torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: DragonBall Z
Titolo Fanfic: AL DI LÀ DI UNA STELLA C'È ...
Genere: Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: lorigeta galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/11/2008 20:18:34

Un sogno si può concretizzare e, a volte, perché ciò accada bisogna solo riuscire a crederci. ..
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   

- Capitolo 1° -

Al di là di un stella c’è ...







Chichi aprì gli occhi sbattendo le palpebre nel buio, mentre un unico pensiero le alleggiava nella mente: era il ricordo di uno strano sogno e di una voce, la sua voce.

Ci fu un'interminabile pausa di silenzio prima che lei riuscisse a muovere le labbra tremanti e a pronunciare il suo nome ad alta voce senza nemmeno rendersene conto.

“Goku”.

Si mise a sedere sul materasso, le ginocchia strette al petto, pallida. Tremava, era conscia di aver solo sognato, eppure c’era qualcosa che vibrava nell’aria come un'eco lontano.

“Niente, non è niente: è solo stanchezza. Troppo lavoro, troppo strafare”.

Chichi resistette più a lungo che poteva, ma poi dovette alzarsi; le mani corrose dalla fatica con un violento strattone la liberarono dal lenzuolo, i piedi si posarono sul tappeto alla ricerca delle ciabatte, un sospiro uscì dalla sue labbra.

La voce fanciullesca del suo defunto marito nel sogno le aveva raccontato una specie di filastrocca, una canzone che ora le tornava in mente e non la lasciava libera di pensare ad altro:

Si dice che al di là di una stella esista sempre un desiderio immobile da secoli che attende di essere esaudito…

La donna ripeté quelle stesse parole e fece scricchiolare il pavimento di legno sotto il peso dei suoi passi, mentre si avviava verso la finestra; rimase con il viso appiccicato al vetro, lanciando un'occhiata sospetta alla falce di luna che pareva sorriderle lievemente.

Quel sogno era stato così reale che ne aveva tratto una sensazione di calore, di speranza, anche se c’era un pizzico di follia nell’idea che adesso le balenava nella mente.

Erano trascorsi tre anni da quel maledetto giorno, quando Gohan era tornato a casa in lacrime quasi con rammarico per essere sopravissuto allo scontro con Cell.

“Papà è morto, si è sacrificato per tutti noi, mi ha chiesto di chiederti di perdonarlo”.

I desideri, le sperante, le utopie cancellate in un secondo; lei aveva abbassato lo sguardo per nascondere il viso bagnato di lacrime, poi aveva stretto suo figlio, lo aveva stretto forte poggiandogli la testa sulla sua.

Il dolore era stato immenso, come i conflitti con se stessa: c’erano stati giorni in cui aveva odiato l’altruismo di Goku verso gli altri, rinfacciandogli di non aver amato abbastanza la sua famiglia. Detestava quella forza che lo aveva condannato ad essere un difensore dell’umanità, ma in altri momenti invece lo aveva solo rimpianto ed ammirato per il grande coraggio che aveva sempre dimostrato.

Comunque, in un caso o nell’altro, l'aveva perdonato e forse il destino le aveva dato Goten per ricordarglielo. Era come se lo avesse accanto quando quegli occhietti neri cercavano i suoi e le piccole labbra sorridevano con lo stesso sorriso di lui.

Da allora si era data da fare per essere una buona madre, ma al tempo stesso aveva cercato di essere anche un padre, consapevole di quanto i due figli ne sentissero la mancanza.

E dopo tanto tempo era giusto, sensato e razionale chiedersi il significato di un sogno?

No, non lo era. Era meglio che lei rimanesse fedele a se stessa, all’immagine che si era creata, alla donna che tutti conoscevano: forte, severa e ostinata.

Non aveva mai mostrato il suo lato più sensibile agli altri, accadeva ogni tanto che lo lasciasse emergere, ma lo faceva in perfetta solitudine; solo allora poteva piangere e disperarsi, poteva sognare, poteva desiderare, poteva essere una donna come le altre senza vergognarsene.

Giorni, mesi, anni, ogni cosa era sfuggita, persino la realtà; un letto troppo grande, una stanza troppo silenziosa, la voglia di un abbraccio annegata in un cuscino.

Crescere due figli, farli sorridere con il cuore a pezzi, come c’era riuscita?

Tutto per lei era stato una promessa sincera, si era sposata per amore e poi tutto le era stato portato via; spesso con una specie di delirio dell’anima aveva sperato l’impossibile, aveva veduto Goku molte volte accanto allo stagno che dormiva, nella radiosa e pacata bellezza della montagna, ma poi in cuor suo rimaneva delusa quando la visione sfumava e la solitudine s’impossessava ancora di lei.

