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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Death Note
Titolo Fanfic: TUTTO MERITO MIO
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: OOC, AU, Yaoi
Autore: -hiromi- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/04/2009 23:18:32 (ultimo inserimento: 15/04/09)

Mello e Near non si vedono da anni, e hanno nascono i loro sentimenti...Matt si assumerà il ruolo di Cupido...che la farà?? MxN
 
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PARTE PRIMA
- Capitolo 1° -

Leggenda: parte sottolineata = Mello ; parte normale = Near ; parte in grossetto = Matt.

Mi lascio cadere sul divanetto in pelle, masticando nervosamente un pezzo di cioccolato, non riuscendo però ad assaporarne il gusto delicato. Amo il cioccolato, ma in questo momento non riesco a godere appieno del suo dolce sapore: sono troppo nervoso, troppo arrabbiato.
Tante emozioni contrastanti mi sconvolgono la mente, e non riesco a ragionare lucidamente. Ho sempre avuto difficoltà a controllare i miei sentimenti, ma stavolta rischio di perdere la testa e fare stupidaggini, e non posso assolutamente permettermelo. Devo mantenere la mente lucida se voglio uscire da questa brutta situazione.
Riflettendo sulle condizioni in cui mi trovo, mi alzo andando verso la finestra (non riesco proprio a stare fermo!), per fermarmi poi ad osservare le gocce d’acqua limpida che scendono con violenza dal cielo.
Non posso fare a meno di chiedermi se Lui sta bene, se ha paura e se quel bastardo gli ha fatto del male.
Ma non deve temere, lo troverò e gli farò rimpiangere di essere venuto al mondo. Me la pagherà cara per quello che mi ha fatto, e per quello che ha fatto a Lui. Non posso perdonarlo, non posso … anche se vorrei …
Mai mi sarei aspettato che proprio lui facesse una cosa del genere. L’ho sempre considerato mio amico, il mio migliore amico, l’unico di cui mi potevo fidare, ma evidentemente mi sbagliavo. Questo, non è il comportamento di un amico.
Sa perfettamente quali sono i sentimenti che nutro nei confronti di quel ragazzo/bambino … lo sa, ma ha deciso ugualmente di ferirmi.
-Bastardo!- ringhio, stringendo con troppo forza la tavoletta che tengo in mano, frantumandola.
Alcuni pezzi cadono a terra, ma non me ne preoccupo: ho cose più importanti da fare, come trovare quel traditore.
Quasi l’avessi evocato, il mio cellulare comincia a squillare, e sul piccolo schermo compare il suo nome: MATT.
Lo afferrò, premendo il tasto di risposta e portandolo all’orecchio.
-Ehilà Mel! Come va?- mi saluta, allegro, come se nulla fosse successo.
-Dove sei?- gli chiedo, conoscendo già la risposta che otterrò, ed infatti …
-Spiacente Mel, non posso dirtelo, se no, che gusto ci sarebbe?- ridacchia, facendomi innervosire ancora di più.
-Quando ti troverò, e stai sicuro che lo farò!, ti ridurrò in poltiglia, hai capito?- lo minaccio. So che le minacce non servono, ma non riesco a trattenermi.
-Lo spero proprio amico mio! Qui con me c’è qualcuno che ha bisogno di te. A presto.- e dopo una risatina veloce mi chiude il telefono in faccia.
Abbasso il braccio, deluso. Non ho indizi sui quali basare la mia ricerca, e quel maledetto lo sa perfettamente.
Mi abbandono sul pavimento, incurante delle mattonelle ghiacciate; la rabbia ribolle dentro di me con sempre più fervore, offuscandomi il cervello quasi fosse nebbia.
Non so per quanto tempo sono rimasto seduto lì, a congelarmi il didietro ma, quando mi riprendo, è notte fonda: le 3.43 secondo l'orologio che ho al polso. Mi rialzo, andando in camera mia quasi senza accorgermenne, come un automa. Normalmente, prima di coricarmi, faccio una doccia, e in questo momento ne avrei davvero bisogno, ma sono troppo scosso e stanco per farlo. Il letto è una calamita troppo potente; spero solo di riuscire a dormire nonostante il nervosismo...
Tolti velocemente i vestiti, mi stendo sul materasso, pregando per prendere sonno subito: speranze vane; lo capisco solo verso le 6. Il sole sta per sorgere e io ancora non ho chiuso occhio, anche se le palpebre sono pesanti e ho la sensazione di avere un macigno di una tonnellata sulla testa.
-Dannazione!- impreco alla fine, arrendendomi e mettendomi a sedere.
Passo una mano sul viso, sfregando gli occhi, che ora bruciano più che mai. Ho tentato per tutto il tempo di addormentarmi, anche per qualche minuto, ma niente. I pensieri mi affollano la mente e sono più che mai decisi a restarci, per torturarmi. Inoltre, l'immagine di Lui mi ossessiona, senza abbandonarmi per un attimo.
La preoccupazione mi assale di nuovo. Alzandomi per andare in bagno, mi chiedo (e prego) perchè Lui stia bene.


