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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: GOODBYE SHUNA
Genere: Drammatico, Dark
Rating:
Avviso: One Shot
Autore: ambrosia13 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/12/2008 19:57:06

A volte la morte può essere anche interiore...
 
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GOODBYE SHUNA
- Capitolo 1° -

Mi toccò le mani, fu una sensazione bellissima, non l'avevo mai provata prima d'ora. Un forte brivido percorse la mia schiena, ma tentai di mascherare quell'emozione con scarso risultato. I suoi occhi erano limpidi come il mare al contrario dei suoi capelli, neri anzi nerissimi. Ero sulla Terra da quasi un mese, che ci facevo lì? Ero stata esiliata dal mio stesso popolo, perchè ero diversa. Ero un' Elfa dell'Oscurità: capelli rossi e neri e occhi gialli. Il fatto che avessi una voce amliatrice e angelica e che io non condividessi le idee del mio popolo, spinsero il re che governava ad esiliarmi. Avevo appena sedici anni. All'inizio scappai, come mi aveva consigliato mio fratello maggiore, ma i soldati del re mi catturarono e attraverso un portale magico fui spedita sulla Terra. Fortuna che avevo studiato il linguaggio degli umani. Al mio arrivo una ragazza coi capelli identici ai miei , di nome Allyson, mi trovò tutta sola seduta sul bordo di un marciapiede. Le raccontai tutta la mia storia anche se non la conoscevo bene, nei suoi occhi avvertivo una profonda sincerità. Mi aveva accolta a casa sua, mi aveva offerto un lavoro e frequentavo perfino un corso d'inglese, una delle tante lingue parlate sulla Terra, la più usata. Era lì che l'avevo conosciuto in tutta la sua bellezza, si chiamava Daniel ed era il meglio che potessi desirare. Era dolce, simpatico e soprattutto mi capiva. Lo adoravo. All'inizio non provavo niente per lui, ma poi dentro me stessa iniziai a ricambiarlo, facendo sempre l'indifferente nei suoi confronti, anche se dentro di me c'era una fitta raganatela di emozioni che mi faceva sobbalzare.
Il brivido durò per un istante poi mi accorsi che Daniel mi guardava di sottecchi. Eravamo a casa sua a completare delle schede che ci avevano consegnato al corso d'inglese. Le avevamo appena finite.
"Ti andrebbe di ascoltare un pò di musica?" mi chiese di colpo.
Sobbalzai. "Sì..." risposi incerta.
Lui si alzò e da uno scaffale prese un CD e lo inserì nello stereo, un aggeggio strano che riproduceva la musica catturata su dei dischi argentati chiamati appunto CD. Per me quella era una strana magia, anzi una vera e propria diavoleria.
"Che canzone è?" chiesi io.
"I miss you" rispose lui.
"Di che artista umana è?" domandai.
"Di Avril Lavigne. Ti piace?"
"Molto, poi è in inglese" risposi.
"Già."
Il pomeriggio trascorse in fretta e così tornai a casa da Allyson che mi attendeva per cena. Il cibo umano era molto lavorato e strano, l'avevo studiato e ricordavo quanto fosse strambo. La Terra mi piaceva dovevo ammetterlo e mi piaceva anche Daniel. Ma io ero convinta che nessuno potesse capirmi fino in fondo, neanche lui, anche se così sembrava fare.
Trascorsero altri mesi e arrivò un periodo dell'anno chiamato dagli umani "inverno". Era il tempo in cui l'aria diventava fredda e bisognava indossare abiti pesanti. Era un pò come il Periodo Freddo che avvinghiava il mio mondo per due lune, cioè due settimane. Sulla Terra sembrava che questo "inverno" durasse di più. Nel tempo molte cose erano cambiate e anche Daniel lo era. Purtroppo mi resi conto che non l'amavo davvero al contrario il mio era solo affetto, niente di più. Ero indecisa, sui miei sentimenti. Ma proprio mentre io cominciai a trasformare il mio affetto in qualcosa di più, lui mi aveva già abbandonata e io non me n'ero resa conto. Era sempre più distaccato ed era anche troppo se mi salutava e mi degnava di qualche sguardo. Fu davvero malvagio nei miei confronti. Non era il ragazzo che pensavo fosse, no mi ero sbagliata.
Quello fu l'ultimo giorno, l'ultimo in cui ci vedemmo, l'ultimo in cui io mi godetti la vita. Mi aveva invitata lui stesso a fare due passi al parco, quello che adoravo tanto, con le panchine verniciate di un verde acceso.
"Ciao!" esclamai gioiosa quando lo vidi.
Lui non rispose e mi guardò con malinconia, sapevo che quello sarebbe stato il suo ultimo sguardo.
"Addio Shuna, addio per sempre" mi disse, poi voltò le spalle e se ne andò via.
Io mi strinsi nel mio maglione nero mentre una lacrima cominciò a scendermi sul viso. Sapevo il perchè del suo addio ed era per questo che non tentai di reagire.
Me ne tornai a casa, nel tentativo di sopprimere il dolore che si stava impossessando della mia anima, che stupida che ero stata, non avevo capito cosa io provassi per lui, anzi l'avevo capito ma troppo tardi. Accesi lo stereo in camera mia e segnai al massimo il volume. Mi distesi sul parquet freddo e lasciai che la sofferenza prendesse il sopravvento e che mi inghiottisse nell'oblio più profondo, mentre le lacrime scendevano sole. Rimembro che quando mi lasciai morire di dolore per tutto quello che mi era capitato stavo ascoltando "I miss you".

 
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