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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: WENN WIR GEHN, DANN NUR ZU ZWEIT
Genere: Sentimentale, Romantico, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: Lemon, Shounen Ai
Autore: sarettalovesmu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 07/05/2009 17:27:09 (ultimo inserimento: 13/06/09)

[Twincest] Bill e Tom. Un sentimento proibito che tuttavia non possono più ignorare. Metteranno in gioco la loro vita perfetta?
 
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CAPITOLO 1
- Capitolo 1° -

Buio.
Urla.
Migliaia di braccia alzate al cielo.
Migliaia di cellulari puntati sul palco, che emanavano luci che dalla lontananza sembravano piccole lucciole.
Avanzò sicuro sul palco. Quello era il suo territorio. La paura, il nervosismo, sembravano averlo abbandonato all’improvviso. Quelle persone erano lì per lui e gli altri. Solo per loro. Per sentirli fare la cosa che più amavano: la musica.
Una scossa incontrollabile di adrenalina lo pervase mentre afferrò il microfono. Quella era la sensazione che amava. Quella era la cosa che gli dava più soddisfazione al mondo. Non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte sulla faccia della terra in quel momento. Solo lì.
Una devastante ondata sonora fatta di urla che nel frastuono divennero una sola si alzarono da tutto lo stadio quando la luce del riflettore illuminò il ragazzo moro al microfono e successivamente gli altri tre con i loro rispettivi strumenti. Tom, suo fratello, era come sempre poco più in dietro alla chitarra, Georg al basso e Gustav alla batteria.
Dopo pochi secondi interminabili dove il palazzo sembrò scoppiare, le prime note di “Spring nicht” sovrastarono le urla e ogni altro rumore. La voce di Bill iniziò a diffondersi come magia all’interno dell’edificio. La parole gli scorrevano dalle labbra e non doveva nemmeno più pensarci, non gli serviva nemmeno sentire la sua voce dall’in-ear-monitoring, infatti aveva staccato il piccolo auricolare dell’orecchio. Ogni cosa veniva in automatico in quel momento.
Il moro, sempre cantando, si spostò vicino a Tom che gli sorrise suonando la sua chitarra senza doverla nemmeno guardare.
“Ich schrei in die Nacht fùr dich, lass mich nicht im Stich, spring nicht... ”, cantò fissando suo fratello con viso espressivo. Gli dava la carica vedere Tom suonare ad occhi semichiusi le note di ogni canzone che cantava. Sentire la vicinanza del gemello durante tutta la durata del concerto gli era indispensabile, come del resto in ogni altro momento della sua vita.
Il pubblicò sembrò andare in escandescenza. Numerosissime ragazze piangevano emozionate.
Bill, sempre cantando, si spostò al centro del palco sorridendo. Amava il fatto di riuscire a scatenare emozioni talmente forti nelle persone solo con il suono della sua voce accompagnata dagli strumenti degli altri.
Lo show fu un successo. Ormai quasi tutte le ragazze erano in lacrime. Tenevano alti i cartelloni sperando che i loro idoli riuscissero a leggerli.
Dopo “Schrei”, ultimo brano della serata, Bill abbassò il microfono chiudendo gli occhi per un istante in cui la folla sembrò nuovamente impazzire. Gocce di sudore gli imperlavano il viso, ma non era fastidioso. Anzi, il ragazzo in quel momento sentì di essere la persona più soddisfatta sulla terra e sapeva che per i suoi compagni era lo stesso.
Improvvisamente spalancò gli occhi alzò una mano in alto e gridò: “Grazie Berlino!”
Altri boati pazzeschi.
Tom gli si affiancò e così fecero Georg e Gustav.
“Siamo stati fantastici.”, esclamò il bassista. Gli altri annuirono.
Bill si portò il microfono alla bocca per fare un ultimo saluto: “Non so davvero cosa dire.”, iniziò, “credete che stanno vi abbiamo trasmesso delle emozioni?”
