IL PASSATO ED IL PRESENTE
- Capitolo 1° -
Note: non posso considerarla completamente (What if...?)però si svolge dopo tanta storia, e solo qualche cosa può essere considerata "vera".
Per ora non ci sono tanti spoiler, anzi, credo non ce ne siano^^".
E' una ff che sto elaborando da molto(settembre mi pare), quindi per favore non deludetemi.
Sarà una SasuSakuNaru(evviva i triangoli!!!), in più anche SakuSasuKarin, KakaAnko e forse altre...
Ecco credo di aver detto tutto fino ad ora^^".
Buona lettura!!!!!
misa-san
The snow of Solitude, the wind of Miracle
01. Il passato ed il presente
"Un uomo che teme di soffrire soffre già quello che teme."
M. De Montaigne
-Sas'ke!! Non ti permetterò di distruggere Konoha!-
Un giovane kunoichi urlava, quasi disperatamente, parole e promesse, che secondo il suo credo ninja andavano mantenute.
Un nukenin, dall'altra parte della vasta valle, fissava impassibile il suo vecchio compagno.
Una pallida luna faceva capolino da dietro la cascata, riflettendosi in una scia sull'acqua;
Una scia continuamente intralciata da piccole ondicelle, provocate dal leggero soffio del vento.
Padroneggiava un aria del tutto serena e monotona.
Ma un ragazzo non la smetteva di gridare, per nascondere quella punta di nostalgia e nervosismo, che piano piano gli crescevano dentro.
"La valle dell' epilogo": un luogo pieno di ricordi, ma purtroppo, tutte memorie dolorose.
La verità è che i luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovano molte
risorse interne per sperare e resistere , sono proprio quelli a cui ci si affeziona
di più…(Giorgio Bassani)
Quel maledetto posto in cui Naruto perse il suo migliore amico e Sasuke iniziò a vagare nelle tenebre.
-L'ultima volta, ti ho battuto, ti sconfitto, Naruto. Per caso adesso la situazione è diversa? Otterrò ciò che voglio e questa volta ne approfitterò per ucciderti - proferì il traditore, sempre con un tono freddo e distaccato, così severo e orgoglioso, ma sopratutto molto, molto calmo e fermo.
-Non dire sciocchezze Sasuke!Sono io che ne approfitterò per riportarti a Konoha!!- ribattè il "fedele ninja", con una voce leggermente offesa, ma con la chioma bionda e gli occhi color mare alti.
A quel punto per l'Uchiha sembrava inutile rispondere, e come al suo solito, preferì tacere.
Il biondo si tranquillizzò a questo gesto, che pare del tutto privo di importanza.
Per lui significava che Sasuke, in parte, non era cambiato.
Un ultimo sussurro del vento percorse la valle e, subito dopo, tanti urli che non si potevano nemmeno comprendere.
D'altronde si sa :
"Il silenzio prima della tempesta".
E quel silenzio è sempre molto straziante, per quanto possa essere tranquillo.
Purtroppo il nukenin non aveva tenuto conto del duro allenamento di Naruto.
Riuscì a resistere a lungo, combattendo quasi alla pari con il biondo.
Ma improvvisamente i suoi occhi smisero di vedere e il suo corpo si mostrava sempre più stanco e molto ferito.
Fu così che cadde e non riuscì ad alzarsi, sentì solo una risata penetrare nel suo orecchio, per poi perdersi dentro al suo cuore.
Aveva perso? No, o forse sì, se lo chiede ogni giorno.
Be' in fondo tutti speravano che un giorno in quel posto maledetto finisse tutto al meglio .
Il fatto è che Naruto riuscì a mantenere tante promesse, fatte a se stesso e a Sakura.
Il fatto è che si ritrovò su un letto d'ospedale, con tanti occhi e sorrisi che lo aspettavano.
Il fatto è che tra quelle persone, il suo "migliore amico" non c'era.
E lui non ci credeva. Per quanto hanno aspettato?
Perché sorridono nel rivedere un traditore come lui?
Naruto dov'è?Sarà stato ferito quanto lui?Di Naruto non sapeva niente quel giorno, ne si sentì il dovere di chiedere agli altri.
Ma si stupì quando si rese conto di essere a casa, ma di sentirsi solo un ospite;
Lì, alla sua cara Konoha non ci voleva restare, non si sentiva bene .
Forse era normale: aveva saputo una realtà che agli altri veniva celata, aveva cercato di distruggere quel luogo, e di conseguenza tutte le persone che ci appartenevano
Tutte, anche quei suoi vecchi conoscenti ninja, i quali, ora, gli stanno sorridendo vivaci e vittoriosi.
Inverno.
Un soffio pesante e pungente sbatte continuamente sul mio viso, ferendomi le guance, che piano piano arrossiscono.
Sono seduta su una panchina, a fissare chissà cosa davanti a me.
Sì, sono proprio su quella famosa panchina, dove il mio compagno di squadra mi abbandonò tre anni fa.
Ritorno spesso qui; non perché proprio in questo luogo mi sono dichiarata ufficialmente a Sasuke, ma perché questo è il posto in cui è "nato" il team sette.
Sì lo ricorderò per sempre così.
E' stato qui, inoltre, che ho imparato una cosa importante :
"La solitudine...è un dolore, che non ha nulla a che fare con l'essere sgridati dai genitori."
Questa frase non la so solo a memoria, e forse è questo che mi preoccupa.
"Un uomo che teme di soffrire soffre già quello che teme."M. De Montaigne
Di solito io le cose le imparo ripetendomele tante volte, finché finalmente non mi entrano dentro.
Questa volta, però, è diverso : io ho come la brutta sensazione di essere sola.
Io non mi capisco più: Sasuke è tornato, Naruto si sta riprendendo, Konoha non ha più rivalità e nemici, e io ? Io mi sento molto male, mi sembra che il mondo giri solo intorno agli altri. Le attenzioni altrui sono solo sulle missioni, o su chi è ferito.
Non voglio disturbare nessuno: Naruto merita un lungo riposo, Tsunade-sama è sempre occupata con le cartacce sulla scrivania, Shizune-sempai segue come una schiava protettrice ogni gesto della sua sensei, Ino è sempre a lavorare nel suo negozio o in missione. Nessuno vicino a me.
Mi godo il silenzio di Konoha, mentre cerco nel panorama qualcosa di allegro, che mi possa far star meglio. E lo trovo.
Un soffice manto di piume imbianca le vie del Villaggio.
Tutto sembra il dopoguerra di una battaglia di cuscini, una tenera battaglia.
Sui rami, la neve pare avvolgersi, fino ad assomigliare a dolce zucchero filato.
Infondo alla via si intravedono gli alti palazzi.
Mi alzo e inizio a camminare verso di questi.
Lentamente il sole si abbassa e si colora di un giallo molto scuro e il cielo si tinge, anche lui, di una sfumatura che parte dall'arancione e finisce col bianco delle nuvole.
E sulla neve si riflette questo dipinto, regalandole una pennellata dello stesso color tenue, rivelandola ancora più lucida.
E' una tramonto molto romantico e rilassante. E vorrei qualcuno qua con me.Ma chi? Questo non lo so nemmeno io.
Quanto piace al mondo é breve sogno . ( Petrarca )
Questo crepuscolo è durato troppo poco, come tutte le cose belle.
Aveva "incendiato" la neve e, per un momento, anche me. Mi aveva riscaldato e acceso, ma ora è tutto finito.
Ora il vento si mischiava al fumo del camino, rendendo l'aria invernale...io lo ricorderò sempre questo odore. Perché mi aiuta a distinguere l'inverno dalle altre stagioni.
Per me l'odore che provoca il fuoco fa parte di questa fredda stagione...è essenziale.
E' sceso il buio ed ora, tra le nuvole grigie, si può scorgere una luna dolce e luminosa, che manteneva ogni notte i grandi segreti dell'uomo.
Il buio ecco come mi rispecchio ora, mi sento vuota, e tanto buio mi avvolge.
A volte sembra che tutti i colori del mondo spariscano, e solo se qualcosa che ti colpisce, questo si tinteggia ancora una volta, per imprimerlo bene dentro al cuore.
Una delle poche cose che mi si ridipingono come prima, sono gli occhi del mio compagno, del mio biondo con la testa sempre alta : gli occhi di Naruto .
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