***
Mi guardo intorno, decisamente spaesato. Mi sono appena svegliato e non riesco proprio a capire dove mi trovi.
Dò un'occhiata veloce alla stanza, piuttosto piccola, illuminata solo dai raggi lunari che entrano dall'unica finestrella che c'è. L'arredamento è alquanto misero, costituito da un armadio, un comodino, una vecchia poltrona posta vicina ad uno scrittoio, e dal divano, trasandato come gli altri mobili, sul quale sono seduto. Le pareti sono stranamente scure.
Non so perchè sono qui, ma...questo posto mi ricorda qualcosa...
La porta, di fianco all'armadio, attira immediatamente la mia attenzione. Uscire da qui protrebbe aiutarmi a capire...
Mi alzo, barcollando un pò quando faccio un passo, per giungere la destinazione.
Poggio la mano sulla maniglia, ma mi blocco, chiedendomi che farò se è chiusa. Per fortuna, il problema non si pone, perchè, girando il pomello, scopro che è aperta.
Dato che sono scalzo, i miei passi non si sentono nemmeno sul pavimento, conferendomi un leggero vantaggio su un possibile rapitore, anche se, ne sono pienamente consapevole, non potrò mai vincere in uno scontro fisico.
Percorro il corridoio buio che mi sono trovato davanti, poggiando una mano sul muro, per sicurezza.
Non è molto lungo. Due metri e, dopo aver svoltato un angolo, vedo un'altra porta poco più avanti.
E' chiusa, e la luce filtra attraverso la fessura in basso.
Quando arrivo davanti all'uscio, mi fermo, cercando di captare qualunque suono proveniente dall'interno; l'unico rumore che sento, però, è un flebile bippettio.
Vorrei entrare, capire che cosa sta succedendo, ma qualcosa mi blocca, e non so cosa sia. La paura forse? Sono passati molti anni dall'ultima volta che ho provato quel sentimento...troppo tempo per poter ricordare che cosa sia in realtà.
Alla Wammy's House ero sempre chiuso nella mia camera; sono stato fin da subito il pupillo di Roger, e ho avuto la possibilità di avere una stanza tutta per me, con tutto ciò che volevo. Ciò, ha creato una reazione contro di me da parte degli altri bambini dell'orfanotrofio, invidiosi, che non si avvicinavano a me. Così, sono sempre stato solo, senza vicini, senza amici...senza emozioni...
Le cose non sono cambiate neanche dopo, quando Anthony Rester mi ha chiesto di entrare a far parte del suo gruppo investigativo; avevo sedici anni.
Semplicemente, dalle quattro mura della mia camera, mi sono trasferito tra le quattro mura del mio ufficio/abitazione, dove svolgevo le indagini e vivevo come se fosse una vera e propria casa. Rester aveva obbiettato animatamente quando avevo esposto il mio proposito di abitare in quella stanza minuscola. Voleva che abitassi in un appartamento, un posto adatto, ma io non ho mai sentito la necessità di avere un luogo da chiamare 'casa'. Non l'ho mai avuto, e non ne sento il bisogno.
Anche adesso che mi trovo in questa abitazione sconosciuta, so che nessuno sente la mia mancanza.
Scaccio quei ricordi inutili dalla testa; mi fanno solo perdere tempo, e mi decido ad abbassare la maniglia, aprendo la porta senza esitazioni.
La luce delle lampadine accese mi ferisce gli occhi dopo quel periodo di buio, ma pochi attimi e recupero la vista.
Qualche bip proveniente dalla mia destra mi costringe a girarmi in quella direzione, e mi ritrovo a fissare una persona che mai e poi mai mi sarei aspettato di vedere.