Un ulteriore fragore si alzò dal pubblicò, in segno d’assenso.
“Be’,”, continuò Bill, “voi ce ne avete trasmesse altrettanto. Voi che ci sostenete sempre siete i fan migliori del mondo. Non so cos’altro dire. Stasera è stato meraviglioso. Le nostre strade si divideranno per un po’, ma ricordatevi, saremo sempre al vostro fianco. Grazie Berlino!”
I quattro ragazzi fecero numerosi inchini prima di abbandonare il palco sotto il chiasso assordante.

“Sono morto.”, constatò Tom imperlato di sudore lasciandosi cadere su uno dei divanetti nel camerino. Georg e Gustav lo imitarono, anche loro sfiniti.
Bill, dopo essersi aggiustato alla meglio il trucco che gli era colato, afferrò un asciugamano lanciandolo al fratello e se ne prese uno per sé che si appoggiò intorno alle spalle.
In quel momento David Jost, il loro manager, entrò nel camerino accompagnato da altre persone. Tutti si congratularono coi ragazzi per lo spettacolo perfettamente riuscito. Bill stesso, perfezionista accanito com’era, non riuscì stavolta a trovare un difetto nel modo in cui aveva cantato.
“Vi meritate almeno una settimana di riposo ora, prima di ripartire.”, disse loro David in tono soave.
I quattro sgranarono gli occhi. Era di più di quanto avessero potuto sperare. Ormai, da quasi 3 mesi non facevano altro che girare per l’Europa a fare concerti nelle più svariate città, senza avere un attimo di pausa.
“Comunque stasera si festeggia!”, affermò Georg dopo essersi ripreso dalla buona notizia. Gli altri annuirono.


Erano le 8 passate quando furono riaccompagnati nell’lussuoso albergo dove avevano deciso di pernottare per tutta la permanenza a Berlino. Prima avevano dovuto fare alcune interviste di routine dopo il concerto e alcune foto con ragazze in lacrime che erano state così fortunate da essere scelte per passare 10 minuti coi loro idoli.
I ragazzi, accompagnati dai vari componenti dello staff, entrarono nell’hotel e lo trovarono subito di loro gradimento.
Tom e Bill avevano le loro camere sullo stesso piano e vicine, mentre Georg e Gustav stavano al piano sopra al loro. David Jost e il resto del management erano invece dispersi in altre parti dell’edificio.
Erano stati muniti di speciali tesserini magnetici che avrebbero aperto le porte delle suite al posto di tradizionali chiavi. Tom fu subito sul piede di guerra con quel nuovo oggettino.
Irritato stava cercando di accedere alla sua stanza, passando e ripassano il tesserino sul piccolo schermo che c’era al posto della serratura, ma la porta non voleva saperne di aprirsi, mentre Bill lo osservava divertito.
“Ma porca putt…come cazzo funzionano questi dannati affarini?”
“Dammi qui, imbranato.”gli disse Bill ridendo e strappandogli dalle mani il cartellino “Devi fare piano, così.”
Si avvertì un leggerlo “click”, e la porta si aprì.
Tom si riprese il cartellino borbottando qualcosa sul fatto che ci sarebbe riuscito anche lui dopo un po’ ed entrò nella sua camera. Stava per chiudere la porta quando il fratello lo fermò.
“Tomi, aspetta. A che ora dobbiamo trovarci dopo?”
“David ha detto tipo verso le 22.30, vabbè ti vengo a bussare io ok? Ma cerca di essere pronto perché non ho voglia di aspettarti come sempre, stasera è la mia gran sera. Tutte quelle fighette non aspettano altri che me.”, un ghigno si fece largo sulle sue labbra.
Il moro alzò gli occhi al cielo e fece per entrare nella sua camera.
“Fratellino, dovresti divertirti anche tu ogni tanto come faccio io sai?”, la voce del gemello lo raggiunse beffarda. Ecco che si era ripreso la sua piccola rivincita per la figura di poco prima.
Per tutta risposta Bill chiuse la sua porta sbattendola più del dovuto. Trovò le sue innumerevoli valigie già appostate vicino al letto da qualche inserviente ma non aveva nessuna voglia di iniziare a disfarle. Snervato si sedette sul grande letto morbido.
Lo irritavano particolarmente quelle punzecchiature da parte del fratello, anche se ormai ci aveva fatto l’abitudine. Cosa ci poteva fare lui se non adorava il sesso sfrenato con delle sconosciute dalle tette enormi come Tom? Non riusciva proprio a immaginare sé stesso che seduceva una ragazza appena conosciuta in un locale o dopo un suo concerto. Men che meno riusciva ad immaginarsi così intraprendente da portarla subito nella sua stanza d’albergo e abbandonarsi con lei a una notte di lussurie per poi sbatterla fuori il mattino seguente e fare finte che non sia successo niente. La sua coscienza non gli avrebbe mai permesso di fare una cosa simile.
Invece per suo fratello era diverso. Per Tom era tutto facile. Queste cose lui le faceva puntualmente quasi ogni terza o quarta notte che passavano in hotel e troppo spesso era capitato che Bill, avendo la sfortuna di avere la stanza proprio attaccata, era impedito dal dormire per le urla acute che Tom strappava alla ragazza di turno.
Il moro sospirò, entrando nell’enorme bagno di quella suite, e iniziò a spogliarsi per fare una doccia, senza meravigliarsi dei lavandini in oro o delle piastrelle in marmo pregiato. Ci era fin troppo abituato ormai.
I suoi pensieri continuavano a volteggiare intorno a quell’argomento che da un po’ di tempo lo turbava. Era forse anormale? Perché non provava la stessa voglia di Tom quando vedeva una bella ragazza davanti a sé? Molte volte, nelle interviste, gli veniva chiesto se fosse fidanzato o quale sarebbe stata la sua ragazza ideale; e lui aveva sempre dato le solite risposte standard. ‘No sono del tutto single da ormai quasi tre anni. Sì mi manca una persona con cui condividere i miei momenti, ma voglio che sia speciale…’ e bla bla bla. Questo era quello che doveva dire, quello che sarebbe parso normale e le sue fan sarebbero state felici e contente. Ma invece, lui dentro di sé non sentiva alcun bisogno di avere una ragazza. Aveva Tom sempre vicino nei momenti belli e brutti della sua vita e questo gli bastava completamente. Ma era normale a 18 anni non desiderare la compagnia dell’altro sesso se non per una serena chiacchierata?
Entrò nella larga doccia e ne chiuse le ante. Poi fece scorrere l’acqua tiepida e rilassante sul suo corpo e chiuse gli occhi. Voleva distrarsi da quei pensieri irritanti, non poteva prendersi male proprio quella sera dopo un concerto perfetto come lo era stato quello di poco prima. Ma come al solito i suoi pensieri galoppavano liberi e ribelli, e uno in particolare sembrò come pungerlo, procurandogli un dolore mentale talmente forte che aprì gli occhi di scatto.
Quella volta che su una rivista francese era uscita la voce che lui avesse scritto in internet di essere gay e la voce si era sparsa così in fretta in tutti paesi d’Europa che nemmeno David era riuscito a capacitarsene. I Media avevano iniziato ad assillarlo con quella domanda per alcune settimane, senza tregua, sostenendo che tutte le sue fan erano a pezzi. E lui, come sempre, col sorriso di circostanza stampato in faccia, aveva pazientemente iniziato a smentire e spiegare di non dare credito alle voci di internet, di non pensare che uno solo perché truccato e con le unghie smaltate fosse gay.
‘No non sono gay, e sarebbe anche un peccato per tutte quelle belle signorine che ai miei concerti vedo in prima fila.’, aveva detto a RTL, un canale nazionale della Germania.
Non mentiva del tutto, infatti lui era assolutamente certo di non essere gay poiché non aveva mai provato alcun tipo di attrazione per un uomo.
I dipendenti della loro casa discografica Universal e lo stesso David Jost, gli avevano poi raccomandato, come se fosse stato necessario, di continuare a smentire e di non dimostrarsi mai scocciato per quelle domande, altrimenti ne avrebbe risentito la fama dell’intera band. Perché se da una parte Bill Kaulitz era il leader carismatico ed indiscusso dei famosi Tokio Hotel, che insieme al gemello Tom, vantava di possedere tutta l’attrattiva senza la quale il gruppo non avrebbe contato nemmeno un millesimo dei fan che aveva, dall’altra lui era costantemente quello preso di mira dalla critica, proprio per il suo aspetto androgino accentuato dal trucco e dai vestiti stretti che mettevano in risalto le forme esili e sinuose del suo corpo.
Quindi aveva continuato a sorridere e smentire ogni volta gli veniva sbattuto in faccia di prediligere il suo stesso sesso. Ma ricordava bene cosa celava dietro a quel sorriso, se si concentrava riusciva a sentire ancora adesso quello stesso dolore ogni volta si apriva quell’argomento. Erano come delle pugnalate al cuore che facevano lentamente a pezzi la sua autostima. Soffriva, perché avrebbe tanto voluto dimostrare a tutti coi fatti di non essere gay. Ma non ci riusciva pur avendo avuto milioni di opportunità, quando ragazze lo incontravano e gli sorridevano e non desideravano altro che lui. Era stato un periodo davvero difficile per lui. Soltanto Tom riusciva a capirlo. Sì, soltanto suo fratello vedeva dritto nella sua anima e ne comprendeva il dolore, come del resto succedeva sempre. Perché loro due quasi non avevano bisogno di parlare per capirsi.
E così, quando un giornalista diventava troppo invasivo, tanto che Bill non riusciva più a districarsi dal discorso, Tom accorreva in suo aiuto, apparentemente facendo qualche battutina delle sue, ma che in realtà erano delle ancore di salvataggio lanciate appositamente per il gemello. Bill riusciva a ricordarsi un episodio in particolare, di un intervistatore davvero molesto…


Si trovavano a Vienna ad un importante festival musicale dove erano appena stati premiati come migliore band. Un giornalista dagli appariscenti capelli rosso carota che lavorava per un’importante rivista di gossip li aveva intercettati
“Ed eccoci qui in diretta dallo Stadio Amadeus di Vienna! Signore e signori, in esclusiva, siamo riusciti a rubare 10 minuti alle indiscusse Star della serata, i Tokio Hotel!
Bill, benvenuto a Vienna! Ti piace la nostra città?”
“Oh sì, moltissimo. Non è la prima volta che ci vengo, ma resto sempre affascinato da questo posto.”, e aveva sorriso cordiale.
“Molto bene, molto bene. Vorrei arrivare subito al punto clou che interesserà le nostre spettatrici. Bill, riguardo allo scandalo che in queste settimane è sulla bocca di tutti, insomma, sei omosessuale?”
Eccola, la fitta che il moro aveva sentito distintamente pur aspettandosi una domanda simile. Tuttavia aveva cercato di sorridere noncurante.
“Sarà la millesima volta che commento questa domanda, ma lo rifaccio con piacere: no, non sono gay. Capisco che per alcuni il trucco su di un uomo può sembrare strano, ma ricordiamoci che anche gli antichi egizi si truccavano, o i greci…per loro era normale…” e aveva fatto una risata nervosa dopo il suo tentativo di battuta per sdrammatizzare.
Anche il giornalista aveva riso prima di rispondergli in tono ironico: “Sì certo, infatti per gli antichi anche l’omosessualità era normale.”
