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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: DESTINY
Genere: Sentimentale, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: americanpeople95 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/04/2009 16:25:30 (ultimo inserimento: 01/05/10)

Questa storia non tiene minimamente conto di quello che succede dalla 309° puntata in poi... spero che piaccia.
 
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RICORDI E RIMPIANTI
- Capitolo 1° -

Fuori infuriava la battaglia; il Buster Cool ad Enies Lobby continuava.
Solo una persona, nella torre semidiroccata, sembrava non curarsi del rombo dei cannoni.
Rob Lucci, privo di sensi da quando Rubber lo aveva colpito, era lì, giaceva immobile tra le macerie,come se fosse morto.
Ma non era morto.
E intanto nella sua mente…
…un piccolo villaggio, una collina che dava sul mare, il tutto circondato da una vegetazione lussureggiante. L’uomo alto vestito di nero che osservava da una radura aveva come l’impressione di esserci già stato…
“Ti ricordi?”
Una voce lo strappò bruscamente ai suoi pensieri e girandosi di scatto si accorse che apparteneva ad un diafano globo pulsante, sospeso a mezz’aria ai margini della boscaglia alle sue spalle.
“Come ci sono finito qui?E tu chi sei?”
Gli rispose una voce ultraterrena:
“Chi sono io non ha alcuna importanza, e tu qui non ci sei finito. Siamo dentro un tuo ricordo.”
“Un mio ricordo…”
E tutto gli tornò alla mente.
Era a casa.
Quello era il villaggio dove era nato e dove aveva passato la sua prima infanzia.
“Vieni con me.”
E lo condusse in una piccola radura. Dai cespugli sbucarono due bambini che ridevano come matti. Si girò e fece per chiedere spiegazioni, ma si accorse che la cosa era sparita. Sparita lasciandolo in compagnia dei due ragazzini per i quali, realizzò, lui non esisteva.
Evidentemente non lo vedevano. Poco male; sapeva di non essere una di quelle persone delle quali è evidente, a colpo d’occhio, che ti puoi fidare. Li avrebbe solo spaventati.
Si permise di rilassarsi un po’ ad osservare i due piccoli giocare. Intanto loro si erano seduti su di un tronco e giocavano, felici e spensierati. Eh si, pensò, sarebbe stato un peccato disturbarli.
Ma Lucci, dove li aveva già visti?
Ad un tratto sentì come una scossa elettrica e finalmente capì: il bambino allegro, dal visetto roseo e sano era lui, Lucci. Si accorse che effettivamente erano anni che non rideva. Forse aveva addirittura scordato come si fa.
E così riconobbe anche la piccola. Rivedendola, con il suo viso d’angelo, i suoi capelli neri come l’ala di un corvo, i suoi grandi occhi smeraldini, tanto bella da sembrare una bambola, la riconobbe. E si sentì salire le lagrime agli occhi:Aurora.
La sua migliore amica.
La sua unica vera amica.
Si erano incontrati un giorno nel bosco e da quel momento erano diventati inseparabili, legati da un’amicizia indissolubile.
“Ti manca davvero così tanto?”
Il globo era riapparso.
“Chi la mocciosa? A me?”
“Si, esatto,a te. Ti manca?”
Fece per rispondere con un -no- asciutto, consono al suo modo di fare.
Ma era troppo intelligente per non rendersi conto che avrebbe raccontato una colossale fandonia.
Anche se sarebbe morto prima di ammetterlo.
Anche se era perfettamente conscio che un pluriomicida del suo calibro non può che soffocare ogni più piccolo barlume di umanità, non solo per svolgere ogni missione con successo, come per altro era suo dovere, ma soprattutto per non annegare nei sensi di colpa.
Per non vedere cadaveri ovunque.
Per poter tirare avanti con il tipo di lavoro che aveva.
Anche se non era altro che una fredda e sanguinaria macchina da guerra.
Lucci sapeva tutto questo, eppure si sorprese mormorando sommessamente:
“Si…”
E non col suo solito tono di voce aggressivo e arrogante, ma con un tono velato di un qualcosa che si sarebbe detta malinconia frammista a cocente tristezza.
Si ritrovò a riflettere sulla sua situazione: lui era un assassino, il leader riconosciuto della CP9. Aveva un cuore di pietra, non provava né tristezza né malinconia. Non provava niente.
Anzi gli piaceva il suo lavoro; si compiaceva degli spargimenti di sangue e delle carneficine.
Aveva sempre provato piacere ad uccidere.
Eppure…
Tutt’ad un tratto ne era quasi…disgustato.
Era tutto così strano. Il duello con cappello di paglia gli sembrava appartenere ormai ad un lontano passato, mentre il pensiero inspiegabilmente tornava alla gente che aveva ucciso. Si ritrovò a provare qualcosa che gli era completamente sconosciuto. Forse rimorso? Pietà?
Non seppe spiegarselo.
Neanche si stupì.
In quel luogo, l’aveva capito, tutto poteva succedere.
E fu guardando i due piccoli giocare a rincorrersi che per la prima volta il più efferato assassino del mondo, confuso, riflettè sui quindici anni passati nella CP9. Il desiderio di veder scorrere sangue e il crudele piacere che provava nello spegnere vite umane si assottigliava, lasciando il posto ad un deprimente senso di vuoto.
Era tutto così strano, ma lui sapeva, sentiva che era reale.
“Vedo che rifletti.”
L’uomo sobbalzò ma non rispose.
“So a cosa pensi. Credo che venire qui stia dando i suoi frutti.” aggiunse la voce, appena divertita.
Lucci continuò a stare in silenzio. La voce riprese con un tono più dolce.
“Uccidere, disprezzare la vita, non vuol dire essere forti. Amarla e rispettarla non è debolezza. Devi capirlo se vuoi cambiare. I cambiamenti cominciano da qui.”
E allungò un tentacolo di fumo bianco fino a toccargli la parte sinistra del petto.
“Cosa ti fa pensare che la mia vita non mi vada bene per com’è ? Come pensi di cambiare la mia natura?” lo sguardo gli si incupì.“E’ tardi per cambiare.”
“Non dire così” lo rimproverò “ Non è mai troppo tardi, Lucci. Io sono qui apposta.”
“Ed è per farmi cambiare che mi hai portato qui? Ha “ rise amaro, senza gioia. “E’ meglio che desisti subito. Ti ripeto che non potrò mai più essere come prima”
“ Le cose non stanno così. E’ ora che t ti sfili questa maschera aggressiva che hai costruito rinnegando te stesso e consumandoti nel dolore”
Ma allora sapeva.
Ripercorrendo i fatti che lo avevano portato a essere quello che era in quel momento per poco non cedette al dolore cocente che lo pervase. In ventidue anni non era riuscito a dimenticare nulla. Aveva sempre sfogato il suo dolore uccidendo, aggrappandosi alla convinzione di stare facendo la cosa giusta, ripetendo a se stesso che era tutto per un bene superiore.
Si ricordava di tutto come se fosse sucesso il giorno prima.
La scena attorno cambiò, e Lucci si ritovò a fare da spettatore all’incubo che lo perseguitava da anni, a ciò che gli aveva rovinato la vita.
Era notte adesso, e attorno c’era l’inferno.
Tutto era in fiamme.
Fuoco, urla, sibilo delle cannonate, gente che correva nel vano tentativo di salvarsi.
Lo stomaco gli si attanagliò in una morsa ripensando a quella notte.
Un pugno di coraggiosi che non aveva voluto a tutti i costi abbandonare le casette, tirate su col sudore della fronte, e i pirati per tutta risposta avevano attaccato.
Si era scatenata una furiosa battaglia, ma la lotta era impari: i pirati erano troppo esperti e bene armati per non avere ragione su quel gruppetto scompagnato di contadini armati di forconi.
Tra di loro, sua madre, con in mano un badile.
Era stata una delle prime a cadere, falciata da uno sciame di proiettili.
“Che donna, che era.” mormorò tra se “Magari avessi preso da lei… non mi sarei ridotto così”
Aveva provato a salvare la bambina, aveva tentato di tirarla fuori dalle macerie che gli erano finite addosso. Rivide se stesso sbalzato all’indietro da un’inopportuna palla di cannone.
Per lei non c’era più nulla da fare, era stata inghiottita da un turbine di fiamme.
E allora era fuggito.
Sporco di fuliggine, ferito, in lagrime, era fuggito.
Aveva errato per giorni nei boschi dell’isola, era sopravvissuto per puro miracolo.
Un marines lo aveva raccolto in fin di vita.
Anni dopo gli era sembrato un sogno poter entrare a far parte della CP9; finalmente poteva ripulire il mondo da tutti gli sporchi pirati che lo infestavano.
Si allontanò dalla piazza ingombra di macerie fumanti e raggiunse il limitare del paesello appena in tempo per vedersi mentre spariva nella boscaglia.
Volse le spalle al piccolo villaggio e vi si inoltrò anch’ egli, fermandosi solo quando il tuono dei cannoni gli arrivò smorzato alle orecchie.
Il villaggio era spacciato.
L’unico sopravvissuto era un futuro mostro.
Già, un mostro.
E come altro definirsi?
Come diavolo aveva fatto ad essere così cieco?
Il pensiero corse inspiegabilmente a Whater Seven, sensa dubbio era stata molto di più che un qualunque posto di lavoro.
Paulie, Iceburg, i carpentieri del Dock 1…
Chissa come sarebbe stata la sua vita se tutto non fosse mai accaduto…
Una fitta atroce di dolore gli attraversò il petto.
Gli si appannarono gli occhi e si accose di avere le guance bagnate.
Si lasciò scivolare contro un tronco, e in silenzio pianse calde lagrime cariche di dolore e di rimpianto. Tutte cose che aveva sempre cercato di cancellare mai riuscendovi.
Il dolore si fece intollerabile: era in preda alla nausea e la testa gli scoppiava.
-E’ finita- pensò - è tutto perduto; la mia anima è dannata per sempre.-
Tremando in preda agli spasmi si alzò.
Avrebbe voluto morire in quell’istante, sull’erba umida del prato. Sarebbe stata la fine giusta per uno come lui.
-Non voglio più uccidere. Sono stanco. Ho sbagliato… chiedo perdono, ho sbagliato.-
Aveva fatto solo pochi passi che ricadde bocconi, sentiva il petto esplodergli.
Un rumore di vetro spezzato e il dolore cessò…


