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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: LE LUCI DI LINGOL
Genere: Sentimentale, Avventura, Fantasy, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, Shounen Ai, Yaoi
Autore: ilakey galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/11/2008 13:05:33

AU.GarlandxBoris/MihaeruxMatilda/altre/ Garland è un apprendista mago che decide di partire alla ricerca della madre esiliata.
 
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PROLOGO
- Capitolo 1° -

La strega dei boschi. Era così che la chiamavano tutti quanti. Oppure la fattucchiera, o la dama dei cervi... ma nessuno conosceva il suo nome e il suo vero nome. Sì perchè lei si chiamava Ayashi, Ayashi e basta, non aveva alcun tipo di cognome o di titolo onorifico.
Solo Garland conosceva il suo nome e la chiamava così, lui era il suo apprendista.
Lo conosceva da una decina di anni e da quattro ormai gli insegnava le arti della mente e della natura. Cose molto complicate e poco conosciute tanto che la popolazione le temeva, non al punto di ditruggerle però.
"Garland, si può sapere dove ti sei cacciato?" si chiese Ayashi prendendo nel pugno il medaglione che aveva al collo, era una pietra rotonda, somigliava ad uno smeraldo, ed era incastonata in una sagoma di foglia intagliata d'argento. La pietra era il simbolo del suo ruolo, proteggere gli spiriti della foresta dagli uomini e gli uomini dagli spiriti.
Quando Garland avrebbe compiuto l'addestramento intero lui l'avrebbe sostituito, era una cosa che la rattristava ma la tradizione voleva così...alcune volte però pensava che lui non era adatto a quel ruolo. Starsene tutta la vita chiusi in una foresta senza possibilità di scampo se non i casi estremi, dover sempre e faticosamente tenere sotto controllo gli spiriti della foresta. Ed invece Garland era sì un ragazzo tranquillo ma era solo un ragazzo ed era anche troppo 'umano' per fare una vita del genere.
Il giovane Lighil Estel, così lei lo aveva soprannominato, era partito sette giorni prima per andare a parlare con il re di alcuni problemi con lo spirito cinghiale della foresta e doveva essere già tornato da almeno due giorni. Ayashi sapeva di non doversi preoccupare perchè era un ragazzo in gamba benchè avesse solo diciannove anni ed aveva tutti i fondamenti della magia da essere abbastanza forte, ma lo stesso il suo cuore faceva un tuffo ogni volta che le imposte delle finestre sobbalzavano o che la porta sbatteva.
Dopo qualche ora di attesa spasmodica si alzò decisa, la treccia di capelli di un indefinito colore tra il castano e il rosso ondeggiò al vento.
Poi si sedette di nuovo in preda all'ansia e questa volta decise di cercare Garland sul piano astrale. Il piano astrale era un livello del mondo materiale, le persone spesso ci viaggiavano nei propri sogni invisibili agli altri ma lei era stata addestrata anche a farlo da sveglia facendo in modo che il suo spirito lasciasse il corpo per viaggiare in questo sovralivello.
E così fece, si sedette sulla sedia e tolse il medaglione prendendolo in mano in modo che le fornisse protezione, grazie a quello nessuno poteva toccarla mentre era fuori dal proprio corpo.
Sentì il cuore accelerare il proprio battito e una luce accecante investirle gli occhi benchè chiusi. Ed improvvisamente era lì, sopra il proprio corpo. Il bello del sovramondo è che potevi viaggiare molto ma molto velocemente e mostrarti solo a chi desideravi cambiando da un livello del sovramondo all'altro.
Uscì dalla casa e si inoltrò nel bosco. Il suo spirito aveva il suo stesso aspetto, è decisamente più facile infatti immaginarsi come essere umano che come un punto di energia pura e pensante.
In pochi battiti di ciglia si ritrovò all'estremità nord del bosco, si stava allontanando sempre di più dalla foresta e stava attravesrando i vari paesini di campagna ed ora era all'entrata di Batnorg, la capitale del regno di Kodra.
Sorpassò le guardie senza che queste la degnassero di un'occhiata, passò nella via principale ad una velocità non umana, sorpasso gruppi di bambini festosi che giocavano tra loro e botteghe, locande, persino qualche bordello.
Arrivata all'altra estremità della città vide in lontananza il sentiero che portava a Kikyb, Lolude ed infine l'ultima città del regno, Jake, prima del deserto dei Mirmidi.
Tornò indietro, senza accorgersene la sua mente aveva valicato le porte di Lolude.
Aggirò il palazzo imperiale, alto e maestoso dagli aguzzi tetti rossi folgoranti nel cielo azzurro. E proprio quando stava per rifare ancora una volta il giro della città, lo scorse.
Alto e atletico, i lunghi capelli color acquamarina raccolti in una bassa coda, stava camminando frettolosamente mentre gli occhi azzurri vagavano inquietamente per la stretta via. Evidentemente l'aveva intravista.
"Garland." gli sussurrò.
Lui allargò le iridi e si girò con un mezzo sorriso dalla sua parte. "Mia signora."
"Dove sei stato così a lungo?" gli chiese pensierosa.
Il giovane si guardò un attimo attorno come per controllare che non ci fosse nessuno. "Problemi con i gruppi ribelli di Ninivy." rispose in un sussurro.
Ninivy era una delle città più distanti dalla capitale, si trovava oltre la foresta di Ayashi, verso sud. Dopo Ninivy vi erano ampi territori inabitati, troppo lontani per essere governati dal re di Kodra.
Ed ora anche quella cittadina aveva intenzione di dichiararsi indipendente come aveva tentato di fare la vicina Mastet, che era stata rasa al suolo.
"Mi racconterai meglio quando tornerai, fai in fretta." gli rispose mentre lasciava che il suo spirito tornasse al proprio involucro. Venne trascinata velocemente indietro e in pochi attimi aprì gli occhi scuri e si rimise al collo il medaglione alzandosi lentamente, un po' indebolita.



Correva e correva.
Non faceva altro che correre ormai da una decina di minuti. Le strade erano deserte davanti a se, deserte e buie. Tentava di saltare i rifiuti per terra o almeno di evitarli.
Controllò ancora dietro di se, nessuno. Non c'era nessuno.
Ma sentiva i passi di una serie di persone che lo inseguivano, questo significava che ancora non li aveva seminati.
Si infilò in un vicolo buio. I lati della stradina erano ormai ricoperti da mucchi di spazzatura di cui nessuno si occupava.
Si trovava nei bassi fondi di Ninivy.
Il vicoletto finiva con una rete di ferro semi distrutta. La attraversò accucciandosi e sollevandone un lembo scorticato, inespicò quando la stoffa dei pantaloni si impigliò nella maledetta rete.
Si fermò per riprendere fiato, tenendosi premuta la milza con la mano, si guardò velocemente intorno, la strada continuava fino a sbucare in un'ampia piazza, alla sua destra vi era una scala malconcia, fatta di metallo, che portava fino sopra al palazzo.
Si avvicinò al primo gradino e lo saggiò con un piede, sentendo che questo non cedeva, passò al secondo, poi al terzo, al quarto e così via con sempre maggior sicurezza.
Così in alto sarebbe stato un bersaglio più facile ma se fosse arrivato in cima di sicuro non l'avrebbero localizzato.
Arrivato quasi a metà scala un gradino cedette sulla grata arrugginita, la gamba sinistra cadde nel vuoto e il polpaccio si conficcò nel metallo seghettato che precipitava a terra. La scala traballò pericolosamente e i bulloni che la tenevano ancorata al muro iniziarono a saltare. La struttura si accartocciò su se stessa ed a lui non rimase altro che cadere con essa mentre rivoli di sangue purpureo uscivano dalla sua gamba sinistra e cadevano con lui.
L'impatto a terra fu smorzato da una pila di scatoloni e sacchetti neri ma l'ammasso di ferro che poco prima era una scala ora lo bloccava al suolo senza via di salvezza.
Non passò molto che riuscì a liberare la parte superiore del corpo, ma nel momento in cui iniziava a strattonare la gamba sinistra sentì il noto rumore di passi frettolosi.
Si immobilizzò. 'Forse passano oltre' pensò speranzoso.
Non passarono oltre, bhè avevano sicuramente sentito il fracasso che aveva combinato.
Inizialmente giunsero quattro guardie vestite di nero che puntarono contro di lui i fucili altrettanto neri. Poi arrivò anche il consigliere del re, un certo Barkov, ed il suo braccio destro Balthez e la propria guardia personale.
Sempre sotto il tiro delle guardie, provò a liberare la gamba ma lo strattone fu troppo forte perchè sentì un oggetto affilato scavargli nella gamba fino all'osso. Si accasciò a terra, arreso, non poteva più farci niente, se solo avesse avuto abbastanza forza per trasformarsi nel suo Orok Nat. Non era un mago vero e proprio ma sua madre gli aveva insegnato a farlo. Ci voleva molta energia e concentrazione, cosa che adesso proprio non riusciva a raggiungere.
"Che dannazione!" imprecò a voce alta. In realtà non credeva veramente di poter riuscire a fuggire ma come si suol dire, la speranza è l'ultima a morire. Sperò solo che Yuriy e gli altri ce l'avessero fatta.
Balthez gli si avvicinò lentamente "Molto bene Boris, diciamo che ti sei fregato con le tue stesse mani." Poi fece un cenno a due delle guardie dietro di lui che si avvicinarono pronte al ragazzo a terra.
"Tiratelo fuori di lì, ed impedite che fugga questa volta."


 
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