide per poco non lo fece cascare giù dal cornicione: l’usuratonkachi più baka del mondo che dormiva tutto storto abbracciato a un peluche a forma di ciotola di ramen.
L’Uchiha si trattenne dallo scoppiare a ridere e si sedette accanto al letto dell’amico.
Guardarlo in quel momento, con quel leggero e traslucido filo di bava che gli colava dalle labbra e un espressione beata, provocò al ragazzo un senso di calore nel petto che scacciò via il peso opprimente del suo incubo.
Sorrise dolcemente e sistemò le coperte al biondo, che le aveva divelte quasi del tutto.
“Così rischi di prenderti un raffreddore, baka…” aveva sussurrato Sasuke.
Si sentiva come il vampiro di quell’insulso libercolo,Twilight gli sembrava che si chiamasse… dove il vampiro restava ad osservare la ragazza per tutto il tempo quando nessuno poteva vedere, perché non poteva darle confidenza.
Questa strana consuetudine si era ripetuta ogni notte da quel giorno: il ragazzo corvino si svegliava sudato e con gli occhi sbarrati, terrorizzato, e poi andava a casa dell’amico.
Lì finalmente si sentiva tranquillo e in pace, libero dalle angosce che lo attanagliavano nel sonno.
“Mmh…ramen…ancora ramen!”
Il moro sussultò.
Per fortuna era solo Naruto che farfugliava nel sonno e Sasuke si divertì ad osservarlo e ad ascoltare le scempiaggini che uscivano dalla bocca della forza portante.
Poi sentì qualcosa afferrargli la mano, qualcosa di caldo e morbido.
Abbassò lo sguardo per accorgersi che l’oggetto non identificato era la mano del biondino, il quale stava dicendo qualcosa con una vocetta lagnosa.
Sasuke accostò l’orecchio alle labbra dell’altro per sentire meglio
“Sasuke-teme…non andartene…ti prego”
All’Uchiha si mozzò il fiato, quella stupida testa quadra, che andava blaterando?!
Lo guardò, così piccolo e indifeso, come un pulcino, e pensò che non l’avrebbe mai lasciato andare.
In quel momento un pallido raggio d’aurora filtrò dalle veneziane abbassate.
Quello era il segnale che ogni mattina lo faceva andare via, gli faceva lasciare il suo piccolo rifugio.
Quindi, silenzioso come un corvo, si arrampicò sul cornicione e tornò a Villa Uchiha.
Ma tutti gli uccelli prima o poi nel loro volo perdono una piuma, e quella mattina Naruto appena sveglio si trovò in mano un capello nero.
Fine
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kiss