torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: UNA NOTTE IN VOLO
Genere: Sentimentale, Romantico, Comico, Avventura, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC
Autore: naruxhina galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 17/04/2009 22:12:23

Dal mondo della mia prima fanfic e di "Le prime volte..." ecco un'altra spin-off/song fic! Scritta così per divertimento (Crack-pairing)
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
UN MONDO TUTTO NUOVO
- Capitolo 1° -

Ehilà a tutti da NaruXHina? Come vi và la vita? Passata una buona Pasqua? Vi siete divertiti a Pasquetta? Avete avuto un bel po’ di uova ci cioccolata e mazzette dai parenti? Spero di si ^__^
Queste feste di Pasqua sono una piacevolissima pausa per ricaricare le pile e concedersi del tempo per i proprio hobby, e sono tanto più gradite per me visto che una volta finite mancherà poco per la mia gita scolastica a Praga! *_* YEAH! Visto che ho tempo mi sono detto “perché non scrivere un po’?”, e perché non qualcosa di diverso dal solito? Interrompo così i lavori della mia fic attuale e mi sollazzo con questa frivolezza! È un ideuzza venutami mentre giravo su you tube in cerca di video curiosi. Qualcuno avrà da ridere su questa mia distrazione (vero Yameta?), ma non sarà affatto un perdere di vista la mia ShikaTayu, promesso; solo che un autore ogni tanto ha voglia di dedicarsi ad altro, di provare nuove strade, realizzare gli altri progetti abbandonati per mancanza di tempo (per questo grazie Yameta che mi hai fatto decidere di assecondare la mia voglia di sfogare più ampiamente la mia fantasia! ^_^).
Ed ora, chiuso il preambolo, vi lascio alla lettura!
Dico solo che la storia narrata qui proviene dal ciclo della mia “NaruHina Forever!!!”, per essere più precisi dal suo futuro. Se non la conoscete sarete un po’ sorpresi dal pairing XD Se poi darete un’occhiata alla mia fanfic di cui ho parlato prima capirete come! Buona lettura, spero vi piaccia! Commentate!

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

Nota:
“……” = dialoghi
-……- = pensieri



Scostò le tende leggere, affacciandosi sul balcone semicircolare della loro camera da letto. La donna si fece avanti su quel proscenio a lei ancora poco familiare, osservandolo con curiosità insieme alle mille stelle sulla sua testa; aveva una lunga chioma castano intenso, con una lunga ciocca che le scendeva sul volto passando tra gli occhi color perla.
Poggiò le mani sulla ringhiera: il susseguirsi di colonnine cilindriche e il parapetto dagli angoli smussati che lo sormontava era un tutt’uno, un unico blocco di pietra erosa, ma ben levigata. Tutta l’architettura a Suna era così: ogni casa, ogni edificio sembrava fatto dalla natura piuttosto che dalla mano dell’uomo. Come se quei ricoveri di roccia ocra, scolpiti in tanti tipi e forme diverse dal vento nelle corso delle ere, fossero un regalo che il deserto, un posto tanto inospitale, detestato ed evitato, aveva messo a disposizione di quegli umani che l’avevano scelto come casa, spezzandone la monotonia con il loro villaggio e risparmiandogli un’angosciante solitudine.
“Brrrr!” –esclamò lei- “Ancora non ho capito come faccia qui di notte a fare tanto freddo, ma non era il deserto questo?”
Eppure il vento era pochissimo, e i lembi del kimono bianco e celeste che indossava sventolavano in modo appena percettibile. Per vincere i brividi di freddo si strinse le braccia, passando velocemente le mani sul vestito di seta e così scaldarsi un po’.
Il Villaggio della Sabbia era un posto bello e sorprendente, pensò guardandolo dall’alto: lei ci si era trasferita da poco, ma avrebbe presto dovuto imparare a conoscerlo a fondo.

In qualità di moglie del Quinto Kazekage.

Il Palazzo del Kazekage si trovava quasi a ridosso delle alte pareti di roccia che formavano la conca naturale al cui interno era stato fondato il villaggio; proprio come a Konoha il Palazzo dell’Hokage si trova poco sotto la Montagna dei Volti di Pietra all’esatto opposto rispetto all’entrata, pensò, dato che proprio di lì era originaria.
La loro camera, dal cui balcone era ora affacciata sporgeva in alto dal lato destro, ed aveva una splendida vista di ogni cosa da lì all’altra estremità della conca: case, terrazzi, portici, colonnati, piazze i caratteristici tetti a cupola, le luci da quelle finestre circolari a mò di oblò tipiche del posto e dai lampioni per le vie polverose ma niente affatto prive di vitalità.

Hanabi Hyuga era colma di meraviglia, ma anche di un senso opprimente di smarrimento.
Quel paesaggio era così bello, eppure così diverso da quella che fino a pochi giorni prima era stata la sua fissa dimora, e che tuttora restava la sua terra madre. Forse dipendeva anche dal fatto che un tempo aveva la camera al piano terra, ma affacciata di lassù si rendeva conto che lì a Suna l’infinito era di casa.
La città dinanzi i suoi occhi, il cielo stellato che tutto rivestiva, il deserto che sapeva si stendesse a perdita d’occhio oltre quelle alte barriere, immenso, gelido e sempre uguale…
Per amore era stata disposta a trasferirsi laggiù. Non era stata certo una decisione precipitosa, ci aveva pensato un po’ prima… in realtà ben poco… Era giunta infine alla conclusione di poter sopportare il distacco dalla sua famiglia e i suoi amici, che comunque non era definitivo ed incolmabile: Suna e Konoha distavano appena due o tre giorni di cammino. Le era sembrato di potercela fare, dopotutto lei era una donna con del carattere, non una piagnona sentimentale e nostalgica, e poi si trattava di andare a vivere con l’uomo della sua vita, il primissimo di cui si fosse mai innamorata per giunta!