***
Adesso sono decisamente più tranquillo.
La preoccupazione è ancora lì, ma la rabbia si è leggermente placata, permettendo alla mia mente di pensare con un pò di logica in più; una doccia era proprio quello che mi ci voleva!
Afferro la tavoletta di cioccolato che ho poggiato sul tavolino in vetro, abbandonandomi sulla poltrona di fronte ad esso.
Masticando con lentezza, ripenso a Lui, al mio unico e piccolo amore.
La prima volta che lo vidi, quando arrivò all'orfanotrofio, non avrei mai pensato che sarei arrivato a questo punto.
All'inizio lo odiavo. Lui aveva tutto quello che io avevo sempre voluto, e Roger dava a lui ciò che avrebbe dovuto dare a me. Inoltre, era intelligente, stramaledettamente intelligente. Era appena arrivato, e mi aveva già soffiato il posto di primo della Wammy. Non lo potevo sopportare! Avevo studiato ogni giorno, impegnandomi al 100%, ma lui era sempre un passo avanti nonostante i mie sforzi.
Lo odiavo; lo odiavo con tutto me stesso, e volevo ferirlo. E da allora, quello fu il mio unico scopo: se non potevo batterlo, l'avrei distrutto con le mie mani. Cominciai a maltrattarlo. Ogni occasione era buona per picchiarlo, per offenderlo, ma lui...lui era superiore anche in questo. Non replicava, non reagiva, semplicemente...non esisteva. Non ho mai visto un ragazzo più apatico di lui.
La situazione cambiò quando, ubriaco, andai nella sua camera, durante la notte. L'alcool aveva annullato ogni ragione, e somigliavo più che altro ad un animale. In testa, avevo solo l'immagine di quel bambino che gridava e piangeva; un'illusione creata dalla mia mente malata. Tuttavia, avrei fatto di tutto perchè divenisse realtà, e quella notte era perfetta!
Ero pazzo, senza un briciolo di cervello, e feci la cosa più assurda della mia intera esistenza: diedi fuoco a quella camera.
Quando uscii da lì, rimasi bloccato fuori da quella porta, in trance. L'allarme anti-incendio cominciò a trillare, forte, e forse fu proprio quello a sveglarmi.
Non ricordavo se Lui fosse lì dentro, non avevo controllato, e l'alcool non aveva di certo migliorato la mia attenzione.
La paura si impadronì di me, e mi gettai nuovamente in quello che ormai era un inferno di fumo e fiamme: dovevo sapere se Lui era lì dentro oppure no. Dopo quel gesto, non ricordo più niente...
Mordo nuovamente la tavoletta, riscuotendomi da quei ricordi vecchi e dolorosi. Porterò fino alla morte il senso di colpa che il mio comportamento ha portato con se, insieme alla cicatrice che mi sfigura il volto.
Chiudo gli occhi, cercando di rilassare i miei muscoli tesi.
Quel giorno è cambiato tutto per me. Scoprii subito che Lui stava bene; in quel momento non si trovava nella stanza bensì nell'ufficio del direttore. Da allora, smisi di tormentarlo, anzi! Diventai il suo angelo custode. Di nascosto lo proteggevo da quei ragazzi che volevano prendere il mio posto di aguzzino. E fu così che, di punto in bianco, osservandolo giorno dopo giorno, mi innamorai di lui, dei suoi modi di fare, dei suoi silenzi carichi di significato...
Poco tempo dopo, scappai da quel posto, cercando di allontanarmi il più possibile da quella sofferenza dovuta all'amore non ricambiato. Speravo che la distanza lenisse il dolore e cancellasse l'amore, ma mi sbagliavo. Giusto due mesi e tornai alla Wammy. Matt mi aveva detto che un nuovo ragazzo, Fizz, continuava a prendersi gioco del mio personale angelo candido...
Il percorso dei miei pensieri fu interrotto dal cellulare, che prese a squillare rompendo il silenzio.
Non controllai nemmeno chi fosse: lo sapevo già.
-Buongiorno Mel! Dormito bene?-
La voce mi irrita, molto, moltissimo.
-Dove l'hai portato?- ringhio, furioso come poche ore prima. Stessa situazione, stesse emozioni.
-Mel, pensavo ti piacessero le sfide! E, da buon amico qaule sono, te ne ho fornita una molto eccitante.-
-Bastardo...- sibilo tra i denti, mentre immagino mille e più modi per torturare il mio ex-migliore amico e, decisamente, la fantasia non mi manca!
-Suvvia amico mio! sforzati un pò! Dove ho portato il nostro piccolo albino?-
-Lui è mio!- sbraito in preda ad una cieca rabbia, vedendo solo rosso di fronte a me. -Non toccarlo!-
-Dipende da te. Aspetterò ancora un pò, poi...- lascia in sospeso la frase, e dopo un secondo chiude la chiamata.
Lancio il telefonino contro il divano. Rimbalza e cade a terra, ma non si rompe...per fortuna...è l'unico mezzo che mi lega a Lui.
Dove ho portato il nostro piccolo albino...
E io che cazzo ne so??!
Non un'idea, non un indizio! Nulla! Come può pretendere che lo trovi senza alcun elemento?!
Mi siedo di nuovo, pensando e ripensando, sentendomi impotente ed inutile...non mi piace!
Dove sei? Dove sei Near?


***
So di aver esagerato. Mello non me lo perdonerà mai! Sto rischiando grosso stavolta!
Ancora mi domando perchè l'ho fatto, ma la risposta è talmente semplice da lasciarmi perplesso: l'ho fatto per un amico.
Per Mello.
Per Near.
Beh...il primo era un pò scontato considerando che è il mio migliore amico, o almeno lo era fino a poche ore fa!
Il secondo...non me l'aspettavo neanche io ma, in fondo, ho sempre saputo che dietro la sua maschera di freddezza Near stravedeva per il biondino!
Lo si capiva dal modo in cui, a volte, lo fissava; dai suoi messaggi nascosti nei gesti, negli sguardi, nelle risposte pacate...
Purtroppo, Mello è troppo stupido per accorgersi di questo, e si è concentrato unicamente su se stesso, cercando di reprimere quelle emozioni che tanto lo infastidivano. Scemo...
Adesso però, sono entrambi abbastanza grandi da affrontare la situazione e i reciproci sentimenti. E poi, sono decisamente stanco di vedere Mello in quelle condizioni! sembra un'anima in pena, condannata all'oscurità eterna!
Per l'amor del cielo! Rischia di impazzire, e io con lui, dato che devo sopportare i suoi sfoghi!
Prendo una sigaretta dal pacchetto che ho in tasca, accendendola e portandomela alla bocca.
Si. Ho esagerato.
Rapire Near è stata una pessima idea se ci tengo alla vita; un'ottima idea se ci tengo di più alla mia sanità mentale!
Mello me la farà pagare cara, in tutti i casi. Già al telefono mi ha minacciato più volte! E, conoscendolo, so che le sue non sono minacce a vuoto!
Eppure, io voglio solo aiutarli...
Fin da subito è stato chiaro che tra i due c'era feeling, ma sono troppo cocciuti e orgogliosi per capirlo da soli, perciò, da buon amico, spetta a me dargli una spintarella!
In effetti, mi sento come cupido!
Trattenendo a stento una risatina, riporto la mia attenzione sul videogioco.
Pochi minuti dopo, la porta cigola e sento una flebile voce che mi chiama; tutto mentre sullo schermo della tv appare la scritta GAME OVER a caratteri cubitali.
Bene! E' arrivato il bel addormentato!
-Ben svegliato Near.- dico voltandomi verso di lui.

***
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
kotonoha-94 10/01/10 15:06
stupenda!!*ççç*
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Rif.Capitolo: 1
kagomina - Voto:
02/04/09 09:38
Bellissima!!! Coplimenti! Anche se non mi aspettavo questa coppia! Comunque brava! Mi piacerebbe sapere come finisce!!!



viva Misa e L!!!!!!
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