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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: NASCONDINO
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: anna1983 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/10/2008 07:42:53

Lascio scivolare le mani fuori del tiepido rifugio delle mie tasche e mi appoggio al muretto, permettendo finalmente ai ricordi di tornare in vita...
 
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NASCONDINO
- Capitolo 1° -

Apro la portiera e scendo dall’automobile, proprio mentre un alito di vento gelido mi fa rabbrividire e rimpiangere all’istante il calore dell’abitacolo: ma si può sapere chi me l’ha fatto fare?
Cerco un po’ di caldo nel morbido abbraccio del maglione e del cappotto, lanciando di soppiatto un’occhiataccia al responsabile del mio prossimo congelamento, che si sta beatamente accendendo una sigaretta… Ma perché devo sempre dargli retta, qualsiasi cosa proponga? E, soprattutto, perché ho detto sì quando mi ha chiesto se mi andava di venire in questo posto?
Beh, ormai il danno è fatto, tanto vale smetterla di lagnarsi!
Lentamente, ci avviamo verso l’ingresso del piccolo parco che circonda il santuario costruito sulla cima della collina ed istintivamente alzo gli occhi verso il cielo: senza tutte le luci della città a rovinare la visuale, è meraviglioso…
Ecco, quella è Orione!
E quella è l’Orsa Maggiore!
Mentre quell’altra… Non me lo ricordo! Ma non importa: ciò che conta è che la luce della Luna rende questa notte magica come non mai…
Riabbasso lo sguardo sull’acciottolato della strada che porta al cancello d’ingresso: la soglia di un luogo pieno di ricordi!
Sarà che sono passati almeno otto anni dall’ultima volta che ci sono venuta, ma la chiesa mi era sempre parsa molto più imponente…
Trattengo il respiro mentre entriamo nel giardino e andiamo verso il parapetto del belvedere… Un nodo mi stringe la gola mentre osservo il panorama che si staglia sotto di noi: migliaia di luci brillanti di vita! Visti da quassù, persino i lampioni della tangenziale, che sembrano così freddi mentre percorri ad alta velocità la strada verso casa, diventano il sentiero incantato per il mondo delle fate!
Avevo dimenticato quanto fossero belli…
Sfidando il gelo della notte, lascio scivolare le mani al di fuori del tiepido rifugio delle mie tasche e mi appoggio al muretto, permettendo finalmente ai ricordi di tornare in vita…
Sembra una di quelle sere in cui papà non era ancora malato e portava qui me e le mie sorelle, per mostrarci lo stesso spettacolo che ho davanti agli occhi ora!
Sì… Ci faceva salire in piedi sul muretto, una alla volta, e ci teneva per la vita per paura che cadessimo! Intanto ci diceva i nomi dei vari paesi sottostanti e ce li indicava col dito, ci faceva vedere le strade, anche quella che porta a casa della nonna… Poi, per sedare le mille proteste di quella di noi tre che era costretta a scendere per lasciare il posto all’altra, la classica frase: “A chi fa la brava, gelato quando arriviamo a casa!”
Mi volto verso il santuario illuminato e sorrido tra me e me: chissà quante volte avrò corso attorno ai suoi muri! O mi ci sarò appoggiata per contare fino a cento, durante interminabili partite a nascondino!
Lo sguardo si sposta sul prato ed è un richiamo irresistibile: un passo dopo l’altro scivolo indietro nel tempo, prima della laurea, prima della maturità, prima della morte del papà, prima degli esami delle medie…
I piedi calpestano l’erba, mentre la mente rivive le corse per scappare dal lupo-papà, andare a raggiungere la tana e mettersi al sicuro! Ritorno ad essere una bambina di dieci anni che passava la domenica pomeriggio a giocare mentre aspettava l’inizio della messa, lasciando immancabilmente felpa o marsupio in custodia alla mamma…
Nascondersi dietro una panchina o un albero, per poi correre dall’altra parte del parco, intorno alla chiesa, sperando di non essere viste, senza mai avventurarsi fuori dal cancello, pena una bella sgridata e la fine dei giochi…
E papà che ride quando acchiappa una delle sue figlie in fuga…
E la mamma che ci guarda e ci urla di non sporcarci tutte…
Peccato che adesso ci sia così buio! E peccato per la gonna e i tacchi alti: una corsa ora sarebbe il massimo! Già, ma poi chi ti insegue?
La realtà mi richiama a sé: mi concedo ancora uno sguardo per questo parco, per i suoi alberi immobili e le panchine deserte, quindi mi volto e torno verso il parapetto e il tempo presente, da chi mi ha accompagnato fino qui e ora sta per ibernarsi!
Mi viene incontro un sottile filo di vento, eppure stavolta più che una brezza fastidiosa sembra di sentire una mano che, affettuosa, mi scompiglia i capelli… E forse è la suggestione del momento, ma è una bella sensazione… È come avere la percezione che papà non se n’è andato… Non mi ha abbandonato… Sì è solo nascosto e mi sfida a trovarlo… Come un’altra partita a nascondino…
Ma adesso è ora di andare via, c’è giusto il tempo per lanciare un’ultima occhiata al panorama luminoso là sotto e salutare silenziosamente questo posto…
In silenzio, torniamo alla macchina, verso il calduccio confortevole del riscaldamento… Prima di salire, gli occhi scappano di nuovo verso il santuario e il suo prato: la prossima volta che vengo, papà, metto le scarpe da ginnastica e giochiamo ancora! Stavolta ti rincorro io! E vedrai che tanto ti prendo!
Chiudo la portiera: torniamo a casa…
Il motore viene messo in moto e io osservo il mio riflesso nel finestrino, cercando di cancellare dalla mente l’immagine del suo sorriso sbarazzino, dell’aria da bambino pestifero che prendeva sempre il sopravvento sull’adulto quando il lavoro gli permetteva di stare con noi a divertirsi… Sorrido a me stessa e, come in un lampo, mi fulmina la consapevolezza di qualcosa che avevo sempre saputo: non dovrò inseguire nessuno!
Come ho fatto a non vederti prima, papà? A non riconoscerti nel modo in cui sono cresciuta?
Sei sempre stato lì, vero?
Ma stavolta ti ho beccato!
Tana per te, papà!


 
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VOTO: (1 voto, 1 commento)
 
COMMENTI:
Trovato 1 commento
ishi - Voto: 24/10/08 22:12
è stupendo...
mi hai fatta commuovere.
Davvero... stupendo.
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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