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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Film, Telefilm, Teatro
Dalla Serie: Smallville
Titolo Fanfic: SMALLVILLE 2011: LUTHORDOM
Genere: Azione, Avventura, Autobiografico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: fuocqua galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/05/2009 17:25:37 (ultimo inserimento: 07/06/09)

I Luthor spadronano su Smallville, Metropolis e dintorni indisturbati, anzi Clarck è un loro collaboratore. Ma ecco arriva una rivoluzionaria.
 
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LA SMEMORATA
- Capitolo 1° -

Lionel stava facendo una passeggiata nel grande parco del suo castello a Smallville, erano i primi di maggio e la vegetazione era rigogliosa, le folte fronde delle chiome degli alberi riparavano il Luthor dal caldo sole. L’uomo camminava tranquillo e in mano stringeva un libro di antichi carmi latini che leggeva appassionato; d’un tratto vide qualcosa che lo stupì, infatti proprio ai piedi di un maestoso olmo, giaceva sdraiata una ragazza. Aveva ventenni, lunghi capelli castano scuro pieni di boccoli, di corporatura robusta, sulla testa, che era appoggiata ad una bisaccia, portava un cappello da cowboy con sopra una spilletta con una farfalla blu, indossava pantaloni neri al ginocchio, una fusciacca e una maglietta rossa. Lionel, incuriosito, s’avvicinò e osservò meglio l’intrusa, non era morta ma stava dormendo. “Sveglia!” intimò l’uomo, ma la giovane continuava a dormire, allora lui le mise una mano sulla spalla, la scosse e ripeté, con voce un poco alterata, l’ordine. La ragazza, aprì a fatica gli occhi, fissò il Luthor e, con tono stanco e seccato chiese: “Chi diamine è lei?”
“Chi diamine sono?! Ma come ti premetti, ragazzina, sai con chi stai parlando?”
“No, altrimenti non glielo avrei chiesto.”
“Io sono Lionel Luthor, piuttosto chi sei tu e cosa ci fai nel mio parco?”
“Ah, ho sentito parlare di lei…. Comunque io mi chiamo Michela e non sapevo che questa fosse proprietà privata.”
“Perché dormi nei parchi, all’aperto? Sei un’accattona?” domandò Luthor incalzante e alterato, pronunciando l’ultima parola con disprezzo. “No, sono una cantastorie, un menestrello dei tempi moderni.” si giustificò la giovane, un poco offesa, continuò: “Giro per le strade e racconto favole nelle piazze e vivo di ciò che la gente mi offre come compenso dei miei intrattenimenti.”
“Come mai hai preso questa decisione? I tuoi genitori cosa ne pensano?” chiese Lionel, calmatosi e incuriosito dalla fierezza con cui quella estranea aveva parlato. “Non lo so neppure se i miei genitori siano vivi o morti…. Io credo di essere Italiana.”
“Italiana?”
“Sì, io non ricordo nulla della mia vita; un anno fa mi sono svegliata una mattina e mi son ritrovata in questo stato, senza sapere dove mi trovassi, né come ci fossi arrivata. Parlavo italiano, da ciò ho dedotto la mia origine; ricordo tutto ciò che ho studiato a scuola, ma nulla su ciò che ho fatto, potrei parlarle in latino o greco antico, ma non saprei dirle i nomi dei miei amici.” Ci fu un attimo di silenzio, si sentiva solo il cinguettio degli uccelli, poi la ragazza si alzò in piedi e disse: “Grazie per avermi ascoltata e scusi se ho dormito qui, spero non le abbia recato troppi fastidi. Ora riprenderò il mio girovagare.”
“Aspetta” la bloccò Lionel “Perché non ti fermi un poco nel mio castello? Riposati qualche giorno, ti farà bene.” Michela ci pensò un po’, c’era qualcosa che non la convinceva in quel sorriso e quello sguardo, li sentiva finti o come se nascondessero qualcosa, ma alla fine accettò l’invito. Il Luthor le fece strada e la condusse al proprio maniero, fin nello studio dove Lex stava esaminando dei file al computer. “Papà” disse il giovane “Come mai già di ritorno? E chi è quella ragazza?” Lionel gli si avvicinò dicendo ad alta voce: “Si chiama Michela, sarà nostra ospite.” Appoggiò una mano sulla spalla del figlio, avvicinò il proprio al suo capo e gli sussurrò all’orecchio: “Sai che non è mia abitudine accogliere vagabondi, ma pazienta. Soffre di uno strano caso di amnesia e quella spilla che ha sul cappello mi ricorda qualcosa, anche se ora non so cosa di preciso. Teniamola qui finché non scopriamo qualcosa di più, potrebbe tornarci utile, se invece dovesse rivelarsi un buco nell’acqua… bhe liberarcene non sarà certo un problema.” Detto ciò si allontanò e mentre usciva dalla porta aggiunse ad alta voce: “L’affido a te Lex, trattala bene.”CI fu qualche attimo di silenzio, poi il giovane Luthor si presentò: “E così rimarrai un po’ qui…. Piacere Lex.” si avvicinò porgendole la mano, la ragazza la strinse e disse il proprio nome. “Quanti anni hai, venti?”
“Sì, esatto, sono del ’91, credo.”
“Ti va di fare un giro di questo castello? Così saprai un po’ orientarti e non rischi di perderti trai suoi meandri.” Michela annuì con la testa.
Camminarono tra le varie stanze e corridoi, a dir poco labirintici, dopo un po’ giunsero accanto alla palestra in cui le guardie di palazzo, quando non erano in servizio, potevano allenarsi nel combattimento per mantenersi in forma. La ragazza li osservò, poi indicandoli col capo e lo sguardo chiese a Lex: “Posso?”
“Cosa?”
“Sfidarne uno a duello?” il Luthor rise e divertito rispose: “Non pensi possano essere un po’ troppo forti per te? Ho arruolato i migliori lottatori della zona, solo io sono in grado di sconfiggerli, da queste parti.”
“Per favore, lasciami tentare.”
“Va bene, se ci tieni così tanto, però non farti illusioni.” Lex richiamò l’attenzione dei suoi uomini che immediatamente si disposero ordinatamente in fila. “Allora” disse “Questa mia ospite vorrebbe confrontarsi con uno di voi, ci sono volontari?” le guardie borbottarono un poco, lamentandosi perché si trattava di una donna, infine si fece avanti uno, tutti gli altri si misero da parte per lasciar lo spazio al combattimento e poterlo osservare. “Soltanto una cosa, prima di iniziare” disse Michela avvicinandosi “Non farti scrupoli.” Il duello cominciò, la guardia si affrettò a calare un pesante pugno destro dall’alto verso la fronte della ragazza per la quale afferrare con la sinistra il polso in avvicinamento, girare le spalle, passare il braccio destro sotto l’ascella avversaria, piegarsi sulle gambe, raddrizzarsi dando un forte colpo d’anca e proiettare a terra davanti a sé l’avversario fu l’affare di una manciata di secondi. Un attimo dopo Michela teneva l’altro stretto a terra, con un braccio in leva tra le gambe, mentre con le mani lo strangolava. L’uomo dovette arrendersi. Tutti i presenti rimasero a bocca aperta, sbalorditi; la giovane tornò di fianco a Lex, dicendo tra sé e sé: “Che delusione, non è stato tanto divertente.” Mentre uscivano e riprendevano il giro del palazzo, il Luthor le fece: “Complimenti! Per caso ricordi come mai sei una macchina da guerra?”
“No, però mi è venuto in mente che, almeno nel 2008, sono stata campionessa nazionale di judo.” Lex, dunque, iniziò a pensare: Chi è questa straniera? Come mai è così forte? Nasconderà un segreto o davvero non ricorda nulla? Che sia una mutante da meteorite? Non può essere, è Italiana…, ma se avesse mentito? E mio padre dove ha già visto quella farfalla blu? Si deve far luce.
Tornando verso lo studio di Lex, i due giovani passarono per un corridoio alle cui pareti erano appesi innumerevoli quadri, ad un tratto Michela si arrestò e rimase ad osservare un ritratto: era di un giovane un po’ in carne, aveva lunghi capelli, castano scuro, liscissimi che gli ascendevano fin quasi a metà schiena, lo sguardo era grave e perso, una barba in stile re persiano gli cresceva sulle guance. Lex, vedendola catturata da quel dipinto, iniziò a spiegare: “Quello è il mio fratellino…”
“Angelo!”
“Sì, esatto, ma come lo sai? Mio padre l’ha tenuto lontano dai giornali e dalle televisioni, in pubblico non circolano sue foto!”
“Io lo conosco! È un mio amico. Sì mi ricordo di lui…. Reggio… Reggio Emilia! È quella la città in cui sono cresciuta, è li che l’ho conosciuto, qualcosa mi riaffiora alla mente.
“Reggio Emilia? Sì, mio fratello è vissuto lì, fino a un anno e mezzo fa. Vieni, andiamo ne mio studio, là ne parleremo con calma.” Andarono e, dopo essersi seduto su un divano, ripresero la conversazione “Mio padre, viaggia spesso e, specie dopo la morte di mia madre, ha avuto varie relazioni con donne un po’ in tutto il mondo, da una di queste, nell’89 nacque Angelo. Sua madre…”
“…. È la seconda donna più potente di Reggio!”
“Vero, ma non è quello che volevo dire io.”
“Lui ogni tanto lo diceva, quando voleva fare lo sbarone.”
“Stavo dicendo: sua madre è sempre stata segretamente in contatto con mio padre e lo ha sempre tenuto aggiornato sulla vita, le attività e i progressi del figlio. Un anno e mezzo fa, però, in Italia c’è stato un colpo di stato, con l’istituzione di un regime dittatoriale, dunque l’amante di mio padre lo ha supplicato affinché portasse Angelo qui in America, infatti era a rischio poiché faceva parte di un gruppo che si opponeva al governo, questo è quanto so.” fece una pausa, poi aggiunse “Il mio fratellino, ora, sta terminando degli studi, tornerà qua per i primi di giugno, se vuoi puoi aspettarlo fino ad allora, così potrai scoprire qualcosa di più sul tuo passato, forse.”
“Se non reco disturbo…”
“Per Bacco! Tranquilla, non c’è problema.” Lex si alzò in piedi, andò al mobiletto dei liquori e si versò un bicchiere di cognac, chiese se anche lei ne volesse a Michela che accettò. Bevvero. In quel momento un giovanotto, vestito di rosso e blu, fece capolino nella stanza. “Ciao Clarck.” salutò il padrone di casa. “Buongiorno Lex” rispose l’altro “Ti devo parlare, sai devo farti il resoconto di quella cosa.” dal tono si capì che non voleva dire esplicitamente di qual questione si trattasse per via della presenza della sconosciuta. “C’è stato qualche imprevisto?”
“No, è filato tutto liscio come l’olio.”
“Bene, allora mi darai i dettagli più tardi. Ora dovrei chiederti un favore.”
“Dimmi.”
“Io ho un po’ da lavorare, ma ho anche un’ospite e sarebbe scortese da parte mia lasciarla sola, non è che potresti farle tu un po’ di compagnia? Falle fare un giro in città, falle conoscere qualcuno dei nostri amici.”
“D’accordo, nessun disturbo. Ma chi è?”
“Un’amica di mio fratello.”
Michela, dunque, andò in città con Clarck; non appena i due si furono allontani, Lex prese il telefono e chiamò il padre al quale raccontò quanto scoperto. “Ma certo! Come ho fatto a non pensarci?! La farfalla blu era il simbolo di quello pseudopartito di cui Angelo era uno dei fondatori. Probabilmente anche lei ne avrà fatto parte. Hai la sua bisaccia a portata di mano?”
“Sì.”
“Bene, guarda se dentro c’è una sciarpa azzurra.” Lex controllò “Sì, l’ho trovata.”
“Allora anche lei era coinvolta.”
“Papà, mi spieghi che cosa è successo quando hai portato via Angelo dall’Italia? Già all’epoca c’era qualcosa che non mi convinceva, ma non ho voluto indagare, ora però voglio sapere tutto.”
“È troppo lungo da raccontare al telefono, ti basti sapere questo: ormai stava arrivando il tempo in cui sarei andato a prenderlo, ma sua madre mi ha sollecitato poiché si stava mettendo nei guai ed inimicandosi il governo, con le azioni promosse dal gruppo di cui faceva parte. Ho, dunque, affrettato i preparativi, ma Angelo mi disse che non sarebbe venuto, se non avessi portato in salvo anche i suoi compagni, quindi ho incaricato diversi miei agenti di occuparsi della faccenda. Purtroppo sorsero problemi e complicazioni, non seppi mai che cosa accadde agli altri ragazzi, se fossero giunti in America oppure no, se fossero tutti assieme o divisi. Ma ora ne abbiamo ritrovata una, ad Angelo farà piacere.”
“Ma tu hai mai provato a rintracciare gli altri?”
“No, per essere un vero Luthor, tuo fratello deve staccarsi dai valori di quel gruppo.”
“E non credi che la ragazza potrebbe…”
“No, una non è di alcun danno, sta tranquillo, non c’è bisogno di eliminarla. Mal che vada ce ne occuperemo più tardi.”


 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 1
fuocqua
16/05/09 13:30
Ah e comunque quel passaggio non convincevo molto neanche me, però non sapevo come metterlo altrimenti.
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
fuocqua
16/05/09 13:19
Per Giove (come direbbe il mio caro Yanez)!
Non hai da scusarti, hai semplicemente espresso il tuo parere ed è più che legittimo, anche perché serve anche a me ricevere critiche, così so come migliorare. Grazie! :-)
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
g93m - Voto:
14/05/09 23:56
Davvero particolare.
Mi appassiona molto e,credimi,non è facile.
Così il prode Clark si è piegato ai voleri dei Luthor.
Posta presto,non vedo l'ora di leggere il continuo
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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