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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Sailormoon (Bishoujo Senshi Sailormoon)
Titolo Fanfic: ERRORI FATALI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: dolcemaia galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/05/2003 19:17:15

bunny ha appeso al chiodo l`abito di sailo moon e pensa a vivere la sua vita con marzio, ma... mtrimoni, tradimenti e altro... spero vi piaccia!
 
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CAPITOLI 1-9
- Capitolo 1° -

Errori fatali di Dolcemaia


Ciao, spero proprio che non decidiate di farmi fuori perché ho deciso di torturarvi con un’altra fanfic. A dir la verità avevo deciso di tralasciare per un po’ Sailor Moon, per scrivere altro (non sto facendo pubblicità occulta, giuro), ma leggendo i vostri commenti ho deciso di riprovare, sperando che il risultato vi sia gradito!!

Capitolo 1: Eventi inaspettati

Era una tiepida giornata primaverile e Bunny stava girando per la città, con una grossa busta della spesa, mangiucchiando una mela. Era ancora piuttosto presto per tornare a casa e preparare il pranzo, Marzio non sarebbe tornato prima delle quattro.

Erano passati alcuni anni dall’ultima battaglia. Dall’ora non c’era stato più bisogno delle guerriere Sailor. Bunny aveva finito le superiori ed era al secondo anno di università. Era stato un grosso problema scegliere la facoltà da frequentare, per fortuna Marzio le era stato molto vicino, l’aveva portata a più corsi di orientamento per matricole ed insieme a lei aveva valutato tutti i pro e i contro. Alla fine aveva deciso per psicologia e bisogna dire che aveva fatto un’ottima scelta, poiché poteva vantare una media discreta, non certo da genio, ma superava di molto le aspettative.

Marzio dal canto suo aveva terminato gli esami e stava facendo il tirocinio in ospedale, con orari assurdi e stressanti, ma era contento del suo lavoro e Bunny non poteva far altro che sostenerlo e incoraggiarlo.
Erano già due anni che vivevano insieme, non potendosi ancora sposare, avevano deciso di farsi coraggio e prendere questa decisione. Quando ne parlarono ai genitori di Bunny, fu piuttosto problematico, non erano affatto d’accordo, volevano che i due ragazzi aspettassero un po’, ma davanti alla fermezza dei due non poterono che cedere.

Bunny stava girando la città, perché erano in cerca di una casa.
Il primo periodo di convivenza fu, per così dire, tutto rose e fiori, ma presto le divergenze vennero a galla. Quell’appartamento era troppo piccolo per tutti e due. All’inizio il problema fu sopportabile, perché Marzio passava tutto il giorno tra ospedale e biblioteca, poi con il passare del tempo gli ridussero lo ore lavorative e fu davvero una tragedia.
Magari lui era stanco e voleva dormire, mentre lei voleva sentire un po’ di musica oppure lui guardava la tv e lei urlava perché doveva studiare per un esame. Insomma avevano bisogno dei loro spazi e soprattutto ognuno della propria stanza.

La ricerca fu difficile, gli appartamenti erano tutti o troppo grandi o troppo costosi, o troppo lontani dall’università o dall’ospedale, o troppo piccoli, o completamente da ristrutturare. Alla fine proprio quel giorno sugli annunci universitari, Bunny trovò un appartamento in affitto e decise di fissare un appuntamento per quel pomeriggio stesso, così anche Marzio l’avrebbe accompagnata.

Quando tornò a casa era tardissimo, lui sarebbe arrivato a momenti e non aveva ancora cucinato nulla. Risolse il problema preparando del curry, piatto che le ricordava un passato tormentato, ma anche ricco di bei momenti.

“Ciao amore, come mai così puntuale, oggi?”

“Se devo dirti la verità non vedevo l’ora di abbracciare la mia bambolina! E poi avevo una fame da lupo!”

“Davvero? Come sei dolce!! E proprio per questo ho cucinato il tuo piatto preferito… il curry!”

“Non è che sia proprio il mio piatto preferito, diciamo che è la prima cosa che ti viene in mente di preparare, tutte le volte che fai tardi e non hai tempo di fare altro!”

“Non è vero…forse!! Comunque ho un’ottima giustificazione: ho trovato un appartamentino stamattina tra gli annunci universitari e ho fissato l’appuntamento per le sei!”

“Amore, ma sono stanco è da questa mattina presto che sono in piedi! E poi sicuramente sarà un minuscolo appartamentino, nel sottoscala! Gli annunci universitari non sono mai affidabili.”

“Non è vero e poi è un mini attico! Ti prego, fallo per me!” E dicendogli ciò gli spalancò i suoi dolci occhioni azzurri, consapevole che non avrebbe mai potuto rifiutare.

“E va bene! Però non puoi fare così tutte le volte che vuoi qualcosa!”

“Perché, che ho fatto?” Gli chiese facendo la finta tonta.

“Lasciamo perdere!”

Le sei arrivarono presto e si recarono all’appartamento. Era molto bello, grande, ma non troppo, arioso con un grande terrazzo e con tanti fiori. I due ne furono subito entusiasti, però attesero di sapere il costo dell’affitto prima di fare progetti.

Dopo lunghe e complicate discussioni il proprietario consegnò loro le chiavi dandogli il permesso di stabilirsi lì da quel momento stesso. Fu un gran colpo di fortuna e i due prima che accadesse qualche imprevisto traslocarono lì.
Nella nuova casa i due piccioncini filarono d’amore e d’accordo ognuno aveva la propria libertà e non invadeva quella dell’altro, mentre i giorni volavano senza portare grandi cambiamenti.

Bunny quel giorno aveva un esame importante, erano mesi che studiava per prepararsi, ma non si sentiva affatto pronta, tuttavia non era da lei scappare davanti alle difficoltà perciò decise di farlo. Quella mattina prima di uscire da casa per andare a lavoro, Marzio si avvicinò a lei che stava ripetendo da ore e le sussurrò all’orecchio:

“Piccola ce la farai! E stasera festeggiamo!”

Incoraggiata dalla fiducia che il suo ragazzo aveva riposto in lei, andò all’università e superò l’esame, con addirittura il massimo dei voti. Era piuttosto sorpresa e sua madre, che fu la prima persona che avvertì, era talmente contenta che avrebbe baciato il professore che l’aveva interrogata.
La chiacchierata con la madre, però, le aveva completamente scaricato la batteria del cellulare, perciò decise di andare all’ospedale da Marzio per fargli una doppia sorpresa.

Quando arrivò nella sala d’aspetto dell’ospedale, Bunny incontrò Nina e Marta che lavoravano lì, già da un pezzo, come infermiere.

“Ciao ragazze!” Disse loro sfoderando un sorriso che aveva qualcosa di strano.

“Ma tu oggi non avevi l’esame? Non mi dire che hai disertato??!” Le chiese Marta impaziente.

“Che ti dice: 30 e lode?” Le rispose un po’ indispettita dall’insinuazione dell’amica.

“Davvero??”

“Si!”

“Brava Bunny!” Le urlò Nina gettandole le braccia al collo.

“Grazie! Scusate, ma ho un po’ di fretta, non è che avete visto Marzio in giro?”

“L’ho visto qualche minuto fa prendere la giacca, probabilmente se ti affretti lo incontri all’entrata!”

“Allora, vado!! Ciao vi chiamo domani!!”

Bunny nella fretta di raggiungere Marzio, non si rese conto che a quanto le aveva detto il giorno prima non sarebbe uscito dal lavoro prima delle sei, ed erano solo le undici.
Quando arrivò alla tanto sospirata uscita vide Marzio e gli stava già correndo dietro, ma presto si accorse che stava abbracciando una donna.

(Calma Bunny, può essere qualche vecchia amica o qualche cugina di cui non ti ha mai parlato!)

Tutti i suoi dubbi scomparvero quando vide che Marzio stava baciando con molta passione trasporto la donna bruna, che doveva essere un po’ più grande di lui.
La ragazza sconcertata riuscì solo a gridare il nome di Marzio attirando la sua attenzione e scappò via.

Quanti ricordi, quanti bei momenti le passavano nella mente. Tutto si sarebbe aspettata da Marzio tranne che lui potesse tradirla, era così presa dai suoi pensieri che non si rese conto che lui la stesse rincorrendo.

(Non posso crederci…. Non può davvero farlo…. Io lo amo… non è possibile…)

Improvvisamente si accorse di trovarsi nel mezzo di una strada, ma ebbe così poco tempo per capire….

Una macchina la prese in pieno, scaraventandola per terra….


Capitolo 2 : La memoria

L’operazione durò a lungo. Nell’incidente Bunny aveva subito un terribile trauma cranico ed era in pericolo di vita. Fu comunque molto fortunata considerando che era stata investita dalle parti dell’ospedale, perciò fu presto soccorsa.
I suoi genitori e le sue amiche erano fuori la sala d’aspetto troppo preoccupati per la vita della ragazza per interrogarsi sulle dinamiche dell’accaduto. Marzio, invece, in qualità di medico aveva ottenuto il permesso di assistere all’operazione. Le cose non stavano andando troppo bene, l’intervento si stava dimostrando molto difficile e nel frattempo le condizioni di Bunny peggioravano sempre di più, Marzio schiacciato dal peso del senso di colpa, uscì dalla sala, da una porta secondaria, e si rifugiò nella piccola cappella che si trovava nell’ospedale.

“Signore, nella mia vita ho affrontato situazioni terribili, a partire dalla perdita dei miei genitori, fino allo sventare centinaia di volte la distruzione della terra. Ho sempre cercato di farcela con le mie forze, ma stavolta ho troppo bisogno di te! Ti prego non farle pagare i miei errori, lei non c’entra nulla, sono io che ho sbagliato e sono pronto a rimediare, ma salvale la vita!!”

Le preghiere di Marzio, non senza risparmiargli lunghi tormenti, furono ascoltate. Bunny superò l’intervento. Il medico non voleva sbilanciarsi, la ragazza era quasi del tutto fuori pericolo, ma poteva aver subito dei danni cerebrali che le avrebbero potuto creare gravi problemi.
La gioia della riuscita dell’operazione fu subito cancellata da questa nuova preoccupazione, nessuno aveva pensato a questo tipo di conseguenze. La madre di Bunny aveva, ormai un’aria disfatta a causa delle lacrime versate per la figlia e gli altri visi non erano diversi dal suo.

Le sue amiche non riuscivano ancora a realizzare che Bunny stava combattendo contro la morte a causa di un incidente stradale. Era sempre stata così forte, non si era mai fatta indietro davanti alle difficoltà, aveva combattuto contro mostri, quasi invincibili senza riportare nemmeno un graffio.

“Io non posso crederci! Deve esserle successo qualcosa!” Disse Heles, dando un pugno contro un muro. Per fortuna si trovava in un angolino piuttosto in disparte, perciò nessuno si accorse di questo gesto alquanto fuori luogo in un ospedale.

“Heles, calmati! E poi che vuoi dire?” Le chiese turbata Milena.

“Bunny sarà anche la ragazza più sbadata del mondo, ma ha sempre avuto grande attenzione nel camminare per strada! Ha sempre avuto paura delle auto in corsa e aspettava sempre un sacco di tempo prima di oltrepassare una strada! Lo ricordo benissimo, perché qualche volta, o anche di più, l’ho presa in giro!”

“Vuoi dire che stava scappando da qualcosa quando è stata investita?”

“Direi più da qualcuno! Hai visto Marzio, aveva una faccia stravolta, non ha detto una parola!”

“Heles è normale, la donna che ama di più al mondo corre il rischio di avere gravi danni al cervello o addirittura non sopravvivere e lui che è un medico non può fare altro che guardare e pregare! Non credo che tu al suo posto, avresti una cera diversa!”

“Non sto discutendo su questo, ma sulla sua espressione stranamente colpevole!”

“Heles non è il momento di fare un processo alle intenzioni, o meglio in questo caso all’espressione! Capisco che tu sia sconvolta per Bunny, lo siamo tutte, ma non è il caso di cercare di sfogare il proprio dolore, imputando ad innocenti colpe che non hanno!”

“Sarà come dici tu, ma c’è qualcosa che non mi convince proprio!”

Un medico uscì dalla stanza in cui avevano sistemato Bunny e comunicò alla famiglia che i primi test avevano dato esito positivo e cioè le funzioni cerebrali non erano state compromesse, ma era ancora presto per affermare che era tutto a posto, ma comunque la ragazza stava pian piano riprendendo conoscenza e aveva chiesto di Marzio, il che era un ottimo segno.

Il ragazzo incredulo si precipitò nella stanza.

“Bunny, amore mio…” Le disse, prendendole la mano, accarezzandola con il suo viso e baciandola.

“Ho preso trenta…” Disse la ragazza con la voce tremolante, accennando un dolce sorriso.

“Lo so, piccola mia, sei stata bravissima! Sono molto orgoglioso di te! Ho avuto tanta paura di perderti! Perdonami, ti prego, perdonami!”

“Che è successo…perché sono in ospedale… e di che dovrei perdonarti…”

“Non ricordi niente?”

“No, perché?” Bunny, effettivamente allarmata, cominciò ad agitarsi.

“Amore, stai calma, non sforzarti ti spiego tutto io: stamattina hai superato l’esame e sei venuta di corsa in ospedale per dirmi la bella notizia, nella fretta hai attraversato una strada sbadatamente ed una macchina ti ha investito. Ero lì per caso, stavo andando a casa per farti una bella sorpresa e invece….”

Mentì spudoratamente Marzio. Non era da lui agire in questo modo, ma da quando aveva cominciato la relazione con Doris, così si chiamava la donna che era con lui prima dell’incidente, non aveva fatto altro che mentire alla povera Bunny, perciò egli decise di aggrapparsi con tutte le sue forze a quell’ultimo barlume di speranza, rappresentato dalla semi - amnesia della ragazza.

Era la sua seconda possibilità e non voleva mandare tutto all’aria, la loro vita insieme, i loro progetti, il loro amore per un’avventuretta senza importanza. Considerava un miracolo già il fatto che Bunny fosse riuscita a cavarsela solo con qualche graffio, figuriamoci quell’amnesia, capitata proprio al momento giusto. Era stato fin troppo fortunato, perché doveva rovinare tutto, rivelando questa verità scomoda.

“Marzio, io mi devo scusare con te…come ho potuto essere così sbadata! Mi dispiace non volevo farvi soffrire tutti…”

“Non preoccuparti, ora è tutto a posto l’importante è che tu sia viva e stia bene! Te la senti di salutare un po’ di gente che è qui per te, senza però stancarti troppo?”

“A dir la verità sono già un tantino stanca, ma voglio vederli lo stesso!”

“Allora ti concedo solo cinque minuti!” Marzio stava per aprire la porta, quando lei lo richiamò, lui si girò e lei gli disse un dolcissimo “Ti amo”, sufficientemente sincero e profondo da fargli pesare ancora di più il senso di colpa.

Da quel momento Bunny non fece che migliorare, non subì alcuna conseguenza per l’incidente fortunatamente. Marzio passava praticamente tutto il suo tempo, libero e non, con lei.
Qualche giorno prima che Bunny uscisse dall’ospedale, Marzio rincontrò quella Doris…

“Ciao Amore, che fine hai fatto? Dopo che sei scappato via quel giorno non ti ho più visto! Mi sei mancato!”

“Doris, devo parlarti!”

“Che succede?”

“Non dobbiamo vederci più … ho fatto un grande errore a cominciare la nostra storia…”

“Ma stai scherzando, vero? Mi stai dicendo che questi ultimi sei mesi sono stati un errore per te? E i nostri progetti, i nostri sogni che fine hanno fatto? Marzio non sono una di quelle donnette da quattro soldi che puoi incontrare in qualsiasi squallido localino, non hai il diritto di trattarmi così?”

“Lo so, ma non sono l’uomo adatto te!”

“Non mi addolcire la pillola con queste frasi di circostanza, non ne ho bisogno, sono una donna sufficientemente matura da non cadere in depressione per questo, ma voglio solo sapere qual è il vero motivo, me lo devi, almeno questo!”

“La verità è che io sto con un’altra ragazza da parecchi anni e l’altro giorno, quando sono scappato via è stato perché lei ci aveva sorpresi, era così agitata che ha attraversato una strada senza badare alle auto ed è stata investita! Ora si è ripresa, sta bene e ho deciso di ricominciare una nuova vita con lei!”

“E nonostante la nostra relazione clandestina, lei ti ha perdonato? Sciocca!”

“Non proprio! La sua mente ha cancellato tutto ciò che è successo!”

“Scherzi? Il destino è stato troppo buono con un essere come te, che ha preso in giro due donne, sinceramente innamorate, per tutto questo tempo! Ma almeno una volta nella tua vita, sei mai stato sincero?”

“Non giudicarmi, ho affrontato un periodo difficile e mi sono attaccato a te, perché eri l’unica che mi potesse capire, ma io amo Bunny più della mia vita e non vorrei farle mai del male! Il mio errore, per quanto sia stato grave, per me, sentimentalmente, non è significato nulla!”

“Non hai il minimo rispetto per me e per i miei sentimenti! Sei un insensibile egoista! Non ho più voglia di ascoltarti! Mi dispiace per quella povera ragazza! Addio!”

Quell’incontro lasciò un po’ di amaro in bocca ad entrambi, ma a Marzio già non importava più nulla, la sua vita, ora, era Bunny e doveva fare di tutto per renderla felice.

Il giorno in cui Bunny fu dimessa, le sue amiche e i suoi genitori, d’accordo con Marzio, le organizzarono una stupenda festa a sorpresa. Bunny era contentissima, aveva bisogno di stare con le persone che le volevano bene. Sentiva come un peso dentro di sé, da cui non riusciva a liberarsi, ma in quel momento era troppo occupata a vedere le facce felici e serene delle sue amiche per pensarci.

In un momento di particolare confusione, Marzio decise di portarla per qualche momento sulla terrazza, giusto per respirare un po’ e stare solo con lei, lontano da tutti gli altri.

“Ce la siamo vista brutta, eh piccola?”

“Si, ma ora siamo qui e tutto il resto non importa!” Detto ciò Bunny si voltò guardando la città e mentre Marzio le cingeva le spalle con le braccia, alzò lo sguardo verso il cielo per ammirare le stelle, più luminose del solito quella sera.

“Ti amo!” Le sussurrò lui nell’orecchio.

“Anch’io! Adoro guardare le stelle, mentre mi tieni stretta a te! Potrei rimanere così per tutta la mia vita!”

“Allora fallo!”

“Eh?” Disse lei girandosi verso di lui con faccia incuriosita.

“Si, testolina buffa, hai capito bene, voglio passare tutta la mia vita con te e voglio che tutto il mondo lo sappia!”

“Marzio ho paura di fraintendere quello che stai dicendo…”

“No, Bunny non stai fraintendendo nulla…” A quel punto si mise in ginocchio davanti a lei.

“Amore mio, vorresti rischiarare tutti i giorni della mia vita con la tua incredibile luce, bellezza e dolcezza? Vuoi sposarmi, Bunny?” Le disse sottovoce, facendole scivolare un anello stupendo al dito.

“Ma certo che lo voglio, come puoi pensare il contrario, lo voglio, lo voglio, lo voglio….” E lo baciò appassionatamente.

Restarono lì ancora per qualche minuto a godersi la serata e anche il fantastico momento, che sarebbe rimasto per sempre scolpito nelle loro menti.

La loro assenza fu ben presto notata, perciò furono trascinati in tutta fretta dentro dalle ragazze, che sembravano piuttosto affamate, non dando loro la possibilità di comunicare la lieta notizia.
La madre di Bunny preparò una cena degna di un banchetto reale per la figlia.

“Bunny, piccola mia, ho preparato questa cena, per la tua guarigione e per quel tuo famoso trenta che non abbiamo avuto il tempo di festeggiare a dovere! Sono contenta che tu sia qui con noi!”

“Mamma ti ringrazio tanto, sono davvero molto contenta, anch’io, di essere qui stasera con voi, tra le persone che più mi sono care! Questa è una sera molto importante per me, oltre che per il fatto di essere viva e in buona salute, ma anche perché Marzio mi ha appena chiesto di sposarlo ed io non potevo che accettare!!”

Sentita la notizia ci fu un’esplosione di gioia di tutti i presenti che si precipitarono a congratularsi con i futuri sposi.

Tutti furono contenti della notizia, tranne Heles, che nonostante le proteste di Milena era ancora un po’ diffidente nei confronti di Marzio e in effetti non si stava affatto sbagliando…

Capitolo 3 : Incognite

Dopo il terribile incidente, Bunny riprese la sua vita nel modo più tranquillo possibile, anche se solo per modo dire…
Non è esattamente tranquilla la vita di una ragazza, che ogni sera tornava a casa esausta per le lezioni all’università e per gli estenuanti pomeriggi, passati tra le vetrine dei negozi, alla ricerca di qualsiasi cosa che avesse attinenza con il matrimonio!
Mancavano due mesi a questo improvviso, ma eccitantissimo evento, e i due futuri sposini erano profondamente turbati.
Ogni notte Bunny si girava e rigirava nel letto, tormentata da incubi confusi che non riusciva a ricordare chiaramente il mattino seguente e anche Marzio soffriva nello stesso modo…. il senso di colpa lo opprimeva, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di liberarsene, rivelando la verità.
Aver tradito la sua adorata Bunny, averla spinta, anche se solo psicologicamente, sotto quella macchina, aver continuato a mentirle, averle promesso un solido matrimonio fondato su un mare di bugie, non erano certo cose di cui andava fiero… forse faceva bene a nascondere tutto!

Durante uno dei frenetici pomeriggi di shopping, le ragazze decisero di fare una puntatina in un bar aperto da qualche tempo e i cui frullati avevano riscosso un gran successo, per concedersi un breve break.
Tutte erano super indaffarate nel discutere di ogni minimo particolare del matrimonio e logicamente litigare su ogni più piccolo dettaglio, ma non proprio tutte erano così attente.
Erano minuti che la cannuccia saliva e scendeva nel mega - frullato alla fragola che le altre le avevano imposto di provare, ma di assaggiarlo, Bunny, non ne aveva la minima voglia. E pensare a quante volte lei e Rea avevano bisticciato per la sua golosità!
Troppi pensieri le affollavano la mente, ma le sue amiche non sembravano minimamente accorgersene e lei dal canto suo non prestava affatto attenzione ai loro discorsi, che nella sua mente risuonavano come un lontano chiacchiericcio.

“Bunny che c’è?”

“Niente Heles, non preoccuparti.”

“Non direi che non c’è niente, visto che è un bel po’ che non dici una parola e che guardi quella cannuccia, come fosse la soluzione di chissà quale complicato enigma!”

“Ma non opprimerla con questi discorsi, Heles, è solo un po’ stanca per i preparativi!” Le disse Rea con fare saccente

“Smettetela voi!! Siete troppo occupate nel discutere di nastri e fiocchetti per rendervi conto che la vostra migliore amica non sta per niente bene e che è tormentata da qualcosa!!” Gridò, Heles, alzandosi dalla sua sedia e sbattendo una mano sul tavolino.

“Bunny è vero? Che c’è che non va?” Le chiese titubante Marta.

“Non vi preoccupate, ragazze, va tutto bene! Sapete com’è Heles, è sempre troppo protettiva nei miei confronti!”

“E invece ha ragione, ti si legge negli occhi che hai qualche problema!” La esortò Amy.

“Si tratta di problemi che non vi interessano… si risolveranno da soli… o almeno lo spero…”

“Parlacene!”

“Rea ti ho detto che è una cosa che non vi riguarda!” Continuò lei con un tono pacato e lieve, come se stesse in bilico tre il sonno e la veglia, forse perché continuava a fissare continuamente quella benedetta cannuccia.

“Bunny non puoi tirare il sasso e nascondere la mano!! Adesso devi dirci tutto!! E’ vero che io sono molto protettiva nei tuoi confronti e proprio per questo devi darmi delle motivazioni per cui non dovrei farlo!”

“Se proprio volete saperlo il problema è che Marzio ultimamente mi sfugge!!”

“Che vuol dire <ti sfugge> temo di non aver capito!” Disse perplessa Marta.

“Vuol dire che quando mi parla non mi guarda mai negli occhi, che ormai non mi coccola più…”

“Non pensi che magari sia stressato dal lavoro e dai preparativi del matrimonio?” Le domandò Rea cercando la ragione apparentemente più logica.

“L’avrei pensato anch’io se non fosse che dall’incidente i suoi turni sono diventati molto meno gravosi! E comunque abbiamo affrontato situazioni molto più emotivamente e fisicamente stressanti di un matrimonio!”

“Quindi è quasi sempre a casa?”

“Si, ed è proprio questo l’assurdo, non mi degna di uno sguardo, nemmeno quando gli sono seduta a fianco!”

“E’ un comportamento strano, anch’io fossi in te avrei dei dubbi!! Se stessi per sposare la persona che amo, sicuramente sarei spinta dal mio desiderio e dal mio amore a coccolarla di più, a passare più tempo con lei e non ad ignorarla, come sta facendo lui! Bunny so di essere caustica, ma hai pensato all’eventualità che ci sia un’altra?”

“Si, Heles, ma credimi, non ne avrebbe proprio il tempo! Vi ho già detto che dall’incidente lavora molto, molto meno di quanto faceva prima e appena finito il turno è a casa! Me lo ha confermato Nina, che ha i turni coincidenti con quelli di Marzio!”

“Non vorrei essere indiscreta, ma da ‘quel’ punto di vista, come va?” Le chiese un po’ imbarazzata Rea.

“Macché!! Dalla sera della festa non mi ha più toccata e sono ormai passate tre settimane….”

“Allora è compito tuo riaccendere la fiamma dell’amore, cara Bunny!”

“Mi dispiace dirlo, ma stavolta ha ragione Marta! Sei tu a doverlo stuzzicare, magari è solo questione di abitudine!!”

“Dubito che tu abbia ragione, Rea!”

“Ma che ne sai, Heles, proprio tu che ormai sono secoli che non esci con un ragazzo!”

“Questo non c’entra niente!! Non è certo colpa mia se tutti i ragazzi sono materiali e hanno una sola ed unica cosa in testa!!”

“Concordo, ma si tratta di un altro discorso! Bunny perché piuttosto stasera, non prepari una romantica cenetta per te e per Marzio? Magari così gli dai la scossa che gli serve per tornare a coccolare la sua principessa come ha sempre fatto!”

“Ottima idea, Marta! Ma come farò è già tardi!!”

“Corri al supermarket e compra tutto ciò che ti serve!! Ricorda che non è tanto importante cosa cucinerai quanto l’atmosfera che riuscirai a creare! Mi raccomando non scordare la musica e le candele!”

“Ok, vado!”

Bunny si alzò di scatto dalla sedia e stava già per correr via, quando di colpo cadde giù, come un castello di carte e se non fosse stato per Heles sarebbe finita dritta per terra.

“Bunny che ti succede?”

“Non lo so forse mi sono alzata troppo do fretta…non lo so…so solo che le gambe non mi hanno retto più e che tutto mi girava davanti agli occhi..”

La rimisero subito sulla sedia porgendole un bicchiere d’acqua che sorseggiò molto lentamente. Non riuscì a spiegare con sicurezza ciò che le era accaduto, ma imputandolo un po’ allo stress e un po’ al pranzo saltato riuscì a scappare via dalle sue amiche e correre al supermarket più vicino.

Si sbrigò in fretta, acquistò tutto il necessario per preparare un’ottima cena.
Appena arrivò a casa si mise subito all’opera e tra una spadellata e una ribollita non mancò di pensare alla prima volta in cui cucinò per Marzio…

… quella volta c’era anche Chibiusa e ce l’aveva messa davvero tutta per dimostrare loro che ci sapeva fare e soprattutto per dimostrare a Marzio che aveva fatto un grosso errore a lasciarla…

Anche adesso stava cucinando per lui, per fargli capire quanto l’amava e per ricordargli che era una donna e non solo una ragazzina….per fortuna, però era molto migliorata in cucina. Quante volte Marzio era stato la cavia delle sue ricette, inventate sul momento, o lo sfortunato giudice di biscotti o troppo crudi o troppo… bruciati.
I ricordi erano troppi e per evitare di compiere qualche disastro che le avrebbe rovinato la serata, Bunny decise di concentrarsi unicamente sul cibo.

Quando finì, ripulì per bene la cucina, per non lasciare tracce e apparecchiò una stupenda tavola per due, con decine di candele che avrebbe acceso più tardi e con uno stereo già pronto per l’uso.

“Le candele, ci sono; la musica, c’è……” Bunny traballò un’altra volta.
Si sentì la terra franarle sotto i piedi, ma per fortuna questa terribile sensazione durò poco.

“Maledetto stress… volevo farmi una doccia per sistemarmi un po’, ma credo che mi servirà più un bagno caldo per rilassarmi un po’… poco male, tanto il tempo c’è!”

Il bagno non durò poi tanto a lungo, ma Bunny ebbe il tempo di distendere un po’ i nervi e non pensare a nulla. Si preparò in modo impeccabile: si raccolse i capelli dietro la nuca, lasciando libero qualche ciuffo ribelle, proprio come piaceva a Marzio; indossò un vestito corto di seta azzurra, molto semplice, le cui sottili bretelle erano illuminate alcuni brillantini come l’orlo della gonna e infine calzò un paio di scarpe con il tacco alto che la rendevano più grande di quello che era.
Non si truccò molto, non ne aveva effettivamente bisogno, ma non scordò di mettersi il profumo preferito di Marzio.

Quando il ragazzo entrò, fu scioccato, pensava addirittura di aver sbagliato appartamento, non riusciva a credere che quella sorpresa era per lui.
Ne fu incredibilmente entusiasta, ma insieme alla gioia, in lui crebbe ancora di più il senso di colpa per quello stupido tradimento che gli stava e che gli sarebbe costato tanto.

“A che devo tutte queste attenzioni?” Chiese perplesso.

“Ci deve essere per forza un motivo se decido di preparare un’ottima cenetta al mio dolce e stupendo futuro marito?” Gli rispose, sfilandogli il soprabito e accompagnandolo alla sedia.

“Non necessariamente, ma vorrei sapere come fare per ricevere questo trattamento più spesso!” Le disse scherzando.

“Non preoccuparti del futuro, pensa solo a goderti questo momento! Ora stai tranquillo e rilassati, penso a tutto io!”

La cena andò perfettamente, Bunny si rese conto che era stata piuttosto ingenua e che Marzio l’aveva “ignorata” semplicemente perché lo aveva fatto anche lei, non andando più a prenderlo all’ospedale o comunque non pensando a fargli dolci sorpresine, come quelle di quella sera.

Si comportarono come due novelli fidanzatini, si tennero la mano per tutta la serata, si scambiarono paroline dolci e languidi sguardi, insomma si era riaccesa quella famosa fiamma, che in realtà si era semplicemente un po’ affievolita.

Era giunto il momento del dolce e Bunny tutta contenta si diresse verso il tavolo per mostrare il suo capolavoro a Marzio, quando di nuovo la testa cominciò a girarle, ma stavolta non bastò l’impatto con il pavimento o il frastuono del piatto andato in pezzi a farla tornare in sé, a stento, infatti riuscì a raggiungere il bagno e rimettere tutta la cena e probabilmente anche la colazione.

“Bunny come va? Ti senti n po’ meglio?”

La ragazza pallida come un lenzuolo si affacciò sulla soglia del bagno, intimidita più dall’aver rovinato la serata che dalla preoccupazione di ciò che le stava accadendo.

“Mi sento uno straccio… per aver rovinato la serata…”

“Piccolina, vieni qui!” Le disse Marzio, facendola sedere sulle sue gambe.

“Amore non devi preoccuparti della serata, ma piuttosto della tua salute!! Per me stasera è andato tutto perfettamente e questo è solo un piccolo incidente, di cui tra un paio di giorni avremo dimenticato tutto!! Non piangere… non ce n’è affatto bisogno!”

“…”

“Ti amo e questa serata è stata stupenda, credimi!” E dicendole ciò le asciugò i lacrimoni che le stavano scendendo, copiosi, dagli occhi e le diede un lungo bacio.

“Come mai hai avuto questo mancamento? Hai mangiato qualcosa di scaduto o a cui sei allergica?”

“No, non credo! L’ultima volta che ho toccato cibo è stato stamattina a colazione, ora abbiamo cenato con roba freschissima e non sono allergica a nulla!”

“E’ la prima volta che ti succede?”

“A dir la verità oggi è già la terza volta che ho dei forti capogiri, ma non ho mai rimesso!”

“Credo che dovremo fare delle analisi, piccola, ma solo per essere sicuri, potrebbe essere una banale influenza!”

“Mi dispiace, avevo sperato in un dopocena ricco di coccole e invece…”

“Nessun invece, che ne dici di coccolarci un po’ sul divano e dormire abbracciati stretti, stretti?”

“Dico, che è una stupenda idea! Ti amo, Marzio e…grazie!”

“Ti amo anch’io piccola mia…..non sai quanto!”

Capitolo 4 : Certezze

Quella mattina Bunny, un po’ perché seriamente preoccupata per le sue condizioni, un po’ perché Marzio l’aveva praticamente costretta, decise di andare a farsi visitare dalla sua dottoressa, per togliersi ogni dubbio circa la sua salute.
Negli ultimi giorni i suoi giramenti di testa erano aumentati e in più vi si erano aggiunti un senso di perenne spossatezza, e una fastidiosa nausea.
A dir la verità, se Marzio non se ne fosse accorto, lei avrebbe ignorato e nascosto il suo precario stato di salute e non potendo più nascondersi dietro la scusa dell’influenza, visto che dopotutto Marzio era pur sempre un medico, aveva dovuto farsi controllare.
Stava vivendo un periodo troppo felice per rischiare di perdere tutto in un baleno. Aveva un ragazzo che viveva per lei e che stava per sposare, delle amiche stupende che la incoraggiavano e sostenevano in ogni circostanza e in più la terra stava vivendo un periodo di pace assoluta, Bunny non riusciva proprio a capire il motivo per cui avrebbe dovuto complicarsi la vita con una visita ospedaliera.

Da circa mezz’ora la ragazza stava aspettando nella sala d’ingresso dell’ambulatorio della dottoressa Miller e nel frattempo tutti questi pensieri le balenarono in testa. Da quando era morto suo nonno, non aveva più sopportato la vista degli ospedali e sebbene questo suo rigetto, la facesse stare malissimo, si era tenuta tutto dentro per non preoccupare chi le stava accanto. Era da qualche settimana che si sentiva strana, che si era accorta che qualcosa in lei non stava andando come doveva, ed era consapevole che non si trattava solo di stress o di una semplice influenza…
Temeva quello che sarebbe potuto accadere! Da quando era diventata Sailor Moon si era preoccupata più per la salvezza del mondo che per la sua salute. Quanto le sembrava assurdo, lei che aveva salvato il mondo dal male, ora rischiava di essere consumata dal male.
Aveva sempre pensato che i nemici, i mostri e le streghe erano qualcosa che seppur negativo, era possibile combattere, respingere e sconfiggere, ma qualche malattia no!! Aveva assistito alla lenta morte di qualche persona, anche molto giovane, quando aveva fatto volontariato in ospedale, per stare così vicino a Marzio facendo del bene, e quell’esperienza l’aveva segnata dentro, profondamente.
Non solo si ha un male dentro che ti lacera, ma sei costretto anche a vedere le persone che ami, che nonostante i loro sforzi di dissimulare il loro dolore, si distruggono nel vederti in quelle condizioni e mentre muori tu, muoiono anche loro assieme a te, anche se in modo diverso…. No.. Bunny non avrebbe permesso questo, avrebbe preferito scappare via da tutto e da tutti e magari tornare un giorno lontano se il destino glielo avesse permesso… non avrebbe mai accettato di vedere i suoi genitori, le sue amiche, il suo Marzio soffrire, così, per lei…

Un bambino seduto dritto davanti a lei, con la manina in quella della mamma e un orsacchiotto stretto con l’altra mano, la fissò a lungo, fino a quando lei non se ne accorse e gli sorrise.
In quel momento preciso entrò l’infermiera per chiamare Bunny, il cui turno era arrivato…. Che cosa singolare, appena poche ora prima si era sentita come quel bimbo… tranquilla, serena, protetta dalle braccia di qualcuno che la amava ed ora stava tremando di paura per quello che avrebbe potuto dirle la dottoressa.

Bunny spiegò alla donna i suoi malesseri di cui soffriva tentando di minimizzare il più possibile ogni cosa, ma la risposta che ottenne fu quasi una condanna per lei. In realtà la dottoressa le disse solo che erano necessarie delle analisi, perché su due piedi, non poteva farle una diagnosi, ma la ragazza fu terribilmente terrorizzata al pensiero di aghi, flebo e provette. Suggestionabile com’era, poi, cominciò ad immaginare schiere di dottori che le tagliuzzavano il corpo, come facevano alle rane al corso sperimentale di medicina, secondo quello che le raccontava Marzio.
Dopo una mattinata passata tra siringhe, analisi di vario genere e liquidi strani, la dottoressa riconvocò Bunny nel suo studio per comunicarle l’esito degli accertamenti.

“Allora Bunny, come ti senti?” Le chiese la dottoressa Miller, che conosceva la ragazza fin da quando era bambina, l’aveva vista molto preoccupata, perciò aveva intuito che si trattava di qualcosa di più serio di ciò che tentava di riferirle lei.

“Sono un po’ stanca, da quando sono arrivata non hanno fatto altro che prelevarmi sangue, farmi raggi da tutte le parti e farmi bere strane sostanze… avrei proprio bisogno di riposo, ma ciò che mi preme di più in questo momento è sapere qual è la causa dei miei mancamenti.. sono davvero molto preoccupata!!” Bunny, non era affatto cambiata. Sin da quando era piccina, non era mai riuscita a nascondere i suoi punti deboli, le sue paure, le sue preoccupazioni, e proprio come allora i suoi occhi lucidi erano così bisognosi di rassicurazioni e tranquillità, che la dottoressa evitò i convenevoli e andò subito al sodo.

“In effetti ti vedo molto agitata, perciò non aspetterò oltre: dalle tue analisi non risulta nulla di anomalo!”

“Vuol dire che sto bene?” Le chiese la ragazza molto eccitata, quasi incredula.

“Non proprio… per ottenere i risultati dei test più specifici ci vorranno un paio di settimane…. Vedi i tuoi valori rientrano nei parametri standard, ma questi tuoi svenimenti improvvisi e nausee, non possono provenire dal nulla, perciò temo che dovrò mandare il responso definitivo…”

“Ma come? Io tra due giorni mi sposo!!! Non posso rimandare tutto a data da stabilirsi!! Oddio dottoressa non si può proprio far nulla? La prego, è tanto che aspetto quel giorno…” Bunny era già in lacrime, non si sarebbe mai perdonata di aver mandato all’aria le nozze, avrebbe deluso tutti: Marzio, i sui genitori, le sue amiche… e tutto a causa di qualche forte giramento di testa. Non voleva rovinare la festa a tutti e poi erano anni che sognava quel giorno, ogni bambina fantastica sul giorno del matrimonio, sul vestito, sui fiori, sul ricevimento ed ora che lei era così vicina a quel suo sogno, tanto da poterlo quasi toccare, non voleva lasciarlo scappare via.

“Calmati, Bunny, il fatto che dalle prime analisi non sia emerso nulla di preoccupante, è già un ottimo segno, quindi credo che tu possa evitare tranquillamente di rimandare il matrimonio, a patto che ti riposi a sufficienza e non ti affatichi troppo!” Le disse la dottoressa sorridendole dolcemente. Com’era buona! Bunny ricordava ancora, quante volte, da piccola, aveva pianto perché non voleva farsi delle iniezioni e la dottoressa le aveva promesso dei gran lecca lecca che puntualmente le regalava, dopo quel breve e agognato pizzicotto al sederino, provocatole dall’ago della siringa.

“Dice davvero?” Le chiese la ragazza intravedendo uno spiraglio di luce, nel tunnel di paura in cui era precipitata.

“Certo, ma mi raccomando tieniti lontano dai forti stress… anche se si tratta del tuo matrimonio!!”

“Promesso… a proposito, dottoressa, potrebbe evitare di rivelare la verità a Marzio? Si preoccuperebbe troppo! <Si tratta solo di un po’ di stress >, vero?” Le chiese Bunny con un’espressione molto eloquente. Se Marzio avesse saputo che non c’era ancora una prognosi definita, avrebbe sicuramente cominciato a farle paranoie, fino a rimandare le nozze a data da stabilirsi. Certe volte era davvero ossessionante, soprattutto se si trattava della salute di Bunny. Quando le era capitato di ferirsi durante un combattimento, lui non aveva fatto altro che medicarle e controllarle le ferite ogni minuto… proprio un esagerazione! Figuriamoci se avesse saputo che lei non stava davvero bene.

“D’accordo… si tratta solo di stress pre-matrimoniale, ma tu sta attenta!”
La dottoressa non ebbe il tempo di terminare la frase che già Bunny era corsa via.

I giorni successivi volarono in un lampo, cosicché il tanto sospirato matrimonio arrivò.

Bunny era semplicemente splendida, come tutti gli altri invitati che si erano “tirati a lucido” per l’occasione, ma gli occhi le si illuminavano di una luce particolare, e non solo perché era la sposa.. si trattava infatti di un bagliore dolce e intenso… era proprio la luce dell’amore.
Si trattò di una cerimonia molto semplice, all’aperto in un grande giardino, tra il verde e i fiori, proprio come voleva Bunny.
Tutto era perfetto, per non parlare di Marzio, che nel suo smoking era a dir poco meraviglioso.
I due neo - sposi trascorsero tutta la giornata a ringraziare gente, a chiacchierare e ascoltare altre persone di cui in fondo non gli importava molto.
L’unico momento in cui poterono ricongiungersi, dopo il fatidico sì, fu quando li costrinsero a ballare al centro della pista da ballo, sotto un cielo illuminato da migliaia di stelle.

“Scusi ma lei è mia moglie? Stamattina mi era sembrata molto diversa…” Le disse Marzio stringendola, mentre ballavano. Effettivamente i due non avevano avuto molte occasioni per poter stare insieme durante quella giornata, erano riusciti di sfuggita a dirsi solo qualche parola.

“Dai, non scherzare… comunque è vero.. è il giorno del nostro matrimonio e siamo stati poco e niente insieme…”

“Ma scherzi?? E tutte quelle foto che ci hanno fatto fare, dove le metti?”

“Ti prego, non me lo ricordare!!” E dicendo ciò gli poggiò la testa sulla spalla.

“Sei stanca?”

“Abbastanza! Sai stare al centro dell’attenzione non è facile… anche adesso ci stanno guardando e ciò un po’ mi limita… vorrei almeno dare un bacio al mio dolce maritino!”

“E perché non puoi farlo? Adesso siamo ufficialmente sposati, nemmeno tuo padre potrà avere nulla da ridire se ci baciamo in pubblico!” Le disse lui ridendo.

“Ma lo sai che non ci avevo proprio pensato?” Gli rispose stranita, in effetti non aveva pensato a questo fatto. Tutte le volte che i due ragazzi si trovavano con i genitori di lei, erano stati ben lontani dal scambiarsi qualche piccola tenerezza o qualche languido sguardo, proprio per evitare l’ira “funesta” del padre, anche se i due ragazzi vivevano insieme, perché come dice un vecchio proverbio: “Occhio non vede, cuore non duole!”.

“E tu lo sai che sei bellissima?”

“Si, me l’ hanno detto un po’ di persone oggi… anzi, in particolare un pinguino in smoking me l’avrà ripetuto circa 1000 volte da questa mattina, chissà chi era…”

“Sciocchina!”

La canzone stava terminando, ma i due si fermarono, incuranti degli sguardi altrui e si baciarono appassionatamente.

Anche quel dì meraviglioso, svanì lasciando solo qualche album di foto e qualche ricordo nella mente di chi aveva vissuto quel felice evento. Bunny e Marzio, non poterono concedersi una lunga e meritata luna di miele, poiché lui non aveva a disposizione dei giorni di ferie e in ospedale avevano bisogno di lui, mentre Bunny un po’ indietro con il programma universitario, doveva recuperare il tempo perso, fra l’incidente e i preparativi per il matrimonio, perciò decisero che l’avrebbero rimandata ad un periodo in cui entrambi sarebbero stati più tranquilli e meno impegnati.

La loro vita da sposati cambiò anche se non radicalmente, da quella di prima. Ora Marzio aveva ottenuto per lo meno un orario di lavoro, molto più flessibile, e poi ricevevano molto più spesso visite da parte dei loro amici o dei genitori di lei, che inizialmente non erano stati poi così contenti della loro convivenza, sebbene non avessero ostacolato la figlia.

Finalmente i due cominciavano a godersi i benefici della convivenza, poiché prima non ne avevano mai avuto il tempo. Ogni sera si accoccolavano sul divano, guardando qualche film con dei popcorn, oppure si concedevano qualche cenetta romantica vicino al caminetto seduti per terra, insomma avevano una vita perfetta, senza tralasciare il fatto che Marzio non perdeva mai occasione di farle qualche piccolo regalino, di viziare Bunny o mandarle durante le ore più assurde della giornata degli enormi mazzi di fiori multi colori.
L’unico neo di quell’apparente perfezione era l’angoscia che la ragazza covava nel cuore in previsione dei responsi di quelle benedette analisi. Bunny non faceva che ripetersi che si stava preoccupando troppo e probabilmente il fatto che avesse deciso di tenersi tutto dentro e non confidare nulla a nessuno, comprese le sue amiche, certo non migliorava le cose. Le era capitato di avere in proposito degli incubi che la torturavano durante la notte, per fortuna, però Marzio aveva il sonno molto pesante e non se ne era mai accorto. Per quanto riguarda i sintomi, era vero che i mancamenti erano notevolmente diminuiti, ma la nausea no, anzi. Quasi ogni mattina scappava in bagno a vomitare fino ad avere gli spasmi, ma purtroppo Bunny non sapeva proprio come rimediare.

Le due settimane concordate passarono e Bunny nonostante i suoi timori andò dalla dottoressa. L’attesa non fu lunga e lo sguardo con cui la donna la accolse nel suo studio la rassicurò. Quel viso materno stava tentando di comunicarle ciò avrebbe saputo presto, ma soprattutto la stava spingendo a tranquillizzarsi.

“Bunny, allora, come ti senti oggi?”

“Insomma, dottoressa, anche stamattina ho vomitato e credo che andando avanti così presto se ne accorgerà anche Marzio che c’è qualcosa che non va.” Le rispose la ragazza impaziente di ascoltare la diagnosi.

“Certo che Marzio presto si accorgerà che gli stai nascondendo qualcosa, ma non come pensi tu?” La dottoressa le rivolse uno sguardo ammiccante. Che voleva dire con quelle parole? E perché con quello sguardo era riuscita a far crollare quel minimo di barriere che si era costruita intorno a sé?

“Non capisco.. la prego dottoressa, lei mi conosce da quando sono nata, per favore mi dica cos’ ho, perché quest’attesa estenuante, mi ha davvero stremato! Mi sono sposata da appena due settimane e ho troppa paura di perdere tutto, per riuscire a capire i messaggi fra le righe, che sta tentando di lanciarmi!”

“Bunny stai tranquilla!! Quello che sto cercando di farti capire io è che Marzio si accorgerà del tuo cambiamento visto che nei prossimi nove mesi ingrasserai visibilmente!! Bunny i tuoi malesseri sono dovuti al fatto che sei incinta!!”

La ragazza, piuttosto impreparata a questa notizia, si ammutolì improvvisamente e il suo viso cominciò a diventare pallido.

….Un bambino…e chi se lo immaginava….

“Oddio dottoressa, io non ci posso credere, stavo per morire dalla paura e invece si tratta di una cosa così bella e speciale!!” Bunny stava riprendendo colore. Il fatto che fosse qualcosa di così inatteso, l’aveva presa molto alla sprovvista, ma ora che stava più o meno realizzando qual’era la realtà dei fatti, i suoi occhi si stavano pian piano illuminando di una luce talmente dolce e pura che ogni segno di iniziale titubanza era stato cancellato.

“Esattamente sei incinta da un mese e mezzo!”

“Quindi dalla sera in cui Marzio mi chiese di sposarlo… Marzio…” Bunny sussurrò queste parole, pensando poi realmente a Marzio.

Spesso gli era capitato di fantasticare sui loro figli, sul loro colore d’occhi, sui loro capelli, sulle loro somiglianze e caratteri, ma i due non avevano mai affrontato seriamente l’argomento, proprio perché il fatto di aver conosciuto Chibiusa era stata per loro una garanzia circa quello che sarebbe stato il loro futuro, ma facendo bene i conti, la bambina sarebbe dovuta nascere 4 anni dopo e non poteva certo aver anticipato la sua nascita…
Marzio aveva sempre detto, che avrebbe voluto programmare la nascita dei suoi figli, perché voleva essere presente in ogni momento della loro vita, senza doversi scapicollare tra famiglia e lavoro, ma questa gravidanza così inattesa e improvvisa aveva sballato ogni genere di pianificazione. Chissà come l’avrebbe presa….

La dottoressa Miller prescrisse a Bunny alcune vitamine e ricostituenti, garantendole che presto anche le nausee sarebbero svanite e le diede appuntamento per la settimana successiva, per la prima ecografia… avrebbe già potuto sentire il cuore del suo bambino….che assurda situazione… fino a qualche minuto prima Bunny stava tremando all’idea di essere gravemente malata ed ora era così felice, anche se preoccupata per la reazione di Marzio, e stava parlando di suo figlio!!

Bunny uscì dallo studio, felicissima per la bella notizia, dopotutto Marzio ne sarebbe stato entusiasta anche lui, era così dolce e stupendo che non avrebbe potuto reagire diversamente.
La ragazza sentì il bisogno di parlarne con qualcuno di fidato e particolarmente discreto, perché avrebbe voluto dirlo più avanti a suo marito, perciò decise di chiamare Heles e parlarne con lei.

Per quanto quest’ultima non si fidasse ancora di Marzio, dopo l’episodio dell’incidente, guardando Bunny e la gioia che spirava da tutti i pori della ragazza, non poté che essere contenta per l’amica. La sua felicità era una priorità assoluta per Heles e se ciò significava stare con un uomo che non si era mai sprecato in giuste e dovute spiegazioni riguardo quel famoso incidente, lei si era imposta di accettarlo, anche se non lo approvava.

Bunny fu particolarmente adorabile nei confronti di tutti, dopo aver scoperto di aver un’altra vita dentro di sé e il suo cambiamento non passò inosservato, soprattutto da Marzio, il quale ogni giorno veniva sommerso di coccole, abbracci e manifestazioni di affetto… non che la cosa gli dispiacesse.
Molte volte, la ragazza si era fermata in qualche negozio per l’infanzia, per osservare quei minuscoli e tenerissimi vestitini, che presto anche il suo bimbo avrebbe indossato. Aveva acquistato una marea di libri, gelosamente nascosti, che leggeva quando era sola a casa, aveva persino cominciato a parlare a quell’esserino che per quanto ancora piccino era già tanto amato e desiderato. A volte gli aveva persino raccontato qualche favola o cantato qualche dolce ninna nanna.

La settimana seguente Bunny, più eccitata che mai, andò a farsi fare l’ecografia… che emozione sentire il cuore del suo bambino. Non si poteva ancora distinguere se si trattasse di un maschietto o una femminuccia, ma alla ragazza non importava, ciò che era fondamentale è che fosse sano e forte.
La ragazza si sentiva un po’ spaesata nel vedere quelle strane ombre nel monitor, non ci aveva capito molto, nonostante la dottoressa ogni tanto indicandole qualche strana macchia le diceva quale parte del corpicino del suo bimbo fosse.
Quando ebbero terminato, Bunny ebbe alcuni fotogrammi dell’ecografia, sembravano molto simili a foto istantanee. Quell’esperienza per lei era stata troppo importante per avere il coraggio di negare a Marzio il diritto di parteciparvi anch’egli, perciò decise che quel pomeriggio stesso gli avrebbe rivelato tutto.

