E se Iruka morisse dicendo a Naruto di Kyubi? E se il biondo lasciasse il villaggio? Sarà sempre il solito Naruto?
Conclusa: No
Fanfiction pubblicata il 09/01/2009 09:25:40 - Ultimo inserimento 23/05/2010
ABCABCABCABC
PROLOGO
Salve a tutti questa è la mia prima fanfic! Mi auguro che possa piacere a più persone possibili! Spero di ricevere anche dei commenti, soprattutto dagli scrittori di questo sito che più stimo per gli ottimi racconti che hanno sfornato, sono stati un'ottima fonte di ispirazione: naruxhina e Yameta62.
Prometto di inserire anche qualche momento comico ogni tanto.
Rinnovo il mio invito a spedire commenti sia belli che brutti!
LEGENDA: "..."=Pensiero - ... - = Discorso
Erano passati cinque anni dalla sconfitta del Kyuubi e un bambino con capelli biondi e occhi azzurri di nome Naruto Uzumaki camminava per la strada. Indossava una maglietta nera con una spirale arancione disegnata sul petto e dei pantaloncini sempre arancioni.
Si teneva in disparte per evitare e cercava di ignorare gli sguardi che la gente gli lanciava quando passava loro accanto: sguardi d’odio e sospetto.
Era tutta la vita che lo trattavano in quel modo e lui aveva smesso di chiedersi il perché, tanto nessuno gli avrebbe risposto, anzi, forse avrebbero colto l’occasione per dirgli malignità e lui non ci teneva.
Pensando a ciò si tocco il braccio destro che presentava alcuni lividi e tagli e sentendo il bruciore mentre ci passava la mano ripensò al giorno prima.
FLASHBACK
Naruto stava al bordo del laghetto nel parco e osservava i pesci affiorare dal’acqua per prendere i pezzettini di pane che gettava.
Ad un certo punto una di esse si era avvicinata al pelo dell’acqua ed era rimasta lì immobile.
Si era avvicinato alla superficie dell’acqua per osservarla meglio mettendosi però in una posizione un po’ instabile, stava così da qualche secondo quando venne spinto a cadde nel laghetto.
Fortunatamente era poco profondo, ma il fondo era coperto di sassi che gli ferirono il braccio che aveva usato per attutire la caduta.
Si alzò bagnato e dolorante e alzò lo sguardo.
Davanti a lui c’era una piccola combriccola di bambini più o meno della sua età che ridevano malignamente di lui mentre uno di loro, probabilmente il capo e l’autore dello scherzo, stava davanti a lui con le braccia incrociate ed un sorriso spaccone stampato sul volto.
B(bambino): insomma testa quadra perché non guardi dove vai mi sei praticamente venuto addosso.
Alla “geniale” battuta gli altri bimbi cominciarono a ridere ancora più di gusto.
Naruto mandò un sospiro rassegnandosi ad un’altra dose di insulti. L’unica cosa che funzionava in quei momenti era starsene zitto a pensare a qualcos’altro mentre il fiume di improperi si esauriva e fece così anche stavolta.
Si alzò con difficoltà perché il fondo era scivoloso e cautamente si avvicinò alla riva e mise un piede all’asciutto i vestiti grondanti d’acqua, ma appena provò a salire il bambino di prima lo spinse di nuovo e Naruto cadde rovinosamente in acqua suscitando nuove risa.
Si rialzò scuotendo la testa per far cadere l’acqua dai capelli e fissò il bulletto con un’aria scocciata.
N: cerchi grane forse, Inuzuka?
Era proprio Kiba quello che si stagliava a braccia conserte sulle sponde del lago.
K: tu che dici, mostro? - rispose quello con aria strafottente.
Tutti: mostro, mostro, mostro!!!
Naruto si fece avanti nuovamente e quando quell’altro riprovò a spingerlo era pronto.
Con un rapido movimento afferrò il polso e il bavero del suo avversario e con una proiezione lo catapultò violentemente in acqua prima che potesse reagire.
Quello riemerse sputacchiando e con uno sguardo talmente stupito che fu un miracolo che gli occhi non gli fossero usciti dalle orbite.
Naruto se la rideva alla grande di fronte alle facce dei presenti .
N: si! Direi proprio che cerchi grane.
E prima che si riprendessero dalla sorpresa se ne andò fischiettando.
FINE FLASHBACK
Ridacchiò un po’ al ricordo. Gliela aveva fatta vedere.
