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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto Shippuden
Titolo Fanfic: CINDERELLA NO AKA ITO
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Erotico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai, Shoujo Ai
Autore: clarise galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 26/10/2008 20:18:16

la dolce cendrillon incontra la gran ballo il principe della sua vita però...
 
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IL FILO ROSSO DI CENDRILLON
- Capitolo 1° -

Titolo: Cinderella no AKA-ITO
Il filo rosso di Cendrillon

Genere: Sentimentale, Romantico, Erotico,Triste, accenni: Shoujo-Ai Shounen-Ai(cosa non si fa per i fans u.u)

Interpreti:
Cendrillon: Deichan
Principe: Tobi\Madara
Servo del Principe: Itachi
Madrina di Cendrillon: Konan

Biondi capelli, un vestito pieno di tagli e macchie a causa delle continue pulizie, occhi azzurri e un sorriso dolce.
-Cendrillon!-
Una voce che urla.
-Cendrillon!-
Passi veloci che si sentono e si odono per tutta la casa.
-arrivo sorella!-
La ragazza con lo straccetto in mano si diresse verso colei che l’aveva appena chiamata.
-non vedi che in questa casa è tutto ancora così sporco?! Mettici più impegno razza di stupida…-
-è già tanto se ti facciamo stare qui con noi, sai hihi-
Era una ragazza dalla pelle candida come la neve e i capelli biondi come il grano, i suoi occhi azzurri incutevano rabbia alle due ragazze, le sue due sorellastre.
Cendrillon, era il nome della ragazza. Il suo vero nome l’aveva scordato molto tempo prima, quando sua madre morì e suo padre si era risposato dopo essersene poi andato via.
Cendrillon, non sapeva il perché le sue due sorellastre la chiamassero così ma ormai quello era il suo nome e non le importava più di quale nome le avessero dato i suoi genitori.
-guardati, quanto sei bassa e…per non parlare di quanto sei piatta, stanotte dovrai metterti a curare gli animali del cortile, mentre noi andremo al gran ballo indito dal Principe in persona-
La sorellastra più alta avvicinò le sue unghie alle guance della ragazza.
Cendrillon socchiuse gli occhi ormai non più intimorita, era abituata alle cattiverie delle sue sorellastre e ormai non percepiva più molto il dolore fisico, tanto più che le capitò di infliggersi dolore da sola…
Una povera ragazza, orfana, autolesionata e per di più costretta a non far altro che pulire la casa.
-e smettila di guardarci con quegli occhietti…azzurri!-
Urlò la sorellastra più bassa e le diede uno schiaffo. Avrebbe voluto avere i suoi occhi, di un colore così bello e limpido, mentre i suoi erano neri, neri come la pece, e altrettanto brutti.
-oh tranquilla, vedrai…il colore degli occhi non conta affatto- le sorrise l’altra sorella, guardando con un sorrisetto Cendrillon e schernendola.
Chiacchiera dopo chiacchiera le due sorellastre dopo aver rifilato qualche graffio a Cendrillon per non aver pulito come si deve, se ne andarono per prepararsi per la grande serata.
La porta si chiuse.
La ragazza bionda rimasta da sola in quel buio desolato, si guardò le mani.
Il suo sguardo era acceso, pur avendo subito molte ripercussioni, non perdeva le speranze. O forse…non voleva perderle, essendo l’unica cosa che le rimaneva.

Quella sera, il tramonto passò velocemente.
La luna in cielo brillava anche se in modo offuscato, offuscata infatti dalle nubi che la attorniavano.
Cendrillon dopo essersi fatta un bel bagnetto caldo, era rimasta per molto tempo in camera sua.
Ammirava da lontano il castello.
Quel castello, in cui aveva creduto fin da piccola.
“papà papà! Da grande mi porterai a vedere il castello?”
E lui le aveva sorriso promettendole che quando sarebbe stata abbastanza grande lo avrebbe visitato assieme e magari avrebbe trovato il suo principe.
Colui col quale trascorrere tutta la vita, colui col quale avere figli ed essere felice.
Per sempre…
Eppure così non fu.
Suo padre sparì, non seppe più sue notizie, e la piccola rimase con le due sorellastre che il padre aveva adottato poco prima di sparire.
Avevano qualche anno più di lei.
Si ricordò ancora quando si erano presentate.
Cendrillon con i suoi capelli biondi avvolti in una coda e gli occhi allegri e gentili aveva porso la mano e un dolce sorriso alle due nuove venute e…loro, le avevano fatto un sorriso maligno, stringendole forte la mano con le unghie facendole uscire del sangue.
La piccola le aveva guardate quasi spaventata come non capendo il perché di quel gesto.
Le ripercussioni si fecero più pesanti non appena il padre della piccola non si fece più vivo.
La facevano cadere, agendo come se non l’avessero fatto apposta.
La prendevano in giro per il suo corpo esile.
La ridicolizzavano.
La picchiavano di modo come se non lo facessero apposta e…
Le diedero quel nome.
Cendrillon.
Non era un nome brutto, eppure portava con sé il significato di qualcosa di triste e solo. Proprio come lo era lei.
L’unica cosa in cui ora poteva credere ora era la speranza di un futuro migliore.
Assieme a un principe dolce e gentile.
Per sempre…

Il ballo, il principe, il castello, danza, balla, ama, lasciarsi andare, volare nel cielo e poi sparire. Come quando dopo un lungo tuffo da una rupe in un fiume il corpo scompare sempre più sott’acqua.
-guarda un po’…quanta gente-
-proprio come ogni volta, Principe-
Il servo del Principe guardava con aria indifferente e spenta la folla di gente che come ogni volta popolava l’enorme salone ad ogni festa.
-ogni volta vengono qui…e…sperano di ottenere qualcosa da me-
fece scivolare la mano verso il tavolino afferrando con grazia ed eleganza degna del suo rango il bicchiere con dentro del vino molto pregiato.
Tornando poi a sedersi assieme al suo servo.
-non so se sia…il mio corpo o…la mia eredità- sorseggiò il vino in modo sublime.
Il servo lo fissò, porgendogli un’occhiata al quanto seria e penetrante.
-ogni donna che è qui credo voglia una sola cosa da lei…-
La lingua del Principe passò delicata sulle sue stesse labbra assaporando di nuovo il vino.
-il suo bel corpo…- sussurrò lentamente il servo, scandendo in modo molto provocante le parole.
Il Principe fece un sorriso malizioso rivolto al servo.
Il quale rispose sorridendo altrettanto malizioso –oltre alla sua eredità-
Il Principe gli porse il calice e si alzò.
-la tua lingua è proprio lunga-
-mai quanto la vostra…-sussurrò il servo.
Il Principe gli lanciò un altro sorrisetto e poi si allontanò in mezzo alla folla.
Ciò che intercorreva tra egli e il suo servo non era affatto cosa di pubblico dominio.
Si conoscevano da molto tempo ormai, erano quasi cresciuti assieme. E il legame che li univa era qualcosa di molto diverso dalla semplice relazione: servo-padrone, no, era qualcosa di completamente diverso.
Il Principe si divertiva molto con le donne che fino ad allora gli erano capitate tra le braccia e nel suo letto, anche per volere della Regina.
La Regina, colei che era sua madre ma che lui non chiamava più madre da molto tempo ormai.
Come lei non lo chiamava più da molto tempo Figlio.

-Cendrillon! Noi andiamo!-
I passi veloci e pesanti delle due sorelle percorrevano la sala arrivando fino al corridoio buio e stretto che conduceva al piano terra.
La stanza di Cendrillon era lì.
Quando le due aprirono e si trovarono davanti una ragazzina avvolta da un bel vestitino bianco e dai lunghi capelli sciolti biondi danzare come se fosse stata accompagnata da un Principe, le due agirono come sempre.
Non bastarono pochi attimi. Un soffio un alito di vento.
Cendrillon si ritrovò a terra con il vestito strappato.
-così impari…- sussurrarono velenose e divertite le due sorellastre.
Chiusero la porta dietro di loro ridendo del loro misfatto.
Risa così crudeli e maligne.
La biondina avvolta a terra solo da pezzi di stoffa bianca e il viso rivolto verso il basso, tremava, non per il freddo.
La cattiveria con cui si accanivano quelle due ragazze su di lei era orribile.
Lì vicino vide qualcosa di lucente.
Uno spillo o…una lama?
Lentamente con le sue dita fragili si avvicinò, e vide che era uno spillo.
“i-io…volevo solo indossare un bel vestito, non avrei nemmeno pensato di andare al ballo…mai”
Prese quello spillo per la punta, lo passò lentamente sulle sue dita sentendolo così freddo.
Lo girò, facendo in modo che la sua punta fosse rivolta sulla sua pelle.
Voleva di nuovo farsi del male.
Ma d’un tratto, dalla finestra si espanse una fortissima luce e qualcuno bussò.
-chi sei?- domandò Cendrillon aprendole.
Quella persona, con l’agilità di un felino entrò, avvolta da un mantello nero.
Se lo tolse.
-la tua liberazione, cara-
Indossava un vestito molto bello di color blu che tendeva al nero, i suoi capelli erano azzurri e i suoi occhi erano scuri.
-sono qui per esaudire il tuo desiderio e liberarti dalla maledizione-
-quale maledizione?-
Domandò lei confusa.
La donna si avvicinò sorridendole amorevolmente. –l’aver dovuto subire tutte le cattiverie di quelle due arpie…piccola-
Ammise la donna l’ultima parola poi specialmente con un’insolita tenerezza.
Ora che la guardava bene, quella ragazzina così fragile e…pura. Era davvero…una piccola ragazza ma così carina.
Avvicinò una mano alla guancia della biondina accarezzandola.
La biondina spalancò solo leggermente gli occhi, per poi socchiuderli un poco lasciandosi andare a quelle dolci carezze.
-ti medicherò, e farò in modo che tu vada a quel ballo, facendo in modo che quelle due maledette paghino per il dolore che ti hanno procurato-
La donna era un po’ più alta di lei, ma era anche molto bella e…somigliava in modo incredibile a sua madre. Però non lo era.
Passarono il tempo a prepararsi, mentre la donna la medicava amorevolmente e la teneva tra le braccia. Le fece fare un altro bagno entro il quale la aiutò a lavarsi i capelli facendo di modo come se fossero madre con la propria figlia piccola. Non appena ebbe finito le fece provare un vestito un po’ scollato e delle scarpe molto belle e comode che con i loro tacchi facevano di modo di rialzarne la figura esile. I suoi capelli lisci a quel modo non potevano essere messi in modo migliore e più bello di com’erano.
-piccola…-
Le sussurrò sfiorandole i capelli e la guancia destra.
Quel tocco, quelle dita a contatto con la sua pelle la fecero andare in estasi per qualche attimo.
-m-mi scusi…- sussurrò Cendrillon interrompendo quell’attimo di silenzio. –come sto? Sto bene?-
chiese la biondina in modo timido.
La donna si riprese e le sorrise, avvicinandosi al suo orecchio e sussurrandole parole troppo sconvolgenti per una ragazza come lei…una ragazza che aveva vissuto a contatto solo di pochissime persone e mai aveva provato emozioni forti e belle, solo brutte e sconvolgenti.
-sei talmente bella che…se fossi io il principe, ti porterei via con me e non ti lascerei mai e poi mai-
Le sfiorò le labbra.
La ragazza arrossì non capendo.
-c-chi sei…in realtà?-
-una donna…una donna che vuole aiutarti, in rispetto ai sentimenti che mi legarono a tua madre, piccola-
-mia madre?-
La donna le sorrise –quando tornerai dal ballo, quando sarà finito intendo, torna da me, io ti aspetterò e ti racconterò tutta la verità-
L’accompagnò senza che le rivelasse altro.
Chiamò una carrozza così Cendrillon vi salì.
La donna le diede un’ultima occhiata. La sua pelle così ferita da tutte quelle lesioni, avrebbe voluto venire anni prima ma non aveva potuto e ora che l’aveva aiutata si sentiva così gelosa di quel Principe.

Cendrillon arrivò al castello, la carrozza la lasciò davanti all’entrata laterale.
La ragazza volle ringraziare il cocchiere ma quello partì senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
Salì lentamente le scale, tenendosi il vestito dai lati, per non inciampare.
Aveva paura però…era davanti alla porta. Se quelle due l’avessero vista? L’avrebbero uccisa di sicuro. Tremando entrò tenendo il capo chino.
Si stupì della moltitudine di gente che vi albergava, un posto così grande eppure così pieno. Non aveva mai visto così tanta gente tutta assieme. Chi danzava avvolto da lussuosi abiti e con i volti mascherati, e chi invece stava in disparte, chiacchierando o sorseggiando qualcosa.
Se ne stava un po’ in disparte cercando di non dare nell’occhio.
Non appena riconobbe due chiome scure molto simili a quelle delle sue due sorelle, spaventata, si diresse verso il balcone esterno.
Aveva troppa paura.
Prese leggermente fiato.
E si mise però ad ammirare il panorama davanti a sé e sopra di sé.
Il castello era enorme e molto grande. Chissà che bello doveva essere il principe di quel castello, dolce e gentile…

Il Principe, annoiato dalle solite persone che gli giravano attorno, aveva dato un occhiata fuori, e una figura “bianca” aveva colto la sua attenzione, così aveva lasciato per qualche attimo la gente li attorno per andar fuori, con la scusa di prendersi una boccata d’aria, e invece aveva seguito la fanciulla vestita di bianco.

D’un tratto.
-buonasera-
La fanciulla si voltò e rimase incantata nel trovarsi di fronte a un ragazzo bellissimo, vestito elegantemente, sorriderle e rivolgerle quel saluto.
-b-buonasera- ammise lei arrossendo e sentendosi a disagio.
Iniziò ad abbassare lo sguardo portandosi le dita vicine alle labbra “cosa devo fare?”
Lui si avvicinò. –era molto noioso, non trova?-
Le sorrise in modo galante.
In realtà lei non sapeva cosa dire però annuì e disse –i-in realtà…è…è la prima volta che partecipo a questi ricevimenti e…si insomma non saprei…-
Erano vicinissimi, le labbra del giovane sussurrarono vicine all’orecchio della ragazza –la prima volta…?Dite davvero?-
Lei fremette e annuì guardando verso il basso. Tremava leggermente, per i fremiti.
Lui avvicinò le dita alla sua pelle scoperta, vicino alla sua spalla sinistra.
A quel contatto la ragazza chiuse gli occhi per poi riaprirli e aver davanti a sé il volto del giovane che la guardava in modo molto sensuale.
Passò le dita lente sulla pelle bianca della ragazza, ascoltando millimetro per millimetro il calore di quel corpo e i piccoli tremolii che ella lasciava trasparire dal suo esile corpo.
L’altra mano si abbassò raggiungendo il fianco magro e snello della ragazza, cingendolo e facendo di modo che ella si appoggiasse alla colonna dietro a loro.
Lui con le labbra passò dal suo orecchio, col quale aveva sussurrato quelle parole, e sfiorò lentamente la candida guancia e passò verso il collo nudo della giovane fanciulla.
Cendrillon si sentiva mancare, sentiva milioni di fremiti ed emozioni invaderla specialmente emozioni nel suo corpo di donna che difficilmente aveva provato in tutta la sua vita.
Il Principe scostò leggermente il vestito dove c’era la sua pelle per passare di nuovo con le labbra e dopo, la guardò ancora per brevi istanti negli occhi.
Lucidi, lucidissimi come mai prima d’allora, la ragazza teneva una mano sulle labbra.
Lui avvicinò nuovamente la mano al suo collo toccandoglielo e poi finalmente avvicinandone le labbra, mentre con l’altra si compiaceva di passare sul suo petto raggiungendone il seno e cercando di cibarsi più che poteva di quel corpo ancora avvolto dai vestiti; con la lingua e la bocca si cibò di quel collo lasciandone come traccia un evidentissimo segno rosso violaceo.
Cendrillon si lasciò andare a dei leggeri gemiti che via via divenivano più forti, non appena la mano del giovane raggiungeva le sue parti più femminili, le stesse che in quel momento fremevano maggiormente più di tutto il corpo.
Poi tutto si fermò, il giovane si allontanò, sfiorandosi con la propria lingua le sue stesse labbra e sorridendo alla fanciulla ancora un poco scossa da quelle azioni.
-posso sapere il vostro nome?- rimase comunque un po’ addossato a lei, non voleva assolutamente che la biondina se ne andasse, le piaceva troppo, era stato fantastico, per quel poco che era successo.
Le tenne una mano.
-Cendrillon…e…-
Ma non ricevette subito risposta poiché il servo del principe avendolo raggiunto disse –Principe, è il momento-
Egli si stupì un poco nel vederlo in compagnia di quella ragazza, le rivolse uno sguardo senza lasciar trasparire il minimo sentimento.
Cendrillon spalancò gli occhi –Principe?- era lui il Principe di quel castello? Quello che aveva sempre sognato di incontrare?
Lui le sorrise cingendola per il fianco in modo come se non ci fosse nulla di strano la condusse dentro al salone in sua compagnia.
La ragazza si sentiva fremere e tremare –m-ma…i-io non…-
-non temere- le rivolse uno sguardo sensuale lui accarezzandole il fianco.
Il servo lanciò un’occhiata torva a Cendrillon e si diresse dentro anch’egli.
In pochi attimi calò il silenzio.
Solo la voce del Principe lo interruppe.
-ho scelto. Che sia dia pure inizio ai festeggiamenti- furono le sue sole parole.
La gente guardò in modo curioso e alcuni in modo strano la biondina accanto al Principe.
Cendrillon teneva il capo chino.
D’un tratto due voci.
-quella è…Cendrillon…?-
-come fa a essere qui?-

A casa di Cendrillon intanto la donna in attesa della fanciulla capì che qualcosa non stava andando secondo i piani.
Prese il completino rosso sangue che aveva con sé, in realtà portato per la biondina.
-Cendrillon è mia, l’ho vista per prima io e nessuno me la porterà via, nemmeno il Principe, sua madre l’ha affidata a me-
E detto ciò in maniera quasi possessiva uscì da casa diretta verso il castello.

Le due sorellastre si avvicinarono lentamente al trono.
Cendrillon le vide, iniziò a tremare.
Tutti avevano ripreso a danzare o a bere cocktail o a intrattenersi in tutti i modi a vicenda. In tutti i modi possibili.
Il Principe seduto comodamente con accanto la bella biondina sorseggiava in modo sensuale il suo cocktail, a fianco a lui il suo servo gli fece cenno delle due donne che si stavano avvicinando proprio nell’attimo in cui aveva chiesto alla dolce fanciulla se desiderasse qualcosa da bere, ma lei aveva rifiutato con un timido cenno del capo poiché non aveva sete.
-si? Cosa desiderate?- sorrise lui
Le due rimasero affascinate, ma la maggiore ripreso il suo solito vigore disse.
-maestà, venerabile, quella ragazza che ha scelto è in realtà la nostra serva, non è di sangue reale e…è qui senza il nostro permesso-
Il Principe ascoltò in modo divertito ciò che quelle dicevano, tenendosi una mano sotto il mento e sorrise a Cendrillon.
-è vero quello che dicono queste due fanciulle?-
La biondina tremava non sapeva cosa fare e teneva il viso abbassato mentre gli occhi le si inumidivano.
-dì la verità, Cendrillon- le sorrise maligna la sorellastra più piccola.
In quel momento però.
-sua maestà la Regina ci fa onore della sua visita, in questo preciso istante-
Le trombe suonarono e tutti si voltarono.
Il Principe fece cenno al servo, e rivolgendo un’occhiata seria alle due disse –che sia serva o altro, penso che possiate farne anche a meno no? Se avete bisogno assolutamente di una serva trovatevene un’altra- poi guardò Cendrillon –in questo momento credo che…- le sfiorò il collo -…lei serva più a me che a voi-
Cendrillon fremette a quel tocco e capendo che anch’ella doveva seguirlo si alzò.
Egli la cinse per la vita in modo molto seducente e si allontanò con il suo servo verso le stanze più private del castello.
Le due sorellastre erano rimaste per un breve attimo estasiate dai modi di fare così perversi di quell’affascinante Principe, la più giovane si mise imbronciata a dire –dannata Cendrillon! Come facciamo ora? Deve pagarcela!-
Ma la maggiore con un ghigno disse –non poteva andare meglio di così…eheh-
-cosa intendi?- ammise l’altra non capendo e arrabbiandosi di più.
-scema non capisci? Se il Principe l’ha scelta…e la sua frase…quando ha detto che serve più a lui intendeva dire che la renderà la sua serva preferita-
-serva…preferita?-
-esatto-
La più giovane continuava a non capire.
-vieni, torniamo a casa che ti spiego il mio piano…eheh…la uccideranno e ce ne sbarazzeremo finalmente, senza che la colpa ricada su di noi, capisci? Ehehe-
La più giovane rise di gusto. Entrambe da sempre avevano agognato di fare in modo che la ragazza prima o poi morisse. Ora c’era finalmente un modo, ma… qual’era?

Il Principe apriva la strada verso le sue stanze private.
-ce ne siamo andati in tempo, la Regina è arrivata ora- sussurrò il servo rivolto al Principe.
-bene, così non dovrò sorbirmi la sua presenza-
Cendrillon non capiva, perché parlava così della regina? Non era sua madre?
Si fermarono d’un tratto davanti a una stanza dove un’ancella li aveva attesi.
Il Principe le indicò Cendrillon e l’ancella annuì.
-m-ma…- sussurrò appena la biondina mentre il Principe e il suo servo si allontanavano.
Non capiva cosa stava succedendo.
L’ancella le intimò di entrare e seguirla.
-deve essere preparata e pronta per stanotte, per questo il Principe l’ha affidata qui- le rispose quella in modo indifferente.
La biondina venne spogliata e il suo corpo nudo venne portato nelle grandi vasche, da cui scendeva anche l’acqua dall’alto sotto le pareti, per fare in modo che ci si potesse fare bagno o doccia a seconda di come si preferisse fare.
L’acqua era caldissima, la biondina vi si immerse, mentre la donna le passava lentamente e in modo preciso sul corpo i balsami e gli oli profumati più pregiati che si fossero mai visti.
Li passava sul suo corpo, e la biondina era un po’ in imbarazzo, avrebbe preferito lavarsi da sola, e infatti poco dopo l’ancella le lasciò fare da sola.
L’acqua calda le bruciava un po’ le ferite ma si accorse che esse erano ormai quasi guarite, si immerse un po’ con la testa facendo delle bolle nell’acqua con le labbra.
Prese con le mani un po’ di schiuma e la osservò.
Bianchissima e lucente. Si sfregò dolcemente le mani, creando bolle di sapone sui palmi delle stesse e avvicinandosi con le labbra le faceva scoppiare.
Ripensò poi alle parole dell’ancella: pronta e preparata per stanotte….? Ma per che motivo? Non aveva capito a cosa serviva tutto ciò e…accidenti aveva promesso di tornare a casa da quella donna, dalla sua Madrina, colei che l’aveva accudita poco prima di mandarla al ballo.
Si sciacquò per bene accanto all’acqua che scendeva dalle pareti.
E non appena uscì, l’ancella le porse dei teli bianchissimi in cui potersi avvolgere e asciugare.
-vieni con me per gli indumenti scelti per te-
La biondina la seguì.
L’aiutò poi a indossare degli indumenti intimi, quasi del tutto trasparenti.
Cendrillon era molto imbarazzata –m-ma…non ce ne sono di bianchi o di un po’ meno trasparenti?- chiese timidamente.
L’ancella non le rispose, le porse solo una camicia da notte di pizzo che le arrivava alle cosce, molto scollata e con le maniche lunghe bianca con ricami rosso scarlatto molto stretta alla vita. E ai piedi delle calze di lino trasparenti molto corte e delle calzature simili a delle ciabatte per poter poi camminare senza sporcarsi i piedi.
Non che poi potesse sporcarli in quelle stanze talmente pulite, ma quelli erano gli ordini.
La pettinò per bene facendo in modo che i suoi capelli lisci e biondi rimanessero lunghi e belli.
-vieni con me ora-
Cendrillon la seguì timidamente. Aveva un po’ freddo ma non tanto.
-n-non ho un…pigiama o altro per dormire?-
La donna non le rispose.
La portò finalmente alla meta, davanti a una porta molto grande.
L’ancella bussò.
-avanti- rispose la voce suadente del Principe che era davanti alla finestra della sua camera con le braccia incrociate.
Cendrillon a disagio per essere così poco vestita non seppe cosa fare, ma ovviamente l’ancella l’aveva condotta li e come l’aveva condotta ora l’aveva lasciata chiudendosi la porta alle spalle e lasciandola in camera del Principe, da sola con lui.
Non sapendo come fare per non sentirsi a disagio si guardò timidamente intorno, notando quanto fosse bella e ben ornata quella stanza, il letto era anche come quei letti da favole e fiabe, a baldacchino, non molto grande ma…spazioso per due…e dopo questo pensiero iniziò a spaventarsi, era ovvio ciò che sarebbe successo, e ne aveva una gran paura. Non era mai stata con nessuno prima d’allora. Non aveva mai fatto l’amore o del sesso con nessuno in vita sua. Perché lui aveva scelto lei? E le sue due sorelle dov’erano? L’avrebbero lasciata in pace? Cosa doveva fare?
Preoccupata e immersa in tutti quei dubbi non si accorse che il Principe le si era avvicinato e stava davanti a lei.
Le sfiorò i capelli e la guancia.
A quel contatto leggero la ragazza ebbe fin da subito dei piccoli sussulti in tutto il corpo.
Il Principe le sorrise –allora è vero-
-c-cosa…maestà?- ammise lei non capendo.
Lui si avvicinò al suo orecchio –che è la tua prima volta…- sussurrò scandendo bene le parole molto lentamente.
La ragazza si sentì completamente in imbarazzo. Era vero.
-s-si…- rispose solo abbassando il dolce visino tutta rossa.
Il Principe aveva cambiato anch’egli abiti ed era con indosso indumenti diversi da quelli di prima, leggeri e più da notte.
Avvicinò le mani ai fianchi di Cendrillon portandosela addosso al petto lentamente.
-hai un corpicino così esile- le disse lui sorridendole notando quanto la biondina era in imbarazzo e a disagio.
Passò le sue mani lentamente sul suo corpo, sentendo il respiro irregolare di Cendrillon invaderle il corpo e l’anima così come stava recando piacere al Principe con quel suo modo impacciato di fare.
Il Principe non resistette più, la portò accanto al letto iniziando ad avvicinarsi di più al suo corpo.
Si sedettero, e lui avvicinò le labbra a quelle di Cendrillon che si lasciò andare, anche se la paura la invadeva non poteva fare altro e comunque, in parte anche a lei piaceva ciò che stava per succedere.
Piano piano dopo averla baciata solo a stampo iniziò a insinuare la sua lingua attraverso quelle labbra così rosee, mentre con la mano iniziava a sciogliere le allacciature di quella già slacciata camicia da notte mordendole deliziosamente le labbra.
Le mani passavano sul corpo della ragazza facendola gemere, e inutili erano i suoi tentativi di trattenersi, poiché il Principe pareva proprio esser nato per regalare piacere alle donne, così come loro, in teoria, ne regalavano a lui.
D’un tratto il Principe sussurrò qualcosa alla biondina che non capì portando una mano sul suo comodino proprio accanto al letto.
Egli aveva tra le mani un filo rosso, un nastro quasi.
-tu sei mia e soltanto mia ora…dovrai rendermi felice e soddisfare i miei desideri, in quanto tu sei la mia preferita-
La ragazza non capì, la sua preferita? Ma…non era l’unica quindi? Era una ma tra tante?
-ti ho scelta per questo, questo filo rosso è il simbolo del tuo sì-
Cendrillon non seppe cosa fare ma non poteva certo dire no e scappare.
Si avvicinò al suo viso e le sussurrò sensuale –rappresenta la tua completa devozione a me-
Cendrillon non riusciva a staccare gli occhi da quel suo sguardo magnetico e sensuale, e si ritrovò pochi attimi dopo con al collo quel simbolo.
-ti dona- sussurrò lui con assoluta sincerità.
Lei lo osservò per qualche attimo, rosso, rosso quanto il suo sangue per poi sfiorarlo con le dita e poi alzò nuovamente lo sguardo verso il Principe.

Il servo rimasto vigile all’uscita di tutti i presenti al gran ballo, vide una strana donna tentare di entrare e la fermò.
-cosa diavolo vuole fare-
-riprendermi ciò che mi è stato rubato e sottratto con l’inganno!-
-inganno?- le rispose il servo.
-si…so bene che quel libertino del Principe si è preso la mia Cendrillon e io la rivoglio indietro!-
Il servo pensò un attimo e poi rispose –ah…quella biondina? Non credo sarà facile da riavere le sconsiglio di fare sciocchezze, è stata scelta per essere la serva preferita del Principe- lo disse senza il minimo sentimento.
-cosa?!- urlò la donna, la Madrina di Cendrillon, -va bene…-
Detto ciò si allontanò, ma prima sussurrò parole molto velenose al servo. –non ti rode l’idea che lui vada a letto con tutte quelle là quando…sa bene cosa provi per lui? Pensaci bene; se mi ridarai Cendrillon, lui sarà di nuovo solamente tuo, sarai di nuovo il suo giocattolino preferito-
Il servo la guardò con uno sguardo strano. Poi sorrise maligno –giocattolino? Penso che l’unico giocattolino ora sia quella Cendrillon- però poi con aria seria e crudele disse –ci penserò su…addio donna-
Entrambi si allontanarono, entrambi dall’altra parte del grande cancello.
“Cendrillon, tu mi appartieni, non ti lascerò a quel Principe maledetto…aspettami!”
Si voltò guardando con odio quel castello, mentre il cielo nero ormai senza più stelle e la luna offuscata dalle nuvole davano l’idea di un luogo quasi spettrale e lugubre.

Le due sorellastre arrivate a casa si accorsero della desolazione della dimora, la maggiore disse però.
-se lui le donerà il filo rosso di cui tanto parlano, lei diverrà la sua serva preferita-
-fin qui ci sono anch’io!- ammise arrabbiata la più giovane.
-e…se dovesse sciogliere la promessa del filo rosso, toglierlo da sola, slegarlo rovinarlo tagliarlo o comunque non adempiere più alla promessa, la pena è…la morte- sorrise maligna la più grande.
-quindi basterà farle succedere qualcosa di brutto al filo quando lo avrà al collo? E la poverina purtroppo farà una brutta…bruttissima fine ahahaha-
-esatto…domani ci recheremo al castello, ora dormiamo e gustiamoci con calma la nostra vendetta, e mi raccomando, acqua in bocca-
Entrambe si diressero alle loro stanze.
La più giovane in fermento aprì un cassetto, e rovistando un po’ vi trovò un oggetto tagliente.
-eheh-
Negli occhi di entrambe ardeva la scintilla della vendetta e il folgore della gioia nel vedere la loro sorellastra Cendrillon essere condannata.

Cendrillon era semi svestita, il Principe continuava a gustarsi il suo corpo, dandole morsi e baci un po’ ovunque…divertendosi nel sentire i gemiti della biondina, così ingenua e inesperta.
-mi piaci tantissimo…la tua ingenuità mi eccita tantissimo-
la piccola tremava ma non poteva nascondere a sé stessa che le piaceva da impazzire anche a lei.
Arrivato sul punto delle sue parti più femminili di Cendrillon, iniziò cautamente ad accarezzarle e a sfiorarle con dolcezza tutto quanto passando oltre la biancheria intima. Con le dita sfiorava, e la ragazza aveva gli occhi molto lucidi e le labbra semi aperte in un gemito di forte piacere.
Quando le dita del ragazzo iniziarono a varcare la soglia del semplice sfiorare, e iniziarono a penetrare dentro di lei, la bionda Cendrillon gemette più forte, aggrappandosi in modo impacciato al Principe abbassando lo sguardo, mentre le sue guance erano rossissime per l’imbarazzo e il suo respiro era ansimante.
Lui la accarezzava, mentre la penetrava e la stringeva di più a sé quando la sentiva aggrapparsi a lui.
Sciolse anche l’ultimo nastrino della camicetta, iniziando a passare le mano e le labbra sulla parte di seno scoperta schiacciandola per sentirne la morbidezza.
Iniziò con la lingua a leccarne di nuovo la pelle candida, e a morderla.
Sollevò lo sguardo, lo scostò dal seno e tornò sul viso della biondina e la baciò di nuovo con passionalità e sensualità. Passando le mani tra i suoi biondi capelli lisci.
La ragazza d’un tratto, pur non essendosi mai trovata in situazioni simili, ebbe voglia di ricambiare quelle coccole con altrettante, ma non sapeva come si doveva fare.
In quel mentre qualcuno bussò, il Principe si sentì seccato, interrotto sul più bello.
Era nuovamente l’ancella, era l’ora di andare a coricarsi.
Cendrillon comprese che non avrebbe dormito con lui, e un po’ ci rimase male.
Il Principe le diede un’ultima carezza mordendole i lobi delle orecchie. -continueremo presto- sussurrò quasi come consolazione facendola arrossire di più avendo visto il suo sguardo un po’ triste nel dover andar via.
La ragazza poi aiutata e scortata da lui, dopo aver avuto aiuto per rimettersi i vestiti, venne portata fino alla porta.
-buonanotte- le augurò il Principe
Lei sussurrò un accennato –buonanotte-
La porta si richiuse.
L’ancella la lasciò sola poiché arrivò un’altra donna della servitù che la accompagnò attraverso i corridoi, questa a differenza dell’altra era più vivace.
-accidenti hai il filo rosso, dovevi aggiungere anche maestà dopo la buonanotte, non si fa sai?-
La sgridò quest’ultima.
-a-ah…- ammise dispiaciuta Cendrillon. –non lo sapevo-
-devi sempre dare del lei rispettoso al Principe che ti ha scelta, hai la fortuna di essere la sua preferita! E’ un onore! Ah e mi raccomando di non sciogliere mai il filo rosso, perché altrimenti farai una brutta fine-
lo disse lei sempre col sorriso sulle labbra ma in modo preoccupato.
Quello sconvolse la biondina.
-c-come?-
-sciogliere il filo, dopo averlo accettato equivale a ripudiare il Principe e quindi equivale a…morte certa! Mi raccomando non scioglierlo mai! L’unico modo è che il Principe stesso te lo faccia sciogliere ma…ciò non sarebbe bello poiché significherebbe non aver adempito al tuo dovere e alla tua promessa-
Pochi passi e –siamo arrivate, è la tua stanza, mi raccomando fa buona notte, il bagno è dentro nella stessa, buonanotte cara-
La donna la salutò chiudendole la porta.
Cendrillon ancora assorta in quei pensieri fissava nel vuoto, non accese neppure la luce.
Sfiorò le coperte del letto.
“se dovessi scioglierlo o altro…l’unico modo è che il Principe stesso lo sciolga…è un onore avere il filo rosso, un onore…un onore”
La ragazza alzò lentamente le coperte e dopo essersi coricata tentò di chiudere gli occhi e addormentarsi, eppure…non vi riuscì.
“non era questo…il mondo dei Principi che…mi raccontavano da piccola… è questo? E’ così che sono i Principi?”
La ragazza sconvolta da tutte quelle rivelazioni a poco a poco anche per la stanchezza si addormentò.
Non era certo così che da piccola aveva immaginato la sua vita amorosa.
Gli ultimi pensieri erano rivolti a casa sua, chissà se sarebbe mai tornata, però…forse era meglio di no, chissà cosa le avrebbero fatto le sue due sorellastre per vendetta. Forse era perché loro avevano detto che lei era la loro serva, allora era finita per essere la serva del Principe…anche se poco credeva avrebbe spazzato o pulito, avrebbe dovuto impegnarsi a fare cose che mai aveva fatto prima di allora in vita sua.
Da una parte le sue due sorelle e una vita piena di amarezze e rimpianti. Con la paura di essere picchiata.
Dall’altra questa strana nuova vita, dove avrebbe dovuto compiacere il Principe, e il filo rosso, altrimenti la morte era certa.
Non era così che si era immaginata la sua fiaba, non era cosi che credeva fossero le fiabe.
Tentando di non piangere finì per addormentarsi.

Davanti a un focolare.
Dentro a un letto invaso da una pioggia di stelle lucenti.
Sotto le coperte sfatte dal mattino.
Dormivano le persone di questa venerabile storia, ognuna coi propri sogni, tormentati o sereni.

Cendrillon aprì gli occhi di scatto.
Aveva sognato qualcosa, degli incubi, ma ricordava ben poco.
Bussarono alla sua porta e una fioca luce entrò.
-deve prepararsi per il mattino-
Le disse roca una voce da donna ormai anziana.
La ragazza ebbe un po’ di timore, ma annuendo la seguì.
Passo dopo passo.
Passi lenti, pesanti, riecheggiano nelle grandi sale.
Arrivando alla meta.
La ragazza si ritrovò in un’enorme salone entro cui doveva passare.
Molta gente vestita bene, donne e uomini, più o meno della sua età o anche più grandi.
Tutti la osservarono, chi in modo inquisitorio, chi in modo lussurioso.
Dov’era finita?
-vieni…- le intimò la serva.
La ragazza obbedì mantenendo il capo chino e sentendosi in completo imbarazzo, anche perché il suo vestito era rimasto lo stesso dalla notte passata.
Vide però che anche gli altri lì attorno avevano delle vesti molto provocatorie. Si accorse anche che non solo uomini e donne ma anche uomini con uomini e donne con donne si divertivano giocando in modo divertito con dei bicchieri e le proprie lingue.
Chi tentava di avvicinarsi alla fanciulla anche solo per curiosità di un corpo ancora puro e inviolato, desisteva quasi subito non appena vedeva il brillio del piccolo fiocco rosso che adornava il nudo collo della fanciulla.
Cendrillon continuò ad avere lo sguardo semi spaventato. Tremava leggermente seguendo velocemente la fioca luce della lampada ad olio che teneva in mano la serva che la condusse subito lontana da quella grande sala.
-quello che hai appena passato cara…è la stanza del lusso e dei piaceri-
La biondina rimase sorpresa nell’udire la voce della vecchia diventare un po’ più rassicurante.
Ed ella, avendo visto quanto la fanciulla era rimasta scossa le aveva svelato subito il segreto di quella stanza.
Si fermarono davanti a una porta.
La vecchia la lasciò nelle mani d’altri.
Un servo e un’altra serva l’accompagnarono tenendole ognuno una mano. In modo elegante, poiché Cendrillon teneva le mani col palmo rivolto verso il basso, segno quello della sua superiorità rispetto a coloro che tenevano le mani col palmo rivolte verso il basso. Lei non lo sapeva ovviamente, ma avendo visto che essi le avevano porso i palmi, aveva timidamente accettato l’offerta offrendone il dorso delle proprie mani.
Entrò in una grande sala.
La fecero svestire, lentamente. Restò solamente in biancheria.
L’ancella donna la lasciò un momento andando a prendere le cose per aiutarla in seguito a lavarsi vestirsi e pettinarsi.
L’uomo invece avendo colto l’occasione di solitudine le sorrise sfiorandole anche il dorso della sua candida e bianca mano.
A quel contatto Cendrillon alzò lievemente lo sguardo per poi riabbassarlo imbarazzata.
Era un uomo un po’ troppo anziano per poter essere gradito a una giovane fanciulla come lo era lei, eppure Cendrillon cercò comunque di non disdegnare quel gesto, e quando ritornò l’ancella sorrise leggermente verso l’uomo.
L’ancella, torva, guardò entrambi e portò la fanciulla verso le vasche e le docce.
Cendrillon sentì quella “sgridata muta” come un rimprovero molto forte. L’ancella le guardò il nastro rosso che portava al collo, come a ricordarsi bene dei suoi doveri.
In pochi attimi, dopo essersi sciacquata per bene, il suo corpo venne avvolto da molti tessuti di ogni colore per essere asciugata.
Venne poi condotta in un luogo dove la pettinarono per bene e le misero del colore sulle labbra e anche un po’ sulle palpebre dei suoi occhi azzurri.
Aveva indosso un vestito molto stretto che scendeva largo fino alle caviglie, molto scollato e aderente sui fianchi.
Venne portata infine in camera sua.
-da oggi, dovrai imparare come ci si comporta in un castello, avrai lezioni e seguirai ogni ordine che ti verrà imposto-
Parlava in modo serio e preciso la signora che le era arrivata nella stanza e che sarebbe stata sua insegnante.
-camminare con eleganza, il rispetto, parlare e seguire ogni ordine che vostra maestà le comanderà…-
La ragazza seguiva poco ciò che le veniva detto. Si sentiva in un incubo. Non poteva fare nulla quindi? Solo eseguire ordini?
Almeno a casa sua aveva la libertà, poteva decidere lei cosa fare e non fare, sempre dopo aver pulito tutta la casa da cima a fondo ovviamente.
-mi ascolta?-
Cendrillon venne sciolta dai suoi pensieri e come svegliata rispose –s-si-
Si scostò leggermente dei capelli da dietro le orecchie, ma subito la donna avvicinata gli e li rimise dietro per bene.
-devi avere una pettinatura che sia efficace e…ricorda sempre di sorridere, sorridi. La prima regola per una donna del tuo calibro è quella di sorridere alla fortuna e al grande onore che il Principe ti ha concesso.-
Pochi attimi dopo, tentarono di farle fare pochi passi con un libro sulla testa, ma esso cadde rovinosamente al suolo.
-no no, c’è da lavorare parecchio! Per ora lascia stare, prendi questo vassoio e portalo con me-
La donna diede in mano a Cendrillon un vassoio non molto grande con su due bicchieri colmi di succo, e due piattini in argento, con dentro fette di pane e brioches.
La piccola per l’enorme paura di far cadere il vassoio, tremava e andava lentissima.
Arrivò davanti alla stanza del Principe, come la scorsa notte.
-entra cara, busserò io ora per te, ricorda di eseguire ciò che sua maestà ti dice, rivolgiti a lui dando del voi e non osare fare nulla di avventato e…-
La ragazza per un attimo osservò nel vuoto: cosa succedeva? Era diventata un…un giocattolo? Nelle mani di un uomo? Cos’altro era sennò?
Il nastro ancora umido però la fece risvegliare da quei pensieri, si accorse che si era lavata assieme ad esso. Non poteva toglierlo nemmeno per lavarsi? Altrimenti ogni volta le rimaneva tutto bagnato addosso.
-avanti-
Cendrillon si accorse solo in quel momento che la porta venne aperta e lei impacciatamene entrò con il vassoio mentre la porta dietro di lei venne richiusa.
-buongiorno- le sorrise il Principe ancora mezzo a letto e mezzo no, sgranchendosi le braccia.
-b-buongiorno maestà- ammise lei tentando di fare un inchino ma nel mentre il vassoio le traballò e con un soffio di fortuna riuscì a non farlo cadere.
-eheh- il Principe tentò di trattenere una calda risata.
La ragazza arrossì di imbarazzo, però ammise che la risata calda di quel ragazzo, era la prima cosa in tutta quella mattina che l’aveva fatta stare bene. Dopotutto non era così male stare con lui…sempre meglio che le sue due sorellastre…no?
Lui aveva una mano sotto al mento e la osservava con quel suo sguardo magnetico
-vieni-
-s-subito…maestà-
La fanciulla si avvicinò con il vassoio ancora tra le mani, era davanti al letto del Principe.
Lui con la parte sopra di camicia mezza scoperta facendo di modo che il suo bel corpo fosse ben in vista.
Che l’avesse fatto apposta?
Forse si…
-appoggialo lì e…siediti qui con me-
Cendrillon arrossendo obbedì.
Con molta grazia e lentezza appoggiò il vassoio proprio sul comodino vicinissimo al letto e…accettando l’invito dell’uomo, si coricò nel letto afferrando la mano che egli le stava porgendo.
Anche a quel solo contatto con quel suo corpo caldo, la fanciulla si sentì mancare. Era meraviglioso. Alquanto eccitante, e il suo corpo in fermento e il suo cuore impazzito le facevano offuscare la vista.
La mano del ragazzo passò dai suoi biondi capelli fino alle sue morbide labbra.
Con l’altra avvicinava il corpo di Cendrillon addosso a lui cingendole bene a contatto con le dita il fianco esile.
-hai dormito bene?- domandò lui dolcemente.
-s-si…e…-
Lui avvicinò le labbra all’orecchio scoperto della giovane sussurrando –e…?-
I loro corpi così a contatto.
Le loro vesti erano soltanto un impiccio.
Era tutto inebriante e la ragazza si sentiva fremere ad ogni minimo accenno o gesto di quel ragazzo.
-lei…- sussurrò appena non riuscendo a guardarlo in viso. –lei…ha dormito…?-
Continuò a sussurrargli lui –no, ero troppo affamato… -
Le sue dita percorsero lungo tutto il busto della ragazza scendendo e risalendo lentamente provocandone i fremiti.
-mi hai lasciato a metà…che ingiustizia, non trovi?- ammise lui con voce falsamente imbronciata e più quasi perversa.
Annuì soltanto lei, alzando lievemente lo sguardo –farò…tutto quello che…sarà necessario per…per voi, maestà- sussurrò lei riuscendo a guardarlo negli occhi.
Fronte contro fronte, mentre le guance arrossate e il respiro ansimante e lento di Cendrillon erano chiari segnali della sua crescente eccitazione.
-lo so- sussurrò lui alle sue labbra toccandole il nastro rosso e passando le dita fino al suo morbido seno.
Si scostò solo per un breve attimo, prendendo con decisione una delle brioches sul vassoio. La leccò delicatamente e lentamente davanti agli occhi della giovane che non potè fare a meno di guardarlo e di mettersi in seguito una mano sulle labbra fremendo e socchiudendo gli occhi.
Lui la osservò fare quel gesto con la coda dell’occhio sorridendo compiaciuto. Dio quanto le piaceva.
-Cendrillon…apri la tua bocca- sussurrò lui
Lei annuendo la apri leggermente.
-brava…- rispose lui.
La ragazza ne addentò un pezzo, sporcandosi un po’ le labbra di zucchero e lasciandone cadere delle briciole sul vassoio però per non sporcare le lenzuola reali.
Si mise poi una mano sulle labbra come quasi a scusarsi della sua impacciataggine, ma il Principe più rapido le fermò la mano e avvicinandosi alle labbra della giovane le leccò con avidità e lussuria in modo molto lento, assaporandone bene la morbidezza lasciando cadere la brioches sul vassoio come un corpo senza vita.
-a-ahn…- non potè fare a meno lei di gemere compiaciuta socchiudendo quasi del tutto gli occhi.
Tenendola per un fianco e per il braccio che teneva ancora fermo lentamente la posò sotto di sé iniziando a scostarle il vestito che gli impediva di renderla sua e solo sua.
Le mani del ragazzo iniziarono nuovamente ad accarezzare e passare sopra quel corpo esile, scostando ormai quasi del tutto il vestito. Con le dita trovò di nuovo l’entrata alle zone erogenee, zone di piacere della fanciulla. Le accarezzò le sfiorò, sentendo il dolce tormento e i gemiti della bella biondina sotto di sé. Penetrò la ragazza stavolta con più di un dito, sussurrandole parole come –schh tranquilla…- mentre la fanciulla sentiva gli occhi inumidirsi per il leggero dolore che a mano a mano diveniva sempre più forte non appena le dita del ragazzo la penetravano sempre più.
Poi d’un tratto sciolse quel dolce tormento per slacciarsi lentamente i bottoni del suo vestito per la notte, facendo si che ogni minima lenta sua azione venne vista dalla biondina che stava ancora sotto di lui e tentava di respirare in modo normale, ma alquanto impossibile era per lei in quel momento.

-Cendrillon…Cendrillon…- sussurrava la donna avvolta nel suo mantello guardando con avidità il castello.
“sua madre me l’ha affidata e io l’ho lasciata andare a quel folle depravato del Principe, ma…quale cuore di madre non avrebbe esaudito il desiderio della sua figliola?”
Spalancò gli occhi alla sua stessa frase, per poi sorridere dicendo –quale madre? Io…non sono sua madre dopotutto, io sono…voglio essere…la sua ossessione, l’unica per lei, colei che la porterà lontano da questo mondo pieno di malvagità e perversione-
D’un tratto mentre i suoi occhi quasi spiritati veleggiavano dal castello al cancello del medesimo, sentì le voci delle sorellastre di Cendrillon.
Si coprì col mantello e si nascose in attesa di sapere i piani di quelle due pazze e folli megere.
Dio quanto le odiava, vederle ridere di gusto ai danni della sua Cendrillon… a causa della promessa fatta a sua madre non era potuta intervenire prima ma…ora che finalmente era giunto il suo momento avrebbe fatto in modo di salvarla e di farla pagare a quelle due arpie.
Si…lei, lo avrebbe fatto, le avrebbe uccise…con le sue stesse mani!

-oh, oh sai…oggi potremmo prendere la scusa di andarci a congratulare con lei e…zack-
ammise la più giovane con un ghigno soddisfatto. Nascose dietro di sé un oggetto, che la Madrina non fece in tempo a vedere.
La più grande delle due sorrise, con un modesto sorriso pacato ma che era palesemente folle, data l’idea malsana che le due avevano architettato.
-bene, dirigiamoci al castello- ammise poi la maggiore e assieme alla minore, chiudendo per bene la porta uscirono sul grande cortile per raggiungere il cancello e chiamare una carrozza.

Bussarono nuovamente alla porta.
Il Principe, a torso nudo sopra la fanciulla semi svestita assunse uno sguardo molto seccato.
Anche Cendrillon non capiva bene, e…con lunghi e lenti sospiri veniva lentamente trascinata su da quelle braccia forti e seducenti, addosso a quel caldo petto.
-un momento- disse egli ad alta voce, avvicinando una mano al calice col succo.
-credo tu sia assetata, bevi-
Porse il calice davanti alle labbra e al volto ancora scosso della fanciulla. La quale bevve con molta lentezza, ancora per la stanchezza di quelle “mansioni”.
Non appena lei ebbe bevuto alcuni sorsi, egli prese l’altro bicchiere e bevve con molta eleganza, guardando davanti a sé, lasciando perdere per qualche attimo la fanciulla.
“Potrò chiedergli questo…questo mio…favore?” pensò la fanciulla guardandolo.
-P-Principe…vostra maestà…- sussurrò appena avendo quasi paura di disturbarlo.
Lui si voltò e ancora con le labbra immerse nel calice la guardò, facendole cenno di continuare pure.
-i-io…em ecco…- non sapeva come dirglielo, si sentiva così impacciata e imbarazzata e...aveva paura.
Lui appoggiò il calice sul vassoio, sfiorando il corpo della fanciulla, e tornò poi a guardarla.
-essendo tu mia serva, seppur la mia preferita…non puoi stare con me quanto io voglia, purtroppo è la Regina- ammise l’ultima parola quasi con disprezzo –a dover acconsentire che io possa avere una donna nel mio letto con me, anche la notte e quanto io voglia-
La ragazza capì, e annuì, però poi chiese –Principe…io…potrei domandarle un favore?- sussurrò con voce molto dolce e quasi intimidita, cercando però di essere il più dolce e cortese possibile.
-parla…ti ascolto- le sorrise lui un po’ sorpreso, pensava infatti che lei volesse sapere come mai non poteva stare con lui come e quando egli voleva, anche perché molte volte la domanda era stata posta a lui e come ogni volta doveva spiegare la situazione. Era ancora un Principe, non era il: Re, e ciò comportava l’abbassarsi a quelle Regole che la Regina aveva imposto. Regole insignificanti e sciocche ma…pur sempre regole.
-il mio nastro rosso…è ancora un po’ bagnato…e…pensavo, col vostro permesso e se mi è possibile, quando devo bagnarmi anche i capelli, potrei scioglierlo solo per quell’istante? Lo rimetterò subito!- ammise subito velocemente la fanciulla quasi avendo timore di aver detto qualcosa di sbagliato e poi riprese subito –è che non voglio che…si bagni o si rovini…altrimenti…potrebbe rovinarsi e…io…lo devo trattare con massima cura…e…-
si sentiva in ansia.
L’ansia svanì non appena la mano calda del giovane passò dai suoi capelli fino alla sua guancia…lentamente raggiunse il collo fino a sfiorarle e toccarle il nastro.
-è una buona idea…- sussurrò lui, poi avvicinandosi a lei tenendole il nastro tra le dita, disse –si, hai il mio permesso, e anzi…mi fa molto piacere che tu lo tenga così a cuore- disse lui alla fanciulla, rivolto al nastro.
La teneva stretta e la osservava con un sorriso malizioso mentre ella si sentiva ancora in imbarazzo anche dopo tutto quello che era successo e difficilmente sosteneva il suo sguardo sensuale.
Bussarono di nuovo.
-avanti…- ammise il Principe staccando lentamente lo sguardo dalla piccola che aveva tra le braccia e rivolgendolo verso la porta.
-le sue mansioni reali maestà e…le mansioni della ragazza-
-si, si d’accordo- ammise lui con tono piatto.
Si voltò dalla parte opposta alla fanciulla e si mise a sedere sul letto con le gambe giù da esso iniziando a stiracchiarsi un po’.
La fanciulla rimasta in attesa di cosa fare venne subito raggiunta dall’insegnante che sulla soglia della porta le intimò di portarsi fuori.
La piccola con un cenno annuì e si rialzò lentamente, stava per raggiungere il vassoio per riprenderlo, ma la donna la sgridò.
-no, non tu, ci penseranno le altre serve, i tuoi compiti non sono quelli della pulizia, e ora muoviti!-
-s-si…mi scusi- ammise dispiaciuta la ragazza sentendosi a disagio e vergognandosi.
-ci vorrà molto tempo, sei un disastro- sussurrò acida la donna.
La ragazza sentì come delle piccole lame trafiggerla, dopotutto non che non fosse abituata a ricevere insulti dalle sue sorellastre, ma loro per lo meno…per lo meno…cosa? Forse aveva più libertà con loro, oppure no?
Il Principe alzatosi in piedi e rivolto verso la donna, però davanti alla sua finestra, replicò –pazienza, avrà bisogno del suo tempo anche lei per imparare tutte queste cose, no?- sorrise lui.
La ragazza arrossì e si sentì molto sollevata che almeno egli avesse dei minimi riguardi verso di lei. Iniziava a poco a poco a provare qualcosa, si scioglieva ogni qual volta stava con lui, e non solo per eseguire le sue “mansioni” e quelle del filo rosso…ma anche…altro, tante altre cose che ancora non capiva.
La signora sistemandosi un pochino gli occhiali, come quasi a non essere del tutto d’accordo con il Principe intimò alla fanciulla di muoversi.
Ella la seguì e poi la porta venne chiusa.
Ancora con un dolce sorriso sul volto, Cendrillon, incrociò lo sguardo maligno della signora e abbassò lo sguardo intimorita.
-oggi imparerai molte cose, se siamo in ritardo già da ora non imparerai un bel niente, non nutro molte speranze al riguardo anzi…- si voltò per guardarla –a essere sincera non ne nutro affatto-
-cercherò di impegnarmi più che posso- sussurrò la ragazza.
La donna la squadrò poi riprese ad aprirle la strada.
Quadri dipinti mosaici statue armature, lampadari elegantissimi, pareti e colonne pregiate e tappeti rossi ovunque per poterci camminare sopra.
Era tutto imponente, era una reggia grandissima. Ogni volta Cendrillon si stupiva di quanto tutto fosse ben fatto e ben messo.

Bussarono di nuovo.
Il Principe con un sorriso senza nemmeno guardare, allacciandosi i primi bottoni dei suoi abiti regali, disse –vieni pure…-
Dalla porta entrò il servo del Principe. Il quale senza attendere i suoi ordini si diresse verso il grande armadio davanti al letto del Principe.
-ancora stupide riunioni oggi…bah che m’importa? Non potrebbe decidere quella megera? Cosa ci faccio io là?-
Il servo rispose subito –tutti si aspettano grandi cose da lei; io per primo…-
Il Principe lo guardò, egli si avvicinò e aveva tra le mani gli abiti regali coi quali avrebbe dovuto presenziare alla riunione.
-subito dopo la cerimonia avrete un minimo di tempo libero e riceverete duchesse ambasciatori gente di alto rango e…-
-non farmi la paternale lo so già, sai bene quanto tutti quanti siano noiosi…- ammise il Principe guardando con molta ira nel vuoto quasi uno sguardo inanimato.
Il Principe prese le cose e iniziò ad essere aiutato dal servo per vestirsi.
-noiosi si…eppure ognuno di essi la rispetta quasi quanto la Regina…-
Egli si lasciò andare a una risata senza sentimenti –per forza, nessuno sa la mia vera essenza…non sanno nemmeno quella di quella stronza, e quanto quella sprovveduta si diverta alle loro spalle…-
E si diresse verso il suo letto appoggiandosi.
Il servo si avvicinò.
-l’unica, credo, che sento diversa da tutti quanti qui, è quella Cendrillon, mi sembra così impaurita…un angioletto spedito per sbaglio e per volere di satana all’inferno.- sussurrò sorridendo maligno.
Il servo si appoggiò al corpo del principe, sorridendogli maligno –se satana foste voi…l’inferno sarebbe solo il mio paradiso-
Le dita poggiavano palmo su palmo.
Il Principe sorrise e sussurrò –eppure…anche satana ha bisogno di un angelo…non può restare solo-
-la vostra vera essenza…Principe…la mostrate solo a chi vi merita davvero e fate bene…- sussurrò il servo –però…- continuò –siete sicuro che quella ragazzina possa essere un angelo? Potrebbe essere un finto angelo, una come tante dopotutto no…? State molto attento…potrebbe mostrare ali nere peggiori di quelle di una diavolessa con quei suoi modi di fare fintamente innocenti-
Il Principe riflettè un po’, poi passando una mano sulla guancia del servo disse –vedremo…voglio divertirmi, ma anche conoscerla, mi sembra così dolce e indifesa…ha bisogno di forti braccia che la accompagnino in questo regno, l’inferno-
Staccò la mano dalla guancia e si diresse verso la porta.
-ora andiamo-
il servo ancora con sguardo preoccupato e quasi leggermente adirato annuì e lo seguì.
“quella bianca visione, non la scorderò mai” Pensò il Principe ripensando alla prima volta che aveva visto Cendrillon, quella sera, mentre stava uscendo così in fretta dal ballo quasi fosse spaventata. L’aveva seguita, aveva voluto seguire una creatura vestita di bianco e pura come il colore stesso, e ora…l’aveva condotta da lui e avrebbe finito col renderla impura. “Quanto può macchiarsi di peccato? Quanto può essere corrotta una dolce fanciulla come lei?”
Fremette leggermente nell’immaginarsela di nuovo tra le sue braccia, nuda e pura come un angioletto.
Si chiusero la porta alle spalle, dirigendosi verso il grande salone nel quale avrebbero ricevuto le persone e dove avrebbe avuto luogo la riunione.

Cendrillon era stata condotta in una piccola stanza, dove quella stessa signora con una bacchetta in mano stava impartendo lezioni di camminata regale e anche di modi di fare eleganti e educati.
-cammina dritta, su con quelle spalle e la schiena!-
Picchiava con la bacchetta sulla sua stessa mano.
-no no! Così non va!-
Strinse la bacchetta tra le mani.
-m-mi spiace io…-
-lasciamo perdere, proviamo a vedere qualcos’altro, portati elegantemente al tavolo siediti e cerca di fare meno rumore possibile, siediti in maniera regale e poi prendi le posate in mano, prima la forchetta poi il coltello e…-
La fanciulla obbedì. Si sentiva molto una bambolina, una marionetta.
-oh, meglio, mi fa piacere che almeno in qualcosa noto piccoli miglioramenti, che il cielo sia lodato-
Sospirò quasi ironicamente.
La fanciulla aveva paura di fare qualsiasi cosa, anche chiedere di poter andare al bagno. Ogni qual volta che la signora picchiava con la bacchetta aveva una forte paura che l’avrebbe usata contro di lei, e ciò la faceva deconcentrare e spaventare.
“ecco perché non posso stare a dormire con il Principe, è perché…è la Regina che decide e…eppure a me sembra che egli non gradisca affatto la Regina…”
Pensò d’un tratto Cendrillon.
-si? Oh si subito, vieni cara-
Le disse la donna d’un tratto.
La fanciulla in modo interrogativo seguì un’altra donna, che la condusse verso l’esterno, in una specie di veranda dove ad attenderla vide d’un tratto:“l-le mie sorelle?!” il suo sguardo si tramutò in uno sguardo di puro terrore non appena le due riconoscendola le sorrisero con finta dolcezza.

Il servo aveva accompagnato il Principe alle sue regali mansioni, e ora si stava dirigendo verso le parti più esterne del cancello.
Vide di nuovo la stessa figura vicina al cancello, stavolta quello laterale, in attesa di entrare.
-vi dico che io conosco Cendrillon! Fatemi entrare!- urlò la donna.
-mi spiace ma solo con il permesso scritto si può accedere qui, sono costernato ma non posso farla entrare se almeno mi dicesse chi è il suo nome-
ma la donna urlò –io sono la Madrina di Cendrillon, e…sono anche sua diretta insegnante…sua madre è stata la mia unica…-
stava per continuare quando il servo del Principe raggiunse la guardia.
-lascia fare pure a me- disse
La donna avendolo riconosciuto gli fece un sorriso quasi folle –non ti sei ancora arreso vero? Eh?-
-la smetta, e torni al suo paese-
La donna strinse forte le sbarre del cancello –no…non fino a quando la mia Cendrillon rimarrà chiusa qui dentro e…non fino a quando quelle due pazze tenteranno di ucciderla…io…- alzò lo sguardo e per qualche strano sortilegio o chissà che cosa riuscì a stringere leggermente le sbarre senza però romperle o causare un danno irreparabile.
-strega…nessun umano potrebbe anche solo smuovere queste sbarre…- sussurrò il servo.
-non ho mai detto di essere del tutto sana di mente e di corpo infatti…-
-chi dovrebbe uccidere comunque la sua figlioccia?- continuò il servo.
-le sue due sorelle, anzi sorellastre-
-ah…-
-io ho promesso le ho promesso fin dalla nascita che…che l’avrei protetta e…l’avrei resa felice!- iniziò a piangere –l’ho promesso! Per favore lasciami entrare!- iniziò a piangere
-non posso- detto ciò capendo che quella donna era accecata da un amore troppo folle si diresse lontano dal cancello ignorando le sue urla disperate.
-tu dovresti sapere bene cosa vuol dire amare qualcuno che non potrai mai avere! Proprio tu che lo sai mi ignori così! Che tu sia…maledetto!!!!-
Si voltò e rivolto alla guardia disse –cacciala-
La guardia obbedì. E col fucile tentò in qualche modo di far desistere alla donna i suoi propositi.
“La uccideranno?” il servo rientrando fece un piccolo sorriso.

-s-sorelle?- sussurrò appena la fanciulla.
La donna aveva lasciato Cendrillon da sola con le sue due sorellastre e se n’era andata.
La più giovane si avvicinò.
-tranquilla, siamo qui solo per congratularci con te-
La ragazza tremò…facendo qualche passo indietro.
-è stato facile entrare, dopotutto…siamo persone importanti…grazie a te- ammise la maggiore con tono fintamente dolce.
-oh…toh guarda cosa ho qui?- ammise la più giovane tirando fuori la forbice che teneva nella borsetta.
Cendrillon spalancò gli occhi terrorizzata.
Volevano ucciderla?!
Era arrivata contro la parete, non c’era nessuno e…era sola con loro due.
-v-vi p-prego i-io…- ammise con un filo di voce quasi impercettibile, dal terrore che stava provando non aveva le forze per reagire.
La maggiore stette a guardare la scena: la minore si avvicinò a Cendrillon con la forbice, vicina al suo collo.
La ragazza con occhi terrorizzati iniziò a piangere, lacrime calde scendevano dai suoi occhi azzurri.
-sai…Cendrillon…spero tanto che…tu muoia- sussurrò la minore con allegra malignità tenendole una mano poggiata sul collo.
La fanciulla si sentì mancare il respiro dalla paura.
Si sentì solo un rumore leggerissimo.
Il nastro rosso tagliato, cadde leggermente al suolo.
La minore rimise a posto la forbice nella borsetta.
La maggiore con un sorriso fece cenno alla minore di muoversi.
-ah…Cendrillon…ovviamente, spero tu sia felice e contenta qui nel tuo regno fatato…per sempre felice e contenta…almeno…per quel poco che ora ti resta da vivere, ahahahaha-
rise crudele la maggiore seguita dalla minore.
Cendrillon rimasta a fissare davanti a sé ancora con occhi lucidi, si mise una mano davanti alle labbra mentre un attacco di nausea la pervadeva e iniziò a piangere cercando di non farsi sentire da nessuno, le lacrime caldissime scendevano senza controllo dai suoi occhi terrorizzati ancora per l’accaduto.
Non l’avevano uccisa ma…ora…sarebbe morta? Senza che fossero davvero loro le colpevoli…l’avevano mandata a morire.
Appena riprese più coscienza guardò terrorizzata il nastro, lo prese tremando tra le mani guardandolo con occhi disperati.
E in quel momento qualcuno aprì la porta che dava sulla veranda.
Cendrillon ancora terrorizzata si voltò di scatto.
Era il servo del Principe.
Lui la guardò, e vide ciò che aveva tra le mani…il nastro, rotto!
La fanciulla lo guardò –n-non…non sono stata io lo giuro!- ammise in modo disperato in ginocchio.
Il servo la guardò, indifferente, quasi senza sentimenti, poi…vagamente divertito –ah…no? E chi?-
-l-le…le mie due sorelle con una forbice e…-
Il servo la guardava, e più la guardava più si divertiva nel vederla immersa nel dolore.
Ora avrebbe potuto torturarla un po’.
-e tu…vuoi farmi credere che due donne sono venute qui con qualcosa per tagliarti il filo rosso con una forbice?- sorrise maligno e molto divertito.
Cendrillon non sapeva che fare piangeva ancora e guardava terrorizzata il nastro nelle sue mani.
-i-io…deve credermi la prego la scongiuro!- disse disperata la fanciulla, e dire che al mattino quando aveva parlato col Principe, voleva davvero prendersene cura di quel nastro che giaceva rotto spezzato tra le sue mani. Ora l’avrebbero condannata? A …morte?
Il solo pensiero la fece tremare, pianse cercando di trattenersi mentre teneva una mano sulle labbra e sul viso.
Il servo si gustò compiaciuto di quella scena, l’avrebbero uccisa quindi?
Si avvicinò e prendendole una ciocca di capelli in modo non certo dolce ma anzi molto maligno le sussurrò –che peccato…vorrà dire che…la tua piccola avventura, la tua piccola fiaba, finisce qui-
Si alzò e prendendola per un braccio la trascinò dentro.
L’insegnante lo guardò –aspetti cosa sta facendo alla fanciulla?!-
-stia fuori da questa faccenda- le sussurrò acido il servo, e trascinandola sempre per un braccio fece di modo che incontrò il Principe.
Egli era appena uscito dalla conferenza e si stava dirigendo come suo solito verso camera sua, per poi andarsene fuori e fare un giro a cavallo o anche a piedi.
Egli infatti rimase interdetto nel vedersi portare davanti alla sua stanza la fanciulla trascinata in quel modo e il servo che l’aveva condotta a forza così al suo cospetto.
-cosa diavolo…-
Il servo fece cenno di guardare il collo della fanciulla e poi tra le sue mani.
Il Principe vide il nastro…non era al collo della giovane, bensì rotto tra le sue mani.
Abbassò il capo e alzandolo con espressione seria, molto seria, quasi incuteva paura, intimò ad egli di portarla dentro.
Così fece.
L’insegnante assieme all’ancella e all’altra serva aveva seguito il servo e ben poco avevano capito.
Poi d’un tratto quella più anziana, quella che di solito non parlava mai, disse qualcosa che fece sobbalzare le altre due.
-non era…il Filo Rosso…quello che la fanciulla aveva tra le mani?-
L’insegnante sistemandosi gli occhiali affermò in ansia –n-non è possibile…non può essere!-
L’altra più giovane guardò le altre due altrettanto preoccupata e curiosa.
Cos’era successo?

La fanciulla era stata buttata a terra, davanti al Principe.
Non aveva il coraggio di levare il capo verso lo sguardo del ragazzo, aveva troppa paura. Aveva paura di morire.
-l’ho trovata di fuori in veranda, in questo stato, col nastro tra le mani…-
Il Principe la guardò per bene –Cendrillon…- poi le sorrise un po’ malizioso e maligno –sai bene cosa hai fatto…vero? Dovrò punirti…?-
La ragazza sussurrò appena –v-ve lo giuro io non…non ho fatto nulla…- tremava e ancora non riusciva a guardare verso l’alto.
-ehh così non va…sai bisognerebbe essere un po’ più…più mortificati- disse il servo accentando per bene l’ultima parola, facendo in modo che la giovane capisse che come minimo doveva prostrarsi ai piedi del Principe per supplicarne almeno il perdono.
La ragazza sussultò. –l-la prego la scongiuro…i-io avrei mantenuto i miei doveri lo giuro! M-ma le mie sorelle sono venute a trovarmi e non appena mi hanno lasciata sola con loro…mi hanno tagliato il filo augurandomi la morte…l-la prego mi creda!- alzò il volto piangendo disperata.
Il servo si avvicinò per poterle prendere il nastro dalle mani ma lei lo strinse più forte e lo avvicinò al suo petto e fece qualcosa che lasciò il Principe e il suo servo di stucco.
Diede un bacio ad entrambi i pezzi tagliati, un bacio gentile e delicato –dovete credermi…vi prego i-io…voglio davvero fare ciò che devo…- guardò nel vuoto infine lasciandosi andare, non aveva più forze.
Il Principe un po’ ripensò al sorriso sincero della fanciulla della stessa mattina. Gli pareva comunque molto strano che lei stessa avesse fatto qualcosa di simile, sapeva bene a cosa andava incontro. E poi, ricordandosi bene, quelle due le aveva sentite confabulare qualcosa proprio quando quella sera erano venute al suo cospetto per dire che Cendrillon era solo una loro serva.
Egli si avvicinò alla giovane, e sfiorandole le mani, mentre lei chiudeva gli occhi per paura di essere picchiata, prese i due pezzi del nastro.
-in effetti…guardandolo bene…è tagliato perfettamente, troppo perfettamente.- disse il Principe.
Il servo dovette dargli ragione.
Il Principe fece alzare da terra la fanciulla. –avevi con te qualcosa di appuntito o tagliente? Suppongo di no.- si rispose egli stesso da solo. Sapeva bene che alle ragazze come lei non veniva lasciato in mano nulla, niente. Soltanto i propri abiti indossati.
-un taglio fatto troppo bene per esser fatto con unghie o denti…-
La fanciulla si sentì sollevata e si sentì per qualche attimo svenire –che sollievo…-
Il Principe la prese tra le braccia prima che la piccola cadesse a terra.
Era addosso al suo petto, e tutta tremante continuava a sospirare e a tremare –lei mi crede…che sollievo…lei mi crede…maestà io…io…che sollievo, lo giuro…maestà voglio rendervi felice…-
Egli non riuscì a non intenerirsi, le diede delle lente ma brevi carezze sui suoi capelli biondi.
-dì la verità…- sussurrò al servo –tu hai visto qualcosa ma…non l’hai difesa…vero?-
Il servo lo guardò. –sapete bene che siete voi, l’unico che merita la mia protezione e il mio rispetto.-
Disse facendo un inchino.
Il Principe lo guardò, poi guardò la piccola tra le sue braccia. –hey…riprenditi, non mi vorrai mica svenire o stare male eh?- sorrise lui dandole delle carezze sulle guance.
Porse il nastro rosso, le due parti del nastro, al servo. –portalo a farlo cucire e mantieni il silenzio, domani provvederemo a richiamare qui quelle due…voglio proprio vedere- fece di modo che la piccola fosse un po’ più comoda tra le sue braccia. –cosa avranno da dirmi-.
Guardò la fanciulla poi rivolse di nuovo uno sguardo veloce al servo.
Il servo con un cenno del capo obbedì. Era ancora in collera con quella ragazza, però…sapeva che era sincera. Aveva visto infatti quelle due andarsene via tutte contente e aveva comunque intravisto qualcosa, ma voleva metterla alla prova, in più quella donna farneticante aveva visto giusto: volevano uccidere la sua figlioccia, o quella che comunque chiamava figlioccia, Cendrillon. Per il bene del suo signore non avrebbe comunque mai e poi mai difeso nessun altro alcuno, a parte lui.
Uscendo incrociò la serva l’insegnante e l’ancella guardarle ognuna con sguardo diverso e curioso allo stesso tempo. La serva anziana guardarlo con freddezza e anzianità, l’ancella con preoccupazione e curiosità, e l’insegnante con preoccupazione e molto infastidita dal fatto di essere stata lasciata all’oscuro della faccenda.
Poco dopo il Principe uscì dalla stanza con Cendrillon portata per la vita che stava appoggiata a lui, ancora molto scossa.
-portatela a mangiare qualcosa, o datele qualcosa per riprendersi, credo stia poco bene-
-ai suoi ordini maestà- dissero in coro le tre con un inchino.
La lasciò nelle mani di quelle donne e lui si allontanò diretto verso una meta non bene definita.
Nella sua testa ripensò alle scene appena passate, soprattutto quella del bacio delicato della fanciulla…teneva così tanto a cuore quel nastro…o solo la sua vita? Eppure non le sembrava una ragazza così stupida, tutt’altro…anzi…forse, era troppo ingenua. Troppo fragile. Era forse la prima volta che aveva a che fare con una creatura così.

Cendrillon, ripresasi un po’, seduta sul letto di camera sua.
Fuori la voce ormai era sparsa a causa delle chiacchiere che la serva più giovane si era lasciata sfuggire.
-ma davvero? Come ha fatto?-
-si si, e ora?-
-accidenti che stupida che è stata-
-la uccideranno, non ci sono storie che tengano-
-ma l’avete sentito che il Principe non ha ancora deciso?-
-ma per quale motivo?-
-non si sa…-
Molte voci parlavano sulla presunta “ribellione” di Cendrillon e il fatto di aver rotto lei il nastro.
L’insegnante guardandosi in giro non approvava affatto quelle voci. Per quanto ne dicesse lei non era possibile che una fanciulla come quella arrivasse a fare un gesto tanto stupido quanto sconsiderato.
-tante chiacchiere e non sanno neppure i fatti…lingue lunghe che non sono altro!-
-la ringrazio- sussurrò gentilmente Cendrillon.
L’insegnante la guardò. -non ringraziarmi…- ammise in tono piatto.
-e…invece sì…so che…che lei è severa e lo fa per aiutarmi e spronarmi a migliorare anche se sono un disastro…e…grazie, per…per avermi difesa-
sorrise dolce Cendrillon.
L’insegnante stava per replicare, ma appena vide gli occhi lucidi della fanciulla riempirsi di lacrime, evitò del tutto di continuare a parlarne. Le sembrava talmente fragile che si sarebbe potuta spezzare con un solo alito di vento.
-non c’è di che…- sussurrò l’insegnante.
Era davvero una ragazza alquanto…diversa. Diversa nella sua normalità, così delicata indifesa e anche gentile e graziosa. Pur non essendo nata in una famiglia nobile o reale. Diversa da tutti loro cresciuti in quei luoghi così rispettosi e pieni di regole. L’insegnante decise di lasciar perdere quei pensieri.
La fanciulla rimase un po’ in tranquillità e pace nella sua stanza, le portarono anche qualcosa da mangiare e da bere.
La sera arrivò presto.
Cendrillon era ancora immersa nei suoi pensieri, guardando fuori dalla finestra così ampia e spaziosa della sua stanza. Il sole tramontava e le nuvole si tingevano dal rosso al rosa fino a sfiorare sfumature dal violetto al colore dell’azzurro per concludersi in un blu, blu notte.

-ma tu guarda chi c’è qui…-
-salve, Regina- ammise con un sorriso forzato il Principe.
-mi sorprende che tu sia in giro tranquillo, sbaglio o…la tua preferita non è più tanto preferita?- ammise la donna seduta sul trono, mentre lì accanto una serva le sistemava le unghie e l’altra le metteva lo smalto.
“in questo luogo tutti parlano tanto per niente…” pensò il Principe.
-si…ma vedete, io so già che lei non ha tradito la mia fiducia, e domani metteremo tutto alla prova, sappiamo già chi è il vero colpevole. Vedete…a differenza di voi io, le cose le so, non me le faccio venire a dire.-
La regina fece una smorfia arrabbiandosi, però poi con un cenno allontanò le due serve da lei e si alzò con eleganza avvicinandosi al Principe.
-sai…non è che le cose me le vengono a dire…sono io che mi informo, proprio come fai tu…- si avvicinò al figlio sussurrando, e accarezzandone una guancia.
Lei lo guardava maliziosa, lui la osservava con finta malizia.
-Regina…o per meglio dire…madre, non riuscirete a farmi divenire vostro giocattolino…-
Scostò la mano della madre e guardandola dalla sua altezza più alta di poco rispetto a quella della madre sussurrò –ricordatevi che io non sono mio padre…- sussurrò maligno. Poi si allontanò.
La donna lo guardò. “Il detto dice, tale padre tale figlio…” –ahn…- gemette leggermente guardandolo allontanarsi per poi fare un sorrisetto.

Le due sorellastre tornarono a casa tranquille e sicure di aver agito senza lasciar traccia.

Davanti al cancello una figura intanto si avvicinò ad un’altra incappucciata.
-avevo o non avevo ragione?-
-si…aveva ragione-
-e sbaglio o tu ne stai pagando le conseguenze? Dà retta a me…ridammi Cendrillon, e tu potrai riavere il Principe solo per te-
Il servo era appoggiato al cancello di spalle, così come lo era quella donna ma dall’altro lato del cancello. Sarebbero stati schiena contro schiena se solo non ci fosse stato il cancello di mezzo.
-credo che lui si stia affezionando davvero a quella fanciulla…- disse il servo serio.
-lui? Si divertirà e basta…-ammise con tono canzonatorio e ironico
-non lo conosci- la zittì il servo.
-però…conosco sua madre, e…se è come lei…-
-lui non è come lei!- la zittì di nuovo il servo in modo severo e quasi invaso dalla collera, come se la donna avesse appena detto un’eresia.
Si allontanò di nuovo da lei. Si diresse come suo solito ad accompagnare il Principe al suo bagno caldo serale.
-così a causa di questo intoppo non ho potuto fare quasi niente di ciò che era fissato per oggi, va tutto a domani…- sussurrò il Principe.
-voi pensate quindi che la fanciulla è sincera? Dice la verità?-
Il Principe gli lanciò un’occhiata –tsè…secondo te?- lo disse come quasi a dire: è ovvio che è innocente.
-è una ragazza strana…troppo strana-
Il Principe si sciolse dai suoi vestiti, rimanendo seminudo, voltandosi lentamente verso il servo che lo fissava cercando di non cedere alla tentazione.
-è la sua stranezza che la rende così…bella…e non dimenticare che è una Vergine, ancora intoccata- si guardò le mani –a parte me…nessuno l’avrà mai-
Poi entrò nell’acqua caldissima dopo aver tolto anche gli ultimi indumenti. –il filo è già stato cucito e riportato nelle mie stanze?-
-si maestà- rispose il servo.
-bene…-
Il Principe quindi ottenuta la risposta positiva si lasciò andare tranquillo al rumore dell’acqua caldissima, che lo rilassava.
Il suo corpo così bello e perfetto bagnato e i suoi capelli che si scompigliavano in modo incontrollato all’acqua che forte e potente cadeva vigorosa sul suo corpo.
“quanto vorrei fare il bagno con voi…”fu l’ultimo pensiero del servo prima di andarsene.

(>____< io lo voglio fare con luiiiiiiiiiii sei sempre il mio rivale in tutto tuuuu >OOOOOO< voglio fare bagno letto ecc ecc econ Tobi amore lovelove ;_;!!!!!!!!!!!nd autrice che non resisteva più alla scena shounen-ai)

Cendrillon stava facendo il bagno anch’ella dopo aver anche lavato i denti come dopo ogni pasto.
Rimase immersa nel tepore di quell’acqua confortevole per molto tempo.
Quando uscì rincontrò di nuovo lo sguardo quasi supplicante di quel servo, che l’ultima volta aveva voluto sfiorare il dorso della mano della ragazza e che notandola senza nastro aveva appoggiato la mano del tutto lentamente su quella della fanciulla.
Non sapeva che fare, non poteva farci nulla…che poteva fare lei?
Lo guardò amaramente e voltò lo sguardo scostando la mano.
Quando fu pronta e vestita, pettinata a dovere, non dovette passare per nessuna stanza strana.
Non questa volta, poiché come l’insegnante aveva ordinato all’ancella, prima che essa la portasse via per lavarla, le aveva raccomandato di non passare per nessuna stanza.
“altrimenti…potrebbe finire nei guai, sai bene che si passa vicino alla stanza dei servi e delle persone della corte molto più…sai anche tu che quelle persone sono senza pudore, se la vedessero senza il nastro poi figuriamoci…non voglio nemmeno lontanamente immaginarmelo”
Cendrillon sorrise timidamente, le faceva piacere tutte quelle premure che stavano prendendo per lei.
Anche se forse non erano persone che le volessero poi così bene, un po’…almeno un po’…ci tenevano a lei…o no?
-vieni con me- la condusse l’ancella poi.
La strada fu un po’ più lunga.
-quell’uomo dovrebbe smetterla di provarci con voi però…eh- ammise in modo serio.
Cendrillon la guardò annuendo ma non capì bene. –credo proprio che dovremo chiedere ad altri di aiutarla a fare il bagno, ne parlerò io con le altre-
Cendrillon la lasciò fare, non voleva intromettersi in cose che non la riguardavano.
Arrivò davanti alla stanza del Principe.
-vai…- la spinse dolcemente l’ancella essendo la porta già aperta.
La ragazza vi entrò.
Non lo vide subito.
Stavolta lei era vestita con una camicetta da notte molto trasparente ma anche con toni di un bianco molto acceso, essa era larga e scendeva dolcemente sui suoi fianchi.
Non voleva fare la curiosa, anche perché si ricordò della scena avvenuta lì davanti a quel letto, dove aveva pregato loro di crederla.
Si avvicinò all’enorme finestra che dava su di un balcone grandissimo. Volle solo avvicinarsi, non toccò nulla, sfiorò solamente per un istante le tende, così vellutate e perfette.
Solo pochi attimi, pochissimi attimi dopo, sentì una mano sfiorarle i suoi capelli.
Si voltò lentamente.
-sei già qui?- sorrise il Principe mentre con un piccolo asciugamano si asciugava ancora un po’ i capelli.
-s-si…mi spiace se sono in anticipo…- abbassò il viso, per poi rialzarlo lentamente e perdersi in quel meraviglioso dolce sguardo.
-sono io che sono in ritardo- le prese dolcemente una mano e le diede un bacio avvicinandola a sé.
Ora che la sentiva di nuovo tra le sue braccia volle accarezzarle la schiena lentamente. Molto lentamente.
Lei aveva le mani appoggiate sul suo torace. Volle solo per un istante fare qualcosa di più dolce, lasciandosi andare sciolse le sue braccia in modo che potesse cingere la schiena del ragazzo e sentirlo più vicino a sé.
Cosa che gradì molto anch’egli.
-m-mi spiace ancora per…-
Lui non le lasciò continuare la frase, e la baciò di nuovo passionale. Mentre invadeva la bocca della ragazza e lei si lasciava invadere iniziando solo per quel primo contatto a sentirsi lo stomaco in fiamme e il suo corpo gemere piacevolmente. Il cuore come in ogni momento andava talmente veloce che i battiti erano impossibili da contare.
Egli le rispose non appena le loro labbra furono abbastanza lontane giusto il necessario per parlare –non preoccuparti… -
Le accarezzò lentamente una guancia.
-però…mi sento come se mi mancasse qualcosa…senza quel fiocco…- sussurrò lei in imbarazzo, anche perché…cosa stava dicendo? Si sentiva mancare solo perché non aveva più quel fiocco che era il simbolo del suo esser schiava di quel ragazzo? Era pazza? Forse si…forse…stava semplicemente diventando pazza…di lui.
Lui le sorrise baciandole nuovamente la mano. –vieni con me-
Prendendola per mano la portò seduta sul suo letto.
-chiudi gli occhi- le sussurrò lui ad un orecchio.
Lei annuendo e arrossendo socchiuse poco a poco gli occhi fino a chiuderli del tutto.
Lo sentì allontanarsi per poi riavvicinarsi quasi subito.
Sentì le sue mani sfiorarle e toccarle il nudo collo.
-posso…?- sussurrò debolmente lei quando non sentì più le sue mani muoversi ma percepiva qualcosa annodato sul suo collo.
Lui le sussurrò ad un orecchio –certo che si…-
Lei lentamente aprì gli occhi, e…si ritrovò nuovamente al collo quel filo, vide che vi era una cucitura quasi invisibile li dove era stato tagliato.
Sorrise sinceramente felice e lo toccò dolcemente con la sua mano sinistra.
Alzò poi lo sguardo sorridendo, incrociando però gli occhi seri e penetranti del Principe.
Lei abbassò solo un po’ gli occhi rimasta molto colpita e dolcemente arrossita da quello sguardo.
Lui le prese la mano con la quale aveva toccato il nastro, e le prese anche l’altra, e la fece sdraiare.
Iniziò a darle dei lenti e passionali baci sul collo, liberandola molto facilmente dalla camicia da notte, e anch’egli dopo aver lasciato l’asciugamano sul comodino, incominciò a slacciarsi gli indumenti, per la prima volta sia lui che lei rimasero con indosso soltanto le cose più intime…solo le ultimissime cose intime che impedivano loro di completarsi.
Passò le sue labbra dal suo collo, fino alla spalla per poi scendere e accarezzare e succhiare e mordere il suo seno, con le labbra e la lingua iniziò poi a sentire la sua pelle fremere, sempre più sempre più. Mentre ella non desiderava altro che diventare sua e solo sua, e i suoi gemiti divenivano sempre più lunghi e lenti sospiri di piacere.
Con le sue labbra poteva percepire tutta la pelle della ragazza che era in fermento, la baciava e a volte passava solo lentamente le labbra su di essa solo per poterne sentire i fremiti eccitati.
D’un tratto non appena lui si alzò lievemente per poterla ammirare ancora un lieve istante sotto di sé, lei si sollevò avendo paura che lui potesse andarsene e lo baciò lei di scatto appoggiandone le mani sulle sue guance, per poi arrossire quasi mortificata.
Ma ad egli questo piacque eccome.
-M-mi scusi maestà…i-io-
Lo guardava come sempre dal basso verso l’alto poiché lei doveva alzare lo sguardo essendo un po’ più bassa del Principe, e questo le dava ancora più un aspetto da fanciulla dolce e ingenua che lo faceva impazzire.
Lui le sorrise un po’ malizioso, mentre lei lo abbracciava e sentiva i loro toraci così diversi ma così simili, appoggiati l’uno all’altro, e questo portò entrambi ad eccitarsi molto di più.
La mano di lui invece era immersa in quella chioma bionda. L’altra le accarezzava la schiena scendendo sempre più giù.
E non resistendo più la poggiò con la forza sotto di sé mentre la baciava con impeto sentendo la sua lingua invadere la bocca della fanciulla che ricambiava dolcemente. Le tenne ferme le mani mentre sentiva che ormai entrambi non ce l’avrebbero più fatta e passava le sue mani sulla parte genitale della donna.
“se anche venisse qualcuno ora…non risponderei di me” pensò il ragazzo.
-a-ahn…m-maestà- sussurrò affannando la piccola, mentre si stringeva di più a lui cercandone il corpo.
Lui le sussurrò –voglio averti ora, adesso, subito-
-a-anch’io lo voglio….maestà- ammise lei in un gemito.
Passò di nuovo le dita nella zona genitale della fanciulla, penetrandola con le dita, una…due…tre volte, fino a togliere del tutto l’ultima parte di intimo che la copriva.
La fanciulla si morse le labbra per il piacere che lui le stava donando, e che anche lei gli stava donando coi suoi modi di fare.
Stava per succedere tutto in un momento quando…
Bussarono.
Il Principe si fermò. Strinse forte tra le sue mani le lenzuola che stavano sotto la fanciulla che era sotto di lui.
-no…no…dannazione- sussurrò egli in modo molto arrabbiato.
La piccola anch’ella non comprese. Era già l’ora di andarsene a dormire? Proprio adesso?
-v-vostra maestà…- sussurrò la fanciulla.
Lui con modi di fare parecchio arrabbiati, la portò su da sotto di sé.
La fanciulla un pochino si spaventò per i suoi modi di fare così veloci e quasi colmi di collera e poco delicati.
-avanti…- disse in tono che lasciava trasparire molto del suo sentimento di rabbia.
L’ancella sulla porta entrò sulla soglia senza varcarla del tutto. Difatti non era permesso loro di passare oltre, a meno che non dovessero pulire la stanza.
-la Regina ha dato ordini di accorciare il tempo passato con la fanciulla fino a quando non si saprà la verità sulla sua innocenza-
Lei era coperta solo dal lenzuolo che copriva ella e il Principe.
Il Principe non guardò nemmeno la fanciulla, con un cenno fece di modo che l’ancella comprese che doveva attendere solo che si rivestisse e la seguisse.
Cendrillon sentendosi come il cuore trafitto si rivestì, e volendo donare almeno un ultimo sorriso al Principe tentò di essere dolce comunque, ma egli troppo invaso per l’odio che la Regina gli stava procurando la aiutò in malo modo ad alzarsi non degnandola di alcuno sguardo, troppo immerso nella rabbia e nei suoi pensieri.
Cendrillon sentì il suo cuore spezzarsi. Sentiva che avrebbe pianto da un momento all’altro, e dopo essersi alzata e vestita in fretta, col volto chinato, fece un lieve inchino per poi allontanarsi.
L’ancella le porse una mano.
La ragazza la accettò e assieme uscirono da quella stanza.
-mi spiace…- sussurrò l’ancella alla piccola, scorgendone i suoi occhi umidi e ormai colmi di lacrime.
Cendrillon venne portata in fretta nella sua stanza.
E una volta che fu coricata, non riuscì a prendere sonno.
Ripensò a tutto ciò che era accaduto, non si dava pace per non aver fatto fino alla fine l’amore col Principe, e che in ultimo a causa degli ordini della Regina, e a causa sua e delle sue sorelle…tutto stava finendo così. Ci era rimasta così male ad essere trattata così freddamente dal Principe.
Non riuscendo ad addormentarsi, si accovacciò sotto le lenzuola e si coprì fino agli occhi lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.
“perché non mi va bene nulla di tutto quello che faccio?”
I fremiti ancora che invadevano il suo corpo ripensando a prima che bussassero alla porta del Principe però non la lasciavano dormire, era ancora troppo eccitata e il suo corpo sentiva la mancanza del calore di quel ragazzo.

Il Principe ancora mezzo nudo continuava a fissare davanti a sé e ripensò ancora a ciò che era successo.
“maledetta stronza…” pensò rivolgendosi alla Regina. Il pensiero che a causa sua non aveva concluso ciò che stava facendo lo stava facendo impazzire, ma tentò di controllarsi e infatti riusciva a stare sotto controllo.
Voltò lo sguardo verso la porta dove Cendrillon si era diretta uscendo, molto mortificata.
Non aveva alcun senso di colpa per averla trattata così, anche perché per il momento disobbedire alla Regina l’avrebbe messa solo di più nei guai.
-te la farò pagare…- sussurrò a sé stesso.

-ci troviamo qui, domani mattina presto, potrai entrare e testimoniare a favore della tua figlioccia.-
-oh…che gentilezza…poi potrò portarmela via con me giusto?-
Il servo la guardò senza alcun sentimento. –questo lo deciderà soltanto il Principe, e la Regina-
-tanto io non ho alcun posto dove andare, voglio solo vendicarmi, voglio che quelle due soffrano, soffrano tanto…tantissimo-
La Madrina ancora incappucciata sciolse il cappuccio di dosso non appena sentì le gocce di pioggia scendere dall’alto.
Il servo si ritirò, non aveva alcuna intenzione di restare con quella pazza sotto la pioggia.
La Madrina invece rimase sotto la pioggia per molto tempo. Quando il servo si voltò entrando nel castello, vide che ella era ancora là…oltre il cancello laterale del palazzo.
Che avesse piantato una tenda lì? Alla fine era sempre lì, non aveva proprio alcun posto dove andare? Possibile che fosse così ossessionata da quella ragazza?

Il temporale non cessò per tutta la notte.
Ognuno coi suoi pensieri aveva preso sonno chi prima chi dopo.
Gocce lampi tuoni, fulmini. Sembrava che anche il cielo si stesse scatenando.

Al mattino, tutto fu pronto e preparato.
A casa delle due sorellastre arrivò una guardia.
-chi…cosa?-
-cosa vuole?-
-siete state convocate da vostra altezza illustre, dovete presenziare ad una condanna-
Le due intuendo che forse era quella di Cendrillon, e non certo la loro. Si prepararono in tutta fretta, sicurissime di non avere nulla da nascondere e che tutto sarebbe filato liscio.
Vennero quindi condotte in carrozza fino al palazzo.

-entrate pure…ma vi avverto, fate qualcosa di avventato, e…-
-state tranquillo, non sono certo tanto sciocca-
La Madrina sorrise soddisfatta, abbassò il capo e entrò a grandi passi sfilandosi il cappuccio, entrando finalmente varcando la soglia di quel maledetto cancello.
Togliendosi finalmente di dosso quel mantello e rivelando un po’ di più la sua vera figura.
Il servo assieme ad una guardia l’accompagnò all’ingresso.

La sala entro la quale si sarebbe tenuta l’udienza era piuttosto nascosta.
La gente del castello non amava far le cose troppo in vista.

La Regina entrò nella sala scortata da due serve e due servi, mentre il Principe entrò assieme al suo servo, accanto ad ella.
Lei lo guardò sorridente e radiosa, come un sorriso d’angelo che nascondeva il vero volto da demonio. Lui la guardava senza alcuna espressione.

Cendrillon fu svegliata subito al mattino, non aveva una bella cera.
Pallidissima e ancora tremante, fu subito fatta lavare in acqua calda del suo bagno e vestita, con vestiti non scollati. Bustino molto stretto, e un vestito maniche lunghe per nulla aperto sul collo.
Alle caviglie delle calze lunghe e scarpe con un leggero tacco, tutto di colore molto scuro.
Con la scusa che non stava molto bene non le venne in mente di chiedere subito il perché di quella sveglia così mattutina.
-oggi c’è l’udienza…-
Fu in quel momento che Cendrillon tremò.
-l-l’udienza?-
Mentre la serva le spazzolava i capelli le disse –si, quella sul decidere chi è che ha rotto il nastro rosso e con esso l’aver ripudiato il Principe-
Ebbe un tuffo al cuore la ragazza, cercò di non stare in ansia, ma non appena uscì dalla stanza si sentiva tremare e spaventata più che mai venne condotta nella sala dove avrebbe avuto luogo l’udienza.
Aveva paura anche perché pensava che il Principe non avesse minimamente a cuore la sua sorte, ne aveva paura, dopo la freddezza della sera scorsa.

Nello stesso momento anche le due sorellastre stavano per varcarne la soglia.
Dall’altra parte, una figura di donna dai capelli azzurrini e un sorriso poco rassicurante, anche se in teoria doveva essere dolce, stava entrando anch’ella solo dalla parte opposta alla loro.

Il giudice in alto alla sala diede inizio all’udienza non appena tutti furono entrati.
-prego tutti quanti di sedersi, si dia inizio alla sentenza-
Detto ciò batte col martelletto sul bancone che aveva davanti a sé.

Cendrillon entrò, accompagnata solo dalla sua insegnante.
“mamma…papà…aiutatemi, vi prego!” Pensò disperata la fanciulla.
Lei era seduta al centro, sulla sinistra lontane vi erano le due sorellastre che la guardarono incuriosite non capendo come mai avesse indosso ancora il nastro rosso.
Alla sua destra altrettanto lontano c’era la sua Madrina, che però ricordava diversamente, e infatti non l’aveva subito riconosciuta.
Tremava, non riusciva a stare tranquilla e teneva il volto abbassato.
Impaurita e sola. Sola in mezzo a tutti quegli sguardi, inquisitori, accusatori…

La voce del giudice si levò per tutta l’aula. Sentenzioria e accusatoria; Cendrillon poco capiva di ciò che stava succedendo, in ansia com’era.

La regina dall’alto posò lo sguardo sulla preferita di suo figlio. “Ha davvero buon gusto…come sempre del resto.”
-però…non mi avevi detto fosse così…la tua, preferita- sussurrò la Regina al Principe non appena ne ebbe l’occasione.
Egli era assorto nei suoi pensieri, e a quella frase sorrise malignamente verso la Regina. Senza dire o fare altro. Poi tornò a concentrarsi sulla situazione, mettendosi le due mani sotto al mento e voltando lentamente lo sguardo, verso Cendrillon, poi verso le due sue sorelle, e infine verso quella strana donna dagli atteggiamenti così signorili e anche molto sicuri di sé.
Il servo lì a fianco del Principe fece notare che la donna alla destra, per loro però era sinistra, altri non era che la Madrina di Cendrillon, o per lo meno, lei diceva di esserlo e raccontò ad egli anche altre cose interessanti su quello che affermava e su quello che provava verso la fanciulla.
Il Principe ascoltò le parole del servo, e infine fece un piccolo sorriso, guardando con la coda dell’occhio la Madrina.

Dopo che il giudice ebbe parlato disse –siamo qui per testimoniare l’oltraggio al filo rosso, simbolo della dinastia reale e che si assegna soltanto a persone alle quali si raccomanda la devozione alla famiglia reale. Però questo filo è stato distrutto e…il colpevole non sappiamo ancora chi sia. Chiamiamo dunque a testimoniare le due sorelle signorine Hanginton, prego a voi la parola-

Le due, la più giovane per prima, iniziarono a parlare del fatto di come avessero sempre trattato bene Cendrillon, e che erano venute per congratularsi con lei, dopo di che loro non avevano visto ne sentito altro. Si dichiaravano completamente all’oscuro della faccenda e anzi la maggiore canzonò il giudice dicendo –noi pensavamo infatti di essere qui…per assistere alla giusta- guardò Cendrillon con un sorriso mentre disse quella parola –fine che una persona merita quando oltraggia la famiglia reale-
Cendrillon tremò, l’insegnante, l’unica vicino a lei fisicamente, le lanciò un’occhiata un po’ preoccupata.
-ora…la parola quindi a Cendrillon-
La ragazza però non riusciva nemmeno ad alzarsi dalla propria sedia quanto si sentiva in ansia, aveva paura, paura di morire. Aveva gli occhi appannati e offuscati dalle lacrime.
-bhe…certo che, ne avete di coraggio voi- d’un tratto parlò la fata Madrina rivolta alle due sorellastre.
Tutti si voltarono verso la Madrina.
-che diavolo vuoi e chi sei tu?!-
-ahahah ti importa qualcosa forse? Io sono qui perché…so bene la verità, care le mie assassine- sorrise in un modo perverso e soddisfatto.
Cendrillon non capiva, guardò timidamente la fata Madrina, la quale le lanciò un sorriso dolcissimo, poi rivolta al giudice disse –vostro onore io sono qui in difesa della mia adorata e innocente Cendrillon-
Il giudice la lasciò parlare quindi.
La sorella più giovane urlò –assassina sei tu! Come osi?!-
-oh, ma vogliamo proprio dirla tutta la verità? Prima di tutto, direi che la vostra prima bugia è quella di aver detto di aver sempre trattato bene la cui presente fanciulla…quando se io chiedessi anche alle vostre maestà questa cosa, se la fanciulla si togliesse gli abiti, vi trovereste dei graffi e delle ferite. E’ strano che una ragazza della sua età ne abbia così tante e in così tante parti del corpo…non trovate?- sorrise maligna la Madrina.
In effetti anche il Principe aveva notato che il suo corpo aveva tracce di piccole ferite, ma pensò che fossero normali per una ragazza che aveva fatto la serva in una famiglia.
-Principe, chiediamo quindi invece la vostra opinione- disse il giudice.
La Regina lo guardò.
Egli si alzò, il servo lo guardò, e si diresse in modo elegante verso il posto dove stava anche il giudice, seduto quindi più vicino agli imputati.
-tu farnetichi! E poi dicci chi diavolo sei!- la più giovane ormai stava perdendo il controllo.
-silenzio!- battè il giudice col martelletto. –ascoltiamo cosa ha da dire il Principe nostro illustre-
Egli con voce seria e penetrante disse soltanto –l’unica cosa che ho da dire è…perché, qualcuno- si alzò e si diresse davanti a tutti quanti -qualcuno dovrebbe farmi una cosa del genere? Ripudiare la mia fiducia?-
Si avvicinò a Cendrillon. –racconta la tua versione dei fatti Cendrillon, non tralasciare nulla.-
Quelle parole confortanti seppur serie del Principe la aiutarono molto.
Fece un lento sospiro e disse solo. –le mie due sorelle…-
-sta mentendo!- urlò la più giovane.
-ma se non ha ancora iniziato a parlare…stupida!- urlò la Madrina.
Il giudice le fece zittire.
-continua pure- le sussurrò il Principe.
D’un tratto la voce della Regina. –alzati pure in piedi, cara, non stare lì seduta come se ti stessimo mandando a morte certa- le sorrise la Regina.
Quelle parole la fecero un po’ tremare ma la fanciulla riprese. –erano venute da me…la scorsa mattina, io…avevo paura che mi volessero fare del male- aveva una voce molto tremante quasi avesse paura che potessero ucciderla in quel momento. –con una cosa tagliente e…quando hanno tentato di farmi credere che mi avrebbero uccisa, mentre mi volevano anche strozzare, in realtà mi hanno tagliato il nastro…augurandomi la morte…-
-dov’eri in quel momento quando ciò è accaduto?- le chiese il giudice.
-nella veranda dell’ala est…subito dopo aver avuto lezioni obbligatorie con la mia insegnante…-ammise in modo timido.
Le due sorellastre urlarono –bugiarda! Eravamo venute solo a congratularci con te! Tu hai preso la forbice e hai tagliato il nastro davanti ai nostri occhi!-
-un momento un momento…scusatemi…- il Principe si avvicinò a loro e con sguardo malizioso sussurrò –quando mai la fanciulla ha parlato di una forbice?-
entrambe si zittirono.
La fata Madrina rise di gusto.
Il giudice disse all’insegnante se era vero che era con lei per le lezioni obbligatorie.
-si infatti era con me, stavamo facendo pratica di come comportarsi educatamente a tavola, solo che poi è venuta una serva a dirci che qualcuno era venuto a fare visita alla fanciulla per congratularsi con lei…e-
-può bastare, grazie- ammise il giudice.
-bhe…direi che è fin troppo ovvio ora chi è il vero colpevole o sbaglio?- sussurrò la fata Madrina sicura e convinta di sé.
Le due sorellastre guardarono con terrore tutti quanti e anche il giudice.
-bhe a quanto sembra…il colpevole è stato trovato e quindi, che le due sorelle vengano condotte via-
-no! Lasciateci!!!- urlarono le due.
Mentre le portarono lontano, le due guardarono supplicanti Cendrillon, lei non seppe che fare.
-aiutaci…- sussurrò la maggiore.
Lei le guardò spaventata e angosciata e non sapendo che fare abbassò il volto.
-cosa volete che faccia scusate, dopo tutto il male che le avete fatto…avete un bel coraggio! Brutte stronze…- si avvicinò la fata Madrina volendole picchiare come minimo.
-ferma ferma!- le urlò la guardia tentando di fermarla ma quella buttò a terra la guardia.
Molte altre le si avvicinarono per fermarla.
-e ora che quelle due stanno per pagare per i loro peccati...ridatemi ciò che mi appartiene…- sussurrò con voce invasa dalla collera.
-oddio sta farneticando pure questa…- dissero le guardie.
Le due sorelle urlarono –ce la pagherai cara Cendrillon!!! Che tu sia maled-
Ma non finirono la frase poiché la Madrina riuscì ad avvicinarsi alla più giovane e ad andarle addosso prendendola per il colletto.
-cosa stavi per dire?!-
-a-aiuto soffoco…- sussurrò quella spaventata.
-fermate quella donna!- urlò il giudice.
Molte guardie riuscirono a tenere a bada la Madrina, che continuava a guardare con odio le due donne che vennero portate via.
Cendrillon guardava spaventata la scena non sapendo cosa fare.
-la seduta è prosciolta quindi, potete andare-
La fanciulla accompagnata dall’insegnante venne condotta all’uscita.
-Cendrillon!!! Aspetta!!!- la voce disperata della Madrina la fermò.
La fanciulla si voltò.
E il suo sguardo spaventato e triste incrociò quello altrettanto disperato della Madrina, però…il Principe si avvicinò a Cendrillon, e posandole una mano su di un fianco le sussurrò dolce –andiamo, vieni…-
-s-si…- sussurrò lei dovendo obbedire e voltando con tristezza il volto.
La portò fuori dall’aula, mentre non appena la fanciulla varcò la soglia, il Principe si voltò sorridendo in modo molto strano e provocatorio alla Madrina, per poi uscire anch’egli.
La Madrina spalancò gli occhi e digrignando i denti sussurrò parole e parole fino ad urlare –ridammela!!!!-
La Regina si leccò le labbra soddisfatta a quella scena –quello si che è…mio figlio- sussurrò sorridendo.
Il servo seguì il Principe.
La Regina prima di uscire anch’ella disse alla Madrina –credo che se voleva riavere indietro la fanciulla…la risposta negativa mi è parsa molto ovvia, eheh, arrivederci-
Detto ciò anch’ella uscì. “ Devo proprio ammettere che ci sarà da divertirsi con quella fanciulla eh si…ora capisco perché il mio figliolo la teneva così tanto a cuore…devo proprio ammettere che…” pensò la Regina rivolta a Cendrillon non concludendo il suo pensiero.

Portarono fuori la Madrina fino alle soglie del cancello.
-non mi darò pace finchè non la riavrò…- sussurrò quella davanti alle porte chiuse del cancello.
“ti prenderai cura della mia piccola Cendrillon non appena avrà l’età per andare ai gran balli, vero?”
-i-io te l’avevo promesso…ti avevo promesso in nome di ciò che ci legava che…che avrei aiutato Cendrillon…però sei stata crudele-
Si inginocchiò e sussurrando piano disse –non me lo avevi detto che…sarebbe diventata bella…-
Guardò verso l’alto, portando le mani verso l’alto come se stesse accarezzando un volto immaginario, quello della fanciulla bionda. -…così bella, come te…sei stata crudele a non dirmelo-
“promettimelo, ok?”
“si…te lo prometto”
Ripensò di nuovo a quella scena, a quel dolce bacio che si era scambiata con quella donna, con la madre di Cendrillon, con la promessa di prendersene cura. Poiché sapeva bene che il tempo a sua disposizione in questa vita stava per scadere e…non avrebbe potuto crescere la sua piccola.

Il Principe chiese di poter rimanere solo con Cendrillon soltanto qualche attimo.
L’insegnante e il servo acconsentirono.
Cendrillon ancora tremava.
Lui avvicinò una mano sfiorandole una guancia.
-l-la ringrazio…-i-io- sussultò lei a quel tocco.
Lui non le disse nulla di che, volle solo toccarla e sentire il suo calore.
Poi così come l’aveva sfiorata e toccata, la lasciò.
-devo tornare ai miei doveri- sussurrò lui sfiorandole il filo rosso.
La ragazza venne di nuovo accompagnata lontana da quel posto, e venne condotta a pranzare nella sua stanza, per poi incominciare a fare lezioni di galateo e altre lezioni sul come comportarsi nel castello.

-dite la verità…l’avete fatto apposta vero?- disse il servo al Principe, con un sorriso piuttosto strano rivolgendosi al fatto di essersi comportato a quel modo con la Madrina di Cendrillon e l’aver fatto il provocante con la fanciulla proprio davanti agli occhi della stessa.
-di cosa stai parlando?- sorrise lui innocente. –ora vado ai miei soliti noiosi compiti-
Lo vide allontanarsi nella stanza dei ricevimenti.
-Quanto siete crudele…- sussurrò con un sorriso.

Cendrillon dopo essersi ripresa, mangiando qualcosina e lentamente facendo qualche esercizio di galateo, si sentiva un po’ più sollevata.
“chissà ora cosa succederà alle mie sorelle?”
-dubito che quelle due avranno una bella fine…- sussurrò l’insegnante.
Cendrillon guardava fuori dalla finestra sfiorando le tende e abbassando il capo voltandosi lentamente verso la donna chiese –io…mi sento così strana…-
-venga, facciamo un giro, così farà più in fretta a riprendersi, non è colpa sua se quelle due non sono sane di mente-
Le porse il braccio per andare a braccetto.
-d’accordo…- sussurrò gentile la fanciulla.
Le due uscirono.
Mentre camminavano fuori, sul giardinetto che dava al lato del castello, sentiva la brezza leggera del pomeriggio mentre veniva sera, accarezzarla dolcemente.
Inspirò lentamente ed espirò, cercando di assaporare l’aria dolce che le finiva dritta addosso e le scompigliava leggermente i capelli.
Quei capelli che teneva dolcemente a freno con le dita.

-Principe, per oggi ha finito-
Il ragazzo finalmente libero dagli impegni decise di uscire un momento per rilassarsi un po’.
Finalmente aveva finito, e poteva fare qualcosa che avrebbe voluto lui.
Si diresse lentamente verso i giardini ai lati del castello, e lì…incrociò lo sguardo della dolcissima fanciulla.
-signorina, signorina attenta! Il vento potrebbe farle venire mal di gola-
Cendrillon sorrise invece all’insegnante tutta preoccupata, i suoi capelli volavano leggeri e sorrideva dolcissima.
Il Principe sentì qualcosa stringergli lo stomaco…cosa diavolo era?!
Si sentiva così strano…
La risata di quella fanciulla era…gli faceva venire i brividi e…sentiva come se il suo cuore tremasse.
La ragazza in quel momento si accorse del giovane.
Si ricompose in maniera gentile, e…fece qualche passo nella sua direzione.
Egli fece lo stesso.
-anche tu fuori?- chiese lui.
-si…-
Rimasero a guardarsi per qualche attimo, mentre la fanciulla moriva dall’emozione di parlargli di esprimere il suo stato d’animo, le sue emozioni, la sua felicità.
Lo vide immerso nei suoi pensieri, guardarla, e anche guardare verso l’orizzonte.
Lei, prese coraggio, strinse il nastro dolcemente, aveva perso tutto…o forse no…voleva almeno…essere sé stessa, almeno una volta.
Una volta soltanto.
-maestà…-
Il ragazzo si voltò e la guardò.
-maestà io…io…la ringrazio davvero…-
Lui le sorrise –non devi-
Lei per la prima volta decise di continuare –e…invece devo eccome!-
Il Principe la guardò curioso e sorpreso di quella reazione.
-perché…perché all’inizio credevo…credevo che fosse tutto facile e semplice, quando da piccola guardavo il castello immaginandovi un mondo perfetto e senza alcuna restrizione e invece non è stato così…però…quello che voglio dire è che io sono felice…si…- arrossì leggermente –felice di poter stare al vostro fianco e…sapere che…voi mi abbiate creduta mi ha…- sentì gli occhi diventarle lucidi. –mi ha riempita di gioia e…per questo la vorrei ringraziare…e…-
Che le succedeva? Perché piangeva? E…perché non riusciva a non intenerirsi? Aveva una grande grandissima voglia di tenersela stretta tra le braccia e coccolarla. Che strani sentimenti stava provando? Quando si era realmente innamorato, lui?
-perdonatemi altezza…però…- si avvicinò e lo abbracciò appoggiandosi al suo torace –credo di…di stare impazzendo…-
A quel gesto il ragazzo spalancò gli occhi.
E guardandola dall’alto della sua altezza verso il basso, le accarezzò i capelli…e sussurrò come se non se ne fosse reso conto –non sei l’unica…-
A quelle parole lei spalancò gli occhi e alzò lo sguardo, per incrociarlo con quello stranamente dolce e penetrante del ragazzo. Diverso dal solito sguardo malizioso e sensuale, ma così dolce e altrettanto bellissimo come da voler perdervisi dentro.
Le loro dita si intrecciarono dolcemente.
Mentre la ragazza si alzava dolcemente in punta di piedi e lui si abbassava leggermente per raggiungerla.
La cingeva a sé, per la vita, mentre sentiva lei stringerlo sulla parte più in alto del suo torace.
Le loro labbra si sfiorarono fino a culminare in un tocco magico, sempre più passionale ma mai volgare.
Rimasero così per attimi, attimi in cui il vento che attraversava il castello portava con sé il tramonto e le prime luci notturne.
Si staccarono lievemente, mentre i loro respiri un po’ condensati si mischiavano.
Lui la guardava teneramente, come credette di non aver mai guardato nessun’altra così in vita sua.
E lei…finalmente sentiva che quella fiaba che le avevano raccontato da bambina finalmente stesse divenendo realtà.
Non era più solo fantasia…era tutto vero.
L’insegnante da lontano voltò lo sguardo leggermente imbarazzata, e sistemandosi gli occhiali. Sotto sotto fece un leggero sorriso mentre guardava il sole sparire pian piano dietro l’orizzonte.
-rientriamo- sorrise lui sentendola leggermente tremante a causa del vento che diventava freddo.
-si- rispose lei
lui la tenne in modo dolce per la vita aiutandola a rientrare.
L’insegnante dietro di loro.
Dentro l’attese l’ancella.
-ora dobbiamo andare…ah signorina, con la scusa che è stata provata la sua innocenza ora il tempo a sua disposizione col Principe sarà molto di più- parlò l’ancella come a non riuscire a tenere a freno la lingua.
L’insegnante infatti con diniego sistemò un po’ gli occhiali guardandola un po’ male.
Mentre Cendrillon col viso raggiante e luminoso si voltò verso il Principe, felice anch’egli.
Non si era accorto di tenere ancora la mano della fanciulla nella sua.
Quando se ne accorse, si sentì strano poiché dovette lasciarla.
-a…stanotte- le sussurrò lui.
Lei arrossì dolcemente, ma sorrise e sussurrò anch’ella nel modo forse più dolce che le era mai sorto –a stanotte…maestà-
La stretta sciolta, con le dita che si sfioravano, e il suo corpo di donna che si allontanava mentre lentamente voltava lo sguardo.
Lui sentì qualcosa dentro di sé. Qualcosa che non aveva mai provato in tutta la sua vita.
Sentiva il suo corpo impazzire il suo cuore impazzire.
Voleva piangere e ridere nello stesso momento.
Vederla allontanarsi in quel modo, ma sapere di poterla stringere di nuovo tra le braccia.
Respirò lentamente, risentendo di nuovo il profumo di quella ragazza.
E ripensando a quello che le aveva detto. Anch’egli era impazzito? Stava impazzendo? Razionalmente pensò che non avrebbe mai e poi mai risposto così…era stato quindi il suo cuore a parlare al posto suo?
Allontanandosi verso le sue camere invaso da mille pensieri non desiderò altro che la notte arrivasse presto.
Non vedeva l’ora di poter di nuovo stare con lei.
Baciarla, toccarla, accarezzarla, sentirne la voce, il calore, il battito del suo cuore…e il suo sorriso.

Cendrillon si sentiva davvero meglio, aveva una gran voglia di piangere di gioia ma non sapeva neppure lei il perché.
Quando la portarono per bagnarsi e sciacquarsi, di nuovo nella sua stanza senza dover per forza andare nelle grandi vasche, si sentì libera. Il suo pensiero non si distoglieva più da quel ragazzo e da ciò che aveva fatto lei.
-mi sembra molto felice signorina- le disse l’ancella.
La ragazza le sorrise poi delicatamente si sciolse il nastro.
L’ancella la guardò stupita.
-trattamelo con la massima cura ti prego, mi sciacquo i capelli e lo rimetto, ho anche l’approvazione del Principe-
Ella non la contraddisse e tenne sui suoi palmi quel nastro di velluto.
Quando ebbe finito, si asciugò e si rimise con delicatezza il nastro. La vestirono, e lei si sentì mille volte più bella di come si sentiva di solito.
-andiamo?- le chiese l’ancella.
-andiamo- le rispose dolcemente Cendrillon.

Il Principe dopo essersi sistemato era davanti alla finestra, continuando a camminare per la stanza. Attendendo il momento in cui avrebbero bussato e…lei, lei sarebbe entrata.
Guardò fuori dalla finestra, ed ebbe un’idea, una meravigliosa idea.

-siamo arrivate-
La ragazza sorrise, ormai sapeva bene che quella era la stanza del Principe.
Bussò, e sentendo la voce calda dirle di entrare, lei entrò.
Stranamente le luci era soffuse dove c’era la stanza, ma si illuminavano man mano ci si avvicinava al balcone della stanza.
-ben arrivata, ti stavo aspettando-
La fanciulla sorrise timida. –maestà…il nastro non si è bagnato stavolta…- sorrise lei
-mi fa piacere-
Lui le sorrise, le porse una mano, e lei accettò.
-sai…non chiedermene la motivazione, ma…da quando sei qui non ti ho mai fatto vedere la vista che si gode dal mio balcone e…pensavo ti avrebbe potuto interessare, ecco-
Che emozione, che dolce! Non lo aveva mai visto in quel modo, leggermente impacciato era…dolcissimo.
-grazie…è…bellissimo-
sussurrò lei.
Lui le sorrise e fece un sospiro.
-come fai a dirlo? Non hai ancora visto nulla-
-b-bhe pensavo che…-
-basta pensare, vieni, chiudi gli occhi-
Prendendola per mano e facendo passi veloci andarono fino alla fine del balcone e da lì, le sussurrò dolcemente.
-apri gli occhi…e guarda su-
La ragazza lentamente li aprì e fece come le aveva detto lui.
E si ritrovò sotto un’enorme pioggia di stelle.
Il cielo era blu notte meraviglioso, la luna era semi coperta da alcune nuvole e le stelle lucevano luminose.
-è la parte migliore del balcone eheh- fece un sorrisetto dolce e rassicurante come quello di un ragazzino.
La ragazza aveva le lacrime agli occhi.
-cosa c’è?- domando un po’ preoccupato lui vedendola in quello stato.
-oh! N-no niente…proprio niente…- sussurrò lei. Si asciugò subito la lacrima che le sarebbe scesa altrimenti dall’occhio e guardandolo disse –è…meraviglioso…talmente tanto che…mi sono venuti i brividi. E’ da quando ero piccola che non vedo più uno spettacolo del genere…l’ultima volta…fu con mio padre-
Si fermò, non voleva parlare di cose tristi.
Il Principe però la voleva ascoltare, aveva tanta voglia di conoscerla meglio, saperne di più su di lei.
-bhe…mio padre, non lo vedo da quando non c’è più-
Disse il ragazzo guardando verso l’alto.
-m-mi scusi maestà non volevo rattristarla coi miei discorsi…io-
Lui le fece cenno di no con la testa, prese delicatamente il viso della fanciulla tra le sue mani.
-se vuoi parlare, fallo, non preoccuparti, ti ascolterò volentieri-
-grazie…- rispose Cendrillon in un sussurro.
Lui le iniziò ad accarezzare le guance, che si tingevano di quel rosa tenue, rosa accesso, ogni volta che ella si imbarazzava.
Iniziò ad avvicinarla di più a sé.
-m-maestà…-
-mh?- la teneva stretta lui.
-sento…sento un po’ freddo…- sussurrò debolmente lei.
Il Principe le sorrise, leggermente malizioso, ma molto dolce.
Con un gesto lento e preciso la prese in braccio da sotto le gambe.
Era appoggiata a lui e si teneva stretta stretta.
-allora…direi di entrare- sussurrò lui.
In pochi attimi, non appena rientrarono, la poggiò delicatamente sopra le lenzuola di quel letto.
Lei in ginocchio davanti a lui.
Si avvicinò assaporando di nuovo la sua pelle. Passando le mani sulla stessa e sentendone di nuovo il calore.
-ahn…i-io-
Stava sotto di lui quasi ormai.
-parla…dimmi pure-
-m-ma…non vorrei disturbare in un momento così…- sussurrò appena.
-perché mai dovresti? Mi piace parlare con te- le sorrise.
-anche a me…tanto- poggiò la sua mano sopra a quella di lui che la teneva sulla guancia della fanciulla.
-Cendrillon…- si avvicinò al suo viso, mentre con le mani passava lentamente sui suoi fianchi, scendendo sulle sue gambe per poi risalire.
-vorrei…vorrei solo…stare con voi per sempre- sussurrò lei.
Più parlava e più lui si sentiva impazzire. –anch’io…- sussurrò mentre le baciava le dita delle mani e con esse le slacciava finalmente ogni indumento intimo.
Era sopra a quella fanciulla. Sopra di lei, e lei era nuda, nuda sotto di lui, proprio come l’aveva immaginata.
Nuda e pura come un angelo.
E per la prima volta…egli pensò che…non avrebbe reso impuro un angelo ma…che il demone avrebbe conosciuto la purezza.
-lentamente…voglio amarti…ti voglio…- sussurrò lui penetrando la barriera con le dita, poche volte, ma con tanta dolcezza.
Lei in preda all’eccitazione si strinse di più a lui gemendo ancora per poco poiché…in pochi attimi la barriera venne rotta.
L’imene si spezzò.
La ragazza fremette tantissimo gemendo più forte, fino a trovarsi in uno stato di appagamento e dolcezza infinita. Si sentiva tranquilla. Sentiva il ragazzo dentro di sé…nel suo corpo. Lo sentiva, e gli piaceva così tanto…
-m-maestà…n-non mi lasci- gemette sospirando col volto appoggiato al petto dell’amato.
Lui con dolcezza, sospirando di piacere e lasciandosi andare ai gemiti, la continuò a baciare sul suo petto sulle guance e…vedendo che qualche goccia di sangue era uscita dalla sua “verginità” ormai spezzata, non potè far altro che sorridere.
-vorrei tanto tenerti qui con me a dormire…voglio domandarlo alla Regina-
La ragazza spalancò gli occhi.
-dite davvero?-
-si…non voglio più questa lontananza- l’accarezzò –voglio solo…passare molto più tempo con te…-
Lei si lasciò completamente andare tra le sue braccia.-m-mi perdoni…sono così stanca…-
Sussurrò debolmente.
Chiudendo gli occhi lentamente.
-non fa niente…riposati- sussurrò lui accarezzandola di modo che si sentisse a suo agio e che si rilassasse per addormentarsi.
-voglio stare…sempre…per sempre…con te-
sussurrò lei chiudendo gli occhi assopendosi stringendogli forte forte la mano.
Lui non si accorse nemmeno che aveva usato un suffisso informale, gli aveva dato del tu.
La guardò di nuovo tra le sue braccia, mentre lei gli era stretta, quasi come se avesse avuto paura di perderlo. E il suo viso poggiava sul suo torace.
In quel momento, bussarono alla porta.
Era l’ancella.
Per portar via la fanciulla.
Il Principe sussurrò all’ancella di entrare e le fece cenno di tacere.
Ella non capì bene cosa stava accadendo.
Il Principe mettendosi qualcosa addosso aveva fatto di modo che la fanciulla si sciogliesse, senza svegliarsi, dall’abbraccio.
-mantenete il segreto, per stanotte lei…resterà qui con me-
L’ancella annuì capendo.
-cosa dirò poi alla Regina?-
-con la Regina me la vedrò io, ora va…- sussurrò lui come per non svegliare Cendrillon.
L’ancella annuì e con un inchino si richiuse poi la porta alle spalle.

 
Continua nel capitolo:


 
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Trovati 3 commenti
ledybeek - Voto: 30/06/09 00:10
é semplicemente STUPENDAAAAAAAAAAAA
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clarise 26/10/08 21:42
si ho modificato^^
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sukiyaki 26/10/08 20:41
devi mettere "Manga e Anime" nella categoria e "naruto" per la serie; non è originale
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