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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: IL DRAGO
Genere: Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: dreikan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/11/2008 17:28:24

Un drago si risveglia dopo secoli di dolce sonno. Come troverà questo nostro mondo così cambiato?
 
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IL RISVEGLIO
- Capitolo 1° -

Eccomi a scrivere qualcosa di inusuole per me. Lo stile mi è nuovo per cui accetto qualsiasi consiglio o critica in compenso vi invito a leggere anche l'altro racconto (MEMORIALIS LIBELLUS) che ho ripreso a scrivere dopo un bel po' di tempo!



Sollevai le palpebre pesanti e le sbattei un paio di volte prima di riuscire a mettere a fuoco qualcosa. Ombre, buio, qualche barlume di luce riflessa, doveva essere giorno.

Mi mossi un attimo irrequieto indeciso se svegliarmi del tutto o no.
Quanto era che dormivo nel mio giaciglio preferito? Troppo? Troppo poco? Perché era sempre così dannatamente difficile quantificare il tempo quando si dormiva bene?

Mi mossi un'altra volta spostando il peso del mio corpo.
Dovevo svegliarmi per forza?

In fondo non dovevo fare nulla di importante e nessuno si aspettava nulla da me.
Dunque a che pro?

Scossi la testa infastidito.
Cos'era quel ronzio così insistente? Insomma non si poteva neppure riposare?

Alla fine fu quel rumore a svegliarmi del tutto. Mi guardai attorno irritato ma non vidi nulla di insolito; le solite piccole luci che non avevo spento e i loro riflessi. Insomma tutto era a posto.
Il rumore doveva venire per forza da fuori! Ma quanto era fastidioso?

Scossi un'altra volta la testa come per scacciare un insetto e schiarirmi le idee. Decisi di uscire fuori a controllare ma prima dovevo fare un attimo di movimento, infatti, avevo i muscoli troppo rigidi. Mi mossi con la solita calma spostandomi in giro per la stanza e sistemando anche qualche cosa che avevo dimenticato fuori posto: una moneta lì, uno specchio là, una spada sotto al giaciglio.
Come c'era finita li? Insomma poteva essere pericoloso!

Rimisi la lama insieme alle altre in un angolo; ne avevo una bella collezione. Ora però dovevo proprio capire cos'era quel rumore così fastidioso perciò decisi di uscire all'aperto. Ci misi un po' ad aprire visto che prima di addormentarmi avevo chiuso veramente bene così finii per dare qualche colpo per facilitare la cosa; probabilmente mi sentirono tutti.
Ma che vuoi farci? Mica si può andare sempre per il sottile con queste cose!

Finalmente mi affacciai verso l'esterno su quel ridente lago così azzurro e grande e con le acque così fresche con tutti quei piccoli paesini fortificati che ne punteggiavano le sponde così graziosi.
Fu un trauma, e non lo dico per esagerare!

Il lago era di una tonalità decisamente torbida e colmo di cose colorate, c'erano costruzioni di tutti i colori lungo la riva e sulle montagne circostanti, c'erano degli animali che correvano da tutte le parti lasciando una scia grigia, per non parlare poi della puzza che aleggiava nell'aria. Un odore nauseabondo che mi fece dimenticare il rumore assordante che copriva tutti i suoni che mi ricordavo.
Dov'era finito il mio paesaggio? Dov'era finita la mia terra? Ma, sopratutto, quanto avevo dormito?

Insomma non potevano essere passati più di tre o quattro secoli, al massimo cinque. L'ultima volta c'erano quei simpatici animaletti che si riunivano nei loro paesini e che ogni tanto venivano a farmi visita.
Il mondo non poteva essere cambiato così tanto!

Non c'era dubbio ero di fronte a una grave infestazione e dovevo risolvere la cosa al più presto. Però non bisognava essere precipitosi, “conosci per vivere combatti per non morire” diceva un mio amico molto tempo fa prima di farsi infilzare da un due gambe. Però, nonostante l'esito, aveva senza dubbio ragione per cui c'era bisogno di ricordarsi l'aspetto dell'ultima volta.

Due gambe, ma come facevano a stare in piedi?
Niente ali, ecco perchè usano quei curiosi pezzi di legno per muoversi!
Capelli e barba bianchi, che rendono più facile farsi ascoltare.
Per ultima quella curiosa cosa che si mettono addosso per non prendere freddo, tunica si chiamava se non sbaglio.
Non mi rimaneva che ricordarmi dove avevo messo il corpo l'ultima volta, sicuramente era insieme agli altri ma dovevo trovare quello giusto!
Ci misi qualche ora visto che durante i miei viaggi avevo accumulato un numero impressionante di varianti.

Come? Vi state chiedendo chi sono? Ma mi sembra ovvio! Sono un drago, no?
Avrete sentito parlare di noi in qualche racconto oppure nei miti. Ma qui probabilmente è necessario fare qualche precisazione visto che la vostra razza ha la tendenza a modificare le cose con il tempo.

Partiamo dal principio. I draghi esistono veramente e non siamo di questo pianeta; in realtà non mi ricordo neanche più da dove proveniamo ma non è molto importante. Probabilmente mi state immaginando con le ali, il collo lungo, le squame, gli artigli e quant'altro intento a uccidere cavalieri, mangiare greggi e rapire vergini donzelle. E' tutto vero, in parte. Ma questo lo scoprirete con il tempo. Però mi sembra giusto spiegarvi cosa stavo facendo.
Sostanzialmente noi draghi siamo una razza molto antica che si muove attraverso le dimensioni di questo universo che, per dovere di cronaca, non sono 4 come vi ostinate a credere voi. Si può dire che, nei secoli, il vostro pianeta sia stato una località di villeggiatura di moda e vi ci siamo trasferiti in massa e, sempre per la questione delle mode, abbiamo preso quasi tutti lo stesso aspetto tranne alcune variazioni dovute all'ambiente locale. Per l'esattezza ho alcuni amici che voi chiamate idre, altri rakshasa, altri ancora draghi orientali ma sostanzialmente siamo sempre noi solo con un spirito estetico differente.
Giusto per evitare discussioni vi spiegherò perchè non abbiamo preso le vostre sembianze. Siete mai vissuti nelle epoche antiche o nel medioevo? Ovvio che no, posso assicurarvi che viaggiare in un corpo debole con il pericolo costante di essere divorati o feriti o uccisi non è una cosa molto apprezzata per cui faceva comodo una solida corazza naturale con qualche piccolo trucchetto. Inoltre questo ci poneva in cima alla catena alimentare e rendeva i vostri antenati molto più servizievoli; visti i tempi in oriente eravamo meno equipaggiati per gli scontri. Come dicevo, questo vi rendeva più ragionevoli a parte quando alcuni invasati partivano a testa bassa come animali inferiori a caricare chiunque trovassero. Il più delle volte, invece, arrivava qualche persona ragionevole che dopo alcuni salamelecchi si metteva a trattare sulle bestie che dovevano venirci offerte e su eventuali aiuti nelle vostre stupide dispute. Con alcuni siamo diventati anche amici e questo serviva per spezzare un po' la monotonia. Alla fine però il clima, qui al nord, si stava facendo troppo freddo per via di qualche problema sul vostro pianeta così decisi di dormire per qualche secolo. Altri decisero come me mentre altri cambiarono pianeta.

Ah stavo dimenticando la questione dei corpi!

Diciamo che, essendo sostanzialmente incorporei, abbiamo trovato un modo per creare dei corpi temporanei con cui muoverci adatti ai vari pianeti e che, quando non ci servono, li lasciamo in uno spazio a-temporale. Voi lo chiamereste armadio. Mi dimenticavo di dirvi che non siamo immortali come potreste pensare! Se il corpo in cui ci troviamo muore moriamo anche noi. Ovvio che possiamo staccarci quando vogliamo ma il procedimento richiede tempo, non certo quei secondi che passano dall'essere infilzati da una lancia al buio totale. Quel mio amico di prima ci ha lasciato le penne così. Lui si divertiva a giocare con quei vostri simili ricoperti di pezzi di ferro finché un tizio più intelligente della media, o forse più fortunato, invece di mirare al torace alzò la lancia e trapassò la mascella giungendo al cervello. Il poverino manco riuscì a fare in tempo a capire quello che era successo.

Ma torniamo a me. Così mi cambiai di corpo e decisi di uscire a vedere con calma lo scempio che era avvenuto nelle mie, ormai ex-belle, terre cercando di capirci qualcosa.
 
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