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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: IL PASSATO DI KAKASHI
Genere: Sentimentale, Commedia, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, What if? (E se...)
Autore: angelusthedragon galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/10/2008 21:24:06

Non vi siete mai chiesti cosa abbia fatto Kakashi nel suo passato? sappiamo qualcosa riguardo al padre e a Obito ma cosa è successo quand'era un Anbu
 
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- Capitolo 1° -

Può richiedere un po' tempo a leggerla ma credo proprio che ne valga la pena, magari a volte l'italiano non è perfetto o qualcosa riesce difficile da vedere, ma ho cercato di descrivere gli eventi come li ho immaginati!

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Un ragazzo si stava allenando come ogni giorno, aveva i capelli ribelli argentati nonostante avesse solo sedici anni, lo sguardo concentrato sui bersagli, gli shuriken in mano: scattò in aria, si voltò a testa in giù e lanciò le stelle di ferro. Atterrò ed osservò i bersagli: sui dieci presenti ne aveva mancato uno, doveva allenarsi ancora! Riprese le sue piccole armi, si preparò per un nuovo tentativo, stava per scattare quando una voce lo distrasse, lo stavano chiamando.
<<Kakashi!>>
Il sedicenne si voltò verso la persona che lo stava cercando, da due anni si trovava nella squadra Anbu, nota anche come la squadra assassina e ormai conosceva tutti i suoi componenti, infatti riconobbe subito Inatay.
<<Cosa c’è? Abbiamo una nuova missione?>> domandò con voce fredda al collega, che rispose prontamente.
<<No, abbiamo un nuovo arrivo, dobbiamo riunirci…sai com’è…>> Inatay gli voltò le spalle e si avviò verso la strada dalla quale era comparso <<Fai in fretta, sai che non amiamo i ritardatari.>> l’uomo sparì in una nube bianca. Il ragazzo dai capelli argentei conosceva le regole così sparì anche lui in una nube bianca per ricomparire in un prato davanti ad una grande struttura in legno: la base.
Tutti i componenti della squadra assassina erano presenti e riuniti in un grande cerchio. Arrivò il capo, un uomo con i capelli bruni e gli occhi verdi, aveva grossi baffi che gli conferivano l’aria del patriarca, alzò le massicce braccia e proclamò:
<<Siamo qui riuniti oggi per dare il benvenuto ad un nuovo arrivo, accogliamo il giovane Itachi Uchiha!>>
Un rumoroso ed agitato brusio si impadronì delle persone presenti.
Kakashi rimase in silenzio ad osservare il ragazzino che si era materializzato al centro della folla, era sui dieci anni, aveva i capelli corvini lunghi fino alle spalle, gli occhi scuri come le tenebre, non sembrava turbato né sorpreso, era immobile e serio e fissava con sdegno la gente di fronte a lui.
Incrociò lo sguardo del ragazzo con i capelli argentei, si fissarono solo per un istante ma sembrò infinitamente lungo. La voce del capo risuonò nuovamente:
<<Nayachi! Ti dovrai occupare dell’addestramento di questo ragazzo!>>
Un uomo vicino a Kakashi chinò il capo in segno di rispetto e accettò l’incarico.
Il giorno dopo Kakashi si stava recando verso la foresta per il quotidiano allenamento, i suoi colleghi non approvavano questo suo allenamento in solitario, gli Anbu, secondo loro, dovevano collaborare, ma questo a lui non interessava, era pronto a lavorare in gruppo se necessario, ma liu preferiva allenarsi per conto proprio; sulla via incontrò Nayachi che lo fermò:
<<Kakashi!! Lo sai che il capo ha affidato a noi la tua missione?>> il tono del collega era irrisorio, ma Kakashi rispose con calma:
<<Probabilmente è perché nella tua squadra c’è l’Uchiha e il capo vuole vedere qual è il suo livello...>>
<<Il suo livello?! Non è che solo perché appartiene al clan Uchiha è migliore di noi! Probabilmente non sa neanche cos’è lo Sharingan! Secondo me l’hanno affidata a noi perché il capo si è accorto che sei strano…>>
Kakashi non diede peso all’ultima frase, ma puntualizzò:
<<Il ragazzino lo Sharingan lo controlla già da due anni…>>
<<E te come puoi dirlo? Forse vi capite tra simili?>> Nayachi fece riferimento all’occhio sinistro del sedicenne, possedeva l’abilità dello Sharingan grazie al dono di un suo caro amico, anche questa volta non si scompose e rispose nuovamente con calma:
<<Non è questo, non centra nulla, me l’ha detto il capo…e poi secondo te come mai è tra gli Anbu così giovane?>>
Nayachi rimase in silenzio poi se ne andò.

Due giorni più tardi Kakashi stava girovagando per la foresta in cerca di una pianta medicinale molto rara. Dopo ore di ricerche la localizzò, aveva i fiori bianchi, i petali larghi e candidi brillavano alla poca luce che filtrava dalle folte fronde degli alberi.
Si stava chinando per raccogliere la pianta quando udì dei rumori alle sue spalle, non erano troppo lontani, circa una settantina di metri. Era sicuro di conoscerle quelle vosi…si ricordò in quel momento che la squadra di Nayachi doveva svolgere una missione proprio nei dintorni. Forse erano in pericolo! Abbandonò i fiori e corse nella direzione delle voci, si fermò sull’albero vicino ai colleghi e vide che non erano in pericolo, anzi erano di fronte al novellino ed erano pronti ad attaccarlo. Kakashi si mise tra il ragazzino e i colleghi all’ultimo istante prendendosi in pieno stomaco il pugno di Nayachi diretto al giovane.
<<Ka-Kakashi! Cosa stai facendo?!>>
Il ragazzo dai capelli argentei era piegato in due, Nayachi aveva il doppio dei sui anni, era molto più forte ed esperto di lui, sapeva che la sua era stata una mossa pericolosa:
<<Non penso che sia il caso Nayachi…>>
Itachi alle sue spalle rimase impassibile, Kakashi si rimise in piedi, Nayachi esclamò furioso:
<<Allora morirai con lui!>> fece un salto indietro e si preparò ad attaccare. Fece numerosi sigilli con le mani e dalle fronde degli alberi si creò un uccello di foglie che mirava a Kakashi, il quale con una rapidità fulminea reagì e attaccò con il mille falchi, la creatura di foglie sparì. Ora il gruppo attaccò insieme, ognuno con la propria tecnica. Kakashi evitò un colpo il secondo lo colpì facendolo rovinare a terra, mentre il terzo era diretto verso Itachi, Kakashi si rialzò senza badare al proprio dolore e si prese nuovamente il colpo al posto del giovane, questa volta rimase a terra senza fiato, Nayachi gli si avvicinò minaccioso e ringhiò:
<<Ora riceverai il colpo di grazia!>>
Il sedicenne lo guardò a fatica, visto da per terra sembrava ancora più imponente, non aveva scelta...aprì l’occhio sinistro svelando un occhio rosso come il sangue, con quello sarebbe stato praticamente inattaccabile: poteva vedere in anticipo tutte le mosse del nemico, era questa l’abilità dello Sharingan!
L’uomo a capo della squadra si allontanò di pochi passi e si preparò per dare l’ultimo colpo a quel ragazzino dai capelli argentati, Kakashi fece un tremendo sforzo e si alzò ponendosi di fronte al suo nemico e iniziò ad imitarne tutti i sigilli, dalle fronde nacque di nuovo l’uccello di foglie di Nayachi che però questa volta si trovò a dover affrontare un altro uccello di foglie creato da parte di Kakashi che terminato l’attacco perse i sensi.

Si risvegliò in un letto accanto alla finestra: casa sua.
Era ancora vestito con la divisa da Anbu, si mise a sedere ma una fitta al fianco lo costrinse a rimettersi sdraiato.
<<È meglio se per un po’ non combatti…>>
Kakashi rimase interdetto, si voltò e vide accanto al letto il ragazzino dai capelli neri.
