Manga e Anime
creata dalla serie "VAMPIRE KNIGHT":
"IL RIFLESSO DI NOI"
una fanfiction di:

Generi:
Sentimentale - Dark - Azione - Soprannaturale
Avvisi:
OOC - AU
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Questa ff può essere letta anke da ki nn conosce la serie e i personaggi xkè nn è collegata alle vicende della serie e farò 1 descrizione di ogni pers

Conclusa: Sì

Fanfiction pubblicata il 05/04/2009 17:37:16 - Ultimo inserimento 10/07/2010
 
ABC ABC ABC ABC



 E TI INCONTRAI


<i>I comuni mortali sono stupidi. Si affidano solo agli occhi per conoscere e capire il mondo che li circonda. Le persone che vanno al di là delle pure apparenze, quelle sì che sono rare e mai apprezzate come si dovrebbe perché le uniche col coraggio di estraniarsi dalla massa. È questo che frena gli esseri umani…credono solo in quello che riescono e vogliono vedere, preferiscono pensare che certe cose non esistono piuttosto che ammettere di averne paura.
Una di queste sono senza dubbio i vampiri.
I vampiri, sì, creature soprannaturali, relegate nell’oscurità, condannate a cibarsi del sangue altrui per sopravvivere. Quel che sapevo di loro lo avevo letto sui libri e a dire il vero non avevo mai prestato fede alla loro esistenza ma mi dovetti ricredere, nel momento in cui...mi ritrovai in mezzo a loro.</i>


Era quasi l’imbrunire e il cielo era terso. Sicuramente quella notte sarebbe stato possibile vedere milioni di stelle anche se le luci della città ne avrebbero offuscato la luminosità. Salutai velocemente le mie compagne di fronte all’edificio scolastico e mi diressi a passi svelti verso casa.
“Accidenti oggi ho fatto davvero tardi…tutta colpa del professore! Perché ha scelto proprio me per quel cavolo di progetto?! Mamma sarà furiosa…non ho potuto neanche avvertirla perché ho finito la ricarica, per giunta c’è lo sciopero dei mezzi e mi tocca fare il tragitto a piedi! Oggi non è giornata!!” ripetei esasperata soprattutto per l’ultimo fatto. Diciamo che casa mia è poco prima della periferia e la scuola è in centro! Ci avrei messo una vita se non affrettavo ancora di più il passo quindi inizia a correre zigzagando tra i passanti. Riuscii ad uscire dal centro città ma poco dopo la stanchezza prese il sopravvento.
“Forse dovrei dedicarmi di più allo sport…magari l’atletica leggera!”dissi fra me e me.
Ripresi a camminare e lasciai la via principale. Mi ritrovai a pensare a quanto velocemente mi ero lasciata alle spalle quel vociare e il frastuono delle auto e solo allora mi sentii a disagio. Cominciai a guardarmi intorno. L’unica sagoma che vidi fu quella di un gatto randagio in cerca di cibo. Affrettai di nuovo il passo. Per fortuna da un po’ di tempo a questa parte le giornate si erano allungate…ormai all’estate mancava poco.
Ad un tratto vidi qualcuno in lontananza. Era un uomo alto e apparentemente massiccio e stava venendo nella mia direzione. Non ne capivo il motivo ma avevo una brutta sensazione. Continuai a camminare a testa bassa, facendo finta di niente fino a quando mi si parò davanti.
“Ehi bambolina! Stai andando a casa?” non risposi passandogli accanto ma prontamente mi afferrò il braccio e la cartella mi cadde di mano.
”Mi lasci subito!”
“Potresti almeno rispondere…non ti hanno insegnato l’educazione?” lo strinse di più.
“Mi lasci andare!”
“Avanti, non fare la scontrosa! Fammi compagnia!” mi trascinò in un vicolo cieco e mi spinse spalle al muro squadrandomi subito dopo da capo a piedi.
“Sai che sei proprio bella? Fai la brava…vedrai…ci divertiremo!” mi mostrò un ghigno voglioso.
Tentai di divincolarmi ma prepotentemente mi afferrò il viso con una mano e allo stesso modo s’impossessò della mia bocca. Cacciò fuori la lingua e subito gliela morsi più forte che potevo. Si scostò da me lanciando un urlo di dolore e con uno strattone mi liberai dalla sua presa.
Mi sentii afferrare da dietro.
“Dove credevi di andare bocconcino? Ormai sei mia!” con la mano mi strappò il davanti della camicetta e mi lanciò nuovamente contro la parete gelida. Emisi un grido sommesso di dolore a cui lui non badò e mi fu addosso. Cominciò a leccarmi il decolté mentre la mano si muoveva tra le mie gambe. Inizia a urlare e dimenarmi ancora di più per impedirgli di andare oltre.
“LASCIAMI, LASCIAMI!!”
“Sta zitta maledizione!” parve non riuscire più a controllarmi tanto che la sua presa si affievolì così tentai di allontanarlo da me con gli occhi chiusi.
Ci fu una colluttazione dopodiché l’unica cosa che avvertii fu qualcosa di caldo sul mio braccio sinistro. Aprii gli occhi. La camicia aveva un taglio e anche la pelle sottostante. Lentamente l’indumento candido si colorò di rosso. Quando alzai lo sguardo l’uomo aveva in mano un coltello.
“Ti consiglio di ritirare gli artigli tigre, se non vuoi che rovini il bel faccino che ti ritrovi!” Il tono risultò incredibilmente tranquillo ora che sapeva di avere in pugno la situazione. Lo fissai spaventata.



Un auto nera stava avanzando lungo la strada solitaria. Sui sedili posteriori un ragazzo scorreva il paesaggio distratto. Il finestrino abbassato per un quarto permetteva all’aria di affluire nella vettura e nei suoi polmoni. Stava rientrando dopo un ennesima riunione con il consiglio degli anziani. Possibile che pensassero alle cose più inutili? Se avesse potuto non avrebbe esitato a farli fuori ma doveva tenerseli buoni se non voleva incorrere in situazioni sgradevoli.
Era immerso nei suoi pensieri quando un odore penetrante portato dal vento, raggiunse le sue narici sensibili. Gli ci volle un secondo per riconoscerlo: Sangue. Fece fermare l’autista e scese dall’auto. Lo conosceva bene eppure aveva qualcosa di familiare. Sembrava quello…di un vampiro!
Ne seguì la scia.



Avevo paura, paura che potesse uccidermi e rimasi immobile contro il muro. Lui si scaraventò su di me come un animale famelico. Voleva ancora giocare ma fremeva dal desiderio di privarmi degli indumenti rimasti. Non mi mossi. La voce mi era morta in gola e gli occhi mi si inumidirono a poco a poco. Li serrai impotente.
“Allontanati da lei” Una voce…una speranza!
Li riaprii di scatto. La luce ancora presente alle sue spalle mi impediva di vedere distintamente la persona che lentamente ci veniva incontro. L’uomo si staccò da me e si girò verso l’intruso tenendo minacciosamente l’arma nella mano.
“E tu chi diavolo sei?!”
“Il diavolo…hai detto bene” rispose pacato.
“Mi prendi in giro? Muori!”
“Attento!” urlai quando l'altro gli si avventò contro.
Senza difficoltà fermò il suo attacco afferrandolo per il polso. Accentuò la stretta sempre di più finché il coltello gli sfuggì dalla mano e il mio aggressore lo implorò di lasciare la presa. Alla fine quando esaudì la sua preghiera, si lasciò cadere urlando e contorcendosi a terra come se glielo avesse spezzato. Possibile che un ragazzo avesse tutta quella forza?
“Torna a strisciare…è ciò che più ti si addice” la sua voce era calma ma i suoi occhi trasmettevano rabbia e disprezzo. L’aggressore non proferì parola e con la mano ancora sul polso dolorante, fuggì a gambe levate.



Poco più in là si fermò per controllare di non essere seguito.”Maledetto moccioso “ pensava “ ancora pochi secondi e me lo avrebbe rotto…ma se solo lo rivedo giuro che me la paga!”. Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da un rumore alle sue spalle. Si voltò. Non vide nessuno ma un attimo dopo qualcuno gli fu dietro. Un colpo secco al collo e cadde a terra esanime.
Nascosto il corpo, l’omicida si scrollò la polvere dalla divisa da autista e tornò alla vettura.



Con lo sguardo si assicurò che avesse voltato l’angolo poi si girò verso di me. Inarcò un sopracciglio e si lasciò sfuggire un sorrisino. Appena me ne accorsi, mi resi conto che era per la camicia aperta. Mi guardai e cercai di coprirmi usando le braccia. Abbassai lo sguardo tremendamente imbarazzata. Al rumore dei suoi passi lo guardai di sottecchi e appena fu abbastanza vicino, si tolse la giacca e me la poggiò sulle spalle. Lasciai la camicia e mi strinsi nella giacca.
“Stai bene?”
“Io…io…non so come ringraziarti. Se non fosse stato per te non so…”gli occhi mi divennero lucidi.
“Ora è tutto a posto…non devi aver paura”
La sua voce così melodiosa e calda, riuscì a fermare il mio imminente pianto.
“Come ti chiami”
“Julie Alexander”
“Piacere il mio nome è Kaname...Kaname Kuran”






<b>Angolino dell’autrice</b>:
Salve a tutti cari lettori!!!!!! Vi sono mancata????? [Proprio a nessuno!!!!Ndmiocervello] [nn è vero, bugiardo!!!! 6 solo invidioso xkè a te nn ti considera nessuno!!!! Vai a lavorare invece di intervenire nei miei discorsi!!!!!Ndme] [odiosa!!!=_= Ndmiocervello]
Scusate ma il mio cervello ha manie di protagonismo!!!!!XD
Cmq spero proprio di sì anke se nn sono stata proprio con le mani in mano!!!!XD
Questa ff è da 1 po’ ke mi gironzolava nella testa e così mi sono decisa a metterla x scritto!!!!è la prima ke faccio a capitoli!!!!!
Spero ke questo chappy abbia attirato la vostra attenzione tanto da farvi seguire i successivi!!!
Ebbene in questo primo capitolo avete conosciuto la protagonista della storia ke tra l’altro è di mia invenzione(se nn si era capito )!!!! x ora di lei si conosce solo il nome e ke è molto bella…volutamente nn le ho dato 1 volto x il momento ma nn temete…tutto verrà a suo tempo!!!!!^^
Ringrazio in anticipo ki commenta e ki legge soltanto!!!!^^
Kiss

PS: avviso ke il proximo chappy arriverà probabilmente dopo le vacanze di pasqua e colgo l’occasione x fare gli auguri a tutti!!!!!^^




...Continua nel prossimo capitolo


 
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