Adesso l’euforia e la spensieratezza del matrimonio andavano stemperandosi.
Dal grande giorno ne erano passati già altri tre, letteralmente volati tra prime notti di nozze (a lei non bastava mica una…) e prime entusiastiche esperienze di vita coniugale.
Ma adesso che lei, donna piena di brio, quasi esagitata, si concedeva un momento tutto per sé, fuori ad un balcone, aveva il modo e il tempo di pensare, pensare a fondo su moti del suo animo solitamente tanto solare che avrebbe fatto bene a non trascurare.
Sospirò. Lei era una tipa molto spigliata, amante del divertimento e delle novità: il fatto di sentirsi circondata da un banalissimo e ripetitivo oceano di sabbia le infondeva una brutta sensazione.
Si chiese se non aveva preso la cosa sottogamba: lei si era recata lì diverse volte, prima che lui chiedesse la sua mano: ma una cosa era fare la visitatrice saltuaria ed occasionale (in realtà le occasioni di andare lì a vederlo aveva sempre saputo procurarsele abilmente!), un’altra era acquisire la consapevolezza che d’ora in poi avrebbe abitato lì, che lì il resto della sua esistenza si sarebbe svolto, al fianco di Gaara certo, ma lontana da Hinata, da Neji, da quel nevrotico del padre e da quel demente del cognato. Per dirne alcuni…
“Due o tre giorni di viaggio… Continuo a ripetermelo, ma non vi sento affatto così vicini come credevo…”
Chissà cosa stavano facendo? Chissà se Neji era già diventato papà, chissà se quei due scemotti di Hinata e Naruto se la stavano cavando a vivere insieme in nella loro nuova casa, e chissà se Hiashi stava già rompendo loro le scatole affinché gli donassero un virtuoso “erede” per la Casata…
-Uffa! Come ho potuto tagliarmi fuori da tutto questo?-
Passò distrattamente le dita sul parapetto della balconata, udendo in risposta il fruscio dei granelli di sabbia.
Avrebbe voluto parlare di quelle sue ansie a Gaara, ma che poteva dirgli? Non era mica colpa sua se nel suo villaggio il verde e gli alberi erano specie rare, o se questo sorgeva in mezzo ad un nulla di sabbia e pietre. Forse lo avrebbe anche offeso.
E poi aveva accettato senza troppi complimenti di essere la sua sposa, il matrimonio era stato celebrato e consumato, ed era apparsa tanto felice in quegli ultimi giorni: poteva ora uscirsene che la nostalgia, su cui aveva rassicurato tutti di esserne immune, l’aveva agguantata per bene?
-Che figura ci faccio? E io che mi vantavo di essere diventata una kunoichi adulta, indipendente ed emancipata…-
Si era sposata relativamente presto, incorrendo così in piccole titubanze da parte di certi familiari particolarmente premurosi…
-Tsk! Se papà lo sa rischio di ritrovarmelo qui a farmi le coccole! Quindi non se ne parla: io sono Hanabi Hyuga ed ho una mia immagine, non me la rovinerò frignando perché mi manca la mia vecchia stanzetta nella mia vecchia casa nella mia vecchia vita, umpf!-
Era dunque il caso di aspettare, e mascherare quei risentimenti fino a quando si sarebbe accasata ed abituata al suo nuovo status nel suo nuovo villaggio… O forse ciò dimostrava che aveva ragione a pensare che aveva fatto una cavolata? Che avrebbe dovuto prima pensarci di più, che anche da vicinissimi ci sarebbe stato sempre qualcosa a dividerli, e a rendere impossibile quella loro strana unione?
“Sigh…”

“!?!?”
Gaara, anche lui in kimono da notte color rosso-bruno, non era che sulla soglia della loro camera quando udì chiaro e cristallino il “Sigh…” della neo-moglie. L’evento era di una tale portata che le orecchie tremarono fino alla punta dei lobi!
“Se Hanabi non è sul letto a stuzzicare la mia proverbiale impassibilità con pose sexy ma fuori al balcone a sospirare vuol dire che c’è decisamente qualcosa che non và!”
Ormai Kazekage indiscusso e di fama affermata nonché marito fedele, amorevole e tanto paziente (vista la compagna che si era scelto!), Gaara era anche un uomo di bell’aspetto, al punto che tante belle giovani di Suna piangevano al pensiero che se lo fosse accaparrato una straniera! Aveva ancora i suoi brizzolati capelli rosso sangue, più lunghi che in gioventù, il suo tatuaggio sopra l’occhio, e lo stesso carattere ma un po’ diverso. L’unica sorpresa esteriormente notabile era l’assenza di occhiaie.
Aveva rinunciato in via definitiva al vizio, suggeritogli da Kankuro, di disegnarsele intorno agli occhi col pastello per non perdere la sua aria da bell’ombroso!
Allungò il collo, scrutando curioso oltre le tende trasparenti la dolce figura femminile di spalle intenta ad osservare in silenzio.
IN SILENZIO!
-Che Hanabi se ne stia zitta e tranquilla è troppo bello per essere vero, ma a me non piace vederla così.-
Se ne era innamorato proprio perché i loro caratteri erano così maledettamente opposti!
Provò a riflettere. Per quanto potesse essere lei un po’ volubile e provenisse comunque da famiglia altolocata, non erano certo preoccupazioni si natura materiale le sue: avendo sposato un Kage non le mancava praticamente nulla e quella stanza da sogno dove dormivano lo mostrava chiaramente.

“Wow! Ma questa non è una camera da letto, è una camera da sballo!”
“Sono contento che…”
“GUARDA CHE LETTO!”
E come se non avesse importanza l’aver già compiuto i venti iniziò a saltarci su, capriolando per aria e gridando ad ogni rimbalzo sotto gli occhi attoniti di Gaara.
“AH AH AH! Sarà mitico stare qui!”


-Adesso però sembra averci ripensato…-
Era probabile fosse nient’altro che il peso della lontananza: prima veniva lì cercando di posticipare il più possibile la data del rientro, ora i rientri erano tutti da programmarsi.
Il giorno del matrimonio della sorella e del suo amico era stato conscio del grande sacrificio che le avrebbe richiesto chiedendole di accettare la sua proposta, ma quando aveva detto preso il suo anello si era sentito troppo felice per farle ripensare al fatto ci avesse riflettuto su un minuto circa. D’altronde, la sua stessa dichiarazione era stata parecchio inaspettata, e lei non poteva certo far restare in sospeso tutti gli ospiti di un matrimonio altrui per tutto il tempo necessario a ragionarci su!
-Per una volta sono stato io ad essere impulsivo. Beh, facciamo che è stata colpa di entrambi, e intanto andiamo a sentire un po’ se è ciò che penso.-
Rise silenziosamente e a passo calmo si diresse alle tende.

“Hanabi.”
“UH!?”
Si voltò di scatto spaventata, ma era solo il marito. Le sorrise restando dov’era, sulla soglia dell’arco a sesto ribassato che univa la camera al terrazzino: infatti non c’era una vera porta a vetri, era semplicemente un largo foro nella parete riempito dalle tende ondeggianti. Gaara era leggermente in ombra avendo la stanza illuminata alle spalle, le luci del cielo e della città dissipavano però ogni ombra sul suo viso; ma guardando innanzi a sé, quelle che preferiva erano certamente i suoi grandi occhioni vispi a metà di quel viso tondo e morbido.
Nonostante però la celestiale e belloccia visione, Hanabi non ne restò colpita a lungo mostrando un aria un po’ impacciata: l’aveva colta di sorpresa in un momento non da lei!
“Tutto a posto?”
”Oh, ma certo, eh eh eh! Stavo semplicemente… Ehm, Gaara, ti sposteresti di un passetto a lato?” chiese facendogli cenno muovendo la mano.
“Uh? Perché?”
“… Mi fai ombra…”
“Oh, scusa.”
Hanabi: -__-“
La differenza di altezza era un punto dolente del loro rapporto! Era seccante per Hanabi essere una tappetta al confronto di Gaara, che nel corso degli anni si era innalzato anche più dei fratelli maggiori. Va bene che le donne sono di solito più basse degli uomini e ciò è funzionale a cose romantiche come farsi prendere in braccio, oltre che a non ferire il loro mascolino orgoglio… Ma in quel caso era troppo!
Per non farla risentire, si sposto dalla luce e si affacciò anche lui alla balaustra. vicino a lei… però di fianco!
“Allora, vuoi dirmi cosa ti turba?”
“Chi turba? Ah, io? Noooo… Niente. Non mi turba niente.” rispose, per così dire, scrollando le spalle, senza però guardarlo per timore di venir tradita dal suo rossore.
Gaara rise della sua improvvisata risposta, dopodiché avvicinò un po’ la testa al suo viso. Lei fece finta di niente, continuando a guardare le luci del villaggio mentre già alcune di esse si spegnevano data l’ora.
-Che hai da fissarmi adesso? Sciò, Gaara, sciò!-
A quel punto il rosso sussurrò, in tono leggermente presuntuoso:
“Nostalgia?”
Hanabi: °__°”
Gaara: ^__^
Hanabi: -__-
(STOMP!)
“OUCH!”
“No.” rispose secca dopo il pestone, continuando a non guardarlo e facendo una faccia nervosetta!
“Bene… Ahi… Chi pesta piede acconsente.”
A quel punto finalmente lo guardò… con l’aria di chi è in vena di pestare altro!
“Non c’è niente di male ad avere nostalgia, posso capirti benissimo: da un po’ di tempo a questa parte la tua vita è stata stravolta quasi completamente.”
“… Si, però è stata una mia scelta, e non ho la faccia tosta di lamentarmene.”
Sorrise: “E poi che ho da lamentarmi? Siamo entrambi contenti di poter stare d’ora in poi sempre vicino all’altro, no?”
“Umpf, già.”
Colto da un moto di puro affetto, il Kazekage strinse a sé la piccola moglie, ma mentre ancora l’abbracciava tornò in sé: non poteva liquidare così il discorso, non avrebbe fatto nulla per Hanabi altrimenti se non darle un momentaneo sollievo.
“Dimmi cosa c’è.”
“……”
Hanabi con una spintarella uscì dalle sue braccia. Puntò gli occhi per aria, come chi cerca le parole, ma poi senza dir nulla si risolse a tornare a sporgersi sul ciglio del balconcino. Gaara le si riavvicinò.
“Questo villaggio… che è casa tua… Ecco, io non sono sicura che arriverò a farmelo piacere come mi piaceva il Villaggio della Foglia.”
“Beh, non devi se non vuoi: tu sei nata nella Foglia, è chiaro che l’amerai di più rispetto a…”
“Non è questo! Non mi riesco a spiegare! Uffa!”
“Ehm, dillo a parole tue: quando vuoi in questo sei un’esperta.”
Non aveva mai avuto paura di dire ciò che pensava prima di allora: doveva mettersi in testa che essere una moglie non significava mentire al marito, fingere che fosse tutto a posto solo per fargli piacere.
“Non voglio dire che sia un brutto posto. Dopotutto qui a Suna c’è… Beh… Avete…” –Ora si era messa in difficoltà! Poi, afferrò tra le dita alcuni granelli dalla balaustra- “Avete la sabbia! Oh, si, ho sempre pensato che a Konoha ce ne volesse un po’ di più, sennò come fanno i piccini a giocarci? Eh eh eh!”
“……”
Hanabi gettò il suo pizzico di sabbia al vento: “Però non ci sono alberi, non ci sono ruscelli, non ci sono terme con l’acqua calda, ed anche il paesaggio fuori lascia a desiderare. Prima se salivo in cima alle mura di Konoha, vedevo montagne, colline boschi immensi, cieli con tante nuvole…”
“Invece adesso?”
“Invece adesso ho la sensazione che se provassi a salire sulla cima delle rocce che ci stanno attorno, non vedrei che sabbia… Si, ho detto che è bella, però non è un po’ troppa?”
“Beh…”
“Il villaggio è simpatico, interessante, ma intorno a questo non c’è proprio niente.”
“Proprio niente, eh?” ripeté lui con un accenno di contrarietà.
“Cioè, lo sai Gaara, non è nella mia indole lamentarmi, ma ciò che sento qui non è ciò che sentivo a Konoha, mi sento…”
“Isolata? Circondata? Oppressa?”
“Più o meno.” –assentì facendo spallucce- “Mi conosci no? Io sono una scalmanata, una che vuole esplorare, scoprire, una curiosona!”
I due risero insieme.
“Riesci a capirmi ora, Gaara?”
“Un po’ meglio.”
“Umpf, ad una come me un posto come il deserto non dà molti stimoli: insomma, è sempre uguale!”
“Il deserto sempre uguale?!” stavolta sembrò veramente incredulo.
Hanabi non capì in quel momento come lui potesse avere da ridire su ciò.
-Si sarà mica offeso perché gli ho toccato il deserto?-
“Beh, si, è un po’ vuoto. Però io non lo direi poi tanto noioso, sai?”
“Umpf, beh, tu lo conosci bene, dopotutto sei “Gaara del Deserto”, no? Se lo dici tu sarà senz’altro così.” disse lei, ma molto scettica.
“Tu invece non conosci ancora bene Suna, è per questo che sei abbacchiata, vero?”
Hanabi punta nell’orgoglio balzò sul ciglio del balcone!
“ABBACCHIATA?!?!? IO!?!?!? MA SCHERZI? NULLA MI ABBATTE A ME! AH AH AH AH AH!”
“………”
Scese con un saltello: “Ih ih! Comunque hai ragione… sul fatto che non conosco ancora bene Suna, ovvio! Ma d’altro canto, non mi mancherà occasione di farlo presto!”
Le carezzò capelli lavati da poco: “Hanabi, un po’ è colpa mia, lo riconosco: avrei dovuto prevedere che uno spirito libero come te si sarebbe sentito male a doversi trasferire in un posto ancora in buona parte da scoprire.”
“Spirito libero? Da dove l’hai tirato fuori? Ih ih! Meno male che nessuno ti sente quando dici certe cose o addio alla tua immagine!”
-Anche se me la sono giocata un po’ anch’io con stasera, tsk!-
In realtà Hanabi, quelle volte in cui, per incarichi da svolgere per conto di Konoha, si era recata là aveva pensato decisamente più a Gaara che alle bellezze del posto! Adesso doveva abituarsi a vederlo come consueto e familiare, ma perché fosse così doveva dare finalmente sfogo alla sua naturale curiosità (ficcanasaggine?), che aveva messo da parte nel periodo delle nozze. L’organizzazione, il trasferimento, la presentazione pubblica, la cerimonia, i ricevimenti ed altro però le avevano occupato completamente la mente.
“Senti, abbiamo bruciato un po’ le tappe, me ne rendo conto: a partire dalla mia dichiarazione che ti ha colto del tutto impreparata. Adesso non preoccuparti se senti nostalgia o smarrimento, prendi il tuo tempo.”
“Non hai motivo di stare in pensiero: sono solo i primi giorni, poi passerà tutto!” esclamò la Hyuga.
“Sarà…”
Come al solito era sempre sicurissima di sé stessa e delle sue convinzioni. Che potevano rivelarsi però errate, come si era visto.
“Mhmm…”
“Ed ora che hai in mente?”
Di rimediare!