<<L’uso dello Sharingan ti ha molto indebolito…>>
<<I-Itachi…>> faticava a parlare, ma non capiva come fosse arrivato fino a lì, possibile che quel ragazzino…
<<Ho approfittato dello stupore di tutti per la presenza dei due uccelli di foglie e ti ho teletrasportato fino a qui…>>
Calò il silenzio tra i due, poi Itachi parlò nuovamente:
<<Perché hai fatto di tutto per proteggermi?>>
Kakashi fu sorpreso da quella domanda, gli pareva infantile in qualche modo, comunque cercò di rispondere come meglio gli riusciva:
<<La domanda non è perché ti ho protetto, ma perché dovrei ucciderti? Solo perché sei un membro del clan Uchiha?>>
<<Ma neanche mi conosci…>>
<<Appunto…mai giudicare prima di vedere…>>
Itachi rimase colpito dalla saggezza di quel ragazzo.
<<G-grazie…>>
Itachi balbettò questa parola per la prima volta in vita sua, probabilmente però se ne pentì quasi subito perché riprese la sua solita espressione impassibile e disse:
<<Rimani a letto, hai bisogno di riprenderti>> poi si alzò e si smaterializzò.

Una settimana più tardi Kakashi era stufo del panorama monotono che poteva osservare dalla sua finestra, si vestì è si diresse verso la foresta, voleva riprendere l’allenamento.
Arrivò e vide degli shuriken conficcarsi nei bersagli, atterrò di fronte a lui Itachi, cosa ci faceva lui lì?
<<Kakashi…sei già guarito?>>
<<Si…sto benissimo, ma tu cosa ci fai nel mio campo d’addestramento?!>>
Itachi sembrava mortificato:
<<Io…volevo solo addestrarmi…>>
<<Vai al campo d’addestramento che usano tutti gli Anbu…>>
Kakashi gli passò oltre ed iniziò a raccogliere gli shuriken dai bersagli, notò che erano tutti conficcati al centro, uno solo per bersaglio ma al centro perfetto di esso, con la coda dell’occhio vide Itachi: era ancora fermo dove lo aveva lascito.
<<Cosa vuoi ancora?>>
<<Mi chiedevo se tu avessi voglia di…di aiutarmi a migliorare le mie tecniche…>>
Kakashi recuperò l’ultimo shuriken e si bloccò, lui fare da maestro? Non era proprio il tipo, lui era per la solitudine.
<<Senti ragazzino…non so che idea tu ti sia fatto, ma non ti ho difeso perché eri tu…solo non sopporto i prepotenti…io non sono tagliato per fare da maestro…>>
Restituì le armi al giovane e notò che erano solo nove, il decimo infatti era così piantato nel bersaglio che non lo aveva notato. Come aveva fatto quel ragazzino a centrare tutti i bersagli e a lanciarli con tanta forza?
<<Forse…potrei provare…>> disse indeciso Kakashi.
<<Mi impegnerò al massimo…Sensei…>>esclamò Itachi.
<<Bene, cominciamo da adesso!>>
L’allenamento iniziò con il lancio dei kunai, la prova degli shuriken e con esercizi di allenamento fisico. Itachi si muoveva molto bene, era veloce ed abile con le mani, le armi, in particolar modo gli shuriken, centravano sempre l’obbiettivo come se li controllasse come una qualunque altra parte del proprio corpo.

Si allenavano insieme da ormai un mese, Kakashi si era rivelato un buon insegnante e Itachi un ottimo allievo, infatti stava facendo grandi progressi.
<<Oggi Itachi ci alleneremo con l’uso delle tecniche>>
Si avvicinarono al lago vicino alla foresta, era piccolo ma a loro sarebbe bastato.
Iniziò Itachi, il suo maestro era curioso di vedere l’arte del fuoco padroneggiata da un membro del clan Uchiha. Il ragazzino fece pochi sigilli e subito sputò una grossa palla di fuoco che si spense dopo pochi secondi.
<<È un’ottima mossa, tu lavorerai su questa per ora, cerca di migliorarla ed affinarla, io lavorerò sul taglio del fulmine>> dicendo questo Kakashi si allontanò e cominciò a provare.
Il giorno seguente Kakashi arrivò in ritardo.
<<Scusami Itachi, ma oggi non ci potremo allenare…il capo ci ha affidato una missione!>>
Itachi dentro di se esultò, era giunta finalmente l’ora di mettersi veramente in gioco!
<<Allora…la missione consiste nel recuperare un prezioso manufatto che è stato sottratto dal magione del secondo Hokage>>
I due Anbu partirono subito. A metà strada tra il villaggio della foglia e quello della sabbia furono attaccati da dei ninja, erano vestiti di rosso e non portavano alcun copri fronte: erano loro le persone che stavano cercando!
<<Non siamo qui per combattere, rivogliamo solo il manufatto di Nidaime…>>Kakashi era tranquillamente in piedi di fronte ai due rivali azzardando un compromesso pacifico.
<<Hai sentito?! Vuole il manufatto!!>>il più alto dei due scoppiò in una fragorosa risata, poi iniziò la sua tecnica: i quattro ninja iniziarono a lottare.
Dopo un quarto d’ora di feroce combattimento esplose l’enorme palla di fuoco di Itachi che bruciò ed uccise uno dei nemici.
Erano esausti, Itachi aveva lo sharingan attivo ma pareva lo stesso in difficoltà, Kakashi si era battuto fino allo stremo ed ora riusciva a malapena a schivare i colpi. Il ninja sopravvissuto richiamò a sé la potenza della terra: mirava al ragazzo dai capelli argentei. Un’enorme cumulo di terra si sollevò dal suolo e si diresse verso il sedicenne che non poteva far altro se non aspettare la fine, davanti a lui comparve Itachi che si stava preparando per una tecnica, cosa sperava di concludere con la palla di fuoco?
<<Vattene Itachi!>> pregò Kakashi, ma il ragazzino non fece caso alle parole del compagno e terminò la serie di sigilli. La pioggia di terra iniziò a colpirlo ma lui tenne duro e terminò la tecnica facendo comparire così un enorme fenice di fuoco che si diresse verso lo shinobi nemico, la terra scomparve incendiata dalla potenza di quelle fiamme e il nemico morì. Il giovane Uchiha cadde in ginocchio sfinito e prima che potesse cadere completamente sentì qualcuno afferrarlo per il torace: Kakashi. Il ragazzo teneva tra le braccia il giovane ansimante, i suoi occhi tornarono del solito colore scuro.
<<K-Kakashi… … …stai-stai bene?>>
<<Sì, sto bene…grazie a te…hai fatto un attacco potentissimo…complimenti…>>
Itachi accennò un sorriso, poi i suoi occhi si chiusero e la sua testa si fece pesante tra le mani del maestro.
<<Itachi…Itachi!! Rimani cosciente, ti porto all’ospedale!>>
Cercò di sollevare il corpo dell’Uchiha per teletrasportarlo, ma era troppo pesante e a lui mancavano le forze. Decise di consumare il chakra che gli restava per utilizzare la tecnica del richiamo; intinse il pollice destro nel sangue di una delle sue numerose ferite, fece qualche sigillo e posò la mano per terra, pochi istanti dopo comparvero otto cani.
<<Ragazzi…ho bisogno che ci portiate all’ospedale…>> dicendo questo Kakashi improvvisò una slitta.
<<Kakashi…>> il più piccolo dei cani lo stava chiamando.
<<Cosa c’è Pakkun?>> osservò l’animale, in bocca teneva un rotolo di pergamena.
<<Dimenticavi il manufatto!>>
Il sedicenne afferrò il rotolo e si lasciò sulla slitta.

Si risvegliò nella stanza bianca dell’ospedale. Il letto accanto a li era occupato da Itachi.
<<Itachi?>>
Il ragazzino si voltò e lo osservò.
<<Grazie Itachi, mi hai salvato la vita…>>
<<Ora siamo pari…>>
I due sorrisero insieme, questo era per loro l’inizio di una nuova amicizia.

Passarono tre anni, Itachi aveva i capelli lunghi fino a metà schiena, Kakashi invece aveva i soliti capelli argentei solo un po’ più scompigliati.
I due andavano sempre più d’accordo, si allenavano insieme tutti i giorni e avevano imparato a capirsi. Kakashi non era il migliore amico di Itachi, ma era subito dopo questo, il migliore amico del tredicenne era un ragazzo dai capelli scuri tenuti sempre raccolti in un lungo codino.
Un giorno Kakashi stava aspettando l’amico vicino al chiosco di ramen, Itachi gli aveva dato appuntamento lì al posto di recarsi direttamente al campo d’addestramento. L’Uchiha era in ritardo, non era da lui; arrivò poco dopo, aveva una semplice maglietta nera e non la divisa da Anbu.
<<Itachi, cosa è successo?>>
<<Niente>> Itachi abbozzò un sorriso <<Sono stato trattenuto dal mio fratellino, continua ad insistere perché lo alleni, ma al momento non ne ho il tempo, sono però sicuro che un giorno riuscirò ad occuparmene!>>
Kakashi sorrise:
<<Capisco, non sapevo avessi un fratello>>
<<Frequenta da un anno l’accademia, è abbastanza bravo, si chiama Sasuke>>
<<Va bene, ora mi spieghi anche come mai non hai la divisa addosso?>>
<<Ah, quasi dimenticavo! Oggi non possiamo allenarci insieme, il capo ieri mi ha nominato suo successore ad effetto immediato!>>
<<Ho saputo…complimenti capo!>>
<<Se sono arrivato fino a qui è solo merito dell’ottimo maestro che ho avuto in questi anni!>>
A Kakashi fece piacere sentirlo.
<<Comunque…perché non possiamo allenarci?>>
<<Perché visto il mio nuovo titolo oggi mi sono preso una giornata libera, ho un appuntamento con un mio amico…sempre che non ti dispiaccia…>>
<<Ma certo che no! Fai pure con comodo! Non credo che moriremo se per un giorno non esercitiamo! Allora…ciao…e buon divertimento!>>
Itachi si avviò per la strada e sparì.
A metà pomeriggio Kakashi era seduto sul muraglione di confine, non era abituato ad avere del tempo libero, si stava annoiando.
Decise di fare un giro per la città, incrociò un maestro dell’accademia: Iruka, stava inseguendo un allievo dai capelli biondi, non ebbe il tempo di vederlo bene perché stava scappando con tutta la faccia macchiata di vernice e un secchio di questa in mano. Osservò in direzione opposta rispetto al senso di fuga del ragazzino e notò le sculture dei quattro Hokage: erano tutte pitturate e colorate.
<<Umpf…classico teppista…non avrà una lunga carriera come ninja…>> Kakashi riprese il suo cammino.
Arrivò al centro del villaggio della foglia, era tutto tranquillo, era proprio un bel posto, gli piaceva. Vide Itachi vicino al canale della città, era in compagnia di un ragazzo dai capelli lunghi e scuri.
<<Itachi!>>
Il diciannovenne gli si stava avvicinando, non vide in volto il giovane con il quale l’amico stava parlando, ma non appena questo sentì la sua voce si affrettò a posare una mano sulla spalla di Itachi e a dirgli: <<Ci penserò…>> dopodiché sparì.
<<Itachi, tutto bene?>>
<<Sì…>> Itachi si stava per incamminare quando l’amico lo fermò:
<<Chi era quel ragazzo?>>
<<Un amico…>>
Kakashi non era convinto, quello straniero aveva l’aria piuttosto cupa.
<<Sei sicuro che sia tutto a posto?>>
<<Ti ho detto di sì! Ora se non ti dispiace ho da fare!>> dicendo questo si smaterializzò.
Il giorno dopo si incontrarono nella foresta per l’addestramento. Itachi non parlò per tutta la durata dell’allenamento, era serio e pensieroso.
<<Itachi, è ora di allenarsi con la tua tecnica del fuoco.>>
<<Non mi va…per oggi ho finito!>>
Il tredicenne stava per andarsene, ma si fermò e guardando Kakashi negli occhi gli disse:
<<Domani non posso allenarmi con te, il mio clan ha indetto un’assemblea e non posso mancarvi>>
<<Itachi, non sei arrabbiato perché ho accettato il lavoro che mi ha offerto il terzo Hokage vero?>>
<<No, anzi, sono felice per te sensei…sono sicuro che i tuoi allievi saranno degli ottimi ninja>>
Itachi se ne andò. Kakashi era confuso, cosa era successo al suo caro amico? Forse non avrebbe dovuto scegliere di diventare Maestro, non voleva perdere quell’amicizia.

