NEKO STORY
- Capitolo 1° -
Questa storia è nata da una mia esperienza personale.
E’ molto tenera e non c’è yaoi, quindi è godibile per tutti.
Se vi piace commentate ^_^
Pioveva.
Grandi gocce opache cadevano giù dal cielo impreziosendo l’ambiente di delicate perle argentee.
Le coppiette che erano state sorprese nelle loro passeggiate camminavano a braccetto sotto grandi ombrelli colorati, facendo sembrare la strada un lungo serpente dalle scaglie cangianti.
Il tutto era indubbiamente poetico e avrebbe ispirato qualsiasi artista, ma su di lui quell’acqua scorreva lenta e fredda, sbiadendo tutto ciò che toccava.
Naruto Uzumaki odiava la pioggia.
In quell’edificio freddo e grigio che era chiamato Scuola gli avevano detto che era metereopatico.
Metereopatico: una parola che gli passava sopra esattamente come la pioggia e tutto ciò che rappresentava quel mondo incolore, lasciandogli il vuoto nel petto.
Ma Naruto sapeva perché odiava la pioggia: quell’incessante gocciolio gli ricordava la sua infanzia.
Il biondino era cresciuto assieme ad una cucciolata di gattini, in un bosco e con uno stile di vita selvatico e libero.
Ma era stata un’infanzia felice e colorata, tra le coccole di mamma gatta e i giochi spensierati con i suoi fratellini che gli avevano lasciato tre segni simili a baffi sulle guance.
Poi un giorno di pioggia la felicità si era spezzata.
Erano arrivati degli operai che avevano iniziato ad abbattere alberi con le motoseghe.
Un grosso tronco si era abbattuto sul loro rifugio uccidendo mamma gatta e i suoi fratellini.
Naruto ricordava di averli smossi più volte e di essersi lamentato miagolando, cosa che aveva attirato gli operai da lui.
Questi naturalmente avevano cercato di acciuffarlo, ma lui aveva iniziato a soffiare ed erano stati necessari ben tre uomini per immobilizzarlo.
Da quel triste giorno piovoso iniziò la sua vita di umano.
Ora il biondo se ne stava seduto sul suo divano, contemplando con sguardo vitreo la pioggia che cadeva quando qualcosa risvegliò la sua attenzione.
“Miao…”
Un piccolo, flebile, miagolio.
Naruto si avvicinò con circospezione alla porta che dava sul giardino; chi osava entrare nel suo territorio?
Era già pronto a cacciare l’intruso, ma quello che si trovò davanti lo spiazzò.
Un cucciolo.
Un minuscolo micetto nero col pelo intriso d’acqua che metteva in evidenza il suo fisico pelle e ossa.
Sul dorso aveva una strana macchia a forma di ventaglio, bianca e rossiccia.
Ragazzo e gatto si fissarono negli occhi, poi il cucciolo abbassò lo sguardo e mise la coda tra le zampette.
Bhe, almeno sapeva le buone maniere.
Naruto tentennò: non sapeva cosa farsene di quel piccolo sgorbi etto nero.
Se gli avesse dato da mangiare non se lo sarebbe più scrollato di dosso, ma se lo avesse lasciato lì fuori sarebbe morto senz’altro.
Alla fine sospirò e fece entrare il micetto, dandogli un po’ di croccantini e dell’acqua.
Dopo poco smise di piovere e il biondino fece uscire il piccolo, non poteva certo badare a lui per sempre.
Ma ogni sera puntualmente, il gatto nero si ripresentava davanti alla sua porta e miagolava, con una vocina flebile a cui Naruto non sapeva resistere.
Perciò quella strana consuetudine continuò col tacito accordo del ragazzo fino a un certo giorno.
Era sera come al solito e Naruto stava guardando la TV.
In realtà non guardava la TV ma l’orologio accanto, chiedendosi quando sarebbe arrivato il cucciolo, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Era orgoglioso lui.
Tuttavia stava iniziando a farsi tardi e il nero ancora non arrivava.
Il ragazzo si agitava inquieto.
“Basta! Ora vado a cercarlo. Quello stupido cucciolo si sarà perso…”
Uscì in giardino ma immediatamente sentì che qualcosa non andava.
C’erano dei miagolii che riecheggiavano tutt’intorno: miagolii cattivi e minacciosi, tra i quali riconobbe quello del piccolo.
Infatti il nero era alle prese con due gatti randagi, decisamente più robusti di lui.
Uno era violetto, con due enormi iridi gialle e inquietanti.
L’altro era un certosino con gli occhi lievemente cechi e un comportamento adorante verso il viola.
“Allora Sas’ke-kun…so che hai trovato un posto dove mangiare a scrocco, vero?” sibilò il capo.
Era una domanda retorica e Sasuke rispose con un basso miagolio di sifda.
Immediatamente si beccò una zampata dal certosino
“Abbi più rispetto per Orochimaru!”
Il nero appiattì le orecchie, pronto a combattere, ma in quel momento sentì rumore di passi che si avvicinavano.
Una furia bionda piombò in mezzo a loro e si frappose tra i due più grandi e Sasuke.
Naruto soffiò minaccioso, mostrando i canini non poco sviluppati e mettendo in fuga Orochimaru e Kabuto.
Poi il ragazzo si voltò verso il micio, timoroso e si accovacciò vicino a lui.
Il nero vide il biondo allungare titubante la mano verso di lui e avvicinò il musetto alle sue dita.
Naruto sorrise felice: era stato accettato.
Poi prese il cucciolo in braccio e lo portò dentro casa.
Quella notte dormirono assieme, e Naruto si addormentò col sorriso sulle labbra cullato dalle fusa beate del gatto che aveva riportato il colore nella sua vita
Fine
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piccoli, teneri, carini e graziusii!!!!
questa fic è n'amuri!!! troppo troppo bellina!! complimenti Keiko!! mi piace un casinoo!!! meoww!!!!
*w* bellissimaaaaa!!!
PS: W il gelato Giuly-chan XD
p.s. W il gelato!!!