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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: AMNESIA U_U
Genere: Commedia, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Lemon, Shounen Ai
Autore: zazza-kaulitz galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 04/04/2009 17:45:52

Bill si dimentica di Tom in seguito ad un incidente domestico... Bill si sente odiato da Tom perchè questi continua ad evitarlo.. ma poi... leggete!!!
 
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RISVEGLIO
- Capitolo 1° -

Riassunto:< E lui chi é? >
Tutti si voltarono verso il moro e cercarono di capire se avessero inteso bene la domanda o no.
< Cosa intenti Bill? >
< Non conosco questo ragazzo... >
< Come non lo conosci.... > balbettò stupito Georg. < ...è tuo fratello!!! >


Allora... prendete i fazzoletti perchè è un po' malinconica, ma siccome io odio le fiction che finiscono in tragedia perchè sono maledettamente strappalacrime, questa è a lieto fine... =D questo non significa che nn sia strappalacrime lo stesso U_U xD comunque buona lettura... non ci metterò molto a postare ^.^


(Cap.1 - Risveglio)

Un piccolo gruppo di persone stava silenziosamente a guardare un ragazzo steso in un asettico letto d' ospedale, aspettando un qualsiasi segno di vita da parte del giovane. Ormai erano giorni che il malato era riverso in uno stato comatoso causato, a quanto si sapeva, da un bruttissimo incidente avvenuto nella sua stessa casa.
Nessuno aveva saputo cosa realmente fosse successo tra quelle quattro mura; tanto misterioso era stato il fatto. Ma ora l' argomento non era certo al centro dell' attenzione dei presenti; anche perché l' unico testimone, oltre al ragazzo riverso nel letto, era stato il gemello che dall' incidente non aveva aperto bocca.
< Guardate, si sta svegliando!!!!! >
Tutti, appena sentirono le parole pronunciate dalla donna più vicina al letto, la madre del ragazzo in coma, si voltarono verso di lei cercando di osservare attentamente il giovane stesole accanto, aprire gli occhi.
< Bill!!! >
Simone stinse subito il figlio in un abbraccio carico di amore e gioia, non lasciandogli quasi il tempo di capire dove o con chi fosse.
< Amore mio!!! Che felicità rivederti sveglio!!! Non sai quanto mi hai fatto preoccupare!!!! >
< Mamma... > sibilò ancora leggermente frastornato il moro sorridendole e accarezzandola per confortarla. < ...cosa mi è successo? >
La donna parve sorpresa dalla domanda del figlio ma sorrise in risposta dandogli un piccolo bacio sulla fronte.
< Non ti ricordi dell' incidente che hai avuto caro? >
< No. >
Simone sospirò.
< Non importa. > disse gentilmente la signora Kaulitz lasciando anche agli altri presenti la possibilità di salutare il ragazzo mentre lei usciva dalla stanza per avvisare i medici. < L'importante è che ti sia ripreso... >
< ...ok. > cercò di rispondere il moro prima di essere assalito dai presenti, neanche fosse un vip.
< Bill!!! >
Gustav, uno degli amici del giovane, gli saltò letteralmente addosso stringendolo a sé mentre tratteneva le lacrime per la felicità.
< Non sai quanto ci hai fatto preoccupare! >
< Già...e come sempre sono io che ho dovuto subirmi l' isteria sua... > sbuffò Georg, un altro amico avvicinandosi anch' egli al letto.
