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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Shaman King
Titolo Fanfic: BOKU NO STORY
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: shoharu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/02/2009 20:59:32

questa è il nostro (siamo in due a scriverla) ipotetico continuo di Shaman King. protagonisti due ragazzi: Haruna e Sho
 
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L'ARRIVO
- Capitolo 1° -

1 capitolo – L’arrivo

<< Magari ha avuto un’emergenza di famiglia nell’aldilà! >>
<< Si, grande idea, Sho, ora sono più tranquilla, visto che il mio spirito è COMPLETAMENTE SCOMPARSO!! >>
Era una giornata come tante altre. Sho e Haruna si stavano allenando come al solito, e calci, pugni e arti marziali si susseguivano a non finire, ma qualcosa era cambiato in quel giorno di sole del 3 giugno 2000.
Un improvviso fascio di luce e lo spirito di Haru era scomparso dalla loro vista.
<< Lo hai mai visto fare così prima d’ora?>> chiese Sho senza la minima preoccupazione in volto
<< Se glielo avessi visto fare non mi starei certo a preoccupare in questo modo, tu che dici?>> rispose Haru con un tono alquanto agitato, guardandosi attorno sgranando gli occhi.
<< Non può certo aver raggiunto il nirvana così in fretta, ti pare?>> aggiunse Sho stiracchiandosi un po’.
<< Questo non lo so, perché avrebbe dovuto? >> rispose Haru appoggiandosi una mano sulla fronte, e sfregandosela nervosamente.
<< Ci conviene chiedere al maestro Kazusa, ne saprà sicuramente qualcosa, no?>>
<< Forse, ma proprio non capisco…ah d’accordo, va bene. >> concluse infine Haru.
Raccogliendo le loro cose, i due ragazzi si diressero verso un boschetto poco lontano dal
luogo dove solitamente i due si ritrovavano per allenarsi. Sho e Haruna erano due amici d’infanzia
nati in Giappone nel 1985 da famiglie benestanti. Haruna Kazeji era una ragazza di 16 anni, altezza nella media, fisico scolpito, capelli castani lisci e occhi marroni; dal carattere semplice, senza particolari aspirazioni, ma forte di spirito e molto gentile; Haru era la migliore amica di Sho da sempre. Sho Kuroda era un ragazzo di 15 anni, poco più alto di Haru, dalla corporatura abbastanza muscolosa, i capelli di un biondo che si poteva definire più esplicitamente bianco, occhi neri e un carattere cinico, alquanto menefreghista ma allo stesso tempo protettivo e premuroso. I due si erano trasferiti in Italia alla tenera età di un anno, per volere dei genitori. Le loro famiglie di provenienza erano alquanto conosciute per le loro straordinarie capacità nel campo degli spiriti, per questo all’età di 4 anni, i due ragazzi erano stati affidati alle cure del grande maestro sciamano del tempo, Kazusa Takeshi, il quale li aveva allenati fino a quel momento.
Rivolgendo un’occhiata di sfuggita al viso di Haru, Sho aveva visto la preoccupazione che le si era dipinta sul volto, e così disse:
<< Non stare lì a preoccuparti, che vuoi che succeda ad uno tosto come Jintetsu? >> Haru lo guardò per un istante e tirò fuori un sorriso forzato che Sho conosceva fin troppo bene. Sapeva che era molto preoccupata, e che qualche parola di circostanza non le sarebbe stata di alcun aiuto, e così per tutto il tragitto i due si limitarono a camminare una accanto all’altro senza dire niente.
Oltrepassata una piccola radura, raggiunsero un bungalow che si trovava esattamente fra quattro
querce enormi. Entrarono senza far rumore e richiusero la porta silenziosamente. L’interno della casa sembrava in stile classico montanaro, con un tappeto al centro della stanza, qualche quadro in stoffa appeso alle pareti. Nulla dava a vedere che in quella casa si trovasse uno dei più grandi allenatori di sciamani del secolo. In un angolo della stanza d’ingresso vi era una grossa poltrona
marrone, sulla quale si trovava un vecchio uomo dall’aria burbera, che osservava in silenzio i due giovani. I tre si limitavano a fissarsi gli uni con gli altri senza spiccicare parola, fino a che il vecchio disse con voce roca:
<< C’è qualche particolare ragione che vi spinge a interrompere i vostri allenamenti per un visita?>>
Haru rispose quasi subito:
<< Maestro è successa una cosa strana. Jintetsu è sparito, non riesco ad avvertirne la presenza da nessuna parte >> il vecchio la guardò più seriamente e disse
<< Tu sai che cosa significa questo, vero?>> Haru era impietrita davanti alla porta e fissava il vecchio con ansia; prima che potesse ribattere il vecchio aggiunse:
<< Era arrivato il suo tempo. La ragione che lo legava a questo mondo ormai è scomparsa. Non so se lui te ne abbia mai parlato. Della sua morte, intendo. È successo più di 500 anni fa: Jintetsu era uno sciamano che si era schierato con un gruppo di suoi simili per contrastare la potenza di un uomo chiamato Hao Asakura. Era uno sciamano potentissimo che ha sbaragliato tutti coloro che si sono messi contro di lui, e si diceva che fosse riuscito a capire e a far suo il segreto dei cinque elementi. Qualche giorno fa mi è giunta notizia che quest’uomo sia stato eliminato definitivamente dal suo fratello gemello. Ora visto la ragione che teneva legato a questo mondo lo spirito di Jintetsu era solamente il desiderio di vendetta verso quell’uomo, il suo spirito è stato appagato e così ha potuto finalmente raggiungere il nirvana. >>
Haru fissava a bocca aperta il vecchio e sconvolta gli rivolse queste parole:
<< Ma perché non me ne avete parlato prima? >>, e il vecchio rispose calmo:
<< Sicuramente avresti cercato un modo per fermarlo. Tutti gli spiriti prima o poi giungono al nirvana e tu non ci puoi fare niente, è un loro diritto, quindi l’unica cosa che puoi fare è essere felice per l’anima di Jintetsu che è riuscito a raggiungere la pace. >>
Haru abbassò lentamente lo sguardo sconsolata; il vecchio aggiunse:
<< Avevo parlato a Jintetsu di questa notizia prima di parlartene. Dato che lui sapeva cosa sarebbe successo, mi ha detto di dirti che è stato un onore servirti e di non rimpiangerlo. Oltre a questo ci sono altri problemi che dovremo affrontare. Voi sapete dello Shaman Fight, giusto? Considero questa gara una stupida competizione per ammazzarsi a vicenda, quindi non ho permesso che voi partecipaste, e voi lo sapete. Lo Shaman Fight è concluso, ma i dieci officianti mi hanno contattato affinché li aiutassi per una certa questione. >>
Sho si fece sentire per la prima volta dall’inizio della conversazione dicendo:
<< Di che si tratta? >>, il vecchio allora aggiunse schiarendosi la voce:
<< Pare che l’anima di quell’Asakura non abbia raggiunto né l’inferno né il nirvana, ma sia caduta invece in un buio spirituale causato probabilmente dalla sconfitta. Lo spirito appartenente a questo sciamano non ha un padrone, per cui cerca vendetta ed è senza controllo. Affido a voi il compito di raggiungere l’anima di questo tizio e di farle raggiungere il luogo cui è destinata. Intanto dovrete porre un sigillo sopra il suo spirito; quindi dovrete partire...>>
<< Perché dovrei aiutarlo? Ha fatto sparire Jintetsu, e una volta lo ha anche ucciso. Perché dovrei interessarmi a uno come lui? >> lo interruppe Haru rabbiosa.
<< Dovete riuscire a dividere i vostri compiti dai sentimenti personali. Non dovete farvi coinvolgere. Siate freddi. Haruna, pensala in questo modo: alla fine del vostro compito non è detto che lui raggiunga il nirvana, ma piuttosto, come è probabile che sarà, la sua anima andrà dritta verso l’inferno. >>

Haru e Sho scesero dallo Shinkansen* delle 15,00 e raggiunsero in una mezz’ora il loro albergo.
Si trovavano a Tokyo e la loro prima tappa sarebbe stata la casa di Yoh Asakura, il fratello gemello
Del loro obiettivo. Haru disfaceva le sue valigie in silenzio fingendosi concentrata su ciò che stava facendo. Sho sedeva su uno dei letti presenti nella stanza spaziosa, e guardava la sua amica ripiegare accuratamente una maglietta e porla in un armadio accanto a lei. A un certo punto Sho disse socchiudendo gli occhi:
<< Ci stai pensando, eh? >>
<< Non capisco a cosa ti riferisci. >>
<< Secondo me lo sai benissimo. Guarda che se fai di testa tua ci rimettiamo tutti e due. Grazie ma non mi va proprio di aggiungere 40 km agli 80 dell’allenamento mattutino. Il maestro se la prenderà molto se lo spedisci direttamente all’inferno. >>
<< Non pensavo seriamente di farlo. >>
<< Ah, si certo, lo so! Ma cerca di non fare stupidate, non ci voglio andare di mezzo. >>
<< Secondo me dovresti seguire i consigli del maestro Kazusa. >> una terza voce si era aggiunta alla conversazione: Momo, lo spirito di Sho si era mostrato ai due ragazzi.
Era uno spirito di piccola statura, somigliava per lo più ad un pupazzo scucito. Sho aggiunse:
<< In effetti non ha tutti i torti. >>
<< Non m’importa cosa pensa, vorrei vederti nella mia situazione, Sho! >> disse Haruna estraendo nervosamente un paio di jeans fuori dalla valigia.
Per tutto il resto della serata i ragazzi parlarono del più e del meno, evitando l’ argomento.
Andarono a letto e la mattina seguente si misero in viaggio per raggiungere casa Asakura.

* Treno super veloce giapponese.

 
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