Non per nulla si divertiva a spiare le lezioni dei ragazzi degli ultimi anni all’accademia e poi le praticava nel tempo libero. Infatti lui, a differenza dei coetanei, non era stato ammesso all’accademia ninja e quindi si arrangiava a modo suo.
Le lezioni dei novellini poi erano troppo semplici e quindi preferiva quelle più avanzate, e i risultati si vedevano.
La sua meta era (ma che lo dico a fare! nda) il Ramen Ichiraku d’altronde uno dei grandi pregi del ramen era che costava poco e con gli spiccioli che riceveva era il massimo che poteva permettersi, ma naturalmente lui era più che contento: nulla meglio di quattro o cinque porzioni di ramen per dimenticare i problemi.
Era in vista della sua destinazione e annusava l’aria per cogliere i primi sentori del profumo che tanto adorava quando davanti a lui si stagliò un’ombra.
Naruto osservò meglio: era un uomo sulla trentina con dei capelli castani e dei segni rossi sulla faccia, ma la cosa che saltava più all’occhio era l’enorme cane - lupo grigio che lo affiancava. Sembrava un cavallo!
N: “cavolo che bestione, ma soprattutto CHE DENTI!” – aggiunse quando questo ritrasse leggermente le labbra per ringhiare.
T(tizio): hey moccioso sei tu per caso quello che ha pestato mio figlio?
N: che?
T: non prendere per il culo! Sei tu quello che ha picchiato mio figlio Kiba senza motivo.
Naruto assunse un’ aria pensosa. Non ci voleva certo un genio per capire che l’Inuzuka doveva aver mentito per ottenere un vendetta gratuita.
N: temo che abbia preso un abbaglio signore – disse facendo la faccia più innocente possibile, dopotutto non avrebbe mai potuto battere un adulto e per di più ninja.
T: ti ho detto di non prendermi per il culo bastardello – disse sollevandolo per il bavero mentre il cane cominciava a ringhiare più cupamente.
T: adesso ti cambio i connotati così vediamo se ti passa la voglia di fare il bullo.
Naruto era paralizzato, non si aspettava che alzasse le mani su di un bambino e non osava ribattere per non peggiorare la situazione, il cane poi lo atterriva dato che sembrava capace di mangiarlo.
L’uomo alzò la mano e gli diede un manrovescio sulla guancia destra così forte che vi spuntarono delle microscopiche gocce di sangue.
Naruto aveva gli occhi colmi di lacrime trattenute. Non voleva dargli la soddisfazione di piangere, avrebbe sopportato tutto senza neanche un gemito di dolore.
La mano del tizio si stava alzando di nuovo per colpirlo ancora una volta, stavolta sull’altra guancia, e il bambino chiuse gli occhi e strinse i denti.
Perché, perché lo trattavano tutti così? Cosa aveva fatto lui? Perché era tutto così ingiusto? Perché lui non aveva un padre lì a difenderlo? Erano sempre le solite domande ma non aveva mai avuto una risposta, forse non l’avrebbe avuta mai.
Aspettò che il colpo arrivasse e quando sentì i muscoli dell’uomo contrarsi strinse ancora di più i denti, ma poi lo sentì bloccarsi.
Attese un secondo, poi due e poi tre. Allora si fece coraggio e aprì gli occhi. Il tipo lo stava fissando con un sorriso maligno stampato in faccia.
T: pensavi di cavartela eh?
Detto questo gli tirò un pugno alla bocca dello stomaco che lo scagliò indietro di qualche metro e gli tolse il respiro. Sputò anche un po’ di sangue.
T: se ti ribecco in giro mostriciattolo ti do in pasto al mio lupo chiaro?
Detto questo se ne andò sghignazzando.
Naruto rimase a terra ancora un po’ cercando di sopportare il dolore e regolarizzare il respiro, quando poi si sentì abbastanza in forze si rialzò aiutandosi col muro.
Nessuno in strada aveva detto niente vedendo un grande picchiare un bambino di appena cinque anni e questo lo insospettì, ma capì che probabilmente era perché ad essere picchiato era stato lui.
Questo lo fece sentire molto triste ed arrabbiato, ma gliel’avrebbe fatta vedere lui un giorno. Prima o poi lo avrebbero accettato.
Ad un certo punto sentì un gran calore provenire dalla pancia, all’altezza dell’ombelico. Gli veniva tutte le volte che stava male pareva quasi a volerlo consolare e lui ogni volta si crogiolava in quel calore. In esso si sentiva come cullato. Lui non aveva mai avuto una mamma che lo avesse cullato ma scommetteva che la sensazione sarebbe stata quella.
Rimase qualche istante ad accarezzarsi la pancia per godere al massimo di quel calore ma venne riportato alla realtà da un cupo brontolio allo stomaco che gli ricordò la sua destinazione.
Si rincamminò barcollando leggermente verso il suo chiosco preferito e una volta arrivato ordinò una porzione di ramen bella sostanziosa con carne, uova e miso sbafandosela alla velocità della luce.
Era nel bel mezzo della terza quando un uomo entrò nel chiosco e lo chiamò.
??: ciao Naruto come stai?
Il bimbo si voltò con ancora degli spaghetti che ciondolavano dalla bocca e guardò il suo interlocutore. Quando lo riconobbe ingoiò in fretta il boccone e gli fece un sorriso a 32 denti.
N: maestro Iruka! Che piacere vederla! Io sto bene, e lei?
I: Non mi posso lamentare ti va se ci uniamo a te?
N: CI? Maestro ora parla pure al plurale? Mica si sta deprimendo per essere ancora single?
I: DISGRAZIATO! NON SONO MICA RIDOTTO COSI’ MALE!! Comunque – aggiunse dopo essersi calmato – sono qui con una persona e se vuoi puoi farci amicizia.
In quel momento il tempo parve andare in pausa caffè per Naruto, da dietro Iruka si era fatta avanti una bambina dai capelli corvini e gli occhi bianchi. Sul volto aveva un timido sorriso che faceva sciogliere dentro Naruto.
N: “com’è carina … MA COSA VADO A PENSARE!!”
Chissà per quanto rimase imbambolato a fissarla con le bacchette a mezz’aria!
Iruka nel frattempo, accortosi del suo sguardo, fece un sorriso sornione.
I: “ma tu guarda sembra che la piccola Hinata abbia fatto colpo, proprio come sperava huhuhu…”
La piccola, infatti, era andata del maestro durante la ricreazione per pregarlo di presentarla a Naruto e lui commosso alla massima potenza accettò ben volentieri. Quando lei tutta contenta se ne era andata lui aveva fatto una mezza piroetta con tanto di lacrimoni alla Gai.
I: OH GIOIA!! finalmente qualcuno vuole diventare amico di Naruto!! Non vedo l’ora che lo sappia sarà al settimo cielo!!! Il mio ragazzo cresce BUUUAAAAAAAAAHHHH!
Il buon Iruka si era preso molto a cuore il caso dell’orfano biondo e lo considerava quasi come un figlio, poi rabbuiandosi si ricordò di un vecchio episodio.
FLASHBACK
Naruto era stato cacciato dai giardinetti da una vecchia che inveiva contro di lui dandogli del mostro ed Iruka lo aveva trovato in un vicolo a piangere rannicchiato in un angolo.
I: Naruto che fai lì da solo? E perché piangi?
Naruto alzò la testa e mostrò al jonin gli occhi pieni di lacrime e corse da lui abbracciandolo stretto.
N: Iruka - sensei perché, perché nessuno mi vuole bene? – chiese il biondino scosso dai singhiozzi.
Iruka vedendolo in quello stato non riuscì a guardarlo in faccia mentre rispondeva.
I: mi dispiace Naruto, non lo so.
I: “maledizione se solo tu sapessi, non sai quanto mi dispiace ragazzo mio.”
Con questi amari pensieri in testa lo abbracciò stretto per consolarlo.
FINE FLASHBACK
Il suo sguardo si incupì per un istante a questi pensieri, ma nessuno dei presenti lo notò occupati com’erano a guardarsi intensamente.
Fece accomodare Hinata accanto a Naruto e lui si mise dopo di lei cosicché il ragazzo avesse un motivo innocente per gettarle degli sguardi, perché ormai ad Iruka era chiaro cosa accadeva sotto una certa zazzera bionda.
I: Hinata ti presento Naruto Uzumaki, Naruto questa è Hinata Hyuuga, una mia allieva.
H: p - p - piacere d - di c - c - conoscerti, N - N - N - Naruto - san.
