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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: GLI ASTRI CHE STANNO IN CIELO.
Genere: Avventura, Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...)
Autore: luni94 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/11/2008 21:26:32 (ultimo inserimento: 19/11/08)

Hydrar si vestì velocemente, il torpore del sonno interrotto era passato non appena aveva sentito del padre in pericolo, aveva indossato il mantello..
 
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PROLOGO.
- Capitolo 1° -

GLI ASTRI CHE STANNO IN CIELO.

PROLOGO.
-Svegliati!Avanti,alzati dal letto!Abbiamo bisogno del tuo aiuto!-Hydrar stropicciò ancora assonnato gli occhi,si mise seduto sul letto e fissò il volto preoccupato e pallido della madre:aveva i capelli,solitamente ricci,luminosi e ben curati,madidi di sudore e tutti spettinati,sotto gli occhi neri come la notte, delle rughe dovute alla stanchezza e alla notte passata insonna.
-Che c'è mamma?-Domandò il ragazzino, con la voce impastata dal sonno,continuando a stropicciarsi gli occhi,che non ne volevano sapere di rimanere aperti.
La donna lo tirò letteralmente giù dal letto, poi lo tirò su in piedi, porgendogli dei vestiti e un mantello vecchio e logoro:-Degli stranieri, dai poteri strani, hanno attaccato il Villaggio, con la speranza di prendere una delle quattro pergamene.Tuo padre è andato con gli alti a fermarli,ma non stanno avendo buon esito.Portagli questo!-Indira,così so chiamava la madre del ragazzino, gli mostrò un piccolo ciondolo a forma di luna nera:-Il ciondolo è la fonte di un'energia magica che risponde solo a tuo padre.Portagliela, gli sarà utile.-
Hydrar si vestì velocemente, il torpore del sonno interrotto era passato non appena aveva sentito del padre in pericolo, aveva indossato il mantello e messo il ciondolo in tasca poi era uscito nel freddo della mattina ancora buia:nubi nere occupavano il cielo del Villaggio Trent, una fitta e infida nebbia annidava tra le case e il vento gelido scompigliava i capelli del ragazzino,che per tutta riposta si avvolse ancora di più nel vecchio straccio che avrebbe dovuto fargli da mantello e cominciò a correre, seguendo le grida di combattimento che udiva provenire dal sud del paesino.
Un lampò illuminò il cielo plumbeo, seguito da un tuono che lo squarciò,producendo un rumore assordante, andando a scagliarsi contro una rupe di roccia calcarea, che lasciò cadere alcuni detriti,bloccando la strada del ragazzino, che mentalmente maledisse quel dannato maltempo che arriva nel momento sbagliato. Cambiò strada, salendo le scale di pietra nera che conducevano alla chiesetta in cui due giorni a settimana lui e i suoi genitori erano soliti andare.
-Hydrar!-Una voce familiare fece voltare il ragazzione, che a qualche metro di distanza riuscì a scorgere il suo coetaneo, nonchè migliore amico,Iuppiter.Aveva i capelli castano chiaro, quasi tendenti al biondo, gli occhi verdi acqua, alto per avere solo dieci anni, vestito con una camicia bianca da lavoro e un paio di calzoni di stoffa grigi, ai piedi degli stivali marroni. Agitava le mani per farsi notare dall'amico, che lo raggiunse correndo.
-Che succede?-Domandò spaventato.
L'altro sospirò, scuotendo il capo:-Non lo so nemmeno io, mamma mi ha detto solamente che degli stranieri con strani poteri ci stanno attaccando e che devo portare questa a mio padre.-Mostrò il ciondolo all'amico, che annuì in segno di comprensione:-Ti accompagno, basta seguire le urla, dopo tutto.-
Si incamminarono insieme, seguendo le voci, il cozzare del metallo contro il metallo e il rumore insopportabile delle esplosioni, a volte coperte dal rompo improvviso di un lampo o di un tuono;cambiarono strada più volte, passando davanti a case distrutte o semidistrutte, guardando con orrore e lacrime i corpi inermi di quelli che poco tempo prima erano loro amici e concittadini. Il tempo non era a loro favore:pioveva a dirotto e a causa di ciò i detriti cadevano da tutte le parti, costringendo i due a fermarsi per qualche tempo, aspettando che la frana finisse.
-Siamo in piazza.-Mormorò Iuppiter guardandosi intorno:-E adesso?-Domandò rivolto all'amico, che scrutava l'orizzonte rosso del sole che stava sorgendo pigramente dietro i monti.
-Sono vicino al Santuario dei Quattro Astri.Andiamo!-Esclamò Hydrar, ricominciando a correre, quasi senza provare fatica:suo padre aveva bisogno?Lui lo avrebbe aiutato, anche a costo di rischiare. -Ehi!Aspetta!Il tuo amico qui è alquanto stanco!Mi senti Hydrar?Uffi...Io lo sapevo che finiva così!-Il castano seguì l'amico di corsa.
La pioggia non cessava, anzi scendeva sempre più fitta, riducendo la visibilità, già scarsa a causa della nebbia;i due procedevano con passo irregolare, a volte fermandosi a riprendere fiato per qualche secondo, altre correndo come dei matti, per evitare di essere schiacciati dal peso dei detriti caduti dalle pareti rocciose sovrastanti.
-Eccoci!-Esclamò Hydrar, nascondendosi insieme all'amico dietro ad un masso crollato poco tempo prima;il ragazzo osservava la scena, separata dai due solo dal letto del fiume Astrale, ormai in piena a causa della pioggia che continuava a cadere incessante.
Erano pochi i superstiti di quella sanguinosa battaglia:suo padre, il Sacerdote della Prima Pergamena e qualche altro guerriero, tra cui riconobbe Andrej, padre di Venus,loro amica di infanzia.Dal lato opposto c'erano quattro persone, il cui aspetto era indistinguibile, a causa dei lunghi mantelli neri volti a celare corpo e volto.
-Andatevene!-Il padre di Hydrar impugnò saldamente la spada, mettendosi in posizione di attesa, lasciando che i lunghi capelli castani legati in una coda bassa, potessero scivolargli su una spalla,coperta da un'armatura metallica e un po' vecchiotta.Gli occhi, neri come pozzi senza fondo, emanavano una luce che il figlio non aveva mai visto, una luce che emanava forza, che rinsanava gli spiriti feriti,che dava corraggio ai compagni stanchi e depressi.
-Questo solo se ci darete la Prima Pergamena!-Uno dei quattro incappucciati si fece avanti, allungando il braccio con la mano aperta, in segno di richiesta, ma Aidan, così si chiamava il padre di Hydrar, fece cenno di no con la testa:-Questo mai!Le Pergamene servono a proteggere, non a distruggere!-Esclamò Andrej dalla seconda linea, preparandosi alla battaglia, agitando nunchaku, cercando di spaventare il nemico.
-Devo dargli il ciondolo.-Disse Hydrar rivolto all'amico, che tuttavia scosse il capo:-Sei cieco o cosa?Non li vedi i cadaveri a terra?Quei quattro non esiterebbero un attimo a farti fuori o a prenderti come ostaggio da scambiare con la Pergamena.-
L'altro guardò il padre, fiero e orgoglioso,forte e implacabile, poi guardò se stesso nell'immagine che si rifletteva nell'acqua del fiume:i capelli castano scuro, quasi neri, tutti spettinati a causa dell'essersi svegliato di soprassalto, gli occhi azzurri chiaro, quasti trasparenti, sembravano fatti di cristallo, la carnagione pallida, il fisico non molto robusto coperto da una camicia nera e da dei calzoni di stoffa di colore bianco, con degli stivali dello stesso colore della camicia.
Non assomigliava per niente ad Aidan, in nessun aspetto, anche nel carattere erano completamente differenti:suo padre era un tipo che prima agiva poi pensava, lui era l'esatto contrario, inoltre toccava sempre a suo padre salvarlo.Ma per quella volta sarebbe stato lui a correre in soccorso dell'adulto.Ignorando le proibizioni del coetaneo, il ragazzino scivolò dietro ad un cespuglio, deciso a passare nella zona in cui l'acqua era più bassa e più calma, per lui non sarebbe stato un problema:da sempre era un ottimo nuotatore.
Si acquattò basso, per poi immergersi velocemente nell'acqua plumbea, cominciando a dare potenti bracciate subacque per non cadere in balia della corrente, emergendo di tanto in tanto per prendere un po' di fiato;ci vollero tanta fatica e tutta la sua forza per battere la corrente, ma stanco riuscì ad arrampicarsi sulla riva opposta, nascondendosi velocemente tra l'erba alta e incolta che arginava il fiume.
Pochi metri lo separavano dal padre, ovviamente non li avrebbe percorsi a piedi, ma si sarebbe limitato a lanciare la catena con il ciondolo, per poi correre al riparo da qualche parte, magari dentro al Santuario, insieme al Sacerdote, che pareva averlo notato.Dopo qualche secondo, giusto il tempo di riprendere fiato e raccogliere tutto il suo coraggio, di scatto si alzò in piedi, rivelando la sua presenza:-Papà, prendi!-Gridò, lanciando il ciondolo al padre, che, nonostante fosse sorpreso dall'improvvisa apparizione del figlio, non potè che essere felice di prendere al volo la catenella.
Aidan si voltò velocemente verso gli avversari, indossando il ciondolo a forma di luna:-Siete finiti!-Disse, posizionando la sua lunga spada dritta davanti a sè, preparandosi per quello che sarebbe stato l'attacco finale. Intorno a loro la natura parve arrestarsi:smise di piovere, il fiume si calmò, facendo tornare la sua superficie liscia e tranquillamente attraversabile, il vento sparì del tutto.Tutto era fermo, ma non lo rimase per molto:piano, le nuvole che assediavano il cielo, lo abbandonarono, così come un esercito stanco e sfibrato abbandona la conquista di un castello inespugnabile.Sotto di esse,Hydrar potè vedere una sfera di colore nero, che riconobbe quasi subito:-La luna...-Sussurò piano.
-Luna Nera...-Cominciò il padre del ragazzo:-Concedimi il potere di salvare le persone del mio Villaggio.In cambio ti offro la mia vita e ciò che da essa deriva.-
Un bagliore...Una luce così potente da far sparire qualsiasi cosa, da rinchiudere tutti in una prigione bianca e candida.Poi ad un tratto tutto ritornò come prima:Hydran vide il corpo del padre svanire in una miriade di lucine bianche.Una lacrima gli scese per la guancia, coperta tuttavia dalla pioggia che aveva ricominciato a cadere incessante sulle loro teste,perchè il ragazzo aveva realizzato che non avrebbe mai più visto il padre, perchè Hydrar aveva capito che adesso non avrebbe più potuto vederlo sorridere,perchè nessuno lo avrebbe mai più salvato.
-Stolto.-Una voce alle sue spalle:i nemici erano ancora vivi, non aveva minimamente subito l'attacco di Aidan. Erano in pochi i guerrieri rimasti e non erano più in vena di combattimento:la loro ultima speranza era morta con Aidan.I quattro passarono di fianco ai combattenti, senza che essi facessero nulla per fermarli, dirigendosi verso il Santuario, verso la Pergamena.
-Maledetti!-La voce di Andrej si levò alta, mentre si avventava contro i suoi nemici, ma invano:uno si fece avanti, schivando facilmente i suoi attacchi, facendolo cadere a terra con uno sgambetto e infine trafiggendolo con una spada dall'aspetto sinistro:la lama nera e lucente, l'elsa a forme di serpente con le fauci spalancate.Chi diavolo erano quelli?
Non appena la spada venne tolta dal corpo dell'uomo, quest'ultimo prese fuoco,incendiando anche i fili d'erba intorno a lui.
I nemici tornarono a camminare tranquilli verso l'imponente costruzione di marmo bianco, ma non appena tentarono di entrare ecco che qualcosa successe:un bagliore, simile a quello di poco tempo prima circondò l'ambiente intorno, mentre i quattro si guardavano spaesati,poi un'esplosione.
Hayder non vide bene cosa successe, qualcosa lo aveva colpito in testa, gli sembrò solo di vedere quei quattro individui che, inseguiti da fiamme dorate, cercavano di scappare verso un varco ovale, che spezzava l'ambiente bianco intorno a lui con quattro colori che si mischiavano:marrone, azzurro, rosso e argento. Non seppe se ce la fecero:dopo qualche secondo il bianco che vedeva intorno a sè fu sostituito dal buio più totale.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (3 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
Rif.Capitolo: 1
norvegese88
15/11/08 21:38
Complimenti! Ammiro soprattutto l'espressività del tuo modo di scrivere,non credo di essere altrettanto capace. Brava
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Rif.Capitolo: 3
oni3 - Voto:
10/11/08 15:10
Sempre più intrigante come storia; bella l'idea dei ricordi.
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Rif.Capitolo: 2
lasciria - Voto:
07/11/08 08:26
la forma di scrittura è scorrevole, lo stile è promettente, l'anima della quale l'hai rivestita è tangibile.
Hydrar è un personaggio carismatico, coltivalo per bene.
Brava :)
Buon lavoro ^^
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Rif.Capitolo: 1
oni3 - Voto:
04/11/08 09:27
Mi piace, è ben scritta e le descrizioni sono ottime.
Continua così.^^
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