NUOVO INIZIO - Capitolo 1° -
*********************** Battei le palpebre più volte, prima di rendermi conto della verità. La verità era che mia madre, divorziata con mio padre e risposata con Hidoki (nome inventato), voleva spedirmi da mio padre a Tokio. In realtà, fui sottoshok non perchè dovevo andare da mio padre, anzi io passavo due settimane da lui in estate, ma perchè mi aveva detto che lei e il suo nuovo marito dovevano partire, per il lavoro di Hidoki, e io non volevo andarci. Per questo non posso pentirmi della mia scelta, perchè la mia vita non sarebbe cambiata, se non fossi andata a Tokyo. A Tokyo mio padre era un noto avvocato. ***********************
Partii sabato pomeriggio e appena arrivata all'aereoporto feci una delle mie solite gag...stavo scivolando dalle scale dell'aereo, ma per fortuna mio padre mi prese a volo. " Mi fa piacere rivederti Kagome" disse con un sorriso sulla faccia " Molto divertente papà!" dissi con il broncio, che non durò molto, perchè subito si face largo un bel sorriso.
Salimmo sulla Porche nera di mio padre, a volte dimenticavo che lui era ricco. La casa era sempre la stessa...o meglio la villa...era bianca, con vetrate che si affacciavano sul giardino immenso, io adoravo i divani in pelle bianca che si trovavano in salotto. All'ingresso si allargava una grossa scala che portava alle stanze soprastanti. A destra e a sinistra c'erano due corridoi, uno portava al salotto, l'altro in cucina. Sopra c'erano le stanze: l'ufficio di papà, con tanti libr..io adoravo il suo ufficio; poi c'era la sua camera da letto, la mia e due stanze per gli ospiti.
La mia camera aveva: un televisore al plasma 42 pollici, un letto matrimoniale -non era un semplice letto matrimoniale per due, potevano starci benissimo quattro persone in quel leto gigante-, un armadio con quattro ante e tanti, tanti cassettoni, due comodini ai lati delletto e la scrivania. Su una delle mensole c'era una varietà di dischi classici -i miei preferiti- e lo stereo.
Dopo aver lasciato la valigia in camera, mi diressi in cucina per sgranocchiare qualcosa. " Signora Kaede, c'è qualcosa da mangiare?" " Vuole che le prepari qualcosa signorina?" " Suvvia Kaede, mi chiami Kagome...non sono una principessa!" " Come desideri..allora cosa vuoi mangiare?" " Non so...sai durante il viaggio non ho mangiato niente" " Come?" mi chiese con aria shoccata...beh non lo sapevo neanche io come avevo fatto a resistere dall' Argentina al Giappone...ah dimenticavo di dirvi che quando mia madre ha divorziato con mio si è trasferita in Argentina. " Non lo so..e comunque potresti cucinarmi degli spaghetti" " Va bene" e si congedò.
Tornai in camera e mi stesi sul letto con l'mp3 alzato al tono 'spaccatimpani' e chiusi gli occhi. Quando li riaprii c'era Kaede sulla soglia della porta con un vassoio in mano, su cui c'erano i miei spaghetti fumanti. Staccai gli auricolari dalle orecchie e mi sedetti in modo composto sul letto. Kaede mi portò il vassoio e me lo appoggiò sulle ginocchia poi mi sorrise, fece un inchino e se ne andò.
Dopo mangiato, decisi che era meglio farmi una doccia e dormire, per il mio arrivo a scuola. Mio padre voleva convincermi ad andare ad una scuola privata, ma ho insistito per andare ad una pubblica, perchè non volevo essere viziata già dal mio arrivo...per mia fortuna accettò senza obiettare.
Finita la doccia tornai in camera mia e subito mi addormentai. Il mattino seguente sarebbe stata una giornataccia -almeno per me-, perchè a scuola sarei stata al centro dell'attenzione e a me non andava...quindi meglio non pensarci e rilassarsi. **************************
Eccomi qui, al primo giorno di scuola. Parcheggiai di fronte all'edificio, quello che doveva essere scuola, entrai e notai subito tra i corridoi e gli armadietti, la porta sulla cui spiccava un cartellone con su scritto "SEGRETERIA", prima di entrare feci un bel respiro. L'ufficio era piccolo: una minuscola area con sedie pieghevoli imbottite che faceva da sala d'attesa, moquette scura varieggiata di arancione, le pareti tappezzate da avvisi e graduatorie, il pesante ticchettio di un orologio a muro. La stanza era divisa in due da un grosso bancone, disseminato di cestini metallici pieni di moduli e volantini colorati incollati dappertutto. Dietro il bancone c'erano tre scrivanie, una delle quali era occupata da una donna imponente, occhialuta e rossa di capelli. La donna dai capelli rossi alzò lo sguardo. " Posso esserti utile?" " Sono Kagome Higurashi" Nel sentire il mio nome gli occhi le si accesero...già mi conoscevano, già mi aspettavano tutti...la figlia dell'ex moglie del noto avvocato Sinchiro Higurashi era tornata a casa. " Certo" disse e incominciò a rovistare tra una pila di fogli. Alla fine me ne mise tre davanti e mi informò di compilarli. Poi ne prese altri due. " Qui c'è la pianta della scuola e l'orario delle lezioni". Mi indicò sulla pianta le aule delle mie lezioni e il percorso migliore per raggiungerle, poi mi diede un modulo da fare controfirmare a ognuno dei miei professori e da riportare in segreteria a fine giornata. " Benvenuta e buona fortuna" " Grazie" e me ne andai verso la prima aula, che mi avrebbe visto come nuova arrivata.
FINE...COME VI E' SEMBRATO? SPERO CHE QUESTA FIC VI PIACCIA!! AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO KISS KISS --gabriella--
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Spero continuerai presto!!! :D
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...continua nelle pagine numero:
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