< Ragazzi! > cinguettò il malato regalandogli un bellissimo sorriso. < Che bello ricevervi! >
< Già...ci stavano mancando così tanto le tue uscite di spirito che stavamo per cercare un tuo sostituto per il tempo che fossi rimasto qui... > scherzò uno dei due facendo ridere il moro. < ...avevamo fatto anche un casting...ci toccherà mandare tutti a casa... >
< Siete sempre i soliti! >
I due giovani sorrisero felici per quel, così agoniato, risveglio e si voltarono allegri verso un piccolo divano dietro di loro su cui stava un ragazzo coi rasta, che sembrava l' unico della stanza poco intenzionato a salutare il malato.
< Tom? Cosa fai li?! Tuo fratello si è svegliato e tu rimani seduto sul divano?! > chiese Gustav dubbioso.
Il ragazzo non rispose ne si mosse dalla sua posizione.
< Dai, non fare il prezioso; muoviti! >
Georg si avvicinò all' amico e lo tirò su obbligandolo ad avviarsi verso il letto.
< Non averne a male Bill...fa sempre il serioso ma in fondo ha un cuore d' oro. > sorrise il ragazzo mentre i due gemelli si scrutavano in silenzio.
< E lui chi é? >
Tutti si voltarono verso il moro e cercarono di capire se avessero inteso bene la domanda o no.
< Cosa intenti Bill? >
< Non conosco questo ragazzo... >
< Come non lo conosci.... > balbettò stupito Georg. < ...è tuo fratello!!! >
Il moro l' osservò ancora ma il suo sguardo non mutò minimamente.
< Ah, ah, ah... > ridacchiò Bill. < Bello scherzo da fare ad un malato?! >
< Guarda che noi siamo seri. >
< Davvero? >
< Oddio?! Bill ha un attacco di amnesia!!! >
< Si, ma perché solo per Tom... >
< Non lo so?! > confessò Gustav buttandosi stancamente sul divano. < Dobbiamo dirlo ai dottori. >
< Già! > annuì l' amico.
I due finiti i loro sproloqui si girarono verso i gemelli e notarono la faccia indecifrabile ma immensamente triste del rasta.
< Ragazzi! >
Simone rientrò nella stanza sorridente accompagnata da un dottore che subito si avvicinò al moro, studiandolo dettagliatamente prima di dare la sua diagnosi.
< Bene! > disse piatto il medico finendo la sua visita per volgersi verso la madre e parlarle dello stato del figlio. < Tutti i segni vitali del ragazzo sono buoni e sembra che, vista la situazione attuale, possa guarire molto velocemente! E' un giovane molto forte! Si ritenga fortunata per questo! >
< Dottore... > Gustav interruppe il medico che si voltò subito verso di lui.
< Si? >
< Prima abbiamo parlato col nostro amico...ma...dice che non ricorda di suo fratello... >
< Uhm... > disse pensieroso l' uomo riavvicinandosi al malato. < Deve essere una momentanea perdita di memoria... > cominciò scrutando il giovane. < Certo, un po' singolare visto che è molto specifica...probabilmente è dovuta ad un eventuale trauma psicologico precedente all' incidente... >
Il medico osservò i volti preoccupati dei presenti.
< Non c' è da preoccuparsi! > cercò di dire subito cercando di rassicurarli. < E' una situazione che si aggiusta da se...di solito...basterà far passare qualche giorno...voi dovete solo aiutarlo a ricordare. >
< Hai sentito Tom; non è fantastico?! > disse felice Georg. < Tom?! >
L' amico cercò il rasta con lo sguardo; ma nella stanza non ve n' era traccia.
< Ma dove si è cacciato?! >

************

< Ecco Bill, siamo arrivati! >
Simone aiutò il figlio ad entrare in casa, posando la piccola valigia del moro nell' ingresso mentre lo faceva accomodare in salotto invitandolo a sedere sul divano di fronte alla tv per farlo riposare.
< Rimani qui a rilassarti un poco; io intanto preparo la cena. >
La donna di avviò in cucina, ma tornò un instante sui suoi passi.
< Ah; tra poco dovrebbe arrivare Tom... >
< Mamma... > l' interruppe Bill. < Perché quello che dici essere mio fratello continua ad evitarmi? >
Simone parve leggermente turbata da quella domanda.
< Caro non è così! > disse sorridendo falsamente la madre. < E' che lui...probabilmente è rimasto segnato da questo tuo incidente... >
< Perché io non mi ricordo di lui? >
< Non lo so piccolo mio...ma vedrai che tutto si sistemerà! >
Il ragazzo annuì debolmente e accese il televisore davanti a se cominciando a guardarlo distrattamente. Si sentiva insolitamente vuoto e irrequieto; soprattutto da quando era rientrato in casa sua. Erano giorni che provava a parlare o a ricordarsi del suo "presunto" fratello; ma ogni volta che ci provava, un mal di testa incessante gli bloccava ogni pensiero facendolo desistere da ogni suo intento.
Per non parlare del fatto che l' aveva visto si e no due o tre volte sole da quando si era svegliato. E allora nella sua mente aveva cominciato a farsi spazio l' idea che forse lo stessero prendendo in giro con quella storia del "gemello"; o magari quel Tom lo odiava; anche perché da quanto aveva appreso dai suoi amici, Georg, Andreas e Gustav, lui era l' unico testimone del suo incidente.
Forse centrava qualcosa?
Forse era proprio questo che aveva voluto dimenticare?
< Perché?! > sbuffò infastidito e confuso spegnendo la televisione. < Devo riuscire a ricordare! >
< Parli da solo? >
Bill saltò sul posto e osservò "suo fratello" entrare in salotto con una flemma da sonnambulo.
< Sto solo riflettendo. > disse alterato il moro cercando di riacquistare la calma perduta. < Nulla più. >
< Benissimo. > rispose freddo il rasta salutandolo con un cenno della mano e avviandosi verso le scale.
< Aspetta un attimo! > chiese il giovane alzandosi appena dal divano per voltarsi verso di lui. < Perché non parliamo un poco.... >
Tom si girò per guardarlo e rimase li fermo sul suo posto non intenzionato a muoversi. Il suo viso indecifrabile sembrava soffrire intensamente ogni volta che si posava sul moro; come se qualcosa in lui lo facesse tornare in un passato troppo doloroso.
< Vorrei andare a lavarmi prima di cena.... > disse piatto il rasta voltandosi nuovamente verso le scale. < A dopo. >
Bill osservò il gemello allontanarsi sicuro dal salotto e sparire velocemente dietro il muro che lo divideva dall' ingresso, senza mai girarsi un istante ripensando alle sue parole .
Gli veniva voglia di piangere: oltre ad essere immensamente triste per motivi suoi, l'altro gliene dava di nuovi e peggiori.
< Lo odio.... > sibilò a denti stretti. < E' insopportabile! Forse ho fatto bene a dimenticarlo...se poiè vero... >
Si risedette su divano e si mise le mani al viso cominciando a singhiozzare convulsamente.
< ...o...io... > soffiò tra sé e sé con una flebile voce. < LO ODIO!!!! > si ritrovò ad urlare nella stanza facendo infrangere la sua acuta voce su tutte le pareti intorno a lui, prima di far tornare nuovamente il silenzio.
< ...lo odio... > ripeté singhiozzando per la rabbia. < Perché?!... >
Se avesse avuto un' udito più fine, Bill avrebbe sentito il flebile respiro del gemello che era rimasto tutto il tempo dietro la parete del ingresso ad ascoltarlo.
Tom storse un forzato sorriso al sentire le "idee" del fratello sul suo conto e decise finalmente di andarsene da quel luogo prima di essere scoperto.
Salì lentamente le scale di scuro legno d' ebano e si fermò un' istante ad osservare un punto dietro di lui come a voler ricordare un avvenimento accaduto li. Il viso gli si incupì mentre la mente tornava, quasi a forza, a vagare nei suoi roicordi più oscuri. Ricominciò a camminare verso il piano superiore e raggiungiunse svogliatamente la sua camera, entrandovi silenzioso per cominciare a spogliarsi prima andare a lavarsi. Preso un cambio dalla cassettiera davanti a lui, il rasta uscì lentamente dalla stanza e si diresse verso il fondo del corridoio, raggiungendo il bagno in pochi istanti. Entrò silenziosamente richiudendo subito la porta della stanza e poggiò il suo cambio su una piccola mensola li vicino aprendo subito il getto d' acqua nella doccia e mettendocisi sotto. Rimase immobile sotto il forte getto caldo e si lasciò cullare da quel incassare tocco, che una volta l' avrebbe rilassato, ma che ora non gli dava altro che tristezza.
Il rasta tirò un pugno al muro e storse il viso in uno sguardo di rabbia e impotenza contro se stesso.
< Sono stato un idiota! > urlò mentre lacrime amare cominciavano ad unirsi all' incessante acqua che gli scorreva addosso. < Mi dispiace Bill! Perdonami.... >
 
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