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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Nana
Titolo Fanfic: SPAZI VUOTI
Genere: Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: akanemikael galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/12/2008 17:18:56

Lo stato di Ren quando è partito per Tokyo lasciando Nana.
 
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SPAZI VUOTI
- Capitolo 1° -

TITOLO: Spazi vuoti
AUTORE: Akane
SERIE: Nana
GENERE: introspettivo, triste
AVVERTIMENTI: One Shot
PAIRING: Ren
RATING: giallo/PG13
AMBIENTAZIONE: appena Ren se ne va dai Blast lasciando Nana Osaki per andare a Tokyo ed unirsi ai Trapnest
MODO: POV di Ren
DISCLAMAIRS: I personaggi e l'ambientazione è di Ai Yazawa e non mia, assolutamente!
NOTE: per il concorso indetto nel forum di EFP da LadyShadow su Nana. Mi sono liberamente aiutata con alcuni versi, non completi e non presi pari pari, di alcune canzoni e queste sono: Empty Spaces dei Pink Floyd, Given Up, Shadow of the day e Valentine's day dei Linkin Park. Ripeto, sono alcuni versi di queste canzoni e non utilizzati a modo di song fic. Per il resto non ho altro da aggiungere. Auguro a tutti buona lettura. Baci Akane
INTRODUZIONE: Che cosa userò per riempire gli spazi vuoti dove di solito stavamo a parlare? Quando eravamo io e lei e basta e ci rilassavamo sentendoci, abbracciandoci o anche solo stando vicini, sentendo i nostri respiri, percependo i nostri cuori battere insieme. Come riempirò il vuoto ora?
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SPAZI VUOTI
La porta si richiude alle mie spalle separandomi da lei, rimango di schiena rispetto a tutti gli altri e mi aggrappo a ciò che trovo per non cadere. Mi sento schiacciato, piegato, prosciugato. È qualcosa che va oltre le mie forze. Abbasso la testa e tendendo tutti i muscoli del mio corpo, trattenendo il fiato, contraendo la mia espressione cerco di non distruggermi.
Cerco di rimanere in piedi con tutta l'energia rimasta e mentre lotto con me stesso per non girarmi, guardarla e tornare indietro, le lacrime mi escono dagli occhi serrati. Chiusi per non guardare nulla, nemmeno il pavimento di questo treno che lento parte sbuffando la sua fatica. Eppure mi sembra più facile fare da rotaia a questi vagoni, piuttosto che starci dentro e lasciarmi trasportare.
Man mano che si allontana mi strappa un pezzo di me stesso che so non troverò mai a meno che lei con la sua chiave non torni da me.
Sono io che me ne vado, io che l'ho deciso in tutta libertà, io il fautore di questo mio destino infame, di questa sofferenza che mi divora, eppure non so far altro che maledirmi, piangere e piegarmi a questa sofferenza.
Separati.
Due metà staccate.
Non sappiamo se ci rivedremo, non ci siamo fatti stupide promesse alle quali entrambi non abbiamo mai creduto. L'unica promessa è stata quella di andare avanti sempre e comunque per la propria strada, inseguire i propri sogni e non smettere mai di lottare e vivere.
L'unica.
Però ora mi sembra così difficile.
La nostra non è stata una storia lunga, tutto sommato, però per come l'abbiamo vissuta è come se fosse stata infinita, se fossimo sposati da sempre. Eravamo insieme, non è che ci stavamo e basta.
Brucia.
Brucia tutto questo.
Non è possibile sopportarlo.
Sopravvivere a questo. Non si può, dannazione.
Voglio urlare.
Dio, voglio urlare, ne ho bisogno ma la voce non mi esce, ho il corpo atrofizzato, non sento i miei polmoni ed il mio cuore funzionare, le giunture sono raggelate mentre la mia pelle va a fuoco insieme al mio cervello, esplosione interiore, non riesco a capire più nulla, solo che l'amavo e che non ci sarà più perchè l'ho lasciata.
L'ho lasciata per... perchè diavolo l'ho lasciata?
Cazzo, Ren, ricorda, fa mente locale... aggrappati a ciò che stai per raggiungere.
La musica.
Per la musica, l'unica cosa che ho fatto sin da piccolo, che mi ha tenuto in vita e mi ha fatto sognare, che mi ha dato un anima, un qualcosa che non mi ha fatto sprofondare, tutto ciò che mi faceva stare bene. Devo a lei quel che sono, devo alla mia chitarra, al mio basso, alle canzoni che compongo, a quel che creo dal nulla. Devo aggrapparmi ad essa, se l'ho scelta a Nana vuol dire che mi basterà. Deve.
Eppure improvvisamente rimpiazzare la donna con cui facevo l'amore e che mi scaldava dentro e fuori mi sembra solo follia.
Che cosa userò per riempire gli spazi vuoti dove di solito stavamo a parlare? Quando eravamo io e lei e basta e ci rilassavamo sentendoci, abbracciandoci o anche solo stando vicini, sentendo i nostri respiri, percependo i nostri cuori battere insieme. Come riempirò il vuoto ora?
Come riempirò i nuovi spazi della mia vita al di là della musica?
Sono al di là di un muro, prima ero con lei e nel silenzio e nella solitudine resistevo, vivevo, andavo avanti ma ora... ora chi mi aiuterà ad andare avanti?
Come completerò il muro della mia vita?
Come farò?

Nana e i suoi baci, Nana e i suoi abbracci, Nana e la sua voce roca che canta, Nana e le sue espressioni decise da gatta, Nana e il suo corpo che mi scalda, Nana ed io che entro in lei, di nuovo, e ancora, senza fermarmi. Unendoci e fondendoci.
Ancora.
Di più.
Fino a non farcela, fino a raggiungere la follia insieme a lei.
Fino a... luce che arriva dalla finestra, è mattina, dannazione.
Mi sveglio ancora in un bagno di sudore, proprio come l'altra notte e quella prima ancora. È da quando me ne sono andato e mi sono stabilito a Tokyo a lavorare coi miei vecchi amici dei Trapnest, che faccio questi sogni e che mi sveglio sudato fradicio, tremante, bollente e con il desiderio alle stelle.
Fosse solo quello, però.
Col giorno la notte è andata distrutta e con essa i miei sogni inutilmente dolorosi nella mia disgrazia.
Mi metto a sedere appoggiando i piedi a terra, il freddo del pavimento mi rimanda una sensazione sgradevole che però serve a svegliarmi più in fretta.
Appoggio i gomiti sulle ginocchia prendendomi il viso fra le mani, mi spettino i capelli neri e corti per poi scendere al collo dove la catena con il suo lucchetto è ancora lì. Lo stringo.
Per quanto posso andare avanti?
Mi sento bloccato, bloccato dentro, nella mia testa, nel mio animo... anche se ho iniziato una nuova vita e faccio quel che mi piace con gente che già conoscevo, con cui sto bene.
Non mi sento però come dovrei, come vorrei, come speravo.
Rimarrò per sempre bloccato in questo disastroso stato vegetativo?
Troverò una via di fuga?
Mi alzo e comincio a camminare per la stanza cercando qualcosa che pensavo di aver lasciato in camera. Dannazione, dove ho messo le sigarette?
Trovo un pacchetto vuoto e lo accartoccio lasciandolo a terra, apro il cassetto del comodino e trovo ancora un pacchetto, quindi lo apro e prendo fra le labbra una sigaretta che accendo. Aspiro a pieni polmoni una boccata di fumo che trattengo per farla andare meglio in circolo, per cercare di annebbiare meglio i miei sensi alterati e cancellare il suo desiderio, quindi mi dirigo al bagno e apro il rubinetto della doccia. Guardo scendere l'acqua calda che crea vapori appannando tutto intorno. Continuo a fumare mentre appoggiato al muro piastrellato mi tengo su la testa evitando di proposito lo specchio.
Che merda.
Mi sto distruggendo da solo.
Sono il mio peggior nemico.
Lo sono quando fumo, quando cerco qualcosa di più pesante per non pensare, quando non mangio, quando cerco di non dormire per non sognarla, quando mi trascuro, quando evito il confronto con me stesso, quando faccio finta di nulla e dal di fuori, davanti agli altri, sembra che vada tutto bene.
Mi sono rovinato da solo, lasciandola, ed ora non posso più tornare sui miei passi. Posso solo cercare di rendere piacevole questo posto che in teoria lo è.
Butto il mozzicone nel cesso e mi tiro giù i boxer, quindi una volta del tutto nudo mi metto sotto il getto bollente della doccia che mi intorpidisce tutto aprendomi ogni poro della pelle.
Mi sento insensibile a tutto.
Ogni cosa che mi succede.
Anche quando canto con gli altri, quando facciamo apparizioni pubbliche, quando facciamo interviste o dei video.
Mi sento insensibile a tutto. Tutto.
Non faccio nulla se non quello che mi dicono. Di mio mi riempio di fumo e di tormento.
Non penso, non ho iniziative.
Mi sono arreso.
Sono stanco di pensare, di lottare per raggiungere qualcosa di cui non è che mi interessi poi così tanto, non come un tempo quando lo facevo con gli altri, con Nana... ora lo faccio perché sono qua, perché mi viene facile e perché quando suono è uno dei pochi momenti in cui sto meglio nel peggio.
Sto soffocando, non va. Così non va. È quello che ho voluto eppure non va.
Dimmi cosa cazzo c'è di sbagliato in me che mi ha fatto ridurre così, che non mi fa godere quel che mi sono preso, che... che... mi fa sprofondare sempre di più.
Pensavo di farcela, che la musica sarebbe bastata, che i Trapnest sarebbero stati la mia strada, ma non so, ora non mi sembra così geniale come cosa.
È passato il tempo ed io sono ancora così.
Mi sciacquo dalla schiuma e spero che lavandola via mi tolga di mezzo questo stato vegetativo insoddisfatto.
Non so cosa ci voglia, cosa voglio io.
Pensavo di averlo trovato ma ho paura di aver toppato, mi sembra di aver sbagliato completamente.
E non penso che tornando indietro starei meglio, probabilmente mi mancherebbe questo posto che mi sono trovato in mezzo ai miei sogni di musica.
Qualunque cosa scelga penso proprio che sono destinato a stare di merda, a non sentirmi completo.
Continuerò a cercare in eterno il mio posto, la mia realizzazione, la mia felicità totale.
Che qualcuno venga e mi tiri fuori da questa merda in cui sto annegando.
Cazzo, che qualcuno venga.
Nana, ti prego...
Esco dalla doccia e mi avvolgo dall'asciugamano alla vita, lascio che le gocce corrano sul mio corpo solleticandomelo, mi passo svelto e distratto le mani fra i capelli che si spettinano, si asciugheranno così come al solito. Non mi calcolo oltre, esco dal bagno e prendo di nuovo una sigaretta.
Vorrei almeno riuscire a piangere, invece mi sto solo distruggendo lentamente.
Dovrei almeno avere la forza di farla finita una volta per tutte, senza sprecare così tanto tempo.
Do un occhiata alla finestra aperta e la chiudo per cambiarmi, quindi mi tolgo l'asciugamano mentre ormai la mia pelle è asciutta anche se ancora leggermente umida, giro così per la stanza alla ricerca di qualche vestito, con una nuova sigaretta fra le labbra che sparge il consueto odore di fumo.
Chiudere le finestre è come chiudere col passato, è quello che ho tentato di fare salendo su quel treno e poi scendendo qua, allontanandomi da lei per un motivo diverso, valido.
Era davvero valido?
Per me cosa conta più di tutto?
Pensavo di saperlo ma forse dovevo assicurarmi che la risposta fosse giusta.
A volte le soluzioni non sono così semplici. Non basta andarsene per percorrere il proprio cammino.
A volte gli addii che sembrano l'unica via non lo sono affatto.
Una volta vestito ignoro completamente l'idea di mangiare ed esco per andare agli studi. Oggi dovremo cercare di incidere qualcosa eppure non me ne frega molto.
Non me ne frega perchè penso che il sole potrebbe tramontare per sempre eppure alzerei le spalle facendomi inglobare dall'oscurità.
Però se tramontasse per te e l'ombra del giorno ti abbracciasse, anche io morirei con te.
È questo che conta?
Dovevo rimanere con te?
Non c'è giorno che non mi faccia questa domanda.
Non ce n'è uno.
Ricordo come mi implorarono di restare. A parte Yasu e Nana ovviamente. Anche i fan dei Blast piansero mandandomi biglietti con frasi ad effetto. Non mi hanno convinto, ero sicuro di quel che volevo fare, vivere la mia carriera musicale. Le chiesi di venire ma lei non voleva fare la mia compagna, voleva fare la cantante, voleva venire per sua volontà, per i suoi motivi, quando si sarebbe ritenuta pronta.
Non l'ho mai biasimata, era da lei preferire la sua indipendenza, la sua individualità.
L'amavo per questo.
Ma adesso che siamo a questo punto sento come se le mie intestina fossero diventate cenere freddamente soffiate via dal vento che si beffa di me.
Là era sempre inverno e mi sembrava il paradiso mentre qua, mentre cammino per le vie ormai familiari di Tokyo, mi sembra il vero nero inferno, oscuro e perennemente notturno.
E sembra come se le nuvole al di sopra della mia testa si avvicinassero guardandomi insoddisfatte e malefiche. Eppure il cielo è sereno e il sole splende, però a me non sembra.
Io continuo a sentire il vento che senza pietà continua a soffiare raggelandomi e cancellandomi sempre più.
È tutto nella mia testa, è tutto nelle mie ossa.
Sono sempre stato forte, ho affrontato cose difficili e ce l'ho fatta, non mi sono mai fatto sopraffare ma ora mi sembra di essere così debole. Mi sembra di essere solo l'ombra di quello che ero là e tutto perchè, anche se ho preso la via che volevo da sempre, ho comunque smarrito la direzione. Non so come sia possibile.
Io voglio suonare coi Trapnest, continuare la mia carriera musicale e fare quel che faccio, ma voglio farlo con lei.
Però so che non verrà, so che è finita e devo farmene una ragiona e vivere in questo nero inverno continuo che ti ha portata via da me.
Tu non verrai mai, no?
Ma non posso farmene una ragione. Credevo di essere abbastanza forte da riuscirci ma non è così.
Quindi mi arrendo a questo.
Me ne sono andato ed ho sbagliato a lasciarti.
Non pensavo fosse così dura seguire i miei sogni senza l'amore accanto.
Non pensavo davvero...
Entro negli studi dove mi stanno aspettando gli altri del gruppo, Naoki mi accoglie ridendo con una battuta delle sue, poi Reika mi viene incontro abbracciandomi come fa sempre con tutti tranne che con Takumi. Infine lui mi guarda rimanendo seduto lì dov'è mentre studia dei fogli, probabilmente qualche nuova sua composizione o chissà. Non mi fa nessun cenno, dice solo supponente come sempre, che era ora che arrivassi, quindi lascio che Reika si sciolga dal mio collo e dando uno scappellotto sulla nuca a Naoki vado da Takumi e mascherando molto bene la mia espressione, facendo come se tutto andasse alla grande, gli prendo la sigaretta dalle labbra e continuo a fumarmela io.
- Non rompere. - Borbotto solamente.
Noi siamo così, ognuno ha un bel rapporto con qualcuno e a modo suo anche con Takumi è così.
Però nonostante qua vada tutto bene e l'atmosfera sia serena e piacevole, io dentro continuo a sentirmi pieno di spazi vuoti che nessuno, nemmeno la musica, potrà mai riempire.
Solo lei.
Lei che probabilmente mai rivedrò.


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
alicelayne - Voto: 24/07/10 11:29
Guarda...dopo aver tentato stamattina di leggere un sacco di fanfic ed averle abbandonate dopo le prime righe per la grammatica inesistente e i temi poco interessanti...quiesta devo dire che l'ho proprio apprezzata. Mi è piaciuto molto il tuo modo di scrivere e quello che hai trasmesso. Quindi complimenti!
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