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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: ODI ET AMO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: ran7 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 25/05/2003 21:50:01 (ultimo inserimento: 04/06/03)

sui versi dolcissimi e appassionati di catullo una storia d`amore e di odio tra una secchiona e l`ex teppista + amato da....me!
 
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LA CADUTA DI OGNI DIGNITÀ
- Capitolo 1° -

La caduta di ogni dignità


Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris?
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Ti odio e ti amo. Perchè faccio questo, forse mi chiedi?
Non lo so, ma sento che mi accade e mi tormento.

Senza accorgermene nel leggere queste parole è venuto spontaneo girarmi verso di te. Per fortuna non stai seguendo...anzi scherzi con i tuoi amici idioti, completamente disinteressato alla lezione di latino. Come al solito ogni cosa sembra sottolineare le profonde differenze che ci dividono. Io sono una secchiona? Forse si, hanno ragione loro...eppure tu, che sei il mio opposto, non mi hai definito così.
Hai una strana reputazione di me, Hisashi Mitsui! Ancora più strano sei tu, però. Ti continuo a guardare, sentendo solo di sottofondo le dolci parole di Catullo, che incorniciano il tuo volto...quanto si addicono a questa situazione...e tu non te ne accorgi nemmeno, capra come sei!
Non ti sei mai accorto di me, questo è vero!
Era il primo anno e tu eri una celebrità...cercato da ogni scuola solo per il tuo talento a basket...nient'altro che per uno stupido sport. I primi giorni ti atteggiavi a star.
Poi non ti abbiamo visto per un po' in classe...ci dissero che ti eri infortunato. E in seguito il cambiamento...ogni giorno che arrivavi in classe ti trasformavi sempre di più...iniziasti con il rispondere ai prof...poi non venisti più regolarmente a scuola...il giro di amici che frequentavi non era molto raccomandabile. Mi ricordo ancora che strana impressione mi fece vederti dopo le vacanze...avevi i capelli lunghi e un espressione sempre arrabbiata...gli occhi erano tristi, anche quando ridevi senza anima delle disgrazie altrui che provocavi tu stesso con gli amici.
Il tuo cammino è stato veramente incredibile...non avrei mai detto che il ragazzo che entrò dalla porta quel giorno, quel ragazzo così bello e sereno, eri proprio tu. Ho rivisto la passione per la vita nei tuoi occhi. La passione per lo sport. Ho saputo tutto quello che è successo con i tuoi compagni di squadra...ho potuto anche constatare il tuo cambiamento in classe: certo non sei un genio, però almeno la disciplina è migliorata.
Quanto sei cambiato...eppure il tuo caratteraccio l'hai conservato. E anche i tuoi occhi un po' tristi, che neppure mentre sorridi sembrano essere sinceri. Non ti ho mai capito. Eppure credo che tu sia molto simile a me. In fondo è così...in fondo il mondo non è che un'enorme distesa di monotonia...siamo tutti uguali.

Non sono molto popolare. Non ho mai fatto nulla per esserlo, è vero. Sono la tipica ragazza studiosa, quella che vuole primeggiare nella sua bravura...quella che mai aiuterà gli altri...quella che si crede superiore a chiunque. E' vero, me lo merito di essere sola. Anche tu ti sei meritato tutto questo? No, la tua vita non l'hai costruita realmente. In fondo cos'hai fatto di così importante da poter avere amici che ti hanno perdonato per i tuoi errori? Cos'hai fatto per riuscire a rapire così il mio cuore? Cosa hai fatto per uccidermi così lentamente?
Io lo so cosa hai fatto...non riesco ancora a capire il come...eppure ogni giorno mi soffermo a pensare ai fatti che mi hanno portato a tutto ciò.

