- Capitolo 1° -
Tic. Tac.
I secondi passano. Secondi preziosi, e io sono ancora qui. Ferma davanti a questa maledetta parete.
Un vicolo cieco.
Tic. Tac.
Per l’ennesima volta in pochi istanti esaminò lo spazio che mi circonda. Niente di niente. Nessuna finestra, nessun buco, nessuna botola sul soffitto. Nessuno via d’uscita che non sia quella per la quale sono venuta.
E da cui loro stanno arrivando.
Tic. Tac.
Li sento. O meglio, mi sembra di sentirli. Passi pesanti che si avvicinano.
Non corrono, loro. Oh no, se la prendono con tutta calma.
Sanno che non posso sfuggire.
Che sono in trappola.
Tic. Tac.
Sento le loro voci. Il mio respiro accelera. Il cuore batte sempre più forte.
E nella testa risuona un campanello d’allarme. Pericolo. Pericolo. Pericolo.
…lo so che sono in pericolo, dannazione! E questo caos nella mia mente non aiuta certo!
Lucida. Devo restare lucida.
Tic. Tac.
Mi chino a terra, scosto la polvere che ricopre il pavimento. Niente di niente. Neanche una fessura.
Un rumore più forte, una voce più vicina. Mi giro di scatto e vedo in fondo al corridoio il lampeggiare di una torcia.
Mi schiaccio contro una parete, sperando di confondermi con l’oscurità. Ma ancora non indirizzano la luce qui.
Perché affrettarsi, dopotutto? Sanno che non posso scappare.
E intanto i secondi passano.
Tic. Tac.
Perduta. Sono perduta.
La mia mente è completamente vuota. Non sono altro che un animaletto braccato. Un topolino rinchiuso in una stanza piena di gatti affamati.
È solo questione di tempo.
Tic. Tac.
Tempo. Tempo scandito da un unico battito, i secondi che vedo scorrere sul mio orologio, le pulsazioni del mio cuore, i respiri spezzati che mi escono dalla gola. Tutto il mio corpo pulsa all’unisono, un unico ritmo.
Tic. Tac.
I passi si avvicinano. Pesanti e metallici.
Non pensavo li avrei mai sentiti così vicini, prima di finire qua dentro. Prima che quella che era sempre stata una credenza popolare, uno spauracchio per i bambini indisciplinati, diventasse realtà. Un’orrenda realtà.
Tic. Tac.
È questione di attimi prima della fine.
Chiudo gli occhi ed ascolto: il battito del mio cuore, il mio respiro accelerato, i passi pesanti più vicini, più vicini… tutto diventa un unico suono.
Tonf. Tonf. Tonf.
La mia vita che balla il suo ultimo valzer.
Tic.
Tac.
Ti…
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Okay ammetto che assomiglia un po\\\' all\\\'inizio di \\\"L\\\'ospite\\\" della Meyer... ma che ci posso fare, sono parole che mi sono uscite di getto!
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