Il giorno seguente Kakashi era seduto su un albero del suo piccolo campo d’addestramento, anche se non ci fosse stata la riunione non avrebbero potuto allenarsi insieme lo stesso, lui non era più autorizzato ad andare lì, non era più un Anbu, aveva lasciato la squadra assassina per sempre, ora era un maestro per Guenin, non si sarebbero potuti allenare insieme mai più. Decise di andare al clan Uchiha, avrebbe aspettato la fine della riunione per salutare ancora una volta Itachi.
Giunse nel quartiere, era tutto vuoto e silenzioso, forse non era stata una buona idea…decise di andarsene e rimandare il saluto a qualche giorno dopo.
La mattina seguente fu svegliato da delle voci sotto casa sua.
<<Cosa sta succedendo al quartiere Uchiha?>>
<<Non lo so, ma un gruppo di loro stava girando l’intero quartiere…come in cerca di qualcuno…>>
<<Umpf…lo dicevo, io, che sono strani quegli Uchiha.!>>
Cosa stava succedendo? Kakashi si diresse al clan, arrivò sul muro di confine e vide i componenti del gruppo di fronte ad Itachi!
Il primo uomo della folla era paralizzato dallo stupore, aveva i capelli neri e i lineamenti di Itachi. Gli occhi dei presenti vagavano dal giovane al muro alle loro spalle: il ventaglio, simbolo del clan, era spaccato a metà dal kunai lanciato da Itachi.
Stavano per ricominciare a combattere, Kakashi era tentato a difendere l’amico, ma gli pareva inopportuno, decise infine di intervenire ma una voce lo fermò all’ultimo.
<<ITACHI!!>>
Un bambino di circa sette anni stava correndo incontro al fratello.
<<Ti prego Itachi…può bastare…>>
Il bambino aveva i capelli più corti e chiari ma assomigliava lo stesso parecchio al fratello.
Itachi fissò il fratellino, decise di porre fine allo scontro dichiarando per l’ultima volta la sua innocenza:
<<Non ho ucciso io Shisui!>>
Il clan era certo della sua colpevolezza, perché il giorno precedente, durante la riunione, gli unici membri mancanti erano lui e il suo migliore amico, e lui era motivato ad ucciderlo per guadagnarsi lo sharingan ipnotico, ma non avevano voglia di darsi guerra, così decisero di lasciar stare e andarsene. Kakashi decise di andarsene anche lui, nessuno lo aveva visto e voleva lasciare soli Itachi e il fratellino. Itachi stava fissando il gruppo che se ne andava, aveva lo sharingan attivo, ma Sasuke notò che le tre tomoe della sua iride si fusero formando il simbolo dello sharingan ipnotico. Sasuke lo fissò sbalordito, allora era veramente lui l’assassino di Shisui, ma lui lo ammirava lo stesso e non avrebbe mai rivelato ai suoi genitori la sua scoperta.

Kakashi era nel suo letto, il sole stava sorgendo e lo svegliò con i pallidi raggi del mattino: l’alba, Kakashi amava quel paesaggio magico.
Durante la mattina non sarebbe potuto andare dal suo amico, aveva una riunione per iniziare il suo lavoro, il suo compito non sarebbe stato addestrare i ninja all’accademia ma alla loro uscita da essa. Conobbe gli altri Jonin e ognuno di loro si presentò indicando anche il proprio metodo d’insegnamento. Il più strano fu un uomo con i capelli neri tenuti a caschetto e con delle sopracciglia foltissime, si chiamava Gai Maito, e oltre al suo abbigliamento e il suo atteggiamento la cosa che lo colpì fu il suo metodo d’insegnamento: per lui era di vitale importanza l’allenamento fisico come flessioni, addominali e chilometri di corsa.
Al pomeriggio, invece, doveva seguire l’allenamento che Asuma imponeva ai suoi allievi: Hylan, Nay e Yuna.
