PRIGIONIA
- Capitolo 1° -
E' un piccolo sclero uscito dalla penna in un'ora dove avevo nello zaino dieci volumi di questo manga bellerrimo e non vedevo l'ora di scoprire come continuava...Ryo è nella sua cella,l'ambientazione è quella dei primi due volumi,quando scopre il karate che lo aiuterà a sopravvivere.
Prima di adesso non mi ero mai soffermato ad osservare le foglie di un albero con tanta attenzione...certo,l'albero che sto guardando ora le sta perdendo,lasciando spargersi sul pavimento di cemento armato quello che diventerà un tappeto raffinato ,purpureo e delicato.
L'immagine arriva distorta...o meglio,rovinata.
La finestra è piccola...le sbarre non aiutano.
Le iridi tremule neanche.
I rami raggiungono la piccola apertura nel muro di questa cella...vi si aggrappano,quasi come mani,artigli di chi è in fuga da qualcosa.O da qualcuno.
Demone notturno in fuga dal diavolo.
Folata di vento gelido...penetra le pareti,le ossa...smuove quelle minucole foglioline,figlie respinte dell'autunno e si insinua dentro la carne...nelle vene...scorre come la vita stessa,flusso di rabbia e odio.
Alzo lo sguardo,mettendo nel mio campo visivo tutta la bellezza di questo luogo che ancora qualcuno chiama "stanza".
Pareti grige...umide.Un rivolo di umidità sotto la minuscola lampadina che pende come impiccata dalla parete.
Pietre...cemento...ghiaia sconnessi tra loro.
Gli occhi passano sulle sbarre,avvolgendole,entrando in ogni loro crepa.
Un bacio con la prigionia.
Bacio forzato.Brutale.
L'aria all'esterno,ormai divenuta piacevole utopia...qualcosa che non vedrò molto presto,smuove ancora la chioma quasi andata di questa pianta.
Come tremano le mie gambe.
Corpo usato di un adolescente.
Corpo nuovo di un uomo acerbo.
Mentre mi alzo in piedi le ginocchia,forzate a stare strette contro il mio petto...posa di anico,scricchiolano.
Il freddo mi colpisce in pieno,facendomi sgranare gli occhi come se un pugno mi avesse colpito in pieno stomaco,lasciandomi a terra a boccheggiare,pregando l'ossigeno di entrare nei miei polmoni.Ancora una volta.
Sbuffi dalle mie labbra secche e screpolate,accompagnati dal classico spettro di vapore biancastro.
Ogni mia articolazione sembra posseduta da un tremore mortale.
Energia nel sangue.
Posseduto.
Mille...milioni di scariche mi attaversano il cervello,mandandomi quasi in frantumi il cranio.
Un rivolo di sudore freddo mi scende lungo la schiena nuda,percorrendo la mia spina dorsale...poi un altro mi ridisegna l'addome secco...la nuca...le braccia...il viso...
Bagno di sudore umano.Al gelo.
Ansimo...tutto il mio essere è permeo di un potere allucinante.
Potere.
Niente più ragazzino spaurito e tremante.
Sospiro.
Inspiro...
Espiro...e in quel momento entra,come sospinta da una forza esterna,quella minuscola stilla del mio cambiamento.
Al rallentatore.
La foglia volteggia con lentezza indicibile,cullata dalle onde del mio sospiro e basta,sospesa nel silenzio.
Il petto si alza e si abbassa come un mantice,poi i muscoli si muovono.Il braccio si tende...il pugno scatta chiuso.Le dita tremanti dalla potenza che contengono.
Fotogrammi del movimento mi passano davanti agli occhi e,dopo il battito singolo delle mie palpebre...dopo cento battiti del mio cuore,quella minuscola foglia è sulle mie nocche.Colpita.
Il suo impercettibile fruscio secco,l'urlo del guerriero steso.
Il tempo da fermo sembra riavvolgersi ad una velocità innaturale.
Me.Il mio corpo in piedi al centro del mio minuscolo inferno.
Combattere.
Il mio corpo,legato con muscoli,carne e sangue alla mia anima,non chiede altro.
Le ossa fremono ferme...vogliono muoversi.
Reagire.
Il ragazzo senza nome...
Nato per combattere.
La stilla cade.
Non verrò ucciso.
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