- Capitolo 1° -
Non riuscì più a chiudere occhio per tutta la notte. Pensava che da un momento all’altro avrebbe sentito di nuovo quei passi furtivi sulle scale, e ogni volta che stava per addormentarsi gli sembrava di sentire il pavimento scricchiolare.
- Al diavolo...- sbottò, e gettò via le coperte con rabbia.- Sono solo le sei meno dieci...-
Be’, se non poteva dormire, tanto valeva sistemare un po’ il casino che quel pazzo aveva creato nella sua camera. Accese la luce e lo maledisse, come aveva già fatto almeno una dozzina di volte.
- Ma porc... guarda qui che puttanaio... ci sono schegge di legno dappertutto. Stronzone...ma la prossima volta ti ammazzo, altro che giocare!-
Mentre raccattava i resti della porta, pensava alla storia da raccontare a zia Nora.
- Vediamo... un attacco di sonnambulismo? No, sono anni che non ne soffro più. E non credo che i sonnambuli distruggano le porte. E se le dicessi che è stata opera di un pazzo? Sì, proprio una bella idea, così mi passo una settimana a rilasciare deposizioni alla centrale. A questo punto tanto vale dirle tutto: “Sai, zia Nora, sono stato attaccato da un mostro che conosceva il mio nome e sostiene che mio padre non è morto.” No, decisamente poco credibile.-
Stentava a crederci persino lui, e se non fosse stato per la porta frantumata, avrebbe liquidato il tutto come un sogno piuttosto bizzarro. Ma un pensiero al di sopra di tutti continuava a non lasciarlo in pace: quell’uomo conosceva davvero suo padre? E perché diceva che non era morto?
- Perché è vero.- sussurrò, e un brivido gli corse lungo la schiena. Per un lungo, silenzioso momento, pensò a cosa implicava la sua affermazione. L’abbaiare furioso del cane del vicino lo strappò ai suoi pensieri con un sobbalzo.
“Dannazione a te, Balrogg, stupido cagnaccio! Perché non hai abbaiato quando quel pazzo si è buttato fuori dalla mia finestra?”
Con un sospiro rassegnato contemplò lo stato della stanza. Sì, poteva andare. A parte il disordine, che regnava sovrano, era tutto normale.
- Vada per il sonnambulismo, allora.- decise. Anche se non credeva che sua zia se la sarebbe bevuta così facilmente.
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