Bill era rimasto di sasso e non aveva saputo cosa dire. Le persone intorno a loro che stavano ascoltando si erano iniziate a lanciare degli sguardi eloquenti. Bill aveva sentito chiaramente le lacrime inumidirgli gli occhi. Lui che di solito davanti alle telecamere si sentiva come a casa sua, lui che durante le interviste non faceva altro che parlare, in quel momento stava per mettersi a piangere davanti a tutti.
Tom improvvisamente però, gli aveva strappato il microfono di mano e aveva detto in un tono beffardo: “Oh sì è vero. Come del resto nel medioevo dove tutti gli uomini dai capelli rossi erano considerati stregoni o omosessuali e venivano torturati e bruciati vivi. Portava sfiga avere i capelli rossi.”, e aveva ghignato in faccia al giornalista.
Bill era rimasto a bocca aperta. Le persone intorno a loro avevano cominciato a ridere e a battere le mani in segno di approvazione. La faccia dell’intervistatore era diventata rossa quasi quanto i suoi capelli e dopo un breve saluto e un “grazie” a denti stretti se n’era andato. Quell’intervista di certo non l’avrebbe pubblicata.
Prima di tornare sui loro passi richiamati da David, Bill aveva preso il braccio di Tom e lo aveva stretto piano in segno di riconoscenza. Quello si era voltato e gli aveva sorriso come a voler dire ‘non c’è problema fratellino’.


Sì, era così che Tom lo aiutava sempre. Lo capiva all’istante e lo consolava senza farglielo pesare. Gli stava accanto col suo fare strafottente che in realtà nascondeva un’anima splendida e altruista, sempre pronta ad aiutare il prossimo. Ma questo Tom non l’avrebbe MAI ammesso. Era davvero un buon fratello maggiore, pensò Bill sorridendo fra sé e sé, anche se maggiore solo di 10 minuti. Ma smise subito di sorridere si accorse di essersi dimenticato il doccia-schiuma, lo shampoo ammorbidente, il balsamo nutriente e la maschera ricostituente in una delle valigie ancora chiuse. Brontolando uscì dalla doccia per recuperare tutto l’occorrente.

Era passata circa un’ora e mezza e Tom, dopo essersi stravaccato sul letto facendo zapping sul grande maxi-schermo al plasma che aveva in camera, si degnò di alzarsi e vestirsi. Afferrò i suoi jeans XXL preferiti della Karl Kani, una maglietta nera larga come al solito della Ecko e cappellino e bandana della G-Unit. Ci mise 2 minuti ed era pronto. Odiava fare lunghe cerimonie per prepararsi, quella era roba da donne…e suo fratello. Alzò gli occhi al soffitto al pensiero e uscì dalla sua camera per bussare violentemente a quella del moro. No, stavolta non sarebbe arrivato in ritardo per le stupide manie da femmina del gemello. L’ultima volta erano arrivati al locale un’ora dopo e tutte le ragazze più belle erano già occupate.
Alla terza sessione di bussate, la porta si spalancò rivelando un Bill magicamente già vestito e truccato di tutto punto. Tom stentò a crederci.
“Wow Bill, sei un grande.”, gli disse afferrandolo per un braccio, già pronto a trascinarlo verso l’ascensore. Ma quello si ribellò all’istante.
“Tomi ma che fai, sei fuori? Le unghie! Non mi sono finito le unghie!”, e mostrò al rasta le sue unghie lunghe, perfettamente laccate di nero.
“Ma se sono nere!”
“Te non ce la fai proprio più. Non vedi che manca il bianco?!”
Tom aprì la bocca esasperato, ma la richiuse. Era tutto inutile.
Quella sera, invece di arrivare al locale alle 23 come prestabilito, i Tokio Hotel arrivarono a mezza notte.
Tom voleva davvero troppo bene a suo fratello, altrimenti a quell’ora l’avrebbe già ucciso.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (8 voti, 18 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 18 commenti
Rif.Capitolo: 11
emoemi - Voto:
08/08/09 16:37
Meravigliosaaaaa continua presto!!!!
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terryconty90 07/07/09 17:57
stupendaaaaaaaaa!!!!!!!! aggiorna presto!!
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Rif.Capitolo: 2
sarettalovesmu
16/06/09 19:37
Ah..e naturalmente grazie a tutti gli altri che commentano. Mi fa un piacere immenso^^
Ciaao.
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sarettalovesmu 16/06/09 19:30
*dal ridere
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Rif.Capitolo: 4
sarettalovesmu
16/06/09 19:29
:-)
Viti mi fai morire del ridere (in senso positivo).
Grazie per i commenti. ^^
Ciaaao^^
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Rif.Capitolo: 10
moon-stars-sun - Voto:
07/06/09 22:28
ed ecco finalmente una ff dove non c'è la minima presenza di faccine come queste: ^^ XD =) ** ecc ecc
sono maledettamente odioseee!
Comunque vorrei complimentarmi con te, sei una scrittrice stupenda e la ff è di mio gradimento, perciò ti chiedo di continuare! **
A presto
Delia
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Rif.Capitolo: 6
kokakola
29/05/09 21:14
Mi fa piacere che tu non abbia preso male gli appunti che ti ho fatto. :]
Ci vorrebbero più autrici come te in questo sito. U.U
Comunque. La storia continua a piacermi moltissimo. Sembra che stia iniziando a muoversi qualcosa nel cervellino di Bill. Sembra Laugan abbia fatto qualcosa di buono XD. Ora che la miccia è accesa io aspetto impaziente l'esplosione. U.U
Davvero complimenti e spero aggiornerai presto. :]
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Rif.Capitolo: 1
sarettalovesmu
25/05/09 18:22
Kokakola: Grazie mille per avermi fatto notare di avere fatto parecchi errori negli ultimi capitoli. Di solito, una volta postati, non li rileggo più, ma credo proprio che sarà il caso di farlo xD. Comunque mi scuso, io stessa non sopporto gli errori nelle ff.Il problema è che il mio programma di Word non mi funziona più (-.-'), quindi sono costretta a scrivere direttamente qui la mia storia e siccome scrivo in fretta mi capitano spesso errori di battitura che Word mi segnerebbe in rosso, perché io se no non me ne accorgo xD.
Per quanto riguarda la parte in inglese, chiedo venia di nuovo. Non sapevo effettivamente se metterla o meno, potendo scrivere direttamente in italiano, però mi era sembrato carino e più realistico. Adesso la ricontrollo suubito xD
Comunque a parte questo, grazie per i complimenti. A me piacciono i rapporti che si evolvono lentamente, graduatamente, altrimenti risulterebbero innaturali, soprattutto se si tratta del rapporto fra due gemelli.
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Rif.Capitolo: 8
kokakola
25/05/09 17:17
Ehm. Premettendo che ho trovato negli ultimi capitoli davvero molti errori grammaticali e che la parte in inglese nella quale Tom parla con Sophie è quasi totalmente sbagliata (che poi può anche essere che tu l'abbia scritta sbagliata volontariamente per far capire che Tom, in inglese, non sa dire una cippa eh XD), la storia mi piace molto. Mi piace molto come hai descritto il rapporto fraterno che lega i gemelli, rapporto che spesso viene trascurato nelle ff Twincest. Mi piace la lentezza (quasi esasperante) con cui i due iniziano a rendersi conto di piacersi. Niente di affrettato, tutto con la giusta tempistica. Davvero peccato per quegli errori che si trovano qua e là e rendono la lettura un po' meno scorrevole. Niente comunque che non possa essere risolto da una buona beta.
Aspetto il prossimo aggiornamento :]
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Rif.Capitolo: 8
emoemi - Voto:
23/05/09 17:38
uuuu continuaaaaa è bellissima!!
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