Era la prima lezione per i tre ragazzi e dovevano superare le prove che il maestro gli avrebbe sottoposto per poter continuare lo studio, altrimenti sarebbero tornati all’accademia. Le prove furono semplici, come ad esempio procurarsi del cibo o difendersi da un attacco diretto e i ragazzini le affrontarono discretamente, furono promossi lo stesso tutti e tre; Kakashi pensò che non meritavano la promozione per delle prove così semplici, si fece già un idea su quello che sarebbe diventato il suo metodo d’insegnamento.
Quella sera Kakashi si decise ad andare da Itachi. Il quartiere era calmo, alcune persone passeggiavano spensierate per le vie, mentre qualcun’altro si preparava per andare a dormire. Il Jonin si recò a casa dell’amico e bussò alla porta. Aprì la madre del ragazzo che domandò:
<<Desidera?>>
<<Sono un amico di Itachi, lui è in casa?>>
<<Mi dispiace ma al momento non c’è, è partito dicendo che aveva un’importante missione da svolgere>>
<<Oh…grazie lo stesso, passerò domani>>
La signora richiuse la porta, Kakashi si stava avviando verso Konoha, stava per oltrepassare il portone quando i suoi occhi notarono un’ombra sul muro di confine, fu si curo di riconoscerne i lineamenti di Itachi, i loro sguardi si incrociarono per un attimo, gli occhi dell’amico brillavano rossi come il sangue alla pallida luce lunare, poi saltò su un tetto e sparì dietro ad esso…una missione nel villaggio? Era molto insolito.
Arrivò nel suo appartamento e, dopo essersi tolto il giubbotto da Jonin, si sedette sul letto e prese il suo libro preferito, era già mezzanotte ma voleva leggerne un po’ prima di andare a dormire, non ebbe il tempo di aprirlo alla pagina alla quale era arrivato che sentì un trambusto fuori dalla finestra, scese a vedere, non riusciva a capire neanche una delle numerose parole che si agitavano tra la folla. Intravide Asuma.
<<Asuma!!>>
<<Kakashi!>>
Kakashi si stava facendo largo a spintoni tra la gente che si trovava nella confusione più totale.
<<Cosa sta succedendo?>> chiese non appena fu abbastanza vicino al collega.
<<Non ne ho idea, sto andando all’ospedale dove hanno portato un bambino, il terzo Hokage è lì>>
Arrivarono all’ospedale, una guardia tratteneva la folla incuriosita.
<<NON POTETE PASSARE!!>>
<<Mio padre è il terzo Hokage! Mi lasci passare, ho bisogno di parlargli!>> esclamò Asuma, la guardia lo fissò e dopo un attimo di esitazione li lasciò passare.
Arrivarono nella stanza del bambino ricoverato, era in uno stato di incoscienza e Sarutobi l’Hokage era accanto a lui insieme ad altri due Jonin.
<<Cosa è successo padre?>> chiese preoccupato Asuma, il terzo Hokage alzò lo sguardo dal ragazzino e fissò l’uomo:
<<Il clan degli Uchiha è stato sterminato…si è salvato solo questo bambino: Sasuke Uchiha…>>
Kakashi rimase impietrito: il fratellino di Itachi! Pensò a quando vide Itachi quella sera, ma la sua mente non voleva immaginare oltre! Per cancellare questa sua tremenda presunzione chiese a Sarutobi:
<<E chi è stato? Un esercito nemico?>>
Una giovane donna, maestra da poco esclamò:
<<Un attacco nemico? Devono essere stati quelli del villaggio della sabbia!>>
<<Coosa?! Vuoi dire che siamo sull’orlo di una guerra? Quindi presto torneranno e uccideranno altri!! Dobbiamo subito raddoppiare gli allenamenti!!>> urlò Gai in preda allo sconvolgimento.
<<Calmatevi tutti!>> disse l’Hokage <<Non si tratta di nessun esercito e di nessuna guerra! Siamo sicuri di una cosa: è stato il fratello di questo ragazzino…>>
Il nome affiorò alle labbra di Kakashi prima che potesse fermarlo:
<<Itachi Uchiha>>
<<Sì, lui…>>
<<Ma…ma come ha fatto?! Cioè…tutto da solo? È impossibile!!>>
<<Suppongo che qualcuno lo abbia aiutato>>
<<No! Non è possibile, perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?!No, non avete nessuna prova contro di lui!!>>
<<Kakashi, calmati! Lo so che è un tuo caro amico, ma ragiona: sul luogo del massacro erano presenti tutti gli Uchiha, solo lui mancava tra i cadaveri, e poi guarda caso solo il fratellino si è salvato!>>
Kakashi non poteva crederci, non voleva! Uscì di corsa e si diresse verso la foresta, doveva ritrovare Itachi per dimostrarne l’innocenza!
Lo incontrò nel prato dove si trovava il monumento dedicato ai ninja che muoiono in missione, era immobile al centro dello spiazzo e lo fissava impassibile.
<<Itachi!!>>
Un rombò seguì il nome urlato dal ragazzo: iniziò a piovere.
<<Itachi…>>
Kakashi comprese che si era solo illuso, ora con il freddo dell’acqua che gli pioveva addosso riusciva a vedere la verità, era stato il suo amico a compiere la strage…ma perché?
Itachi rimaneva immobile sotto le gocce, cosa voleva? Forse aspettava i suoi complici.
<<Come hai potuto sterminare la tua famiglia?!>>
Kakashi era carico d’odio, i capelli argentei cominciavano ad essere bagnati.
<<Kakashi…>> la voce dell’Uchiha era calma e distaccata come se non provasse alcuna emozione <<…le nostre strade si dividono qui. Questo è un addio…Kakashi…non ci rivedremo mai più…io ho scelto la mia via e tu la tua…non sentirti mai in colpa per la mia scelta perché questa è la mia vita…>>
I due si fissarono negli per un istante che parve infinito, gli tornarono in mente tanti momenti passati in sua compagnia, la pioggia tamburellava sul paesaggio scuro che li circondava, bagnava tutto senza pietà…già…proprio senza pietà, come aveva fatto Itachi: senza pietà aveva ucciso il suo migliore amico, aveva sterminato il suo clan, aveva abbandonato il suo fratellino e aveva tradito la fiducia di Kakashi, ma la cosa più importante era che lui aveva calpestato i sentimenti di tutte queste persone…e forse, quasi sicuramente, anche i suoi…
<<Addio Hatake Kakashi>>
Itachi si smaterializzò sotto gli occhi dell’amico che cadde in ginocchio sconfitto dal dolore.
Lo aveva sempre considerato come un amico, non il migliore forse, ma un buon amico sul quale contare e del quale fidarsi. Osservò il monumento degli eroi…lì sopra, insieme a molti altri nomi c’era anche inciso il nome del suo unico vero migliore amico: Obito Uchiha.
Lui non era destinato ad avere amici…lui era nato per la solitudine; si rialzò e dopo aver guardato per un’ultima volta laddove fino a pochi secondi prima c’era Itachi si voltò e riprese la sua strada: da solo e per sempre!

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Almeno ora possiamo avere un'idea sul come mai Kakashi è tanto severo con i sui allievi, tanto da non promuoverli mai, e poi questa storia mi è venuta in mente vedendo le puntate dove incontrava Itachi, sembra sempre che si conoscano, come se avessero qualcosa in comune (oltre al fatto che Kakashi è il maestro del fratello di Itachi), Itachi cerca sempre di evitare di attaccarlo...mah...forse è solo frutto della mia fantasia, ma mi piace immaginare un Itachi giovane e allegro, che vive la vita come un normale ragazzo!

 
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VOTO: (2 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
bubby 17/10/08 17:13
complimenti cm al solito bellissima!! *_*
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francesca-chan - Voto: 17/10/08 15:48
bella, complimenti molto carina!
mi c'è voluta mezzora per finirla ...
ho pure fatto tardi agli allenamenti ... ( di pallavolo)
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sasuke34 16/10/08 23:04
cmq aspetto il continuo se ce naturalmente
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sasuke34 - Voto: 16/10/08 22:40
angelussina bellissima storia kakashi the best..cmq anche io quando vidi le puntate del ritorno di itachi...si parlavanoc come se fossero dei vecchi amici
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