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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Persone famose e TV
Dalla Serie: Tokio Hotel
Titolo Fanfic: FUR IMMER AN DEINER SEITE
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: AU, What if? (E se...)
Autore: baby-shine-angel galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/10/2008 18:47:31 (ultimo inserimento: 17/02/09)

Lisa rimane orfana a 8 anni e viene affdata a degli amici non avendo parenti.Una persona siaffezionerà a lei e l'aiuterà a superare il passato.
 
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KAPITEL 1
- Capitolo 1° -

Quella mattina la piccola Lisa non poteva essere più felice.
Dopo aver insistito tanto, era finalmente riuscita a convincere suo padre a rinunciare all’ennesimo week-end di lavoro e a portarla ad una gita al lago, che aspettava da tanto tempo.

Era tanto emozionata,che si era svegliata alle sei del mattino; proprio lei dormigliona com’era.
Erano davvero rare le uscite di famiglia, nella sua. Suo padre dirigeva un’importante azienda, che dall’Italia era stata spostata in Germania, nelle vicinanze di una tranquilla cittadina:Magdeburg.
Il lavoro andava a gonfie vele, come la vita di Lisa e dei suoi genitori, ma la cosa che più dispiaceva a tutti, era che il lavoro occupava talmente tanto suo padre Jörg, tanto da impedirgli di passare una tranquilla giornata a casa.

Ma quella mattina le cose erano andate diversamente e in meglio.
La piccola si alzò dal letto, correndo verso la finestra della sua cameretta rosa e scorse il padre, mentre stava caricando le ultime cose necessarie per la giornata.
Guardò il cielo… era sereno, come lei in quel momento.
Sorrise compiaciuta, sentendo i caldi raggi del sole,riscaldare il vetro della finestra, decorata con delle graziose tendine.
- Dai Lisa, scendi a fare colazione, che fra meno di un’ora dobbiamo partire!!- Lisa voltò il capo e sentendosi chiamare dalla madre, corse in cucina.

Era incredibile quanto poteva essere tale la vivacità di quella bambina.
Aveva otto anni di pura simpatia, che caratterizza i bambini, lunghi capelli castani e lisci e occhi azzurrissimi, sempre sereni e luminosi.
Arrivata in cucina, vide la madre che l’aspettava e le corse incontro abbracciandola.
Poi si sedette al suo tavolo e cominciò a bere la sua tazza di tè caldo, che adorava, in compagnia dei genitori, che nel frattempo avevano iniziato a fare colazione insieme a lei.

La madre, Lily, era una giovane donna di trent’anni, con lunghi capelli mori e mossi e gli occhi azzurri, che aveva tramandato alla figlia.
Era molto alta, dal fisico snello, presentabile e avente un fascino particolare.
Sapeva cavarsela con eleganza in qualunque situazione si trovava.

Il padre, il cui nome è già stato accennato prima, aveva trentatré anni ed era un uomo molto giovanile, ma sempre elegante, fatto obbligatogli dall’importante lavoro che faceva.
Lisa prendeva sempre in giro il padre per quel suo abbigliamento formale, sempre uguale… giacca e cravatta, perché a lei non piaceva.
Ovviamente lo faceva scherzosamente, visto che era ciò che più amava fare con lui.
Terminarono tutti e andarono in bagno a prepararsi.


Alle 11.00 circa caricarono i piccoli zaini in macchina, misero in moto e partirono.
Trovarono un po’di traffico e arrivarono con una mezz’oretta, di ritardo, ma alle 14,30 erano arrivati tranquillamente a Lipsia, dove li attendeva la casa, che possedevano in riva ad un piccolo laghetto.
Si divertirono moltissimo quel giorno… stettero in giardino a giocare, fecero un bagno nel lago e fecero uno spuntino, con un pic-nic improvvisato, che organizzarono verso le 17,00.
Lisa si avvicinò alla riva del lago e allargando le labbra in un grande e dolcissimo sorrisone disse:-
Papà, qui è bellissimo!!! Grazie per avermi portata-
Il padre, intenerito dalla voce della figlia ricambiò il sorriso e rispose: -Figurati, tesoro; sei la mia piccolina e faccio qualsiasi cosa per farti felice-

Detto questo si girò verso la moglie, che lo osservava teneramente e con compiacimento, poi le mise una mano sotto il viso, passando ad accarezzarle lentamente la guancia e dopo essersi avvicinato con la testa, la baciò con delicatezza.
Si scambiarono un’altra occhiata complice, prima di ritrovarsi la piccola tra le braccia, che cercava le coccole.


Restarono abbracciati ancora per un breve lasso di tempo, poi Jörg guardando l’orologio, si accorse che erano già le 18,30 e che era il caso di risistemare tutto ciò che si erano portati e avviarsi verso casa.
Caricarono tutto sulla grande auto e partirono.
Il viaggio di ritorno fu straziante; c’era una fila chilometrica e si avanzava di poco più di un metro ogni quarto d’ora.
La piccola, che ormai era stanca e cominciava ad essere assonnata, chiese al padre quanto mancava.
-Abbi pazienza tesoro, c’è molto traffico. Le disse dolcemente la madre-.
Dopo una buona ora e mezza aggiunta all’ulteriore tempo che si impiega normalmente riuscirono a superare il traffico e Jörg poté accelerare.
Stavano parlando tranquillamente, mentre si avvicinavano di più verso casa, ma mentre il padre rideva per una battuta di Lisa, la madre vide arrivare verso loro un grande camion, guidato da un uomo, che sembrava aver perso il senso della guida.


Non fece in tempo a chiamare il marito, per avvisarlo, che non appena lui voltò il capo, videro le luci dei fanali del camion e subito dopo il nulla.
L’autista era andato fuori corsia, scaraventandoli oltre il confine della strada e facendo ribaltare la macchina ben tre volte.
Quella sarebbe stata l’ultima giornata, che avevano allegramente passato insieme.


Lisa si svegliò e si vide circondata da cannette e lenzuola bianche.
Spaventata provò a ricordare, ma purtroppo nella sua mente risuonava subito l’urlo della madre e le luci dei fanali. Nient’altro.
Sentì le porte aprirsi e vide entrare una donna vestita di nero, molto formale e un dottore, che la salutò dolcemente cercando di tranquillizzarla.
-Ciao piccolina, io sono il dottor Vogel e sono qui per aiutarti. Lei è la signorina Winter, l’assistente sociale che ti porterà dalla famiglia a cui sarai affidata tra poco-.
Disse con cautela.
-E perché?- chiese la piccola morettina.
Io già ce l’ho la mamma e anche il papà, che mi vogliono bene e non ho bisogno di un’ altra famiglia.

Il dottore lasciò da sole la bimba e la donna, la quale con le parole più delicate possibili spiegò alla bimba l’accaduto.
Ma lei cominciò subito a piangere… la si poteva sentire in tutto l’ospedale.
Tre giorni dopo, venne dimessa e scoprì con compiacimento, che la famiglia a cui era stata affidata non era altri che quella di…

CONTINUA…

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 2 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 2 commenti
Rif.Capitolo: 1
baby-shine-angel
18/02/09 19:20
la continuerò presto, grazie mille!! Stasera aggiornerò l'altra mia ff con l'account jolly25 ci conto che leggerai anche quella!!!
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 4
moon-stars-sun - Voto:
18/02/09 18:15
uuuuuuuuuu che bella questa ff....continua continuaaaaaaaaa
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