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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: CAPODANNO È LA FESTA DEI PAZZI.
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Autore: hachiko95 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/01/2009 13:15:19 (ultimo inserimento: 19/03/09)

un Magico capodanno per Nami e Rufy... Buon Anno
 
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CAPODANNO È LA FESTA DEI PAZZI.
- Capitolo 1° -

speravo di pubblicarla il 31 dicembre, ma non è stato possibile.
Spero vi piaccia questa storia su capodanno che vede protagonisti Rufy e Nami.

_________________________________________________



Capodanno è la festa dei pazzi.


[Nami]

Ho sonno. Sono le sei del mattino, ma non un mattino qualunque. È la mattina di capodanno. Una festa piena di gioia e allegra, dove i festeggiamenti durano fino al mattino seguente. In alcuni libri ho letto che per capodanno si deve festeggiare, essere allegri per cominciare bene l’anno.
Lo facevo anche io quando ero piccola; mi ricordo che tutto il villaggio festeggiava allegro fino a quando Arlong non prese possesso dell’isola, e di me. Da all’ora in poi, ogni capodanno che passai, non fui più felice o piena di gioia, al contrario, ero sola, rinchiusa in una stanza fredda e buia, se mi andava bene: a disegnare.
Riguardo la sveglia, noto con stupore che sono le sette. Mi sono lasciata trasportare dai ricordi. Non è un buon modo per cominciare la giornata.
Decido di alzarmi, sento dei rumori in cucina. Sarà sicuro Sanji, penso. Mi preparo e dopo circa quindici minuti mi ritrovo in cucina con una sola persona: il mio capitano.
Mi guarda serio, poi per alleviare la lieve tensione se ne esce con uno dei suoi sorrisi contagiosi. Meraviglioso. Rispondo anche io con un sorriso sincero, non capisco come mi sia uscito. È il suo potere, quello più grande: dare gioia e felicità alla gente.
- Buongiorno Navigatrice.- dice contento come una pasqua.
- Buongiorno Rufy, come mai in piedi a quest’ora? – chiedo guardando tutta la cucina in disordine – non è che ti vuoi finire tutte le provviste? – chiedo un po’ arrabbiata.
- No, tranquilla. È capodanno, pensavo di farvi una sorpresa preparando la colazione – risponde guardando quella che dovrebbe essere un’omelette, il suo sorriso scompare facendo scomparire anche il mio, è strano, non è da lui.
- Tutto ok capitano? - nel mio tono traspare un po’ di preoccupazione.
- No - risponde triste.
Non mi va di vedere il mio capitano così triste. Non è da lui. Lui non è mai triste, non conosce
questo vocabolo. Di solito è sprizzante di gioia
- vuoi che ti dia una mano in cucina? - chiedo. Voglio aiutarlo.
Il suo sorriso ricompare - Si, grazie Nami. - mi sento meglio, il mio amico ha ritrovato il suo sorriso.
Stiamo cucinando da un po’, abbiamo preparato tante cose buone, ma prima abbiamo combinato di tutto, uova per terra, latte rovesciato, impasti non commestibili. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Ci sediamo. Ora regna un silenzio imbarazzante che non riesco a sopportare.
- resteremo su quest’isola un paio di giorni. - me ne esco con un discorso qualunque.
- passeremo qui il capodanno?! - mi chiede contento con la sua solita espressione ingenua.
- si… - La sua allegria questa volta non mi raggiunta. Penso che capodanno sia una festa inutile. Un occasione in più per festeggiare e spendere soldi.
- su con la vita Nami! Dobbiamo concludere bene l’anno! - cerca di incoraggiarmi il ragazzino dal cappello di paglia. Mi sorride. Rimango paralizzata davanti a tutta quella sincerità.
Per mia fortuna arrivano anche gli altri in cucina attirati dal profumo dell’abbondante colazione. Sanji rimane colpito, non se lo spettava, così come gli altri che ci guardano con dei punti interrogativi al posto degli occhi.
- Navigatrice, quante cose buone da mangiare che hai preparato - dice la mia migliore amica Robin sedendosi al tavolo accompagnata dal suo inseparabile libro.
- Non.. non si deve pagare, vero? - mi chiede lo spadaccino insicuro.
Nel mio volto compare un sorriso malizioso.
- tu si, gli altri no. - lui rimane di sasso.
Dopo pochi secondi, non riesco a trattenermi, la sua faccia è troppo buffa, sento aggiungersi le risate degli altri, ma non del mio capitano. Mentre tutti ridono vedo che lui ha la faccia un po’ arrabbiata. Che gli prende? Mi chiedo. Vado a sedermi accanto a lui mentre gli altri continuano a prendere in giro Zoro.
- qualcosa non va? - chiedo sottovoce per non interrompere le risate dei miei compagni.
- non proprio - mi risponde Rufy sempre un po’ arrabbiato, sta cercando di nascondermela. Ma non capisco perché. Il mio sguardo assume una strana espressione, tanto da spingere Rufy a darmi delle spiegazioni. - Tutti danno il merito a te, ma non ci fa nulla, in effetti hai preparato tu…-
Rimango colpita.
- No Rufy, hai detto una cosa sbagliata. - dico seria. - L’abbiamo preparata insieme. E anche a te va un po di merito. -
Tutti hanno finito di ridere e si rivolgono di nuovo a me.
- Nami, grazie! Sarà tutto buonissimo! - mi loda Usopp.
Guardo Rufy. Poi rispondo al mio amico.
- Non è tutto merito mio, anche Rufy ha preparato da mangiare. - Tutti rimangono colpiti dalla mia affermazione, che ho detto di male? Mi guardano come fossi un alieno.
- davvero? Grazie anche a te Rufy! Sarà tutto buonissimo- dice la piccola alce che riesce a far ritornare a Rufy il sorriso.
- Sorella, fratello! Che bella sorpresa! Non vedo l’ora di assaggiare qualcosa di buono da questa tavola.- dice contento Franky, l’ultimo arrivato, ma non sembra proprio, già si è adeguato al nostro stile di vita, anche se a volte riusciamo a sorprenderlo, specialmente Rufy con la sua ignoranza e semplicità.
- Nami cara! Non dovevi disturbarti! Che bel pensiero!! - dice Sanji con occhi a cuoricino, ma a capodanno si è tutti un po’ più strani, e questo vale anche per lui, che si lancia verso di me per baciarmi, chiudo gli occhi e mi paro le mani davanti al viso per istinto aspettando che mi arrivi a dosso con la carica di un rinoceronte. Ma non succede nulla, non lo sento sopra di me. Apro un occhi per capire che cosa è successo. È stato fermato dal braccio di Rufy che era intento a stiracchiarsi. Tiro un sospiro di sollievo, ma qualcosa non va. Che l’abbia fatto a apposta per proteggermi? È un idea stupida, m ripeto, ma per tutto il periodo della colazione non posso fare a meno di pensarci. Lo guardo più volte, è sempre lo stesso. Mangia con foga, scherza ride, ma soprattutto ha il sorriso di un bambino stampato in faccia.
Finita la colazione esco fuori dalla cucina. Il ponte è ricoperto da un manto bianco di candida neve caduta da poco, sospiro apposta formando una nuvoletta di fronte alla mia faccia. La neve è bella, non è facile da trovare, l’ultima volta che l’ho vista non ho potuto godermela, ero malata. Già, all’isola di Drum. Ma ora sono sana come un pesce e non voglio perdermela. Chopper, Usopp e Franky già ci giocano, sembrano divertirsi molto. Zoro come al solito è a poppa che si allena. E io che posso fare?
Decido. Mi dirigo verso il campo di mandarini. Sentendo il loro odore aspro mi rilasso. Mi seggo sotto un degli alberi. Guardo il cielo. È ricoperto da un enorme nuvola bianca. - dovrebbe nevicare tra un po’ - dico tra me e me.


[Rufy]


Caspita che noia. Non solo ho preparato la colazione, ma ora mi tocca anche lavare i piatti con Sanji. Guardo fuori dalla finestra, guardo invidioso Chopper, Usopp e Franky che giocano con la neve. La neve! Da quanto tempo che non la vedevo. Da quando abbiamo lasciato l’isola di Drum.
All’ora Nami era malata. Mi ricordo tutto perfettamente. Quando durante la scalata ho pensato di arrendermi, però poi ho ripensato che non avrei più potuto rivedere un suo sorriso, mi hai dato la forza per continuare a combattere, grazie.
- Rufy, ma ti sei imbambolato? - mi chiede Sanji accendendosi una sigaretta. - sembri assente. -
Mi passa un piatto da asciugare che per poco non si rompe. Devo ringraziare Robin e il suo potere derivante dai frutti del mare. Se non fosse stato per lei si sarebbe rotto di sicuro e chissà come mi avrebbe sgridato Sanji. - grazie Robin - dico tirando un sospiro di sollievo. Si avvicina a me e prende il mio posto - vai a divertirti capitano. - dice sorridendomi. Io non me lo faccio ripetere due volte e sto per varcare la porta del divertimento, ma sanji mi blocca prima che io possa partire per andare a giocare. - Rufy, ti sembra giusto lasciare il tuo lavoro a Robin? - mi chiede minaccioso buttando la sigaretta per terra e calpestandola con forza per spegnerla. Privo di entusiasmo torno indietro per riprendere il posto di asciuga piatti, ma Robin mi ferma. - per me non c’è problema - poi si rivolge verso Sanji. - Dai, lascialo andare. -
Sanji obbedisce come un cagnolino se si parla di ragazze non capisce più nulla, è disposto a fare qualsiasi cosa per loro.
Finisco di pensare a Sanji e mi dirigo velocemente fuori dalla porta, la apro, esco fuori. Ma sanji mi richiama prima che io possa essere fuori, non lo ascolto.
- Rufy! Mettiti il… cappotto. -
Rientro di corsa dentro, fuori fa troppo freddo per restare con una maglia senza maniche e dei bermuda jeans.
- che freddo! Che freddo! - continuo a ripetere.
- stupido, vestiti più pesante! - mi rimprovera.
- vado - mi dirigo in camera, indosso una felpa grigia e un paio di jeans neri lunghi, prendo il cappotto e corro fuori. Vado a poppa e trovo Zoro a torso nudo che si allena. Un brivido di freddo percorre il mio corpo. Ma come fa? Mi chiedo stupito. Mi guarda e interrompe gli allenamenti.
- ti sei perso? Guarda che la cucina non è qui.- mi dice in tono sarcastico, ma io non ci faccio caso e me ne vado dicendo delle parole strane che nemmeno io pensavo - no, non cercavo la cucina… ma una persona… ciao.
Mi ritrovo a pensare a un membro della mia ciurma, quello che cercavo.
Mi sono sembrate un po’ strane le sue reazioni di oggi. Mi è parso che il capodanno non le piaccia molto, chissà perché. Di solito le piace festeggiare.
Appena mi sveglio dai miei pensieri mi accordo che sta nevicando, ma non solo. Mi trovo in mezzo al verde e l’arancio dell’agrumeto di Nami e lei è qui che dorme tranquilla a pochi passi da me. Non ha il cappotto e in volto è rossa, sentirà freddo, penso. Mi tolgo il mio e lo adagio su di lei, scendo di nuovo in camera mia e prendo una bella coperta calda e ritorno da lei, mi riprendo il cappotto e mi seggo accanto a lei che si poggia sulla mia spalla. Copro i nostri corpi così vicini con una coperta. Sta ancora nevicando. Mi accorgo che alcuni fiocchi di neve si sono posati fra i suoi morbidi capelli, è perfetta, sembra un angelo quando dorme, soprattutto ora; vorrei osservarla ancora un po’, perciò le tolgo la neve dai capelli e le poso il mio cappello di paglia in testa.
È da un po’ che uno strano calore mi avvolge, è una splendida sensazione ma voglio condividerla con lei, non voglio tenerla per me, sarebbe sprecata. Piano piano mi addormento cingendole le spalle per fare sentire anche a lei questo dolce calore che proviene da dentro me…


[Nami]


Che strano, mi sono addormentata, ma che…? Rufy? Che ci fai qui accanto a me? Dormi.. quanto sei buffo, ma sei speciale anche per questo. Che bel calore, quasi quasi resto qui ancora un po’.
Ma guardati, hai la neve in testa, deve aver nevicato, io lo dicevo. Ma se nevicava quando si è addormentato perché non si è messo il cappello, ora che ci penso, dov’è il suo…?
Mi tasto la testa e lo sento, il suo cappello, quanto è stato gentile. Mi avvicino a lui e gli do un bacio in guancia. Mi tolgo il cappello e gli tolgo la fredda neve dalla testa, rimetto il cappello al suo posto e mi alzo. Gli ultimi fiocchi di neve scendono ancora, ma il freddo non mi raggiunge.
È da un po’ che mi sono svegliata, Rufy è sempre qui che continua a dormire, io invece curo i miei mandarini. Mi rigiro verso di lui e noto che sta allungando la mano per prendere un mandarino. Un po’ arrabbiata gli colpisco la mano come segno di avvertimento che non li deve toccare.
- Uffa, io ho fame - si lamenta.
- Vai da Sanji. - Gli rispondo concentrata nel curare i mandarini.
- Sono sicuro che non mi preparerebbe niente. - continua a lagnarsi.
- e perché? - chiedo disinteressata.
- sta preparando il cenone di questa sera. - mi spiega pensando a come mangerà.
- il cenone? - chiedo perplessa in un attimo.
- certo. È capodanno. - mi risponde tutto contento.
- ah, già, vero. - dico riflettendo.
- Nami…- dice riprendendo a lagnarsi.
- che vuoi Rufy? - dico seccata.
- ho fameee…- dice guardandomi con un espressione con cui non riesco a controbattere. Scoppio a ridere e prendo un mandarino e glielo porgo. Lui lo accetta sorpreso, il suo sorriso ricompare e comincia a mangiare. Però non lo mangia con la sua solita foga.
Mi seggo accanto a lui.
- ne vuoi un po’? - dice porgendomi un paio di spicchi.
- si, grazie - rispondo accettando l’offerta.
Ci mettiamo insieme a mangiare i mandarini, alla fine uno ha tirato l’altro. Ora siamo al decimo mandarino. Io sono piena, ma lui di sicuro no.
- io sono piena, tu? - chiedo conoscendo già la risposta.
- anche io. Erano davvero buoni! - dice mettendosi una mano sulla pancia.
- non ci credo - annuncio davvero stupita.
- ihih -


Sono le sei di pomeriggio, stranamente il mio umore non è migliorato. Continuo ad essere un po’ seccata, continuo a non sopportare questa festa. Ma se non la sopporto così tanto c’è un motivo, l’ho capito. È colpa del mio passato, un passato d’inferno. Arrivo in cucina e cerco Robin pensando sia lì a leggere un libro, a non c’è chiedo a Sanji che sta preparando la cena.
- sanji, sai per caso dove si trova Robin? - chiedo guardando tutte le cose che ha già preparato.
- amorino miooo!! - mi risponde concentrato sul cibo.
Capisco che non mi sta ascoltando, esco fuori e vedo che Rufy sta venendo verso di me, non so perché mi giro dalla parte opposta. Lui, come sapevo già, viene dietro di me.
- Hei Nami! - dice trillante.
- Rufy..! - dico fingendo di essere contenta, anche se lo sono, non riesco più a capire che mi succede quando sono con lui, scombussola tutto involontariamente.
- Che fai? - mi chiede.
- Cercavo Robin.. - dico cercandola sul ponte.
- perché? - chiede sempre curioso.
- Volevo uscire. Non mi va di andare da sola. - rispondo senza dargli conto.
- Vengo io con te. - risponde.
- tu? -
- si, io - riconferma.
- ok, andiamo -
Ecco, l’ha fatto di nuovo, ha sconvolto i miei piani di nuovo, penso.
Scendiamo dalla nave e cominciamo a girare per la città. Entriamo in diversi negozi e lui non dice niente, che strano, però è meglio così, mi sto divertendo molto.
- Rufy, questo come ti sembra? - chiedo mostrandomi con un vestito rosso con delle sfumature nere che mi arriva al ginocchio.
Lui rimane stupito, non riesce a dire niente, capisco dal suo sguardo che gli piace, perciò ho deciso lo compro. Prima di pagare noto che Rufy guarda con interesse una camicia semplice. Mi avvicino a lui di soppiatto e gli sbuco fuori alle spalle.
- ti piace? -
Lui salta in aria. Guarda la camicia e poi mi risponde - emm… si un po’. Ma non ho i soldi per comprarla. -
- non ci fa niente, portala alla cassa, insieme a questo. - dico mettendogli in mano un cravattino nero.
Ci ritiriamo che sono quasi le otto. Appena arrivati sulla nave tutti ci rimproverano per il ritardo. Scappiamo ognuno nella propria camera a prepararci, io mi metto il vestito rosso che ho comprato, Robin mi raggiunge.
- bello - dice guardando il vestito.
- eh? Ah, si grazie. - dico distratta.
- sei pronta? - chiede scrutandomi.
- si. Tu che ne pensi? - dico chiedendo il suo parere.
- sei perfetta. Questa sera farai colpo. Ma devi essere sincera almeno con te stessa. - dice lasciandomi in camera da sola a riflettere sulle sue parole.
Rimango perplessa, però ha ragione, solo ora ho capito il comportamento di Rufy che ha assunto oggi. È veramente un grande amico, e devo dirgli che cosa ho.
Salgo in cucina, è tutto pronto, tutti aspettavano me, entro in un gran silenzio. Tutti mi osservano come se non avessero mai visto una donna. Cerco lo sguardo di Robin, ma ne trovo un altro; quello del capitano che mi accoglie. Non è vestito come al solito con la sua maglia rossa e i bermuda jeans corti, indossa un semplicissimo jeans con la camicia e il cravattino che oggi avevamo comprato. Il nodo del cravattino e fatto male, mi avvicino a lui sempre nel silenzio di tutti.
- Buon anno Nami -
- Buon anno Rufy - Gli dico facendogli il nodo al cravattino, mi accompagna al posto e cominciamo a ridere, a scherzare e a mangiare.
La serata passa abbastanza velocemente come il cibo sul tavolo alla bocca di Rufy.


Mancano dieci minuti alla mezzanotte, dico a Rufy di farsi trovare nel mio campo di mandarini.
Io sono già qui e lo aspetto un po’ impaziente, penso al discorso da fare, ma le parole non vogliono formarsi. Sento dei passi. Lo vedo arrivare.
- Perché mi hai chiamato? - mi chiede guardandosi in torno.
- Così. - rispondo semplicemente guardando la luna al centro del cielo.
- Tra poco è capodanno. Andiamo a festeggiare. - mi dice, ma questa volta marca con un po’ più forza la parola “Capodanno”.
- No aspetta, ti volevo dire perché non mi piace il capodanno. - Lui si volta subito verso di me.
- a me non piace il capodanno perché negli otto anni vissuti con Arlong lo vivevo in un modo che non voglio nemmeno pensare. Si dice che per capodanno si deve essere felici, si deve festeggiare. Ma i ragazzi intendono questo festeggiare come un usare le ragazze, ed è una cosa che non sopporto. Capodanno è la festa dei pazzi! - urlo quasi.
Mi girò, ho gli occhi lucidi, sto cercando di trattenere le lacrime, e a quanto pare, per ora ci riesco.
Silenzio.
- ti sei fatta una tua idea, ma non è per tutti così, non è detto che tutti i ragazzi provino a portarsi a letto delle ragazze per divertirsi l’ultimo dell’anno. Per me non è così. Però hai ragione su una cosa… - Dice con un tono di voce serio che mi fa quasi spaventare perché non l’ho mai sentito.
Comincia a nevicare, mi giro verso di lui e noto il suo sguardo serio.
- capodanno è la festa dei pazzi. E io da pazzo… -
Non finì la frase che le nostre labbra si unirono dolcemente. Ci fu lo stesso calore di qualche ora prima quando dormivamo insieme, il calore dei nostri cuori che ora battevano lo stesso ritmo. Non volevo che il bacio finisse, volevo durasse in eterno, ma non fu così come in una fiaba.
- …e io da pazzo ti confesso il mio amore - lo disse in un sussurro, come se non volesse farsi sentire. Ma alle mie orecchie arrivò come un urlo.
- Rufy… chi ha mai detto che io non sia pazza? - lui restò perplesso, ma appena le nostre labbra si unirono di nuovo tutto gli divenne chiaro in testa
.
Ci staccammo non appena sentimmo le voci dei nostri compagni che stavano cominciando il conto alla rovescia.
Mi prese per mano e di corsa entrammo in cucina per unirci al coro che diceva- 5! 4! 3! 2! 1!-
Stappammo insieme lo champagne, e il suo tappo andò a finire in testa al povero Zoro. Sentimmo diversi botti, Uscimmo e andammo tutti sul ponte ad osservare i magnifici giochi di fuoco creati da Usopp e Franky.
La neve cominciò a scendere lentamente ed a posarsi su me e Rufy che continuavamo a baciarci nel mio campo di mandarini.
- Buon Anno Nami - mi dice dolcemente.
- Buon Anno Rufy - rispondo.
Ci dirigiamo verso il ponte dove tutti hanno già cominciato a giocare con la candida neve…

I prossimi anni sarebbero trascorsi felici, perché accanto a me avevo un compagno con cui dividere tutto: sofferenze, speranze, gioie, ma soprattutto il mio amore.

Capodanno è la festa dei pazzi…

 
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VOTO: (3 voti, 5 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 5 commenti
hachiko95 19/03/09 19:44
oddiooooooooooo
scusate!!!! doveva essere una one shot!! il secondo capitolo era di un altra fic!!! scusate!!!!!!!!!
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cioccolatino00 19/03/09 18:37
ma questa non era su rufy e nami?
io li preferisco
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dubhe93 - Voto: 19/03/09 16:32
nono io dicevo sul serio!!!! enn mi offendo se ci dai i numeri xò devi continuare ad aggiornare
!!!!
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kuromi94 - Voto: 05/01/09 19:09
Questa ff è davvero bellissima!!!!! Sei un mito!!!!! scrivi davvero bene e le tue storie sono stupende!!!!! Hai mai pensato di scrivere un libro? Secondo me sarebbe un successo!!!!! Mi raccomando continua così!!!!!
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dubhe93 - Voto: 04/01/09 15:51
bella mi piace!!! ma preferisco zoro e nami=P.....cmq scritta bene cm al solito!!!
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