Ora Chichi contemplava il cielo oltre il vetro appannato dal suo respiro, guardava un piccolo punto lontano, era una stella e brillava più delle altre e aveva una luce diversa, era una piccola scintilla nell’oscurità della notte.

Tu ci credi, Chichi? Credi veramente alle parole di un sogno?

Avanti, se hai dei dubbi perché non vai a fare un giro in giardino? C’è un'aiuola dove hai piantato dei fiori, quelli che tanto piacevano a lui.

Il tono stuzzicante della sua coscienza era per lei tutto nuovo e, tuttavia, non le dispiaceva ascoltarla e forse valeva anche la pena di darle retta.

Nella camera vicina i bambini dormivano e occorreva fare attenzione, non fare rumore.

Decise di indossare la vestaglia e scendere le scale, anche se sapeva che nessuno l’attendeva in giardino, ma l’impulso era troppo forte: era quella canzone che le giungeva come un'eco martellante e prendeva il sopravvento sugli altri pensieri.

La donna lasciò vagare la mente per qualche istante, al che si mosse verso la porta e camminò nel corridoio, scese giù per la scala tenendosi al corrimano per via di una lieve vertigine e arrivò in fondo nel soggiorno, che attraversò impaziente di uscire.

La fresca brezza notturna le sollevò la leggera camicia da notte e le spettinò i lunghi capelli sciolti sulle spalle; il cielo ad un tratto le sembrò ancora più immenso, i prati senza confini, era apparso un leggero velo di nebbia che rendeva magico il paesaggio.

“Quante stelle ci sono? Voglio contarle tutte, ma quante sono? Una, dieci, cento, mille?”

Ma ecco che quella più grande, tremula e abbagliante richiamò la sua attenzione.

Chichi avanzò verso il bosco sempre guardando verso l’alto, verso quell’astro splendente, aspirando l’odore del muschio; camminava facendosi spazio tra gli steli d’erba alti e intrecciati, sbattendo contro i tronchi degli alberi con il cuore in gola.

Un desiderio, uno solo, poteva esprimerne uno soltanto.

Cosa vuoi, Chichi? La ricchezza, il potere, l’immortalità?

Cosa?

Leggi dentro di te, trattieni il respiro, chiudi gli occhi e chiedi ciò che ti può rendere felice.

Fatto. Era stato semplice, non aveva dovuto riflettere a lungo perché c’era un’unica cosa che avrebbe voluto.

La donna guardò la luce della stella tremare sul riflesso dell’acqua dello stagno, che faticosamente aveva appena raggiunto.

Sospirò, era sinceramente, perdutamente folle quella speranza, ma in ogni caso non aveva importanza, era felice di essere lì, di aver ascoltato la voce del cuore.

Lo aspettava, aveva imparato ad attendere e non voleva rassegnarsi perchè era certa che il destino prima o poi le avrebbe permesso di rivederlo.

Trascorse parecchio tempo, e per quanto lei si sforzasse di placare i propri timori e di scacciare i dubbi fu presa dallo sconforto, decise di tornare a casa, ma proprio in quel momento un rumore bloccò i suoi passi.

Chichi si guardò attorno e ci fu un instante in cui ebbe quasi paura, le ombre del bosco ora parevano circondarla, le danzavano attorno in un girotondo come per evocare uno spirito. Ogni istante che passava era più lungo del precedente e, alla fine lei si sentì sconfitta, Goku adesso le sembrava ancora più lontano.

“E’ stato solo un sogno, perché sono qui? Devo smetterla di illudermi!Sono una stupida!” in quella frase c'era la rabbia di un'attesa troppo lunga. Delusa, si chinò per prendere tra le mani il rametto secco di un arbusto e lo spezzò con collera.

Le giunse un altro rumore portato dalle ali del vento: era un vortice di voci, erano preghiere, erano strisce di luce, era la forza, la volontà, la tenacia di un amore.

Accadde qualcosa, fu una pioggia di luce, piccole gocce accese fioccarono nel buio.

Chichi sollevò lo sguardo al cielo e si rese conto che la stella non c’era più, c’erano tutte le altre, ma non quella più luminosa e in quel momento il suo corpo si irrigidì. Lentamente, con emozione, si voltò verso il bagliore che ora era dietro di lei.

“Ciao Chichi”. disse la voce con gentilezza e di colpo lei portò le mani al viso, era esattamente come lo ricordava.

Quell’uomo immobile, alto, bellissimo, avvolto da un alone dorato era Goku, ed era lì su quel prato, sotto quel cielo, sotto le stelle.

Le mancò il fiato. Fu presa dal tremito.

“Ho tante cose da dirti, ma perché non riesco a parlare? Come hai potuto morire, lasciarmi incinta? Come hai potuto, Son Goku, sparire così?” il suo respiro era corto, oppresso, il viso allungato e un po’ malinconico. Chichi raccolse le sue energie con uno sforzo e si avvicinò a lui.

“Sapevo che desideravi questo incontro e anch’io lo volevo, per questo ho convinto Re Kaio a darmi questa opportunità, ma nulla si sarebbe realizzato se non avessi creduto al sogno dove ti sono apparso.” il cuore di Chichi batteva forte, aveva la sensazione di essere trasportata dal vento in una beata vertigine.

Non c’erano parole per descrivere ciò che stava provando: pura felicità, ecco cos’era.

“Ho dovuto crederci, perché mi sei mancato tanto, anche Gohan e Goten vorrebbe vederti, stringerti, abbracciarti.” piangeva mentre parlava, un po’ abbagliata dalla sua luce, che lo rendeva quasi trasparente, divino.

“Lo so Chichi, ma io sono sempre con voi, ogni momento; con te, con Gohan e anche con Goten, lo guardo spesso giocare attraverso la sfera di Baba, è un vero monello, mi somiglia molto.” lei chiuse gli occhi per ascoltare la sua risata, come le piaceva quando rideva, le dava una gioia indescrivibile.

“Vorrei che non te ne andassi più…” gli corse incontro e si lasciò trascinare dalle sue braccia possenti, che la strinsero e la cullarono con dolcezza nella grandezza della notte.

Goku la guardò negli occhi e avvicinò le labbra alle sue: erano morbide e irresistibili, le baciò a lungo, riscoprendo parte di quella fragilità umana che aveva perduto, di quel piacere che non aveva dimenticato.

Quanto tempo? Quanto tempo sarebbe rimasto? Quanto prima di svanire?

L’incantesimo stava per spezzarsi.

“Ho solo pochi minuti Chichi, mi dispiace, ma re Kaio è stato chiaro: devo tornare al più presto nell’aldilà.” la donna si sentì vacillare. Lui l’aveva guardata con aria triste, non sorrideva più allo stesso modo ora, la sua voce le aveva toccato il cuore.

“Abbracciami ancora…” mormorò e Goku lo fece con una dolcezza fremente e la rassicurò. Le carezzò il viso asciugandole le lacrime, pronunciando con lentezza alcune parole.

“Tornerò, saremo di nuovo una famiglia: te lo prometto.” ciò che aveva detto permise a Chichi di non agitarsi troppo nel veder il suo corpo dissolversi, scomparire in una nebbia luminosa.

Lei rimase immobile anche al soffio d’aria gelida che le passò sul corpo, era rimasta sola ancora una volta, ma con un qualcosa in più che le incendiava il petto.

“Voglio avere fiducia. Io ti aspetterò, ti aspetterò sempre Goku, perché so che tornerai da me”. andò a rifugiarsi sotto ai rami di un albero, le mani strette a pugno, lo sguardo fisso verso il cielo che ad un trattò si velò di stupore: nel punto dove aveva ammirato la stella luminosa le parve di vedere il viso sorridente di Goku, anche se solo per un breve momento.

Tu ci credi? Ci credi veramente, Chichi?

“Sta' zitta coscienza! Sì, io ci credo. Lui tornerà...” la nebbia e quelle tracce luminose erano scomparse. Poco o tanto non le importava, avrebbe atteso…

Se qualcuno le avesse chiesto se era pentita di aver sposato il guerriero più forte dell’universo, non avrebbe avuto alcuna esitazione a rispondere.

Lo amava, era questa l’unica grande certezza che le infondeva coraggio; il suo desiderio segreto, quello per cui tante volte aveva pianto e sofferto si era in parte realizzato e l’ansia ora non la dominava più.

Un sogno si può concretizzare e, a volte, perché ciò accada bisogna solo riuscire a crederci.





Fine.





Ciao, stanotte ho avuto questa piccola ispirazione, ero indecisa se pubblicarla o meno e poi alla fine l'ho fatto XD

Grazie per la lettura e per l’ eventuale commento sempre gradito. ^^



Un bacio.





LORIGETA ^^

 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
kayohshin 16/04/09 18:55
Wow che carina!!!
Molto dolce! *_* Peccato che nella realtà Goku se ne freghi sempre della povera Chichi! -.-
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

lallasan - Voto: 07/11/08 18:57
hai fatto benissimo a scriverla..è bellissima e dolcissima =)
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: