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Categoria: Videogiochi
Dalla Serie: Final Fantasy VII
Titolo Fanfic: BLUE SKY LIKE YOUR EYES
Genere: Sentimentale, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...)
Autore: fruppy galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/03/2009 13:55:10


 
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- Capitolo 1° -

si avevo paura del cielo.
ma ora ho cambiato idea per due motivi.
uno: è il colore dei tuoi occhi.
due:....


i fiori vengono su bene.
si trovano bene in questa chiesa, nonostante sia tutta in rovina.
ero lì impegnata a curarli quando vidi una sagoma scura nell'ombra.
mi tirai in piedi. chi era?
la sagoma avanzò lentamente, ma non si mise sotto la luce.
ora era in penombra e mi mancò il respiro.
non puoi essere tu! sono passati 11 anni dall'ultima volta che ti ho visto!
in realtà sapevo che non poteva essere lui, ma come ho sempre fatto in questi undici anni, ho mentito a me stessa, illudendomi che potesse essere tornato.
e infatti non era lui.
era sempre un soldier, ma non lui.
questo era biondo, con gli occhi azzurri, e stava lì senza parlare.
cosa voleva da me?
"posso essere utile?" chiesi, cercando di controllare la delusione che mi avva invaso quando avevo visto che non era lui.
"aerith?"
"come sa il mio nome?"
alzò le spalle.
perchè era lì? perchè dopo tanti anni un soldier first class era venuto a cercarmi?
sentii la porta della chiesa aprirsi e dei passetti veloci avvicinarsi. era marlene. la vidi al mio fianco e istintivamente le passai un braccio intorno alle spalle, per proteggerla.
non sapevo cosa voleva quel ragazzo. e non avrei mai permesso che facesse del male a marlene.
non mi potevano portare via anche lei.
"ehi, ma tu sei un soldier!"
zitta marlene ti prego...
"come era papà, vero mamma?" disse sorridendo rivolgendosi a me.
il biondo sgranò gli occhi, stupito. restò in silenzio, mentre marlene lo guardò un po' perplessa.
"conoscevo tuo padre" disse dopo un po'. il mio cuore accelerò. "eravamo amici. mi ha salvato la vita tante volte"
"cloud?" mormoro. avevo capito chi fosse. me ne aveva parlato tante volte di questo cloud, di questo suo amico.
annuì e venne verso di me.
"mi hanno dato queste" disse porgendomi un pacchetto "sono tue." erano le mie lettere!
le lettere che gli avevo mandato tanti anni fa e che..." non le ha mai ricuvute?" dissi stringendole "no. a parte una" quella ce l'aveva in tasca. mi porse pure quella.
"credo ti abbia spiegato tutto. mi ha detto di dartela prima che..."non finì la frase.
"devo restare da sola. per favore." dissi. marlene, nonostante fosse piccola era molto sensibile e disse a cloud "vieni, ti faccio fare un giro!" uscirono e io mi sedetti su una panca.
per undici anni avevo mentito a me stessa.
avevo rifiutato di credere a quello che il mio cuore mi diceva.
è morto e non tornerà più indietro
era la verità.
dovevo arrendermi all'evidenza.
cominciai a piangere....avevo undici anni di lacrime da versare.
avevo posato le 88 lettere e in mano stringevo ancora l'ultima. piansi con tutta me s stessa. la ferità che avevo ignorata per tutto quel tempo si era aperta di nuovo e faceva male.
mi ero convinta che fosse sparito, che avesse trovato la felicità altrove, magari con qualcun'altra e me ne ero fatta una ragione. e nadavo avanti sapendo che lui era vivo e stesse bene. non gli dissi nelle mie lettere di marlene.
non volevo dirglielo così. avevo paura che non tornasse proprio a causa di sua figlia. così non glielo avevo mai detto ma lui non era tornato lo stesso.
dopo 4 anni accadde qualcosa di strano.
ero in chiesa e si mise a piovere. non potevo dimenticare quel giorno. il giorno in cui iniziai a mentirmi. perhè avevo sentito che qualcosa si era rotto, il lifesteam era cambiato e tuttavia negai tutto.
come potevo credere che avevo perso il mio valente soldato?
oltretutto non aveva neppure conosciuto sua figlia.
quanto gli somigliava! ogni giorno me lo ricordava sempre. e forse anche questo aiutò le mie bugie. ormai lo vedevo in lei e quindo per me era ancora vivo.
ma ora dovevo svegliarmi dal mio sogno dorato.
era finita.
per quattro anni restò vivo.
poi morì quel giorno.
continuai a piangere, non potevo e non dovevo fermarmi.
i ricordi presero a fare male. il suo viso, la sua voce, i momenti passati insieme, il carretto con i fiori, il vestito rosa, quel pomeriggio di passione, le sue incursioni a qualsiasi ora...
avevo perso tutto questo.
"sono proprio un cretino."
avevo riconosciuto la voce.
sempre tenendomi il viso fra le mani risposi "perchè?"
"perchè ti sto facendo piangere. e tu non meriti tutto questo"
guardalo? qualcosa mi bloccava. sapevo che non era reale e avevo paura di cascarci di nuovo.
ma dovevo farlo.
ed eccolo davanti a me, seduto sul banco di fronte al mio, che mi guardava preoccupato.
tra le lacrime riuscii a sorridere. era sempre bello. "allora è vero?" "si" "quel giorno...?" "esatto. lo sapevi vero?" "si, ma non lo potevo ammettere." "ne ho letta solo una" disse accennando alle lettere "e ti ho pure risposto a quella.poi leggila" "hai mai saputo di marlene?" "all'inizio no. ma dopo si. l'ho vista. è la cosa più bella che abbia mai fatto" "ti somiglia tanto" "ma somiglia anche a te." "te ne andrai di nuovo?" quel momento stava per finire. lo sentivo. annuì. "per favore....." ricominciai a piangere. "perchè te ne devi andare? non puoi restare con me?" "ma io sono con te". non riuscivo più a parlare "non vedrai ma ci sarò" scossi la testa. si alzò. quella magnifica illusione era vicinissima a me. "io sarò qui" mi toccò il petto, dalla parte del cuore. la sua mano. la sentii sulla pelle, quasi fosse vera. provai a prenderla. non appena sentii che era vera me la portai al viso e gli diedi un bacio, bagnandola di lacrime. lo guardai. nemmeno per lui era facile. aveva gli ochhi lucidi pure lui. restammo a fissarci, poi mi sorrise e io chiusi gli occhi. quando gli riaprii non c'era più.
non riuscivo nemmeno a piangere.
non so quanto restai lì. poi presi la lettera. la mia ultima lettere e l'aprii. dietro al foglio scirtto da me c'era la sua risposta.
aerith, ho appena scoperto che nono passati quattro anni dall'ultima volta che ci siamo visti. io e cloud siamo stati incastrati e ci hanno fatto diventare cavie da laboratorio. ora lui è qui con me, in coma, ha un intossicazione da mako e non so se riprenderà. io sto bene e sto cercando in tutti i modi di tornare a midgar, da te. ma la shinra ci sta dando la caccia e quindi non so se arriverò vivo. darò questa lettera a cloud e spero che lui sopravviva e tu riesca a leggerla. non sono sparito da te. mi hanno fatto sparire. ti prego aspettami aerith. aspettami. tornerò presto. tornerò da te in un modo o nell'altro. non sai quanto mi manchi. a presto, zack.
mi passai le mani fra i capelli, disperata. ecco cosa era successo.
avevo appena finito di leggere quando rientrarono cloud e marlene. corsi da lui "ti prego dimmi cosa è successo" avevo in mano la lettera. dopo l'esperimento io ero quasi in coma. non palrvo, non reagivo, ogni tanto però ero cosciente e vedevo che zack mi stava portando a midgar. scappammo da nibelheim, trovammo il direttore che ci aiutò. affrontò genesis. so che i turks ci aiutarono a sopravvivere. l'esercit invece ci voleva morti. eravamo quasi arrivati, quando li trovammo e zack dovette lottare da solo e...." distolse lo sguardo "per colpa mia morì" "no!" dissi. nonostante il peso di quella verità, non volevo che cloud si sentisse in colpa. "non è stata colpa tua cloud" "e sono stato anche un vigliacco perchè non riuscivo a venire da te e raccontarti tutto!" "cloud." dissi piano "non sei il responsabile della sua morte. non sei tu il suo assassino. ti chiedo...stammi vicino..aiutami ad andare avanti...non ce la faccio da sola" mi posai la testa sul suo petto, dove piansi ancora. mi abbracciò "aiutami anche tu" mi disse. annuii. poi mi staccai e mi asciugai il volto. "dove è successo? perchè voglio andarci" "vieni" mi disse. "marlene torno fra un po'..e ti spiegherò tutto. ti devo dire tante cose...". mia figlia mi sorrise a annuì. uscii con cloud...

