torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Capitan Harlock (Uchu Kaizoku Captain Harlock)
CrossOver: Galaxy Express 999
Titolo Fanfic: OLTRE IL BLU
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: crilu galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 24/05/2003 14:32:04

la protagonista è una persona qualsiasi, che potrei essere io... o tu che leggi...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   

- Capitolo 1° -

Fan’s Fiction
“Oltre il blu”
di Cristina Nicoletto


Le stelle in cielo brillavano di una luce fredda.
Il blu più profondo avvolgeva ogni cosa.
La notte penetrava anche dentro me.
Che cosa mai mi aveva spinto a prendere quel biglietto… un biglietto di sola andata per chissà dove!
Il biglietto per prendere il Galaxy Express 999.
Io, Nanaku Onishida, vissuta 27 anni in questa Terra che tutti disprezzano, ma alla fine, tutti amano… ho deciso di partire con il Galaxy Express, per andarmene via, per trovare un luogo dove poter capire me stessa, dove essere felice senza nessun problema, senza legami… senza dispiaceri.
Ora ho la possibilità di andarmene.
Sulla locandina c’era scritto che il Galaxy avrebbe fatto un’unica fermata sulla Terra, ovvero a Parigi e sarebbe arrivato alle ore 23.00 del 25 febbraio 2003 e sarebbe ripartito alle ore 23.59 dello stesso giorno. Chiunque sulla Terra avesse voluto salirci, avrebbe dovuto trovarsi lì.
Io, senza pensarci, ho preso il biglietto, che mi è costato tutti i miei risparmi…
È ormai da tempo che ho questa idea: scappare da ogni cosa, dalle persone che ho accanto, da ciò che mi rende triste, perché sono gli affetti che ti fanno soffrire… le piccole tragedie di ogni giorno che ti fanno piangere tutta la notte… Voglio scappare… dalla mia vita. Voglio vedere se oltre quel cielo blu, c’è qualcosa di diverso, qualcosa anche per me…

Il Galaxy è qui davanti a me, fermo sulle rotaie, sta aspettando il momento della partenza. Speravo di trovare qualcun altro che sarebbe salito con me… ma a quanto pare sono l’unica sulla Terra che ha deciso di andarsene. È’ triste constatare questo! Sono forse l’unica fallita che se ne vuole andare?o forse l’unica che ha avuto il coraggio di comprare quel biglietto con destinazione ignota? Ma forse, altre persone sono già salite.
Mi giro per guardarmi attorno, ma non vedo nessuno… nessuno dunque mi ha cercata, nessuno mi ha seguita?
Le lacrime riempiono i miei occhi e tutto diventa offuscato… vedo solo nebbiose luci tenui che paiono fantasmi.
Fra 5 minuti il Galaxy partirà, ormai devo fare solo l’ultimo grande passo: salire.
E ciò che sarà di me, poi, non lo so.

Il treno è deserto. I sedili sono vuoti. Possibile che non ci sia proprio nessuno? È tutto così triste, angosciante… sembra un treno fantasma. Ho quasi la tentazione di scendere, ma qualcosa me lo impedisce dentro di me… tornare indietro è da vigliacchi!
Ma ecco finalmente qualcuno: alla ma destra una ragazzina dal volto pallido e triste, è seduta e guarda fuori dal finestrino, sta ascoltando la musica con le cuffie. La guardo, ma lei sembra non accorgersi della mia presenza. Poi, la voce di un ragazzino: “Signorina, se vuole può sedersi vicino a me e alla mia amica Maisha!”
Infatti, un po’ più avanti, sulla mia sinistra, se ne sta seduto un ragazzino con accanto una giovane donna dai lunghissimi capelli biondi.
Il ragazzino mi fa cenno con la mano di andargli vicino e continua a dirmi: “Vieni! Io sono Masai. Tanto non c’è nessun altro in questo treno e quella ragazza che sta ascoltando la musica con le cuffie non vuole parlare, io invece ho voglia di parlare con qualcuno. Vieni a sederti qui accanto a me e a Maisha!”
Il viso di quel ragazzino è raggiante e decido di sedermi vicino a lui volentieri.
Masai: “Come ti chiami?”
Nanaku: “Mi chiamo Nanaku.”
Masai: “Nanaku, lo sai che sei l’unica che è salita a questa fermata!”
Maisha: “Masai per favore, non parlare così ad alta voce.”
Quella ragazza dai lunghissimi capelli biondi, dopo aver rimproverato il piccolo Masai, si mise a fissarmi, poi finalmente decise di parlarmi: “Scusa l’irruenza di Masai, lui è fatto così. Io sono Maisha, piacere di conoscerti.”
Lei mi porse la sua mano, fredda e bianca come la neve…

Ma ecco arrivare di corsa uno strano controllore senza volto… rimasi scioccata nel vederlo… solo due luci scintillanti al posto degli occhi. Ero pronta a tutto, sapevo che salire sul Galaxy avrebbe comportato vedere cose strane, incontrare personaggi bizzarri… ma la vista di un uomo senza volto, scosse il mio animo già provato.
Il controllore a gran voce disse: “Il Galaxy Express 999 partirà fra un minuto esatto. I passeggeri sono pregati di salire e sedere ai loro posti. Grazie!”
Come aveva fatto a parlare? Non aveva la bocca… lo fissavo incredula mentre lui correva via. E Masai sorridendo mi disse: “Ti pare strano il nostro controllore? Non prendere paura, anche se ha un aspetto strano, è una gran brava persona. Ormai siamo diventati amici. Non essendoci nessuno mai su questo treno… i viaggi poi sono interminabili… è normale fare amicizia!”
Nanaku: “In effetti l’ho trovato un po’ strano… non ha il volto…”
Masai: “Ma ha un gran cervello!!”

Le porte del treno si chiusero automaticamente e dentro me sentii come il vuoto… cominciai a tremare. L’ansia si era impadronita di me: me ne stavo andando per sempre dalla Terra! Il vuoto nella mia anima.
Il treno cominciò a muoversi, lento. Da prima silenzioso… poi, il rumore delle rotaie si faceva sempre più intenso.
Guardavo fuori dal finestrino. La stazione si muoveva… nessuno là fuori… solo un barbone che rannicchiato a terra, stringeva a se una vecchia coperta sporca e consunta.
Ancora una volta le lacrime riempirono i miei occhi e non vidi altro, solo i soliti fantasmi annebbiati. Tremavo e piangevo silenziosa.

Masai mi porse un fazzolettino e dolcemente mi disse: “Perché piangi?...”
Maisha guardava fuori dal finestrino come se avesse capito il motivo della mia tristezza e non volesse farmi sentire in imbarazzo.
Mi asciugai gli occhi con il fazzolettino gentilmente offertomi da Masai e lo ringraziai sforzandomi di fare un sorrisetto. Feci un profondo respiro e gli risposi: “E’ tutto passato, era solo l’emozione di partire con il Galaxy”
Masai: “Allora piangerai spesso! Ce ne saranno di emozioni in questo viaggio!”

Lo strano controllore riapparve correndo. Si fermò dalla ragazzina seduta da sola. Lei si tolse lentamente le cuffie. Il controllore le chiese il biglietto e il nome. Lei aprì il suo zaino, tirò fuori il biglietto e disse con una flebile vocina: “Sono l’individuo chiamato Rei Ayanami.”
Il suo volto era inespressivo… la sua voce pure… pareva un robot.
Poi, il controllore venne da noi e disse: “O Masai, ti sei fatto una nuova amica?”
Masai: “Sì Controllore. È salita dalla Terra… si chiama Nanaku e ha detto che ti trova un tipo strano!”
Maisha lo fulminò con lo sguardo e disse: “Masai! Sei maleducato! Hai messo in imbarazzo la tua nuova amica. Non ci si comporta così!”
In effetti mi sentivo un po’ imbarazzata davanti a quello strano uomo. Ma lui si mise a ridere e rivolgendosi a me: “Tutti mi trovano strano. Non si preoccupi signorina. Mi può mostre il suo biglietto per favore? E mi dica il suo nome per intero!”
Aprii la porse e gli porsi il biglietto dicendo: “Sono Nanaku Onishida.”
Il controllore mi porse il mio biglietto e disse. “Benvenuta a bordo del Galaxy Express 999.”
Detto questo corse via di nuovo. Che strano tipo, però era vero… dalla voce sembrava una brava persona!
Rimisi via il biglietto e, distrattamente guardai fuori dal finestrino, come si fa di solito quando si è in viaggio, ma … il mio cuore si arrestò per un attimo! Convinta che avrei visto case, colline, prati… auto… come per un qualsiasi viaggio in treno, mi ero completamente scordata per un istante che non ero in un treno qualsiasi… questa volta, ciò che vidi fu solo… il blu dell’ignoto!

Mi persi con lo sguardo a fissare l’universo, che silenzioso invadeva la mia vista. Era come essere inghiottiti dal nulla…
Non mi ero accorta che Maisha mi stava guardando. Poi, con la coda dell’occhio notai il suo sguardo intenso. Lei disse: “Hai una meta precisa per questo viaggio? Oppure non ti sei prefissa niente?”
La sua voce era calma, piatta… lenta, ma penetrava nella mia mente come se fosse la voce della mia coscienza. Masai mi guardava, aspettando anche lui la mia risposta. Quindi, dissi: “Non so l’itinerario preciso del Galaxy, ma ho letto che si fermerà su diversi pianeti, dove ognuno può trovare quel che cerca…”
Maisha: “E tu cosa cerchi?”
Nanaku: “Un posto dove poter ritrovare me stessa…”
Maisha, guardò fuori dal finestrino e sospirò. Un sospiro che mi rimase impresso, mi mise ansia, che cosa mai voleva dire in quel modo? Era così misteriosa quella ragazza! Masai allora si alzò e disse: “Vado a sentire dal controllore quale sarà la prossima fermata, così poi te la riferirò! Sei contenta Nanaku?”
Io feci un sorriso al ragazzino, era così gentile, i suoi modi erano sinceri… “Ok, grazie Masai!”

Guardai verso la ragazzina che stava ancora ascoltando la musica con le cuffie… era così taciturna, seria, assorta nei suoi pensieri. Mi ricorda tanto me stessa qualche anno fa: quando andavo a scuola con l’autobus, io mi sedevo accanto al finestrino, e siccome il viaggio durava parecchio, io mi mettevo le cuffie e ascoltavo la musica fino alla mia fermata. Non guardavo mai in faccia nessuno, non parlavo con nessuno… e me ne stavo fra i miei pensieri in disparte. Proprio come quella ragazzina, Rei Ayanami.
Vorrei anche ora poter fare lo stesso… è così triste questo treno.
Spesso vorrei tornare indietro nel tempo e rivivere il passato, con la coscienza del poi… sapendo già cosa mi aspetta… sarebbe troppo facile… forse questo treno… forse… mi farà rivivere parte del mio passato… mi rilasserà l’anima… l’unico segreto è… vivere ogni singolo stante con calma e tranquillità!

Masai arrivò correndo.
Masai: “Bene… ho una bella notizia! Il controllore mi ha detto che i passeggeri del Galaxy sono stati invitati ad una festa in maschera! Non mi ha voluto dire chi ci ha invitati, perché chi lo ha fatto vuole rimanere anonimo! Comunque a tutti verrà fornito un bellissimo abito elegante e una mascherina! La festa sarà Sul pianeta HACCA…”

Una festa in maschera! Ci andavo solo quando ero piccola… poi, ho perso il gusto di questo tipo di feste… sono sempre stata chiusa in me stessa, timida… e mi vergognavo di andarci perché mi sentivo ridicola! Ma è giunto il momento di andare oltre le mie paure! Così risposi a Masai con un bel sorriso: “Sono contenta! Ci vuole proprio una festa!”
Masai: “Anch’io non vedo l’ora di divertirmi!”
Maisha non disse nulla. Incrociò i nostri sguardi per un attimo e poi riprese a guardar fuori.
Io non riuscivo proprio a capire che cosa passasse per la testa a quella ragazza… ma sinceramente, non avevo neanche voglia di sforzarmi a capirla! Voler cercare a tutti i costi di capir qualcuno, porta sempre a delle complicazione! E io volevo evitare ciò!
Masai disse che aveva sonno, e voleva chiudere un po’ gli occhi per riposarsi e io, sinceramente, ero stanca… troppe emozioni!
Lo spazio infinito, profondo e misterioso stava oltre il mio sguardo. Mi persi a guardare le stelle e… mi addormentai!

Controllore: “Siamo arrivati al pianeta HACCA!” fra 14 minuti e 20 secondi il treno si fermerà alla stazione. Lì ci sarà una navicella che vi porterà alla festa in maschera dove vi saranno consegnati dei vestiti adatti all’occasione!”