Eravamo al secondo anno. Non ti avevo mai rivolto la parola...né ci tenevo a farlo. Eri per me un insetto tra tanti altri...il solo motivo per cui mi ricordavo il tuo nome erano le varie discussioni con i prof e il tuo atteggiamento intollerabile. Ma non ti avevo mai detto nulla. Tu non mi avevi mai cercato, quindi non mi sembrava necessario dirti qualcosa. Non ho mai avuto uno spirito solidale e filantropico.
Poi il primo, strano contatto...devo dire che mi hai spiazzato, con il tuo modo di parlare. Mi hai messo in imbarazzo solo facendomi timidamente una domanda...anche tu sembravi imbarazzato, ma i tuoi capelli lunghi, le tue cicatrici e soprattutto gli occhi abili a fingere occultarono il tuo stato d'animo. Ti risposi con la mia solita arroganza, ma allo stesso momento mi sembrò di essermi messa in ridicolo.
Da quel giorno ebbi sempre paura di essere presa in giro da te...iniziai molto di più a curarmi di come vestirmi, truccarmi e soprattutto mi sforzai ancora di più nello studio...per non sfigurare...per sembrare superiore nei tuoi confronti, a te che a me non badavi assolutamente.
Fu un giorno che anche questo strano modo di rapportarci cambiò...eravamo a scuola e stavamo facendo assemblea...come al solito io me ne stavo in disparte...in fondo non mi è mai importato molto della classe, l'unica cosa che mi interessa da sempre è il mio profitto scolastico, indipendentemente dagli altri. Tu ti avvicini...ti siedi al mio fianco e mi chiedi se ho il ragazzo...ti guardai con aria sorpesa...poi mi dicesti che avevi bisogno di un consiglio per una ragazza...non so ancora perché ma mi facesti tanta tenerezza, così parlammo un po'. Scoprii che il tuo modo di fare cambiava radicalmente quando eri solo e mi resi conto di come iniziavi a piacermi, nella tua semplicità. Iniziasti a dire che mi consideravi un genio, che avevi una grande ammirazione per me...ne fui lusingata.
Poi una terribile delusione, quando un giorno con i tuoi amici mi prendesti in giro...ti fulminai con i miei occhi verdi...occhi anonimi che per un attimo si illuminarono di passione e rabbia. Tu sembravi scusarti con lo sguardo mentre le tue labbra continuavano a straziare crudelmente il mio amor proprio...mi stavi torturando.
Ancora oggi non riesco a perdonarti per quel giorno...ma quello che seguì fu anche peggio, vero?

Era giorno di esami scritti. Chiesi il permesso di uscire dalla classe per andare in bagno, non accorgendomi che anche tu eri fuori. Tu eri lì fuori...ci scambiammo uno sguardo di saluto, poi mi stiracchiai e mi appoggiai al muro per rilassarmi un attimo.
Non me ne accorsi neppure che tu mi eri già addosso, sentivo il tuo forte corpo schiacciato al mio...i tuoi capelli solleticavano le mie guance...le tue labbra si erano incollate alle mie e la tua lingua giocava con la mia. Rimasi senza fiato per tutto il tempo, non trovando la forza per reagire, né per oppormi. Forse non avevo neppure l'intenzione di oppormi. Subito dopo non riuscii a guardarti in faccia e tu rientrasti in classe, senza dirmi nulla. Io ti seguii e la mia testa per quel giorno non riuscii più a concentrarsi se non sul tuo profumo e sul tuo sapore.

Il periodo che seguì quel bacio clandestino fu stranissimo eppure molto dolce...nessuno nella scuola, né tra i tuoi amici avrebbe potuto sospettare questa nostra strana unione. Il teppista e la secchiona...
Durante le lezioni molto spesso mi incantavo a guardarti e spesso i nostri sguardi si incrociavano...eppure tu non mi rivolgesti mai la parola, anzi eri diventato ancora più freddo e più crudele nei miei confronti. Ogni tanto mi ritrovavo sola con te e tu comunque mi ignoravi...altre volte invece eri tu che mi cercavi e i tuoi baci sembravano voraci, ma anche dolci.
Il giorno che sempre maledirò fu quello in cui tutto tra noi cambiò. Era sera ed io tornavo a casa...ti trovai nei pressi di casa mia, bello come non mai e maledettamente sicuro di te. Ti salutai con finta indifferenza...tu mi prendesti da un braccio..."vieni con me" furono le tue uniche parole. Io ti seguii ipnotizzata...e ci ritrovammo a casa tua, nel buio della tua sala...il terrore di svegliare i tuoi mi costrinse a stare zitta...mentre tu iniziavi a spogliarmi...a toccarmi...a leccarmi...


