torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: TRA LE MIE BRACCIA
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Autore: giugg galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/12/2008 21:43:17

altra parte...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
ALLA STAZIONE
- Capitolo 1° -

Era alla stazione, in piedi, con le valigie di fianco a lei, decisa a partire per non soffrire più. Voleva scacciare tutti i pensieri, non pensarlo più, non fare più progetti su come sarebbe stato il loro futuro. Pensava che l’amore è come l’eco, dà quando riceve. Lei lo dava ,l’amore, e anche tanto, ma aveva paura di dirgli che negli ultimi mesi si era così tanto affezionata a lui da provare per lui molto più di un’amicizia. Si guardava attorno, per vedere la gente che passava per distrarsi, ed ecco che da lontano vide Giorgio. Camminava diretto a lei. Quel giorno aveva un cappellino in testa. Portava una giacca in jeans corta e un lupetto nero sotto. I pantaloni Luna aveva cercato di dimenticarli per l’orrendo colore. Ma più si avvicinava più la sua attenzione era concentrata ai suoi occhi, azzurri e brillanti come non mai, profondi come gli abissi dell’oceano che nascondono qualcosa di misterioso e affascinante. L’aria un po’ impacciata che aveva di solito quando era in pubblico non la vedeva, ma camminava con sicurezza. E più si avvicinava più il suo cuore batteva forte. Gli occhi le cominciavano ad arrossire, a prudere, a bruciare. La “vocetta automatica” annunciò l’arrivo del treno. La giovane tolse lo sguardo da lui e prese le valigie una per mano. Lui cominciò a correre, forse per paura di perderla, e si fermò davanti a lei con respiro affannoso. Le passò una mano tra i capelli sfiorandole delicatamente la guancia e l’orecchio. I pugni che tenevano strette le valigie si aprirono facendole cadere a terra.
Alla stazione, uno di fronte all’altra, silenziosi come non mai. Sospiravano. Un sussegui mento di sospiri leggeri e fiochi. Si guardavano intorno, ma non vedevano la gente che passava, erano troppo appannati dai pensieri per vedere. Poi ad un tratto lui si abbassò quasi scivolando. Anche lei si sentì cadere ma era immobile, non tremava neppure ma sentiva il cuore rimbombare dappertutto, dalle gambe alla gola. Nella testa le passavano molte idee, di tutto e di più, collegamenti che non avevano né capo né coda. Lui stava ancora scendendo, attimi infiniti. Si avvicinò a lei e con le labbra le sfiorò la fronte, il naso e infine le labbra. Si incontrarono. Il paradiso. Ora sapeva cosa significava. Entrambi avevano gli occhi chiusi, come per assaporare quel momento desiderato e temuto da così tanto tempo. Lei si sentì alleggerire, ma gli occhi non riuscivano ad aprirsi, si appesantivano, sempre più…più…Erano colmi di felicità e sollievo in contrapposizione alla rabbia che ancora provava verso lui, verso il mondo. Troppi sentimenti per una ragazza fragile come lei. Troppi. Scese una lacrima dai suoi occhi, veloce, si fermò sulla guancia e prima ancora che potesse riprendere a scendere, lui spostò le labbra verso di essa. La baciò prosciugandola. Ora lui aveva una parte di lei, i sentimenti che lei provava erano racchiusi in una lacrima che ormai aveva fatto uscire dal suo cuore mostrando le sue emozioni.
Marco le passò il suo braccio dietro la schiena e la spinse leggermente in avanti per farla camminare. Lei doveva prendere il treno, glielo doveva dire, ma non aveva la voce per dirglielo, era rimasta senza parole. E poi ora non voleva partire senza di lui. Gli tese la mano, lui l’afferrò e cominciò a camminare con un passo molto più veloce, quasi correva. Lei gli stava dietro e sentiva l’ aria che le sfiorava il viso. Aveva cominciato a correre anche lei per stargli dietro, sempre per mano, attenta a non sbattere contro alle persone che le passavano di fianco. Quando lui si fermò davanti a un McDonald. “che facciamo qui? Non mi va di mangiare…vomiterei…” pensò lei ma ovviamente stette zitta. Entrarono. Lui però non andò dietro alla lunga fila di gente che aspettava di ordinare ma verso sinistra, verso “no!! Perché in bagno!!!”. Aprì la porta della toilette delle donne ed entrarono. Lei lo guardò spaventata e sorpresa. Non capiva. La fece sedere sul water e lui si accucciò di fronte a lei, tenendogli strette le mani. Chiuse gli occhi un secondo e la sua voce si aprì in una canzone…
So lately, been wondering
Who will be there to take my place
When I'm gone you'll need love
To light the shadows on your face
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then between the sand and stone
Could you make it on your own
If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go
And maybe, I'll find out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you
Through the darkest of your days
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then I hope there's someone out there
Who can bring me back to you
If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go.

La sua voce era quasi un sussurro perché non si notasse troppo quello che stava accadendo da fuori. Anche se chi li aveva visti entrare entrambi in un bagno per donne un po’ stranito era rimasto.
All’inizio della canzone lei abbassò la testa con gli occhi chiusi ascoltando la meravigliosa voce dello splendido ragazzo che aveva di fronte. Poi a poco a poco che la melodia continuava gli occhi diventarono un’altra volta pesanti e si inzupparono di lacrime. Ne scese una, poi un’altra, lasciandole sui jeans piccole macchioline d’acqua. Lui se ne accorse ma sapeva che non era perché le dispiaceva quello che stava accadendo, era perché aveva sempre sperato in una cosa per lei ormai impossibile. E lui sapeva bene come farla felice. Aspettava solo il momento giusto, e questo era perfetto. Quando le ultime parole del componimento uscirono dalla sua bocca, lui le lasciò le mani e delicatamente con le sue dita le alzò il mento e così pure la testa in modo che gli occhi si potessero incrociare. Lui era imbarazzato ma si era fatto più sicuro mentre il viso di lei era rigato da lacrime. Silenzio. Lei avrebbe voluto ringraziarlo ma non riusciva. Gli rivolse solo un sorriso che probabilmente per lui valeva anche di più. Lui le passò le dita sotto gli occhi, asciugandoli, e lei non potè far altro che abbracciarlo. Si alzò e si buttò addosso a lui. Le braccia al collo di lui riuscì a farlo arrossire ancora di più ma lo fece ridere enormemente di gusto. Erano felici.
-ora sai che facciamo? Torniamo in stazione e prendiamo il prossimo treno e andiamo da Anna e Andrea…così facciamo una vacanza pure noi…- La ragazza annuì.
-e poi Anna ti aspetta… falle sapere che arrivi un po’ in ritardo però…- Lei annuì di nuovo. Le parole si erano bloccate tra i polmoni e la gola. Si ripresero per mano e uscirono cercando di essere più disinvolti possibile ma non ci riuscirono gran che. Dopo 48 minuti quando arrivò il secondo treno salirono, si sedettero uno di fianco all’altro. Luna per molto tempo continuò a guardare fuori dal finestrino, in silenzio. Marco dopo un po’ le appoggiò la sua mano sul suo ginocchio, pulsava, era evidentemente agitata. Voleva dirgli qualcosa ma non riusciva. Riprese a parlare lui.
-dici che c’è un posto anche per me?- sorridendo e voltandosi verso di lei.
-si…- rispose lei fiatando.
-bene…non ti dispiace vero quello che è successo?-
Lei lo guardò. I suoi occhi blu risplendevano preoccupati e dolci e le diedero la forza per parlare.
-no… se sapevo che cantavi così credimi che mi sarei svegliata prima …-
Lui si schiarì e per l’ennesima volta arrossì. –he…beh grazie…speriamo non ci abbia notato nessuno prima…-
-già…-
ricominciò il lungo silenzio che li portò a destinazione.
 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: