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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: D.Gray-man
Titolo Fanfic: L'ENTRATA DEL PARADISO
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Yaoi
Autore: kumie galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 15/11/2008 02:33:59

Vedere oltre l'abitudine e l'ostinazione, per arrivare a scoprire, infine, cosa si cela al di là delle porte del Paradiso. LavixKanda
 
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L'ENTRATA DEL PARADISO
- Capitolo 1° -

Salve a tutti!
Prima o poi lo sapevo che avrei finito per scrivere una ff anche su D.Gray Man, la tentazione era troppa!
Quindi, ecco a voi una LavixKanda senza tante pretese, nata in una delle settimane più magiche della mia vita e dedicata alle 3 persone che l’hanno resa tale.
Che con i loro alti e bassi comunque ci sono sempre e per me sono come l’aria che respiro ormai…
All’allegra combriccola di Follonica!!!
Non dimentichiamo mai quei giorni ragazze… vi voglio bene!

I personaggi, ahimè, non sono miei ma del legittimo autore.
Anche se vivo nella convinzione che un giorno Lavi spunterà dalla mia finestra chiedendomi di sposarlo.
Io so che succederà.





- Chi sei…tu?-
Lavi guardò il proprio riflesso allo specchio, in attesa, come se questi potesse rispondergli.
Sospirò pesantemente, passandosi l’asciugamano sui capelli bagnati, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Si allontanò dallo specchio della sua stanza e si avvicinò al tavolino in legno su cui era poggiata la benda nera che sempre ricopriva il suo occhio destro.
La prese in mano, rigirandosela distrattamente tra le dita per poi farla ricadere sulla superficie lignea.
Da quanto tempo andava avanti questo stato di apatia in cui si crogiolava?
Non era decisamente un comportamento da lui.
Più volte aveva notato Linalee che lo osservava con sguardo preoccupato, e lui non poteva fare altro che cercare di tranquillizzarla con uno dei suoi soliti, maledettamente abituali, sorrisi.
Si adagiò l’asciugamano sulle spalle, lasciando che i capelli ancora umidi gli gocciolassero sulla schiena nuda e si sedette sul bordo della sua finestra, fissando il sole che tramontava dietro le alte chiome degli alberi che circondavano la fortezza dell’Ordine Oscuro.
Fece passare distrattamente lo sguardo sul paesaggio sotto di lui, e lì lo vide.
I lunghi capelli corvini della stessa consistenza della seta sciolti sulle spalle, la parte superiore della divisa buttata a terra chissà dove e il petto appena sudato, segno di un allenamento in corso.
I sottili occhi orientali puntati nei suoi, con la testa sollevata a fissare proprio la sua finestra, e una lieve espressione di sorpresa, quasi come fosse stato trovato a sbirciare qualcosa che non doveva guardare.
Il Bookman sorrise, tra rassegnazione e dolcezza.
Yuu Kanda.
Ora Lavi cominciava a ricordare quand’era nata la sua apatia.
In vero, non se ne era mai dimenticato.

FLASHBACK
-Yuu-chaaaan!-
La voce lamentosa di Lavi raggiunse per l’ennesima volta le orecchie di un decisamente irritato Kanda, che si voltò con sguardo ben poco amichevole verso di lui, le dita che si avvicinavano pericolosamente all’elsa della sua bella Mugen.
Non ebbe nemmeno il tempo di sfoderarla che si ritrovò il Bookman attaccato alla manica della divisa, che gli chiedeva di giocare con lui nel tono più fastidioso che il moro avesse mai sentito.
Una vena della sua fronte si gonfiò pericolosamente e, tanto tempestivo quanto doloroso, un pugno si abbattè sulla testa del rosso, lasciandolo un po’ intontito a tenersi la testa tra le mani.
- Sparisci.-
L’ordine era chiaro e preciso e, ovviamente, fu del tutto ignorato.
Quel giorno quasi tutti gli esorcisti erano stati richiamati all’Ordine Oscuro, dal momento che non c’erano movimenti interessanti dalla parte nemica e molti avevano bisogno di un paio di giorni di riposo.
Sfortuna volle che, tra tutti gli esorcisti disponibili da tormentare, quel giorno Lavi avesse preso di mira proprio il moro, adducendo scuse del tipo “Komui non vuole che stia con Linalee” o ancora “Kuro-chan vuole dormire”, oppure “Allen vuole allenarsi”, tralasciando del tutto il fatto che anche lo spadaccino aveva in mente il medesimo programma.
Nonostante le ripetute minacce da parte del cinese l’aspirante Bookman lo tallonava costantemente, seguendolo in tutti i suoi spostamenti senza mai smetterla di lagnarsi.
Arrivati in uno dei corridoi secondari che conducevano ad una piccola camera d’allenamento - una delle preferite di Kanda perché poco frequentata - il cinese si fermò di scatto, voltandosi verso Lavi con aria indisponente, resa quasi spettrale dal pallore della pelle e dall’oscurità del posto, dovuta alla presenza di un’ unica piccola finestra.
-Falla finita di seguirmi, mi sono stancato.-
Il pollice fece scattare la lama fuori dal fodero,seguita da un’occhiata gelida del suo proprietario.
Lavi indietreggiò di un passo ridacchiando nervosamente, grattandosi la testa.
- Andiamo Yuu-chan, stai calmo... -.
- Ti ho già detto di chiamarmi Kanda.-
Il moro assottigliò gli occhi, scrutando attentamente il ragazzo di fronte a sé.
- Perché non mi lasci in pace ? Sei piuttosto ostinato oggi...-.
Il rosso lo guardò un po’ stupito, probabilmente perché si aspettava più un colpo di spada in mezzo agli occhi che una domanda del genere.
Abbassò appena lo sguardo e stavolta il suo sorriso apparve al cinese molto più caldo e malinconico del solito.
- Credo che sia perché non voglio restare solo...-
Fissò l’altro negli occhi,sempre rivelando quell’espressione così strana da vedere sul suo volto, quello sguardo così languido e lontano, che Kanda, ritrovandosi spiazzato, abbassò il braccio con il quale impugnava Mugen lungo il fianco, indietreggiando di ogni passo che Lavi faceva verso di lui.
- Ehi...si può sapere che diavolo ti prende ?!-
La voce del moro era indifferente e fredda come al solito, il suo volto una bellissima maschera di neve.
Lavi accostò lentamente una mano alla guancia del ragazzo, sorridendo così impercettibilmente che Kanda non ne fu neanche sicuro.
Fece passare con lentezza esasperante le dita lungo il contorno del volto del moro mente questi, spiazzato, si appiattiva sempre più contro il muro, incerto sul da farsi.
Bookman accostò il viso all’orecchio dello spadaccino, sospirando piano e strusciando la sua guancia contro quella di Yuu che, incerto, a tratti si ritirava, scostando il volto e a tratti volgeva il viso verso quello di Lavi, cercando di incontrarne l’occhio verde.
Con un gesto rapido ma delicato il rosso liberò i morbidi capelli corvini lasciando che ricadessero sulle spalle esili dell’altro senza il minimo rumore.
- Dimmi, Yuu... tu,vuoi restare solo per sempre ?-
Il cinese cercò di spingere lontano da sé Lavi, mentre sentiva le guance tingersi di quell’insopportabile color porpora che lo coglieva ogni volta che lui , e solo lui per giunta , pronunciava il suo nome.
Il ragazzo dai capelli rossi fu tuttavia più svelto dell’altro e afferrandolo per i polsi portò le braccia sopra la sua testa, facendo aderire interamente il corpo del moro alla parete.
- Bookman...-
Il ringhio di Kanda si levò basso, qualcosa a metà tra l’ennesima minaccia e una richiesta incerta.
Lavi sfiorò appena con le labbra il lobo dell’altro, sentendolo irrigidirsi sotto il suo tocco.
- Io credo che nessuno voglia restare solo, Yuu.
Non ho mai pensato che tu facessi eccezione solo perché hai un caratteraccio.
O forse mi sbaglio?-
Il moro voltò la testa con uno scatto un po’ troppo deciso perché potesse passare per indifferenza, cercando a suo modo di nascondere le guance che ardevano.
Lavi sorrise inconsciamente per la reazione dell’altro, afferrandogli i polsi con una mano sola e usando l’altra per riportare il volto dello spadaccino di fronte al suo.
Il suo sorriso si allargò nel notare il rossore sul suo viso e con le dita gli scostò alcune ciocche scure dagli occhi, lasciando Kanda disarmato di fronte alla dolcezza di un gesto tanto semplice.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma si rese conto di non riuscire a pronunciare nessuna parola nell’istante in cui Lavi avvicinò le proprie labbra alle sue, con una tale lentezza da dare il tempo a Yuu per decidere che cosa dovesse fare.
Il pensiero più coerente che riuscì a formulare fu se avrebbe dovuto tenere gli occhi chiusi oppure no, ma proprio quando sembrava essere giunto ad una conclusione il respiro gli fu levato dalla bocca del rosso che con esitazione si poggiava sulla sua.
Kanda sentì il proprio cuore aumentare i battiti, il sangue circolare più velocemente nelle sue vene per convergere come unico punto sulle sue guance.
Guidato dalla ragione cercò di divincolarsi dalla stretta del compagno, ma il suo tentativo fu talmente blando che quasi si vergognò di averci provato.
Stremato da una situazione che forse per la prima volta non riusciva a gestire si lasciò cadere seduto sul pavimento di pietra, le gambe leggermente divaricate all’interno delle quali il rosso stava inginocchiato, senza intenzione alcuna di lasciare le sue labbra.
Non poteva succedere veramente, lui non poteva assolutamente permetterlo..!
Tuttavia, prima ancora che se ne rendesse conto, le sue braccia erano già scivolate attorno al collo di Lavi, attirandolo più vicino a sé.
Il Bookman staccò appena le sue labbra da quelle di Yuu, ma il moro non gli diede il tempo di riprendere fiato perché, usando le braccia come leva, si era rispinto contro la bocca rossa del compagno, mordendone appena le labbra perché si aprissero.
Lavi socchiuse gli occhi ed accettò di buon grado il bacio che, seppur titubante, Yuu gli stava restituendo e rimase piacevolmente stupito nel sentire un lieve gemito da parte del compagno, nel momento in cui lo aveva abbracciato facendo aderire i loro corpi.
Le mani del moro si slacciarono frenetiche dal suo collo nel momento in cui le loro lingue si sfiorarono, assumendo le sembianze di due fiamme che danzano e si bruciano assieme, passando frettolose a slacciare i bottoni della giacca della divisa, diventato improvvisamente molto più pesante di quanto non la ricordasse.
Gliela sfilò di dosso quasi con furia, mentre anche il rosso lo spogliava della divisa, e senza neanche capire bene come, le loro giacche e le maglie si ritrovarono gettate sul pavimento.
Kanda si irrigidì nel momento in cui si accorse che l’altro fissava con interesse il segno sul suo petto e cercò di ritirarsi, ma Lavi si avvicinò gattonando e baciò con un delicato sfiorare di labbra i tratti neri del tatuaggio che tanto spiccava su una pelle così nivea.
Preso alla sprovvista Yuu reclinò la testa all’indietro, strozzando un gemito mal celato che non riuscì a trattenere nel momento in cui il rosso passò a mordicchiargli il collo, seguendo sensualmente la linea della spalla.
Il moro affondò con un sospiro le dita nei capelli di fuoco del compagno, trovando così fastidioso l’elastico che li teneva prigionieri che lo strappò praticamente via, senza badare al mugugno di dolore del ragazzo sopra di lui.
Risalendo la linea dello zigomo Lavi raggiunse di nuovo le labbra del moro, baciandole in un infiammarsi continuo di sentimenti, a partire dalla tenerezza infantile fino a giungere all’impeto passionale.
Yuu rispondeva al bacio, senza ragione, senza senno ; tenendosi ai capelli di Lavi fin quasi a fargli male, come per mantenersi aggrappato ad una realtà che altrimenti sarebbe finita in pezzi.
Le mani di Kanda presero ad accarezzare distrattamente l’ampia schiena del ragazzo sopra di lui, mentre questi faceva passare la punta dei polpastrelli sulla vita dello spadaccino, facendolo rabbrividire.
Il moro sospirò profondamente nel momento in cui le dita del rosso raggiunsero i bottoni dei suoi pantaloni, con un’ansia a metà tra la paura e la coscienza assoluta di ciò che stava facendo, come se non avessero dovuto far altro per tutto quel tempo e adesso dovessero recuperare quello che avevano perso.
Il desiderio di entrambi venne interrotto proprio quando sembrava che stesse per essere soddisfatto, da una luce che dal fondo del corridoio si diresse nella loro direzione.
Senza neanche rendersene conto, e meravigliando lo spadaccino per una simile abilità, Lavi riuscì a rinfilare ad entrambi le maglie e a Yuu il cappotto dell’organizzazione in pochi istanti, tenendo il proprio sotto braccio.
Prima di essere illuminati dalla luce della lanterna che si avvicinava, il Bookman fece scivolare una leggere carezza sulla guancia dell’altro, e con un casto bacio fece incontrare velocemente le loro labbra appena in tempo da far sembrare la situazione perfettamente naturale quando davanti a loro apparve Allen, luce alla mano.
Certo non si poteva definire normale che Yuu Kanda stesse seduto per terra in un corridoio in compagnia di Lavi the Bookman, ma quantomeno era meglio che vederlo mentre stava quasi per farci sesso sul pavimento.
- Hey, finalmente ti ho trovato! Oh, ciao Kanda! -
Allen salutò con un sorriso lo spadaccino, per poi rivolgersi nuovamente all’altro ragazzo.
- Mi hanno detto che eri venuto a cercarmi durante gli allenamenti, quando poi ho saputo che stavi dando il tormento a Kanda ho pensato che lui volesse scappare da te venendo qui.-
Spiegò il più piccolo, conoscendo le abitudini di entrambi i suoi compagni.
- Allen-kun, finalmente hai finito!
Andiamo a chiamare Linalee e divertiamoci tutti assieme,dai! -
La voce lamentosa di Lavi tornò a riempire i corridoi, facendo presagire al moro l’arrivo di un imminente mal di testa.
Osservando la faccia sorridente del rosso mentre si allontanava con Allen e dopo che lui li aveva congedati con un molto esplicito “tsk”, lo spadaccino non potè fare a meno di pensare alla versatilità del comportamento del Bookman, chiedendosi quale, tra i due sorrisi che gli aveva mostrato di possedere quella sera, fosse veramente autentico.
Si scoprì deluso ed amareggiato quando, nello svoltare l’angolo, Lavi non gli aveva lanciato nemmeno un’ultima occhiata, mentre invece le sue labbra erano ancora rosse ed il suo cuore pulsava ad un ritmo serrato.
FINE FLASHBACK

- ...e quindi, stasera vi ho voluti tutti riuniti nel salone principale!
Godiamoci questa piccola festa e cerchiamo di divertirci.
Momenti di pace come questi sono rari, dobbiamo approfittarne ed utilizzarli al meglio, finchè sarà possibile almeno.- La voce di Komui si incupì leggermente nel pronunciare l’ultima frase, ma era una verità innegabile e a cui sarebbe stato completamente inutile sottrarsi.
Lavi si guardò attorno ansioso, sperando di scorgere in qualche angolo la figura indifferente di Kanda e infatti lo vide vicino alla porta, la stessa espressione corrucciata di sempre.
Bhè, non proprio sempre a dire il vero...
Il Bookman rivide mentalmente il volto del moro mentre gli carezzava la vita o mentre cercava, con la solita cocciutaggine che era propria del suo carattere, di trattenere i gemiti di piacere mentre gli mordeva il collo.
Il rosso dovette fare uno sforzo notevole per non far assumere alla sua faccia un’ espressione completamente ebete a quel ricordo e fu prontamente aiutato in questo da Allen che praticamente lo trascinò a tavola, dove moltissime pietanze dalle origini più varie spargevano il loro profumo in tutta la sala.
Lo seguì un po’ riluttante, sperando di riuscire a convincere Kanda a sedersi accanto a lui, ma quando lo vide di nuovo lo spadaccino era già seduto al tavolo più lontano dal loro, gli occhi di ossidiana che, ci avrebbe giurato, puntavano Allen con odio.
Passò lo sguardo sul ragazzino e automaticamente i suoi occhi caddero sulla mano che stringeva il suo polso.
Un gesto del tutto naturale, che non significava niente al di là dell’amicizia.
Lavi sperò vivamente che il moro non avesse frainteso qualcosa perché, al di là del fatto che la gelosia del cinese senza dubbio lo lusingasse, per Allen questo sarebbe stato senza dubbio un problema.
Dopotutto, dopo quello che era successo tra loro il giorno prima, era stato proprio lo spadaccino ad evitarlo in tutti i modi e quindi una scenata di gelosia sarebbe stata davvero fuori luogo - senza contare che immaginarsi un Yuu Kanda geloso era già abbastanza surreale.
La cena passò tranquillamente, tra un Lavi che rideva e scherzava con Allen ed un Kanda che per ogni risata dell’altro assieme alla mammoletta buttava giù un sorso di sakè sempre più lungo e che perentoriamente evitava gli sguardi che il rosso cercava di lanciargli.
Quando anche la parte di tavola occupata dal Bookman fu invasa dai piatti ormai vuoti di Allen e di Crowley, decise che era arrivato per lui il momento di congedarsi.
Passando accanto al tavolo dove sedeva il cinese, Lavi non si meravigliò tanto del suo posto vuoto, quanto delle quattro fiaschette di sakè ormai vuote abbandonate davanti al suo piatto.
Sapeva che il cinese amava accompagnare i suoi piatti con un po’ del tipico liquore giapponese, ma per quando ne sapesse non aveva mai bevuto così tanto.
Si guardò un po’ intorno nella speranza di vederlo, vagamente preoccupato.
- Mi scusi, Esorcista-sama…-
Un finder con un vistoso ciuffo biondo che gli ricopriva per intero un occhio lo chiamò, toccandogli gentilmente la spalla.
- Se sta cercando Kanda-sama è uscito nei giardini pochi minuti fa, anche se non so da che parte sia andato.-
Lavi gli sorrise cordialmente e dopo averlo ringraziato affrettò il passo verso l’uscita.
Vagò un po’ a vuoto per i giardini dell’Ordine Oscuro, rimanendo stupito quando in uno di essi trovò il moro placidamente sdraiato riparato dalle larghe foglie di una pianta bassa.
Si avvicinò sorridendo e si sedette al fianco del ragazzo.
- Yuu-chan...stai dormendo?- fece per spostagli un ciuffo di capelli che gli ricopriva gli occhi, ma fu fermato dalla mano del cinese che si serrò con forza attorno al suo polso.
- Kanda...ti ho detto di chiamarmi Kanda.
Vattene via.-
Il Bookman notò subito che l’austera voce dell’altro era decisamente più impastata del solito.
-Devo dedurre che sei venuto a nasconderti qui per evitarmi ?-
-Tsk...cosa credi che mi importi di uno come te ? Vattene, ho detto...-
La presa sul polso del rosso si fece via via più debole, finchè il braccio dello spaccino non ricadde inerme al suo fianco.
- Yuu, sei ubriaco... non posso lasciarti qui...-
Il moro si tirò a sedere, aspettando qualche secondo prima di rispondergli, dando il tempo alla sua testa di smettere di girare.
- Io non sono ubriaco...- lo disse con espressione talmente convinta che Lavi quasi dovette farsi violenza per non scoppiare a ridergli in faccia.
- Certo, e scommetto che non hai nemmeno bevuto troppo,eh? -
Kanda ripensò un secondo alle quattro fiaschette di sakè e ai bicchieri che aveva buttato giù uno dopo l’altro.
- Bhè, forse ho bevuto troppo, ma sicuramente non sono ubriaco!-
Lavi sospirò pazientemente, grattandosi la testa.
Se anche il ragazzo non era ubriaco, sicuramente c’era molto vicino.
- Si può sapere che ti è preso Yuu ?
Non è da te bere così tanto...come non lo è essere geloso di Allen, oltretutto.- Ammise, ma solo con se stesso, che in effetti quella poteva essere considerata una provocazione.
Kanda si voltò di scatto verso l’altro, gli occhi pieni di rabbia e le mascelle serrate.
Un atteggiamento decisamente ostile, quasi guerrigliero.
Un atteggiamento abituale per il cinese forse, ma per chi lo avesse osservato con attenzione, per chi come Lavi aveva imparato a capirlo non per dove erano dirette le sue azioni, ma per dove guardava il suo sguardo, quello era molto di più di semplice odio.
Era un sentimento profondo, che nasceva dalla paura, dalla solitudine.
E da qualcosa di ancora più antico che spesso si affacciava agli occhi del moro, quando il suo sguardo si faceva più cupo e distante dal mondo.
Più distante da lui, soprattutto.
Kanda strinse il pugno attorno a Mugen e senza pensarci due volte usò la spada come un prolungamento del suo braccio, schiaffeggiando la guancia di Lavi con l’elsa.
Nonostante si fosse accorto del colpo imminente, il rosso rimase immobile, le labbra serrate, gli occhi pieni di fuoco.
Occhi del colore della speranza che ardevano della luce del sole.
Il colpo arrivò così come il Bookman l’aveva immaginato, forte, violento, diretto.
Nonostante questo la sua testa non si voltò, l’unico occhio visibile non si chiuse.
Le labbra rimasero serrate.
Kanda ansimava pesantemente.
Lavi lo fissava, assente, lontano.
Perché..?
Con lentezza la mano sinistra raggiunse la spada e senza alcuno sforzo l’allontanò dal proprio viso, lasciando che il legittimo proprietario la rideponesse al suo fianco.
Il moro sbattè rapidamente le palpebre, soffermandosi di più su ogni battito di ciglia, come se le immagini leggermente sformate potessero tornare alla loro forma.
Sentì le labbra secche e un calore sulle guance che non aveva nulla a che fare con la vicinanza del futuro scrittore della storia.
Almeno, non fino a quel momento.
Si rese conto che parlare sarebbe stato più difficoltoso di quello che pensava.
- Perché non l’hai evitato?
Avresti potuto farlo facilmente.-
Non si rese conto di quanto impiegò a pronunciare questa frase, seppe solo che ogni sua parola, che nella sua mente appariva chiara e diretta, in realtà era uno sgangherato ammucchio di suoni che forse, ma non ne era proprio sicuro, voleva significare qualcosa.
Lavi si passò una mano sulla guancia, massaggiandola piano nel punto in cui si stava arrossando.
Lo spadaccino si morse debolmente il labbro inferiore, percependo qualcosa di orribilmente simile al senso di colpa.
Come se la sua improvvisa debolezza verso l’altro esorcista non fosse già abbastanza!
Il moro trattenne il fiato, sorpreso, atterrito dalla rivelazione che i suo stessi pensieri gli avevano procurato.
Ma era davvero così improvvisa ?
O forse, ogni volta che le sue guance si arrossavano nel sentirlo pronunciare il suo nome, aveva già intuito qualcosa?
Una realtà vaga e mal percepita, ma che ogni giorno si palesava in sguardi sfuggenti e piccole sfumature rossastre sul volto, come se quel sentimento, quella vicinanza quasi naturale e spontanea, fosse sempre stata lì, pronta ad uscire e a divampare, mostrando qualcosa che lui stesso ancora non aveva ben chiaro.
Forse proprio per questo Kanda aveva fatto in modo che quei vaghi sospetti svanissero, attribuendoli un po’ al carattere troppo esuberante dell’altro ed un po’ anche al proprio, che di esuberante non aveva un bel niente.
Lavi sospirò sommessamente, riportando l’attenzione dell’altro su di lui.
Prima di rispondere alla domanda che l’orientale gli aveva fatto si prese del tempo, osservando il contorno marcato delle labbra sottili, la cadenza morbida e al tempo stesso forte delle spalle che eppure a lui sembravano tanto fragili, gli occhi sottili e freddi come lame affilate, ma in cui poteva vedere riflessa l’anima del mondo.
Alzò lentamente una mano, troppo stanco per mettere una finta decisione in un gesto tanto semplice.
Infondo non era così sicuro neanche lui di quello che stava facendo, e dire che non aveva nemmeno bevuto.
Sorrise appena quando le dita sfiorarono la pelle nivea dell’altro, che istintivamente rabbrividì a quel contatto inaspettato.
- Yuu, io... sono un Bookman.
Sai cosa significa questo?
Dimmi di si, ti prego...
Perché io ormai, credo di averlo scordato completamente...-
Kanda osservò come a rallentatore le labbra del rosso schiudersi appena ed avvicinarsi alle sue, mentre l’occhio verde, appena velato dalla palpebra, teneva catturato il suo sguardo.
Era bello Lavi da così vicino.
Eccome se lo era...lo era sempre stato, dopotutto.
Il moro chiuse gli occhi nel momento in cui le labbra dell’altro si posarono sulle sue, in un bacio casto e tenero che sapeva di malinconia e promesse infinite.
Lo spadaccino non seppe riconoscere se la sensazione di leggerezza che provò fosse dovuta al bacio o al troppo sakè presente nel suo stomaco in quel momento.
La mano calda sulla sua guancia si spostò nel momento stesso in cui Lavi si allontanò da lui, lasciando Kanda con una strana sensazione di gelo nei punti che prima erano stati toccati dall’altro esorcista.
Ci volle qualche secondo prima che il moro riaprisse gli occhi, come se la trance di un sogno lo avesse inghiottito con se ed avesse continuato a cullarlo anche dopo essere terminato.
Sollevò le palpebre e ritrovò a poca distanza dal suo il volto del compagno, un volto stanco, rassegnato.
Solo allora Kanda notò che anche quegli occhi così vitali portavano il segno di occhiaie pesanti, e solo allora si accorse che quel sorriso che tanto lo attraeva, quello che per la prima volta gli aveva fatto pensare “Chi diavolo è quello?” ormai era sopito da tempo, sostituito da un altro, che tutto lasciava intendere meno la gioia che in realtà avrebbe dovuto esprimere.
Guardandolo in quel momento come per la prima volta, Yuu Kanda si rese conto, rimanendone sconvolto e terribilmente spaventato, che Lavi the Bookman Junior era triste, e che lo era sempre stato.
Triste ed immensamente solo.
- Non ho più tempo per questi giochi, Yuu.
Non voglio più averne.
Non posso più girarmi attorno alla ricerca di qualcosa e vedere che non c’è mai niente per me.
Sono... terribilmente stanco.-
Lavi abbassò lo sguardo, tenendosi la fronte con una mano.
Si alzò in silenzio e così com’ era venuto se ne andò.
Senza aggiungere altro.
Lasciando il moro con il respiro corto e la sgradevole, maledettamente sgradevole, sensazione di dover scoppiare a piangere da un momento all’altro senza avere lacrime da versare.
Un dolore profondo che gli avvolgeva il cuore e la mente, lasciandolo privo di senso, con una piccola, piccolissima parola appoggiata proprio sulle labbra, ma che non aveva voluto saperne di uscire.
Facendo leva sulle braccia lo spadaccino si tirò in piedi, seppur traballante.
La sgradevole sensazione che in quel momento tutto il mondo gli sembrasse più grande lo colse all’improvviso, senza riuscire a spiegarsi il perché.
Si guardò attorno smarrito, sperando di cogliere la figura del rosso che si allontanava o magari un qualche suggerimento su ciò che avrebbe dovuto fare.
Non trovano né l’una né l’altra delle due cose si concesse di chiudere un attimo gli occhi e di sospirare profondamente.
Fece un rapido resoconto mentale di tutto ciò che era successo in quei giorni e si accorse, non senza un certo disappunto, che i momenti che meglio ricordava non erano quelli passati da solo ad arrovellarsi sulla sua situazione, ma quelli trascorsi con Lavi, che pure nella sua mente apparivano come qualcosa di magico ed ultraterreno.
Non è che in quei momenti si sentisse bene, o felice… però era leggero.
Incredibilmente leggero.
E ritornando a quei momenti col pensiero, si accorse che anche allora la sua divisa perdeva la sua pesantezza lasciandolo nudo, che Mugen sembrava scivolare via dal fodero e cadere a terra con un suono quasi soffice e sentiva i capelli che morbidi, lenti, si posavano sulle sue spalle nude, avvolgendolo in un abbraccio che lo portava al di sopra delle stelle.
E da lassù, tutto era miracolosamente piccolo.
Riaprì gli occhi e tutta quella magia finì, gli oggetti tornarono a sovrastarlo, i capelli in un rapido rewind si ricomposero nella solita coda, Mugen in silenzio tornò al caldo nella sua fodera e la sua divisa nera e argento coprì di nuovo il suo corpo d’alabastro.
Tra tutte le cose importanti che Kanda aveva richiamato a raccolta nella sua mente fino ad allora l’immagine dell’altro esorcista era apparsa solo alle volte come un’ombra fugace a cui non aveva saputo, o voluto, dare un nome.
In quel momento invece le immagini del rosso affollarono la mente del giapponese, facendolo arrossire non tanto per l’intensità di ciò che provava, tanto per ogni particolare che riusciva a ricordare.
Senza nemmeno rendersene conto, per quanto tempo aveva osservato la figura di Lavi senza essere notato ?
Quante volte si era ricordato di lui e aveva rivisto mentalmente ogni nuovo dettaglio che scorgeva ?
Una fascia nuova, gli occhi assonnati, i capelli non pettinati per la troppa fretta, le estremità un po’ logore della sciarpa sempre presente al suo collo, le labbra un po’ secche nei giorni di vento, ma sempre meravigliosamente piene… labbra fatte apposta per baciare ed essere baciate, plasmate con cura da Madre Natura al pari di un’opera d’arte.
Lo spadaccino deglutì a vuoto, la bocca ancora impastata a causa dell’ alcool e la ragione messa a dormire per lo stesso motivo.
Respirando profondamente e riacquistando un po’ di lucidità, mosse un primo, fin troppo convinto, passo verso la stanza di Lavi.
Rientrò nella sala allestita per la cena, ignorando completamente il vociare di un Allen un po’ alticcio e i timidi richiami di Gozu, deciso a raggiungere la sua meta il più velocemente possibile.
Tuttavia, non appena giunse di fronte alla porta della stanza del rosso, tutta la sua decisione svanì, la ragione, che ancora dormiva succube dei fumi dell’alcool, si risvegliò bruscamente e non perse tempo nel far notare a Kanda quanto la sua idea fosse stupida.
Era arrivato lì davanti senza nemmeno sapere che cosa avrebbe fatto dopo.
Qualcosa tipo “chiedere scusa” non era mai rientrato nei suoi programmi, e di certo non aveva intenzione di ridicolizzarsi ancor più di quanto già non stesse facendo.
Una serie di immagini si inserì in maniera del tutto autonoma nella sua mente, facendogli chiaramente intendere che il suo corpo aveva in testa altri progetti per quella notte. Si sentì avvampare mentre un brivido gli scivolava lungo la schiena.
Si dondolò indeciso ancora per qualche momento, con la mano ferma a mezz’ aria tra il suo corpo e quello ligneo della porta, finchè un vento caldo e morbido lo avvolse.
- Yuu… guarda che la porta è aperta…-
La voce di Lavi si insinuò nelle sue orecchie, una cascata di cioccolata che raggiungeva il cervello inceppandone i meccanismi.
Bruscamente, lo spadaccino ritirò la mano.
Deglutì a vuoto, di nuovo.
- Non so se sarebbe una buona idea entrare.-
Un leggero fruscio di stoffa si fece sentire dall’interno della stanza, finchè un rumore attutito di passi giunse fino alla porta.
Stancamente, Kanda poggiò la fronte sulla superficie liscia e fredda che celava l’altro ragazzo, respirando piano, come se anche il rumore di un sospiro avesse potuto distruggere ciò che lo aveva portato fin lì.
- Restare fuori ti sembra meglio ?-
Rifletté qualche secondo, poi annuì a se stesso.
- Forse.-
- E allora perché mi hai seguito fino alla mia stanza ? -
Di nuovo il moro rifletté, ma stavolta non riuscì a rispondere.
Perché era lì ?
“Stupide debolezze, nient’altro che questo.
Vattene e non pensare più a lui, sarà tutto più semplice, vedrai!”
Le parole della ragione sibilline accarezzarono il lobo del suo orecchio per poi introdurvisi con cattiveria.
Con una smorfia di disappunto, Kanda allontanò di poco la fronte dalla porta.
“Più semplice non è sinonimo di migliore, stupido!
Tu lo sai perché sei arrivato fin qui.
Smettila di essere codardo e ammetti che hai bisogno di lui.
Forse non sarà facile ma sarà bellissimo, vedrai…”
Scaturendo direttamente dal suo cuore le parole dell’anima risalirono fino al cervello, spingendo fuori a forza quelle precedentemente entrate.
Fece per aprire bocca, ma il suono di passi che si allontanavano dalla porta lo fece tacere ancor prima di aver parlato.
Un leggero senso di panico si disperse in tutto il suo corpo non appena realizzò di aver perso quell’ occasione, l’unica che avrebbe avuto, ne era certo.
Sentì le mani improvvisamente sudate, senza che prima se ne fosse accorto, e il suono martellante del suo cuore nelle orecchie, incapace di fermarlo.
Doveva fare qualcosa, subito.
Prima che la notte passasse e che lui, il giorno dopo, svegliandosi nel suo letto da solo, non avrebbe potuto far altro che disprezzarsi.
Ormai prossimo al rassegnarsi, tese le orecchie non appena sentì dei passi frettolosi tornare indietro dall’interno della stanza.
Si preparò a dire qualcosa, ma contro le sue aspettative la porta si aprì rapidamente, uno dei suoi polsi fu agguantato dalla mano di Lavi e il suo intero corpo fu strattonato all’interno della stanza, ritrovandosi improvvisamente ad annegare in un abbraccio caldo e quasi soffocante, come se una dolce asfissia a cui non voleva sottrarsi lo stesse cullando.
Con la stessa rapidità con cui era stata aperta, la porta fu richiusa e Kanda si ritrovò contro la superficie lignea, ancora prigioniero tra le braccia di Lavi.
Il fiato caldo del rosso a solleticargli l’orecchio.
- Scusami, Yuu-chan...
So che mi ucciderai per questo, ma davvero, non ce la faccio a lasciarti andare...-
Il ritmo del cuore del moro rischiò di impazzire, drogato dalla disperazione e dalla dolcezza che in così poche parole gli arrivarono.
Il Bookman allentò di poco l’abbraccio, quel tanto che bastava per raggiungere con le labbra quelle dell’altro ragazzo e assaggiarle con le proprie, mordendole, leccandole e ricoprendole di piccoli baci.
In una sensazione meravigliosamente vicina all’estasi, Kanda schiuse ubbidiente le labbra, lasciando che la lingua del compagno si intrufolasse dentro.
Non riuscì più a capire se era Lavi che lo stava baciando o se era lui stesso a divorare l’altro ragazzo.
In pochi secondi quel contatto atteso da tempo divenne qualcosa di animalesco e famelico, un ritmo antico e selvaggio a guidare i loro corpi che seducenti si strusciavano l’un l’altro
Il moro rimase quasi shockato nel rendersi conto che le mani che stavano sbottonando la sua divisa non erano quelle di Lavi, bensì le proprie.
Quando poi, staccando le labbra da quelle del rosso, si accorse che questo era già senza maglia, si leccò lascivamente le labbra come per riflesso condizionato.
Chiuse frettolosamente la porta a chiave, divorando con gli occhi il corpo del futuro Bookman e sentendo la sua eccitazione crescere quando, incrociando i suoi occhi, li trovò incredibilmente lucidi e provocanti, un’animale selvatico nel pieno momento della caccia.
Gettando a terra il cappotto della divisa si concentrò di nuovo sulle labbra dell’altro, spingendolo verso il suo letto mentre altri vestiti cadevano a terra lungo il percorso, disegnando un immaginario sentiero verso il peccato.
Quando Lavi raggiunse l’estremità del materasso vi si lasciò cadere a peso morto sopra, trascinando con se anche lo spadaccino, che si posizionò seduto sui suoi fianchi.
Con le dita raggiunse il nastro che teneva legati i suoi capelli e lo sciolse, lasciando che ricoprissero la sua schiena e che in parte scivolassero oltre le sue spalle, oscillando sopra il ventre di Lavi.
- Non credere che da domani ti renderò le cose così semplici, stupido di un coniglio.-
Un’ espressione imbronciata si dipinse sul volto di Kanda, lasciando spazio anche ad un lieve rossore.
Il Bookman sorrise, mettendo in mostra quelle labbra che, ora il moro ne era certo, Madre Natura aveva in realtà plasmato per sorridere a quella maniera, come se il cielo ti dovesse accogliere da un momento all’altro.
- Vorrà dire che da domani dovrò cominciare a corteggiarti allora...-
La mano del rosso giocò per un attimo con la ciocca di capelli che oscillava sopra il suo corpo, risalendo poi sino alla guancia di Kanda, su cui si depositò a coppa.
In quel momento, in quel preciso secondo, l’unico razionale da quando tutto quello era iniziato, Kanda si soffermò di nuovo ad osservare i dettagli di Lavi.
Non notò più le occhiaie, né l’ombra di sorrisi ambigui.
Notò solo quell’occhio brillare come se davanti a lui avesse avuto un astro del cielo, vide i capelli sparpagliati sotto la testa aprirsi attorno al suo capo come un sole incandescente e vide, soprattutto, l’entrata del Paradiso.
Il sorriso di Lavi, genuino, autentico.
Si chinò su di lui e baciò lentamente quelle labbra morbide, bussando per aprire le porte di un mondo ultraterreno.
La bocca del rosso si schiuse con piacere, mostrandogli cosa c’era davvero al di là dell’entrata del Paradiso.
La sensazione di leggerezza investì di nuovo Kanda, facendolo volare via dal suo corpo, da quella stanza, da quell’edificio.
Si librò al di sopra della notte, delle stelle e della luna, finchè lui, immenso e nudo, si ritrovò a fissare il mondo intero, non più grande di una palla, con il suo corpo che naufragava tra un milione di minuscoli astri.
Teneramente lo avvolse tra le sue braccia e lo carezzò, piano.
Poco dopo, le mani di Lavi si sovrapposero alle sue e insieme cullarono il globo mentre il rosso cingeva col suo corpo quello di Yuu e teneramente gli baciava la nuca.

L'entrata per il Paradiso è tutt'intorno a noi.
Il difficile non è trovarla, ma solo il capire come aprirla.













Eccola qua, finita… se penso a quanto ci ho messo…
Il risultato finale non è ottimo, ma spero che sia piacevole comunque!
Perdonatemi un Allen un po’ OOC nei confronti di Kanda, ma andiamo… dopotutto è Allen, essere buono è nei suoi geni fin dalla nascita!!!
Kanda - Perché non dici invece che te ne sei accorta solo dopo aver finito la fic e ti faceva fatica correggerla ù_ù ?
Ku - Zitto tu >///< !!! Dovevo farti venire un coma etilico, altroché una sbornietta da nulla!!!
Lavi - Su, su… non litigate ^^’’’…
(Ku grabs Lavi and snuggles)
Tu si sei carino Lavi-chan...
Yuu no, lui è cattivo e con la parrucca ù___ù !!!
(Si sente sullo sfondo il sibilo di Mugen che viene sfoderata.)

Ringrazio chiunque abbia dato 5 minuti alla mia fic leggendola ^_^ !
Grazie mille!!!

 
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