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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ODIO LA MIA OMBRA
Genere: Sentimentale, Drammatico, Fantasy, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: frika galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/05/2009 22:19:21 (ultimo inserimento: 22/05/09)

Leech viene allevato in un clan di nomadi assassini. Cresce come guerriero spietato ma la sua psiche resta confusa e mischia sangue ad affetto...
 
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PROLOGO - RIFLESSIONI SUL PASSATO
- Capitolo 1° -

"Sai, una volta pensavo che per sciogliere la neve in cui eri sommerso bastasse l'amore...poi mi sono accorta che era l’unica cosa al mondo capace di ucciderti."

**** ****

*Leech*
Una volta Ul’yar mi raccontò tutto sul nostro clan.
Avevo 10 anni.
Disse che quella volta avrebbe portato anche me, dandomi due pugnali.
Distruggevamo città intere, rapivamo i loro bambini ancora in fasce, saccheggiavamo i loro averi. Massacravamo i loro guerrieri per assicurarci il dominio in tutto il continente.
Tutti mi descrivevano come bambino insolito, che passava il tempo ritraendo animali, alberi e vari oggetti. I miei disegni non erano mai apprezzati anche quando ero convinto di averli eseguiti bene, alla gente non piace vedere il disegno di un cane morto, anche se è un disegno fatto bene.
Gli assassini specializzati del clan erano gli unici ad apprezzarmi per le mie capacità: nelle battaglie riuscivo a muovermi agile come un felino evitando magistralmente colpi di avversari che fisicamente non sarei mai riuscito a contrastare, la cosa mi faceva sentire realizzato e ne andavo fiero. In missione sapevo comportarmi meglio di alcuni che erano veterani, decisi così di allenarmi seriamente per fare di me un imbattibile e Ul'yar divenne il mio maestro.
Quando ebbi 20 anni, con i miei pugnali, nessuno riusciva più a battermi ed i nemici morivano sotto di me. L'obbiettivo delle missioni non era mai il mio scopo, lasciavo quel lavoro agli altri;
quello che facevo io era uccidere tutti quelli che non ci interessavano, questa era la realtà con la quale ero cresciuto nonché l'unica cosa che sapevo fare.
La gente del clan mi temeva e, involontariamente, avevo il rispetto e l'autorità di un capo senza esserlo. Mi chiamavano Spettro: dicevano che ero l'incarnazione di uno spirito, venuto a vendicarsi in terra dei torti subiti quand'era in vita.
Uccidendo provavo una strana sensazione, mi sentivo come se sovrastassi ogni genere di essere vivente ma contemporaneamente mi sentivo meschino e dannatamente pericoloso.
Spesso mi assentavo dal nostro accampamento per giorni soffocato da non so che cosa e con la mente attanagliata da brutte sensazioni e mille domande, una situazione che mi irritava terribilmente e che mi portava a sfogarmi ad est ed a nord della nostra zona.
Solitario e letale come uno scorpione nel deserto.
Cercavo il mio mondo, l'equilibrio della mia mente, il senso della mia vita.
“Poi sei arrivata tu, che mi hai mostrato un altro mondo, hai domato la mia mente e, come luce, hai illuminato la mia vita.”

**** ****

*Ul'yar*
Di solito camminava ondeggiando, come se volesse sedurre la preda in modo simile ad un ragno che tesse la sua tela attorno all’insetto da mangiare.
Imparò ad uccidere molto presto, troppo presto, forse fu questo a renderlo così malinconico e letale da rendere la sua fatalità una coltre spessa che copriva, inesorabile, il suo animo umano d'artista. Se non erano pugnali erano fogli e matite ciò che impugnava e con entrambe le cosa eccelleva. Componeva perfetti ritratti nonostante i suoi soggetti non erano mai appropriati.
Fu verso i 10 anni che avvenne la sua iniziazione e fui io a spiegargli la vita nel nostro clan come funzionasse: le missioni per rapire i neonati, i saccheggi, le stragi che compievamo. Tutto questo lo scosse meno di quanto immaginassi, meno degli altri prima di lui, forse era il destino che aveva lasciato in vita. Ricordo ancora quella notte in cui lo trovammo vivida come fosse ieri.
Era piccolo e solo fermo dinanzi al cadavere di una donna che forse era sua madre, nella confusione restava in disparte quasi inosservato.
All'inizio pensai non sarebbe stata una buona idea allevarlo: era già abbastanza grande da rendersi conto degli eventi e ricordarsi tutto, avrebbe potuto crearci molti problemi ma non riuscivo a capacitarmi dell'impressione che mi aveva fatto e subito capii che era diverso dagli altri.
Avevo visto così tanti bambini in passato piangere terrorizzati e accucciarsi in un angolo o, in un impeto di coraggio, protrarsi per attaccare mentre lui stava in piedi freddo come una statua.
I suoi enormi occhi brillavano nella notte, sembravano gli occhi di uno spirito.
L’idea di portarlo con noi fu di Kornel e credetti non fu stata una buona idea fino al periodo della sua prima missione quando, cioè, cambiai completamente idea.
Lo avevamo chiamato Leech, o meglio, il nome glielo diede Kornel.
Aveva dei nerissimi capelli lisci che portava corti fino alle spalle ed aveva un viso beffardo anche nel suo non avere molta espressività. Presto mi accorsi che io e Yanuariy, il responsabile dei novizi, avevamo creato un mostro.
Lo allenammo per anni e ci seguì fedele come un cane finché un giorno sparì dall'accampamento
Lo vedemmo tornare una notte, barcollante per la febbre e con i vestiti lerci dalla pioggia e dal sangue. Eravamo tutti veramente impressionati e scoprimmo cosa era successo solo quando ci giunsero informazioni da nord: la grande città pacifica che sovrastava la collina era stata attaccata e gli abitanti quasi sterminati da un piccolo demonio inferocito, nel cuore della notte.
Senza motivo.
Tutti lo temevamo perché consapevoli della sua pericolosità ma da allora la sua presenza cominciò ad esercitare una forte pressione nel nostro clan che restava basito di fronte alla sua ferocia crescente.
Perse fiducia e si isolò in un mondo tutto suo non concedendo a nessuno di provare né pietà né compassione per lui, che cominciò a comportarsi in modo estremamente scontroso cominciando per la prima volta a sfruttare quel rispetto della gente verso la sua superiorità come strumento per far tacere chi voleva.
Nella sua tenda, dov’era proibito entrare, c’era una paratia di legno. Quel giorno in cui tornò con la febbre alta lo portai nel suo letto, la notai e curioso l’aprii. La parte nascosta era piena di disegni e oggetti: vari ritratti di gesta positive ed affettuose come sorrisi ed abbracci, momenti che aveva colto di giorno in giorno, pupazzi, bambole ed altri oggetti infantili ormai logori. La cosa mi lasciò sconcertato perché mai mi sarei aspettato da un tipo come lui una collezione del genere che soprattutto faceva sembrare Leech un malato di mente.
Osservai per alcuni istanti il suo volto pallido per poi afferrare un pupazzetto ed uscire confuso.
La prima cosa che feci fu andare da Kornel e fargli sapere ciò che avevo visto. Gli mostrai il giocattolo spiegandogli da dove veniva e lui mi guardò serio, non capivo se era per il pupazzo o perché avevo violato un luogo proibito. Prese in mano il coniglietto di pezza e l'osservò per alcuni istanti infastidito, poi mi sussurrò di rimetterlo dove l’avevo preso prima che Leech se ne fosse accorto. Così, mentre pensavo a cosa sarebbe potuto succedere se lui mi avesse scoperto nell'aver violato quella parte così intima del suo carattere, tornavo guardingo nella sua tenda.
Un’ondata di risentimento mi sfiorò mentre varcavo l’entrata del suo alloggio.
Scostai la tenda e lo vidi rannicchiato nel proprio letto con la testa affondata fra le ginocchia.
La paratia era ancora aperta. Mi avvicinai lentamente stringendo il pupazzo fra le dita, lui non si mosse, non si girò a guardarmi anche se sapeva esattamente cosa stavo facendo.
Rendendomene conto non cercai di nasconderlo e rimisi il giocattolo al proprio posto.
Notai che tremava così gli chiesi se si sentiva bene ma non mi rispose. Guardandolo meglio mi accorsi che stava piangendo, seppur in silenzio.
Provai ad avvicinarmi per aiutarlo a togliergli quei vestiti bagnati di acqua e sangue ma non appena lo sfiorai mi diede una spinta buttandomi a terra, si alzò e con un'altra spinta mi buttò fuori dalla sua tenda.
La notte successiva era stato prestabilito di dirigerci a nord-est per una nuova missione, aspettammo lo Spettro per due ore, ma non uscì dal suo alloggio e partimmo senza di lui per la prima volta in 10 anni. Ne fui molto dispiaciuto.
Senza che mi rendessi conto del quando e del come Leech era profondamente cambiato, era diventato ancora più introverso, ancora più infido. Per la prima volta così, ebbi veramente paura di lui. Cominciò a litigare spesso con Yanuariy che, rimanendo il suo istruttore, voleva esortarlo a cambiare atteggiamento ma ricevette come risposta solo minacce.
Yanuariy era un suo mentore e mi abbatté l'accorgermi che, coloro con cui un tempo Leech aveva un forte legame, ormai non avevo più voce in capitolo nella sua vita.
Io, Kornel, Yanuariy… eravamo stati come dei padri per lui ma Leech dava modo di capire che avevamo perso ogni effetto sul suo carattere impetuoso. Per un periodo sperai veramente che tutto ciò fosse passeggero, a volte si odia proprio chi ci da più amore e lui era sempre il primo a rifiutare l'affetto, nonostante lo rincorresse in parallelo.
Così mi accorsi di non averlo mai veramente capito.
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (5 voti, 7 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 7 commenti
kilua-zoldick 08/07/09 20:41
Piuttosto graziosa, buona introspezione.
Ricordati che affinché, perché, poiché ecc si scrivono tutti con l'accento acuto. Sì, l'accento è una cosa a cui tengo più della mia stessa vita. Se non hai voglia di stare ad utilizzare il maiusc tutte le volte, usa Word che corregge automaticamente.
Continua, mi raccomando.
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niglia89 - Voto: 25/05/09 17:20
Non male, non male! Bravissima!
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livemylex - Voto: 22/05/09 14:59
come incipit non è male; i personaggi sembrano interessanti, anche se è ancora un po' presto per giudicarli^^
dovresti però fare un po' più attenzione alla forma: ho notato diverse espressioni stonate, qualche virgola fastidiosa ed alcune imprecisioni.
ti riporto comunque gli errori che puoi correggere subito:
*un’ imbattibile
*insosservato
*glie lo
*immortalatio
*contavano + nulla
*avvolte
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atygirl - Voto: 21/05/09 18:38
mi piace questo capitolo **
aggiorna presto!!
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frika 21/05/09 18:36
Sono felice ti sia piaciuto, spero di non deluderti con il primo capitolo =)
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niglia89 - Voto: 21/05/09 08:56
veramente bello! aggiorna aggiorna!
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tanichan - Voto: 21/05/09 07:26
ciaooo bellissima ff! è molto coinvolgente aggiorna presto .... buon lavoro =^^=
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