Andando verso l’ospedale si trovò a passare davanti ad una vetrina di un negozio per neonati e notando un paio di scarpine carinissime, decise di acquistarle, infilò, poi, nel pacchettino, che avrebbe dato a Marzio, le immagini dell’ecografia e un bigliettino con su scritto “Ciao papà!”. Bunny era entusiasta di quell’idea molto dolce, in cui avrebbe fatto sapere a Marzio la verità e tutto sarebbe andato ancora meglio, se non avesse avuto un altro mancamento.

Stavolta però non si trattò di uno dei soliti capogiri, ma la vista le si annebbiò completamente ed ebbe come un flash dell’incidente che aveva avuto tempo prima. Non era la prima volta che le accadeva, il medico le aveva detto che sarebbe potuto succedere, ma in genere si trattava di immagini sfocate, confuse, mentre stavolta aveva avuto la nitida visione di se stessa che correva, rincorsa da Marzio…
La ragazza non vi prestò molta attenzione, la sua mente era proiettata altrove, al suo bimbo e alla reazione di suo padre. Dopo qualche secondo di riassestamento, riprese il suo camino verso l’ospedale, ma Marzio era andato al bar di fronte, dove spesso si erano incontrati altre volte, perciò lo raggiunse lì.

Inizialmente non lo notò perché era di spalle e soprattutto in compagnia, in seguito, Bunny si rese conto di ciò che stava succedendo. Marzio era seduto ad un tavolo con una donna… La stessa donna che il giorno dell’incidente aveva visto con lui… ora tutte le immagini, che confusamente le erano venute in mente, si stavano riordinando in ordine chiaro e cronologico…
Bunny ricordò improvvisamente tutto, ma stavolta decise di non scappare davanti al destino. Ormai era una donna matura, presto avrebbe dovuto dare alla luce un bambino e non voleva scappare ancora, doveva affrontare la situazione, per quanto fosse orribile.. doveva farlo per lei, per rispetto verso se stessa, aveva già ignorato una volta, sotterrando tutto nei meandri della sua mente e soprattutto doveva farlo per quella vita innocente che stava crescendo dentro di lei.

Raccogliendo tutte le forze che aveva in sé, si preparò alla battaglia… la più lunga e difficile della sua vita… contro se stessa e contro i suoi sentimenti…

“Ciao Marzio… non mi presenti la tua amica?” Disse Bunny presentandosi alle spalle di suo marito e sedendosi accanto a lui, con aria molto tranquilla.

“Marzio, che non si aspettava quella sorpresa così all’improvviso, sbiancò completamente. Era tempo che non rivedeva Doris e non sapeva perché quel giorno aveva voluto rivederla… forse si trattava di qualcosa già scritto…

“S..si, amore… questa la signora Doris Helliot, una mia paziente!” Le disse quasi balbettando per la paura e la tensione. Il senso di colpa che nei primi periodi quasi lo soffocava, pian piano si era affievolito, soprattutto dopo il matrimonio. Era convinto che il fatto di averla sposata, provava quanto l’amasse e che Doris era stata solo l’avventura di un momento, ma adesso averle davanti tutte e due, faccia a faccia, lo agitava da morire, sapeva che alla fine Bunny avrebbe scoperto tutto, non era così stupida, da non capire che le stava spudoratamente mentendo.

La signora, molto elegante e distinta, porse la mano a Bunny la quale se ne infischiò completamente… che le importava in fondo di apparire maleducata, con la donna che la aveva derubata del suo grande amore.

“Caro, immagino che la signora sia una tua affezionatissima paziente…” Disse Bunny sarcastica. In fondo ogni frecciatina che faceva prima colpiva lei in prima persona, come una pugnalata al cuore e poi i due, ma doveva farlo, doveva dimostrare che non era stupida.

“Ora non esageriamo, Bunny, io e la signora abbiamo deciso di venirci a prendere un caffè, visto che io non avevo pazienti in attesa e lei ne stava prendendo uno a quelle orribili macchinette in ospedale!” Le disse tentando di stemperare la tensione.

“Anche il giorno in cui sono andata a finire sotto quella macchina, stavate vendo a prendervi un caffè, teneramente abbracciati?” Disse Bunny, visibilmente arrabbiata. Era giunto il momento di finirla con i giochi di parole. Lui doveva smetterla di mentirle, chissà da quanto andava avanti quella farsa, forse non era mai finita, per quanto ne sapeva lei, magari il giorno stesso del loro matrimonio, lui era corso dalla sua amante… che schifo!! Bunny provò un forte ribrezzo bei confronti dei due fantocci che la guardavano stupiti. Quella donna in fondo non c’entrava niente, ma lui.. lui che le aveva giurato amore eterno, che avrebbe governato con lei la futura Crystal City, che l’aveva sposata e illusa davanti a tutti i loro amici… lui proprio no, avrebbe dovuto pagare amaramente tutto il dolore che le stava causando.

“Aspetta, Bunny, non è come pensi… posso spiegarti…” Provò a dirle lui

“Cosa vorresti spiegarmi?? Cosa? Sono nauseata da tutta questa situazione e soprattutto da te!! Anzi a proposito di nausee, guarda che bella sorpresa avevo per te!!” Disse la ragazza più sprezzante che mai lanciandogli il pacchetto.

Marzio profondamente preoccupato e terrorizzato da ciò che stava accadendo, non immaginava nemmeno quanto ancora avrebbe aggravato la situazione quel pacchetto. Lo scartò nervosamente e quando ne vide il contenuto, fu come sollevato, per ché riusciva a vedere in quelle scarpette, l’ultima possibilità che aveva di riprendersi la sua Bunny, ma si sbagliava…
“Bunny, amore mio, non posso crederci… è la notizia più bella che tu potessi darmi….” Le disse avvicinandosi per abbracciarla, ma lei fu più rapida e si scansò.

“Ti sbagli, perché ora sai che tra meno di nove mesi ci sarà un bambino che solo biologicamente sarà tuo figlio…” La ragazza non riuscì a terminare la frase che lui la interruppe.

“Che vuol dire quel <solo biologicamente >?”

“Che non lo vedrai mai!! Farò di tutto per dare tutto a mio figlio, compreso un padre e certo non sarai tu, fidati!!”

“Che vuoi dire con questo Bunny!! Io ti amo e tu mi ami, non capisco perché tu stia facendo questo genere di discorsi! E poi ricordati che quel bambino è anche mio!”

“Non sarà difficile annullare ogni tuo diritto, dimostrando che la tua infedeltà risaliva sin da prima del nostro matrimonio! E comunque certo non ti aspetterai che io ti riaccolga in casa come se niente sia successo, solo perché sono incinta?? Marzio le nostre strade si dividono qui!! Mi dispiace non sai quanto di come sia andata a finire, ma certo non l’ ho voluto io e ti prego, non presentarti nemmeno stasera a casa, perché non ti farò entrare, rendi le cose un po’ meno difficili di quanto non lo siano già!” E andò via.

Bunny aveva il viso rigato di lacrime, in un modo o nell’altro la sua vita perfetta era stata comunque distrutta e forse anche se quel bambino le avrebbe per sempre ricordato quanto un giorno era stata felice e amata, ora era l’unica cosa veramente bella che aveva nella sua vita, l’unica per cui valeva davvero la pena andare avanti e mai avrebbe ringraziato a sufficienza chi da lassù le aveva dato quel dono.

Nel frattempo Marzio guardava l’esile figura della ragazza che pian piano svaniva all’orizzonte, insieme alle sue speranze, ai suoi sogni e al suo amore, era riuscito a distruggere la sua vita, quella della donna che amava e quella di una creatura innocente che non aveva ancora visto la luce.
Non si sarebbe mai perdonato di essersi lasciato scappare via così la felicità eterna, l’unica certezza che aveva nella vita: Bunny.

Capitolo 5 : Il Distacco

Bunny era disperata, nel giro di un'ora aveva sfiorato la felicità con un dito e poi era caduta in un tunnel di cui non riusciva a vedere la fine, nemmeno sforzandosi.
Era già un pò da quando aveva chiuso, furiosa, la porta in faccia a Marzio, dopo la discussione al bar.
Voleva chiarire... e che cosa c'era ancora da chiarire? Quando era cominciata? Dove, come e perché? Quando si incontravano? No!
Bunny era ferita, oltre che nel cuore, per aver visto l'uomo della sua vita comportarsi così meschinamente, nel suo orgoglio di donna! Aveva dato tutto a Marzio, si era concessa anima e corpo svelandogli ogni suo più piccolo segreto e l'aveva ripagata così!!

La rabbia e l'amarezza della ragazza aumentarono ancora di più quando ripensò al bambino... il loro bambino... ciò che l'avrebbe sempre legata a lui inscindibilmente.
Come avrebbero fatto con lui?? Anche se aveva minacciato di farlo, non avrebbe mai impedito a Marzio di vederlo e soprattutto non sarebbe mai riuscita a trovargli un sostituto…
Spesso aveva visto le sue amiche soffrire per amore, e le aveva sempre consolate dicendo che non tutti gli uomini erano così, ma ora si stava rendendo conto di essersi sbagliata!!!
Quante volte aveva idealizzato Marzo, come unico esempio di fedeltà, come un uomo dai sani principi, colui che l'aveva fatta diventare donna e aveva fatto crescere la bambina che viveva in lei!
Cosa avrebbe raccontato a suo figlio di suo padre?? Cosa gli avrebbe risposto se mai le avesse chiesto perché si erano separati?? Era giusto mettere al mondo una creatura che avrebbe dovuto vivere in una situazione già così difficile per degli adulti??
Bunny si sorprese nel fare questi pensieri... aborto... che parola spregevole, che azione orribile... subito si pentì di aver anche pensato di togliere al suo bambino la possibilità di esistere, anche se lui l'avrebbe per sempre legata a Marzio, il suo unico ed eterno amore.

Era accaduto tutto troppo velocemente, l’incidente, il matrimonio, il bambino, il tradimento… Bunny si riproverò più e più volte di non essersi mai fermata a pensare alle cause dell’incidente, troppo presa, com’era dai preparativi di un matrimonio basato sulla menzogna, sull’inganno, sul tradimento…
Si era comportata come una bambina, aveva davanti un obbiettivo, le nozze, e aveva dato loro la priorità assoluta, aveva persino saltato le lezioni a cui teneva tanto… aveva sacrificato tutto per Marzio, aveva rinunciato ad andare a Parigi per due anni per un corso che avrebbe molto agevolato la sua carriera!!!
Quante rinunce e ora??? Che cosa le era rimasto??
Un pugno di mosche e tanta amarezza, oltre che una piccola vita che cresceva in lei, a cui avrebbe dovuto dare un mucchio di spiegazioni e che avrebbe dovuto tirare su da sola…. Sola … non era mai stata sola, nel bene e nel male le erano sempre stati accanto i si genitori e le sue amiche, ma ora che avrebbero pensato di lei??
Le sembrava già di sentire i suoi genitori:
< C’è un bimbo di mezzo e devi tornare con lui, anche se ciò ti renderà infelice!! Il bambino viene prima di tutto e ha bisogno e il diritto di avere un padre!! >
Erano le persone più disponibili del mondo, ma in fatto di matrimoni, divorzi e separazioni erano sempre stati piuttosto bigotti.

Separazione… divorzio… era così poco che era sposata e già pensava al divorzio.

Quella notte le sembrò interminabile, i ricordi le si accavallavano nella mente, ogni singolo momento della sua vita, da quando era diventata adolescente era stata caratterizzata dalla presenza di Marzio, prima il misterioso cavaliere della notte che la salvava con le sue rose rosse, poi il cavaliere della luna così attraente e seducente in quella bianca divisa e infine il suo grande principe, futuro re di Crystal City e del suo cuore……e Chibiusa??
Probabilmente il Marzio del passato, così innamorato e così puro non avrebbe mai tradito Bunny, ma quello del presente lo aveva fatto provocando un cambiamento degli avvenimenti, Bunny era rimasta incinta con ben quattro anni d’anticipo e c’erano buone possibilità che quella creaturina non fosse nemmeno Chibiusa…

Il mattino seguente, molto presto, Bunny corse a casa di Heles e Milena. Le due avevano una casa al mare, in un posto isolato dove nessuno l’avrebbe mai trovata. Erano ancora a letto e anche se contro voglia si alzarono per capire chi stesse bussando alla loro porta così presto. La ragazza entrò, lasciando di sasso le due che tutti si aspettavano, tranne che lei.
Bunny, i cui occhi erano così rossi e stanchi che a malapena erano distinguibili in quel dolce volto così stravolto e turbato, raccontò alle amiche ciò che era accaduto, dall’inizio alla fine, chiedendo loro di darle ospitalità, almeno fino a quando non avesse terminato la gravidanza, perché solo lì sarebbe stata al sicuro, dove Marzio non l’avrebbe mai trovata.
Heles e Milena si guardarono un po’ stupite per la richiesta e soprattutto per l’assurdità della situazione, ma non considerarono minimamente la possibilità di rifiutare alla loro principessa ospitalità, visto che era l’unica cosa che potessero fare per aiutarla.
Heles si offrì di andare nell’appartamento di Bunny per prenderle almeno qualche vestito, poi avrebbero pensato al resto, ma in realtà ferveva dal desiderio di incontrare Marzio e piazzargli un bel pugno sul viso!

Mostrata a Bunny la stanza in cui avrebbe vissuto fino a quando lo avesse ritenuto più opportuno, e accertatesi che tutto fosse a posto, Heles e Milena si rifugiarono in cucina per discutere dell’accaduto.

“Mi dispiace dirlo, ma avevi ragione tu, Heles, Marzio si è comportato in modo davvero terribile.”

“Terribile?? Io direi disgustoso… Sapevo che c’era qualcosa che non andava ed era mio compito scoprire di cosa si trattava, ma ormai è troppo tardi… ormai è incinta…”

“Ma perché lo dici con quel tono, è una cosa bella che Bunny aspetti un bambino, magari l’aiuterà a pensare un po’ meno a lui!”

“Ma scherzi?? E’ esattamente il contrario!!! Cosa penserà ogni volta che guardando suo figlio vedrà farsi sempre più accentuati i tratti di Marzio, ogni volta che guardando i suoi occhi, rivedrà quelli di quel bastardo??? Quel bambino sarà la prova costante del fallimento del suo matrimonio, come il pessimo ricordino di una terribile avventura!”

“Smettila Heles!!!! Non ho voglia di ascoltare queste tue disquisizioni inutili!! Quel bambino è solo una vittima inconsapevole della debolezza e della meschinità di Marzio! Non c’entra assolutamente niente in questa faccenda!! E’ una piccola anima innocente e Bunny lo sa”.

“Certo che lo sa e non farà mai nulla per nuocergli, anzi, farà di quel bambino la sua unica ragione di vita, eliminando ogni speranza di costruirsi un proprio avvenire indipendente da Marzio, perché vivrà nel ricordo di quello che è stato e non potrà più essere!”

“A questo non avevo pensato, ma credo che se le staremo accanto, riuscirà a farcela e chissà, magari a costruirsi una nuova vita, altrimenti a che servono le amiche!”

“Ti concedo il beneficio del dubbio, soprattutto perché credo sia prematuro parlare di una nuova vita per lei ora! Il vero problema adesso sono le altre... Che facciamo? Bunny ci ha chiesto di non parlare con nessuno di ciò che le è accaduto, ma loro hanno diritto di sapere e poi comunque credo che Marzio non si farà attendere e se non glielo dice lei, lo dirà lui….”

“Ancora una volta hai ragione, ma non possiamo che assecondare il suo volere! Adesso lasciamola in pace per alcuni giorni, deciderà da sola e se nel frattempo le altre lo verranno a sapere, dovranno capirla!”

Pochi giorni trascorsero da quando Bunny si era trasferita e già le altre si stavano preoccupano per la prolungata assenza della ragazza, Milena ed Heles volevano che la ragazza parlasse, ma Bunny era come in un altro mondo, ormai era il fantasma di se stessa, sempre vicina alla finestra della sua stanza, con lo sguardo fisso fuori come in attesa di qualcosa che avrebbe finalmente sistemato i pezzi della sua vita come un grande puzzle.
Milena provò più volte a tirare su la sua amica, ma senza grandi risultati, Bunny sembrava non ricordarsi più cosa fosse un sorriso e non voleva nemmeno parlare con nessuno, sfogarsi o anche solo avere una spalla su cui piangere. Alla fina Heles spazientita da quell’insopportabile apatia entrò prepotentemente nella stanza di Bunny.

“Adesso basta!!! Non è giusto che tu ti riduca in una larva umana per colpa di un uomo e soprattutto non è giusto che le tue amiche, quelle che ti sono state vicine fin dall’adolescenza, che hanno rischiato la loro esistenza per te e per il tuo regno innumerevoli volte, ora siano tagliate fuori dalla tua vita e tenuto all’oscuro di tutto solo perché non hai il coraggio di riprenderti da un tradimento…”

“Heles non ti permetto di parlarmi in questo modo!! Non hai il minimo rispetto di me e dei miei sentimenti…”

“No, mi permetto eccome!!! Probabilmente ho molto più rispetto io di te in questo momento di te stessa!!! Ti ha tradito, ti ha ferito, ti ha straziato il cuore, ma certo non cambierai le cose rimanendo seduta su quella sedia a rimuginare e a rimpiangere!!! Ricorda che oltre ad essere una donna con dei sentimenti, sei una guerriera e le battaglie non si combattono necessariamente con le armi, ma con la forza di volontà!!! Quindi per te stessa, per le tue amiche e soprattutto per tuo figlio ricomincia a vivere, Bunny…”

“E’ difficile e non sapete quanto!! Pensare a quello che è stato non mi aiuterà, ma è meglio che pensare e ciò che sarà, al padre che non potrò dare a mio figlio, alle domande a cui non potrò dare risposta..”

“Bunny, ma non sarai sola, qui con te ci siamo noi!”

“Hai ragione, Milena, in fondo non sono sola. Per lo meno questo bambino avrà un esercito di zie ed è il caso di prepararle all’arrivo del nipotino!” Bunny concludendo la frase abbassando il tono di voce, forse per il senso di colpa verso le sue amiche, guardò le sue mani incrociate sul ventre e la fede ancora lucida… Doveva riprendersi e ci sarebbe riuscita solo sfilandosi quell’anello e circondandosi dell’affetto delle sue compagne.

“Vuoi che le chiami?”

“Si, ho aspettato fin troppo!”

Nel giro di poco tutte le amiche di Bunny furono radunate a casa di Heles e Milena e subito fu loro rivelato tutto l’accaduto. Aldilà dell’incredulità e lo stupore che colse le ragazze, tutte furono immediatamente d’accordo sul fatto che quel bambino sarebbe stato amato come nessuno, tranne forse sua madre, lo era mai stato.

Da quel giorno in poi il viavai di zie preoccupate per la futura mamma e il nascituro fu incredibile, tanto che Heles e Milena erano state tentate di aprire un albergo, e nonostante le prime difficoltà avute con i genitori di Bunny, che proprio non si rassegnavano a quella separazione, la provvidenziale scomparsa di Marzio dalla circolazione, aiutò Bunny a riprendere la sua vita e gli studi.

Era già al quarto mese di gravidanza, ma il ventre di Bunny non era ancora evidente, finalmente l’Università andava bene, era addirittura riuscita a dare due esami a tempo di record, diceva sempre che ormai aveva energie per due persone e la sua iper - attività era dovuta anche alla continua presenza delle sue amiche attorno a lei.
Morea controllava che mangiasse cibi sani e ricchi di vitamine, Rea si preoccupava di farle fare movimento fisico, Amy l’aiutava con lo studio, Marta le faceva compagnia nel vedere film strappalacrime e leggere stupidi fumetti comici, Milena andava a fare spese con lei e Heles era diventata la sua confidente e autista speciale.
Con questa schiera di amiche nessuno avrebbe avuto tempo di pensare ad altro, ma il pensiero di Marzio era ancora fisso nella mente di Bunny e la ferita era troppo fresca per poter mantenere il giusto distacco da quella spiacevole situazione.

La paura di incontrarlo ad ogni angolo di strada aveva preoccupato Bunny e ancor di più le sue amiche fino a quando non avevano saputo da Moran, che Marzio aveva deciso di partire per un po’ e stare lontano dalla città e da lei, ma era chiaro che prima o poi sarebbe tornato…

Era già piuttosto tardi e Bunny stava uscendo dall’Università, sapeva che Heles e Milena la stavano già aspettando da un po’ per andare ad una cena organizzata da Nina per il compleanno di Ubaldo e come al solito era in ritardo, ma questa volta era ben pronta a discolparsi, visto che era stato il professore a dilungarsi troppo nella spiegazione.
Stava per cominciare a correre per la fretta, quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla…
Qualcun altro avrebbe avuto paura, ma lei forse guidata dal suo sesto senso o forse perché se lo aspettava, si limitò a fermarsi. Immediatamente riconobbe il profumo così intenso e così piacevole allo stesso momento…

“Bunny…” Era la calda voce di Marzio. Solo sussurrando il suo nome avevo scosso in lei un turbinio di sentimenti tale che la ragazza rimase paralizzata, senza riuscire a guardare negli occhi l’uomo, che prendendole il braccio la voltò lentamente verso di sé.

“Non toccarmi!!” Urlò appena nella sua mente apparvero alcuni flash relativi all’incidente e all’incontro con quella donna. L’apatia e il rimpianto erano mutati in un forte desiderio di riscatto verso la vita, che le aveva tolto il suo grande amore e nei confronti di quell’uomo, che ormai non le sembrava più il suo adorato principe.

“Bunny ti prego lasciami parlare non sono qui per darti spiegazioni inutili!”

“Hai ragione le tue sarebbero solo spiegazioni inutili, non voglio più vederti, non c’è altro da dire!” Bunny si era già voltata, per andare via ed evitare una discussione con lui, non era ancora pronta per affrontarlo, ma lui l’afferrò con violenza per le braccia e la fissò negli occhi

“Parto…”

“Cosa vuoi che ti dica?? Buon viaggio??” La ragazza era troppo accecata dalle rabbia e dal desiderio di sfuggire da quella morsa deleteria per i suoi sentimenti, per comprendere bene il significato di quella parola.

“Bunny non fare la sarcastica, non ti si addice! Mi sono arruolato nell’aeronautica e l’addestramento si tiene nella base militare di Berlino! Ho sbrigato tutte le pratiche e il mio aereo parte tra tre ore!”

“E ora cosa ti aspetti da me, che mi metta a piangere e ti implori di rimanere qui?? No, Marzio ti sbagli!! Ora sono un’altra, tu non fai più parte dei miei progetti e onestamente se potessi ti cancellerei da tutti i miei ricordi!” Non sapeva se stesse mentendo o no, ormai suo fragile auto-controllo era crollato e il risentimento stava trovando libero sfogo nelle sue parole.

“Non puoi parlare seriamente!! Tra di noi ci sono stati tanti momenti belli e non è possibile che un mio errore abbia distrutto tutto!”

“Quel che è stato, ormai non m’interessa più, ora devo occuparmi solo del futuro e di mio figlio…”

“Tuo figlio… Bunny ho sbagliato con te, ma ti prego, non farmi sbagliare anche con lui.. Non togliermi mio figlio!” Il tono di Marzio era così umile e dolce che avrebbe sciolto anche il cuore più insensibile, ma dopo il tradimento Bunny non riusciva più nemmeno a capire se avesse ancora un cuore, se sarebbe mai riuscita nuovamente ad amare o magari, chissà… a perdonare…

“Non ho la minima intenzione di parlare di questo argomento con te adesso!!! Mi hai fatto troppo male e mi auguro davvero di non rivederti più!! Non c’è più posto per te nella mia vita e in quella di mio figlio!”

“Spero che il tempo lenisca le tue ferite! Non ci sono scuse per il mio comportamento, ma quello è anche mio figlio e che tu lo voglia o no ci unirà per sempre……”

“Addio Marzio, spero davvero di non vederti più!” E corse via il più in fretta possibile.

“Arrivederci, mia piccola Bunny!” Sussurrò lui, vedendo l’esile figura svanire all’orizzonte.
Capitolo 6 : Il Caso
Bunny decise di non dire nulla dell'incontro con Marzio, per non rovinare la festa ad Ubaldo, ma era evidente che era successo qualcosa; era stranamente silenziosa e assente.
Quella notte non riusciva proprio a dormire, si girava e rigirava nel letto...
Marzio a quell'ora doveva già essere partito...
Le era già mancato tanto, ma saperlo così lontano aumentava la sua nostalgia di lui! Stava consumandosi il cervello a pensare e ripensare alle sue parole, ai bei momenti vissuti insieme, al distacco e al bambino...
Alla fine si rese conto che non aveva senso rovinarsi così la vita, il destino, come aveva sempre fatto, avrebbe deciso per loro.
< Non posso farci nulla, non posso oppormi all'evolversi delle cose, l'unica cosa che devo fare è vivere la mia vita al meglio e rendere felice mio figlio!> Sentì qualcosa muoversi dentro di sè e capì che si trattava del bambino, e le stava dando conferma che era quello il modo giusto per affrontare la situazione...
Dopo poco si addormentò.
I mesi passarono in fretta e il pancione di Bunny si era fatto evidente, nonostante tutto le sue amiche la facevano uscire il più possibile, presentandole ragazzi sufficientemente interessanti, che non s'intimorissero davanti ad una ragazza-madre.
Persino i suoi genitori, con la scusa di qualche invito a cena, le avevano fatto conoscere alcuni ragazzi di buona famiglia con cui < sistemarsi, perché al giorno d'oggi tirare su un figlio da sola é difficile! >
Ma Bunny si era sempre rifiutata di approfondire quelle conoscenze, sia perché non sentiva di potersi di nuovo innamorare e sia perché non era affatto sola, aveva le sue amiche, la sua famiglia e sarebbero bastati a suo figlio come bastavano a lei!
E poi non aveva bisogno di trovare un padre perché il suo bambino ne aveva già uno e sarebbe stato presente nella sua vita in un modo o nell'altro!
****
"Come sta?"
"Bene, anche se un pò affaticata, è sempre la solita, la conosci..."
"Si... la conosco...quanto manca?"
"Poco, tra una settimana scadono i nove mesi..."
"E' il caso che torni subito?
"Non so, potrebbe volerci una settimana, o un giorno, nessuno lo dovrebbe sapere meglio di te! Comunque ti consiglierei di venire il prima possibile!"
"D'accordo!"
****
Quella mattina Rea presa dalla smania di comprare dei nuovi bavaglini per il nascituro, trascinò Bunny al nuovo centro commerciale. La ragazza non ne era entusiasta, quel pancione non era proprio il massimo della praticità da portare in giro, ma l'entusiasmo dell'amica l'aveva spinta a seguirla.
In compenso la povera Rea scappava da un chiosco all'altro per soddisfare tutte le voglie strane che vengono ad una donna incinta e proprio in quel momento era impelagata in una coda chilometrica ad un bar alla ricerca di una granita al Ribes.
Non voleva che il suo nipotino nascesse con una voglia violacea di Ribes proprio sulla fronte, proprio per colpa sua!!
Nel frattempo Bunny affaticata, si sedette su una panchina vicino la grande fontana del centro commerciale.
All'improvviso un uomo si sedette accanto a lei.... Era Marzio... Era leggermente cambiato, i capelli erano più corti, la pelle abbronzata e il velo di barba incolta sul vis gli dava un aspetto molto affascinante e misterioso, non sembrava la stessa persona che aveva amato e sposato, ma il cambiamento era piuttosto gradevole agli occhi.
"Come stai?" Persino la sua voce era leggermente cambiata... decisamente più calda e matura...
"Abbastanza bene, anche se portarmi dietro questa palla da basket non è facile... sembro una balena!" Gli rispose sorridendo. Forse doveva essere più dura, ma non ci riusciva. Dall'ultima volta che si erano incontrati anche lei era molto cambiata, ora si sentiva più serena, tranquilla e non temeva di infuriarsi solo a vederlo, anzi aveva un'aria così rilassata, che chi la conosceva avrebbe stentato a riconoscere la solita Bunny.
"Non è vero che sei una balena, anzi sei ancora più bella dall'ultima volta che ti ho visto..."
La ragazza sorrise appena, arrossendo. Era passato tanto tempo da quando un ragazzo le aveva fatto un complimento, però sapeva che stavano addentrandosi in un territorio pericoloso, quindi decise di cambiare argomento.
"Mi sbuchi sempre alle spalle all'improvviso, non è che sta diventando un vizio?"
"Non ci sarebbe attrazione senza mistero e non c'è mistero senza imprevedibilità!"
"Ma non è necessario tutto questo mistero, anche perché un giorno potrei reagire male a queste improvvisate!"
"Non reagirai mai male, perché anche se tu non vuoi ammetterlo, sei felice quando mi vedi!"
"Marzio, il fatto che oggi non ti abbia accolto strillando e urlando, non ti autorizza a farti certe illusioni! Non ho dimenticato tutto, è che per il bene di nostro figlio sarebbe giusto avere un rapporto perlomeno civile!"
"Lo capisco benissimo, ma sappi che io ti amo e anche tu mi ami ancora, te lo si legge negli occhi, e non ho la minima intenzione arrendermi, senza lottare!"
"Ti ripeto che ti stai facendo false illusioni, le nostre vite, ormai si sono inesorabilmente divise; e poi chi ti dice che io non sia innamorata di un'altra persona?"
"Me lo dice il tuo cuore! Noi siamo legati da un qualcosa di inspiegabile, che né tu, né io, né nessun altro sarà in grado mai di distruggere e questo bambino ne è la prova!"
"Ti stai sbagliando....AHIIII!!!!!!!" La ragazza si ripiegò su se stessa, abbracciando, quasi, le ginocchia. Un dolore lancinante, le aveva impedito di continuare il discorso e le stava togliendo il respiro.
"Bunny che hai?" Disse Marzio, concitato, tentando di far assumere alla ragazza una posizione più consona al suo stato.
"Non so... oddio il bambino... Marzio... il bambino....AHIIII!!!!"
"Non preoccuparti, amore, dovremmo esserci... In fondo hai finito da 3 giorni i nove mesi di gestazione..."
"E tu come lo sai?" Chiese Bunny sorpresa dalla precisione della risposta di Marzio.
"Bunny che ti è successo?? E tu che ci fai qui??" Rea era appena arrivata, distogliendo l'attenzione della ragazza dall'argomento. La coda era stata davvero lunga, ma era evidente che a quel punto la granita non serviva più.
"Si sono rotte le acque, il bambino sta per nascere e a giudicare dalla frequenza delle contrazioni, se non ci sbrighiamo, verrà al mondo qui!!"
"NOOO, non voglio che mio figlio nasca in un centro commerciale..."
"Non preoccuparti, ci sono io qui con te! Ti prometto che non nascerà in questo posto!" E le baciò la fronte sudata.
"Rea presto va a prendere l'auto e con il cellulare avvisa l'ospedale che stiamo arrivando con una donna in pieno travaglio!! Sono un medico, ma non posso fare tutto senza gli attrezzi necessari!!"
"D'accordo, la macchina è qui vicino, ci metterò un secondo voi , però cominciate ad avviarvi all'uscita!" E corse via.
"Marzio ho paura...."
"Andrà tutto bene...ce la faremo anche questa volta, stai tranquilla e respira!Fai un passettino per volta, anche se ha fretta di uscire, lui o lei che sia, dovrà aspettare che tu arrivi alla macchina, no??"
"Si... non so...ecco lì Rea....AHIIIII!!!"
Marzio abbassò i sedili posteriori della station wagon di Rea e fece stendere Bunny, in modo da farla stare più comoda e rendere meno doloroso per lei il travaglio, nei limiti del possibile.
"Vai Rea, puoi partire!"
"Marzio non per allarmarti, ma l'ospedale è piuttosto lontano da qui, in più il traffico a quest'ora di punta avrà bloccato ogni via possibile!"
"Tu pensa a guidare e a portarci in ospedale, sono un medico, in un modo o nell'altro saprò cavarmela, non è mica il primo parto!"
"Marzio Aiuto...AAAAHIIII!!!!!!AHIIIII!!"
La situazione era sempre più concitata, Bunny soffriva da morire per le contrazioni,ormai vicinissime l'una all'altra, Rea era troppo preoccupata per l'amica e si girava ogni dieci secondi per vedere come andasse, e Marzio era piuttosto in tensione... era vero che aveva assistito ad altri parti, ma mai sul sedile posteriore di un'auto.
"Diamine..."
"Che c'è? Che c'è?"Disse Rea voltandosi dietro e distogliendo lo sguardo dalla strada, provocando una forte frenata.
"Rea PENSA A GUIDARE!!! Comunque credo che non faremo in tempo ad arrivare all'ospedale, quindi alla prima piazzola di sosta fermati perché ho bisogno che tu mi aiuti!"
"Come??? Marzio, non possiamo far nascere nostro figlio qui.....ti prego!"
"Bunny, non posso fare altrimenti, preferisco farti partorire qui, che arrivare in ospedale con il bambino in crisi respiratoria!! Se non riesce ad uscire, potrebbe cominciare a muoversi, attorcigliandosi al collo il cordone ombelicale e allora io non potrò più fare niente per aiutarlo! Fidati di me, questa volta non sbaglierò!"
"D'accordo, mi fido di te!Salva il nostro bambino!"
Rea accostò la macchina in una zona sicura e raggiunse Marzio e Bunny nella parte posteriore dell'auto, in effetti stavano piuttosto strettini, ma la sua amica aveva bisogno di lei.
"Rea mettiti dietro Bunny in modo da bloccarle la testa e tenerle le mani!"
"Ok!"
"Bunny ora tocca a te, alla prossima contrazione, spingi più che puoi, aiutati stringendo le mani di Rea, dai piccola ce la farai!"
Bunny annuì. Aveva frequentato i corsi preparto, ma tutto sembrava cosi semplice in quelle lezioni ed ora era tutto così complicato e maledettamente doloroso!
Non avrebbe mai immaginato che avrebbe dato alla luce il suo bambino in un'auto, ma era stata fortunata... con lei c'era Marzio ed era felice che lui fosse lì con lei. In quel momento, non avrebbe voluto nessun altro al suo fianco che non fosse stato lui.
Ci volle un pò di tempo e fatica, ma alla fine un bel pargoletto rosa comparve tra le braccia del ragazzo.
"E' maschio... un bellissimo maschietto perfetto e in salute... ed è mio figlio... non riesco a crederci!!" Disse esultando, con gli occhi stracolmi di felicità, mentre adagiava il bimbo tra le braccia della madre.
"Oh, Dio è bellissimo il mio nipotino, Bunny!"
"Hai ragione... è un bellissimo nostro Miracolo!" Disse guardando Marzio.
Il ragazzo era commosso, non sapeva se quelle sensazioni erano dovute al fatto di essere diventato padre o di aver fatto nascere suo figlio con le sue mani. Era talmente emozionato, che un lacrima gli scese dal viso e l'unica cosa che fece fu di mettersi alle spalle di Bunny, al posto di Rea e stringere madre e figlio in un dolce abbraccio.
"Rea per favore potresti mettere in moto la macchina e portarci all'ospedale?? Sia Bunny che il piccolo devo essere assolutamente visitati!"
"Certo!"
Era diventata madre. Aveva tra le sue braccia il suo piccolo bambino, e quanto amava quel fagottino! E' vero che era l'unica cosa che la legava al Marzio che l'aveva tradita, ma in quel momento non poteva che vedere in lui, l'uomo che aveva fatto nascere la sua creatura, anzi la loro....
"Hai pensato ad un nome?" Sussurrò Bunny all'orecchio del ragazzo, che la stringeva.
"Onestamente no, però mi piacerebbe molto Robert...come diminutivo potremmo utilizzare Robbie... è carino per un bambino!"
"Uhmm... si, mi piace Robert è un nome importante e il diminutivo Robbie è davvero bello! Allora Robbie ti piace il tuo nome?"
Il bambino ignorando, logicamente cosa gli era stato detto, sorrise sentendo una voce a lui familiare.
"Visto?? Piace anche a lui!"
I due si scambiarono un'occhiata d'intesa, dopo di che Bunny crollò addormentata, mentre Marzio vigilava su di lei e il piccolo Robbie.
Capitolo 7 : Cambiamenti

Un nuovo dolce sorriso splendeva…

E’ incredibile quanto un essere così piccolo possa cambiare la vita. La felicità di Bunny nel tenere stretto quel pargoletto tra le sue braccia era indescrivibile, i suoi occhi non erano mai stati così gioiosi.
Tutto era successo talmente velocemente che nessuno aveva ancora pensato razionalmente al ritorno di Marzio e soprattutto cosa sarebbe cambiato, dopo che questa esperienza, li aveva legati così tanto. Sembrava che tra loro non fosse mai cambiato niente, mostravano il loro piccolo amorino a tutti, ben attenti che non prendesse freddo o si stancasse troppo. Sembravano sul serio una felice coppia di sposini.
Bastava guardarli, per capire che il legame che li aveva sempre uniti, non si era affatto spezzato.

Ben presto Bunny e il piccolo dovettero lasciare l’ospedale e per l’evento le sue amiche decisero di organizzare una bella festa alla casa sulla spiaggia di Heles e Milena.
Non era stata proprio una sorpresa per la ragazza, ma fu felice lo stesso, avere gente intorno la distraeva, non voleva ritornare alla realtà e prendere atto della situazione complicata in cui si trovava.
Ad ogni modo, Bunny d’improvviso si sentì un po’ soffocata da tutte quelle attenzioni, affidò il bambino alla premurosa nonna e sgattaiolò sulla spiaggia, per pensare un po’…
Le era mancato tanto il mare, in una settimana la sua vita era totalmente cambiata, aveva un bambino ora, e per quanto fosse adorabile e fosse felicissima, adesso aveva delle nuove responsabilità e non avrebbe avuto il tempo di isolarsi dal mondo e contemplare le onde del mare, apparentemente tutte uguali, che s’infrangevano sul bagnasciuga…

E poi non poteva certo rimanere a casa di Milena ed Heles, aveva sconvolto la loro routine a sufficienza, non voleva affatto imporre loro anche un bimbo, che certamente avrebbe sbraitato di notte e necessitato di silenzio assoluto durante il giorno; poi doveva cercare un nuovo alloggio e anche un lavoro, visto che non aveva fonti a cui attingere, per pagare l’affitto.
Sicuramente i suoi genitori si sarebbero offerti di aiutarla, ma voleva farcela da sola, almeno per una volta e poi c’era Marzio…

“C’è un bimbo che reclama la sua mamma…” Le disse dolcemente il ragazzo camminando accanto a lei. Ormai era abituata alle sue improvvisate e soprattutto nell’ultimo periodo non le dispiacevano, anzi..

“In questo momento penso proprio che con tutte le persone che gli sono attorno, io sia proprio l’ultima a cui sta pensando!” Rispose la ragazza, stringendosi il maglione bianco che portava sulle spalle.

“Ti dispiace se ci fermiamo… penso che sia arrivato il momento di parlare!” Le chiese, facendole segno di sedersi su una barca di legno piuttosto malandata, che giaceva abbandonata sul bagnasciuga.

“Lo credo anch’io!” Sussurrò Bunny poggiandosi al legnaceo oggetto.

“Come stai?” Le chiese mettendosi davanti a lei. Dal loro incontro al centro commerciale, in cui era sembrato troppo sicuro di sé, presuntuoso e anche irritante, era molto cambiato, sembrava il Marzio che Bunny aveva tanto amato tempo prima… Dolce, premuroso e affettuoso.

“Sono un po’ confusa… Amo Robbie. L’ ho amato fin dal primo giorno, che ho saputo che c’era una vita in me, è stato lui ad aiutarmi ad andare avanti, ma ora da perfetta egoista non faccio che pensare a quanto la mia vita adesso cambierà…”

“Non sei egoista, sei solo umana! Non è facile accettare una realtà simile, sei molto giovane, ma anche caparbia e ce la farai alla grande!”

“Lo spero, sai… Spero davvero di essere una brava mamma, di essere capace di ripagare anche solo in minima parte la gioia che il mio angelo mi dà, con il solo movimento delle manine!!”

“Oh Dio, Bunny, non posso davvero crederci… E’ un autentico Miracolo, è come se avessimo preso un pezzettino di te e un pezzettino di te e l’avessimo messi insieme! E poi è perfetto, troppo per essere anche mio figlio!”

“Lo credo anch’io!” Gli rispose sorridendo, senza alcun tipo di malizia. Il viso di Marzio, però, si rabbuiò immediatamente. Guardava con gli occhi malinconici, il sole che s’immergeva nel mare, colorando tutte le nuvole di un rosa sfumato stupendo.

“Marzio, scherzavo sul serio! Sono stata contenta di averti accanto quando è nato, probabilmente non sarebbe filato tutto così liscio, se non ci fossi stato tu! Anche se hai fatto degli errori con me, non vuol dire che ne debba pagare il prezzo Robbie! Lui avrà il padre migliore che esista… tu!”

“Non direi proprio il migliore, visto che non è riuscito a tenersi stretta sua madre! Prima o poi finirà anche lui per odiarmi, per quello che ho combinato!”

“Marzio io non ti odio… Tu mi hai dato la cosa più bella che potessi avere e non potrei mai detestarti! Poi non vedo il bisogno di far sapere tutto al bambino… Se un giorno ci chiederà qualcosa, allora ci penseremo!”

“Sei unica..” Le disse accennandole una carezza.

“Marzio, questo non vuol dire che…”

“Shhss… non dire nulla ti prego! Sono cambiate molte cose nell’ultima settima, magari con il tempo la situazione cambierà ancora nel bene o nel male, però ora non voglio sapere altro! Mi basta starti accanto e aiutarti con nostro figlio! Niente di più!”

“D’accordo, però ora andiamo, Robbie sarà sicuramente stanco di avere attorno, quella massa di zie invasate!”
Gli disse sorridendo, mentre si avviavano dal bimbo che effettivamente voleva solo tornare tra le braccia della sua mamma.
Poco dopo andarono tutti via, Marzio compreso e Bunny, Heles e Milena con il bimbo rimasero sole in casa.

“Ragazze ho bisogno di parlarvi, sedetevi un attimo, penseremo dopo a sistemare la casa!”
Il momento era arrivato, doveva parlare alle sue coinquiline, era ora di togliere le tende e lasciarle finalmente sole.

“Vi devo davvero molto, mi siete state vicine in tutti questi mesi, consolandomi e aiutandomi anche quando ero davvero insopportabile. Mi avete dato una casa, ma in realtà era una famiglia quella che mi offrivate! Siete state davvero importanti e lo sarete sempre, ma è ora che cominci a camminare con le mie gambe..”

“Non finire il discorso, perché non ho voglia di sentirti!! Se credi che tornare con quel fantoccio sia la cosa giusta, ti sbagli!! Vi ho visto oggi parlare vicini, vicini… Veramente patetici!”

“Heles!!” La rimproverò Milena, credendo che la ragazza fosse stata davvero inopportuna.

“Grazie per i patetici, ma non ho intenzione di tornare con lui, se ti riferivi a ciò! Adesso ho un bambino, hai suoi ritmi e sarà già difficile per me abituarmici, non posso costringere anche voi a sopportarli!”

“Ma lo faremo volentieri, in fondo è come se fosse anche un po’ figlio nostro!” Disse Milena, guardando amorevolmente la culla in cui dormiva beato il bimbo.

“Questo lo so, ma non me la sento di scombussolare più di quanto non abbia già fatto, la vostra vita! Devo andare via anche se mi dispiacerà e comunque potrete vedere Robbie ogni volta che vorrete, anzi credo che molto spesso lo lascerò da voi, quando ne avrò bisogno!”

“Almeno si può sapere dove hai intenzione di andare a vivere? Torni con i tuoi?” Chiese Heles.

“No, domani mi metterò a caccia di un appartamento, mi andrebbe bene anche solo un monolocale, tanto siamo solo noi due!”

“E sentiamo, come pagheresti l’affitto?” Heles era molto indispettita dalla decisione di Bunny, non voleva che andasse via. Sentiva che doveva proteggerla, soprattutto in quel periodo, in cui era così vulnerabile e averla sotto lo stesso tetto, la rassicurava, in più il pensiero che ritornasse tra le grinfie di Marzio proprio non le andava a genio.

“Cercherò anche un lavoro, non sono così sprovveduta!”

“Bunny capisco le tue necessità e sarò ben felice di aiutarti, ma sappi che la porta di casa nostra per voi due sarà sempre aperta… Perdona Heles, parla così solo perché vuole tenervi qui!”

“Lo so bene, Milena, non preoccuparti!”

“Odio che parliate di me come se non fossi qui! Per essere indiscreta, che hai deciso di fare con Marzio?”

“Onestamente non lo so! Averlo accanto in questi giorni soprattutto quando Robbie è venuto al mondo è stato più che piacevole, ma una parte di me soffre ancora molto per la separazione e non credo di poterlo perdonare almeno per il momento! Prima che accadesse tutto ciò, mi ero ripromessa di riallacciare un rapporto perlomeno civile con lui, esclusivamente per il bene di Robbie, ma poi ci è venuto del tutto naturale comportarci come abbiamo fatto, senza bisogno di parole!”

“Sono contenta per te!” Le disse Milena abbracciandola.

“Lo sono anch’io! Indipendentemente da quello che potrà succedere domani, voglio vivere giorno per giorno e godermi ogni respiro di mio figlio! Lui è tutta la mia gioia, tutta la mia vita!”

“Non ti nascondo il mio dissenso, ma era tempo che non ti vedevo così serena, perciò non mi opporrò più, ma per qualsiasi cosa, per favore non fare la testona e vieni a chiederci aiuto!”

“Grazie Heles, anzi grazie ad entrambe, sapevo che mi avreste capito, vi voglio bene!” Disse Bunny abbracciandole entrambe.

Il giorno seguente la ragazza con il piccolo Robbie al seguito andò a parlare della decisione con le altre, che sembrarono appoggiare la sua voglia di indipendenza e inaspettatamente si adoperarono per renderle tutto più facile, infatti Morea aveva saputo che l’appartamento sopra il suo era in attesa di un affittuario e con un paio di telefonate riuscì a convincere la proprietaria, sua amica, a cederlo a Bunny per un prezzo moderato.

Rea dal canto suo aveva offerto un posto al santuario come aiutante, ma si erano rese conto che non era proprio un posto adatto per un bambino, visto che per almeno i primi mesi era necessario che stesse sempre con la madre.

“Ragazze mi siete state davvero d’aiuto, riuscire a trovare un appartamento così in fretta, non è da tutti, ma adesso devo concentrarmi per trovare un lavoro, possibilmente part - time…”

“Senti, Bunny, i miei stavano cercando per la loro agenzia, un’interprete che riuscisse a tradurre delle conferenze e dei documenti al posto loro, la paga era anche piuttosto buona, avevano chiesto a me di farlo, ma ho troppo da studiare, mentre tu potresti farlo tranquillamente!” Disse Amy.

“Ti ringrazio Amy, ma non so se sono in grado di poterlo fare…” Le rispose titubante.

“Non sono della tua opinione! Tanto per iniziare con le lingue te la cavi piuttosto bene e poi guarda i vantaggi: potrai lavorare a casa e magari mandare le traduzioni direttamente tramite internet, badando al piccolo Robbie senza alcun problema! Mi sembra che sia ottimo, per la tua situazione!”

“Si, Bunny, Amy ha ragione, lavorare direttamente a casa, ti permetterà anche di risparmiare il denaro per l’asilo!” S’intromise Marta.

“D’accordo mi avete convinto!”

“Allora informo subito i miei! Credo che se andrà come previsto potresti cominciare domani stesso!”

“Siete davvero uniche, io e Robbie siamo fortunati!”

Dopo quel colloquio, non passò molto che Bunny si trasferì nel suo nuovo appartamento che seppur piccolo, lei trovava perfetto e cominciò a lavorare. Persino Marzio si era dato da fare per aiutarla, durante il trasloco era stato addirittura fondamentale, infatti seppur ottime organizzatrici, con i lavori manuali le altre ragazze non ci sapevano proprio fare.

“Mi aiuteresti ad avvicinare l’armadio al quel muro?” Disse al ragazzo bruno, intento a sistemare un interruttore precario.

“Certo!” Le rispose andandole incontro. In effetti l’armadio era bello pesantuccio e faticarono non poco per fargli raggiungere la posizione prestabilita. Era un’intera giornata che spostavano e rispostavano mobili e pacchi d’ogni genere. Alla fine tutti avevano ceduto alla stanchezza, erano rimasti solo lui e Bunny, la quale era ben decisa a terminare quella sera stessa tutti gli ultimi lavoretti rimasti.

“Credi che starai bene, qui?”

“Si, in fondo di sotto c’è Morea, quindi non sono proprio sola!”

“Comunque se vuoi…”

“Non preoccuparti staremo bene, noi!”

**//SBANG//**

All’improvviso un rumore piuttosto forte interruppe il discorso fra i due, facendoli accorrere nella stanza accanto in cui dormiva ancora beatamente il piccolo Robbie.
Da una piccola nube di polvere bianca apparve l’immagine di una persona che meno che mai si sarebbe immaginati di vedere lì.

“Chibiusa che ci fai tu qui??” Disse Bunny sbalordita. In realtà non aveva più voluto pensare alla bambina a cui si era tanto affezionata, proprio perché consapevole che le cose erano irrimediabilmente cambiate.

“Non siate troppo felici di rivedermi!” Disse lei con il suo solito tono saccente.

“Ma certo che siamo felici di rivederti piccola, è che ci hai colto del tutto impreparati!” Le rispose Marzio allargando le braccia, mentre la bambina gli si era gettata al collo stringendolo forte.

“Come mai sei qui?”

“Quella che dovrebbe fare domande dovrei essere io… Si può sapere che state combinando??”

“Che vuoi dire?” Le rispose Bunny, sperando che la bambina non si stesse riferendo alla situazione. Ma in realtà la domanda non fu proprio ascoltata, dalla piccola, il cui sguardo era stato attirato magneticamente dalla culla in fondo alla stanza. Vi si avvicinò e dopo aver osservato per qualche minuto in rigoroso silenzio la creatura, si voltò verso i due.

“Uffa, Puu ha sbagliato, sono già nata!” Disse indicando il bebè.

“No, Chibi, non so a cosa ti riferisci, ma quella non sei tu!” Provò a dirle Marzio. Non voleva dirle immediatamente tutto, era troppo piccola, chissà come avrebbe reagito, ma pian piano dovevano arrivare alla verità.

“Allora state i facendo i babysitter? Ma sì, certo, che domande!”

“ No, piccola mia, non stiamo facendo i babysitter…”

“Marzio perché tu hai la fede e Bunny, no? E allora chi è questo bambino?? Che sta succedendo??” Dei grandi lacrimosi stavano cominciando a scendere dagli occhi di Chibiusa, forse stava cominciando a capire il motivo del suo viaggio nel tempo… Qualcosa di importante era cambiato…

“Vedi, Chibi, quel bimbo è il tuo fratellino, si chiama Robbie…” Le disse Bunny avvicinandosi a lei e abbracciandola.

“Ma io non ho nessuno fratellino…”

“Lo sappiamo… è difficile... io e Bunny stiamo tentando di dirti… che… si, insomma per un po’ abbiamo deciso di separarci e forse proprio per questo, si sono verificati alcuni eventi, come la nascita del bimbo, per cui, la storia sta cambiando…”

“Ecco perché a Crystal City stanno succedendo tutte quelle cose!” Sussurrò la bambina stropicciandosi gli occhi con il dorso della mano.

“Quali cose?”

“Cose strane… non so molto, mamma e papà, sono in allarme e hanno deciso di mandarmi qui per vedere che succede…”

“Vedrai che sistemeremo tutto!” La rassicurò Bunny.

“Ma mamma e papà staranno bene?”

“Certamente!” L’incoraggiò Marzio, amorevolmente.

“Chibi, hai fame? Sonno, non so hai bisogno di qualcosa?”

“Sono solo molto stanca…”

“Allora vieni che ti mettiamo a letto..”

Bunny portò Chibiusa nel suo lettone e Marzio le seguì trascinando la carrozzina, in cui il piccolino si era svegliato ed incurante di tutto, si guardava attorno ancora molto assonnato. Dopo pochissimo si addormentarono entrambi e i loro genitori, non poterono che guardare i loro angioletti in quello stato di torpore.

“Sono bellissimi!” Sussurrò sull’uscio della stanza Bunny.

“Tutto ciò che potrei mai chiedere al mondo è in questa stanza… Non vorrei altro!” Le rispose abbracciandola, non distogliendo lo sguardo dai piccoli.

Entrambi poi, andarono nella cucina e decisero di comune accordo, che Chibiusa sarebbe rimasta con Bunny e che ogni giorno Marzio sarebbe andato a prendere i due bimbi per passare un po’ di tempo con loro.
I due sorseggiando un caffè, si erano comodamente seduti sui divani del soggiorno, ancora freschi di cellophan.

“Non mi ero accorta che portavi ancora la fede..”

“Non è quest’oggetto che fa di me un uomo sposato, ma i sentimenti che provo…” Bunny arrossì, lei aveva deciso di togliere la fede, non appena aveva scoperto che lui l’aveva tradita e anche se era assurdo, si sentiva un po’ in colpa di averlo fatto, perciò decise di cambiare argomento.

“Cosa starà succedendo a Crystal City?”

“Ciò che fosse logico accadesse! Non c’era motivo che esistesse in futuro un regno governato da una Serenity e un Endimion che già da tempo non stanno più insieme…”

“Ma allora come mai Chibiusa è qui?”

“Non so, credo che ci sia qualcosa dietro! Probabilmente volevano solo proteggerla, mandandola qui!”

“Ti era mai capitato di pensare a lei?” Azzardò a chiedergli Bunny, dopo qualche attimo di silenzio.

“Si, non sai quante volte. Mi è capitato di svegliarmi in piena notte gridando il suo nome… o il tuo…” Il suo viso era tornato cupo, forse doveva tenere per sé quel particolare.

“Capisco..”

“Scusa, non dovevo dirlo… E che in troppi, anzi tutti avete dato per scontato i miei sentimenti! Io ho fatto un errore enorme e non c’è momento che non me lo rinfacci… Mi basta guardare Robbie, i suoi occhietti azzurri… mi basta guardare te…! Insomma non è stato facile nemmeno per me! Ho vissuto per mesi con un peso sullo stomaco e quando hai scoperto tutto è stato, per una frazione di secondo, un sollievo, ma nell’istante immediatamente successivo, ho provato un enorme dolore… sapevo di averti perso per sempre… Sono andato via per non pensare, ma non passava attimo che non mi tornassi in mente, non c’era momento in cui non mi chiedevo come stessi…”

“Allora perché non ti sei fatto sentire, se eri così preoccupato per me?”

“Pensavo non volessi sentirmi! E poi io avevo tue notizie, da una persona che inaspettatamente si è rivelata molto comprensiva…”

“Chi?”

“Heles…”

“Non me l’aspettavo…”

“Comunque ora è acqua passata, non voglio ricordare il passato, ci ho messo troppo per rimarginare le mie ferite, ora le nostre priorità sonno i nostri figli e nient’altro!” Riprese la ragazza, visibilmente turbata.

“So che per te è difficile e ti ringrazio per la comprensione che stai avendo e per tutto lo spazio che mi hai dato nella vita di Robbie!”

“Marzio, non ti ho dato niente che non ti spettasse di diritto! Ora sarà compito tuo rendere i bambini fieri di te!”

Capitolo 8 : Le parole mai dette

L'arrivo di Chibiusa causò una mobilitazione di massa da parte di tutte le sailor, che erano ormai onnipresenti in casa di Bunny.
A lei, in fondo, non dispiaceva, poichè le permetteva di evitare domande della bambina a cui non avrebbe saputo come rispondere.
Non voleva raccontarle del tradimento di Marzio e di tutto ciò che aveva provocato, era troppo piccola e poi sapeva bene che lei l'adorava, non voleva distruggerle il suo mito, ma Bunny era davvero in difficoltà, perché ogni sera prima di addormentarsi sua figlia, non mancava di rivolgere un pensiero ai genitori a Crystal City.
Addirittura alcune notti si svegliava piangendo e gridando, spaventata dai brutti incubi, che la tormentavano da quando era tornata, e solo tra le braccia di Bunny e consolata dalla voce di Marzio al telefono, riusciva a riaddormentarsi.
Avrebbero tanto voluto tenerla con sè, ma sapevano bene di non poterlo fare e temevano il momento in cui avrebbero dovuto fare i conti con la realtà che la riguardava.

Erano talmente carini loro quattro, infatti, sebbene entrambi dovessero lavorare, Bunny e Marzio non perdevano occasione di portare i due bimbi in giro per la città o a fare delle piccole gita durante i fine settimana.
Chiubiusa si era tanto affezionata a Robbie, e il bimbo, anche non riuscendo ancora a capire nulla, si divertiva tanto a tirare quei codini rosa e a giocare con la sorellina.

Da quando aveva cominciato a lavorare Bunny aveva avuto davvero poco tempo da dedicare all'università e poichè non era tanto lontana dalla laurea decise di prendere un periodo di ferie per preparare gli ultimi esami, con l'aiuto delle sue amiche e Marzio, che le avevano avevano promesso di badare, al suo posto, ai due bambini.
Ogni mattina infatti il ragazzo passava dal piccolo appartamento in cui tutti e quattro facevano colazione, poi mentre lui portava via i bimbi, Bunny andava a seguire le lezioni.

A dir la verità era più indietro di quanto pensasse e sarebbe stato molto difficile per lei, riuscire a studiare tutto in tempo per gli appelli e contemporaneamente badare ai bambini, alla casa, a Marzio e alle amiche, senza trascurare niente e nessuno. In più c'era ancora il problema dell'arrivo di Chibiusa da risolvere.
Era molto preoccupata per tutto ciò che avrebbe dovuto dire e fare e mentre era sovrappensiero, camminando per i corridoi dell'università, un ragazzo le diede involontariamente uno spintone, facendole fare un tonfo per terra e sparpagliando per terra tutti i fogli che aveva in mano.

"Oddio, mi dispiace non ti avevo proprio vista, come stai? Ti sei fatta male? Sono davvero mortificato, ti aiuto subito a raccogliere tutto!!!" Le disse assicurandosi che la ragazza non avesse nulla di rotto e scapicollandosi per raccogliere le carte che le erano cadute.

"Non preoccuparti, sto bene e poi è colpa mia ho la testa altrove...." Gli rispose alzandosi da terra.

Era davvero un bel ragazzo... Alto, castano, abbronzato, con un fisico mozzafiato e degli occhi verdi da perdere la testa. In più era terribilmente gentile, infatti, per scusarsi costrinse Bunny ad accettare per lo meno un caffè.
Così scoprì che si chiamava Eric ed era nella sua stessa classe. La ragazza si sorprese del non averlo mai notato, in fondo era di un bellezza che non passava inosservata, poi dalle sue parole capì, chegli altri suoi compagni l'avevano sempre vista come una ragazza molto riservata, che se ne stava da sola con i suoi pensieri e non le si erano mai avvicinati proprio per questo. Dopo aver parlato ancora un pò, lui si offrì di prestarle i suoi appunti degli ultimi mesi, che le sarebbero stati davvero molto utili e che addirittura glieli avrebbe portati a casa sua quella sera stessa.

Quando tornò a casa, scoprì con piacere che Marzio e Chibiusa le avevano preparato una bella cenetta e stavano aspettando lei trepidanti. Era devvero bello sentirsi così coccolati e amati.

Se ripensava ai periodi della gravidanza in cui si sentiva così sola e persa senza il suo amore e ora guardava quella casa piccola, ma piena d'amore tutto per lei, si sentiva davvero al settimo cielo. Finalmente la sua vita stava prendendo la piega giusta, certo non avave dimenticato ciò che aveva combinato Marzio, ma certo lui si stava dimostrando comprensivo, amorevole e infinitamente dolce....

...forse un giorno avrebbero potuto ricominciare tutto da capo, ma per il momento era felice così...

Mentre stavano cenando il campanello suonò. Bunny si era completamente scordata di Eric, scese frettolosamente e si scusò per non averlo accolto più dignitosamente, lui noncurante si limitò a sorriderle e a darle gli appunti. La ragazza, osservando con gioia quasi infinita che ogi parola pronunciata dal professore era stata annotata con minuziosità inverosimile, si fece prendereda uno slancio d'affetto e gli diede un innocente bacio sulla guancia, per ringraziarlo.

Quando tornò di sopra si accorse che qualcosa nell'aria era cambiato. Marzio stava indossando la giacca e Chibiusa aveva gli occhi rossi e lucidi.
Per un attimo ebbe la sensazione di aver sbagliato appartamento, la serenità e l'armonia che aveva regnato fino a qualche momento prima nella sua stanza, aveva ceduto il posto ad un'insolita fredezza e indifferenza.

"Ma che sta succedendo..." Provò a dire.

Nulla. Nessuno dei due rispose. Era piuttosto imbarazzante essere lì e non capire perché padre e figlia avessero cambiato tanto umore in così poco tempo.

"Mi dispiace di essere scesa, ma ora possiamo continuare la cena, non potevo rimandare, era importante..."

"Ce ne siamo accorti che era importante!" Si lasciò scappare Marzio mentre si avviava verso la porta con fare gelido e distaccato.

"Non capisco a cosa vi riferite!! Marzio mi spieghi perché stai andando via!!" Gli chiese voltandosi verso di lui, cercando di capire cosa intendesse con quelle parole e soprattutto con quel tono.

"Ecco perchè a Crystal City sta succedendo il finimondo!! Bunny è tutta colpa tua io ti odio!!! TI ODIO!!! Hai capito!!!!!" Le disse piangendo disperatamente Chibiusa.

In realtà i due, incuriositi dalla fretta di Bunny di scendere dallo sconosciuto visitatore, si erano appostati dietro la finestra e avevano assistito a tutta la scena, senza però, conoscerne il contesto e nella loro mente la motivazione di quella situazione non poteva che essere una nuova storia d'amore di Bunny.
Dal canto suo la ragazzaa non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Era davvero incomprensibile per lei, per quale motivo così repentinamente Chibiusa e Marzio le stavano voltando le spalle.

"Cosa c'entra, ora Crystal City??"

"Tu hai tradito Marzio, con quel pallone gonfiato!! Sei la persona più cattiva e squallida che io abbia mai conosciuto!!!Non voglio restare in questa casa con te nemmeno un minuto di più e se potessi porterei via con me Robbie!!" La bambina scappò via piangendo, dopo aver pronunciato quelle parole con un tale odio, da sembrare troppo lontano dalla sua vera natura, dolce anche se a volte un pò prepotente.

"Marzio ma che sta dicendo?" Si rivolse quasi implorante verso il ragazzo.

"Ti abbiamo visto dalla finestra! Non puoi negare l'evidenza.... Capisco che tra di noi ci sono stati dei problemi, ma credevo fossi una persona diversa... credevo fossimo sulla via buona per ricominciare tutto dall'inizio..."

"Ma non è come credete!! Eric è solo un amico che si è offerto di darmi i suoi appunti, di cui ho disperatamente bisogno, nulla di più!!"

"Bunny non devi giusticarti, soprattutto mentendo perché non è proprio da te... Hai fatto la tua scelta e per quanto non sia d'accordo devo rispettarla! Forse solo ora riesco a capire come ti sei sentita tu, mesi fa!!"

"Marzio ti prego, ascoltami, si tratta solo di un equivoco!! Non posso credere che mi stiate facendo un processo alle intenzioni!! Aldilà del fatto che non mi pare di avere qualche vincolo sentimentale ufficiale da dover rispettare, non c'è assolutamente nulla tra me e quel ragazzo!!"

"Anche se fosse davvero solo un malinteso, le cose non cambierebbero dopo ciò che hai detto!! Credevo mi amassi anche solo la metà di quanto ti amo io, e ti giuro che mi sarebbe bastato per continuare ad andare avanti, ma evidentemente mi sbagliavo!"

"Ma perché devi sempre saltare alle conclusioni senza mai permettermi di parlare!"

"Perchè anche tu hai fatto la stessa cosa!! Bunny tu non hai mai voluto guardare la verità dritta negli occhi, perchè ne hai sempre avuto paura! Anche se questa ti sembra una situazione totalmente diversa da quella passata, è invece uguale in tutto e per tutto, e ti assicuro che la presenza di terzi o quarti non c'entra proprio nulla!!"

Bunny era stupita, Marzio stava davvero costruendo un castello sul nulla o si stava riferendo ad altro? Si sentiva davvero spiazzata, la situazione la stava turbando. Pensava a Chibiusa che dopo averle detto di odiarla era scappata via nella sua stanza e stava guardando l'uomo, che forse amava ancora, negli occhi senza riuscire a riconoscerlo, senza capire a cosa stesse cercando di dirle.

"Tu hai paura di innamorati!! L'hai sempre avuta, forse è per questo che ti ho tradito!! Non mi hai mai detto che mi ami, ti sei sempre solo limitata a rispondere ai miei baci, alle mie carezze, alle mie parole d'amore!!"

"Marzio ma sta impazzendo? Ora sarebbe colpa mia se sei andato a letto con un'altra?? Mi stai accusando di non averti amato abbastanza?? Ma come ti permetti anche solo di pensarlo?? Io ti ho amato con tutta la mia anima e il mio corpo!! Avrei preferito bruciare all'Inferno, piuttosto che stare senza di te anche solo per un secondo!! Avrei fatto tutto il possibile e l'impossibile per stare con te... ma che ne sai tu, che hai preferito il letto caldo di un'altra a me!!" Disse con rabbia sull'orlo dell'esasperazione.

"Hai detto bene... Che ne so io... Bunny quando mi hai mai detto tutto ciò?? Quando?? Hai sempre avuto paura di parlarmene... è chiaro che dopo un pò anche la persona pù sicura del mondo inizia a tentennare!!! Io pensavo che i miei sentimenti non fossero corrisposti come io volevo... sapevo che mi amavi, ma non quanto lo facevo io! Mi sono sentito così frustrato, così inutile, per non essere riuscirto a provocare in te tutto ciò che provocavi tu in me, da provare di essere capace di dare emozioni con un'altra!!"

"Mi sembra tuto talmente assurdo...."

"Ed ora è successa la stessa cosa... Io non posso vivere in questo modo, davvero ci ho provato, ma proprio non ci riesco... Non riesco a starti accanto senza avere il minimo contatto con te, senza sentire la tua morbida pelle tra le mani, senza sentire il tuo profumo, da così vicino da impazzire... e te l'ho fatto capire in tutti modi possibili e immaginabili, ma tu niente!! Pensavo, anzi speravo, che avessi solo un grande auto - controllo, ma la verità è che non mi ami più, se mai l'hai fatto..."

Dicendo ciò, aprì la porta e varcò la soglia. Bunny rimase lì imbambolata, incapace di reagire a ciò che le aveva detto. Avrebbe voluto urlare che si stava sbagliando, che non era vero, che anche se non le era chiaro cosa voleva dalla vita, sapeva che lo avrebbe voluto accanto nel bene e nel male, ma nulla.
Il suo corpo sembrava non volerle obbedire. Non un muscolo si mosse, rimase semplicemente lì ferma, come un oggetto dimenticato.

Lui si voltò appena, ma sufficientemente da mostrare i suoi dolci occhi pieni di tristezza e delusione.

"Dà un bacio ai bambini e dì loro che tornerò presto...." E sparì.

Tornerò.... stava per partire di nuovo, stava per andare via, un'altra volta... Fu come una pugnalata che le si conficcò nello stomaco, provocandole una ferita che sanguinava copiosamente....

Finalmente riusciva di nuovo a muoversi, doveva seguirlo, doveva farlo.... prima che andasse via, se proprio era necessario per lui farlo, avrebbe dovuto almeno ascoltarla...

Le parole mai dette... quelle del suo cuore che in un modo o nell'altro, era stata sempre sicura che lui conoscesse, ma evidentemente non era così, e solo ora se ne stava accorgendo.
Non riusciva a capacitarsi di quanto egli avesse ragione, aveva sempre evitato di rivelargli per prima ciò che provava, come in un gioco infantile, si vergognava di dire per prima le parole proibite. Aveva dato per scontato che lui sapesse che lo amava da morire, era sempre stato così, perché doveva cambiare, ma aveva sottovalutato che lui era un essere umano come tanti , che aveva le sue insicurezze e lei era una di queste.

Aprì la porta ed era già fuori, quando un pianto disperato dalle sue spalle la destò dai suoi rapidi pensieri, riportandola alla realtà così vicina e così lontana... Robbie aveva bisogno della sua mamma e per quanto fosse combattutta sul da farsi, ricordò che i suoi figli avevano la priorità su tutto... anche sul suo amore ritrovato e già perso.

Marzio sparì, come aveva detto. Nessuno nei giorni successivi, riuscì a trovarlo, nemmeno Heles, la quale lo cercava non perchè avesse voglia di vederlo, ma per un altro motivo.

Da quella sera, Chibiusa aveva cominciato a stare male, dapprima non voleva parlare con nessuno, men che meno con Bunny, rifiutava il cibo e qualsiasi altra cosa, poi pian piano era caduta in uno stato di debilitazione piuttosto grave, aveva la febbre alta e le convulsioni, furono costretti a ricoverarla in ospedale e mentre la bambina veniva agitata continuamente dai suoi soliti incubi e gridava disperata il nome del padre, Bunny l'assisteva impotente, colpevolizzandosi per l'accaduto.
Anche lei era ridotta davvero uno straccio, dimagrita di tanto in così poco tempo, spossata per il poco sonno e dalla preoccupazione per sua figlia e per Robbie che stava dai nonni e quindi vedeva ormai pochissimo.

Probabilmente la malattia di Chibiusa era imputabile più alle conseguenze che quel nuovo distacco tra Bunny e Marzio aveva avuto sul futuro che sulla reale mancanza che avvertiva la bambina. Infatti dopo alcuni giorni in cui la bambina non aveva più ripreso i sensi, Bunny ebbe l'impressione che in alcuni momenti lei si dissolvesse come un ologramma.
Inizialmente sperò si trattasse solo di un effetto ottico dovuto alla stanchezza, poi questi episodi cominciarono a ripetersi sempre più spesso anche davanti alle altre ragazze che si videro alla fine costrette a tivolgersi a Sydia, per avere delle spiegazioni.

Le notizie non furono affatto buone. Come temeva Bunny, quel nuovo distacco aveva ancora più sconvolto Crystal City, le conseguenze erano talmente gravi che la piccola lady, presto si sarebbe dissolta nel nulla, proprio perché non aveva ragione di esistere non essendoci la possibilità di un nuovo amore tra i futuri sovrani.
Un pagliativo momentaneo, che avrebbe ritardato la scomparsa di Chibiusa poteva essere la presenza di Marzio accanto a lei e a Bunny in quel frangente, ma di lui non c'era traccia.

Mentre Sydia raccontava tutto ciò alle altre sailor, Bunny corse in un luogo dove nessuno l'avrebbe potuta vedere e cominciò a piangere.... piangere così disperatamente da non lasciare alcun dubbio sui suoi sentimenti.
Non sapeva perchè si sentisse così disperata, se solo per Chibiusa o forse per il profondo dolore che la torturava nel profondo...
Si sentiva egoista.... doveva preoccuparsi di sua figlia, doveva adoperarsi per trovare una soluzione, ma ciò che le ritornava continuamente in mente erano gli occhi feriti di Marzio, l'ultima volta che lo aveva visto.... degli occhi così tristi, ma allo stesso tempo così risoluti, da non lasciarle la benché minima speranza, che, se un giorno fosse tornato, lo avrebbe fatto per lei.

Capitolo 9 : Amore

Sentì un improvviso calore sulla sua guancia... Probabilmente era il sole che filtrava dalle tendine abbassate di quella lugubre stanza d'ospedale, era una sensazione piacevole, quasi come una carezza...
Chissà da quanto tempo si era addormentata sul corpicino immobile di Chibiusa. Aprì appena gli occhi e scorgendo la figura della bambina, ancora lì e sentendo la sua piccola manina tra le sue, tirò un sospiro di sollievo e riabbassò le palpebre, forse inconsciamente, per l'eccessiva stanchezza, o per tornare nel mondo dei sogni... un mondo in cui tutto era come lei lo desiderava... in cui lui era ancora al suo fianco...

Di nuovo quel calore... e questa volta non era il sole... era diverso... le sembrava che una nuvola le stesse sfiorando il viso....

Dopo qualche secondo si alzò, era evidente che non stava sognando e qualcuno le stava davvero accarezzando il volto. Appena si girò per vedere di chi si trattasse, rimase a bocca aperta...

"Marzio..." Ebbe la forza di pronunciare.

Non poteva crederci, aveva tanto pregato perchè lui tornasse, ma quella benedetta porta, che isolava quella stanzetta era sempre rimasta chiusa, le uniche volte che qualcuno aveva bussato e il cuore le era salito in gola, una profonda delusione compariva sul suo viso, perchè non si trattava mai della persona che sperava.
Ed ora era lì, in piedi, davanti a lei, con un timido sorriso, ma era evidente che era preoccupato per la situazione.
Bunny, non sapeva né che dire, né che fare, le sembrava così lontana la possibilità di rivederlo ancora, in quell'ospedale le ore erano passate così lentamente da farle sembrare un'eternità il tempo che avevano trascorso l'uno lontana dall'altra e vederselo in carne ed ossa, non le sembrava vero. Avrebbe voluto dirgli tante cose, ma a cosa sarebbe servito? Non era lì per lei, lo sapeva bene e quando lui le si sedette al suo fianco e strinse forte le mani di madre e figlia, la sua convinzione stoltamente si radicò ancora di più, ma che importava? Era felice che fosse lì, tutte le volte in cui ne aveva avuto disperatamente bisogno, lui era accorso in suo soccorso, sempre, il resto non contava più ormai.

"Sydia dice che presto si dissolverà...." Gli accennò senza riuscire a guardarlo negli occhi. Si sentiva tanto colpevole, se forse si fosse resa conto dei suoi errori, non sarebbe mai accaduto nulla...

"Hai una faccia sbattuta... Quand'è stata l'ultima volta che hai messo qualcosa sotto i denti..."

"Sai quanto me ne frega ora di mangiare..."

"Ed invece te ne dovrebbe fregare, perché così non sei d'aiuto a nessuno!! Basta già un'ammalata nella nostra famiglia, due sarebbero troppe..."

"Famiglia... Quale famiglia?? Quale??" Iniziò a dire con un tono sempre più alto, presa da un attacco isterico. Era troppo pesante quella situazione, per poter affrontare tutto da sola, e Marzio sapeva di aver sbagliato andandosene via e tornando solo ora, che la sua piccola Bunny era così scossa e così provata da tutto quel dolore da non riuscire più a ragionare.

"La nostra, Bunny,..... io, tu, Chibiusa e Robbie, siamo una famiglia!"

"Ma che dici? Marzio, io sono davvero troppo stanca, non ce la faccio più, qualsiasi cosa mi sembra nera, sporca, dovunque mi giri vedo solo dolore e sento solo dolore, è come se il mio cuore fosse in una morsa che ogni minuto si stringe sempre di più! Sto qui, immobile, impassibile, come un'ameba, in attesa che mia figlia svanisca nel nulla, senza che io possa muovere un dito, perché ne sono l'inconsapevole causa ... Chibiusa è mia figlia, non l'ho partorita, non so nemmeno se mai nascerà, ma è una parte di me, tanto quanto lo è quel povero bambino, che ormai vedo talmente poco, che non credo che mi riconoscerà più come sua madre... Vedi quanto dolore? Lo vedi... E' inutile poi dirti come mi sento per quello che è successo tra noi, perchè ormai si tratta di qualcosa di irrecuperabile..."

"Non fare così, cerca di combattere, nulla è perduto! Se vogliamo tutto può tornare come prima, anzi meglio di prima!"

"Non sai quanto lo vorrei, ma ormai mi sento vuota, debole, incapace di reagire!! Quanto mi piacerebbe andare a prendere i nostri bambini, tornarcene a casa e addormentarci, in un sonno profondo, e poi svegliarmi e scoprire che quest'incubo non è mai iniziato, che Robbie è ancora nella sua culletta, Chibiusa è nel suo lettino stretta al suo pupazzo preferito, e tu sei acanto a me e mi stringi forte... Guarda come sono stupida... In questa situazione non faccio che sognare, ma sognare cosa? Non vedo più nulla davanti a me, non c'è più un futuro, non c'è più niente..."

"Non sopporto di vederti così, ma che diavolo ti è successo!!!!! Che fine ha fatto la ragazzina che ha rischiato la vita tante volte sempre con il sorriso sulle labbra, quella che trasmetteva gioia anche nei momenti più neri... Quella di cui mi sono innamorato..."

"Non c'è più, la vita l'ha uccisa..."

"Non è vero!! Io lo so che è dentro di te, sacrificata in chissà quale misero angolino della tua anima, solo perché ti sei imposta di non essere più così!!! Lo vedi che non riesci a vivere così!! Non mi angoscia tanto questo ospedale, in cui centinaia di persone stanno soffrendo, compresa mia figlia quanto te... Guardati ti prego, hai perso ogni tipo di vitalità, sembra che tu stia diventando dello stesso colore della pare... bianca!! Datti una mossa, Bunny, così non aiuti Chibiusa, anzi non le dai una ragione per tornare qui da noi!! Non posso fare tutto da solo!!"

"Ma io non ce la faccio, sono troppo debole..."

"Io non ti riconosco proprio più... Davvero non so più chi sei..."

"Marzio ma lo vuoi capire che io ho bisogno di te!!! Io proprio non riesco a guardare avanti, se tu non ci sei!!"

"Ma adesso sono qui!"

"Non per me..."

"E per chi? Per Chibiusa? Si, è vero sono qui per lei, ma non è una parte di te? Bunny io per te ci sarò sempre, anche quando tu non mi vorrai, anche quando mi odierai, io sarò sempre lì, ad aspettarti..."

"Non è vero!!! Allora perchè te ne sei andato?"

"Perché non avevi bisogno di me! Prima c'erano le altre con te ed Heles mi diceva tutto, poi perché avevi bisogno di stare da sola e capire!! "

"Io avevo solo bisogno di te... di te e nessun altro..."

"Bunny..." E le si avvicinò per baciarla, quando le loro mani vennero smosse dalla piccola Chibiusa, che pian piano stava riprendendo conoscenza e il primo nome che pronunciò fu quello di Marzio.
La magia del momento si era spezzata, stava per accadere qualcosa che, probabilmente, entrambi aspettavano da ormai troppo tempo, ma la bambina aveva la priorità e il fatto di sapere che si stava riprendendo era anche sintomo, che forse quel qualcosa che tra di loro si era rotto, finalmente si stava rinsaldando, anche se sarebbe stato difficile, ce l'avrebbero fatto per i loro figli e soprattutto per loro stessi.

I giorni passarono piuttosto velocemente, Chibiusa stava sempre meglio, aveva ripreso a mangiare e anche a sorridere, la presenza del padre, la rendeva così raggiante che si rimise prestissimo. E anche Bunny sembrava diversa, decisamente più felice, sia per la bambina, sia perché anche questa volta lui era con lei...
Non avevano avuto più modo di parlare, né di stare anche soltanto 2 minuti da soli, ma in fondo non avevano troppo da dirsi, forse se Chibi, non fosse stata così tempestiva nel svegliarsi, la ragazza si sarebbe sentita più tranquilla circa il loro rapporto e su come dovevano comportarsi, ma non le dispiaceva poi tanto.
Si sentiva come un'adolescente innamorata, intenta ad accaparrarsi ogni suo sguardo, ogni sua attenzione e quando le sorrideva si sentiva il cuore battere a mille.. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che le era successo!! Non se lo ricordava nemmeno più, doveva essere quando si era accorta di essere innamorata di lui e non certa dei suoi sentimenti tentava di essere sempre al centro dell'attenzione... Se solo non fosse cambiato mai nulla...

Finalmente Bunny si sentiva felice, il cielo era tornato azzurro, i fiori multicolori e profumati, si era rialzata da quella profonda crisi che le aveva impedito anche solo di immaginare vagamente un futuro ed ora sprizzava gioia da tutti i pori. Gli occhi avevano ripreso ad illuminarsi ogni volta che Marzio le appariva danti e lui lo sapeva, la amava proprio per questo.


Come al solito per il ritorno a casa della piccola Chibiusa fu organizzata una festa nell’appartamento di Bunny. Sebbene ci stessero tutti un po’ stretti, si divertirono tanto, soprattutto la bambina, felice di rivedere tutte le sue amiche e anche il piccolo Robbie, sembrava contento di tutto quel trambusto, perché continuava dalle braccia di sua madre a battere le mani e sorridere.

“Marzio guarda quanto si sta divertendo questo monellaccio!!” Disse riferendosi al bambino, che continuava a ridere.

“Gli brillano gli occhi quando è felice, proprio come te in questo momento…”

“In effetti posso definirmi felice, anche se pensando a quando dovrò ripulire la casa, mi verrebbe voglia di buttarmi giù dal balcone!”

“A proposito di balcone, lascia un attimo Robbie e vieni un attimo di là perché vorrei parlarti…”

“D’accordo!” Bunny lasciò il bimbo tra le braccia sicure di Milena e seguì il ragazzo sul balcone.
Finalmente poteva respirare un po’ d’aria fresca, in realtà si sentiva un po’ in imbarazzo, era tanto che no stavano soli, ma era contenta di poterlo guardare negli occhi senza temere di arrossire.

“Da quanto tempo non guardiamo il cielo stellato assieme…”

“Si…l’ultima volta è stata quando uscì dall’ospedale e mi chiedesti di sposarti….”

“Mi dispiace.. Non volevo ricordati certe cose!” Le disse abbassando lo sguardo verso il basso, sembrava davvero tenero.

“Non dire così, io sono stata felicissima quando l’hai fatto, anzi, ero praticamente al settimo cielo e quelle erano emozioni pure, che non potevano, e non potranno mai, essere rovinate dal male!”

“Dici sul serio?”

“Marzio io ti amavo, come non potevo essere felice di sposarti? Quello è stato il giorno più bello della mia vita e credimi se ti dico che non me ne sono mai pentita…mai!”

“Di motivi ne avresti certo avuti molti! Sono stato uno stupido e anche se so che a te non va di parlarne, io sento di averne bisogno, perché… perché Bunny io voglio riprovarci con te, perché ti amo ancora più di prima, se è possibile, e non voglio che un vecchio alone resistente, macchi il nostro rapporto.. non voglio più bugie, voglio essere sincere in tutto e per tutto con te!”E l’abbracciò forte.

“Lo so, Marzio, lo so, non sarà facile, ma assieme potremo farcela per noi e i nostri bambini!”

“Questo vuol dire che anche tu, vuoi riprovare?”

“Testone, lo vuoi capire che ti amo!!!” Alzò il viso dalla sua spalla, dove l’aveva poggiato prima e lo baciò.

I loro cuori battevano all’unisono, dopo tanto tempo, due anime vaganti in cerca del proprio amor perduto, si ritrovarono, lì, sotto quel cielo stellato, benedetti dal desiderio d’amore che covavano in loro.

“Bunny devo chiederti una cosa, però….”

“Cosa?”

“Mi vuoi sposare?” Le disse porgendole un cofanetto color mogano, al cui interno era custodito uno stupendo anello d’oro bianco e diamanti.

“Certo che lo voglio!!!!” E gli saltò al collo, ricoprendogli il viso di baci. Non era certo la prima volta che vivevano quella scena, ma questa volta era diverto, totalmente…

Dopo qualche minuto, giusto per metabolizzare la notizia, Bunny aprì bocca:

“Ma perché hai comprato un altro anello, ho ancora quello vecchio!”

“L’altra volta non è andata proprio bene! E poi stavolta è diverso! La prima volta ti chiesi di sposarmi perché aveva paura di perderti e volevo tenerti legata a me in qualche modo, ora invece, è solo ed esclusivamente perché ti amo e voglio passare ogni secondo della mia vita accanto a te, mio dolce angelo!!”

“Oh, Marzio, non hai idea di quanto tu mi faccia felice con queste parole!”

Marzio e Bunny erano di nuovo insieme e stavolta per sempre, perché l’amore non è qualcosa che si può dimentica, né che il tempo può cancellare, è sempre lì, magari si cerca di soffocarlo o nasconderlo, ma non svanisce mai nel nulla, resta sempre in un angolino, fino a quando non coglie l’attimo giusto e prende il sopravvento facendoti scordare di tutto il resto.

Logicamente pochi giorni dopo Chibiusa dovette far ritorno nel futuro, perché i suoi genitori, Serenity ed Endimion, avevano bisogno di lei, e non solo perché era loro figlia, ma per ricordargli cosa era stato capace di fare il sentimento che provavano l’uno per l’altra, mentre Marzio e Bunny, con il piccolo Robbie, cominciarono una felice vita insieme.

E vissero tutti felici e contenti!

^_^

Fine

E’ finita… è stata dura, ma ce l’abbiamo fatta!!! Forse il finale è un po’ scontato, ma chi si azzardava a dividere una coppia così… Onestamente non avevo programmato che terminasse in questo modo, a dir la verità non avevo programmato proprio niente, i capitoli mi venivano fuori, senza una logica ben precisa, ma alla fine il cerchio si è chiuso e i due sono tornati insieme…
Vabbè è inutile perdermi in chiacchiere, spero solo vi sia piaciuta l’intera fic!
Ciao e alla prossima!! (^____^)

 
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COMMENTI:
Trovati 2 commenti
chiocola 24/03/09 09:17
bellissima nn ho paole...spero che ne scrivi un'altra...
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chiocola - Voto: 24/03/09 09:17
bellissima nn ho paole...spero che ne scrivi un'altra...
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