Ed eccomi di nuovo a scrivere cavolate nucleari!
Mette un pò d'angoscia vero?
Il protagonista non è dei più usati perciò credo di non aver scopiazzato storie altrui.
Se vi è piaciuta e volete vedere come vada a finire (ne dubito, ma vabhè) mi sa che vi tocca aspettare.
Ho gli esami quest'anno e una fifa che non ci vedo, ma spero di aggiornare presto.
Commentate, mi raccomando, potete dire quello che volete, tanto se è brutta mi tocca credervi.XD
Ps: il titolo e messo a muzzo, non sapevo come chiamarla! Ciaooo....

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 1
umisan - Voto:
01/08/09 16:40
E' bella! Mi è piaciuta molto!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
americanpeople95
26/04/09 22:53
Wow, grazie tutti sti complimenti non me li aspettavo proprio! Spero di non deludere col prossimo capitolo...
Thank you a lot!!!!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
syra44 - Voto:
23/04/09 00:17
Devo ammettere che sono restia a leggere fanfic su One Piece, ormai non se ne trovano di veramente belle in giro... ma devo dire che questa mi ha colpito molto. Hai fatto una bella introspezione di un personaggio molto complesso, non banalizzandolo e giustificando le sue azioni, creandogli un passato. Mi è piaciuta moltissimo, e spero di leggere al più presto qualcos'altro di tuo ^^ Fa sempre piacere trovare qualcosa di bello in un mare di fic scadenti ^^ Beh, alla prossima, ti saluto! Ancora complimenti!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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