****
"tu conoscevi papà?" mi disse marlene, al parco. mi aveva fatto fare il giro dei bassifondi, raccontandomi la sua vita e quella di sua madre.
quella domanda mi colse impreparato ma le risposi lo stesso "era il migliore amico che si potesse avere" "com'è morto?" eh?ma allora lo sapeva? la ragazzina notato il mio stupore mi disse "lo so. l'ho sempre saputo, nonostante mamma dicesse che era partito. me ne sono accorta sette anni fa. ho fatto finta di nulla per non far soffrire mamma". impressionante. nonostante la sua età era già così matura.
"è vero che gli somiglio?" la guardai meglio. aveva i neri, gli occhi blu ed emanava una grandissima energia. "si. molto più di quanto immagini." "sai una volta per farmi un dispetto mi avevano tagliato i capelli. ditreo li avevo tutti corti ed ero riuscita a scappare prima che mi tagliassero i due ciuffi"parlando si tirò su i capelli dietro tenendo due ciocche davanti al viso. era la miniatura di suo padre. "quel giorno mamma scoppiò a piangere e mi descrisse per la prima volta mio padre...."
era davvero la figlia di zack.
sensibile come sua madre, forte come suo padre.

****
eravamo arrivati. "ecco è qui." mi inginocchiai e toccai la terra. l'accarezzai delicatamente. dopo sette anni ovviament enon c'era più nessuna traccia di quanto era accaduto.
avevo portato dei fiori. li misi nella terra e mi posai una mano sul cuore. ormai sapevo che zack sarebbe vissuto lì. per sempre. fino a quando...
"cloud" "si?" "mi prometti una cosa? se mi succedesse qualcosa..prenditi cura di marlene." "ma perchè dovrebbe.." si era preoccupato. "non ho intenzione di fare gesti insensati. davvero. solo che..." "che?" "è meglio pensare al futuro. non si sa mai". guardai il cielo.
ricordo ancora quel discorso sulla mia paura del cielo.
ma oggi mi è passata. per due motivi:
uno è il colore dei suoi occhi.
due so che adesso lui si trova lì.

****
avevo riportato a casa aerith e stavo girovagando per midgar senza meta. quel viaggio mi aveva liberato. mi ero sempre ritenuto responsabile della sua morte. ma adesso mi sentivo meglio. avevo fatto bene a parlare con aerith.
da un lato si. ma dall'altro...
avevo capito quanto zack aveva amato quella ragazza. più di qualsiasi altra cosa. si, voleva bene anche a me, ma io ero solo un amico. ok, il suo migliore amico, ma sempre un amico.
non aveva mai saputo che io l'avevo amato.
nessuno lo saprà mai. resterà sempre nel mio cuore...


 
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