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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: KAGOME AND THA KING
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ailad galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/06/2003 19:02:51

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- Capitolo 1° -

Terzo capitolo......... finalmente!!!!! Scusate il ritardo, soprattutto chiedo scusa a Fl@ che mi ha perfino chiesto se continuavo o no!!!!!!!! Mi dispiace tanto, ho un sacco da fare in questo periodo. Il capitolo non è tutta questa gran cosa, ma insomma..... leggere per capire... neanche in questo capitolo si incontrano i protagonisti......!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!( sigh!!!)


FLASH BACK******************

Il silenzio calmo e soffocante nella reggia presagiva la venuta del sonno che aveva colpito il grande re. La tempesta nulla era, il vento di dolore che opprimeva il cuore di ogni suddito insegnava come il tempo fosse un ornamento iridescente. Smettere l'attività mentale... morire.... essere come svenuto. Ci sarà un giorno in cui ogni essere cercherà il Sole oltre porte proibite? Cosa importa. Risvegliàti ad indicare la vita, prescelti per morire nel degrado di questa. Questa legge di verità ha maggiore realtà del mondo. Finchè la vita continuerà ad essere sprecata dichiarando la bellezza folle di questo mondo benchè le stelle comincino ad annerirsi, allora non ci si sveglierà mai, forse si dorme eternamente senza coscienza di farlo.
Inuyasha, appena diciassettenne, si godeva le ultime luci della sera, lasciando che quel lascivo calore sfiorasse delicatamente la pelle del suo viso.
- E' morto...- Sussurrò, tormentato dall'incertezza, lo amava e fino a quel momento aveva ignorato quel sentimento.
- E' solo la vita che fa ciao ciao a sè stessa- osservò Miroku con sarcasmo.
Appollaiato al ramo di un albero del giardino che alla luce del vespro appariva tra il roseo e il giallastro, il mezzo-demone scivolò sul ramo scuro, caldo e placido, abbandonandosi completamente, e solo gli occhi dorati, che riflettevano il colore del cielo vespertino, rivelavano l'energia che bruciava dietro quella calma apparente.
- Ma che vuoi ancora da me maledizione.... accidenti a te...- Sbuffò indispettito e indifferente mentre avvicinava le mani al mento guardando in alto con sguardo distratto e superbo.
Miroku sorrise e poggiò una mano sul tronco dell'albero con aria malinconica:- Tuo fratello... ha molte possibilità di diventare il nuovo re- Il ragazzo umano sapeva quanto i due si odiassero, ma quanto entrambi avevano amato il loro padre e aveva paura... paura che un animo perverso come quello di Sesshomaru questa volta li avrebbe messi veramente nei guai.
- Tessaiga ha il compito di scegliere il nuovo sovrano del Siam... ricordi?- replicò Inuyasha con una punta di cinismo, ridacchiando.
- Sei un hanyou come puoi pretendere che la spada forgiata con un dente di tuo padre scelga te.... sei figlio di una schiava umana... odiata e temuta allo stesso tempo.... una maledizione...- Confessò Miroku.
- Vedi...ne sono certo...lei mi appartiene. Appena la afferro il mio corpo frena la sua eccezionale spinta. Perdo di vista la sua forma che ripete ogni mio gesto e si scompone lungo ogni contorno irregolare del suolo senza poter assumere una forma diversa dalla mia.... è come se fosse venuta per misurare la mia paura urlando al cielo il mio entusiasmo... sembra capire i miei limiti... Sesshomaru invece non e mai riuscito a prenderla, quel cretino....Mmmffff!!!!!-
Il monaco sbadigliò annoiato dalle parole dell'amico:- Neanche io ho mai parlato di una donna in questo modo... e tu parli così di una semplice spada?... Ormai è da tempo che mi preoccupi-.
- Smettila di dire idiozie... almeno per una volta...- Inuyasha balzò giù dall'albero improvvisamente. Le sue orecchie si abbassarono guardinghe per rialzarsi subito dopo con fare orgoglioso mentre Miroku rideva incessantemente. Lo sguardo del demone era omicida. Scosse però la testa e, innervosito, gli voltò le spalle costringendosi a fischiettare e ad assumere una camminata spensierata da bullo.
Un ramo basso in quel momento gli frusciò contro il viso e lui sussultò, balzando inevitabilmente di lato. Infastidito, si riprese e lanciò un' occhiata all'ostacolo fronzuto prima di riprendere la sua andatura buffa e veloce. Sentiva su di sè lo sguardo del bonzo che aveva aumentato il tono della risata.
"Prima o poi quello lo ammazzo" pensò tra sè e sè.
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Non era mai stata baciata in quel modo. Sentiva il suo corpo, il battito del suo cuore e il suo respiro farsi più veloce. E come un mendicante affamato che languisce davanti alla vista del banchetto si ritovò spossata. passava da una sensazione di trasparente chiarezza ad un' impressione di nebbioso oblio. Si arrendeva al suo tocco, e rabbrividendo mosse le dita lunghe tracciando un percorso sulle sue spalle.... voleva sentirne la forza, l'incantesimo, solo in lui era contenuto un incantesimo così potente. Lo sgomento, la sensualità, i brividi, le fecero accettare con gioia quella sensazione di impotenza, la debolezza fisica di fronte a lui non le importava.
Voleva averlo ancora più vicino... gli prese il viso, cercandolo, ma lo vide ritarsi bruscamente e imbarazzarsi... sorrise. Gli accarezzò i capelli e ci giocò tirandoli gentilmente fino ad accarezzare due paia di orecchie canine che si arresero morbidamente al suo tocco... lui la stava implorando... di smetterla...
- Kaggy...Kagome...svegliati! Svegliati!- Un cucciolo di volpe le stava premendo il seno seduto su di lei. Si interruppe respirando profondamente. La sorpresa era visibile nei suoi occhi un istante prima che lei si svegliasse.
- Shippo...- lo prese tra le braccia e lo avvicinò al suo viso.- Tutto bene?- Stupefatta e preoccupata dalla reazione del piccolo, alzò una mano per sfiorargli il folto pelo.
- Ecco... Veramente... stavi sussurrando parole strane e così mi sono preoccupato... ho fatto bene?- Il volpacchiotto si strusciò sulla guancia della ragazza deponendovi un bacio dubbioso.-Sai è da poco che ci conosciamo, ma mi piaci un sacco... tantissimo sai?- affermò con un sorriso felice, sinceramente contento di quell'incontro.
- Beh!- rispose lei guardandolo negli occhi- il fatto è che stavo sognando e probabilmente parlavo nel sonno...- Si accorse di essere imbarazzata e frastornata, così si ritrovò a pensare al sogno. Non ricordava in modo dettagliato, ma quello che le appariva nella mente bastava per farla vergognare. Chi era quel ragazzo? Se soltanto i contorni del suo viso non fossero stati così sfocati.... non era la prima volta... si era ripetuto anche sul galeone.
Ormai erano da quattro ore in viaggio su un carro che le avrebbe portate nella capitale, così famosa per il suo fasto e la sua bellezza. Shippo, il demone volpe che le stava accompagnando, si era affezionato a loro e si era comportato in modo molto gentile.
Erano le due del pomeriggio. La pianura regolare ed erbosa andava mutandosi in una terra aspra e desolata che si inerpicava in ripide colline e ricadeva a picco in vallette anguste rendendo il cammino a tratti pericoloso e difficile. Il caldo era asfissiante e la sete si faceva sentire, ma nonostante questo Kagome e Sango avevano preferito rimanere al sicuro dentro al carro scrutando ansiosamente im attesa che il terreno si livellasse e pentendosi di aver scelto quella strada.
La miko cercò la sorella con gli occhi.... stava dormendo in un angolo del carro, vicino ad un cumolo di paglia che le faceva da cuscino e a Kirara che le faceva da coperta.
- Shippo... quando arriveremo?..-
- Considerando che siamo in viaggio da un bel po', ancora un' ora...- il demone mosse la coda in un gesto di chi la sa lunga.
Per breve tempo così Kagome cercò di distrarsi, ma improvvisamente tornò in sè quando avvertì il suono di una voce. Ascoltò per alcuni istanti, ma non udì nulla e si convise che doveva essere stato il vento oppure doveva essersi trattato della sua fervida immaginazione.
- Chi ti ha dato l'incarico di venirci a prendere?- domandò allora incuriosita sapendo che il volpacchiotto avrebbe risposto sicuramente. Ormai sembrava fidarsi di loro anche se probabilmente si chiedeva il perchè della venuta di due ragazze umane.
- Miroku, il Primo Ministro del re, nonchè monaco ufficiale di corte e unico umano ad avere un posto eminente....- chiaccherò il piccolo demone allegramente.
- Cosa? Come può un uomo in un mondo di demoni ricoprire una tale carica?- si lasciò sfuggire Kagome rimproverandosi subitamente per le parole pronunciate, mentre l'altro cominciava a insospettirsi delle tante domande.
- Se è per questo anche Inuyasha è per metà umano- se ne uscì ingenuamente quello.
Fu in quel preciso istante che si sentì soffocare. La sacerdotessa si aggrappò saldamente ad una sporgenza del carro e cercò di nascondere al meglio lo stupore che le montava dentro.
-Non è possibile! Stai parlando proprio del re?-
Ora finalmente riuscì a capire il perchè di quella sensazione quando pensava a lui, non era riuscita a percepire la sua natura di demone nè tantomeno quella di esse umano, solamente la sua forza.
Quindi sapeva il perchè della loro venuta... lui sapeva della sfera.... sapeva del suo potere come molti dei demoni più forti... e la voleva per poter diventare uno youkai completo.
Ma lei aveva una missione... non poteva tirarsi indietro... era venuta sospettandolo... avrebbe dovuto impegnarsi il doppio,,, doveva assolutamente ritrovare tutti i frammenti mancanti e poi sarebbe tornata a casa... non avrebbe permesso a nessuno di impossessarsi della sfera...
- A proposito Shippo, come fai a saper parlare così bene il giapponese?- lo interrogò Kagome.
- Ho avuto un buon maestro..- rispose enigmatico questo che continuò a parlare del più e del meno.
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Sugli alti giacigli del molle lentisco e sui pampini freschi appena tagliati i cuccioli di demone ridevano e sgambettavano felici mentre con ardore combattevano tra di loro. Sopra la testa delle case fortemente si agitavano lussuriosi pioppi e olmi; l'acqua sacra mormorando si riversava dall'antro delle Ninfe in un fiume che danzava armonioso al centro della città; sugli ombrosi tetti le brune cicale si affaccendavano a cicalare, e le ranocchielle gracidavano sui densi roseti che incorniciavano i volti delle case. Cantavano allodole e cardellini, volavano le api attorno alle varie fonti delle acque cittadine tutto odorava di raccolto.
I rami si curvavano interamente sulle vie cittadine sovraccarichi di pere e mele, così dolcemente, lasciando che i raggi del Sole illuminassero i sentieri dove si affaccendavano le famiglie demoniache.
- E' unico...- sussurrò Sango, emozionata con le lacrime agli occhi.
- Ma voi vivete in pace?- domandò Kagome stupita di come i demoni potessero vivere.
- Siamo bravi nel salvare le apparenze , ma ci sono demoni veramente cattivi... aiuto! Sbrighiamoci!- urlò il piccoletto saltando in braccio a Sango e abbracciandola teneramente.
Fu così che percorsero quelle che alle fanciulle sembrarono centinaia di vie e sentieri per arrivare finalmente presso le mura dello splendido palazzo reale.
Enormità mastodontiche bianche con all'estremità due dragoni rossi, eguali al fuoco che divampa nell'inferno, univano la loro testa in un molle gioco di curve in modo suggestivo.
- Vi porterò dal Primo Ministro, per ora non potete vedere il re- sospirò il cucciolo con fare dispiaciuto.
- Come? E Perchè?- domandò per tutta risposta la cacciatrice di demoni.
- Lui ha da fare- furono le parole immediate di risposta.
Vennero condotte verso una fontana coronata da un gazebo dorato alla sinistra della villa centrale.
Le screziature argentee dei pilastri d'oro era gocciolanti d'acqua dove si rifugiavano per bere creaturine alate canterine che desideravano abbeverarsi. Alla sua sommità vi erano petali di rosa di ogni colore, rossi, gialli, rosa, arancioni, bianchi, che inevitabilmente cadevano spinti dalla loro grande quantità, per ricadere sofficemente dinanzi ai piedi di Sango e Kagome che ne approfittavano per gustarne l'odore dolciastro e piacevole. La fontana aveva le sembianze di un grande lupo che dalla bocca emetteva zampilli che gli ricadevano lungo il corpo in dolci curvature color rosso sangue.
- Kimigamizu, ai meida- una voce maschile aveva parlato soffusamente.
Nessuna di loro aveva notato il trono alla sinistra della fontana dove un ragazzo le stava osservando compiaciuto di quella vista.
- Ha detto... benvenute soavi fanciulle- riprese Shippo traducendo in giapponese il dialetto demoniaco, inaccessibile persino ad una grande sacerdotessa.
- Il piacere è nostro... ma se non le dispiace posso sapere dove alloggeremo?- disse Kagome guardandosi intorno con aria spaesata e guardinga mentre Shippo traduceva seguito dalla risata del monaco.
-Kusu na futushi mi hodoshi, ai meida- tradusse ancora il cucciolo.
- Dice che avrete delle stanze nella villa principale- tradusse ancora.
- Ma ci avevato promesso una casa fuori dalle mura!- urlò di rimando Kagome seguita da sua sorella.
- Veramente voi pensate... dolce e venerabile... che lei e la sua bellissima accompagnatrice possiate vivere in un mondo di demoni serenamente? - replicò Miroku in perfetto giapponese.
- Cosa! Voi sapete il giapponese! Cos'era quello un modo per prenderci in giro?- gridò Sango indispettita da quell'individuo che la metteva non poco in imbarazzzo.
- Non lo farei mai, dolce visione...- ribattè lui alzandosi, avvicinandosi a lei e prendendole una mano tra le sue prima di deporvi un bacio incandescente guardandola negli occhi- dovete sapere che qui ogni cosa ha i suoi tempi, non siamo gente che fa le cose di fretta..- sospirò il monaco con sguardo languido.
- A me invece sembra proprio che voi stiate andando troppo di fretta- Sango gli lanciò un' occhiataccia dopo aver inavvertitamente sentito una mano che si allungava fino ad accarezzarle il sedere.
Lui rise di nuovo e si allontanò da lei, rivolgendosi a Kagome.
-Mi dispiace è una decisione del re e io non la posso discutere... venerabile miko-
- Capisco.... voi siete umano non è vero? Perchè allora non siete uno schiavo?- Kagome fissava insistentemente la mano di lui che aveva un guanto protetto da un rosario.
- Siete molto perspicace..venerabile...ma ripeto, ogni cosa qui ha i suoi tempi- Miroku cominciò ad accarezzarle una mano con gentilezza.
- E il sovrano? Quando potrò vederlo?- sussurrò Kagome lasciando che lui le baciasse la mano.
- Quando frenerà il suo istinto di uccidervi veneravile fanciulla....- Disse quello guardandole il viso seriamente, facendole scorrere un brivido lungo la spina dorsale.
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