L'ORIZZONTE - Capitolo 1° -
Una fresca brezza spazzava la pianura facendo frusciare le fronde degli alberi. L’erba danzava soffice alla rossa luce del tramonto. Seduto su un’altura illuminata dagli ultimi raggi del sole c’era un uomo, il viso rilassato, gli occhi azzurrissimi osservavano l’orizzonte lontano…troppo lontano. Fin da quando era un bambino il suo sogno era stato di raggiungere quella linea, quel confine, crescendo questo sogno si era trasformato in un obbiettivo, che si sarebbe impegnato a raggiungere. Aveva iniziato ad allenarsi duramente, a sottoporsi a prove difficilissime e a quando era sicuro di aver raggiunto il limite, di aver raggiunto l’orizzonte scopriva che esso invece era sempre lontano, nonostante tutta la strada che avesse fatto non si era avvicinato di un singolo passo. Così ricominciava ad allenarsi ed impegnarsi sempre di più, voleva raggiungere il suo obbiettivo a tutti i costi! Una folata di vento tiepido investì l’uomo, le ultime luci del giorno brillarono suoi capelli dorati mentre nel cielo comparivano le prime stelle curiose. Ora la linea dell’orizzonte era sfumata e la prateria iniziava a confondersi con il cielo. L’uomo alzò lo sguardo verso la volta scura, ormai aveva capito che era impossibile raggiungere l’orizzonte, era impossibile raggiungere la perfezione. Eppure tutti si aspettavano da lui grandi cose, come se lui fosse realmente più vicino degli altri a quella linea lontana. Guardava le stelle, piccole e luminose lo fissavano incuriosite, era così strano vederlo calmo nella prateria ad assaporarsi la solitudine? Sorrise tristemente nel notare tre stelle vicine più luminose delle sorelle. Sicuramente Rin, Obito e Kakashi lo stavano guardando. Continuava a sorridere tristemente quando all’improvviso una lacrima fredda ed argentea sfuggì dal suo occhio destro e corse lungo la guancia chiara per tuffarsi dal mento dopo un attimo di esitazione. Non bisognava raggiungere l’orizzonte per trovare la felicità, e questo lui l’aveva capito troppo tardi, bastava alzare il volto e guardare le stelle per prendere coscienza del fatto che la felicità ce la donano le cose che ci circondano, non sono sempre presenti, esattamente come le stelle che alle prime luci dell’alba tornano a scomparire nell’immensità del cielo, a volte sono rare, ma quando ci sono bisogna saperle apprezzare; le stelle per lui erano i ricordi dei suoi tre amati allievi, e non li avrebbe mai dimenticati. Avrebbe continuato a vivere custodendo i loro sorrisi nel cuore così da potersi abbandonare ad essi in ogni attimo in cui si fosse sentito più solo.
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è veramente bella....
e minato è veramente tenero.... *__*
ç___ç è commoventissima ....
concordo con sasuke: ottima descrizione di minato, nonostante tu l'abbia descritto solo in due punti ^^
ps:x thevioletflowe:forse non è morto kakashi
snif snif mi fa piangere ...
e pensare ke kakashi è morto contro pain ... snif snif