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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Libri e Film (da libri)
Dalla Serie: Harry Potter
Titolo Fanfic: MEMORIE DI TOM ORVOLOSON RIDDLE
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: eleanoreprevett galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 23/11/2008 19:30:10 (ultimo inserimento: 08/12/08)

Il bimbo aprì gli occhi.Uno sguardo che non gli apparteneva pervase il suo volto.Uno sguardo cremisi.Albus Severus si volse lentamente...
 
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BAGLIORI ROSSASTRI
- Capitolo 1° -

“ Bagliori rossastri”
Il bambino osservò il vetro incresparsi sotto il suo sguardo smeraldino,poi tornare lucido e piatto, proprio come fosse una parete d’ acqua. Stupito, continuò a guardarlo attonito. Si stropicciò gli occhi, credendo che tutto fosse frutto di un’ illusione ottica. Il suo cuore palpitò frenetico quando lo specchio s’ increspò di nuovo. Ma la cosa più stupefacente era che lo specchio non si limitava a raffigurare lui e il guazzabuglio alle sue spalle, no, ma un’ enorme aula deserta, tetra, immersa nel buio, occupata da spropositati scaffali e scaffali di volumi. Eccitato, s’ immaginò la scena: lui che trasportava orgoglioso una ricerca formata da fogli e fogli ricchi di notizie incredibili su George Washington, che non erano mai state nemmeno scoperte dai più esperti storici moderni e lui che, tornando fiero al suo posto, riceveva un dieci e lode da una piacevolmente meravigliata maestra.
Ghignando al pensiero della faccia dei compagni, il bimbo scivolò oltre lo specchio e un secondo dopo passeggiava tra le file di libri, intimidito dall’ altezza delle librerie, che lo sovrastavano maestose. I mobili si susseguivano l’ uno dietro l’ altro, due file interminabili in cui poteva perdersi. Con il cuore pieno di idee gloriose, si avvicinò alla prima traboccante libreria.
Lanciò un’ occhiata sconvolta rivolta ai volumi sull’ ultimo scaffale in alto. Deglutì, fece un profondo respiro e si accinse a intraprendere la scalata. Si arrampicò sulla scrivania di fronte alla libreria e iniziò a cercare i libri che gli interessavano. Con stupore crescente, osservò i titoli incisi in caratteri dorati, rossi, argentati, su ogni volume. Erano piuttosto allarmanti, secondo lui, e si chiese perché, nel ripostiglio di casa sua, esistesse una simile libreria. Il bambino si arrampicò ancora più su, intrepido. Lui si limitava ad occhieggiare i titoli e se non erano quelli giusti, buttava i libri a terra, senza curarsi di tenerli ordinati. D’ improvviso, sentì la libreria ondeggiare paurosamente. Terrorizzato, si aggrappò saldamente agli scaffali ormai vuoti, la paura incisa in ogni suo tratto.
Gli scaffali caddero . Il bambino urlò con quanto fiato aveva nei polmoni... Il mobile su cui era abbarbicato precipitò sulla libreria antistante, questa fece altrettanto cadendo sull’ altra. Per alcuni, tremendi secondi, l’ unico suono era il cigolare delle librerie e i tonfi dei volumi che cadevano pesantemente al suolo. Il bimbo aprì gli occhi e sospirò di sollievo quando si accorse che la libreria su cui si era arrampicato era rimasta in bilico sulle altre. Si lasciò cadere a terra, dove vi atterrò come un gatto, orgoglioso di non essersi fatto nemmeno un graffio. Scoppiò in una sonora risata, piegato in due per il troppo ridere. Un libro estremamente voluminoso cadde sul capo del bambino, mozzandogli il fiato. Cadde supino a terra, con la testa che gli doleva da impazzire e gli occhiali di traverso sul naso. Si riaggiustò gli occhiali con rabbia, si alzò furibondo e fece per scagliare il libro al suolo, con l’ intenzione di danneggiarlo, quando la sua bella copertina attirò la sua attenzione. La copertina era purpurea, con rami dorati che si diramavano eleganti in ogni direzione. E al centro di quel groviglio dorato, la testa di un serpente sibilante faceva capolino dalla pagina, gli occhi fiammeggianti fissi sull’ interlocutore, guardinghi, straordinariamente scaltri.
Il bimbo sbottò in una risatina. Quel dipinto era talmente realistico che per un attimo fugace era stato sicuro che il serpente lo avrebbe aggredito.
Non vi trovò incisa nessuna lettera. Lo appoggiò alla scrivania, incuriosito. Ma lui non si accorse, mentre girava la pagina,che gli occhi del boa erano guizzati su di lui e che la sua lingua biforcuta si era mossa repentina... La curiosità aveva ormai preso il posto del buon senso, ed era troppo rapito da quel libro per poter dare ascolto alla piccola vocina nel suo cuore, che rappresentava la sua coscienza.
Iniziò a leggere i caratteri stampati, troppo assorbito dalla lettura per poter notare il nome che i maghi non osavano nemmeno sussurrare, in cima alla pagina, un nome che nemmeno suo padre voleva più udire...
Memorie di Tom Orvoloson Riddle.
Mentre leggeva mentalmente i caratteri stampati,le parole s’ illuminavano purpuree, gettando la loro luce sul volto affascinato di Al, sempre più meravigliato dalla bellezza del libro. Tutto ciò avrebbe dovuto far comprendere al bambino che era stato tutto un errore, quello di entrare nello specchio, di aprire il libro rosso sangue. Tutto questo avrebbe dovuto essere allarmante, ma il bimbo era attratto dal libro, inspiegabilmente, e sentiva una voce acuta e gelida che gli sussurrava perentoria di continuare...
E il bambino continuava imperterrito, ignorando i mobili che si contorcevano alle sue spalle, ignorando il fatto che la stanza stesse cambiando bruscamente colore...
Un vento caldo e piacevole gli investì il volto, scompigliandogli i capelli. Poi, d’ improvviso, chiuse gli occhi. Alle sue spalle la libreria era stata sostituita da un’ enorme stanza vuota, le mura nere brillanti, lo specchio posto dietro un’ altare nero.
Il bimbo aprì gli occhi.
Uno sguardo che non gli apparteneva pervase il suo volto.
Uno sguardo cremisi.
Albus Severus si volse lentamente, i suoi occhi luccicanti di perfidia. Avanzò fiero,il rumore delle scarpe da ginnastica sul pavimento nero rimbombava tetro nella vasta sala.
Si mosse con disinvoltura verso lo specchio, perso nei suoi malvagi propositi. Accarezzò distrattamente il bracciolo dell’ altare, poi ricordò di essersi dimenticato qualcosa d’ importante.
Sotto il trono d’ inchiostro, celata agli occhi degli ignoranti, sostava stranamente una preziosissima custodia e la raccolse con disinvoltura,come se fosse stata sua da sempre. Un dolce, amorevole sorriso si allargò sul suo volto quando estrasse dalla piccola scatola nera la sua bacchetta. La maneggiò con delicatezza e, formando un arco a mezz’aria, una scia verde e argento scaturì dalla punta e Al sorrise, trionfante. Nessuno poteva più fermarlo! Si voltò verso lo specchio e lo varcò con sicurezza.
Si bloccò di botto, gli occhi spalancati, come se l’ ambiente circostante gli fosse estraneo e sconosciuto. Si trovava di fronte a quello che sembrava, con tutta franchezza,un ripostiglio. Erano posate alla meno peggio boccette d’ inchiostro, pozioni erano versate al suolo, un mantello argentato era nascosto in un piccolo forziere e la spada di Grifondoro sostava lì, luccicante nell’angolo. Con occhi smarriti, si diresse verso una rampa di scale, che scendeva a spirale e culminava chissà dove. Guardingo,iniziò a scendere. Camminò per un lungo corridoio, con quell’ insolita eleganza nel passo. Si trovò di fronte a diverse stanze, i nomi di quei due Black incisi sulle porte:il traditore Regulus e l’Animagus Sirius. Continuò a scendere,la villa tirata a lucido dal loro Elfo Domestico. Il suo cuore perse un colpo quando si trovò nel soggiorno, dove una bimba dai capelli rosso cupo giocava con delle costruzioni, seduta a terra, lo sguardo posato sulla casetta che stava costruendo. La luna piena splendeva da una finestra e per un attimo venne oscurata da una figura alta che passava frettolosa. Un secondo dopo entrò un uomo alto e magro, dall’ aria devastata.
“ Potter...” sussurrò il bambino dagli occhi cremisi, nella sua voce si udiva distintamente tutto il suo disprezzo. Lo sguardo dell’ uomo non si posò sulla stanza, invece rimase voltato e si avvicinò al poggia abiti, si tolse stancamente il mantello da viaggio e fece per appoggiarlo. Era il momento opportuno. Albus alzò lentamente la bacchetta e pronunciò una raggelante frase in Serpentese. In quel momento, il mantello scivolò dalla presa dell’ uomo, che rimase piegato in due da un dolore nauseante, insopportabile. Sembrava sentirsi male.
Fece per voltarsi e...
Lily tirava impaziente una manica di Al, mentre il bambino ridacchiava mite. Harry scosse il capo, come per scrollarsi di dosso il suono di quella voce sibilante. Sorrise e si avvicinò ai due bambini, che giocavano, ridendo a più non posso.
“ Che cosa fate ancora in piedi?!! Correte di filato a letto! Subito!”


 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
Rif.Capitolo: 3
cesarina89 - Voto:
13/12/08 22:29
è una storia bellissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa l'ho appena scoperta spero che aggiorni presto
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