SCINTILLIO DI STELLE...
- Capitolo 1° -
Le gambe magre e lisce, erano semi scoperte dal vento leggero che scuoteva impavido il tessuto del kimono blu, decorato con fini petali di ciliegio.
Si vedeva subito che la ragazzina era di famiglia povera.
La stoffa dell’abito era di misera fattura.
Eppure lei sfidava tutto e tutti, indossando quell’abito con impavida eleganza.
E in mezzo alla folla, Lei, dal viso sporco, sembrava risplendere.
Più bella delle ragazze mature che si slanciavano in effusioni senza mai fine sui loro fidanzati in partenza.
Più bella delle geishe che affollavano i locali.
Più eccitante delle prostitute che si chinavano sul tuo inguine per gustare il sapore della tua pelle intima.
La ragazzina, che il demone d’argento fissava ardentemente, cercava di non perderla d’occhio durante quella sfilata, che avrebbe condotto al di fuori delle mura di Edo e perciò al campo da guerra, voleva imprimersi a fuoco il ricordo di Lei negli occhi e nella mente, cosi da vederla sempre, al suo fianco, con Lui, al campo della Meretrice.
Improvvisamente Lei cercava di venirci incontro,
-Veniva in contro a Me!-
avanzava sgomitando e cercando di scavalcare altre persone.
Era forte quella figura minuta!
Ma quella che sembrava Lei più grande, e sopratutto più isterica, nell’eccitazione della folla l’aveva acciuffata e gli aveva tirato un ceffone.
La ragazza dietro di lei cosi la teneva stretta per la vita, impedendogli cosi di avanzare ancora.
Con gli occhi, con la bocca, col respiro, col la mente e il cuore percepiva tutto di Lei.
L’amava per come respirava.
Per come camminava.
Per come guardava con disprezzo verso di loro, i samurai che stavano fallendo miseramente nella polvere.
Che non riuscivano a difendere assolutamente nulla.
La desiderava fortemente.
Desiderava difendere Lei.
La desiderava fortemente.
Cosi come la spada chiamava a sé il suo possessore.
Lei era lei.
La pelle rosea, resa chiarissima dalla poca cipria che le posava sul viso, la faceva rassomigliare a fine porcellana.
I capelli lunghi e neri, corvini acconciati in una treccia con ciocche libere ai lati svolazzavano attorno al suo viso come farfalle spaventate. E gli occhi nocciola brillavano come stelle.
Kami, era lo spirito del ciliegio venuto a salutarlo! A dargli l’estremo saluto per poi condurlo al suo palazzo celeste dopo la morte!!!
Immaginò se stesso come cadavere, quella Dea abbracciargli il corpo e cingergli il capo sanguinante, accarezzare le sue guancie sporche con delicatezza e gentilezza, pregando per la sua anima, accompagnandola al suo palazzo… Alle sue camere…
E una luce verde nell’aria lo distrasse…
Improvvisamente il debole nastro verde che cingeva la vita di lei si sciolse e svolazzò via.
Impetuosamente il ragazzo ruppe le file, fermò il suo destriero e scese dal suo cavallo per correre a recuperare il nastro, che purtroppo finì sotto gli zoccoli di un fante.
Inutile recuperarlo.
Si era rovinato, tutto calpestato e infangato.
E lui era stato uno stupido a scendere cosi da cavallo, poteva causare un incidente.
E tutti adesso lo fissavano, alcuni conoscendolo sorrisero, altri risero e altri ancora scossero la testa contrari.
Ma fregandosi altamente di quello che stava succedendo,indicò al suo shogun di continuare la marcia, lasciandolo un momento indietro.
Cosi da poter correre da Lei.
Davanti a quella creatura, il suo cuore cominciò a battere con forza, martellandogli contro il petto.
Facendogli più male di una qualsiasi ferita!
Ora che la poteva osservare da più vicino, distingueva i suoi tratti acerbi, il petto, i fianchi piatti, la pelle chiara imbrunita dai lavori e la bellezza naturale che tra poco sarebbe sbocciata.
Ne rimase incantato.
La “presunta” sorella invece si limitò a squadrarlo con apparente disprezzo da capo a piedi.
Si sfilò dalla testa l’elmo e sciolse il nodo della fascia che gli cingeva il capo.
E glielo porse fra le mani ruvide e un po’ sporche di terra.
Per un secondo, che gli parve l’eternità della vita eterna dei Kami, gli strinse le mani, dopo di che, il suo nome pronunciato con ansia da Katsura lo riportò alla triste verità dei fatti.
Non poteva crogiolarsi nella enfatizzazione di una cotta platonica.
Quella ragazza non era perfetta. Anzi…
Quello in cui cercava rifugio, davvero rifugio da una guerra del cazzo e una vita al limite del filo di spada, lo voleva cercare in Lei.
Non voleva morire in quella stupida guerra del cazzo.
Ma non voleva nemmeno che tutta quella gente, ma soprattutto Lei, morisse.
Era maritato alla signora Guerra.
Voltandosi corse via.
Via dalle strade polverose di Edo, via dal cielo limpido e via da quelle urla dove gioia di piccole vittorie e dolorose perdite, di cari, figli e mariti straziavano l’anima.
Intere famiglie perdute.
Sopportare tutto per un bene più grande… Forse quello poteva farlo.
Non avrebbe più rivisto quella mocciosa…
Angolo autrice: Vi state TUTTI chiedendo con enormi PUNTI DI DOMANDA, Dove CAVOLO SIA LO YAOI?
Ebbene la risposta è semplice… SEMPRE e SE avete LETTO il Manga.
Lo yaoi c’è ma per capirlo dovete aver letto MOLTO attentamente il Manga.
Dove un certo personaggio si riferisce a un altro dicendo che quando quel certo personaggio quando era piccolo, amava travestirlo da femminuccia.
Naturalmente avete capito che il demone d’argento e Gintoki. Non vi credo cosi sceme XD
Gli altri due chissà chi saranno V.V
Comunque la sfilata dei guerrieri è una cosa che ho inventato io, cioè non credo sia mai avvenuta, però era normale per i guerrieri e gli eserciti sfilare per il paese, con file e file di cittadini ad ammirarli! Perciò ho unito i due fattori –travestimento da femminuccia e tradizione militare- ottenendo una one-shot decente e plausibile. Credibile non so quanto, ma non è proprio campata per aria! XD
Sperando che vi sia piaciuta, bacioni vostra Hikary!
Ah! Provate a indovinare chi è Lei.
In palio, realizzerò per il primo che indovinerà, una fanart yaoi della sua coppia preferita in Gintama! XD
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