Il desiderio era talmente alto che non pensai più ad altro...neppure alle conseguenze di ciò che stavamo per fare...neppure al fatto che era solo sesso per lui, e forse anche per me...neppure l'idea di poter essere abbandonata da lui mi fermò.
Lo facemmo...in silenzio, senza neppure un bacio, senza neanche un po' di amore...subito dopo mi sentii come in paradiso, felice tra le sue braccia. Devo ammettere che fu bravo...non solo in quello, ma anche nel tenermi con lui dopo...stretta tra le sue braccia...gli dissi parole che non pensavo...gli dissi parole d'amore ispirate dal momento.

Forse si spaventò dal mio incredibile desiderio di amore, superiore a quello di piacere, forse si spaventò dalla mia sicurezza, forse solo per ciò che provava lui. Fattostà che da quel giorno non mi rivolse più neppure la parola, fingeva di non conoscermi, niente più baci clandestini, niente più sguardi incrociati...niente di niente.
Ero delusa? Si...Ero arrabbiata? Forse più con me stessa che nei suoi confronti. Ero innamorata? Il sentimento che provavo alla fine della seconda era misto di amore e odio. Non avrei mai cambiato una virgola di ciò che era accaduto...eppure non mi andava bene per niente ciò che stava accadendo. Non ero pentita...ma spesso nel ripensare a tutti quegli avvenimenti mi veniva un senso di disgusto.
Lo odiavo e lo desideravo come non mai. E nessuno non avrebbe mai sospettato nulla. Per tutti eravamo perfetti estranei...lui sembrava quello che ci credeva più di tutti, proprio lui che mi aveva usato, preferiva evitare ogni contatto.

Un mese dopo quel fatidico giorno di debolezza riuscii a parlargli...lo mandai a quel paese, ero furiosa e per la prima volta piansi davanti a lui.
Mi chiese scusa...mi disse che gli dispiaceva che io stessi così...che però lui non provava nulla di simile...che era stato bello ma nulla più di un gioco...che era stato bene in quell'ultimo periodo senza neppure l'ombra di me.
Mi ferì? Di più. Credevo di morire...non avrei mai potuto dare forma più concreta al dolore.
Pensai di abbandonare questa vita...pensai di morire davvero...mi aveva usato, aveva usato tutto ciò che ero...mi aveva umiliata...non ero che un insetto fra tanti altri...e soprattutto non aveva bisogno di me, mentre io senza di lui iniziavo ad impazzire: nei sogni, negli incubi, in ogni mio pensiero...nei miei piani futuri...di notte e di giorno...la sua voce nelle orecchie...il pensiero di quella notte di sesso...i baci...il mio pentimento...il mio desiderio...la sua indifferenza...la sua freddezza...il mio odio...il mio amore...
Ero ossessionata...non ce la facevo più...rasentavo la pazzia...tremavo...niente più sicurezze...no ideali...cinismo e crudeltà...odio...odio...odio...amore...tutto si impossessava di me con una facilità impressionante...nulla mi abbandonava più. Come il suo viso...quello era impresso in me.
Che cosa gli avevo lasciato io? Nulla a quanto mi aveva detto...nulla! Perché io non valevo nulla, perché lui non valeva nulla, perché il mondo non aveva senso.

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Ma il futuro nella vita reale è bello proprio perché è imprevedibile...così accade sempre l'unica cosa che mai avresti detto, l'unica, tra tutte le possibilità, a cui non si è preparati.
Tra l'odio e l'amore esiste un legame...molto spesso esiste però un'altra via non contemplata, una via che non porta alla felicità. Nel prossimo capitolo saranno messi a nudo i comportamenti umani che non hanno logica...
"La ricerca disperata di dolore, capace di superare l'amore stesso": non perdetelo miraccomando!!!!!

 
Continua nel capitolo:


 
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