Iruka sospirò, sarebbe stata dura. Hinata era molto timida di suo figuriamoci davanti alla persona che le piaceva, sogghignò, avrebbe dovuto aiutarla un pochino.
Naruto al contrario fece un sorriso così grande da occupare più di metà faccia e arrossì solo un poco.
N: il piacere è tutto mio Hinata - chan, ma dammi del kun. Siamo coetanei dopotutto.
Lei arrossì di rimando annuendo leggermente sempre col sorriso sul volto.
Iruka offrì un giro di ramen a tutti e due con somma gioia di Naruto che riprese a mangiare con gusto (insomma si ingozzava come un porco nda), ma poi accadde il miracolo: il biondo gettò uno sguardo ad Hinata che mangiava piano e composta e decise di adeguarsi per non fare brutta figura.
Iruka a quella vista sbiancò.
I: “Naruto educato?!?! LA FINE è GIUNTA!!”
Ma ora il braccio del ragazzo si muoveva più lentamente e questo permise ad Iruka di notare le abrasioni sul braccio del biondo.
I: Naruto cos’hai fatto al braccio?
N: oh non si preoccupi è solo qualche graffio – rispose quello nascondendo velocemente il braccio alla vista.
I: di questo non mi preoccupo visto che guarisci sempre in fretta, mi riferisco piuttosto a come te li sei fatti.
Naruto abbassò lo sguardo per un istante.
N: sono caduto nel laghetto e mi sono graffiato con sassi.
Iruka sospirò, ora veniva la parte più dura.
I: accidentalmente?
Il biondo non rispose.
I: capito, ma se vuoi parlarne puoi contare su di me, ok?
L’Uzumaki sorrise di rimando: grazie tante Iruka - sensei.
Il jonin lo guardò con affetto: “un’altra rissa, povero ragazzo.”
Lì però accadde una cosa che lo rallegrò oltremodo.
H: N - N - Naruto - kun?
N: mmh? Si, che c’è Hinata?
H: E - E - Ecco i - io vorrei d - d - darti questo – e gli tese una scatolina – è - è - è un u - unguento g - g - guaritore, c - c - così s - starai m - meglio.
Lui la prese arrossendo
N: ti ringrazio tanto Hinata - chan, la userò con piacere – poi le indirizzo uno dei suoi sorrisi smaglianti provocando la fine definitiva di due neuroni nel cervello della bambina.
Nel complesso la cena proseguì tranquilla appena inframmezzata dagli sguardi sottecchi che i due bambini si lanciavano per poi arrossire.
Iruka li guardava, divertito dal loro imbarazzo, e decise di dar loro una mano.
I: ragazzi mi sa che devo scappare. Non preoccupatevi, lascio i soldi per pagare.
E prima che assimilassero l’informazione era uscito talmente in fretta che sembrava essersi teletrasportato, lasciando soli i due piccioncini.
I suddetti guardarono prima il sedile vuoto del maestro e poi lentamente si voltarono l’uno verso l’altra e realizzarono.
N+H: io solo/a con lei/lui?!?
Hinata batte i suoi record di arrossimento e cominciò a mandare fumo dalle orecchie.
N: Hinata - chan, che c’è ti senti male?
Detto questo le mise una mano in fronte per sentire se aveva la febbre e lei, tanto per cambiare, mandò il cervello in off e svenne.
N: Hinata - chan!! Ti prego rispondimi! Ho fatto qualcosa di male per caso?
Nel frattempo si era alzato e le aveva sollevato la testa mettendola sulle sue ginocchia.
N: rispondimi Hinata, ti prego.
Lei aprì un pochino gli occhi e vide davanti a sé una macchia sfocata che comprendeva molto giallo che la chiamava e si decise ad aprire meglio gli occhi. Quello che vide la finì completamente: Naruto chinato su di lei a pochi centimetri dal suo volto e con uno sguardo premuroso.
H: N - N - Na...
E svenne di nuovo.
N: peccato ero appena riuscito a svegliarla. Secondo me sta male sarà meglio riportarla a casa. “Quant’è carina però... No! non devo distrarmi ora.”
Chiese l’indirizzo al signor Teuchi e si avviò preferendo passare per vie laterali per evitare di fare incontri con le malelingue del villaggio.
Nonostante avesse allungato di molto il tragitto arrivò dopo poco a villa Hyuuga e rimase di sasso.
QUELLA CASA ERA ENORME!! ASPETTA, NON CASA MA REGGIA!!
Solo il portone era grande quanto il piccolo monolocale dove viveva lui!!
Dopo aver dato lunga occhiata all’entrata della “reggia Hyuuga” si voltò verso il piccolo angelo che teneva tra le braccia: era ancora incosciente, ma sulle labbra aveva un tenero sorrisino che le illuminava il volto.
Naruto la osservò incantato lasciando correre lo sguardo su quella piccola creatura accarezzandole i capelli lisci e morbidi come seta, si alzò una leggera brezza che portò alle narici del biondino un delicato odore di vaniglia.
Arrossì tremendamente e sentì il cuore accelerare i battiti.
N: “che bella sensazione!” – pensò mandando un sospiro che però svegliò la giovane Hinata.
H: cos’è successo? Oh no, sono svenuta ancora.
N: temo di si Hinata - chan, ma non preoccuparti ti ho riportata a casa.
Hinata non si era resa conto di avere Naruto di fronte e quando sentì la sua voce …
H: HYYYAAAAAAAAAHHHHHH!!
N: AAAAAAAHHHHHH!! – urlò lui spaventato a sua volta dal grido belluino della bambina.
Poi Hinata si accorse di essere tra le sue braccia come una sposa e il volto dell’Uzumaki era molto più vicino di quando le aveva toccato la fronte e sarebbe svenuta ancora se non fosse stato per la buffissima espressione spaventata del biondo che la fece scoppiare a ridere.
Naruto la ascoltò meravigliato. La risata di Hinata era così cristallina e piacevole, sarebbe rimasto ore ad ascoltarla…
Naruto tirò fuori un sorriso abbagliante.
N: lo sai che hai una risata bellissima Hinata - chan?
Hinata arrossì al complimento e prima che potesse fermarsi esclamò:
– mai quanto il tuo sorriso Naruto - kun.
N: cosa?
H: nulla! Nulla di che!
N: la tua voce è incantevole quando non balbetti sai?
Con questa ultima uscita Hinata cadde in “trance - mistica - da - troppi - complimenti” e si irrigidì esibendo un piccolo tic all’occhio sinistro.
N: Hinata tutto ok?
H: t - t - t - tut - t - to a - a - a - a p - p - p - p - postis - s - simo – disse ridendo nervosamente.
Hinata ormai non capiva più nulla. Naruto le era sempre piaciuto e non perdeva occasione per spiarlo quando si allenava, vederlo così deciso a guadagnarsi il rispetto degli altri nonostante l’odio cui era soggetto la caricava di nuova determinazione per dimostrare a suo padre che era all’altezza delle sue aspettative.
H: “Naruto - kun quanto vorrei esprimere quello che mi porto dentro, tutti i miei sentimenti per te…”
L’Uzumaki nel frattempo la rimise a terra, non senza riluttanza.
N: allora ti saluto Hinata - chan.
H: v - va bene N - naruto - kun.
N: Eh no! Così non va bene Hinata - chan.
H: come scusa? – ribatté lei confusa
N: devi promettermi che d’ora in avanti non balbetterai più di fronte a me, ok?
Il sorriso di Hinata si allargò e poi annuì.
N: spero di rivederti domani Hinata - chan – le disse sussurrando e, inavvertitamente, le schioccò un tenero bacino sulla guancia.
Hinata rimase di sasso e divenne viola. Non reagì quando lui le sorrise e se ne andò con un’aria un po’ ebete.
Lei rimase ancora un po’ con lo sguardo fisso e si ricordò di respirare solo quando i polmoni cominciarono a bruciarle.
H: “oh mio Dio è stato bellissimo… il mio primo bacio da Naruto - kun, mi sembra di sognare”
E con ancora la testa fra le nuvole per la felicità varcò il portone della residenza Hyuuga.
Nel frattempo il nostro biondino preferito camminava verso casa ed il suo viso era ad immagine e somiglianza dell’euforia.
N: “credo di essermi preso una bella cotta! Non vedo l’ora di rincontrarla.”
E con mille pensieri felici entrò in casa, si distese sul letto e si abbandonò ad un dolce sonno, principalmente popolato da sogni con protagonisti certi occhi bianchi.
Qualcuno però aveva altri programmi per lui.
Fuori, infatti, nascosto fra i rami di un albero, una figura spiava la finestra della camera di Naruto.
??: E’ giunta l’ora che la Volpe abbia ciò che si merita. Muahahahah!