“Non voglio che tu sia un’estranea nel mio mondo in cui hai scelto di seguirmi. Dai, andiamo a fare un giro.”
Hanabi rimase a bocca aperta! Gaara, metodico e tranquillo fino alla noia, che le proponeva un fuori programma? Incredibile!
“Un giro? Adesso? Non è un po’ tardi? Siamo pure in camicia da notte.”
“Umpf! Non dicevi che ero io quello che si faceva sempre troppi problemi?”
“Beh, si, è solo strano vederti improvvisare, tra noi è compito mio…”
In quanto tra i due era quella più piena di vita (senza offesa per Gaara), sentiva come un dovere portare un po’ di movimento nella vita pur avventurosa del marito!
“Inoltre non ho ancora capito quali sono le tue intenzioni.”
Gaara formò tre sigilli ed allargò le braccia:
“Suna no Kumo Jiuutan!” (Trad. “Nuvola-Tappeto di Sabbia”)
Richiamò una certa quantità di sabbia e la concentrò ai loro piedi, facendo comparire sul pavimento del balcone un ammasso rettangolare e batuffoloso di granelli vorticanti, a prima vista morbido ed omologato per due persone.
Gaara vi si sedette a gambe incrociate ad una delle estremità.
“Sali.”
“… Ok!”
Si lasciò cadere e constatò che era effettivamente molto comodo quella specie di lettino sabbioso, anche se con qualche inconveniente, come i granelli che le entravano sotto il kimono…
“E adesso?” chiese Hanabi.
“Adesso si parte.” rispose Gaara, chiudendo gli occhi in concentrazione.
“Come?! Ah ah, no aspetta: vuoi farmi credere che adesso io e te voleremo su questo coso sopra tutto il villaggio?”
Gaara, uomo concreto, rispose coi fatti anziché le parole.
Sollevò in aria le dita e parimenti si sollevò il tappeto di sabbia!
“Oh oh…”
“Reggiti a me e non aver paura.” disse calmo.
“Per chi mi hai…”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!”

Un repentino cambio di velocità e il tappeto schizzò in aria, svoltò descrivendo un ampio arco ascendente, superò la cima del Palazzo e planò nuovamente in giù.
Una volta che l’ebbe riportato in assetto, Gaara mosse un po’ la testa, quanto bastava per osservare sua moglie, rannicchiata e pressata contro la sua schiena che si teneva alle spalle del suo vestito.
“……” -come se ne accorse lei lo mollò e si risistemò il vestito con aria altera- “Umpf!”
“Eh eh eh… Ah, per inciso, noi non voleremo sopra tutto il villaggio.”
Hanabi, desiderosa di spiegazioni cercò i suoi occhi, ma lui in quel momento era attentissimo alla guida: non voleva che il loro viaggio straordinario finisse subito contro un tetto o una parete!
“Andremo ben oltre.”
Hanabi cominciò ad interessarsi all’idea!
“Quanto oltre?”
Il loro velivolo passò come una scheggia vicino la finestra di una casa, da cui un paio di secondi dopo sbucò la testa del maestro Baki, con un occhio assonnato ed uno spalancato: “EH?... Ma… Ma cosa? Chi? Uh?”
Intanto, sulla nuvoletta volante, il dialogo dei due sposi proseguì.
“Quanto vorrai. Stanotte voglio mostrarti che il mondo, anche nei suoi angoli più aridi e ostili, non è mai brutto o noioso.”
“……”
Hanabi lo osservò; e gli tornò in mente il ragazzo con la giara con cui da piccola aveva fatto quasi subito amicizia, e prima di allora il mostro solitario ed oscuro che aveva partecipato all’invasione di Konoha.

-Hai ragionissima, Gaara. Anche tu, un tempo arido ed ostile a tutti, ti sei rivelato ben più interessante, e dal primo momento in cui ho avuto occasione di conoscerti!-

La sentì ridacchiare dietro il suo orecchio e poi avvertì la sua manina scompigliargli la sua infuocata pettinatura.
“Mi hai convinta! Andiamo!”
“Allora reggiti.”
“Ancora?!?! Gaara, non mi avevi mai detto che eri uno di quelli a cui piace la velocit…”

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!”

In verità non gli capitava praticamente mai di usare quella tecnica: ma ad ogni rara occasione era per lui un piacere farsi passare lo sfizio di quale acrobazia ad alta velocità!
Puntò dritto dinanzi a sé, procedendo all’altezza delle finestre delle case, percorrendo in pochi secondi la strada principale. Poi impennò bruscamente, alzandosi fino alla Porta, ovvero alla profonda gola, unico accesso al villaggio dall’esterno.
Con le urla di Hanabi ancora nelle orecchie, compì tre giri a spirale tra le pareti a strapiombo a destra e a sinistra, e non appena intravide l’uscita ci si gettò a capofitto, cabrando giusto al limite, e dischiudendo ai loro occhi un cielo sgombro e immenso.
Pensò allora che bastasse così.
Hanabi, a cui era venuto il respiro corto, sganciò le unghie dalla sua pelle e lo guardò come volesse ammazzarlo!
“Non dirmi che la mia Hanabi ha paura del volo.” scherzò guardandola ribollire.
“SI DIA IL CASO CHE LA SOTTOSCRITTA NON ABBIA MAI PROVATO L’EBREZZA DEL VOLO!”
Gaara, deglutì: meglio abbassare il capo!
“Scusa…”
“Tsk!”
“Ora che l’hai provata che ne pensi?”
Quella domanda rovesciò completamente il suo umore!
“Che è eccitante! Non ricordo quand’è stata l’ultima volta che ho sentito il cuore cercare di uscirmi dal petto!”
“Dai un’occhiata al panorama.” ordinò lui con gentilezza.
“Wow…”
La distesa sconfinata di cui il termine a malapena si vedeva all’orizzonte le mozzò il fiato. La sabbia, dall’oro del giorno, si era fatta argento sotto la luce della luna piena e delle migliaia di astri: sembrava possedere una luce propria, un algido candore che faceva brillare gli occhi.
“Osserva attentamente.”
Planò più giù, fino al suolo. Bastava che sollevasse il collo affinché vedesse che come il mare d’acqua aveva le sue creature, così era per quello di sabbia.
Vide serpenti disegnare sinuose spirali col loro strisciare, roditori curiosi fare capolino dalle tane al loro passaggio, famigliole di piante grasse riposare tra i mucchi di rocce, e a loro volta offrir riposo a gufi assonnati: nemmeno loro erano poi così chiuse e inospitali nonostante gli aculei!
Si rialzò, dandole modo di vedere altro. Sparute pozze d’acqua all’ombra di piccoli ma resistenti alberelli, monumentali spuntoni di roccia dalle strane forme e dai diversi strati colorati, meraviglie dell’erosione, ma si trovò a prestare poi attenzione a delle dune alla sua destra.
Erano fatte in un certo modo, avevano una certa altezza e una certa pendenza; eccole venir coperte da una roboante nube, una tempesta di sabbia, impressionante alla vista. E una volta passata, quelle collinette erano completamente diverse.
Puntò gli occhi candidi verso il basso, e per un istante le sembrò di vedere il vento spazzar via i granelli sulla cima di quelle spoglie colline, abbassandone alcune per innalzarne altre vicine.
“Te ne sei resa conto?”
“… Nel deserto non c’è nulla di monotono… In realtà non è mai lo stesso del giorno prima! Ah ah ah! Ora che ci penso mi viene da dire che sono i boschi ad essere noiosi!”
“Come ti senti ora?”
Mise una mano sul petto: “Beh… meglio devo dire! Mi sento… libera!”
Perché aveva finalmente avuto modo di vedere che il deserto era un ribelle in perenne movimento e cambiamento, proprio come lei! Altro che non adatto!
“Allora proseguiamo.”
Accelerò ancora, ma lei non si fece cogliere impreparata e si abbassò sul fondo del loro “tappeto volante” per non venire sballottata eccessivamente.
Gaara non doveva non pensare ad altro che a controllare quell’insolito mezzo: anche lui poteva voltarsi, guardare in basso o spaziare tutto intorno, niente affatto insensibile a quella bellezza che un tempo non era neanche in grado di vedere.
Poi l’aveva conosciuta e ne era rimasto strabiliato.
Condividerla però con la donna del suo cuore era qualcosa di ancora più eccezionale: valeva il doppio, si poteva dire! Ogni stella brillava di più, ogni sospiro era lungo il doppio, ogni battito nel petto pieno di calore ne riceveva un altro in risposta!
-Guarda Hanabi: ti rivelo la mia terra, il Paese del Vento, sperando che conoscendola tu possa apprezzarla ed ottenga un posto nel tuo cuore insieme alla tua, cosicché tu non abbia più a sentirti un estranea.-
Ma in quel viaggio si proponeva di fare qualcosa anche riguardo l’altro suo umanissimo cruccio: la nostalgia.
-Renderò il mondo intero alla portata delle tue mani: lo farò piccolo, per te, perché il mio amore è ben più grande di esso.-
Mentre lei, stretta al suo braccio, guardava ora il paesaggio ora lui, iniziò il suo canto, una vecchia canzone di Suna.

Ora vieni con me
Verso un mondo d’incanto
Principessa, è tanto
che il tuo cuore aspetta un si.


-Wow, Gaara che mi dedica una canzone, ih ih! Peccato che si senta che non è abituato a cantare: è un po’ moscio, ma fa nulla!-

(NDA: Ebbene si, come canzone per questa song-fic GaaraHanabi ho scelto una canzone da un film Disney ^__^”… Spero la cosa non vi disturbi ç__ç Ma ho rivisto dopo tanto tempo una certa scena ed ho provata ad immaginarla con loro due.
Se non conoscete il film “Aladin” o non ricordate la scena o la canzone, eccovi il link:

http://www.youtube.com/watch?v=pFiuctNtweA
Una cosa del genere, però più cool U__U (Gaara è cool, no? U__U)
Se poi volete sentire come la canterebbe lui, ecco la versione in giapponese! XD

http://www.youtube.com/watch?v=M8NKp4sGe14
Conclusa la spiegazione, vi lascio tornare alla storia! Spero vi stia piacendo! ^__^)

Si alzò ancora, ma stavolta piano, scattando unicamente quando intravide uno spiraglio tra due morbide e grandi nubi bianche che andavano muovendosi l’una verso l’altra: ci si gettò a capofitto prima che si chiudessero, e le osservarono dal basso. Ad Hanabi ricordavano dei batuffoli di zucchero filato!

Quello che scoprirai
È davvero importante

Il tappeto di sabbia (Nda: Licenza poetica! XD)
Ci accompagna proprio lì!

Spalancò gli occhi. Oltre il tetto delle nuvole si apriva un cielo lindo come mai l’aveva visto, dominato da una luna gigantesca. Le loro sagomine si stagliavano sullo sfondo di quel faccione lucente; il sole è bello, ma non si lascia guardare, per fortuna che la luna è molto vanitosa! Il suo faccione rotondo gongolava di gioia davanti a quegli attoniti spettatori!
Vederla a quel modo la colpì al punto che allungò piano, attonita, il braccio verso di essa, come potesse arrivare a toccarla.

Il mondo è tuo!
Con quelle stelle puoi giocar
Nessuno ti dirà
Che non si fa.
È un mondo tuo, per sempre.


Lui si interruppe, ed una voce un bel po’ più intonata ed allegra della sua risuonò in quell’alta immensità!

Il mondo è mio!
È sorprendente accanto a te!
Se salgo fin lassù
Poi scendo in giù
Che dolce sensazione nasce in me!


Gaara, sbalordito, obbedì a quei versi, facendo svolazzare la chioma di Hanabi prima verso il basso con una lieve salita e poi verso l’alto con una curva discendente.
“Stai improvvisando?”
“Si si!”
“Ma come?”
“Ti ascolto e cerco di riallacciarmi a quello che dici.”
“Ti riesce proprio bene.”
“Grazie!” –sogghignò passandosi piena di sé una mano tra i capelli sollevati dalle correnti d’aria- “Cos’altro hai da dire?”
“Vuoi sentirti dire che canti divinamente?”
“Chiunque in confronto a te canta divinamente!”
Un gocciolone passò dietro la testa del pilota che per l’imbarazzo rese il tappeto di sabbia lento come una lumaca.
“……”
“Ah ah ah! Che faccia! Non prendertela, anzi, prova a metterci un po’ più di entusiasmo, cavolo! La canzone è per me, no? Dimostrami che ti rendo felice.”
“… Lo farò.”
“Ecco, tu scalda le corde vocali, che io riprendo, ih ih ih!”
“Ehi, attenta!”
A dimostrazione del fatto che la paura era scomparsa del tutto, si era sollevata sulle ginocchia ed aveva spalancato le braccia come fossero ali: l’aria la rinfrescava carezzandole la pelle, sulle braccia, sul viso, ed attraverso le pieghe del kimono raggiungeva le spalle, il petto, le gambe, ogni fibra di lei era in tremito. Inebriata da ciò che sentì in quel momento ricominciò il suo canto più bello di prima!

Ogni cosa che ho
Anche quella più bella
No, non vale la stella
Che fra poco io toccherò!

Il mondo è mio!


E mentre lei alzava entrambe le mani del cielo al firmamento, nel momento in cui aveva pronunciato gli ultimi due versi si era sentita sfiorare la guancia dalle sue dita.
Arrossì: “Come?”
“Ti ho ascoltata ed ho intuito.”
“… Ih ih ih, sono una stella del canto!”
Gaara, individuato in basso uno stormo di uccelli si inclinò su un lato e scese in picchiata!
“ORA SONO UNA STELLA CADENTE! AAAAAAHH!!!”
Hanabi si coprì la faccia con le mani.

Apri i tuoi occhi

Cantò lui scostandole piano.
I bianchi pennuti urlarono spaventati e si dispersero al loro passaggio, lasciandoci qualche piuma che cadde sulle loro teste.
Hanabi se ne soffiò via una dal naso.
“Belli, vero?”
“Potevi anche volare insieme a loro, li avrei visti un po’ meglio!”
“D’accordo, ora ne cerco altri. Eppure pensavo che avresti gradito un po’ di acrobazie a mezz’aria.”
“E chi ha detto che non le gradisco?”
Gaara si inquietò sentendola ridere in modo perfido: “Beh, visto che ogni volta urli…”
“Urlo perché mi devo sfogare! Quindi cerca di fare di meglio di una semplice picchiata la prossima volta o resterò delusa!” disse tirandogli scherzosamente l’orecchio.
“Umpf, ora si che ti riconosco!”
Ripresero a cantare, prima un verso per ciascuno, poi in duetto!

Tra mille diamanti correrò!

La tua notte più bella

Con un po’ di follia, e di magia
Fra stelle e comete volerò


“Adesso ci spostiamo, e molto velocemente.”
“Un giro turistico ad ampio raggio, eh?”
Hanabi si inginocchiò dietro la sua schiena, mise le braccia intorno al suo collo ed appoggiò comodamente il mento sulla sua testa: non voleva più perdersi niente!
Gaara si concentrò fino a stringere i denti, e poi schizzarono via, oltre il deserto, verso i tanti altri bellissimi luoghi che voleva mostrarle.

Tra mille diamanti correrai

La mia notte più bella!

Con un po’ di follia, e di magia
Fra stelle e comete volerò

Il mondo è tuo

Corpo celeste sarò!


E verso un certo luogo ben conosciuto dove voleva recarla!
“Wow, ora so perché si chiama “Villaggio della Cascata”: planare a pelo d’acqua e poi scendere giù per il salto col rumore dell’acqua rimbombante nelle orecchie è stata un esperienza mitica! Come tutto questo viaggio!”
“Ed ora siamo arrivata ad una delle tappe migliori. Guardati un po’ intorno.”
“Dove devo guardare? C’è qualche altra bella… Ehi! Aspetta un attimo, ma quello non è…”
“Il tuo villaggio? Si.”
“……”

Konoha! Bella e rigogliosa! Il villaggio nascosto nelle foglie di verdi foreste!
Nel cuore della notte, tutto è silente, ogni albero riposa, ogni cuore trova pace nella comodità di un letto o di un divano (per chi è ha avuto problemini con la moglie…). Ma questo idillico quadro sta per essere turbato da un inaspettato arrivo! Le mura non basteranno a fermare colei che viene dal cielo!
Qualcuno aveva creduto ingenuamente che si erano sbarazzati di lei, ma Hanabi Hyuga, più energica e maritata che mai, tornava già dopo poco più di una settimana a dare uno scossone agli abitanti del suo adorato villaggio!
“Visto da quassù è piccolissimo.”
“Ora scendo: vorresti andare da qualche parte in particolare?”
“Beh, so che è un po’ tardi per delle visitine di piacere… ma quando mi ricapita una simile occasione? Ah ah ah!”
Presto, qualcuno sarebbe stato svegliato…

(UEEEEEEEEEHHH!!!)
Ten Ten sollevò dal cuscino la testa pesante come il piombo.
“Và tu…”
Neji si rigirò dall’altra parte: “No, è il tuo turno: io sono andato prima.”
“Ma prima hanno smesso da sé, quindi non conta. Ti prego, amore, và tu…”
Neji volle controbattere, ma sua moglie aveva già nascosto la testa sotto le coltri.
Borbottò qualcosa di indecifrabile e camminò con passo da zombi fino alla cameretta dei gemelli.
“Allora… (yaaawn!)… chi di voi due fa storie adesso?”
Il maschietto, Hizashi. La femminuccia, Hikari, dormiva come un angioletto nonostante le urla.
(UEEEEAAAHHH!!!)
“Sempre tu, eh? Vieni da papà, su.”
Neji mise su un biberon di latte caldo, prese il bimbo in braccio ed andò ad allattarlo fuori al portico della casa: aveva bisogno di un po’ d’aria.
Il rilassante rumore dei grilli venne coperto dal forte ciucciare e mordere del bimbo alla tettarella di plastica del biberon, che Neji teneva con l’altra mano.
“…… La mia unica consolazione è che non c’è nessuno che conosco a vedermi in questo stato pietoso.”
(WOOOOOOOOOSSSH!!!)
“?!?!?!?!?”
Una folata di vento potentissima passò giusto davanti il suo naso, portandogli buona parte dei capelli tutti ad un lato! Il bimbo smise di ciucciare cominciò a ridere!
-Ma cos’era?-
Dopo esserselo chiesto, udì QUELLA voce…
“Troppo veloce, Gaara!”
“!!!”
“Scusa, faccio retromarcia.”
Neji era pietrificato: “No… non ditemi che…”
E vide dalla sua destra provenire una specie di nuvoletta di sabbia sospesa a mezz’aria con sopra la cugina e il suo sposo alla guida.
“Neji! Che bello rivederti! Come andiamo?”
“Salve.” salutò Gaara con più contegno.
“…… Ho dormito troppo poco negli ultimi tempi! SIGH!”
Hanabi vide che aveva in braccio e si dimenticò subito di lui!
“MA NO! NON DIRMI CHE è CHI PENSO IO!”
Saltò giù e glielo strappò via, lasciandolo impalato col biberon a metà in mano!
“Puccipuccipuccipucci!”
Il neonato rise e cercò di toccarle la faccia con le manine.
E mentre lei era tutta intenta a sberleffi e facce buffe, Gaara divenne l’unico ad interessarsi alla brutta cera di Neji in quel momento.
“Poco sonno?”
“Si.”
“Oh, brutta storia, io me ne intendo.”
“Piripiripiri! Ih ih ih! Che bello, sono zia! Zia di secondo grado, ma sempre zia! Ehi! Chissà se anche Hinata ha qualche sorpresa come questa in serbo per me!”
“Non credo, al massimo sarà ai primi mesi.” spiegò razionalmente Gaara.
“Hinata non è ancora incinta che io sappia.” confermò la voce roca del padrone di casa.
“Davvero? Oh, che peccato, vorrà dire che aspetterò per essere zia di primo grado. Tieni il piccolo, è adorabile.”
“Si… come no…”
“Beh, parlando di Hinata, andiamo anche da lei, su Gaara!”
“D’accordo.”
Neji: -____-“
“Ciao ciao!” salutò con la manina Hanabi prima che partissero a razzo.
“…… Beh, almeno ora Hizashi non…”
(BUUUAAAAAAHHHHHH!!!)
“……”
Poverino: già gli mancava la zietta!
“… SIGH!”

“Ehm, Naruto, credo che ci sia qualcuno alla finestra…” disse Hinata ritraendosi da lui.
Il biondo smise all’istante di scostarle il vestito dalle spalle: “Come?”
Si girarono all’unisono e videro il faccino di Hanabi pressato contro il vetro! Questa poi, una volta vistasi scoperta ebbe pure il coraggio di esibire un sorrisone sfacciato!
“EEEEEKK!”
“EHI!”
“Ciao sorellona!” –disse da oltre il vetro- “Ti trovo proprio bene se anche a quest’ora… Uh uh uh!”
“Ha-Hanabi?!”
Naruto, furibondo, aprì di scatto la finestra, rischiando di farla cadere all’interno: “MA NON VI VERGOGNATE?!?!? Soprattutto tu, Gaara! Da te non me l’aspettavo!”
“Gliel’avevo detto che non era il caso.” –rispose lui rosso di costernazione- “Vi porgo mille scuse.”
“Non ti scaldare, cognatino! Vista la situazione, ora che abbiamo salutato ce ne andiamo: buone cose! Ah, e mi raccomando, fatemi diventare presto zia! Ciao a tutti e due!”
“Umpf!”
Lanciò l’occhiolino alla sorella maggiore, la quale si girò da altra parte imbarazzata e poi di nuovo via, verso un nuovo obiettivo!

“Papààààà…”
Hiashi, nel pieno della fase rem, cominciò ad agitarsi e mugugnare…
“Papààààà…” chiamò di nuovo quella lontana vocina maligna…
“F-figlia? Mmm…” balbettò il vecchio Hyuga girandosi su un fianco.
“Naruto sta cercando di nuovo di fornicare con Hinataaaaa…”
“E allora? Mf…” –l’uomo si grattò la pancia, senza aprire ancora gli occhi- “Ora sono marito e moglie… (yaaaawn!)… devono darmi un erede…”
“Ma non ti detto in che posizione vuole farla mettere!”
“UH?”
Hanabi scese dalla nuvola, in punta di piedi raggiunse il suo letto e bisbigliò qualcosa nell’orecchio del padre: sapeva che era molto suggestionabile, specie quando dormiva!
“VIA ORA! VIA!”
Gaara, conoscendo il soggetto dai tanti racconti di gioventù della consorte, ingranò subito l’ultima marcia, uscendo dai saloni di villa Hyuga per poi innalzarsi rapido in cielo…

“COOOOOOOOMEEEEE?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?”

Gaara ed Hanabi si affacciarono verso il basso e videro, Hiashi Hyuga, sonnambulo in camicia da notte, correre con due katane alla mano in direzione della casa del genero…
“Brutto… zzz… Maniaco… zzz… Considerati iper-morto!... zzz…”
“Credo che tra poco quei due verranno interrotti di nuovo. Ma non volevi un nipotino tu?”
“Si… però la tentazione di farlo era troppo grossa, ah ah ah ah ah! Eh eh! Ah ah ah!”
“Attenta che se ti rotoli troppo dalle risate poi cadi.”
“Quando riusciranno a svegliarlo daranno la colpa a qualche brutto sogno ed io avrò compiuto il crimine dell’anno restando impunita ed insospettata! Ih ih ih!”
“……”
“Torniamo a casa, Gaara?”
Quella domanda suonò stranissima alle sue orecchie.
“Casa?”
“Casa nostra.” rispose Hanabi avvicinando il suo viso finalmente sereno al suo.
Gaara annuì soddisfatto; puntò il loro “tappeto magico” nuovamente alla volta del deserto.
Di Suna!
E durante il ritorno, lento e panoramico (salvo un paio di acrobazie qui e là volute da lei!), conclusero la canzone rimasta in sospeso!

Il mondo è mio!

Il mondo è tuo!
La nostra favola sarà

Ma se questo è un bel sogno

Non tornerò mai più
Mai più laggiù
È un mondo che appartiene a noi


“Soltanto a noi…”
“Per me e per te…”
“Non svanirà…”
“Ci aiuterà…”
“Solo per noi…”
“Solo per noi…”

Per te e per me!

“Gaara, un’ultima cosa però.” chiese arrivati al limitare delle sabbie.
“Si?”
“Sali su e fammi volare attraverso una nuvola!”
“Come?”
“Si! Voglio passarci attraverso, immergermi dentro, toccare e sentirne la morbidezza, abbracciarne pezzetti come batuffoli di cotone e tante belle cose così!” disse con occhi sognanti.
“Ehm, io te lo sconsiglio.” fece il marito salendo in su.
“Perché?”
Costeggiò da vicinissimo un grosso cumulonembo e le chiese di provare a toccarlo.
“Ih ih ih, vieni qui nuvole… EHI! BRRR!”
Ritrasse il braccio e vide che era tutto inzuppato!
“Le nuvole non sono altro che vapore acqueo condensato: perché pensi che fino adesso le abbia evitate.”
“Tsk, grazie, molto istruttivo!” borbottò Hanabi strizzandosi la manica del kimono!


Pian pianino, scesero diagonalmente fino a ritrovarsi esattamente al punto di partenza; il loro balcone. Quando il tappeto di sabbia toccò il pavimento, i granelli, con altrettanta lentezza volarono in tante direzioni diverse, dissipandosi.
Fu una scomparsa graduale, che consentì un morbido atterraggio dei loro piedi scalzi.
Mano nella mano, i due rientrarono nella camera, le cui tende parvero spostarsi da sole al loro passaggio, e una volta lì si strinsero forte.
-È stato bellissimo: il più bel regalo che un marito possa fare ad una moglie nostalgica.- pensò godendosi il suo calore.
Aveva avuto modo di vedere che il mondo è grande eppure piccolissimo, e che l’amore unisce a qualunque distanza, a volte servendosi dei pensieri e dei ricordi, a volte di un marito premuroso e dei suoi strabilianti poteri sabbiosi!
Era stata lei stessa a proporre di tornare, e questo nonostante si trovasse nella amata casa che aveva abbandonato. L’altro si era meravigliato che fosse rimasta soddisfatta di così poco tempo; ma Hanabi ora sapeva con certezza che la distanza non era proprio nulla, che i suoi parenti sarebbero stati sempre lì per lei e lei sarebbe corsa lì ogni volta avrebbe voluto.
-Ora come ora credo non ne sentirò il bisogno per un po’. Dopo quello che ho visto, mi và di soffermarmi un po’ più su questa Suna: non farò altre visite fino a quando per me non ci sarà più differenza tra qui e là.-
Suo padre, Hinata e Neji dovevano dunque abituarsi all’idea di vederla sempre meno spesso d’ora in avanti (il che per loro significava più pace e tranquillità!).
Avrebbe conosciuto Suna, la sua gente, fatto altre amicizie, spazzato via la sabbia, la polvere e l’aridità di quel villaggio con la sua turbinante personalità.
E lì avrebbe cominciato una nuova fase della sua vita, con tutta l’intenzione di viverla dentro, senza mai più sentirsi estranea, senza mai più desiderare ciò che era già suo.
-Perché il mio cuore abita dove ci sei tu, Gaara!-
“A cosa pensi?” chiese, percependo in lei una felicità diversa dal solito.
“Nulla di che.”
“Oh, allora non ti è piaciuto il giro?”
“Umpf, lo sai anche tu come la penso, no?”
“Eh eh!”
“Che ne diresti ora di… “esplorare” un altro po’?” sussurrò la donna schiacciandosi al petto di lui.
“Vuoi venire con me a scoprire quanto può far caldo sotto le coperte? Eh, che ne dici? Uh uh uh!”
“Umpf!”
Hanabi interpretò quel suo risolino sbuffato come un assenso. Sbagliandosi…
“Una proposta allettate, ma…”
“Ma?”
(SDONG!)
“Ma temo… di non farcela…”
“!?!?!?!”
Gaara aveva perso completamente colore!
“Vedi…” –disse con fatica, forzandosi anche a sorridere in modo rassicurante- “Una tecnica come quella che ho usato… che ti permette di volare tanto in alto, tanto a lungo e tanto velocemente è alquanto difficile da usare… specie se devi trasportare qualcun altro oltre a te!”
Gli erano ricomparse persino le occhiaie!
“… Oh, cavolo, Gaara!”
Ormai trasformato completamente in uno straccio usato, il Kazekage cominciò a dondolare: “Ehm… mi sa che sarà per la prossima volta… Oooh…”
“EEEK!”

(STOMP!)

Esaurite tutte le forze, era caduto pesantemente in avanti…
PROPRIO SULLA MOGLIE!

“Ooof!... Gaara! Ehi! Tirati su, Gaara!”
Gaara: x__x
Hanabi: >__<
Hanabi, piccola com’era al confronto, provò a prima a scuoterlo, poi a scostarlo. Ma nessuna reazione!
“… Uff…”
Vide che era caduto con la fronte: lei però gli aveva attutito la caduta ed aveva preso solo una bottarella.
“Zzzz… zzzz…”
-Domani ti sveglierai con un bernoccolo da record…-
Non le restava che adeguarsi: per quella sera suo marito sarebbe stato anche la sua coperta.
“Prova a sbavarmi addosso e te ne pentirai amaramente!” brontolò scostandogli la faccia con la mano che non le stava schiacciando!
Se lo rimboccò tirandolo per il vestito, senza badare non prendesse altre botte di testa e sospirò.
“Oh, che notte che è stata… e che sarà ora, meno male ne è rimasta poca! Uff…”
“Zzz… zzz…”



Ed ecco un altro dei miei collaudati finali spiritosi e dissacranti! XD
Forse un po’ di ♥♥♥ sarebbe stato più intonato, ma poi avrei messo troppo zucchero! È di Gaara e Hanabi che stiamo parlando, e già Gaara la dice lunga U__U
Spero non siate rimasti dispiaciuti dal suo essere OOC, ma io personalmente non ritengo di aver stravolto il personaggio: nell’arco della fic si è sempre dimostrato composto e controllato, ed anche le spericolatezze erano per compiacere la temeraria Hanabi… e un po’ anche lui, dai! XD
Inoltre nel corso degli anni le persone cambiano, no? Beh, è cambiato anche lui U__U
Piaciuta? Spero di si! Personalmente, a conti fatti, non mi ha convinto molto: farli esibire in quel canto alla “là per là” mi sembra un tantino artificioso. L’effetto è parecchio simpatico, ma l’ha resa meno reale forse.
Si è trattato di una scappatella in fondo, e si vede, anche se le scenette di Neji, Naruto e Hinata e Hiashi mi hanno rammentato i primi tempi, quando ero davvero a ruota libera! ^__^
A voi un giudizio ora, commentate!
Alla prossima!

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!


 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (6 voti, 8 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 8 commenti
nano26 - Voto: 05/05/09 15:25
appena Gaara ha creato il tappeto di sabbia ho pensato -questa scena l'ho già vista...-
però gaara con turbante non lo vedrei onestamente... hanabi vestita alla Jasemine si però XD
bellissima one shot, un buon, diciamo, riempitivo mentre aspettiamo il clou della tua attuale opera letteraria-musicale XD
ancora complimenti e buon viaggio a Praga!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

dark-angel-7 - Voto: 01/05/09 15:36
stupenda!!!xo hanabi sempre diabolica eh??bravo!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

starsoul - Voto: 19/04/09 19:19
Bellissima XD Approvo anke la canzone...adoravo Aladdin *_*
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

mewanna 19/04/09 18:48
Grandioso, complimenti Tony, strabiliante!!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

n1sasuke 18/04/09 15:04
quoto tutti quelli che hanno commentato prima di me! STUPENDA!
Gaara sarà cambiato, ma hanabi è rimasta uguale uguale Xd
povero Gaara però, quanto si è stancato.
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

niglia89 - Voto: 17/04/09 23:13
Davvero bellissima! meravigliosa!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

reds92 - Voto: 17/04/09 23:08
bellissima... simpatica come sempre e scritta bene... e poi sono sicurissimo che Gaara sarebbe così se fosse realmente sposato con Hanabi XD
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

yameta62 - Voto: 17/04/09 22:31
Una cosa sola.. bellissima!!
Un'altra cosa.. una specie di viaggio alla Aladin con Gaara e Hanabi. MITICO!!
E poi lo scherzo di Hanabi a Hiashi, super... uhuhuhuhuhu
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: