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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: One Piece
Titolo Fanfic: OLD ROGER
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: saja galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/06/2003 21:48:00 (ultimo inserimento: 24/08/03)

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IL CAPITANO REED
- Capitolo 1° -

Premessa.
Ciao a tutti ^^.
Allora due paroline prima di iniziare…
Parto dal fatto che questa fanfic è una fusione tra la revisione più matura della mia “Innamorarsi una seconda volta” e un’altra fanfic, sempre di mia invenzione. Qui Nami e Zoro non stanno insieme (o meglio non ancora… ^-^).
Seconda cosa: la fanfic inizia dopo che Rufy ha distrutto Arlong ad Arlong Park e quindi Sanji è già entrato, a pieno merito, nella ciurma di Rufy.
Terza e ultima cosa. Volevo ringraziare (più che un dovere è un piacere) tutte le persone che mi hanno seguito fin qui. Grazie, grazie di cuore.
Un grazie di cuore va specialmente a due persone che sono diventate diciamo… un po’ le mie maestre! Parlo di Axia e Shaina.
La prima, con “Verso il Re” mi ha saputo “passare” (posso dire così?) cose meravigliose.
La seconda, bè di lei cosa volete che vi dica? Niente =____=.
Scherzo gemellina! Di lei in casa ho ormai statue, santini, poster… (e chi più ne ha più ne metta) lei ha sempre creduto in me e quando mi sono messa a tavolino a scrivere questa fanfic ha accettato buona buona (che amore!!! ^^), sms e messaggi al fermo-posta… (un’altra mi avrebbe ucciso sai?!).
Cmq stavo dicendo, lei è la mia suprema maestra in quanto (non credo ci sia nessuno che non l’abbia ancora letto) ha scritto “Piece Main” che d’altronde è una fanfic stupenda! Sembra proprio Oda a scriverla! Ma quella fanfic viene tutta da lei (l’ho sempre detto: Sei un Mito!) e più volte me lo ha dimostrato, come mi ha dimostrato il GRANDE cuore che ha.
Grazie per darmi sempre delle dritte sui personaggi e di credere come me che un giorno (non lontano) Nami e Zoro… ^^.
Ed ora eccovi la mia nuova fanfic!!!!



Usop era di vedetta, seduto sulla coffa dell’albero maestro.
Ad un tratto si tolse il binocolo dagli occhi, corrucciò la fronte e le sopracciglia poi, stretto con fermezza il binocolo, tornò a guardare meglio la piccola scia di terra in mezzo al mare.
Anche il capitano pareva essersene accorto. Seduto, a gambe incrociate sulla polena, aveva stretto gli occhi facendoli diventare due fessure, sperando così, di mettere meglio a fuoco l’immagine.
“Terra! Terra!” iniziò ad urlare il cannoniere e subito tutta la ciurma si mosse, specialmente Sanji e Nami che in un lampo avevano lasciato, lui, i fornelli, lei, le sue carte nautiche ed erano corsi sul ponte.
Zoro, invece, si era limitato ad abbandonare i suoi allenamenti e ora, vicino alla pianta di mandarini di Nami, guardava la gran distesa blu divisa dal cielo solo da quella piccola isola.
“Queen Island” disse Nami alla quale stavano già iniziando a brillare gli occhi.
“Finalmente!” intervenne Sanji fin troppo felice.
“L’isola delle donne!”.

Sigaretta in bocca, sorriso a 360 denti, occhi cuoriformi e faccia da beota, Sanji correva di qua e di là cantando ad ogni donna che incontrava per strada la sua bellezza.
Erano solo cinque minuti che erano sbarcati a Queen Island e il biondo aveva già adocchiato non una, non due, ma bensì un esercito di donne. Un isola di sole donne: il paradiso di Sanji non c’era che dire.
“Ma chi ha avuto la brillante idea di venire…” Zoro non finì la frase, le occhiate dei suoi tre amici tutte dirette al cuoco parlavano per loro.
“E tu non lo hai fermato?” chiese rivolto alla rossa.
L’altra alzò le spalle. “Che ci potevo fare, scusa. Era l’isola più vicina e noi avevamo bisogno di provviste, senza contare che, se in giro ci sono solo donne l’isola straboccherà di negozi d’abbigliamento!” sorrise con il sorriso di chi, è convinto di comprare di tutto di più a poco prezzo.
L’altro sospirò alzando gli occhi al cielo.
“Sapevo che c’era qualcosa sotto… non ti smentisci mai vero?”.
La cartografa lo fissò divertita.
“Perché dovrei e comunque quello che mi preoccupa sei tu, mio caro…”.
“Uhm?” Rolonoa alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto.
“Intendo, con tutte queste donne…” fece un gesto vago con le mani.
“Cosa vorresti dire?” scattò sull’attenti l’altro.
“Niente, niente!” scuotendo la mano si mise a ridere.
Zoro si alterò e puntato un piede in avanti la guardò con un’aria che non prometteva nulla di buono.
“Allora?” disse aspettandosi dall’altra una risposta. Prima che questa arrivasse però, il biondo era già pronto a dargli contro.
“Razza di caprone!! Ma quante volte te lo devo dire che devi portare rispetto alle donne?” poi voltatosi verso Nami le prese le mani nelle sue.
“Oh! Mia dolce visione! Non ti preoccupare di quel gorilla! Ci sarà sempre il tuo Sanji a salvarti…”.
“Grazie Sanji” gli rispose la rossa sorridendogli tra mille cuoricini provenienti dal cuoco.
“Per te questo e altro, fiorellino mio!” celiò il biondo ormai schiavo d’amore, mentre Nami cercava di liberarsi dalla sua stretta.
Lo spadaccino aveva assistito a tutta la scena e alzato, ancora una volta gli occhi al cielo, sospirò un “idiota” rivolto a Sanji, poi si girò verso Rufy e Usop.
“Voi che intenzioni avete?”.
“Mangiare” gli rispose con semplicità il capitano che aveva una mano a mo’ di visiera sugli occhi mentre si guardava intorno alla ricerca di una locanda.
A sentir parlare di cibo lo stomaco di Rolonoa brontolò, l’idea di Rufy non era niente male. Iniziò, così, anche lui a guardarsi intorno finché voltatosi notò un’osteria proprio alle loro spalle.
“Rufy” lo chiamò.
“Uhm?”.
“Guarda lì” e con il pollice gli indicò l’osteria avvistata poco prima.
“Grande Zoro! Si mangia!” detto fatto. Il capitano della Going Merry si diresse alla locanda seguito da Usop e dallo spadaccino.
Avevano appena aperto la porta quando qualcosa, non ancor ben identificato, volò andandosi a schiantare contro il bancone, mentre la cartografa, trovato il modo di liberarsi del biondo e pulendosi le mani tra loro, raggiunse il trio.
Usop si accigliò, se Nami era lì, allora il coso volante di poco prima era…
Sanji non aveva ancora del tutto capito cosa fosse successo finché non si ritrovò con la testa conficcata nel bancone di un osteria.
“Come è forte la mia Nami” disse ancora incastrato là con gli occhi cuoriformi, poi, ripresosi, finalmente si accorse della ragazza che dietro il bancone lo guardava con aria sospetta, così, dopo aver messo i piedi contro lo scuro legno e fatto forza con le gambe riuscì, con mille imprecazioni ad uscirne.
Si ripulì i pantaloni e la giacca, infine mettendosi a posto la cravatta posò il suo sguardo sulla sua “preda”.
La poveretta iniziò a sentirsi a disagio… che aveva? Perché quello continuava a fissare?
Spostò lo sguardo da lui cercando un’ancora di salvezza ma come un lampo si ritrovò il biondo stravaccato sul bancone e con una sua mano in quelle grandi del ragazzo.
“Splendida creatura! Senti come il mio cuore batte per te!” e così dicendo avvicinò la mano di lei al suo petto.
Una potente gomitata sulla testa da parte di una ragazza rossa, lo fece tacere.
Nami guardò l’altra con un enorme sorriso stampato in volto. “Scusalo” le disse agitando una mano, poi rivolto al biondo ficcò i suoi occhi castani in quelli neri di lui. “Sanji… hai finito di fare il depravato?”.
“Ah! La mia Nami è gelosa! Ma non ti preoccupare amore, lo sai che alla fine amo solo te! Quindi… che ne dici di sposarci subito?”.
Altro potente pugno… “Cosa sarei io? E poi prima che noi ci sposiamo a Usop dovrebbe essergli accorciato il naso e Zoro dovrebbe essere diventato un gentiluomo con i fiocchi!”
“Ehy!” urlarono i due sentendosi nominati.
Celine (la ragazza dietro al bancone NdA) restò interdetta poi, scoppiò a ridere, i suoi capelli biondi si muovevano avanti e indietro a ritmo con la testa, mentre i suoi occhi azzurri brillavano di una nuova luce. La rossa la guardò senza capire.
“Scusate” disse tra le risa “non mi capita mai di aver clienti così simpatici”.
“Bene!” celiò Rufy dal tavolo “Allora portaci da mangiare!”. Nami lo guardò di sottecchi e mettendosi le mani sui fianchi e i canini ben in vista gli urlò “Ma tu non pensi ad altro?!”.
L’altro in risposta si fece piccolo piccolo “Ma io ho fame!”.
La cartografa sbuffò mentre Celine era già sparita in cucina.

La ragazza non poteva credere ai suoi occhi… ma quanto mangiavano quelli?
E soprattutto il ragazzo dal cappello di paglia…
“Altro vino!” urlò Zoro.
“Ma allora sei proprio un buzzurro! Te lo ripeto per l’ultima volta: le donne vanno trattate bene!”
“Giusto! Sanji ha ragione” celiò la rossa divertita dall’espressione dello spadaccino.
“Lasciate perdere” intervenne la bionda e poi rivolta a Rolonoa “Ti porto subito il vino” e sorridendo si diresse in cucina.
“Che donna!” disse Sanji quando Celine fu sparita dietro la porta della cucina.
“Già…” intervenne Zoro “Ragazzi cambiamo la cartografa?!” chiese poi girandosi verso gli altri.
Una cucchiaiata gli arrivò in piena fronte facendogli un male bestiale.
“Scusa” disse Nami con il sorriso più falso del mondo e alzando la spalla come per dire ‘sono cose che possono capitare…’.
“Mi è sfuggito ACCIDENTALMENTE il cucchiaio di mano…”.
L’altro la guardò di sottecchi, non credendo a nessuna delle parole di lei.
“Vipera!” sibilò infine.
“Caprone!” gli rispose l’altra a denti stretti. I due iniziarono a guardarsi in cagnesco.
“Scusa la mia domanda Celine…” Usop si volse verso la bionda “Come mai, dato l’orario, non c’è ancora nessuno qui?”.
L’altra alzò le spalle. “Evidentemente sono tutte giù al porto ad aspettare il ritorno di Reed”.
“E chi è un’altra bella pollastrella?” chiese Sanji già partito in quarta.
“Un pirata” rispose semplicemente l’altra.
La mascella del biondo toccò terra. Fece un rapido calcolo… tutte quelle donne per un solo uomo?
“Noooooooo!” iniziò a frignare Sanji “E io che pensavo di divenire il Re di Queen Island! E invece scopro che di uomini ce né già uno!”.
“Bè ecco… per dirla tutta nella ciurma di Reed gli uomini sono due” sorrise la bionda. Se la batosta di prima aveva quasi ucciso il povero cuoco questa era stata fatale.
Nami e Zoro avevano messo da parte i loro battibecchi e ora, insieme agli altri due ridevano divertiti.
“Un altro buco nell’acqua? Arrenditi! Ormai non hai più speranza!” gli disse Rolonoa. L’altro parve riprendersi subito.
“Rinunciarci?! E diventare come te che non riesci a distinguere un uomo da una donna?” rispose risentito il biondo all’amico.
“Certo che so riconoscere una donna che credi, maniaco!”.
“Ma se dici sempre che nella nostra ciurma siamo tutti uomini!” ribatté il biondino lanciando una rapida occhiata alla cartografa.
“Zoro…” lo guardò la rossa con uno sguardo omicida, mentre l’altro si preparava a sopportare la furia che presto si sarebbe abbattuta su di lui.
“Cos’è questa storia?” chiese Nami mentre una vena aveva iniziato a pulsarle sulla fronte in modo MOLTO pericoloso e vistoso…
“Niente” rispose calmo lo spadaccino attento però, a ogni gesto dell’amica.
“Bene! Te lo do io il niente!” ringhiò prendendolo per il colletto e iniziando così un'altra litigata.
“Ancora…” sospirò Sanji vedendo i due amici pronti a litigare solo per l’aria che respiravano in comune. Si ricompose e si risedette sulla sedia, prese una sigaretta dal pacchetto nella tasca e senza altra parola iniziò a fumarla.
Celine continuava a fissarlo. Quello che prima per lei era solo un semplice sospetto ora si trasformava in cruda realtà. Quel ragazzo biondo, Sanji… lui assomigliava a…
No! Non era possibile! Tra tutte le persone che esistono al mondo proprio lei lo doveva incontrare? Tornò a guardarlo. Eppure la sua immagine non faceva altro che confermare i suoi sospetti.
“Eppure” intervenne Usop a portarla via dai suoi pensieri. “Io non ho mai sentito parlare di nessun pirata che si chiamasse così…”.
“Ora no, forse” alla ragazza era tornato il sorriso. “Ma quando diventerà il Re dei Pirati, allora sarà conosciuto da tutti, proprio come Gold Roger!”.
“Questa cosa e impossibile” disse il capitano mentre mangiava il suo sesto dolce.
“Perché?” chiese l’altra che davvero non capiva dove stava il problema.
“Perché sarò io a diventare il Re dei Pirati” ammise mettendo giù piatto e forchetta e leccandosi le labbra dalla panna rimastogli sul viso.
Celine li fissò tutti quanti… “Quindi voi siete…”.
“Pirati” le rispose Sanji. Il silenzio calò nella sala.
“Celine non ne avresti un’altra fetta?” chiese il capitano che aveva ancora fame.
“Certamente!” e sparita in cucina ritornò con una torta enorme. La servì a Rufy e poi guardò gli altri. “Qualcuno ne vuole? L’ho cucinata io e…”.
“Wow! Bellezza!” intervenne Sanji “Non sapevo che fossi una cuoca”.
“Infatti non lo sono” gli disse servendo la torta a Zoro.
“E come mai cucini così bene?” la domanda di Usop la spiazzò, rispondere, significava riportare alla mente ricordi che facevano male.
“Me lo ha insegnato… un amico” rispose vaga e in modo sbrigativo.
“Hai ragione Usop, è veramente buona, un motivo in più per cambiare la cartografa”.
“Ma la vuoi piantare? E poi io so benissimo cucinare!” la rossa si stava alterando non poco.
“Sarà…” Zoro non ebbe il coraggio di dire nient’altro l’espressione di lei faceva ben intendere che, se avesse continuato anche con una semplice parola lo avrebbe spedito all’altro mondo.

Delle urla distrassero i ragazzi dalla loro conversazione e dieci secondi dopo le porte dell’osteria vennero spalancate, facendo spazio a due ragazze.
“Celine! guarda chi è tornato!” disse la ragazza mora facendo passare un braccio al collo della bruna, attirandola a sé e abbracciandola.
“Mei, Ashley! Allora è vero che siete tornate!”. L’altra annuì con il capo.
“Hey guarda che ci sono anch’io!” il ragazzo si mise davanti alle due per farsi notare.
“Yanùs!” sorrise ancora la bionda.
“E adesso preparati a incontrare il grande, l’unico, il solo…” iniziò Mei dando uno spintone a Yanùs.
“Idiota” sibilò tra i denti il ragazzo.
“Cretino” gli rispose l’altra, ma lasciatolo perdere, poiché non c’era tempo per litigare tornò a parlare alla bionda.
“Capitano Reed, il più feroce pirata dei quattro mari, colui che diventerà il Re dei Pirati e che ha sconfitto Shanks il rosso!”
Rufy che era rimasto in silenzio fino a quel momento alzò gli occhi dal piatto della torta e fissò la figura che stava arrivando in quel momento.
Un uomo. Stava entrando a passo lento e si dirigeva verso Celine con una mano appoggiata al calcio d’una pistola che gli pendeva dalla cintola.
Era vestito completamente di nero. Portava una camicia nera con i risvolti di pelle egualmente nera, pantaloni pure di pelle nera, stretti da una larga fascia alla vita, alti stivali, guanti neri e sul capo un gran cappello di feltro, che copriva i suoi riccioli ramati, adornato con una lunga piuma nera.
“Capitano!” gli sorrise Celine.
“Celine…” l’altro fece un cenno con il capo in segno di saluto e si sedette stancamente su una sedia.
“Allora ce l’hai fatta!”
“Finalmente” disse Reed calando il cappello sugli occhi. “Ora posso definirmi un pirata e partire alla ricerca dello One Piece per diventare il Re dei Pirati”.
“Un momento” Rufy fissando il suo “avversario” si era alzato e ora si stava dirigendo verso di lui.
“Non so chi tu sia, ne da dove venga ma è impossibile che tu abbia sconfitto Shanks, lui è il migliore! E poi sarò IO a trovare lo One Piece!” finì con sguardo serio.
“Ben detto! Bravo Rufy!” intervenne Usop.
Reed alzò con l’indice il cappello dagli occhi e guardò prima il capitano e poi la ciurma seduta al tavolo soffermandosi su Sanji, volse allora il suo sguardo a Celine che accortasi di tutto sussultò e spostò lo sguardo dal suo capitano.
In altri momenti Reed avrebbe sorriso della timidezza di una ragazza della sua ciurma ma ora no. Sapeva come si doveva sentire Celine… il ragazzo c’era davvero, Sin non aveva raccontato balle…
La sua attenzione tornò sul capitano della Going Merry e si soffermò su quegli occhi neri e fieri, infine si decise a parlare.
“Se dici così vuol dire che conosci molto bene Shanks…”.
“Certo!” rispose l’altro. “Lui è stato il mio maestro”.
“Allora ragazzino, abbiamo più del sogno in comune noi due, perché vedi” disse intrecciando le mani sotto il mento e sorridendogli. “Shanks è stato anche il mio maestro”.
Rufy sussultò, anche i ragazzi parvero sorpresi da questa rivelazione, soprattutto Usop che dopo aver pronunciato quelle poche parole di incoraggiamento verso il suo capitano aveva iniziato a tremare davanti agli occhi castani di Reed.
“E dimmi ragazzino” Reed aveva rotto il silenzio che si era venuto a creare dopo quella rivelazione “te lo ha regalato lui quel cappello?” alludendo al suo ormai, inseparabile cappello.
L’altro annuì fiero del suo tesoro e stringendolo lo fece scendere un poco sugli occhi.
“Su questo cappello c’è una promessa, quando ci saremo rincontrati io sarei stato un pirata famoso e degno di essere chiamato tale. Questo era il cappello…”.
“Delle grandi occasioni” finirono insieme Rufy e Reed.
“Ma tu come…”.
“Te l’ho detto, Shanks è stato anche il mio maestro”.
Il silenzio tornò a calare nella sala.
“D’accordo” disse Reed guardando gli occhi neri del suo avversario. “Facciamo una scommessa. Vediamo chi di noi due troverà per primo lo One Piece e sarà il Re dei Pirati, il successore di Gold Roger”.
Il ragazzo dal cappello di paglia annuì in risposta e strinse la mano a Reed. “Ok”.
L’altro senza altre parole si alzò e facendo cenno di andare in cucina a Celine la seguì.

Continua….

 
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