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Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: NOTHING
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Autore: pensierisfuggent galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/04/2009 14:13:58 (ultimo inserimento: 30/09/09)


 
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- Capitolo 1° -

Eccola.
Altezzosa, incorniciata da finti petali di rose immacolate, coperta da uno strato di santità che avrebbe fatto scappare a gambe levate anche Godric Griffyndor.
Il pensiero di obbligarla a sottomettersi a me, di legarla attraverso spire di serpente alla mia casa, toglierle ogni onore e gloria, privarla di qualsiasi luce che la torre degli eletti distribuisce senza parsimonia ai suoi abitanti, era qualcosa che mi lasciava privo di fiato.
Sporcarla e far si che l’orgoglio rimanga l’unica sua veste intatta, perchè senza orgoglio non la voglio, senza scintilla d’ardore non so che farmene.
Lo so, lei diventerà la mia persecuzione; da quando ho deciso di volerla ho anche deciso di cambiare le mie regole disponendo le carte in tavola in una combinazione a me sconosciuta, rischiosa e non per questo meno appetibile.
Quanti sarebbero disposti a farlo?
Quanti per lei sarebbero disposti a chiudere un occhio sui mille difetti e a permetterle di guardarti negli occhi senza obbligarla a pentirsi dell’affronto, scagliandole contro qualcosa che può essere più forte di una maledizione senza perdono, il disgusto più sincero; compromettere se stessi per compromettere lei e uscirne ai propri occhi puri come vergini immacolate dedite alla sacra preghiera.
La menzogna nella verità.
Far finta di non vedere che il gioco non è più nelle tue mani ma comportarsi come se le redini fossero ancora ben avvinghiate alle tue dita; ferire, assicurandosi poi di avere un cicatrizzante per le TUE di ferite e mantenere doverosamente l’orgoglio intatto, celando le crepe di un muro che si sfalda.
Lei è il mio siero, il filtro che si lascia a sobbollire per sette giorni sotto il lucernaio, all’oscuro da occhi indiscreti, persino dai tuoi.
-Non è vero!-
-Cosa capo?-
-L’esistenza della forza di volontà-
Tiger mi guardò con la sua solita vacua espressione da ebete. Non mi aspettavo che lui mi capisse e non volevo nemmeno che i miei pensieri sfiorassero una mente così stupida da essere paragonabile a quella di un Troll, o di Goyle che era comunque la stessa cosa.
-Tiger, Goyle sbarazzatevi della piattola e di Potter-
-Agli ordini capo- la fortuna di appartenere al ristretto club di coloro che vengono temuti e non temono, o meglio, che sono capaci di occultare ciò che temono per poter salvaguardare la propria egemonia, era una fortuna di cui facevo e avrei fatto largo uso.
Vedere trasportare di peso dai due colossi quali Tiger e Goyle i paladini di Miss Granger era qualcosa che rasentava l’estasi.
-Mollami lurido tirapiedi di quel figlio di un mangiamorte- gli epiteti ormai lontani di quei due Grifondoro non potevano nemmeno scalfire il tessuto costoso della mia divisa scolastica, figurarsi il mio animo ben più profondo e protetto.
-Si divertono con poco i tuoi amichetti- cominciai avvicinandomi di qualche passo a lei.
-E tu?- indispettita, la sua voce mi scivolò dentro come burrobirra della miglior marca.
-Io ho bisogno di ben altro per divertirmi- le sussurrai pericolosamente vicino prendendo fra le mie dita un ricciolo serico – e tu lo sai mia bella Grifondoro-
- Io non so un bel niente Malfoy. Tu hai la capacità di essere oscuro su qualsiasi argomento che va a sfiorare la tua sfera personale.-
-E tu sei parte della mia sfera personale vero…?!-portai al volto la ciocca di capelli che ancora tenevo fra le dita e annusai quella splendida fragranza di albicocca e miele che emanava.
Sarebbe stata la mia rovina…se solo glielo avessi permesso.
- Non lo so, dimmelo tu- la sua voce tentennò bassa e tremante come tutte le volte che lei andava a premere un tasto segreto: i miei pensieri.
Sapeva benissimo che erano più le volte in cui evitavo abilmente di rispondere che quelle in cui, invece, le davo la soddisfazione di svelarle quel qualcosa di me a cui tanto ambiva.
-Te l’ho detto. La mia era un’affermazione, non un domanda.- spiazzarla, ecco cos’altro adoravo fare. Immaginare il sangue che pompava nelle sue vene ad un ritmo più accelerato, per permettere al suo cuore di battere con ancor più insistenza cercando di abbattere la barriera in cui era prigioniero.
Vederla arrossire senza possibilità di fuga e sorriderle a mia volta con la solita sfacciataggine che mi caratterizzava: farla sentire ancor più in imbarazzo come se avesse appena commesso un peccato.
Il suo peccato ero io.
-Draco perchè mi hai cercato? Dovevamo vederci oggi, dovevamo andare a Hog… –
Bloccai la sua frase non ancora terminata, dovevamo, verbo al passato. L’attirai in un angolo più appartato del corridoio, i guardoni erano una realtà per Hogwarts così come i fantasmi della scuola riuscivano ad essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
- Oggi non possiamo vederci.- celai ampiamente la delusione che questo fatto mi causava, essere impassibili non voleva dire essere immuni a qualsiasi emozione. Era solo un’accortezza che chiunque avesse avuto un po’ di cervello sarebbe stato in grado di mettere in pratica per salvaguardare la propria persona da intrusioni malvolute.
Vidi dalla faccia della Granger che anche lei stava cercando di celare l’amarezza. L’orgoglio prima di tutto, quello stupido, inutile orgoglio. Ma forse la preferivo per questo. Non avrei sopportato una gallina che avrebbe intavolato un dramma degno delle più alte corti francesi solo per un pomeriggio negatole.
-E si può sapere il motivo?-
Alzai un sopracciglio e mi abbandonai a quell’espressione di ironica sorpresa prima di risponderle
- Non è niente che ti può interessare Granger, sai che non rinuncio facilmente alla tua piacevole compagnia, specie se sei nuda e distesa su di un letto. Impegni improrogabili mi vietano di vederti- la mia mano calò impetuosa sulla sua spalla, leggera come petali di rosa infuocati capaci di bruciare ogni millimetro della sua pelle solo sfiorandola. Era così vulnerabile e allo stesso tempo inespugnabile. Sapeva di dolce e amaro contemporaneamente, un sapore che faticavo a privarmene.
Anche adesso.
-Perché non anticipiamo ciò che avrebbe potuto essere di oggi? Conosco tanti posticini adatti allo scopo.- tolsi il mio tocco dal suo corpo, fu più faticoso per me che per lei perdere quel contatto, come se stessi cercando di spezzare un incantesimo di appello in cui i nostri due corpi si richiamavano senza tregua.
- Perché invece non mi dici cosa devi fare oggi?-
Dovevo incontrarmi con mio padre, dovevo lottare con Lucius Malfoy per qualcosa in cui non credevo e in cui, comunque, cercavo di attaccarmi disperatamente. Avrei dovuto difendermi, avrei dovuto scontrarmi contro qualcuno che non ero capace nè di amare nè di odiare, lui era mio padre, un sentimento confuso che ristagnava.
Non potevo raccontarle niente o si sarebbe preoccupata, si sarebbe resa odiosa, avrebbe lottato per potermi seguire, avrebbe rischiato per poter essermi accanto dove io non la volevo.
Non perché non ne avessi bisogno.
Per difenderla.
Io non incontravo solo mio padre, io incontravo un Mangiamorte.
- Perché non sono cose che ti riguardano – conclusi serafico.
- Certo che mi interessano visto che è con me che oggi dovevi uscire- quando si impuntava in una cosa mi irritava sopra ogni limiti. Vedendo la sua espressione accigliata la voglia di voltarmi e andarmene lasciandola sola a fare i capricci con qualche quadro mi sfiorò ben più di una volta.
Ovviamente l’idea di scivolare con lei nella stanza delle necessità fu più forte di qualsiasi altra decisione.
-Granger mi sembra di essere stato chiaro e di aver parlato in una lingua che sia io che te riusciamo a comprendere a meraviglia. Vieni prima che faccia troppo tardi- nonostante l’irritazione che si mostrava in ogni parola pronunciata, avevo un disperato bisogno di stringerla tra le braccia, di sentirla ancora su di me dolce e remissiva, passionale e combattiva. Era tutto contemporaneamente.
Mi voltai senza aspettare un suo assenso, senza guardarla per avere una risposta; mi avrebbe seguito, ne ero pienamente convinto.
Se non mi avesse raggiunto, se non avessi sentito i suoi passi affrettati che eliminavano la distanza fra me e lei forse avrei deciso di non imbarcarmi in questa storia che non poteva nemmeno pronunciarsi: esisteva e basta.
Le vetrate del corridoio facevano filtrare i fiochi raggi di sole che lottavano per non perdersi nel tetro grigiore di quelle giornate. Solo il rimbombo dei miei passi, seguiti dai suoi rompevano il silenzio di quel paesaggio ovattato.
Rimproveravano quest’atto illecito e ricercato da tutti.
La linea spezzata di luce s’infrangeva contro le nostre immagini in movimento e in cerca di un posto sicuro dove i nostri nomi pronunciati a fior di labbra, nel medesimo istante, non fossero sacrilegio, ma solo forma d’arte.
Passione.
Un posto come il paradiso inesistente che permettesse la creazione della nostra utopia: incomprensibile a tutti, persino a noi stessi.
- Prima le signore – avevo appena compiuto la solita prassi per accedere nella stanza delle necessità, facendola entrare per prima per poter poi controllare e ricontrollare la desolazione di quel corridoio.
Circospetti come ladri, noi che stavamo navigando nello scandalo più temuto dall’esigua schiera di purosangue.
Io che mentre mi accingevo a chiudere la porta e ad incantare la serratura, voltavo un’altra volta le spalle alla mia famiglia.
E chiudevo gli occhi per non pensare al mio sangue che pulsava nelle vene amaro come il fiele ma puro come l’oro zecchino.
Ai Black e ai Malfoy, le casate più influenti e antiche del mondo dei maghi.
Lei era anche questo: rinuncia senza possibilità di negoziazione ai dogmi che mi avevano cresciuto.
-Ecco dov’era finito il nastro che cercavo da una settimana. Ho messo sottosopra la mia stanza a Grifondoro-
La guardai, voltata di spalle con in mano un pezzo di stoffa lucente; stava sorridendo, ne ero sicuro anche se non potevo scorgerlo. Vicina a quel letto che ci aveva già ospitati sembrava molto più perfetta che seduta dietro un banco in una qualsiasi altra aula della scuola o, ancor peggio, dietro la lunga tavolata rossa e oro.
Coraggio? No, lei ribolliva d’ambizione non solo di coraggio, lei era incredibilmente intelligente non solo coraggiosa, lei era troppo leale con i suoi amici…ed anche con me; no, non c’era solo coraggio in lei.
Il suo posto era qui, in una stanza che non apparteneva a nessuno ma che racchiudeva ogni suo segreto.
-Lascialo qua, tanto nessuno te lo ruberà.- mi avvicinai cingendole il corpo da dietro e respirandole addosso tutta la voglia che faticavo a trattenere.
- Ma anche se lo lasciassi qua non servirebbe a niente, non lo userò di certo per stare in questa stanza- fu la sua accorta risposta.
- No – le sussurrai di rimando baciandole la base del collo in modo così delicato da sembrare solo un semplice sfiorarsi di pelle.
-Ma lascialo a casa lo stesso –
La sentii irrigidirsi assimilando in un sol colpo ciò che le avevo appena detto, ciò che le stavo regalando.
Lentamente lasciò che il nastro bianco tornasse a posarsi sul comodino, silenzioso e morbido quasi quanto il sorriso timido che celava la sua pubblica arroganza.
-Perché lo fai?-
Fu un sussurro che zittii semplicemente con le mie labbra prima di lasciare spazio ancora alla parola, dolce come il veleno più letale preservato in ampolline di vetro incolore – Faccio cosa?- bisbigliai incontrando le sue labbra in un gioco pericoloso che non aveva vincitori o vinti ma solo aliti di richieste.
- Tiri le redini del gioco, trascinandomi col tuo modo di importi -
-Io non mi impongo, sei tu che non puoi fare a meno di seguirmi –
- Non mi lasci scampo-
-Non voglio lasciarti scampo. Se ti lascio libera, tu scappi-
-Perché non ti fidi?-
-Perché sono un serpente, te ne sei dimenticata?-
-Si-
Ora fu per me giunto il tempo di accusare il colpo alzando il mio sguardo per raggiungere il suo. Ferma, decisa e per nulla intimorita, mi guardava cercando di penetrarmi, cercando di capire ciò che non le avrei mai detto.
Non chiedermelo o il gioco si spezzerà, non cercare di strapparmi promesse.
Il gioco vale la candela?
- Te lo permetto solo ora, dimenticati pure a che casa o ceto appartengo ma non scordarti chi sono.- lamine di ghiaccio incandescente per sondarle l’animo. Doveva ricordarlo bene che ero io colui che sapeva accenderla non qualcun altro.
- Draco - flebile, quasi inudibile il mio nome sembrò propagarsi silenzioso nell’aria, sospinto solo dai gemiti che la stessa bocca di rose intrideva lo spazio circostante.
- Draco Malfoy, principe dei Serpeverde, sempre io – le imposi scivolando sul letto e portandola con me senza possibilità di rifiuto.
Un’ora, due ore, quanto tempo avevo ancora prima di lasciarla sola con il mio solo profumo addosso e una voglia appagata ma non cancellata?
Poco tempo, prima di dover incontrare Lucius e lo scontro che ne sarebbe di certo derivato non sarebbe stato un semplice battibecco.
Nessuno decideva della mia vita, nessuno se non io.
-Granger?- lasciai che i suoi vestiti cadessero a terra sparpagliati assaporando la sua visione con languida calma. Ogni curva era impressa nella mia mente a partire dai seni tondi fino ad arrivare alle cosce lisce come seta che sapevano stringermi in una morsa ferrea quando volevano trattenermi nel suo amplesso.
-Mmm? – fievoli suoni mentre la sua schiena si arcuava sotto il mio tocco maestro.
- Quando torno stasera fatti trovare – non era necessario dire dove o quando, poco importavano i dettagli quando si era sicuri che volere era potere.
Asserì con la testa e io mascherai un sorriso di vittoria. Argilla malleabile tra le mie mani che, con la giusta scintilla, si sarebbe trasformata in fiamma dell’inferno.
Mi persi in lei e solo quando non ci fu più spazio per le parole, per i gesti superflui o per qualsiasi altro pensiero inopportuno e troppo lontano da esser preso in considerazione in quello spazio fuori dal tempo, dimenticai mio padre e i problemi di essere un purosangue, futuro erede di un Mangiamorte.
L’importante era avere altro tempo, altro spazio, altro niente, così che io avrei potuto eleggere ancora come regina dei miei desideri una sporca mezzosangue, la mia mezzosangue.

 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
pensierisfuggent 30/09/09 18:02
grazie per i complimenti, purtroppo sono tornata solo ora da un mio.... "periodo sabbatico fuori dal virtuale". Prometto di mettermi in carreggiata e trovare il modo di scrivere perchè questi due sono quelli che adoro di più al mondo.
Spero a presto.
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elfa-nihal - Voto: 17/04/09 13:02
mi piace come inizio
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mmebovary - Voto: 16/04/09 17:36
Bellissimo inizio!
Ti dirò, avevo quasi intenzione di non leggerla perché non hai scritto uno straccio di riassunto per l'introduzione, il che in genere mi dissuade dall'aprire qualunque ff... Comunque sia l'ho aperta e... sorpresa! Una meravigliosa Draco/Herm! I personaggi hanno un certo fascino, la lingua è usata con maestria, non ci sono errori di grammatica evidenti, nessuna parola è superflua. La storia inizia nel suo apice e promette di svolgersi bene... Vediamo un po' come sarà il prossimo capitolo!^^
Baci baci... MmeBovary
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