- Capitolo 1° -
I personaggi non sono di mia creazione...ma i sentimenti, in parte, si...buona lettura....
SILENZIOSI CERCHI SULL'ACQUA
Ero annoiato, annoiato da morire. Io, Light Yagami, ero davvero annoiato. Come al solito, d'altronde, ma ora non più. L non mi dava tregua e io continuavo a respingere senza problemi i suoi tentativi di scoprire l'identità di Kira. Io, in quanto Kira, continuavo a proteggere la mia identità, continuavo a uccidere seguendo il mio ideale di giustizia e, cavolo, perché la polizia continuava a cercarmi? Perché invece di liberare il modo dal crimine si ocupavano di me? In fondo, io, non facevo altro che uccidere coloro che infrangevano la legge, era così sbagliato uccidere per quel motivo? Forse pensano che solo Dio può decidere della vita degli uomini ma, in fondo, in quanto Kira, Io sono Dio.
Un giorno di pioggia, uscii da scuola. Come al solito avevo dimenticato a casa l'ombrello....cavolo. Mi sarebbe toccato fare una bella corsa fino a casa. Iniziai a camminare veloce sulla via del ritorno, con Ryuk che volteggiava al mio fianco in silenzio. Ad un certo punto passammo davanti a un fruttivendolo.
«Light, per caso hai con te degli spiccioli?»
«Si, Ryuk, però ti ho detto un sacco di volte che non posso parlare con te per strada....»
«Ma nonostante tu lo dica sempre, alla fine, mi rispondi comunque. Quanto hai con te?»
«Non lo so...perché? Non molto comunque, cosa devi fare?»
«Ho voglia di mele...a casa sono finite...» Mi fermai un minuto a pensare, sotto la pioggia. Ormai ero fradicio, che senso aveva continuare a correre?
«Va bene....però potresti anche prenderteli da solo senza spillare soldi al sottoscritto...»
«Certo....e la gente cosapotrebbe pensare? Mica è normale vedere delle mele volteggiare per aria...e ricorda che L è sulle tue tracce. Non è prudente che attorno a te accadano cose strane, se non vuoi farti scoprire.»
«Di solito non ti interessi a queste cose, come mai oggi pensi tanto all'incolumità di Kira?» Chiesi immobile guardando il negozio dall'altra parte della strada.
«Perché non mi sono mai divertito tanto in vita mia. Tu sei un umano interessante, inoltre, sono curioso di vedere come finirà tutta questa storia...»
«Vincerò io, sicuramente!» Finalmente attraversai la strada e entrai nel negozio. I soldi che avevo mi bastarono per un chilo di mele. Sulla strada del ritorno vidi una panchina sotto a un albero dalla chioma folta. Probabilmente lì sotto pioveva poco. Improvvisamente mi sentii molto stanco, un enorme peso mi gravava sulle spalle da troppo tempo, avevo iniziato un gioco, dal quale, non ero sicuro diuscire vincitore. Decisi di sedermi, su quella panchina, in quella strada poco frequentata. Lì potevo anche parlare con Ryuk in santa pace.
«Che fai ti siedi?» Mi chiese lo Shinigami iniziando a roteare in aria.
«Sono stanco, fammi riposare un po'.»
«Ma ti sei accorto che piove? Ti bagnerai tutto....»
«Ormai sono già fradicio, e in ogni caso quà sotto si sente poco. Mi arriva una goccia ogni tanto...ho voglia di riposare e se vuoi parliamo un po'...»
«Non hai paura che qualcuno ci senta?» Frugai nella tasca della giacca, estrassi il cellulare e l'auricolare, montai il tutto e mi misi l'auricolare nell'orecchio.
«Da solo? Non penso proprio...io sto parlando al telefono!» Chiusi gli occhi appoggiandomi allo schienale della panchina. Sentii Ryuk ridere.
«Lo sai che sei un ragazzo dalle mille risorse? Lo dicevo che sei una creatura interessante. Umani come te non se ne trovano spesso...posso mangiare qualche mela?»
«Se vuoi...ma mettiti dietro la panchina, così sarai nascosto dal cespuglio e nessuno potrà vederti....» Stranamente lo Shinigami seguì il consiglio senza esitare o fiatare. Io rimasi ancora in silenzio, con gli occhi chiusi, ascoltando la triste musica della pioggia che cadeva sulla terra. Fredda, bagnata e inesorabile.
«Come mai così silenzioso?»
«Sto pensando....a tutto. Mi sto chiedendo se in realtà la mia "giustizia" non sia solo un modo per ingannare la noia della vita...»
«Non è da te fare discorsi del genere. Tu che sei sempre razionale e che credi sempre in te stesso. Cosa ti è successo? »
«Nulla...forse anche io, come tutti gli altri uomini, ho quella cosa che comunemente viene chiamata Coscienza.....» Ryuk rise.
«Coscienza?!? E secondo te cos'è?» Rimasi spiazzato a quella domanda. Quel giorno il mio shinigami era in vena di parlare del mio agire, non era davvero nella sua etica. Cosa aveva?
«La coscienza è un concetto astratto di ciò che riteniamo giusto o sbagliato, insomma, in un certo senso è il custode della nostra morale....»
«Esatto. In tal caso perché dovrebbe rimorderti la coscienza? In fondo tu stai facendo quello che ritieni giusto...»
«Si, hai ragione!» Aprii gli occhi e guardai i cerchi, che la pioggia formava nelle pozzanghere. Io ero un po' come quei cerchi. Quando agivo ero silenzioso, veloce e inesorabile. Ero un vero e proprio Dio della morte. E la risonanza dei miei atti si sentiva chiara e forte. Per alcuni ero il giustiziere degli indifesi, per altri un nemico da sconfiggere, per altri ancora un rivale da superare, per pochi ero tutte queste cose insieme. L. Per te cosa sono? Probabilmente consoco già la risposta. Per te sono il giustiziere che svuota le celle, pronte ad ospitare qualcun'altro; ma sono anche il nemico che tu devi scovare perche infrango la legge; inoltre sono il rivale che tu vuoi, anzi, devi superare, per non perdere il rispetto degli altri. Io sono colui che ti eguaglia in intelligenza e scaltrezza. Io sono colui che tu devi catturare. Io sono Kira. E tu? Tu cosa sei per me? Ovviamente so anche questo. Tu per me sei un fastidio, un sassolino nella scarpa che non riesco a trovare e a eliminare; ma sei anche il mio nemico, colui che mi bracca, che mi cerca, che non mi trova; inoltre tu sei il mio rivale, sei colui che devo battere, non per il rispetto, ma per orgloglio personale e anche per non farmi catturare, sei colui che cerca sempre di anticiparmi ottenendo l'effetto contrario. In un certo senso noi due siamo uguali. Annoiati, perennemente annoiati, e, il rimedio a questa noia l'abbiamo trovata l'uno nell'altro. Io ero annoiato finché non ti ho incontrato e finché non è iniziata questa lotta. Tu eri annoiato finché Kira non è nato, destando il tuo interesse. Io sono te e tu sei me. Abbiamo provato le stesse cose, e le proviamo tutt'ora. Allora perché ci combattiamo a vicenda? È ovvio, se stessimo dalla stessa parte ritorneremmo ad annoiarci e poi....le nostre coscienze sono diverse. I nostri valori sono diversi. Tu devi catturare i cattivi seguendo la legge mentre io no. Io posso uccidere i criminali senza essere scoperto. Io sono Dio. Forse quello che proviamo l'uno per l'altro può essere paragonato a quello che provano due innamorati. Come potremmo esistere l'uno senza l'altro? Io morirei dalla noia e anche tu. Io e te esistiamo per completarci, per non sentirci soli e annoiati in questo mondo stupido e noioso. Io e te siamo troppo intelligenti per essere paragonati alle futili creature che ci circondano. Noi due ci amiamo e ci odiamo. Che rapporto strano.
«Light....ho finito le mele. Torniamo a casa?» Mi chiese Ryuk ridestandomi dai miei pensieri.
«Mmm..? Si....certo.» Mi alzai e ci avviammo verso casa.
«Ho voglia di altre mele.»
«Forse questa mattina la mamma le ha comprate.»
«Ti ricordo le micro telecamere e le cimici in casa tua. Come farò a mangiare delle mele?»
«Un modo lo troverò, anzi, penso di saperlo già....»
Quei silenziosi cerchi sull'acqua mi hanno fatto riflettere. Io sono l'acqua, inafferrabile e inesorabile, che cade nelle pozzanghere che ha creato, mentre tu sei il cerchio, che fugge da me, che mi cerca. Chissà, magari in un'altra vita noi due eravamo amanti. Andrebbe bene anche così. Sarebbe divertente. Allora ci vediamo presto amante. Ti aspetto per la prossima sfida.
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