DUE OCCHI
- Capitolo 1° -
Ciao a tutti!
Era da un bel pò che non pubblicavo una fic, e così ho approfittato di questo giorno speciale per battere al pc una fic scritta un paio di mesi fa, durante un brutto periodo che sto ancora vivendo...
Prima con "giorno speciale" mi riferivo al compleanno del mio adorato Gaara(*_*), perchè per chi non lo sapesse oggi il mio beniamino compie gli anni!!
Ovviamente, questa fic, essendo frutto di un mio sclero momentaneo, non centra minimamente con il compleanno, e quasi quasi nemmeno con gaara stesso...XD...è più che altro un mio sfogo contro l'umanità...
Beh, comunque sia, interpretatela come meglio vi aggrada, io spero solo che vi piacerà!
Grazie in anticipo!^^
I personaggi, o meglio il personaggio, è proprietà del sommo Kishimoto-sensei...Purtroppo...Se solo Gaacchan fosse mio!!Sigh...T_T
Due occhi.
Due occhi.
Due occhi freddi. Due occhi inespressivi. Distanti, vuoti, all’apparenza indifferenti.
Ma solo all’apparenza.
Si deve saperli scrutare attentamente per leggervi quanti sono gli innumerevoli sentimenti celati da questi due occhi.
Due occhi che esprimono solitudine.
Due occhi che esprimono mancanza d’affetto, d’amore.
Due occhi che esprimono anche invidia.
Si, perché questi due occhi osservano invidiosi gli altri, agognando a quell’amore che non hanno mai ricevuto. E così continuano ad essere spettatori di ciò che agli altri è concesso ma ad essi è negato.
Perché i pregiudizi della società sono difficili da abbattere.
Perché a volte, bisogna scontare delle colpe non nostre.
Perché spesso la gente è troppo pigra per superare le mere apparenze. Troppo superficiale per tentare di vedere oltre ciò che le viene presentato di fronte.
Troppo preoccupata degli ornamenti, dei contorni che della sostanza. Ma al contempo troppo ipocrita per dire la verità.
Già, perché infondo l’ipocrisia è intrisa nella natura stessa dell’uomo. Gli uomini sono esseri troppo vili, non sono in grado di metterti di fronte alla realtà, con semplicità, ma preferiscono farlo con mezzi reconditi, talvolta anche adulandoti, ma con il solo fine di farti capire che ti disprezzano o che, magari ti temono, che ti reputano solo un pericolo, un peso, una piaga da sopportare.
Ed ecco che l’indifferenza è totalmente scomparsa da quei due occhi.
Due occhi che ora esprimono solo tristezza.
Due occhi che esprimono solo infinito dolore.
Due occhi che esprimono sconfinata amarezza.
Due occhi che adesso sono appannati, velati da lacrime di sconfitta.
Si, perché quando realizzi di essere davvero solo, o peggio, quando realizzi che fondamentalmente tutti gli esseri umani sono soli al mondo, quando ti rendi conto dell’aridità che alberga dentro di te, dentro il tuo cuore, desolato come il deserto; proprio in quel momento ti senti sconfitto, battuto dall’aspra e dolorosa realtà.
Ma è proprio allora che in te scatta qualcosa… E quei due occhi , quei due occhi cominciano a brillare di una nuova luce…
Si, in quegli occhi adesso, nuovi sentimenti si possono chiaramente leggere.
Ora quei due occhi confidano nella bellezza dei sogni.
Si, perché è dietro di essi che l’anima si rifugia. Perché quando la crudeltà della vita ti fa soffrire, l’unica cosa su cui puoi contare, a cui puoi appoggiarti è proprio la speranza.
Perché quando tutto intorno a te diventa buio, scuro, nero, una piccola fiammella di speranza comincia a guizzare vispa e dispettosa, nei meandri più profondi del tuo essere e inevitabilmente quel piccolo barlume si trasforma in un piccolo fuoco scoppiettante.
Perché in fin dei conti l’uomo è nulla senza la speranza. L’uomo stesso è costituito dalla stessa sostanza dei sogni.
E così, come nelle gelide sere invernali, ti accoccoli accanto a quel fuoco, e aspetti.
E adesso che quegli occhi fissano le fiamme guizzare l’una sull’altra, scoppiettare, inseguirsi in un incalzante gioco, in essi si legge l’ aspettativa.
Perché a volte, nella vita, l’unica cosa saggia da fare è sedersi e aspettare.
E quei profondi, intensi occhi acqua marina, ora, aspettano qualcuno.
Aspettano l’arrivo di quell’unica persona che sarà in grado di comprenderli, di rassicurarli, di consolarli, di offrire loro l’amore tanto agognato, e perché no, dovuto.
Perché infondo, tutti meritano e necessitano di qualcuno che li ami. Tutti, eccezione alcuna.
Ed eccoli quei due occhi aspettare che gli vengano rivolti anche quei semplici gesti quotidiani, che ti fanno capire di essere amato… Uno sguardo, un sorriso, una carezza, un bacio…
E cullati da questi dolci pensieri, coccolati dal tepore della speranza, vediamo i due occhi chiudersi, abbandonandosi ad un piacevole sonno, lasciandosi avvolgere dalle tenebre della notte.
Owari
Note: Dunque, innanzi tutto ringrazio chi ha avuto il coraggio di arrivare fino alla fine di quest' obrobrio...^^"
Inoltre mi sembra corretto dire che una frase è stata ottenuta rielaborando il celebre aforisma di Shakespeare: "Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni", pensiero che condivido pienamente...
Detto questo, non disdegnarei qualche commentino, giusto per sapere cosa pensiate voi di questa "cosa" che ho scritto, scusate ma non so proprio come definirla...XD
Vi saluto, Grazie mille in anticipo, a chi commenterà e anche a chi si limiterà solo a leggere!
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passiamo alla fanfiction che è bllissima e piena di sentimento...quasi quasi piangevo anch'io...sigh T__T ok...non scrivo più perchè sono emozionata...kiss XD e continua così!!!
viva gaara!!!!!!! ^_^