La voce del controllore mi svegliò! Chissà quanto avevo dormito! Mi ci volle un paio di minuti per ridestarmi e mi accorsi che Maisha e Masai non erano più seduti vicino a me. Rei Ayanami stava leggendo un libro, con la sua solita aria assorta in se stessa.
Il controllore era già sparito e io mi decisi ad avvicinarmi a Rei.
Nanaku: “Ciao!”
Rei alzò lenta lo sguardo verso di me, e mi rispose con una vocina tenue e fredda: “Ciao.”
Nanaku: “Scusa se ti disturbo, io sono Nanaku. Sai per caso dove sono andate le due persone, Maisha e Masai, che sedevano accanto a me?”
Rei: “Tu dormivi.”
Nanaku: “Sì, io avevo preso sonno… ti hanno detto niente?”
Rei: “No. Però credo siano andati a mangiare.”
Nanaku: “Dove?”
Rei: “Nel vagone ristorante.”
Parlare con quella ragazza era una tortura. Sembrava di dover toglierle le parole col cavatappi! Ma cos’era? Un robot?
Nanaku: “Grazie… allora li raggiungo!”
Rei: “Tanto ora scendiamo.”
Nanaku: Sì, è vero, si va alla festa in maschera!”
Rei: “Io non ci vengo”
Nanaku: “Perché? Siamo stati invitati tutti! Qui è così triste… una festa ci farà bene!”
Rei: “Io detesto le feste. Non servono a niente!”
Nanaku: “Anch’io la pensavo come te… ma credimi… lasciarsi andare un po’, fa bene!”
Rei: “Io faccio solo ciò che mi viene ordinato!”
Nanaku: “Da chi?”
Rei non rispose… la porta scorrevole del vagone si aprì per far passare Maisha e Masai. Rei allora mi guardò e disse: “Ecco i tuoi amici.” E riprese a leggere il suo libro.
Che strana ragazza… mi aveva profondamente turbata…

Il controllore apparve di nuovo e ci disse: “Mancano solo 5 minuti all’arrivo nella stazione del pianeta HACCA! Preparatevi a scendere dal treno!”
Maisha: “Controllore, quanto ci fermeremo questa volta?
Controllore: “Il tempo che durerà la festa: 6 ore!”
Masai: “Faremo in tempo a divertirci?”
Maisha sorrise teneramente al ragazzo e rispose: “Ma certo che faremo in tempo a divertirci… non tempere…”
La voce di Maisha era stata come quella di una mamma che rassicura il figlio… non me lo sarei mai aspettata da una donna fredda come lei! Com’era strana!

Ma ecco, il treno si era fermato alla stazione. Mi sentivo un po’ strana, emozionata per la festa, come una ragazzina al primo appuntamento! Che sentimento strano… insolito direi! Perché mai dovevo essere emozionata? Forse solo perché avevo la sensazione che qualcosa mi sarebbe successo… mi capita spesso di fare sogni premonitori, o di sentire l’avvenire di qualcosa… chissà cosa mai mi potrà capitare? Incontrare il principe azzurro? Mah…

Scesi dal Galaxy assieme a Maisha e Masai. Rei, come aveva detto, rimase seduta in treno, a leggere chissà quale libro!
Come ci aveva detto il controllore, una navicella era lì ad aspettarci. Non si riusciva a vedere chi la guidava, perché la cabina del conducente aveva i vetri scuri.
Fuori era buio. Come il resto dell’universo. Rimasi un istante a guardare col naso per aria, le stelle lucenti. Era tutto molto diverso dalla Terra, era un ambiente quasi surreale, ma non ostile.
Tremavo.
Freddo? Paura? Emozione?
Non sapevo dirlo con precisione.
Masai mi prese sotto braccio e mi disse, distogliendomi dai miei pensieri: “Andiamo Nanaku! Sali nella navicella! Andiamo alla festa!”
Nanaku: “Certo Masai! Vengo di sicuro!”
Salii così in quella strana navicella. Mi sedetti accanto a Masai, e di fronte a me, una taciturna Maisha!
Dopo qualche minuto, da lontano, vidi una grande astronave… ma non una di quelle che si vedono nei film di fantascienza… sembrava più una nave pirata… sembrava…
Nanaku: “Sembra l’astronave di Capitan Harlock!”
La mia fu un’esclamazione pura, di meraviglia e stupore!
Maisha guardò attentamente fuori dal finestrino ed esclamò pure lei: “Già!! Sembra proprio la nave di Harlock!”

La navicella ci portò direttamente all’interno dell’astronave pirata. Lì ad accoglierci venne un’affascinante aliena dal volto bianco come la neve, lunghissimi capelli blu e… senza una bocca! Era proprio uguale all’aliena di Capitan Harlock: Memay. Certo, questa era una festa in maschera ed è possibile che tutto sia ispirato al famosissimo futuristico pirata dello spazio… ma era tutto troppo reale per sembrare mascherato!
L’aliena diede a noi tre dei vestiti e ci condusse in una stanza, dove avremmo potuto indossarli.
Il mio e quello di Maisha era un bellissimo vestito da principessa, con un’ampia gonna di pizzo e un bustino stretto di broccato. Mi sembrava di essere una sposa. Il mio era color perla e quello di Maisha non poteva che essere nero! Masai invece avrebbe indossato un completino da pirata… sembrava il nerboruto Yattaran dell’equipaggio di capitan Harlock!
L’aliena tornò e ci condusse dove si svolgeva la festa…

Camminai per un lungo corridoio buio. Sembrava non finire mai.
Ad un certo punto, la luce e una dolce musica.

Tanto, tanto tempo fa, ricordo che c’era una bambina dai lunghi capelli castani che credeva innocente, all’amore vero.
Si chiudeva nella sua stanza e parlava con il suo amico immaginario.
Lui aveva sempre un tenero sorriso per lei.
Con lui ballava teneramente abbracciata e cantava canzoni d’amore.
Era una segreta storia d’amore che nessuno poteva rubarle.
Una poesia che dedicava al suo amico fantasma.
Lui si chiamava Capitan Harlock ed era un pirata dello spazio.

Chissà da quanto tempo me ne stavo lì abbracciata a quell’uomo alto, dai capelli rossi e con una benda all’occhio destro!
Mi ero come ridestata da un sogno. Non ricordo il momento in cui sono entrata in questa enorme stanza. Ricordo solo il lungo corridoio buio. L’aliena Memay, i vestiti eleganti…
E ora mi trovo abbracciata a quest’uomo, con indosso il bellissimo abito color perla a ballare stretta a lui… come quando ero piccola e danzavo con il mio Harlock immaginario.
L’affascinante uomo mi fissava… sorrise teneramente e disse: “Sei contenta Nanaku?”
La sua voce mi penetrò dentro fino ad arrivare al cuore. Era lui, non c’erano dubbi: il vero capitan Harlock.
Continuavamo a tenerci stretti e a ballare lentamente, non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui. Il nulla attorno a me. Eppure c’erano altre persone, lo percepivo. Ma ero come magnetizzata dal duo sguardo. La musica mi cullava dolcemente e lui sorrideva. Presi fiato e risposi: “Sei Capitan harlock, vero? Quello vero…”
Harlock: “Sì, quello che ballava con te, quando eri una piccola, graziosa bambina timida.”
Nanaku: “Sei tu che ha invitati a questa festa…”
Harlock: “Sapevo che eri a bordo del Galaxy Express e volevo ballare con te… come quando nei tuoi occhi potevo vedere l’innocenza, che ora so, porti ancora dentro. Perché hai smesso di sognare?”
Nanaku: “Mi dicevano che ero infantile…”
Harlock: “Forse chi ti ha detto queste cose era invidioso del tuo splendido sguardo felice. I sogni rendono la felicità.”

La musica finì. Mi guardai attorno e… la stanza era completamente vuota. Non c’era più nessuno. La sala da ballo si era trasformata nella sala comandi dell’Arcadia. Lì, poco lontano da me il timone. Mi sentii persa, una fitta dentro.
Nanaku: “Dove sono tutti gli altri”
Harlock con la sua calma, rispose. “Chi?”
Nanaku: “Masai, Maisha… le altre persone che ballavano!”
L’affascinante pirata mi fissò dolcemente, poi disse: “Il Galaxy Express 999 è ripartito più di un’ora fa.”
Preoccupata e impaurita: “Cosa? E io?”
Capitan Harlock mi prese dolcemente il capo con le sue forti mani e avvicinò le sue labbra alle mie donandomi un meraviglioso bacio che ti toglie il respiro!
Mi lasciò incapace di proferire parola, né pensieri.
Ma lui mi disse con voce calda: “Ti volevo tutta per me, qui, nella mia Arcadia… Torna a sognare con me!”
Mi strinsi forte a lui e mi sentii felice, come quando ero bambina… come quando avevo la mia innocente segreta storia d’amore fra le pareti della mia stanza dei sogni.

Harlock mi fece mettere la tutina nera da pirata con quel lungo mantello che ho sempre sognato indossare. Mi sentivo bene, a mio agio.
Avrei vissuto mille avventure al suo fianco, senza paura. Il suo affetto sincero, il suo amore era con me… per sempre!
Solo una cosa continuava girare per mia testa, e non mi dava pace: la frase di Rei Ayanami “Io faccio solo ciò che mi viene ordinato!”.
Chi le dava degli ordini? E cosa?
Pensavo questo guardando l’universo blu e Harlock mi venne accanto.
Harlock: “Cosa ti turba?”
Nanaku: “La frase di un passeggero del Galaxy… non era venuta alla festa perché ha detto che avrebbe solo fatto ciò che le viene ordinato!”
Harlock: “Era felice quando ti ha detto questo? Hai notato gioia nei suoi occhi?”
Nanaku: “No, tutt’altro!”
Harlock: “Allora le avevano ordinato di non sognare…”







Nicoletto Cristina
“Crilù ‘75”











1



 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: